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Srebrenica

Il 5 settembre scorso, a Trieste, si è tenuto uno spettacolo teatrale
gratuito che ha avuto come tema l'assedio di Srebrenica.
Davanti ad un centinaio di persone, l'opera "A kao Srebrenica" (A come
Srebrenica) ha voluto ricostruire le cause e le modalità della strage.
Si è trattato di un monologo in stile Paolini, che ha attinto a piene
mani (anche troppo) dalla struttura e dai lavori del bravo attore e
regista veneto.
Ma Paolini è Paolini e "A kao Srebrenica" si è rivelata solo un'opera
di bassa propaganda antiserba, in un crescendo di criminalizzazione di
un popolo ritenuto unico responsabile del macello balcanico.
L'attrice ha rappresentato la guerra di Bosnia come un dramma nato
dalle piccole invidie tra vicini di casa, da piccoli odii per un
muretto spostato, per un debito
non pagato o un credito non concesso. Ha citato, giustamente, come
responsabili "il porco Ratko Mladic" e "il porco Radovan Karadzic", ha
sputato sui caschi blu, ma…curiosamente non ha menzionato minimamente
nessun precedente storico né tantomeno il signor Izetbegovic, noto
fomentatore di odio razziale autore della famosa "Dichiarazione
Islamica" (consiglio di leggerla, la potete trovare in rete) e anche
lui regista della guerra.
L'unica blanda concessione ad una visione non monoculare è stata la
citazione del bosniaco musulmano Nasir Oric, presentato come "un
ambiguo Che Guevara", anche lui uno "cattivo" ma che tutto sommato ha
combattuto con un pugno di uomini, male e poco armati.
Nessun cenno al fatto che la banda di Oric era composta in gran parte
da mercenari stranieri e che dietro ci stavano i soldi e
l'addestramento di altri stati. Un solo cenno ad un villaggio serbo
massacrato e svuotato, mentre ce ne sono stati una trentina.
Verso la fine anche il calcolo degli scomparsi per mano serba. La
conta dei morti (o presunti tali) non è mai una bella cosa, ma
l'attrice ha simpaticamente e più che abbondantemente gonfiato le
stime della NATO, sparando la cifra di 12.000 persone.
Così, in definitiva, grazie a questo spettacolo (fortunatamente
gratuito) si è rimasti al caro e rassicurante stereotipo degli Slavi,
pardòn dei Serbi, brutti sporchi e cattivi, imbevuti di istinti
primordiali e di violenza spontanea.
Non una parola sul ruolo avuto dalle varie diplomazie, dai vari
servizi segreti, ma soprattutto dalla Banca Mondiale e dal FMI.
La guerra di Jugoslavia, dunque, come naturale sbocco di odii mai
sopiti e di istinti atavici di genti incivili. Punto.
Un'offesa alla verità storica e alla dignità di tutte quelle persone,
di ambo gli schieramenti, che sono state precipitate nella catastrofe
da precise strategie geopolitiche.
Il tutto è stato rappresentato con la compiacenza ed il logo di
Amnesty International, che ai margini dello squallido spettacolo
cercava fondi ed adesioni. Sul manifestino dell'opera appariva anche
una citazione del signor Adriano Sofri, grande esperto e tuttologo.
Continua dunque l'opera di disinformazione sulla guerra di Jugoslavia,
viene da chiedersi se ci sarà mai una fine.
Ad ogni modo il monologo ha avuto successo, perché i presenti hanno
reagito bene esprimendo gradimento, a dimostrazione che l'arte è
un'arma molto pericolosa quando non trova un pubblico preparato.
Spero che alle prossime rappresentazioni il terzetto autore dell'opera
(Roberta Bagiarelli, Simona Gonella, Giovanna Giovannozzi) trovi
un'accoglienza meno supina e acritica.

Ivo Kozina

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A proposito della propaganda antiserba su Srebrenica si veda ad es.:

D. Johnstone: Srebrenica Revisited
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4640
W. Sauer: Srebrenica una das Video
https://www.cnj.it/documentazione/wsauer.doc
SREBRENICA RESEARCH GROUP
http://www.srebrenica-report.com/
UN GENOCIDIO VIRTUAL (Semanario serbio)
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4499
THE POLITICS OF SREBRENICA MASSACRE (E. Herman, ZMag)
http://www.zmag.org/content/showarticle.cfm?SectionID=74&ItemID=8244
THE FORBIDDEN SREBRENICA REPORT
http://www.slobodan-milosevic.org/news/smorg-sreb101604.htm