COLPO DI STATO IN KIRGHISIA

1. CONQUISTATA LA KIRGHIZIA, QUALI I PROSSIMI OBIETTIVI
DELL’IMPERIALISMO USA?
di Anton Surikov (trad. di M. Gemma)

2. Kirgizistan: Ambasciatore USA appoggia opposizione

3. COLPO DI STATO IN KIRGHIZISTAN
Selezione di articoli, tabelle e dati
a cura di S. Franchi (PRC Bologna)


=== 1 ===

CONQUISTATA LA KIRGHIZIA, QUALI I PROSSIMI OBIETTIVI DELL’IMPERIALISMO
USA?

di Anton Surikov

http://forum.msk.ru/news/2005/1150.html

Pochissimi giorni prima del rovesciamento del presidente kirghizo
Akayev, ad opera della cosiddetta “rivoluzione dei tulipani”
(immediatamente riconosciuta dagli Stati Uniti), Anton Surikov,
studioso vicino al Partito Comunista della Federazione Russa,
riprendendo un suo precedente lucido lavoro di analisi della situazione
in Asia Centrale, descriveva così gli impressionanti scenari, che
potrebbero profilarsi nel prossimo futuro all’interno della CSI e ai
confini della Cina.

 
Già il 10 febbraio di quest’anno, vale a dire quasi un mese e mezzo fa,
nel mio articolo “Verso la dissoluzione”, pubblicato in “Forum.msk.ru”
e in “Pravda.info”, scrissi precisamente quanto segue:

“E’ verosimile che in primavera, da qualche parte, costoro (gli
americani e gli inglesi) siano in grado di mettere in pratica il loro
contro-progetto per l’Asia Centrale. Lo scenario potrebbe consistere
nel provocare la destabilizzazione e il caos nella regione di Osh in
Kirghizia, poi nella valle di Fergana in Uzbekistan fino a Tashkent, e
successivamente nel Kazakhstan meridionale e in Tagikistan. Le forze
islamiste e le scontente elite regionali sono in pratica già schierate.
Se tale piano fosse realizzato, verrebbe creata una poderosa piazza
d’armi da utilizzare per esercitare pressione sul Singkiang cinese,
abitato dagli uighuri musulmani. Contemporaneamente, la Federazione
Russa sarebbe investita dal terribile tsunami dei profughi dell’Asia
Centrale” (...)  

Traduzione dal russo di Mauro Gemma


=== 2 ===

Kirgizistan: Ambasciatore USA appoggia opposizione

BISHKEK - L'ambasciatore degli Stati Uniti in Kirghizistan, Stephen
Young, ha dato il suo appoggio all'opposizione che ha costretto alla
fuga il presidente Askar Akaiev.

In una dichiarazione alla televisione americana Cnn, Young ha detto che
''quanto sta accadendo riguarda solo il popolo kirghizo e le sue
decisioni'' e che ''gli Stati Uniti sono fieri di avere un ruolo di
sostegno''. Il diplomatico ha aggiunto di aver parlato con esponenti
dell'opposizione ''che intervengono per stabilizzare la situazione''.
''Mi rallegro in anticipo - ha detto ancora Young - di poter lavorare
insieme a loro nei prossimi giorni''.

Fonte: http://www.contropiano.org


=== 3 ===

COLPO DI STATO IN KIRGHIZISTAN

Di seguito alcuni articoli tratti dalla stampa di questi giorni, per
meglio capire il significato di fondo di quanto sta succedendo in
KIRGHIZISTAN e in quella parte dell'Asia, definita da alcuni strateghi
americani come il "cuore dell'Eurasia".
 
Franchi
 
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Il Sole 24 ore di venerdi 25 marzo 2005: “Dal Caucaso alle steppe
asiatiche, dai confini dell'Europa con l'Ucraina, alla Cecenia e
all'Afghanistan, nella nuova mappa della geopolitica del potere e
dell'energia è riaffiorato un antico continente, l'Eurasia, che per
gran parte del Novecento, con la fine dell'Impero Ottomano e della
Russia degli Zar, sembrava ormai alla deriva della storia. È un
continente di terre mobili, instabili, emerso con il crollo del Muro
nell' 89 e la disgregazione dell'Urss”

La Repubblica di venerdi 25 marzo 2005: “Una realtà contrastata in modo
nemmeno troppo sottile dall'America, il cui palese progetto strategico
è costituire, dopo la sostituzione dei regimi ostili in Afghanistan e
in Iraq, un'area geostrategica unica, dal Medio Oriente all'Asia
centrale, e sul cui sfondo i pozzi di petrolio pompano oro nero a ritmo
sempre più serrato.” 

Il Corriere della sera di venerdi 25 marzo 2005: “La prossima
rivoluzio­ne potrebbe avvenire in Russia? «No, i prossimi sono il
Kazakistan, la Bielorussia e forse l’Armenia». Perché non in
Russia? «In Russia c'è una differenza fondamentale: il presidente è
molto popolare... Per ora».”

Il Corriere della Sera di sabato 26 marzo 2005: Richard Pipes “A medio
termine la stessa Russia potrebbe cambiare regime... si sta formando di
nuovo un'opposizione. Se fra tre anni Putin tentasse di ricandidarsi
cambiando la Costituzione forse scoppierebbe la rivolta… Pechino, tra
l'altro, seguirà gli eventi con molta preoccupazione: libertà e
democrazia bussano anche alla sua porta”