Ringraziamo Curzio Bettio per la traduzione.

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[ T. Dickson, giurista canadese, consulente legale dell'ICDSM, rivela
gli ultimi abusi compiuti dalla ?corte? dell'Aia e li paragona alle
modalità con cui agiva la ?Star Chamber?, la ?Camera Stellata?, famigerato
tribunale politico istituito da Enrico VIII e abolito nel 1640-41?]

Ben oltre la ?Camera Stellata?:
La Difesa di Milosevic all?Aia sta per essere sospesa
di Tiphaine Dickson
(Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)

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Nota dell?Editore di
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Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione

Noi vogliamo portare all?attenzione dei nostri lettori questa importante
analisi di
Tiphaine Dickson sul processo di Milosevic, che fa il punto sulla sfacciata
criminalizzazione del diritto internazionale, in appoggio all?invasione militare
guidata da Stati Uniti e NATO e all?occupazione della Jugoslavia.
Quella che viene affrontata nel caso del Tribunale dell?Aia è la criminalizzazione,
a livello istituzionale, di una struttura garantita dall?ONU.
Il Tribunale Internazionale per i Crimini nella ex Jugoslavia, l?ICTY, non
solo è stato coinvolto nella copertura dei crimini di guerra e delle atrocità
degli USA-NATO, ma anche nell?atto di accusa contro un ex capo di stato,
per i crimini commessi dalle forze di invasione della NATO, attraverso procedure
tipiche della ?Camera Stellata? [famigerato tribunale politico istituito
da Enrico VIII e abolito nel 1640-41], senza tenere conto delle atrocità
messe in atto dalla loro contigua organizzazione terroristica, come l?Esercito
di Liberazione del Kosovo (KLA), alla quale era stato conferito nel corso
dell?invasione del 1999 lo status di struttura di fiducia dell?ONU, malgrado
i suoi legami con Al Qaeda e il crimine organizzato.
La ?Criminalizzazione dello Stato? avviene quando criminali di guerra occupano
posizioni di autorità, che consentono loro di decidere ?chi sono i criminali?,
quando di fatto sono loro stessi i veri criminali.
Questa criminalizzazione dello Stato non si limita solo all?Amministrazione
Bush, invece permea tutto il sistema ONU, che appoggia gli interventi a guida
USA-NATO sotto la mascherata della conservazione della pace. Questi interventi
?umanitari? condotti da criminali di guerra, sono implementati sotto gli
auspici di quella che eufemisticamente viene definita come la ?comunità internazionale?.

?Peacekeeping? in Jugoslavia, Afghanistan, Haiti e Iraq è equivalente a ?occupazione
militare?. È inutile dire che, per raggiungere i loro obiettivi, i criminali
di guerra delle alte cariche devono anche ridefinire i contorni del diritto
internazionale, mettendo in funzione un sistema che ci ricorda le procedure
della ?Camera Stellata? del XVII secolo.
Ed è precisamente questo il senso della ricerca di Tiphaine Dickson sul processo
a Milosevic.

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Tiphaine Dickson collabora a Global Research ed è un avvocato per la difesa
nelle corti penali, specializzata in diritto penale internazionale con sede
a Montréal. Ha diretto il collegio di difesa in uno dei primi tribunali ONU
che giudicavano sul genocidio prima del Tribunale Internazionale per i Crimini
nel Rwanda.

Il 14 febbraio 2005, la Camera Penale del Tribunale Internazionale
per i Crimini nella ex Jugoslavia, l?ICTY, esaminando il caso Milosevic,
riprendeva il procedimento dopo averlo aggiornato la settimana scorsa in
seguito al parere di un medico ONU, per cui Slobodan Milosevic aveva bisogno
di qualche giorno per riprendersi da un attacco di influenza avvenuto all?inizio
di febbraio. A questo riguardo, la copertura giornalistica dei media aveva
lamentato i ?ritardi del processo? e aveva imputato alla malattia, generalmente
descritta come un ?semplice attacco influenzale?, di causare ?perdita di
tempo?.
Il Tribunale ammoniva il Presidente Milosevic ?che stava sprecando tempo?
nella sua disamina dell?ex Ministro degli Esteri di Jugoslavia, rispetto
alla secessione delle ex Repubbliche e del coinvolgimento straniero nei conflitti
che di conseguenza si sono succeduti. Per la Corte, Mr. Milosevic stava formulando
domande ?prive di senso?, mentre invece si trattava di questioni di palese
rilevanza e di cruciale importanza.
Il Pubblico Ministero richiedeva di continuare il dibattimento anche in assenza
di Mr. Milosevic.
La situazione è inquietante ed è del tutto evidente che l? ICTY sta ponderando
di prendere radicali misure, compresa l?interruzione, e per ultimo la conclusione
prematura della difesa di Slobodan Milosevic.

Infatti, l?ICTY, una istituzione del Consiglio di Sicurezza dell?ONU, ha
predisposto la scena per giustificare la fine di questo dibattimento, rendendo
responsabile di questo risultato il Presidente Milosevic, attraverso quattro
ordinanze, e due di queste sono state emesse nelle ultime due settimane.

La prima, gli è stato imposto un consulente legale, contro la sua volontà.
La seconda, in absentia il procedimento viene ritenuto valido. La terza,
non è concesso agli avvocati imposti di ufficio di ritirarsi a causa di ragioni
etiche. E l?ultima, la durata delle argomentazioni dell?Accusa viene artificialmente
ridotta, e il tempo accordato a Slobodan Milosevic gonfiato, computando i
suoi contro-interrogatori dei testimoni
dell?Accusa come tempo dedicato alla sua difesa, in un sistema inusitato
secondo la statistica.
Slobodan Milosevic, direttamente o indirettamente, in tutte e quattro le
ordinanze è reso responsabile per ogni sfavorevole condizione nel procedere
degli avvenimenti processuali. Tutto viene messo in gioco per mettere fine
alla vicenda!

In settembre, la Corte aveva imposto un consulente legale d?ufficio contro
l?espresso desiderio dell?imputato, una pratica descritta dalla Corte Suprema
degli Stati Uniti come abbandonata da tantissimo tempo, dal tempo della ?Camera
Stellata? mai rimpianta, un?infame struttura esecutiva del XVI secolo e della
prima metà del XVII secolo per condurre i processi politici.
La decisione del Tribunale di imporre un avvocato di ufficio, con ampi poteri
di determinare la strategia della difesa, scatenava una crisi: i testimoni
a difesa si rifiutavano di collaborare con i consulenti imposti, Steven Kay
e Gillian Higgins, in precedenza in carico dell?ICTY come ?amici curiae?,
amici della corte, affibbiati a
Slobodan Milosevic come avvocati difensori, chiaramente per il fatto che
costoro erano stati parte nel processo per più di due anni, e che questo
veniva a costituire, per lo meno, un palese conflitto di interesse. Mr.
Kay protestava amaramente, e pubblicamente, per la non collaborazione dei
testimoni a difesa, (il Tribunale aveva ricevuto la lista dei testimoni a
difesa di Slobodan Milosevic, e allora aveva imposto l?avvocato d?ufficio!),
e si lamentava della scarsa cooperazione di Milosevic in quanto il dibattito
processuale tendeva effettivamente a bloccarsi per il puro e semplice stillicidio
di testimoni che dovevano recarsi a testimoniare all?Aia.

L?imposizione dell?avvocato di ufficio, contro la volontà dell?accusato,
in aperta violazione della Convenzione Internazionale sui Diritti Civili
e Politici, che prevede come minimo il diritto fondamentale della personale
autodifesa, nello scorso novembre veniva approvata, come questione di diritto,
dalla Corte di Appello (si era ricorso in appello contro Mr. Kay e Ms. Higgins,
subito dopo l?imposizione iniziale).
L?ordinanza ha ridotto questo diritto, che è garantito dallo stesso Statuto
dell?ICTY come diritto fondamentale, al grado di una mera ?presunzione?.

Nel mettere in atto questo, il Presidente della Corte di Appello, lo statunitense
Theodor Meron, stabiliva che tutti i diritti fondamentali ?di minimo? offerti
all?imputato dallo Statuto dell?ICTY (che sono stati derivati, almeno a parole,
dalla Convenzione Internazionale per i Diritti Civili e Politici, trascurando
solo, inspiegabilmente, la clausola della Convenzione sul diritto ad essere
processati da una Corte indipendente, imparziale, e di competenza), sono
?al pari? con il diritto all?autodifesa personale. In altre parole, il diritto
per l?imputato all?autodifesa è proprio una ?presunzione?, come lo sono tutti
gli altri diritti processuali minimi, fondamentali, riconosciuti internazionalmente,
previsti dallo Statuto dell?ICTY, come il diritto di conoscere la natura
dell?imputazione, il diritto di rimanere in silenzio, il diritto di presentare
prove a discarico nelle stesse condizioni dell?Accusa, il diritto di avere
un interprete, e il diritto di essere giudicato solo quando si è presenti.
Nei fatti, tutti questi sono stati stravolti nella loro essenza come diritti.
Il Tribunale internazionale ?ad hoc? li considera solo come pure e semplici
?presunzioni?, che possono essere quindi violate a discrezione della Camera
processuale quando conviene, o si cercano ?giustificazioni?.
E visto che effettivamente non sono più di tanto diritti, ne consegue che
effettivamente non possono essere più di tanto violati. E se non possono
essere violati, allora non esistono più di tanto incentivi a rispettarli,
tanto meno a garantirli, come ?diritti minimi?, neppure a sanzionare o a
rimediare al loro stravolgimento.

La decisione del Presidente Meron è stata quasi universalmente recepita come
l?aver fornito una vittoria al Presidente Milosevic, dato che questo capovolgeva
non la legittimità, tanto meno la correttezza, dell?imposizione di un qualche
consigliere legale, ma piuttosto le modalità disposte dal Tribunale per una
tale ?nomina?, questa la delicata formula usata dall? ICTY, dell?avvocato
di ufficio.
Perciò, il Presidente Meron aveva indicato che a Mr. Milosevic veniva consentito
presentare la sua difesa e porre domande ai suoi testimoni, imponendogli
l?avvocato di ufficio a sostegno in caso di malattia. D?altro canto, il
Presidente Meron nel dare inizio alla sua conduzione della Corte di Appello
aveva peraltro fatto una minacciosa dichiarazione: il diritto di essere giudicati
solamente se si è presenti in aula non è assoluto (in apparenza lo è, ma
è solo una ?presunzione?) e può essere ovviato da una ?sostanziale rottura?
delle procedure. Questo sconvolgimento non necessita di delibere o di intese
con l?imputato, e può essere indotto anche da una semplice malattia.
La possibilità di tenere dibattimenti ?in absentia?, nel caso che Milosevic
risultasse malato, (come era stato energicamente sostenuto l?estate scorsa
dall?ex Ambasciatore USA per le Questioni sui Crimini di Guerra, presso il
Tribunale per la Divulgazione delle Leggi Internazionali), veniva quindi
approvato dalla Corte di Appello.

Ai primi di febbraio, il Presidente Meron negava una richiesta da parte dei
difensori d?ufficio che si vedevano costretti a dimettersi dal processo,
adducendo la loro incapacità etica di continuare in assenza di collaborazione
da parte del ?cliente?, e protestando per il suo pubblico criticismo rispetto
al loro operato.
Gli avvocati Britannici accusavano direttamente il Presidente Milosevic,
l?unica persona i cui diritti erano stato violati da questa imposizione,
della loro situazione etica: ?L?imputato ha reso impossibile un rapporto
di ?scambio sincero e di fiducia?.?
Di conseguenza, il Presidente Meron, prendendo per buone le dichiarazioni
di Kay e Higgins, addossava la responsabilità della loro incapacità ad agire
in favore di un imputato riluttante direttamente sulle spalle della vera
vittima della situazione: ?Un imputato non ha il diritto di distruggere il
rapporto di fiducia che intercorre fra lui e il suo avvocato difensore.?
( Sebbene il Presidente Milosevic avesse puntualizzato nell?udienza preliminare
che era impossibile distruggere qualcosa, unilateralmente o con altre modalità,
che non era mai esistito fin dal primo momento.)
Quindi, citando la precedente decisione della Corte di Appello nel caso ugualmente
sorprendente (e fosco, secondo una prospettiva di legittimità e di diritti
umani) del Generale Vidoje Blagojevic, il Presidente Meron risolveva una
volta per tutte le questioni di natura etica, incluse le problematiche di
interesse generale per i giuristi del tipo: come rappresentare un cliente
che rifiuta le vostre prestazioni, che non vuole comunicare con voi, i cui
testimoni non si fidano di voi, che non vogliono comunicarvi gli avvenimenti,
(anche quelli rilevanti per una difesa, compresi gli alibi), e come si può
agire in favore di un imputato reticente, quando nello stesso processo legale
si è agito dalla parte avversa?, e ribadiva sugli obblighi degli avvocati
di ufficio nei confronti del Tribunale ICTY, una istituzione non riconosciuta
da Slobodan Milosevic come struttura legale legittima.
Il Presidente Meron affermava che: ?In tali circostanze, quando un Imputato
senza giustificazioni resiste ad essere rappresentato legalmente da un Avvocato
di Ufficio a lui assegnato, gli obblighi professionali dell?Avvocato di Ufficio
a rappresentare l?Accusato persistono.?

È stato inopportuno che la decisione del Presidente Meron non abbia fatto
chiarezza se l?Ordine degli Avvocati Britannici avesse fornito un parere
rispetto alle problematiche etiche sollevate o se al riguardo all?Ordine
fosse stato richiesto un parere dal consigliere legale imposto.
Qualunque fosse la posizione dell?Ordine Britannico, una istituzione venerabile
la cui opinione poteva ben essere di conforto a questo dibattimento, per
quanto fosse interessato l?ICTY, Mr. Kay e Ms. Higgins dovevano continuare
ad agire, visto che il Presidente Meron sosteneva che al Presidente Milosevic
non poteva essere concesso di ?confezionare? una motivazione per il ritiro
degli avvocati di ufficio, rifiutando di cooperare. ?Permettergli? di farlo,
scriveva Theodor Meron, sarebbe stato come ?rendere nulla? la decisione della
Corte di Appello di approvare l?imposizione di avvocati di ufficio! Si può
solo ammirare la perfezione della circolarità di questa argomentazione.

Come indicazione finale che questo procedimento penale può ben presto
essere portato fuori strada, nella settimana scorsa la Corte Penale ha deliberato
per un calcolo scompagnato del tempo assegnato alle due parti, l?Accusa e
Mr. Milosevic, per la presentazione delle loro rispettive argomentazioni.

La decisione va ben lontano di una conta di minuti e dimostra che l?istituzione
è chiaramente in sofferenza rispetto a quello che era stato annunciato come
il ?Processo del Secolo?. Questo bizzarro calcolo del tempo, sconosciuto
nei normali processi, e in madornale contrasto con le procedure conosciute
nel sistema accusatorio, ha il significato di indicare che questo procedimento
si è trascinato tediosamente per le lunghe, e che il Tribunale Internazionale
per i Crimini nella ex Jugoslavia ora rischia di violare l? ?integrità? della
giustizia internazionale nel ?fare di tutto? per continuare in modo schiacciante
a negare un procedimento imparziale all?accusato.
Questa proposta sta in decisa continuità con la realtà di un processo squilibrato
che non è stato mai caratterizzato da imparzialità, ma dalla persistente
violazione dei diritti del Presidente Milosevic e dello stesso diritto internazionale,
dal momento in cui l?imputato veniva accusato, al culmine di una campagna
illegale di bombardamenti, nel corso di una guerra di aggressione contro
la nazione di cui era il legittimo Presidente, da un?Accusa che puntualmente
informava i media sul suo nuovo status, che lo avrebbe squalificato dalla
partecipazione ad una pace negoziata.

Questo processo è stato al contrario, in molte occasioni, lento in modo straziante,
e la vittima principale è stato il Presidente Milosevic, ?trasferito? all?Aia
dopo essere stato sottratto con la forza da una struttura a Belgrado senza
ricorrere ad un tribunale per la giustizia ordinaria ed in violazione della
Costituzione, secondo le indicazioni della Corte Costituzionale Jugoslava
(di allora), e detenuto sotto l?autorità dell?ONU dal 28 giugno 2001.
Desta costernazione notare che la giustizia internazionale, o quello che
tenta di apparire come tale, tolleri i quattro anni e mezzo di detenzione
di un uomo che soffre di una forma di ipertensione difficile da curare, e
che ora sta peggiorando, e utilizzi questa malattia come giustificazione
per imporre un avvocato di ufficio, però solo quando l?imputato ha iniziato
la sua difesa, in un quadro di preoccupazione per la sua salute che risultava
molto meno evidente durante la maratona senza giustificazioni della presentazione
storico/politica delle prove da parte dell?Accusa, Ms. Del Ponte, molte delle
quali assolutamente prive di rilevanza, per andare sul leggero.
Che l?ICTY tenti di addossare a Slobodan Milosevic la responsabilità per
questo interminabile processo, è assurdo. Inoltre, il fatto che la Pubblico
Ministero presentasse le sue accuse, mentre erano in corso ancora le indagini,
per molto osservatori è risultato inspiegabile e decisamente tortuoso.
La difesa di Slobodan Milosevic, sorprendentemente poco riportata dai media,
peraltro minaccia di fare molta luce su quello che egli (e in misura crescente,
i suoi testimoni) ha descritto, non come le ?Guerre Balcaniche?, ma come
un?unica guerra contro la Jugoslavia, uno stato in vita non più a lungo,
i cui ultimi giorni sono stati contrassegnati da bombardamenti aerei mai
visti a Belgrado, se non da parte degli Alleati alla fine della Seconda Guerra
Mondiale e da parte della Germania Nazista nel 1941.
Questa è la guerra che il Presidente Milosevic sta iniziando ad analizzare
nella sua difesa, e questo può ben costituire la ragione per cui improvvisamente
?si sta sprecando tempo?, il ?processo si è trascinato abbastanza?, e ?l?integrità
del procedimento? è ora messa in gioco. Infatti, questa difesa potrebbe
ben rappresentare la vera ?sostanziale turbativa? per fare decadere il processo
e quindi compromettere l?intera istituzione.


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Articoli di Tiphaine Dickson pubblicati:

?Elezioni in Iraq sotto occupazione militare: il Canada complice in una parodia
di democrazia?
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?Il Tribunale ICTY all?Aia: questa è la ?Camera Stellare?!? di Tiphaine Dickson
http://globalresearch.ca/articles/www.globalresearch.ca/articles/DIC409A.html

?Il Giudice che presiede il processo a Milosevic rassegna le dimissioni;
Cathrin Schütz
intervista la giurista Canadese Tiphaine Dickson?
http://globalresearch.ca/articles/www.globalresearch.ca/articles/DIC402A.html

?Questa è la natura della bestia?: perché il Tribunale ICTY all?Aia non può
prestare attenzione al diritto di Slobodan Milosevic all?autodifesa, di Tiphaine
Dickson e
Aleksandar Jokic
http://globalresearch.ca/articles/DIC410A.html


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