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Al Qaeda e il Movimento di Resistenza Iracheno

by Michel Chossudovsky
(traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)

18 settembre 2005
GlobalResearch.ca

Voi lo sapete, io odio essere profeta di sventure di violenza, ma devo
proprio capire la natura degli assassini. Questo fantoccio, Zarqawi, un
membro di al Qaeda, che si trovava a Baghdad, a proposito, prima della
destituzione di Saddam Hussein, è tranquillamente libero di agire in
Iraq. E come voi ben ricorderete, una parte del suo piano operativo era
di seminare violenza e discordia fra i vari gruppi in Iraq, ammazzando
a sangue freddo. E noi dobbiamo aiutare a scovare Zarqawi, in modo che
il popolo dell’Iraq possa avere un futuro molto più roseo.
(George W. Bush, Conferenza Stampa, 1 giugno 2004)
 

Le forze Statunitensi stanno conducendo un pesante attacco contro la
città di Tal Afar del nord Iraq, diretto contro la Resistenza Irachena.
L’assedio USA alla città, che comprende bombardamenti aerei, ha come
risultato la morte per innumerevoli civili. I raids aerei di
bombardamento hanno causato una crisi umanitaria rimarcata da un esodo
di massa, sotto la minaccia delle armi, di una larga parte della
popolazione di Tal Afar di quasi 300.000 persone. Sia all’interno
della città, così come nei campi profughi, la forze USA e i loro
colleghi Iracheni sono stati impegnati in una “operazione di ricerche e
di violenza”, che ha terrorizzato la popolazione civile.

Simile nella sostanza all’assedio di Fallujah
del 2004, l’attacco su Tal Afar è identificato con indifferenza come
una iniziativa congiunta Statunitense ed Irachena per estirpare
terroristi. Vengono impiegati circa 6.000 uomini delle forse USA, con
armamento pesante, e quasi 4.000 uomini delle truppe Irachene. (
Peshmerga Curdi e l’Esercito di Shia Badr).
Tal Afar viene raffigurata dai media come una “roccaforte di Al Qaeda”
sotto la guida della mente direttiva del terrore Abu Musab Al Zarqawi.
La città è vicina al confine Siriano e la Siria viene identificata come
compiacente al movimento di “terroristi” verso l’Iraq.
Si dichiara che le truppe Irachene e Statunitensi stanno “inseguendo” i
cosiddetti “combattenti stranieri”, che sono “per lo più integralisti
religiosi e fanatici Sunniti”.


Mentre i documenti mediatici
puntano la loro attenzione sulla presenza di “combattenti stranieri”,
molti dei resistenti che combattono a Tal Afar sono Iracheni. Vi sono
stati rapporti poco attendibili di arresti di massa di combattenti
stranieri. ( vedi la dichiarazione del Colonnello Robert Brown, US
State Department, States News Services, 14 settembre 2005).

È stata stimata la presenza dai 400 ai 500 combattenti Iracheni.
Rapporti suggeriscono che la maggior parte dei combattenti della
Resistenza hanno abbandonato la città. È stato stimato che il 90% dei
residenti hanno lasciato le loro case, data la violenza distruttiva
dell’assedio, ed anche per evitare irruzioni nelle proprie case e i
cecchini.
Il modello Fallujah è stato applicato ancora una volta, sebbene su
scala più ridotta…
Mentre
l’Esercito USA dichiara di aver ammazzato approssimativamente 200
“terroristi” durante l’operazione, rapporti dal terreno degli scontri
stabiliscono che la maggior parte dei combattenti all’interno della
città si era da lungo tempo ritirata per evitare il confronto diretto
con la forza militare soverchiante (un principio fondamentale della
strategia della guerriglia).
(Vedi Dahr Jamail,
http://www.globalresearch.ca/
index.php?context=viewArticle&code=20050916&articleId=959 )
L’esercito USA ha identificato la regione dell’Eufrate come una
“roccaforte di Zarqawi " e, secondo il The New York Times, ha
pianificato di intervenire con operazioni similari in altre città nelle
prossime settimane: “Ufficiali superiori al Pentagono e in Iraq hanno
dichiarato di ritenere che Mr. Zarqawi e il “centro di gravità” della
rivolta si trovano ora nelle cittadine posizionate nelle anse della
vallata del fiume Eufrate, vicino al confine Siriano.


Comandanti
confermano il piano di schiacciare in queste aree la leadership di
Zarqawi e dei rivoltosi Iracheni. Per tutta la primavera e l’estate, le
forze armate e i marines hanno messo in atto attacchi contro queste
cittadine, requisendo grandi quantità di armi micidiali ai rivoltosi.
Ma molti combattenti si sono dispersi per le campagne, e qui non vi
sono bastanti truppe della coalizione per realizzare una sufficiente
presenza nei villaggi. Altresì, vengono confermate nuove offensive
nella Provincia di Al-Anbar per le prossime settimane, sul modello
dell’assedio di Tal Afar,che ha visto l’impiego di 8.500 uomini, fra
truppe Americane e Irachene.” (New York Times, 17 settembre 2005)
Secondo l’UPI (United Press International: una agenzia di stampa
americana), centinaia di famiglie di Samara, situata sulle rive del
fiume Tigri, stanno abbandonando la città ( 18 settembre) in seguito
all’annuncio del Ministro della Difesa Iracheno Saadoun al-Duleimi di
un progettato attacco militare contro la città, per “purificarla dai
terroristi”.

Blackout dei Media

Effettivamente vi è stato un blackout su quello che realmente sta
accadendo a Tal Afar. La crisi umanitaria e le condizioni di vita dei
civili non sono l’oggetto dell’attenzione e del dibattito sui media.
Inoltre, dai giornalisti “embedded”non ci vengono forniti particolari
dettagliati dal teatro di guerra sulla natura precisa delle operazioni
militari. In effetti, risulterebbe anche che i media, pur “embedded”,
sono stati esclusi dall’essere presenti. Molti articoli fuori
dell’Iraq sono concentrati sugli attentati suicidi nelle zone popolate
da Sciiti, che hanno procurato qualcosa come 200 civili morti. Senza
alcuna prova, questi attacchi suicidi vengono descritti come parte di
una “controffensiva”, come “azioni di vendetta” per Tal Afar. In un
testo pubblicato su un sito web misterioso, si afferma che Al Zarqawi
si è impegnato ad ingaggiare una guerra senza quartiere contro la
maggioranza Sciita, in risposta agli attacchi contro i Sunniti a Tal
Afar:  “ È sembrato che Abu Musab al- Zarqawi, il leader di al-Qaeda in
Iraq, abbia rivendicato la responsabilità per gli attacchi suicidi,
pubblicando una dichiarazione in un sito web che “ è iniziata la
battaglia per vendicare i Sunniti di Tal Afar". Seconda una logica
contorta, Tal Afar è stata presentata come parte di un “conflitto
settario” tra Sciiti e Sunniti in cui l’esercito Statunitense e la
“comunità internazionale” vengono presentati come mediatori. Ora, Tal
Afar è una città ad etnia prevalentemente Turcomanna. Il 30% della sua
popolazione Turcomanna è Sciita, e questi sono anche vittime delle
operazioni condotte dall’esercito USA.” . (Vedi Irish
Times, 14 settembre 2005).


Ecco allora che la pubblicazione sul sito web di Zarqawi che
puntualizza che “la battaglia è per vendicare i Sunniti” appare essere
priva di consistenza, data la composizione demografica della città, che
comprende in modo significativo anche popolazione Sciita e dove gli
Arabi Sunniti sono una piccola minoranza. Lo scorso anno, il governo
Turco aveva fatto pressioni su quello USA perché non intervenisse
militarmente a Tal Afar. “ La Turchia cesserà di cooperare con gli
Stati Uniti in Iraq nel caso in cui continuassero attacchi contro i
Turcomanni”, così si esprimeva il Ministro degli Esteri Turco Abdullah
Gul  (Anatolia news agency, Ankara, 15 settembre 2004). Di conseguenza,
l’operazione militare USA progettata nel 2004 diretta contro la
popolazione Turcomanna di Tal Afar era stata differita. Ora vi sono
indicazioni che le operazioni del settembre 2005 sono state accettate
dalle autorità Turche!
La testa pensante del terrorismo Al Zarqawi, che personifica
l’insurrezione, viene fatta apparire come l’ostacolo più importante per
la democrazia in Iraq. Contemporaneamente, il ruolo delle forze di
occupazione USA e le loro atrocità che non si contano più ricevono
scarsa o nessuna copertura giornalistica. Il compito della forza
multinazionale guidata dagli Stati Uniti è quello di “prevenire e
combattere il terrorismo”.

"Able Danger" e "Al Qaeda in Iraq"

I media, tutti in coro, presentano "Al Qaeda in Iraq", sotto il comando
di Al Zarqawi, come responsabile dei recenti attentati suicidi, senza
mai fare menzione che Al Qaeda è una creazione degli apparati di
spionaggio USA. Questa connessione è riconosciuta dalla CIA e
documentata in numerosi studi. ( Vedi
 http://www.globalresearch.ca/
index.php?context=viewArticle&code=20010912&articleId=368 ) 
Un recente documento relativo ad una operazione segreta del Pentagono,
ora in discussione presso il Congresso USA, getta seri dubbi non solo
sul resoconto ufficiale sui fatti dell’11 settembre, ma sull’intero
costrutto “guerra al terrorismo”. Nel caso dell’Iraq, questo costrutto
consiste nel presentare il movimento di Resistenza come un movimento di
“terroristi”:

“ Secondo il Tenente Colonnello riservista
dell’Esercito Anthony Shaffer, un progetto segretissimo del Pentagono,
nome in codice Able Ranger, aveva identificato Atta e tre altri
dirottatori dell’11 settembre come membri di una cellula di al-Qaida
più di un anno prima degli attacchi.

Secondo lo Shaffer, Able Danger era
un’operazione da 18 mesi altamente segreta a cui era stato assegnato il
compito di “ sviluppare informazioni con oggetto al-Qaida su scala
globale”, e che usava tecniche per estrarre dati per cercare “ esempi,
associazioni e connessioni”. Shaffer affermava che egli stesso per
primo si era imbattuto nei nomi dei quattro dirottatori a metà del
2000.”
(Vedi Daniele Ganser, Operation Able Danger,
http://www.globalresearch.ca/
index.php?context=viewArticle&code=20050827&articleId=867 )
Gli elementi operativi di Al Qaeda, incluso il capo dei terroristi
dell’11 settembre Mohamed Atta, sono stati sottoposti alla sorveglianza
diretta dell’esercito USA e dei servizi di spionaggio almeno un anno
prima dell’11 settembre, sorveglianza che risulta parte di una
operazione al massimo di segretezza del Comando Operazioni Speciali del
Pentagono (SOCOM).

“Able Danger” conferma che tutto questo è già noto e documentato: il
resoconto ufficiale dei fatti accaduti l’11 settembre, come viene
sottolineato dalla Commissione sull’11 settembre, costituisce solo una
copertura.

“Voci dal retroscena”

Per tutto questo, le rivelazioni respingono la “soffiata dal
retroscena”, vale a dire che Al Qaeda, creata dalla CIA durante la
guerra Sovietico-Afghana, in qualche modo si sia rivoltata contro i
suoi sponsors USA. Al Qaeda è ancora coinvolta attivamente nel
sovrintendere la propria organizzazione di intelligence nel contesto di
una Operazione del Pentagono di massima segretezza. In più, le
rivelazioni che concernono l’Operazione “Able Danger” hanno avuto una
diretta conseguenza sulla nostra presa di conoscenza su Al Zarqawi e
sugli attentati suicidi in Iraq, supposti sponsorizzati da Al Qaeda.



Allora, anche queste operazioni di Al Qaeda in Iraq
sono sotto la sorveglianza del Pentagono?
I numerosi collegamenti documentati, riguardanti i rapporti tra la CIA
e la Rete Terroristica Islamica, gettano ombre di dubbio sui documenti
dei media, che presentano “Al Qaeda in Iraq” guidata da Al Zarqawi
come una organizzazione paramilitare indipendente che combatte contro
le forze degli Stati Uniti.


In altri termini, se Al Qaeda in Iraq e la
sua struttura di spionaggio è (indirettamente) controllata dal
Pentagono e/o dalla CIA, ragionevolmente non può costituire un
effettivo movimento di resistenza contro l’occupazione militare USA. La
organizzazione di intelligence nel caso Iracheno è uno strumento delle
forze di occupazione.


Quindi, “Al Qaeda in Iraq” viene usata dall’esercito USA per indebolire
il vero movimento di resistenza, creando inoltre divisioni all’interno
della società Irachena?  

Gli attentati suicidi

Qual’è il ruolo di Zarqawi, che favorisce gli attentati suicidi?
Questi servono a far apparire il movimento di resistenza come
terrorista. Questi indeboliscono l’appoggio dell’opinione pubblica
all’interno dell’Iraq per il movimento di resistenza contro
l’occupazione USA. La Resistenza, costituita da diversi gruppi far loro
differenti, è caratterizzata da un esercito di guerriglieri impegnato
in operazioni che hanno come obiettivo diretto l’esercito degli Stati
Uniti. I documenti dei media, che centrano la loro attenzione sul
ruolo di Al Zarqawi e di bin Laden, servono a distorcere la natura del
movimento di resistenza, presentando i rivoltosi come aggressori di
civili:
“Al Qaeda ha fornito da se stessa le prove di essere una gang spietata,
settaria, che ha dichiarato guerra agli Sciiti in Iraq”, così ha
scritto un quotidiano Libanese in risposta al recente appello di Abu
Musab al- Zarqawi, affermando come“Al Qaeda abbia perso qualsiasi
possibilità di rivendicare, se mai l’abbia avuta, finalità morali,
nobili o razionali”. ( the Star, Beirut, 17 settembre 2005)
“Il leader di Al-Qa'ida in Iraq, Abu Musab al- Zarqawi, ha sostenuto la
sua responsabilità per l’ultima ondata di violenza e ha dichiarato
guerra senza quartiere agli Sciiti. Invocando l’assistenza
internazionale, il Presidente dell’Iraq, Jalal Talabani, non ha esitato
a dire apertamente e francamente che il suo paese aveva la disperata
necessità del…vostro appoggio per i nostri tentativi di combattere il
terrorismo.” ( The Australian, 17 settembre 2005)
In Iraq, quattro attentati suicidi hanno colpito ancora Baghdad,
ammazzando 31 persone e portando il tributo di sangue in due giorni a
200 morti: così il leader di al Qaeda in Iraq Abu Musab al- Zarqawi ha
cercato di infiammare le divisioni etniche e religiose fra Sunniti e
Sciiti. Comunque, l’esercito USA è sicuro che le sue recenti operazioni
che hanno obiettivo Al Qaeda in Iraq hanno avuto pieno successo,
malgrado l’attuale violenza. Il CBS Evening News (15 settembre,
articolo 6, 2:00, Martin) riferiva che esistevano ormai
“raccapriccianti riscontri della dichiarazione di Abu Musab Al- Zarqawi
di guerra senza quartiere contro gli Sciiti, che controllavano il
governo dell’Iraq. Il sito web di Zarqawi annunciava che la carneficina
di Baghdad era la vendetta per l’assalto delle truppe USA ed Irachene
contro la città di Tal Afar nelle vicinanze del confine Siriano, un
fulcro per le operazioni dei ribelli nel nord dell’Iraq, dove
l’esercito USA ha dichiarato di aver conseguito successi
drammaticamente.” (Frontrunner, 16 settembre 2005)
Gli attacchi si sono scatenati quando i leaders Iracheni hanno
conclamato di aver portato a termine una costituzione, e quando la
ramificazione di al-Qaeda in Iraq aveva giurato vendetta per la
recente offensiva USA-Irachena contro la città nord-orientale di Tal
Afar. Nella capitale, il tributo di morte in un solo giorno è stato
forse il più elevato dal marzo 2003, e uno degli attentati, un attacco
suicida con autobomba nel quartiere di Kadhemiya, a predominanza
Sciita, nel nord di Baghdad che ha ammazzato 117 persone, è stato il
secondo per entità di morti causati da un unico colpo…Testimoni
affermano che non esistevano nelle vicinanze obiettivi costituiti da
militari o poliziotti USA o Iracheni, e questo suggerisce che il
kamikaze aveva puntato a causare quanto più grande possibile la
carneficina di civili. (Financial Times, 15 settembre 2005)

Commento conclusivo

Gli Stati Uniti hanno creato, come parte di una operazione segreta di
intelligence, un finto “movimento di resistenza” truccando la stessa Al
Qaeda in appoggio ai "terroristi"? Gli attentati suicidi di Al Qaeda
prendono come obiettivo i civili Iracheni, piuttosto che l’esercito
degli USA.
Gli attentati suicidi tendono ad incoraggiare le divisioni settarie,
non solo in Iraq, ma in tutto il Medio Oriente. Questi sono utili agli
interessi di Washington e contribuiscono a indebolire lo sviluppo di un
movimento di resistenza più largo, che unisca Sciiti, Sunniti, Curdi e
Cristiani contro l’occupazione illegale della nazione Irachena. Inoltre
gli attentati cercano di creare, a livello internazionale, divisioni
all’interno dei movimenti contro la guerra e per la pace. Inoltre, la
campagna di disinformazione permea anche la stampa Irachena e
Mediorientale. Queste ultime tendono a dare valore alle supposte
dichiarazioni di Al Zarqawi pubblicate su Internet. Le minacce di
Zarqawi agli Sciiti sono considerate veritiere. Non vengono quasi mai
menzionati i collegamenti fra Al Qaeda in Iraq e lo spionaggio
Statunitense.


Michel Chossudovsky è Professore di Economia all’Università di Ottawa e
Direttore del Centro per le Ricerche sulla Globalizzazione (CRG), ed è
l’autore di America's "War on Terrorism" ,  Global Research, 2005.


articolo correlato:
Chi è Abu Musab Al-Zarqawi? Di Michel Chossudovsky, 11 giugno
2004, http://globalresearch.ca/articles/CHO405B.html

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