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24 MARZO -- VI ANNIVERSARIO DELLA AGGRESSIONE
DELLA N.A.T.O. CONTRO LA R.F. DI JUGOSLAVIA

https://www.cnj.it/24MARZO99/index.htm

Sul nostro sito internet stiamo raccogliendo la documentazione
essenziale sui crimini commessi, sulle denunce insabbiate, sulla
degenerazione del dibattito politico e culturale anche a sinistra in
occasione della prima "guerra umanitaria" scatenata nel cuore
dell'Europa dopo la II Guerra Mondiale. Contro quelli che
preferirebbero dimenticare. CNJ

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Fonte / SOURCE:
http://www.artel.co.yu/en/reakcije_citalaca/2005-03-21.html

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www.resistenze.org - associazione e dintorni - forum di belgrado -
italia - 24-03-05

24 marzo 2005

Sesto anniversario dell’aggressione della NATO alla Repubblica Federale
di Jugoslavia


Questo mese , e più esattamente il 24 marzo 1999, ricorrono 6 anni
dall’inizio dell’aggressione NATO alla Repubblica Federale di
Jugoslavia.

Durante questa aggressione, che è durata 78 giorni, migliaia sono state
le vittime, un gran numero sono state feriti e resi invalidi
permanentemente.

La rete stradale e ferroviaria è stata distrutta, altrettanto un gran
numero di fabbriche, di scuole, ospedali, installazioni
petrolchimiche, di monumenti e siti culturali.

Il danno diretto è stato stimato in 100 miliardi di dollari americani.

Intere regioni della Serbia e in particolar modo, il Kosovo sono stati
inquinati a causa dell’uso dell’uranio impoverito.

Le conseguenze per la popolazione e soprattutto per i nuovi nati si
manifestano in orrende malformazioni che si acutizzeranno con il
passare del tempo.

L’aggressione della NATO contro la R. F. di Jugoslavia rappresenta un
colpo senza precedenti all’ordine giudiziario internazionale, ai
principi delle relazioni internazionali e alla carta delle Nazioni
Unite.

A seguito delle motivazione e delle sue conseguenze , quest’aggressione
rappresenta l’avvenimento globale più importante dopo la Seconda
Guerra Mondiale.

Si è trattato di una guerra contro l’Europa, le cui conseguenze si
iniziano solo ora a intravedere

Questa aggressione contro la Jugoslavia ha lastricato la strada per
l’utilizzo unilaterale della forza nelle relazioni internazionali ed ai
successivi attacchi all’Afghanistan ed all’Iraq, e permane nell’aria la
domanda : chi sarà il successivo???

Durante questa aggressione una stretta alleanza tra la NATO e
l’organizzazione terroristica, chiamata armata di liberazione del
Kosovo (UCK) è stata consolidata.

Le conseguenze di questa alleanza si manifestano tuttora attraverso la
continuazione del terrorismo contro la popolazione serba ed ogni altra
popolazione non albanese in Kosovo e Metohia , attraverso la
distruzione dei monumenti della cultura cristiana e continua la pulizia
etnica contro i serbi ed ogni altra popolazione non albanese.

La dimostrazione più evidente di tutto quanto sopra descritto sono gli
avvenimenti accaduti dal 17 al 19 marzo 2004, quando i terroristi
albanesi hanno cacciato molte migliaia di serbi dalle proprie case e
distrutto altre 35 chiese e monasteri serbi risalenti al medio evo.

Le conseguenze di questa aggressione sono molteplici :

- mantenimento dei collegamenti e di cellule dormienti di Al Qaeda nei
Balcani.

- impossibilità a tutt’oggi del rientro in Kosovo di 250.000 tra serbi
e altre minoranze non albanesi, che sono stati cacciati dopo l’arrivo
dell’UNMIK e della KFOR.

Nemmeno uno dei 150, tra chiese e monasteri, che sono stati distrutti,
dal 10 giugno 1999, è stato ricostruito e tutto ciò malgrado le
promesse fatte.

La tesi della frustrazione degli albanesi del Kosovo è inventata e
imposta con l’obiettivo di giustificare tutto quello che è successo e
di promuovere il piano di separazione del Kosovo e Metohia dalla Serbia
, con il fine ultimo di creare la grande Albania a scapito della
Serbia, del Montenegro, della Macedonia e della Grecia.

Gli albanesi del Kosovo non possono essere frustrati, questa tesi è
propagandata per facilitare la realizzazione dei piani per cambiare
frontiere internazionalmente riconosciute nei Balcani.

Perché nessuno parla mai delle frustrazioni dei serbi, in particolare
di quelli del Kosovo e Metohia e delle frustrazioni dei 250 mila
rifugiati che non possono tornare alle loro case ?

Sono tutti indifferenti nei confronti di tutto ciò ?

I Balcani, la Serbia e il Montenegro necessitano di pace, di stabilità
e di sviluppo.

Tutto ciò è possibile solo nel rispetto delle frontiere esistenti.

Prima del preteso status finale del Kosovo e Metohia si deve assicurare
il ritorno in questa regione della Serbia del sud, dei 250.000 serbi
cacciati dopo il 10 giugno 1999.

Forum di Belgrado, Per un mondo di uguali


Attacchi ai civili

Durante l’aggressione NATO contro la Repubblica Federale di Jugoslavia
dal 24 marzo al 10 giugno 1999, l’aviazione della NATO ha effettuato
numerosi attacchi , bombardando civili e obiettivi non militari.


Molti bambini sono periti durante questi attacchi, e sono anche morti
molti malati ricoverati negli ospedali, passanti, persone nelle strade,
nei mercati, nelle colonne dei profughi.

Sono stati distrutti ospedali, abitazioni, scuole, ponti, chiese,
monasteri.

Questi attacchi sono stati cinicamente definiti dagli ufficiali della
NATO come danni collaterali, benché si trattasse di attacchi il cui
obiettivo era di distruggere il morale della popolazione con
l’intimidazione intenzionale come strumento.


Ecco alcuni esempi di bombardamenti in cui le vittime sono stati i
civili :


4 aprile : stazione di riscaldamento urbano a Belgrado (un morto)

12 aprile : treno viaggiatori nella gola di Grdelica (20 morti)

14 aprile : una colonna di profughi in Kosovo (73 morti)

23 aprile : la sede della Radio-Televisione di Serbia (16morti)

1 maggio : un ponte in Kosovo (39 morti)

3 maggio : un bus nei pressi del villaggio Savine Vode in Kossovo (17
morti)

7 maggio : la città di Nis (17 morti)

8 maggio : un ponte a Nis (2morti)

13 maggio : un campo profughi in Kosovo (tra 48e 97 morti)

19 e 21 maggio : la prigione Durava nel Kosovo (23 morti)

30 maggio : il ponte nella città di Varvarin sul fiume Morava, durante
una festa religiosa (10 morti tra i quali una liceale Sanja Milenkovic
e un prete della locale chiesa)


Non è che un piccolo numero delle vittime civili dell’aggressione NATO.

Come esseri umani e come popolo, noi abbiamo un obbligo morale di
rendere omaggio a queste vittime e a tutte le altre vittime
dell’aggressione.

In questa lunga lista di vittime menzioniamo la piccola Milica Rakic,
una bimba di 2 anni della periferia di Belgrado, così come le piccole
vittime della bombardamento della sezione infantile dell’ospedale
Misovic a Belgrado e molti altri.

Ricordiamo anche le migliaia e migliaia di feriti che sono ancora tra
noi, sovente senza il minimo necessario per la sopravvivenza.


Forum di Belgrado
Per un Mondo di uguali

Traduzione di I. Vaglio per Forum di Belgrado Italia


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24 MARZO -- VI ANNIVERSARIO DELLA AGGRESSIONE
DELLA N.A.T.O. CONTRO LA R.F. DI JUGOSLAVIA

https://www.cnj.it/24MARZO99/index.htm

Sul nostro sito internet stiamo raccogliendo la documentazione
essenziale sui crimini commessi, sulle denunce insabbiate, sulla
degenerazione del dibattito politico e culturale anche a sinistra in
occasione della prima "guerra umanitaria" scatenata nel cuore
dell'Europa dopo la II Guerra Mondiale. Contro quelli che
preferirebbero dimenticare. CNJ

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