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24 MARZO -- VI ANNIVERSARIO DELLA AGGRESSIONE
DELLA N.A.T.O. CONTRO LA R.F. DI JUGOSLAVIA

https://www.cnj.it/24MARZO99/index.htm

Sul nostro sito internet stiamo raccogliendo la documentazione
essenziale sui crimini commessi, sulle denunce insabbiate, sulla
degenerazione del dibattito politico e culturale anche a sinistra in
occasione della prima "guerra umanitaria" scatenata nel cuore
dell'Europa dopo la II Guerra Mondiale. Contro quelli che
preferirebbero dimenticare. CNJ

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http://www.resistenze.org/sito/as/sosyu/assy5c18.htm
www.resistenze.org - associazione e dintorni - s.o.s. yugoslavia -
18-03-05

24 Marzo 1999 – 24 Marzo 2005 - Noi non dimentichiamo!

A sei anni dalla vile e vergognosa aggressione alla Repubblica Federale
Jugoslava, oggi la verità e le loro menzogne di guerra sono sotto gli
occhi di tutti. Hanno bombardato, distrutto, devastato, avvelenato e
annichilito un paese e un popolo, solo per i loro interessi economici,
politici e militari. I risultati sono scolpiti nella tremenda realtà
del popolo serbo e jugoslavo.

Riportiamo come atto di denuncia e memoria storica questi articoli di
due eminenti personalità indipendenti:
W. Rockler (giudice al processo di Norimberga) e H. Pinter ( scrittore
e professore universitario ).

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L’ILLEGALE BOMBARDAMENTO DELLA YUGOSLAVIA

di Walter Rockler (Pubblico Ministero americano al Processo di
Norimberga)


Argomento del video indirizzato alla Conferenza “Kosovo – Giorno della
Verità – nuovo e pericoloso per l’Europa” tenutasi presso la Friends
House (Camera degli Amici), Londra, organizzato da Justice Yugoslavia
(Campagna per la Giustizia dei Popoli della Yugoslavia - CJPY) e
Cristiani Contro l’Aggressione della NATO (CANA), 24 febbraio 2001.

Le mie osservazioni saranno dirette uno alla legalità del bombardamento
NATO della Yugoslavia come metodo di imposizione/accettazione della
NATO verso il Governo yugoslavo, in merito all’occupazione del Kosovo;
due agli ipocriti pretesti usati per giustificare il bombardamento e
l’occupazione; e tre ad alcuni “risultati” del bombardamento e
dell’occupazione.

Dopo il successo del potere Occidentale o NATO, nella divisione della
Bosnia in tre enclavi etniche, ciascuna incessantemente ostile alle
altre due, questo potere ha deciso di arrogarsi un ulteriore dovere di
regolare gli affari Serbi. In Kosovo, lo storico cuore della provincia
Serba, la minoranza Serba è stata continuamente perseguitata dalla
maggioranza Albanese immigrata dopo la Seconda Guerra mondiale.

I Serbi, governavano l’amministrazione, le politiche e la sicurezza
della Provincia. L’UCK Albanese, una volta, indicata come
organizzazione terroristica dagli Stati Uniti, divenne la carta
impiegata per le imboscate alla polizia Serba e agli amministratori; ed
i Serbi certamente venivano perseguitati, in quanto ciò equivaleva
oggettivamente ad una guerra civile di bassa intensità.

I dirigenti della NATO convocarono un meeting a Rambouillet con i
dirigenti jugoslavi in cui la NATO ha consegnato un ultimatum
non-negoziabile: il Kosovo doveva essere sottomesso alle regole NATO,
con lo scopo finale dell’indipendenza della provincia Albanese.
L’ultimatum fu sostenuto dalla minaccia di fare a pezzi la Yugoslavia
sottomettendola. Il Governo jugoslavo ha rifiutato la proposta della
NATO, con il risultato che la NATO usando la forza per “ragioni
umanitarie”, ha messo in atto la minaccia del bombardamento. Ciò ha
provocato un incessante bombardamento di notte e di giorno con una
media valutata di 14.000 missioni durante quasi tre mesi. Usando le
bombe intelligenti, le bombe silenziose, le bombe a grappolo e quelle
all’uranio impoverito, i bombardamenti al servizio dell’umanitarismo
hanno ucciso più di mille uomini, donne e bambini; hanno colpito le
fabbriche, gli acquedotti, gli elettrodotti, le emittenti TV e
radiofoniche, ponti, treni e civili abitazioni, senza parlare
dell'Ambasciata cinese. Durante il periodo del bombardamento, centinaia
di migliaia di albanesi hanno lasciato il Kosovo, molto probabilmente
forzati dalle truppe serbe.

La domanda diventa, data la presunta purezza dei motivi della NATO che
hanno l'obiettivo di assicurare la verità, la libertà ed il senso
democratico, era questo un bombardamento argomento censurabile secondo
il diritto internazionale? La risposta breve è che il bombardamento è
stato un atto di flagrante disprezzo del diritto internazionale, e,
secondo quella legge, un atto criminale.

Come fonte primaria del diritto internazionale, il giudizio del
Tribunale di Norimberga, nel 1945-1946, in merito al caso dei
principali criminali di guerra nazisti, è evidente e chiaro. I capi
americani e britannici spesso invocano in modo retorico ed elogiano
quel giudizio, ma ovviamente non lo hanno letto. La corte
internazionale ha dichiarato: "Iniziare una guerra di aggressione,
quindi, non è soltanto un crimine internazionale, è uncrimine
internazionale supremo chedifferisce da altri crimini di guerra
solamente in quanto contieneall’interno di sé, la malvagità accumulata
nel suo complesso ".

A Norimberga, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno esercitato
pressioni riguardo il processo dei capi nazisti per la pianificazione e
l'inizio della guerra aggressiva come estremo crimine. Il membro della
Suprema Corte di Giustizia Robert Jackson, capo del personale americano
al processo, ha asserito "che lanciare una guerra di aggressione è un
crimine e che nessuna situazione economica o politica può
giustificarlo".

La Carta della Nazioni Unite considera l’aggressione allo stesso modo.
Gli articoli 2,4 e 7 proibiscono le minacce di forza o l'uso di forza
da parte di uno Stato contro un altro e gli interventi nella
giurisdizione interna di qualsiasi Paese. L'assemblea generale delle
Nazioni Unite nella Risoluzione 2131, una “Dichiarazione
sull’Inammissibilità dell’Intervento", ha rafforzato il punto di vista
che un intervento militare, in qualsiasi Paese sia compiuto, è
un’aggressione e un crimine senza giustificazione.

Oggi c’è semplicemente una perversione dell'Organizzazione del Trattato
Nord Atlantico (North Atlantic Treaty Organization), originariamente
formata come alleanza difensiva sotto l’osservazione della Carta delle
Nazioni Unite. Il Trattato all’inizio ha impegnato i relativi firmatari
ad astenersi dalla minaccia o dall'uso di forza in qualsiasi maniera
incompatibile con gli scopi delle Nazioni Unite ed ha riconosciuto
esplicitamente la responsabilità primaria del Consiglio di Sicurezza
(delle Nazioni Unite) in merito al mantenimento della pace e della
sicurezza internazionali. Ovviamente, nell'escludere l'approvazione
delle Nazioni Unite e nell’ evitare il rischio di veto russo o cinese
per il bombardamento, la NATO ha ignorato e violato questo obbligo di
base.

A partire da un altro punto di vista di diritto internazionale, il
bombardamento condotto dalla NATO ha costituito un crimine di guerra.
Contrariamente alla convinzione dei nostri pianificatori di guerra, il
bombardamento aereo senza restrizione riguardante i siti civili è
escluso dal diritto internazionale. Il bombardamento delle
infrastrutture di un Paese – acquedotti, impianti elettrici, ponti e
fabbriche - non è un attacco relativo agli obiettivi militari
legittimi. Il nostro bombardamento inoltre ha provocato eccessivi
incidenti mortali e danni ai civili, che violano ancora un altro
standard.

Quando il bombardamento della NATO è iniziato non c’erano state
atrocità diffuse e massacri in Kosovo e l’esodo su grande scala degli
Albanesi non era in corso. Ciò non era in alcun caso la preoccupazione
del dettame NATO di Rambouillet, che ha rispecchiato alcune
considerazioni curiose. Così la NATO ha richiesto che la Yugoslavia
migliorasse la relativa economia seguendo le linee del mercato libero.
La NATO ha inoltre richiesto il diritto di spostare le truppe NATO
attraverso tutta la Yugoslavia, ma con la clausola che tali truppe non
fossero soggette alla legge e alla giurisdizione jugoslava. In realtà,
la Yugoslavia doveva trasformarsi in una sorta di Shanghai, colonia
straniera dell’inizio del ventesimo secolo.

Fingendo che un motivo del bombardamento fosse la relativa necessità,
gli apologeti della NATO hanno indicato l’esodo degli Albanesi dal
Kosovo come un crimine internazionale, per quanto l'ipocrisia coinvolta
in questo pretesto per l’assassinio dai cieli sia stata vergognosa,
così tale ipocrisia non è una casualità. Quando i Croati, sostenuti
attraverso la protezione e l'incoraggiamento della NATO, hanno cacciato
i Serbi dalla zona della Krajinapochi anni fa, con 200.000 - 300.000
Serbi espulsi con forzadalle loro case, questo comportamento non ha
evocato la critica da parte dei filantropi della NATO. Attualmente con
il Kosovo sotto l'occupazionebenevola della NATO, circa 100.000 o più
Serbi del Kosovo sonostati costretti a scappare in altre zone della
Yugoslavia sotto la minacciaomicida dell’UCK. Chi condanna o impedisce
questo esodo? E’ stato stimato che durante il periodo intero delle
operazioni della NATO,700.000 rifugiati Serbi sono stati costretti a
scappare in Yugoslavia. Ciò ha prodotto un assordante silenzio sia da
parte del New York Times che del London Times suggerito dalle
indicazioni del Dipartimento di Stato USA e dal Foreign Office
britannico. Decine di migliaia di ROM o zingari inoltre sono stati
cacciati fuori dal Kosovo.

...Ma dopo tutto, suppongo che ci sia un limite all’umanitarismo.

Attualmente l’UCK ha iniziato gli attacchi e le uccisioni nelle regioni
della Yugoslavia oltre i confini della provincia del Kosovo. La NATO,
che ha il compito, come occupante del Kosovo di esercitare la legge e
l'ordine, di mantenere i diritti civili della cittadinanza e di
mantenere un minimo di pace, sembra essere debole. In tal caso, la NATO
che cosa fa in Kosovo?

Quando ero un giovane accusatore dei nazisti a Norimberga, lessi le
analisi del membro della Corte di Giustizia Robert Jackson che
dichiarava: "Se determinati atti in violazione di trattati sono
crimini, sono crimini sia se li fa gli Stati Uniti, sia se li fa la
Germania, e non siamo autorizzati a stabilire una regola di
comportamento criminale contro altri, se non siamo disposti ad
accettarla verso di noi".

Oggi, non posso che essere persuaso che la distruzione e le uccisioni
di civili in Yugoslavia, espressione del forte contro il debole, siano
state qualche cosa di meno che l'uccisione al servizio dell’arroganza;
e respingo i miseri pretesti per questo comportamento criminale. W.
Rockler

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24 Marzo 1999

Anniversario del bombardamento Nato della Repubblica Federale Jugoslava

Harold Pinter ( scrittore, drammaturgo, professore universitario
inglese)


Gradirei leggervi un estratto del libro, potente e importante, di Eve
Ann Prentice, la Guerra di una Donna, sull’azione della Nato in Serbia.

“La piccola vecchia signora sembrava che avesse tre occhi. Ad
un’analisi più attenta, era l’effetto della granata che si era
esercitata sulla sua fronte e l’aveva uccisa. Una delle sue scarpe era
stata strappata via ed i ravanelli che lei aveva appena comperato al
mercato, giacevano come schizzi di sangue vicino alla sua mano distesa.

Subito i morti sembravano pressoché camuffati tra macerie, pezzi li
legno e vetri infranti ma una volta che cominciavi ad osservare, i
corpi erano dappertutto, alcuni coperti con tovaglie o lenzuola, altri
che giacevano semplicemente esposti la dove erano caduti. Non c’era un
pollice quadrato di muro, albero, macchina o essere umano che non fosse
stato torturato dalla granata. Case che ore prima erano state graziose,
con i loro recinti di legno e le finestre incorniciate dai fiori
sbocciati, adesso erano crivellate dai colpi dell’artiglieria. Vedove
in nero, appoggiate al cancello del loro orto, singhiozzando nel
fazzoletto, osservavano i loro vicini morti, stesi tra vetro rotto,
alberi divelti, auto bruciate, biciclette contorte.

Proprio vicino ai cadaveri erano sparpagliate borse di plastica, con
sparsi attorno pacchetti, uova, frutta, freschi di mercato ma che ormai
non sarebbero più stati mangiati.

Era Venerdì 7 Maggio 1999 nella città meridionale di Nis; e la Nato
aveva commesso un errore. Invece di colpire un edificio militare vicino
all’aeroporto, a circa tre miglia, i bombardieri avevano lasciato
cadere il loro carico letale in un groviglio di viuzze vicino al centro
cittadino. Almeno trentatre persone vennero uccise e un’altra ventina
subì ferite tremende; brandelli di mani, piedi, braccia completamente
volati via, addomi e toraci sventrati da frammenti di metallo volanti.

Questo non era stato un bombardamento “ordinario”, se può esistere una
cosa del genere. L’area era stata colpita da bombe a grappolo, congegni
progettati per causare, alla loro esplosione, una dispersione mortale
di frammenti di metallo roventi. Il governo jugoslavo aveva accusato
l’Alleanza di aver usato queste armi in altri attacchi che avevano
abbattuto civili ma l’indicazione ad Ovest era stata irrisa con sdegno”.

Il bombardamento di Nis non era nessun ‘errore’. Il generale Wesley K
Clark, all’inizio dei bombardamenti Nato, dichiarò: “noi stiamo
portando sistematicamente e progressivamente attacchi, distruzione,
degrado, devastazione e alla fine- a meno che il Presidente Milosevic
acconsenta alle richieste della comunità internazionale- distruggeremo
queste forze e le loro installazioni e i loro appoggi”. Le ‘forze’ di
Milosevic, come noi sappiamo, includevano stazioni della televisione,
scuole, ospedali, teatri, case di anziani- e la piazza del mercato di
Nis. Era in effetti una rappresentazione fondamentale della politica
della Nato per terrorizzare la popolazione civile.

Io vi chiederei di comparare quelle immagini della piazza del mercato
di Nis con le fotografie di Tony Blair con suo figlio appena nato che
era contemporaneamente su tutte le prime pagine. Che bel papà e che bel
bambino. La maggior parte dei lettori non avrebbe messo in relazione il
padre orgoglioso con l’uomo che aveva lanciato bombe a grappolo e
missili all’uranio impoverito sulla Serbia. Come noi sappiamo, dagli
effetti dell’uranio impoverito usato in Iraq, nel prossimo futuro in
Serbia nasceranno bambini che non sembreranno così carini come il
piccolo Leone. Ma loro non avranno i loro ritratti nei giornali.

Gli Stati Uniti furono determinati ad intraprendere la guerra contro la
Serbia per una e una sola ragione: affermare il proprio dominio
sull’Europa. E sembra molto chiaro che non si fermeranno là. Nel
mostrare il loro disprezzo per le Nazioni Unite e la Legge
Internazionale, gli Stati Uniti hanno aperto la via a più oltraggi alla
morale, più “interventi umanitari”, più dimostrazioni della loro
indifferenza al destino di migliaia e migliaia di persone, più bugie,
più stupidaggini, più sadismo casuale, più distruzione.

Ed il governo della Gran Bretagna segue la causa con un’ansia che può
meritare solamente il nostro disgusto. Noi siamo di fronte ad una
macchina brutale, spietata e malvagia. Questa macchina deve essere
riconosciuta per quello che è, e affrontata.

Questo intervento è stato tenuto alla Conferenza dei Balcani del
Comitato per la Pace,
nella Sala Conway, il 10 Giugno 2000 –

Da harolpinter.org
A cura di : Associazione SOS Yugoslavia


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24 MARZO -- VI ANNIVERSARIO DELLA AGGRESSIONE
DELLA N.A.T.O. CONTRO LA R.F. DI JUGOSLAVIA

https://www.cnj.it/24MARZO99/index.htm

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