(english / italiano)

1. Intervista ad Aco Tomic, ex capo dei servizi segreti militari:
"La Serbia-Montenegro è un protettorato"

2. IN ENGLISH:

- GEN. TOMIC: PROTECTORATE INTRODUCED IN COUNTRY (JAN. 2005)

- Topcider: Soldiers killed by NATO rifle (Nov. 2004)
- Glas Javnosti: SCG army to take part in peacekeeping missions abroad (Dec.
2004)
- U.S. military delegation visits Belgrade (Jan. 2005)
- Montenegro's Vujanovic: Army reforms with Pentagon's support (Jan. 2005)
- SCG Defence minister keen for US bases (Jan. 2005)


=== 1 ===

Aco Tomic, ex capo dei servizi segreti militari jugoslavi, in questa intervista
afferma di essere stato arrestato e maltrattato nel corso dell' operazione
"Sciabola" (primavera 2003, subito dopo l'omicidio Djindjic) per avere contribuito
a stanare alcuni degli agenti della CIA che hanno messo il paese sotto "tutela"
- ad esempio, nel caso Perisic-Nibor...



http://www.nin.co.yu/index.php?s=rub&a=2820&rid=14&id=3383

Nin (Belgrado)
Numero 2820 del 13.01.2005.

Spie nelle alte strutture dello Stato

?Mi è noto che gli Americani non hanno mai rinunciato al piano che avevano
tracciato. Alcune persone ridevano su di me quando dicevo che in Kosovo sarebbe
successo quello che abbiamo oggi. Avete notato in quale maniera facile hanno
internazionalizzato la Vojvodina ed il Sandzak, così che il Parlamento Europeo
si è immediatamente riunito in sessione per discutere il problema...?


Il General Aco Tomic è arrivato nella redazione di NIN dal Tribunale. Aveva
fatto causa contro lo Stato per i maltrattamenti che ha subito durante l'operazione
"Sciabola" ("Sablja"). Comunque, l'intervista inizia sul tema degli eventi
recenti nell'Esercito. Si accumulano gli "incidenti casuali? e si pongono
le domande: disorganizzazione, influenza del fattore straniero, oppure...


- Anche nei tempi passati succedevano casi del genere, nell'Esercito: gli
infortuni, i suicidi, le uccisioni. C'era tutto ciò, sempre... [...] Non
credo ne sia aumentato il livello. Non ho alcun motivo per non credere al
giudice investigativo del Tribunale Militare riguardo la tragedia di Topcider.
[...] Il mio primo commento quando ho sentito della tragedia di due ragazzi
nelle caserma di Topcider è stato: mi sa che questo sarà strumentalizzato
come il caso di Racak.

Avete avuto delle informazioni?

- Non ne avevo, però so come sono accaduti i casi di Racak in Kosovo, e a
Sarajevo, prima... ecc.

State parlando dei...?

- ...metodi. I metodi sono assolutamente uguali, e gli operatori non si possono
sostituire così velocemente.

State pensando all'uso degli eventi?

- Si, assolutamente. A quelli che li organizzano e a quelli che li strumentalizzano...
Spero sappiate del caso di quello sfortunato mercato di Markale, a Sarajevo,
come è stato strumentalizzato, e come si è abusato del caso Racak. Temo abbiano
sempre una versione pronta per dichiarare un evento clamoroso ed eclatante,
per ottenere qualcos'altro, come scopo.

Di quali servizi state parlando?

- Dei servizi occidentali che hanno condotto l'aggressione su questo nostro
paese. Loro sono presenti sul palcoscenico, anche ora. Uno dei servizi più
potenti nei Balcani è sempre stato quello inglese, [...] è stato costantemente
il più presente ed il più attivo di tutti.

Ci sono forse dei piani per la divisione del lavoro tra i vari servizi, o
si tratta solamente di come uno se la cava meglio sul territorio?

- Un piano esiste, assolutamente. I servizi non hanno mai operato senza piani.
Mentre ero in Kosovo, gestivo un gruppo di agenti operativi, e ci contrapponevamo
a queste attività con grande successo. Eravamo del tutto al corrente della
data dell'inizio dell'aggressione. Naturalmente, loro [gli occidentali] erano
sempre convinti di essere i migliori, e non badavano molto a cosa facessero
certi minuscoli servizi segreti balcanici. Dunque, eravamo molto bene al
corrente su cosa e quando avrebbero fatto al paese, e naturalmente passavamo
le informazioni all'Esercito - mentre che uso ne facessero Perisic [alto
ufficiale, scoperto tre anni fa nell'atto di passare documentazione riservata
all'agente della CIA Nibor - vedi più avanti] oppure Aca Dimitrijevic, è
problema loro.

Qual è l'agenzia di intelligence che è organizzata meglio di tutte in Kosovo?

- I primi che sono giunti a Pristina il 10 Giugno 1999 erano gli inglesi.
I russi sono arrivati anche prima del dieci, ma così come sono arrivati,
se ne sono anche andati. Sarebbe stato meglio che non fossero neanche mai
arrivati. Sono riuscito a dirglielo quando ero in visita a Mosca, con Pavkovic.
Erano sorpresi, ma, va bene, questo è stato detto durante la cena e non ai
colloqui ufficiali. La decisione che fossero gli inglesi i primi ad arrivare
a Pristina non era casuale. Ero presente a Pristina ed ho parlato con il
comandante di quel reparto inglese. Mi ha detto: A noi, durante la preparazione
per l'arrivo in Kosovo, è stato spiegato che il Kosovo deve essere "terra
bruciata". Questo termine lo utilizzano esclusivamente gli eserciti della
NATO. Io gli ho risposto: va bene, ora vedete voi se è "bruciata" o no. In
quel momento la nostra quindicesima brigata lasciava Pristina - ragazzi che
avevano spostato queste armi pesanti tantissime volte nel corso di un anno.
Questa nostra brigata dei carri armati dava una impressione fortissima. Lui
mi ha risposto: Volete dire che avremmo incontrato questi arnesi se fossimo
ricorsi all'invasione terrestre?

[...] Qui vorrei "abusare" delle parole di un mio compaesano del monte di
Rudnik [si riferisce a Milovan Danojlic, scrittore], è stato lui l'unico
a dirlo pubblicamente, in televisione: in questo paese è stato introdotto
il protettorato. Le conseguenze negative sono sempre più evidenti. Come per
esempio l'obiezione di coscienza. Per la prima volta nella mia vita incontro
alcuni giovanotti dalle mie parti, sulla mia montagna Rudnik, che si esprimono
contro il servizio di leva, che non era mai esistito prima. [...] Il comportamento
dello Stato rispetto all'Esercito, ed al problema dell'Aia, ha contribuito
a questo processo. Immaginiamoci un ufficiale giovane, testimone di tali
sviluppi. Noi in Kosovo difendevamo la nostra patria secondo tutte le regole,
militari e statali, e secondo le convenzioni internazionali. Lo Stato aveva
dichiarato lo stato di guerra - ed ora all'improvviso qualcuno inizia ad
incriminarci per crimini di guerra. Tutto ciò è terribile.

I nostri servizi segreti sono capaci, oggigiorno, di fare fronte all'inquadramento
del nostro paese come protettorato?

- Un discorso sono i dati che i servizi stessi rilevano, ed altro è il comportamento
dei capi politici. Non credo che i nostri servizi segreti siano in grado
oggi di farsi una visione globale della situazione e di riferire tutto cio'
alla leadership statale. Non penso che il mio arresto abbia provocato conseguenze
negative tra gli operatori dei servizi segreti e nell'Esercito, però di basi
per loro ce ne sono. La gente ha notato cosa mi è successo solo perché mi
sono contrapposto all'intelligence più potente del mondo. Questo è un fatto.
Dunque, se non ci fosse stato l'arresto di quel Nibor, americano, Aco Tomic
oggi non si troverebbe in prigione. Lo affermo categoricamente! Su questo
non ci sono dubbi!

Le risulta che il suo arresto sia rivendicato dalla CIA?

- La CIA, cioè l'America, si è pubblicamente congratulata con me. Quando
mi sono incontrato con Montgomery lui mi ha detto: Complimenti, Generale.
E anche Nibor si è comportato correttamente dal punto di vista professionale.
Conosce il suo lavoro e si è comportato come avrei fatto io nella stessa
situazione. [...], mentre è un altro discorso cosa loro effettivamente pensino
su questa vicenda. Sono certo che non lo potranno mai dimenticare. [Si riferisce
all'arresto dell'agente CIA insieme con il Gen. Perisic, nell'occasione del
loro scambio di documenti segreti in cambio di denaro, ndt]

- Quando ho deciso di far arrestare Nibor e Perisic, ho pensato che questo
paese doveva farlo. Abbiamo scoperto l'attività spionistica, documentata,
e dopo aver svolto correttamente i nostri controlli, abbiamo trasferito il
caso agli organi investigativi. Toccava allo Stato decidere cosa fare, ed
hanno optato per la decisione peggiore, che non sarebbe contemplata da nessun
paese al mondo, neanche da qualche tribù africana. Loro hanno scelto la persecuzione
di Aco Tomic e dei servizi di sicurezza militari, e si sono affrettati a
votare la nuova legge che avrebbe satanizzato i servizi di sicurezza. Micunovic
ha detto in Parlamento: Non abbiamo realizzato questa legge per i servizi,
ma per poter sostituire Aco Tomic.

Avete paura dell'atto d'accusa? Eravate capo dei servizi di intelligence,
eravate in Kosovo?

- No. Non nutro timori per l'Aia. Non ho motivi per averne. Sono stato, naturalmente,
in Kosovo come responsabile dei servizi che agivano nell'interesse dell'Esercito.
Senza alcuna finta modestia, in generale l'Esercito ha subito pochissimi
danni dai massicci bombardamenti. L'aeronautica occidentale non lasciava
mai sereno il cielo del Kosovo. Tutti i missili da crociera partivano dal
Mar Mediteraneo attraverso il Kosovo. Abbiamo avuto delle informazioni secondo
cui le loro testate venivano montate a Tetovo (Makedonia)..., abbiamo ricevuto
perfino alcune foto. I servizi di intelligence non possono non sapere. Soltanto,
non sono riuscito ad accettare che fossimo colti di sorpresa il 17 di Marzo
[2004: si riferisce ai pogrom scatenati contro i serbi in Kosovo].

Saremo forse nuovamente colti di sorpresa dagli eventi in Kosovo?

- Mi è difficile rispondere a questa domanda. Da quando sono uscito dalla
prigione, soltanto una volta sono stato negli uffici dei Servizi. Davinic
mi ha detto che avrebbero portato dei "professionisti", uomini completamente
nuovi che sono arrivati nell'Agenzia di Sicurezza Militare (BIA). Se sono
nuovi, non possono essere anche professionisti.

L'erosione dell'immagine dell' Esercito è forse in relazione con la soluzione
dello status del Kosovo?

- Io vedo questa relazione. Io, nel 1997, ho riferito alla Centrale della
Sicurezza sull'introduzione del protettorato in Kosovo. Ero in Kosovo nel
Gennaio del 1997, e ho preparato l'informativa in Maggio. Si trattava di
una relazione molto aggiornata, affidabile, con dati sicuri su come in Kosovo
veniva pianificato il protettorato.

E la dirigenza dello Stato non ha intrapreso nulla in proposito?

- Non mi è noto se abbiano fatto qualcosa. Però, nei confronti dell'Esercito
laggiù sono state attivate delle misure: Non appena un carro armato usciva
fuori, loro [gli occidentali] dicevano: applicazione eccessiva della forza!
Allora, come si può impiegare soltanto mezzo carro armato?

Ci sono collaboratori dei servizi d'intelligence stranieri tra gli alti funzionari
dello Stato?

- I Servizi di Sicurezza Militari non sono mai stati, e non sono neanche
adesso, responsabili di seguire la dirigenza dello Stato, nel caso vi riferite
alla Repubblica di Serbia.

Dopo il caso "Perisic? nell'opinione pubblica c'era l'impressione che cosi
fosse.

- Che allora rimanga così. Ora vorrei raccontarvi riguardo al caso di Perisic,
che è stato un puro caso...

Cosa volete dire?

- Se non fosse stato dimesso dalla posizione di Responsabile dello Stato
Maggiore, [Perisic] non sarebbe mai potuto diventare vice-presidente del
Governo. Significa che dagli uffici del Responsabile dello Stato Maggiore
avevamo delle conferme che certe informazioni, certi documenti, sparivano,
andavano da qualche parte, nel nostro gergo - verso persone non autorizzate.
Seguendo questa pista, siamo arrivati a Perisic.

Quali sono i rapporti tra i nostri servizi d'intelligence?

- Non ci sono rapporti. Tutta la collaborazione basata su regolamenti, leggi,
accordi, convenzioni, si è ridotta al livello di conoscenze personali. E'
quello che lo Stato ha voluto, e così è stato fatto. Mi ha detto una volta
Micunovic: Generale, tu il tuo operato lo svolgi secondo le leggi di Broz
[Josip Broz Tito: cioè, secondo le leggi della vecchia Jugoslavia socialista].
Allora, cambia pure questa legge. Io lavoro secondo le leggi in vigore, che
siano vecchie o meno. Questa è la sostanza di tutti i problemi che riguardano
la collaborazione tra i servizi d'intelligence. Se non c'è un interesse unico
nello Stato, i servizi non possono collaborare.

Una vostra dichiarazione, riguardo all'attentato, è stata poi smentita: e
cioè, secondo le citazioni, che avevate avvisato il premier Đinđic
che si preparava qualcosa contro di lui.

- No, purtroppo non ho avuto alcun rapporto con Djindjic. Se qualcuno dal
governo mi avesse chiamato per telefono, avrei accettato l'invito. Questo
ve lo dico perché quando capitò questa vicenda riguardo Perisic, mi ha chiamato
il generale Pavkovic dal gabinetto di Đinđic, senza dirmi da dove
chiamava: "Sai, sarebbe utile che andassimo da premier". Ho risposto: non
vado adesso, non ne ho motivo, e non consiglio neanche a te di andare da
lui ora. Tutto questo lo ascoltava anche Djindjic, [con i ministri] Batic
e Mihajlovic. Così fu diffusa la storia: ecco come è questo Tomic, non vuol
collaborare...

Significa che non avete avvertito il premier?...

- Il Servizio Militare non si è ingerito nei confronti di membri dei governi
delle repubbliche [di Serbia, Montenegro, o federale], però a loro passavamo
tutte le informazioni che ci giungevano nel corso del nostro lavoro - sovente
nei Servizi di Sicurezza dello Stato (SDB). Una volta c'è stata una informativa
per la quale sono andato di nuovo di verificare che cosa ne sia stato, però
ora è sparita. Dicono che non c'è più neanche al Ministero degli Interni.
(MUP)...

Quando l'avevate mandata?

- Questa non era una informativa sul pericolo di attentato a Djindjic, però
si riferiva a difetti nel servizio di sicurezza attorno al premier. Inoltre
non è proprio irrilevante l'informativa che ho firmato e inoltrato al responsabile
Andrej Savic, oppure era Mihajlovic, non mi ricordo...

E' sparita?

- Così dicono. Va bene, ma probabilmente ora a me non la vogliono più dare.
E' proibito.

Non avete ricevuto l'informativa di ritorno, in quell'occasione?

- No. Neanche questo è nella norma. Il mio corriere per esempio porta l'informativa
al MUP, gli viene firmata la ricevuta, ed è tutto. Ed il duplicato di questo
rimane ai servizi, viene registrato, archiviato...

Vorremmo ripeterle la domanda: per quale motivo vi incontravate con Legija
e Spasojevic?

- Se volete dire che sono criminali, probabilmente pensate che siano gli
unici criminali che io incontravo? Questo è nella prassi del mio lavoro.
E perché con Legija? Legija era colonnello di polizia. Veniva da me nella
veste di colonnello di Ministero degli Interni.

[...] L'atto del mio arresto è stata una pura decisione politica. Questo
mi ha detto [il presidente] Tadic, e quello del Montenegro, Maras: che esisteva
una necessità politica per la mia sostituzione, e che questo fa parte della
realizzazione del testamento del defunto premier Djindjic.

Di quale testamento si tratta?

- Non ne ho idea. Probabilmente Djindjic si preparava a farmi sostituire.

[...] Come mai, quando Pavkovic diceva di non essere neanche al corrente
del caso Perisic. Naturalmente non ne era al corrente. Non è neanche autorizzato
a sapere. Dovevo forse informare tutto il governo, i deputati del Parlamento:
guardate che oggi si incontreranno quei due?...


Stranieri da tutte le parti

Tra i nostri servizi di intelligence esiste competizione?

- Se ci fosse un interesse statale fermo, tutto ciò potrebbe essere regolarizzato
con le leggi e a beneficio dello Stato. Se non c'è questo interesse, forse
potrebbe essere almeno l'interesse di quelli che ci stanno ponendo sotto
protettorato. Che cosa hanno da fare gli stranieri nel Ministero delle Difesa,
o nel Ministero degli Affari Esteri? Ce ne sono dappertutto. Mi domando se
esista un paese libero, indipendente, con cittadini stranieri in ogni ufficio...
Nella indagine sull'uccisione di Djindjic è coinvolto un istituto tedesco
di Wiesbaden. Mentre noi non siamo abilitati per tutte le perizie criminologiche
di cui ora parliamo. Abbiamo un Istituto per le ricerche criminologiche,
quell'Istituto per la sicurezza che fu una volta uno dei migliori d'Europa.

Nel "caso Perisic? è stata violata la legge?

- E' stata assolutamente rispettata, del tutto. Avevo perfino proposto: andiamo
proprio a trascrivere la legge statunitense, per vedere dov'è che non si
opera nella maniera in cui noi abbiamo operato. Ho portato un disegno di
legge croato. [...] Non hanno accettato nulla, naturalmente. Tutti i servizi
di intelligence nel mondo hanno delle persone che decidono sui metodi e sui
mezzi. Dunque, durante il mio operato come responsabile della gestione, decideva
il responsabile dello Stato Maggiore, come prescritto dalla legge. Ora i
servizi non sono in grado di applicare alcuna misura. Il Tribunale militare
non esiste più. Non c'è la persona che approva un certo metodo. Proprio non
ho più idea di che cosa loro adesso si occupino. Probabilmente sono in vacanza
collettiva. Scherzi a parte, questo piano fu approvato da Nebojsa Pavkovic.
Con tutti i suoi elementi, incluso l'arresto. Soltanto, lui non sapeva il
giorno esatto...

Volete dire, dell'arresto dei due, Nibor e Perisic?

- Io, quando preparavo il piano, non avevo scritto: Nibor e Perisic.

Eravate al corrente del fatto che si trattava della CIA?

- Abbiamo avuto tali supposizioni. Nibor è stato per dieci anni in Bosnia,
poi in Croazia, poi qua, poi in Bulgaria... Se n'è andato in silenzio, e
non si agitava nessuno - tranne Svilanovic. Gli ho domandato: Allora, Svilanovic,
come mai questo tuo rimpianto? Lui mi ha risposto subito: presidente, propongo
che sostituiate immediatamente Tomic e Pavkovic. In tale occasione Pavkovic
è stato in silenzio. Io gli ho detto: dì qualcosa, sei muto...

Perché avete presentato quel film, di cui dopo si è parlato moltissimo, ai
capi politici?

- Questo l'ho organizzato su richiesta del presidente Kostunica. Dopo di
che ho ordinato che si preparasse un breve filmato da questo enorme volume
di materiale. Neanche in sogno potevo supporre che questi miei collaboratori
avrebbero inserito il momento in cui lui rivela particolari su certi individui,
inclusi quelli che erano presenti durante la proiezione... Questi sono i
fatti; di questo film e di questo materiale non avrebbe saputo proprio niente
nessuno se non ci fossero stati quegli attori presenti, in quella occasione,
che dopo hanno cominciato a giustificarsi. Se fosse dipeso soltanto da me,
nessuno avrebbe mai saputo nulla. Ciascuno di loro ha tolto qualcosa, o ha
aggiunto qualche informazione ai giornalisti, e si è creata così tutta una
storia... Mentre, in realtà, questo è un video di circa mezzora. Si tratta
del materiale operativo filmato in vari luoghi dove questi si incontravano.
Perisic è convinto che questo sia stato fatto dall'intelligence russa.

Quelli sono arrivati all'appuntamento per sostituirvi, mentre, dopo aver
visto il film, hanno deciso comunque di lasciar andare Perisic...

- Però, la decisione che io dovessi andarmene c'era già. Subito dopo sono
iniziate le proposte di Djindjic, Zivkovic, Svilanovic, che dovevo essere
sostituito, e poi hanno aggiunto la stessa richiesta per Pavkovic. In quel
momento avevo detto loro: fateci andare via uno per volta, non insieme. Però,
nessuno di noi è stato sostituito, Vojislav Kostunica non ha dato il suo
permesso. Mentre il film lo avevano guardato con attenzione. Era un po' ridicolo
vedere le loro reazioni. Per esempio, Djindjic era stupito del fatto che
si trattava di spiccioli. Disse: generale, cosa è questo, si tratta soltanto
di duemila cinquecento dollari... Che c'entra la cifra? Due dollari e mezzo,
duemila e mezzo, due milioni e mezzo, non cambia niente. Quando si considera
la persona... Comunque, si trattava sempre di un responsabile dello Stato
Maggiore, uno che fu in quella posizione più a lungo di tutti gli altri suoi
predecessori, nella storia della Serbia e della Jugoslavia.

Però, anche durante il vostro mandato c'erano degli ufficiali che passavano
varia documentazione agli investigatori dell'Aia, presumibilmente uscivano
informazioni dallo Stato Maggiore, dalle varie agenzie, e tutto ciò per paura
di essere incriminati...

- L'Esercito sa benissimo quali sono gli ufficiali che si sono recati nell'ufficio
del Tribunale dell'Aia a Belgrado per deporre. Tra i primi c'era Pavkovic.
Penso che neanche lui sia al corrente di tutto cio che ha dato loro. Fatto
sta che lui ha una paura tremenda di questa disgraziata Aia. Non entrerei
ora nei dettagli su che cosa gli ha dato e se glielo abbia dato. E' un tema
troppo serio.

[...]
Voi mettete in relazione l'arresto di Milosevic, la CIA, e il vostro arresto
nel corso della operazione "Sciabola-Sablja?...

- Ora vi dico anche questo. Dopo quella mia informazione sul futuro protettorato
su Kosovo, Covic ha organizzato un appuntamento nel Centro di Coordinamento.
Il Generale Krga dice che esso è stato organizzato laggiù, nella Via Uzicka.
La data era il 2 Febbraio 2003, ed il premier è stato ucciso il 12 Marzo.
Eravamo radunati Covic, Krga, io e Braca Skoric, responsabile dei servizi
segreti di intelligence, Andreja Savic lo avevano già dimesso, vuol dire
che il responsabile era Misa Milicevic, c'era il celebre Nenad Milic, Guri...
Covic mi ha detto: presenti tu una valutazione delle problematiche della
sicurezza in Kosovo e nel sud della Serbia? Debbo andare all'Assemblea Generale
dell'ONU. Ho fatto il mio discorso e loro dimostravano di essere più che
contenti con i contenuti. In quella occasione avevamo concordato alcuni elementi
operativi nel sud della Serbia e mi era ben chiaro che il tempo non era stato
speso inutilmente. Al momento di salutarci, Covic ha chiesto a noi dall'Esercito
di rimanere ancora un po'. Ha raccontato che doveva andare all'Assemblea
Generale e io gli ho detto: sicuramente ti trovi con il premier, sai che
a Washington non è stata bene accolta l'informazione che gli U.S.A. non hanno
a che vedere riguardo allo status del Kosovo. Questo gli ho detto, nella
maniera più benevola che potevo, ed ho aggiunto: glielo riferisci per favore?
Lui dice: certo, lo farò. Ed io gli dico: ti suggerisco di non andare all'Assemblea
Generale con questa tua piattaforma che ora hai. Si sa chi sta dietro all'Assemblea
dell'ONU. Non dire in quel luogo che gli Americani non sono autorizzati per
il Kosovo. Sono loro che ci hanno condotto in questa situazione che c'è ora.
Veramente non so se lui abbia riferito tutto questo a Djindjic, però di certo
non è andato all'Assemblea Generale in quell'occasione. Mentre, dopo l'uccisione
del premier, sentivo varie storie... [...]

Però, penso che il processo con cui ci hanno disgregati - i servizi, l'esercito
e la polizia, infiltrati nelle anime, tutto questo è successo proprio come
vi ho spiegato. Se almeno fossimo uno Stato normale, l'uccisione del premier
non sarebbe potuta accadere in questa maniera. Questo non ha niente a che
fare se io fossi d'accordo con lui o meno, se mi è stato simpatico o no.
Non ha niente a che fare con tutto cio. Lui era il premier, un'istituzione
dello Stato. Quando lo Stato non esiste, accadono queste cose. Tali o simili
eventi possono capitare anche ora. Anche peggiori.

Come vedete la Serbia tra cinque anni?

- Mi è noto che gli Americani non hanno mai rinunciato al piano che avevano
tracciato. Alcune persone ridevano su di me quando dicevo che in Kosovo sarebbe
successo quello che abbiamo oggi. Avete notato in quale maniera facile hanno
internazionalizzato la Vojvodina ed il Sandzak, cosicchè il Parlamento Europeo
si è immediatamente riunito in una sessione per discutere il problema. A
Novi Pazar, loro, non potendo creare scontri tra Serbi e Musulmani, hanno
trovato due Musulmani. E come che questo già non ci basti? Ci hanno dimostrato
quali sono i loro prossimi piani.

Slobodan Ikonic

(traduzione a cura di DK; revisione del testo italiano a cura di AM)


=== 2 ===

http://www.tanjug.co.yu
Tanjug (Serbia and Montenegro) - January 14, 2005

Protectorate introduced in country, Gen. Tomic

BELGRADE - A protectorate has been introduced in the
country and "the negative consequences of that are
increasingly visible," former chief of military
security Aco Tomic has told NIN weekly in an interview
released on Friday headlined "Spies in state top."
He specified that one of the consequences was the
refusal of young men to serve in the army, which had
never been the case in the past, and accused for that
"the state for the way it treats the army and the war
crimes tribunal."

---

http://www.b92.net/english/news/index.php?&nav_category=&nav_id=30448&order=priority&style=headlines

B92 - November 11, 2004

Soldiers killed by NATO rifle

BELGRADE ? Two soldiers killed at an army installation
in Topcider last month were shot from a SAR-21 rifle,
as used by NATO, Glas Javnosti writes today.
The SAR-21 is made in Singapore and uses 5.56 mm
ammunition, which completely proves that a third
person was involved in the shooting, claims the
Belgrade daily.
Glas adds that this information completely rules out
the murder-suicide version of events because the two
sentries were armed with M70 AB rifles, which use 7.62
mm ammunition.
The SAR 21 is an extremely powerful automatic assault
rifle, used by most NATO member countries, but in
Serbia-Montenegro can only be found on the black
market, writes Glas Javnosti.

---

http://www.makfax.com.mk/news1-a.asp?br=91332

MakFax (Macedonia) - December 23, 2004

Glas Javnosti: SCG army to take part in peacekeeping missions abroad

The Parliament of Serbia-Montenegro (SCG) passed a
bill that approves participation of SCG Army in
peacekeeping operations abroad.
The law foresees participation of well-trained
professional soldiers in peacekeeping mission
throughout the world.
The law foresees setting up of Peacekeeping Operations
Center, tasked to coordinate the activities within
NATO-led peacekeeping missions.
The law bans deployment of SCG citizens in
peacekeeping missions in countries undergoing a high
state of alert.

---

http://www.chinapost.com.tw/i_latestdetail.asp?id=25636

Associated Press - January 11, 2005

U.S. military delegation visits Belgrade

Belgrade - A senior U.S. military delegation opens a
series of talks with Belgrade officials Tuesday,
focusing on cooperation and ways to advance bilateral
ties.
The visit from the U.S. Department of Defense is the
first on such a senior level since the 1999 U.S.-led
NATO bombing of Serbia over Serb actions in Kosovo.
The U.S. delegation is led by Rear Adm. Donald P.
Loren, the deputy director for political-military
affairs in Europe at the Joint Staff, the U.S. embassy
said in a statement.
Also participating in the talks are members from the
office of the Secretary of Defense, led by Alen E. Van
Egmond, director of policy for Western Euroasia.
During its four-day visit to Belgrade and Podgorica -
the capital of Montenegro - the U.S. delegation will
meet with top officials, including Serbia's president
Boris Tadic and Montenegro's Filip Vujanovic.
The first meeting on Tuesday will be with the Defense
Minister Provoslav Davinic and will be followed later
in the day by talks with the new Chief of Staff of the
Serbia-Montenegro army, Gen. Dragan Paskas.
The U.S. embassy said the visit represented
"recognition of Serbia-Montenegro's commitment to
defense reforms."
Relations between the United States and
Serbia-Montenegro, or what used to be Yugoslavia, were
cut during the 1999 bombing, but resumed in 2001
following the ouster of former president Slobodan
Milosevic by pro-Western politicians.

---

http://www.tanjug.co.yu/
Tanjug (Serbia and Montenegro) - January 13, 2005

Vujanovic: Army reforms with Pentagon's support

PODGORICA - Montenegrin President Filip Vujanovic
Thursday informed the US Defense Department
delegation, headed by Rear Admiral Donald Loren, about
Podgorica's determination to carry out army reforms as
fast as possible, with the assurances that they will
have the necessary support of Pentagon and State
Department.
Vujanovic also informed the guests about the contents
of the SCG Army reforms, their dynamics and
objectives, underlining Montenegro's orientation to
carry out the reforms with full observance of all
standards set by NATO's Partnership for Peace program,
the Montenegrin President's cabinet said in a
statement.

---

http://www.b92.net/english/news/index.php?&nav_category=&nav_id=31107&order=priority&style=headlines

B92 (Serbia and Montenegro) - January 17, 2005

Defence minister keen for US bases

BELGRADE - Serbia-Montenegro could play a key role in
development of NATO?s security network in Europe,
Defence Minister Prvoslav Davinic said today.
Davinic, speaking in London today, said that he hoped
the state would soon join the Partnership for Peace,
the NATO program which is seen as a step towards
membership of the Western alliance.
This, he said, would make Serbia-Montenegro part of
the alliance?s security network in Europe and Belgrade
would then accept the building of US military bases.
?We see this as a regional thing. If you have a base
in, for example, Bulgaria or Romania, then a few bases
in Serbia-Montenegro will complete the network,?
explained the defence minister.



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