Con questo Bollettino, il Comitato Internazionale per la difesa di
Slobodan Milosevic -ICDSM- ha inaugurato un servizio di
aggiornamenti
regolari sull'andamento del "processo" farsa, intentato dalla NATO
contro Slobodan Milosevic ed in svolgimento all'Aia (Olanda).

Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova, che
ringraziamo.

(a cura di ICDSM-Italia)

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COMITATO INTERNAZIONALE PER LA DIFESA DI SLOBODAN MILOSEVIC
ICDSM Sofia-New York-Mosca www.icdsm.org
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Velko Valkanov, Ramsey Clark, Alexander Zinoviev (Co-Presidente),
Klaus Hartmann (Presidente del Comitato), Vladimir Krsljanin
(Segretario), Christopher Black (Presidente, Comitato Giuridico),
Tiphaine Dickson (Portavoce Legale)
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7 giugno 2005, L'Aja, Rapporto No.1
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Informativa riguardante lo stato attuale del processo di Difesa
nel "procedimento" contro Slobodan Milosevic

Dall'osservatore dell'ICDSM all'Aja

Nota: D'ora in avanti, l'ICDSM metterà periodicamente in diffusione
consistenti sommari degli sviluppi del processo all'Aja contro il
Presidente Slobodan Milosevic. Questo primo documento fornisce il
compendio del processo a partire dal "Processo di Difesa", con una
descrizione molto più ricca di dettagli delle ultime e più recenti
settimane.

1) L'apertura del Processo di Difesa

Il 31 agosto 2004, ha avuto inizio il Processo di Difesa, dopo che
al
Presidente
Milosevic sono stati assegnati solo tre mesi per la preparazione
della sua difesa, in contrasto con il tempo assegnato all' "Accusa",
che ha investigato sul "caso" dalla metà degli anni Novanta, e a
dispetto delle possibilità del Presidente Milosevic a lavorare in
tempi stretti, forzatamente, visto il suo stato di salute precario,
con limitati mezzi finanziari e tenuto sempre in stato di
detenzione.
Naturalmente, le sue richieste di provvisoria scarcerazione sono
state respinte dal "Tribunale", malgrado il chiaro intento del
Presidente Milosevic di prendere parte al "processo" in modo da
respingere le menzogne sulla Jugoslavia di fronte all'opinione
pubblica internazionale.

Al Presidente Milosevic sono stati concessi solo 150 giorni per la
presentazione della sua difesa, metà del tempo usato dalla Accusa.

Il 31 agosto e l'1 settembre 2004, il Presidente Milosevic ha
presentato la sua dichiarazione in apertura del processo di Difesa.
Nel suo discorso, il Presidente Milosevic ha messo in evidenza il
carattere unilaterale, parziale e vergognosamente distorto
del "procedimento" a suo carico intentato dal Tribunale dell'Aja. Ha
messo in piena luce il tentativo della "Pubblica Accusa" di
demonizzare il popolo Serbo e di accusarlo di ogni evento successo
durante la crisi Jugoslava. Ha puntualizzato che la disgregazione
della Jugoslavia era stato un processo di continue violazioni della
legge internazionale e che questo costituiva un'aggressione contro
uno stato sovrano da parte di potenze straniere, in particolar modo
degli USA e della Comunità Europea con alla testa la Germania.
Milosevic dimostrava che i Serbi erano diventati il bersaglio
principale di queste aggressive potenze, semplicemente per avere
interessi vitali nel preservare l'esistenza della Federazione
Jugoslava. La situazione di sicurezza dei Serbi era messa a rischio
alla luce di nuove minacce presentate contro di loro, che portavano
a
ricordare fatti della Seconda Guerra Mondiale, quando almeno 600.000
Serbi erano stati ammazzati, molti nei campi di sterminio dei Croati
fascisti.
Come il Presidente Milosevic ha esposto, l'aggressione Occidentale
contro la Jugoslavia era stata in particolare maniera realizzata
tramite il finanziamento e l'appoggio a movimenti secessionisti, sia
a livello politico che a livello militare. Quando queste forze
secessioniste avevano mirato ad una dichiarazione unilaterale di
indipendenza delle repubbliche Jugoslave Slovenia e Croazia, avevano
ricevuto immediatamente sostegni politici: la Slovenia e la Croazia
venivano riconosciute dalla diplomazia dell'Unione Europea come
stati
indipendenti, all'interno dei loro ex confini amministrativi, pur
essendo assolutamente sprovviste dei prerequisiti legali necessari
per questo atto e senza aver condotto alcuna consultazione con la
parte Serba.
Ancora la stessa cosa avveniva nel caso della Bosnia-Erzegovina,
provocando la guerra civile sanguinosa per la quale i Serbi sono
stati ritenuti responsabili dall'"Accusa".
Inoltre, il Presidente Milosevic descriveva la continuità storica
nella politica delle potenze Occidentali nei confronti della
Jugoslavia, che era sempre orientata contro l'esistenza effettiva di
questo stato multi-etnico, e la loro propaganda anti-Serba che era
datata fin dal diciannovesimo secolo.
Egli poneva particolare enfasi nell'esporre che quello della "Grande
Serbia" era un mito che l'"Accusa" spesso gli ascriveva come parte
integrante delle sue mire politiche. Non solo il Presidente
Milosevic
aveva respinto questa accusa non accompagnata da prove, ma anche
metteva in luce il fatto che il concetto di "Grande Serbia" come
agenda aggressiva dei Serbi era stato usato come espediente
propagandistico contro la dirigenza della Jugoslavia già in
precedenza, dall'Impero Austro-Ungarico prima della Prima Guerra
Mondiale.
Il Presidente Milosevic precisava che tre erano state le principali
potenze che stavano nel retroscena della politica aggressiva
dell'Occidente contro la Jugoslavia, ognuna con il loro preciso
motivo: la Germania, che seguiva gli stessi interessi geo-politici
nei Balcani che l'avevano indotta a due guerre mondiali; il Vaticano
che aveva agito a fianco della Germania ( e dell'Austria-Ungheria)
in
entrambi i conflitti mondiali nello sforzo di impedire il
diffondersi
del credo Ortodosso, e in seguito del comunismo; la terza forza, gli
Stati Uniti, che era stata alleata dei Serbi nella Seconda Guerra
Mondiale, ma dopo il crollo del Trattato di Varsavia, si era
dimostrata bramosa di non perdere l'influenza militare in Europa e
aveva sacrificato la storica amicizia con la Jugoslavia per
interessi
politici e militari.

Più avanti, il Presidente Milosevic aveva fatto chiarezza su quello
che era successo in Kosovo prima dell'aggressione della NATO,
stabilendo la verità sul cosiddetto Esercito di Liberazione del
Kosovo (KLA), che di fatto era un'organizzazione di terroristi con
la
mira di creare un Kosovo indipendente e etnicamente pulito, che
avrebbe più tardi dovuto associarsi all'Albania per andare a formare
la "Grande Albania".
Il KLA era finanziato ed addestrato dall'Occidente ed esercitava un
regime di terrore assassino sui Serbi e gli Albanesi nelle zone del
Kosovo-Metohija, dove manovrava per assumerne il controllo. Per
questo, il Presidente Milosevic aveva messo l'accento sul fatto che
il KLA, essendo stato trasformato in Corpo di Protezione del Kosovo
durante l'occupazione della NATO, aveva continuato a completare la
sua campagna di pulizia etnica sul resto della popolazione Serba
rimasta in Kosovo attraverso insopportabili violenze, sotto gli
occhi
degli amministratori dell'UNMIK, la Missione ONU per il Kosovo.

2) L'imposizione di un Avvocato di Difesa

Prima che il Presidente Milosevic fosse in grado di produrre il suo
primo testimone, il 2 settembre 2004 la "Corte" prendeva una
decisione senza precedenti, comprovando così il carattere puramente
politico dell'ICTY (Tribunale Internazionale per i Crimini nella ex
Jugoslavia), sottraendo al Presidente Milosevic il diritto a
difendersi in prima persona e imponendogli un avvocato difensore,
contro la sua volontà. I Britannici ex "amici curiae" (collaboratori
del Tribunale), Stephen Kay e Gillian Higgins venivano "imposti
d'ufficio" dalla "Corte" come difensori del Presidente Milosevic,
in
modo da tenere sotto controllo la conduzione del Processo di Difesa,
compresa l'escussione dei testimoni.
La partecipazione del Presidente Milosevic al suo stesso "processo"
veniva ridotta alla possibilità di presentare ai testimoni
domande "addizionali", dopo la loro deposizione e solo dopo avere
ricevuto il permesso dai "giudici".
La giustificazione addotta dal "Tribunale" ( come pure
dalla "Pubblica Accusa") era che nella conduzione della propria
difesa lo stato di salute di Milosevic avrebbe potuto ulteriormente
deteriorarsi. (Non è necessario sottolineare che questa era la prima
volta che si interessavano per la sua salute). In realtà, l'"Accusa"
già da molto tempo aveva richiesto l'imposizione di un avvocato
difensore d'ufficio, la prima volta nell'agosto del 2001.
Il 5 luglio 2004, per la prima volta la "Corte" discuteva il caso
per
esteso, quel giorno il Processo di Difesa veniva pubblicamente
annunciato aver inizio, e quindi in presenza dei mezzi di
informazione di tutto il mondo. Proprio quel giorno, l'ex
Segretario
di Stato USA Madeleine Albright faceva visita al "Tribunale"! Sempre
da quel momento, la dirigenza della Politica Estera USA dava inizio
in modo pesante ad una campagna mediatica focalizzata sul diritto a
imporre restrizioni al diritto del Presidente Milosevic
all'autodifesa personale.
Avendo preteso ipocritamente fin dall'inizio che vivo era il
desiderio di "aiutare" il Presidente Milosevic e che il solo
interesse era il suo stato di salute, l'1 settembre l'"Accusa"
diventava nella sua ultima proposizione sulla questione più
aggressiva che in precedenza, affermando che il Presidente Milosevic
aveva fatto "ostruzione" durante il processo con il suo modo di
comportarsi nei confronti del Tribunale, (lui irrideva
al "protocollo"), e "boicottando la sua terapia medica" in modo da
rendersi inabile a partecipare al procedimento. (Il Presidente
Milosevic respingeva questa accusa infondata, di aver manipolato le
sue cure mediche, come priva di senso e constatava che il suo regime
alimentare era stato manipolato, imponendogli quello di un regime
carcerario – nessuno reagiva a questa accusa.)

Il 29 settembre 2004, Mr. Kay e Ms. Higgins – solo dopo aver
accettato il loro incarico e dopo aver affrontato l'opposizione la
più energica possibile da parte del Presidente Milosevic –
presentavano appello davanti alla "Corte d'Appello" del Tribunale
contro il loro essere stati imposti, con la finzione di condividere
la posizione del Presidente Milosevic.
Ma il comportamento reale del "Collegio di Difesa Imposto" rendeva
evidente che erano completamente pronti ad accondiscendere alle
decisioni illegali del "Tribunale", appena davano inizio ai contatti
con le persone indicate come testimoni dall'elenco predisposto dal
Presidente Milosevic.
Nel frattempo, più di un centinaio di possibili testimoni
informavano
il "Collegio di Difesa Imposto" e la "Corte" che non erano disposti
a
dare testimonianza, a meno che non venisse ripristinato il diritto
del Presidente Milosevic all'autodifesa personale.
Il 18 ottobre 2004, Mr. Kay dichiarava alla corte che più di 90 dei
testimoni, che egli aveva cercato di contattare, avevano rifiutato
di
testimoniare, date le attuali circostanze. Inoltre, Mr. Kay
aggiungeva che era stato fatto ogni sforzo per convincere i
testimoni
a venire in "Tribunale", e non presentava alcuna obiezione alla
dichiarazione del "Giudice Presidente" Robinson , che notificava
l'ordine di comparizione davanti alla Corte ai testimoni reticenti,
e
la non obiezione dimostrava così che Mr. Kay and Ms. Higgins erano
completamente dalla parte del Tribunale e che il loro atteggiamento
era del tutto illegale.
Tutto questo non veniva riportato dai mezzi di informazione
borghesi,
che fondamentalmente bloccavano ogni tipo di informazione sul
processo, a partire dalla questione della difesa, e non riportavano
una parola su questo storico boicottaggio dei testimoni!

Probabilmente a causa di questa eclatante forma di boicottaggio dei
testimoni e per la netta posizione del Presidente Milosevic a non
accettare alcuna condizione, a meno del suo diritto all'autodifesa,
l'1 novembre 2004, il Presidente Milosevic riportava una parziale
vittoria, quando la "Corte di Appello" emetteva la sentenza che
dovessero essere modificate le modalità di conduzione del processo
difensivo.
Il Presidente Milosevic avrebbe potuto condurre da solo la propria
difesa, ma "la presenza di un Collegio di Difesa Assegnato avrebbe
consentito al processo di continuare, anche nel caso in cui
Milosevic
si trovasse temporaneamente non in grado di parteciparvi."
Ad un più stretto esame, la sentenza della "Corte di Appello" nella
sua seconda parte consentiva la possibilità di una ancor peggiore
violazione dei diritti del Presidente Milosevic rispetto alle
delibere della Corte del Tribunale, in quanto poneva le fondamenta
di
un dibattimento in absentia ( il processo poteva continuare anche in
assenza dell'imputato!)

Mr. Kay e Ms. Higgins davano corso a diversi passaggi senza
successo,
chiedendo il ritiro dai loro incarichi come "Collegio di Difesa
Assegnato", davanti alla "Corte del Tribunale", alla "Corte di
Appello" e all'Ordine degli Avvocati, ovviamente nel tentativo di
apparire vittime delle decisioni della Corte del Tribunale. Il modo
con cui presentavano se stessi come avvocati difensori di ufficio
imposti poteva ben essere visto come un tentativo di influenzare i
testimoni, in maniera da prevenire un'altra tornata di boicottaggi
nel caso in cui il collegio di difesa imposto dovesse procedere in
assenza del Presidente Milosevic.
Così poteva sembrare a molti che Mr. Kay e Ms. Higgins non
desiderassero partecipare volontariamente degli atti illegali del
Tribunale, ma che erano costretti a conformarsi.
In realtà, loro non erano costretti ad agire come "Collegio di
Difesa
Imposto d'Ufficio".
La Cancelleria del Tribunale aveva richiesto a diversi uomini di
legge la loro disponibilità ad assumere questo ruolo, fin
dall'inizio
dell'agosto 2004. Fra questi avvocati vi era l'ex amicus curiae
Branislav Tapuskovic, che però aveva dichiarato in un'intervista al
quotidiano Serbo "Blic" del 7 agosto 2004 che lui rifiutava di agire
come difensore di ufficio contro la volontà del Presidente
Milosevic.
In una lettera alla Cancelleria dell'ICTY, Mr. Tapuskovic ribadiva:
"Secondo l'Articolo 21 (4)(d) dello Statuto del Tribunale
Internazionale per la ex Jugoslavia, viene garantito all'accusato il
diritto AD ESSERE PROCESSATO IN SUA PRESENZA E DI DIFENDERSI DA SOLO
PERSONALMENTE."
Contrariamente, Mr. Kay e Ms. Higgins avevano immediatamente
espresso
la loro disponibilità ad assumere l'incarico, fin dall'inizio.

3) La presentazione del Processo di Difesa

Prima che venisse ripristinato il diritto del Presidente Milosevic a
condurre direttamente la sua difesa, il "Collegio di Difesa Imposto"
aveva citato cinque testimoni presenti nell'elenco di testimoni del
Presidente Milosevic: Smilja Avramov, un professore di legge a
riposo
ed ex consigliere della politica Serba, James Jatras, ex consigliere
di politica estera della Commissione Repubblicana del Senato USA per
la Politica Estera, Roland Keith, un comandante Canadese dell'OSCE
(Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) in
Kosovo, il giornalista Tedesco Franz Josef Hutsch, e Liana Kanelli,
membro del Parlamento della Grecia e vice Presidentessa del Comitato
Internazionale per la Difesa di Slobodan Milosevic.

Le escussioni dei testimoni da parte di Mr. Kay non erano in accordo
con la strategia di difesa del Presidente Milosevic, che consisteva
nel mettere in luce che l'"atto di accusa" non solo era infondato,
ma
che era solo un tentativo di giustificare l'aggressione Occidentale
contro la Jugoslavia, che non poteva essere imposta in un contesto
di legittimità, ma solo in un contesto politico. Mr. Kay, al
contrario, trattava i testimoni come se il "cliente" dovesse
affrontare un processo di criminalità ordinaria.
A prescindere da questa attitudine generale in linea con l'ideologia
imperialista su cui si fonda questo "Tribunale", Mr. Kay mancava di
informazioni adeguate sulla Jugoslavia.
Questo si è proprio evidenziato durante la testimonianza di Liana
Kanelli, quando Kay ha usato una carta geografica di Belgrado e
dintorni per rintracciare una città del Sud della Serbia. Per
fortuna, questa testimone produceva la presentazione di fatti
importanti, malgrado l'interrogatorio privo di efficacia di Mr. Kay.
Il Prof. Avramov, che era stato consigliere del Presidente Milosevic
dal 1991 al 1993, faceva chiarezza sul fatto che mai il Presidente
Milosevic aveva manifestato l'intenzione di battersi per una "Grande
Serbia", o di procedere a qualche tipo di "pulizia etnica", ma al
contrario aveva cercato di preservare il carattere multietnico della
Jugoslavia.
James Jatras sottolineava l'evidente coinvolgimento
dell'Amministrazione Clinton nelle forniture di armi ai Croati e ai
Musulmani di Bosnia.

A partire dalla decisione della "Corte d'Appello" dell'1 novembre
2004, il Presidente Milosevic ha cominciato l'escussione dei suoi
testimoni.
I giudici costantemente interferivano con il suo modo di condurre
gli
interrogatori, rimproverandogli di porre ai testimoni domande
presumibilmente "concordate", di presentare prove ritenute non in
relazione con le specifiche accuse del "processo" a suo carico, di
introdurre documenti in maniera non opportuna, e per altre
motivazioni di natura tecnica.
Resta il fatto che i giudici non applicavano tali regole strette
durante la fase processuale dell'Accusa.
L'Accusa frequentemente presentava obiezioni sull'ammissibilità di
documenti ed apriva discussioni di materia puramente "tecnica", alla
lunga con l'ovvio intento di sprecare più tempo possibile dei 150
giorni messi a disposizione per la presentazione del processo di
Difesa.
Durante l'escussione incrociata dei testi a Difesa da parte
dell'Accusa, il Presidente Milosevic spesso faceva rilevare le
traduzioni scorrette e tendenziose di documenti Serbi e di altro
materiale. Ad esempio, Milosevic riusciva a provare, con la conferma
degli interpreti del Tribunale, che un documentario della BBC
mostrava il "Pubblico Accusatore" Mr. Nice che deliberatamente
traduceva in modo errato frasi di chi parlava in Serbo.

I "Giudici" – in particolar modo Ian Bonomy, che aveva sostituito da
ultimo Richard
May senza avere avuto tempo di mettersi al corrente in modo
sufficiente sui dibattimenti in precedenza intercorsi – trattavano i
testimoni a difesa senza il dovuto rispetto.
Il "Pubblico Accusatore" insultava in modo palese i testimoni
durante
i suoi controinterrogatori e si rivolgeva loro con toni veramente
aggressivi, senza tener conto della loro età, della loro posizione o
dei meriti professionali – contrariamente al Presidente Milosevic
che
aveva trattato tutti i testimoni dell'Accusa in un modo rispettoso.
All'oggi, il Presidente Milosevic aveva convocato lui stesso 34
testimoni. Intellettuali di chiara fama, storici e studiosi,
politici
di rango elevato, dalla Jugoslavia e dall'estero, producevano le
loro
testimonianze sulla posizione storica, politica e legale della
Serbia - dando informazioni sullo scenario della crisi Jugoslava,
che
erano state completamente ignorate dall'"atto di accusa" – come pure
sulle prese di posizioni e sulle azioni personali del Presidente
Milosevic durante il disfacimento della Jugoslavia, che sempre erano
state orientate a prevenire un bagno di sangue.

Dalla fine del gennaio 2005, le testimonianze a difesa avevano come
argomento il Kosovo. Rivestivano la situazione politica generale
sfavorevole ai Serbi in Kosovo negli anni Ottanta, il terrore
imposto
dal KLA negli anni Novanta, e l'aggressione NATO del 1999.
Una delle più importanti testimonianze veniva prodotta da Dietmar
Hartwig, capo della Missione di Osservatori in Kosovo dell'Unione
Europea, (la controparte Europea di William Walker).
Secondo Hartwig, le forze Serbe di polizia non avevano commesso
alcuna aggressione contro i civili, ma rispondevano solo alle
provocazioni del KLA in una maniera "disciplinata". Il KLA veniva
descritto come una "organizzazione terroristica", e Hartwig dava
rilievo alla netta discrepanza tra i rapporti che lui inviava ai
governi Occidentali e la presentazione pubblica fatta da questi
governi sugli avvenimenti in Kosovo.

In relazione alla testimonianza del politico Kosovaro Mitar Balevic,
il Presidente Milosevic presentava la registrazione video dei due
famosi discorsi che egli aveva fatto in Kosovo nel 1987 e nel 1989,
in modo che tutti potessero sentire che i discorsi non avevano uno
spirito nazionalistico, anzi tutto il contrario.

Una parte importante della difesa del Presidente Milosevic è stata
quella di ristabilire la verità intorno al tristemente famoso
incidente di Racak del 15 gennaio 1999, che era stato dipinto come
un
massacro effettuato dalla polizia Serba su civili Albanesi.
Il presunto massacro era servito da pretesto per l'aggressione NATO
ed è il solo incidente nel "procedimento formale di accusa" relativo
al Kosovo che risale a prima dell'aggressione NATO.
Il Presidente Milosevic convocava importanti testimoni che
controbattevano la versione del massacro.
La perito medico legale Slavisa Dobricanin, che aveva eseguito le
autopsie sui cadaveri trovati a Racak, confermava che molti di
questi
avevano tracce di polvere da sparo sulle mani. L'investigatore di
polizia Dragan Jasovic presentava prove che 30 delle persone
ammazzate a Racak erano note come membri del KLA. L'incidente di
Racak costituiva una azione di polizia contro i terroristi del KLA.
Danica Marinkovic era il Giudice Istruttore dell'inchiesta
sull'incidente. Lei testimoniava che il capo della missione OSCE
William Walker aveva tentato di impedirle di visitare di propria
iniziativa il teatro degli avvenimenti, e che i suoi collaboratori
per due giorni erano stati sottoposti al fuoco del KLA quando
cercavano di avvicinarsi ai luoghi, mentre all'OSCE era consentito
di
farlo.
Il giornalista Tedesco Bo Adam concentrava la sua testimonianza
sulle
dichiarazioni di Bill Clinton secondo cui a Racak civili disarmati
erano stati sottoposti ad esecuzione sommaria "inginocchiati nel
fango", mentre Adam, che aveva condotto per proprio conto
un'inchiesta sul terreno, forniva le prove della falsità di tutto
questo.

4) Primo tentativo di condurre il processo "in absentia"

Il 19 aprile 2005, lo stato precario di salute del Presidente
Milosevic non gli consentiva di presenziare al "dibattimento
processuale".
Il "giudice" Presidente Robinson ordinava che il processo doveva
continuare in assenza del Presidente Milosevic, malgrado tutte le
Convenzioni Internazionali proibissero procedimenti in absentia ed
anche lo stesso statuto del Tribunale stabilisse che ogni accusato
aveva il diritto di essere giudicato se presente. La cosa non deve
sorprendere, il Robinson basava la sua sentenza sulla decisione
della "Corte d'Appello" dell'1 novembre 2004.(vedi in precedenza)
Mr. Kay chiedeva di stabilire un contatto con il testimone
successivo, Mr. Dragan Jasovic, in modo da preparare la sua
testimonianza, mentre il testimone del momento, il Serbo profugo dal
Kosovo Kosta Bulatovic veniva citato per essere controinterrogato
da
Mr. Nice.
Mr. Bulatovic si rifiutava di rispondere a qualsiasi domanda, in
assenza del Presidente Milosevic. Al che la "Corte" sentenziava di
ascoltarlo il giorno dopo, affibbiandogli un "Oltraggio alla Corte".
Il 20 aprile 2005, Mr. Kay dichiarava al tribunale che aveva tentato
di stabilire un contatto con Mr. Jasovic, senza successo. Il teste
si
rifiutava di incontrarlo, vista la volontà contraria del Presidente
Milosevic.
È degno di nota il fatto che Mr. Kay aveva cercato di visitare Mr.
Jasovic presso il suo hotel, anche dopo aver dichiarato che quello
non voleva vederlo. Ancora una volta questo sta a dimostrare che Mr.
Kay con zelo lavorava contro gli interessi del Presidente Milosevic,
che si suppone dovesse "difendere".
Nello stesso giorno, il "Tribunale" sottoponeva a giudizio Mr.
Bulatovic per "oltraggio alla corte", dato che si rifiutava di
prendere parte ad un tentativo di deprivare il Presidente Milosevic
dei suoi elementari diritti. Egli veniva "difeso" dal Presidente
dell' "Associazione degli Avvocati Difensori" del "Tribunale", Mr.
Stephane Bourgon.
Il 13 maggio 2005, la "Camera Penale" trovava Mr. Bulatovic
colpevole
di "oltraggio alla Corte" ed emetteva sentenza che lo condannava a
quattro mesi di carcere, con la sospensione di due anni, dato il suo
stato precario di salute. Questa "sentenza" vergognosa contro un
anziano che si opponeva alla violazione di diritti civili
fondamentali era senza dubbio orientata dalla volontà di intimidire
i
futuri testimoni a non resistere al successivo tentativo di
giudicare
il Presidente Milosevic in absentia.

Si tratta semplicemente di una questione di tempo, quando la "Corte"
creerà ancora una situazione simile a quella del 19 Aprile 2005.
Allora, se altri testimoni si comporteranno meno coraggiosamente di
come si era comportato Kosta Bulatovic, il processo in absentia avrà
luogo!

L'11 maggio 2005, ha testimoniato il Generale Obrad Stevanovic.
Come ex Sottosegretario agli Interni della Serbia, è stato in grado
di rigettare la definizione di Serbia come uno stato di polizia,
sotto la Presidenza di Slobodan Milosevic. Egli puntualizzava
inoltre che tutti i poliziotti Serbi avevano l'obbligo di proteggere
la legge e non avevano eseguito ordini contrari alla legge. Questo
rendeva inapplicabile il teorema di una "Associazione di Criminali
Comuni" guidata dal Presidente Milosevic e da altri, per fare
pulizia
etnica dei non-Serbi nel Kosovo-Metohija, sul quale si basa
il "formale atto di accusa".

Subito dopo la pausa estiva, la Difesa dovrà iniziare con il
controbattere alle parti Croate indicate nell'atto di accusa.

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APPENDICE

Lista dei testimoni a difesa (in ordine inverso alla loro
presentazione) :

Generale Obrad Stevanovic, uno dei comandanti della polizia Serba
Radovan Paponjak, colonnello della polizia
Zvonko Gvozdenovic, padre di un ragazzo ucciso in un attacco
terroristico
Dragan Jasovic, investigatore di polizia
Kosta Bulatovic, ex leader del popolo Serbo in Kosovo
Professor Slavisa Dobricanin, perito medico legale
Danica Marinkovic, giudice istruttore
Generale Radomir Gojovic, ex Presidente della Corte Suprema Militare
Barry Lituchy (USA), storico
Dietmar Hartwig (Germania), ex Comandante della Missione degli
Osservatori Europei in Kosovo
Mirko Babic (Macedonia), ex membro di un gruppo medico in un campo
profughi
Goran Stojcic (Macedonia), ex membro di un gruppo medico in un campo
profughi
Dobre Aleksovski (Macedonia), ex membro di un gruppo medico in un
campo profughi
Dr Vukasin Andric, ex Ministro della Sanità in Kosovo
Vladislav Jovanovic, ex Ministro degli Esteri della Jugoslavia
Bo Adam (Germania), giornalista
Mitar Balevic, ex uomo politico Serbo di rilevante importanza dal
Kosovo
Professor Ratko Markovic, Costituzionalista, ex Vice Primo Ministro
della Serbia
Dr Patrick Barriot (Francia), ex membro delle missioni ONU nelle
Krajine e in Kosovo
Eve Crepin (Francia), ex membro delle missioni ONU nelle Krajine e
in
Kosovo
Professor Kosta Mihajlovic, membro dell'Accademia delle Scienze
della
Serbia
Professor Cedomir Popov, membro dell'Accademia delle Scienze della
Serbia
Professor Slavenko Terzic, storico
Vukasin Jokanovic, ex uomo politico Serbo di rilevante importanza
dal
Kosovo
Yevgeni Primakov (Russia), ex Primo Ministro
General Leonid Ivashov (Russia), ex Comandante del Dipartimento
Internazionale dell'Esercito Russo
Nikolai Rizhkov (Russia), Senatore, ex Primo Ministro Sovietico
Professor Mihajlo Markovic, membro dell'Accademia delle Scienze
della
Serbia
Liana Kanelli (Grecia), membro del Parlamento della Grecia e vice
Presidentessa del Comitato Internazionale per la Difesa di Slobodan
Milosevic
Franz Josef Hutsch (Germania), giornalista
Roland Keith (Canada), ex membro della Missione OSCE in Kosovo
James Jatras (USA), ex Analista politologo del Congresso degli USA
Professor Smilja Avramov, ex Presidente dell'Associazione
Internazionale dei Giuristi

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URGENTE APPELLO PER LA RACCOLTA DI FONDI

Il Presidente Milosevic ha la verità e la legge dalla sua parte.
Per
fare in modo di consentirgli di riconquistare la sua libertà, noi
dobbiamo fare opposizione a questo tribunale completamente
screditato
e ai suoi sostenitori attraverso azioni condotte in modo
professionale, che devono coinvolgere le Associazioni degli Ordini
degli Avvocati, la Corte Europea di Giustizia, le direzioni delle
Organizzazioni delle Nazioni Unite e i mezzi di informazione.
La nostra esperienza ci ha dimostrato che il lavoro di volontariato
ad hoc non basta ad affrontare opportunamente questi compiti. I
fondi assicurati da fonti della Serbia sono appena sufficienti a
coprire le spese di soggiorno all'Aja dei legali (solo per uno alla
volta!) associati al Presidente
Milosevic e le spese per le loro pratiche.
I fondi che arrivano dalla sezione dell' ICDSM della Germania (il
solo paese con contributi regolari) bastano solo a coprire
minimamente alle spese addizionali all'Aja per entrare in contatto
con i testimoni e preparare le loro deposizioni.
Tutto il resto è carente.

***********************************************************

Abbiamo bisogno urgente di 3000-5000 EUR al mese.

La nostra storia e la nostra gente ci obbligano ad intraprendere
questa necessaria azione. Senza questi fondi questo non sarà
possibile.

Vi preghiamo urgentemente di organizzare questa attività di raccolta
fondi e di inviare le donazioni ai seguenti referenti dell'ICDSM:

Peter Betscher
Stadt- und Kreissparkasse Darmstadt, Germany
IBAN: DE 21 5085 0150 0102 1441 63
SWIFT-BIC: HELADEF1DAS

o

Vereinigung für Internationale Solidarität (VIS)
4000 Basel, Switzerland
PC 40-493646-5

************************************************************

Assicuriamo che tutte le vostre donazioni saranno usate per le
attività legali e le altre necessità che accompagnano queste azioni,
su istruzione e consenso del Presidente Milosevic.
Per ricevere ulteriori informazioni sull'uso delle vostre donazioni
o
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Peter Betscher (Tesoriere ICDSM) E-mail: peter_betscher@f...
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Vladimir Krsljanin (Segretario ICDSM) E-mail: slobodavk@y...
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Per la verità e i diritti umani contro le aggressioni!
Libertà per Slobodan Milosevic!
Libertà ed uguaglianza per i popoli!

Per conto di Sloboda e dell'ICDSM,

Vladimir Krsljanin,
Assistente del Presidente Milosevic per le Relazioni con l'Estero
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SLOBODA ha urgente bisogno delle vostre donazioni a:
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Per contribuire al conseguimento di questo obiettivo, visita:
http://www.sloboda.org.yu/ (Associazione per la libertà di Sloboda)
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Slobodan Milosevic)
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http://www.free-slobo-uk.org/ (sezione Britannica dell'ICDSM)
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http://www.wpc-in.org/ (Comitato per la pace nel mondo; world peace
council)
http://www.geocities.com/b_antinato/ (centro dei Balcani antiNATO)