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Subject: [icdsm-italia] Cordoglio per Milosevic
Date: April 6, 2006 10:47:57 AM GMT+02:00
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Cordoglio per Milosevic

1. Discorso pronunciato da Ralph Hartmann a Berlino durante la
commemorazione di Slobodan Milosevic il 15 marzo 2006-03-23

2. I messaggi di cordoglio
- del PC cileno
- del Consiglio Mondiale per la Pace

3. Presidente Slobodan Milosevic , Ad Memoriam (di E. Vigna)


=== LINKS ===


UPISITE SE U KNJIGU ZALOSTI / FIRMATE NEL LIBRO DELLE CONDOGLIANZE

http://www.slobodanmilosevic.info/

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Una galleria con foto e video dell'ultimo omaggio a Milosevic si trova
sul sito:

http://www.slobodan.info/

Molte foto sono anche sul sito anti-jugoslavo "B92" (si veda
l'archivio delle giornate dal 16 al 19 marzo):

http://www.b92.net/info/galerija/index.php?nav_category=99

Nel fotoreportage dei funerali di SM a cura della sezione irlandese
dell'ICDSM si possono riconoscere tra gli altri Ramsey Clark e Aldo
Bernardini:

http://www.icdsmireland.org

Ancora una galleria fotografica, con commenti in italiano, è stata
realizzata da SOS Yugoslavia di Torino e si trova alle pagine:

http://www.resistenze.org/sito/te/po/se/pose6c19.htm
http://www.resistenze.org/sito/te/po/se/pose6c19a.htm
http://www.resistenze.org/sito/te/po/se/pose6c19b.htm


=== 1 ===


Discorso pronunciato da Ralph Hartmann a Berlino durante la
commemorazione di Slobodan Milosevic il 15 marzo 2006-03-23

Traduzione dal quotidiano tedesco JUNGE WELT

"Non mi piegheranno. Riuscirò ad affrontarli ed a vincerli"; queste le
ultime dichiarazioni che Slobodan Milosevic ha rilasciato il giorno 10
marzo nel corso di una telefonata con Milorad Vucelic, segretario
pro-tempore del Partito Socialista Serbo (SPS). Milosevic, presidente
in carica del SPS, aveva telefonato al suo vice per parlare di alcuni
problemi interni di partito. In relazione al processo del cosiddetto
"Tribunale dell'Aia" egli si era limitato ad osservare di aver
preparato, congiuntamente a Momir Bulatovic (ex-presidente del
Montenegro) che si apprestava a comparire in veste di testimone della
difesa, una documentazione che "avrebbe costituito per il tribunale il
colpo sin qui più duro che mai gli sia stato assestato".

Ma così non è stato. Nel corso di quella stessa notte quello che per
lunghi anni fu presidente della Serbia e della Jugoslavia è deceduto
nella sua cella. La notizia è stata accolta con costernazione da
amici e sostenitori, mentre i suoi avversari all'Aia e nelle metropoli
della NATO, dopo le prime ipocrite reazioni di sorpresa, hanno ripreso
a cantare le sperimentate litanie contro "il mostro di Belgrado". Non
gli hanno mai perdonato di esser stato l'ultimo governo in Europa a
non voler ammainare la bandiera rossa, per aver difeso ad oltranza il
diritto all'esistenza dello stato jugoslavo federato e multinazionale,
e per aver dato sino all'ultimo del filo da torcere alla Banca
Mondiale, al Fondo Monetario Internazionale ed alla NATO. Questa era
ed è rimasta la ragione che spiega l'odio profondo di questi signori.
I loro canali d'informazione hanno ripetuto con convinzione
esattamente quelle stesse menzogne che l'accusato aveva smontato in
modo più che convincente, e cioè la favola del "nazionalismo
grande-serbo senza scrupoli", della "sistematica pulizia etnica", dei
"massacri" consumati in Croazia, Bosnia e Cossovo, degli stupri di massa…

Non pochi commentatori respinsero in modo sdegnato l'accusa di
omicidio che venne sollevata a Belgrado ed altrove. Ma se non di un
omicidio, di che cosa mai dovremmo parlare?

Un uomo può venir ucciso in diversi modi; può venir abbattuto a colpi
di mazza, oppure fucilato, annegato o strozzato, ma ci sono anche dei
metodi più sottili e raffinati per raggiungere lo stesso obiettivo.
Slobodan Milosevic, che già durante i criminali bombardamenti della
NATO contro il suo paese era stato posto sotto accusa dal tribunale
(illegale) internazionale dell'Aia per presunti crimini contro
l'umanità, fu arrestato per ordine della NATO dal governo di Djindjic
il 1° aprile del 2001, rinchiuso in completo isolamento nella prigione
centrale di Belgrado durante 89 giorni, trasferito successivamente e
in modo illegale all'Aia, e lì rinchiuso in una cella per quattro
anni e nove mesi. Nella la prima fase del processo, egli venne
confrontato –durante 250 giorni di dibattimento- con le dichiarazioni
dei 300 testi d'accusa citati dal pubblico ministero Carla del Ponte,
fra i quali spudoratamente brillavano i responsabili per la conduzione
della criminale campagna di guerra contro la Jugoslavia: i generali
della NATO Wesley Clark e Klaus Naumann, e fu inoltre letteralmente
sommerso con oltre un milione di pagine contenenti la trascrizione di
nastri e video. Il tribunale approfittò di ogni possibile occasione
per tiranneggiarlo: le fasi di riposo e di preparazione della sua
autodifesa vennero ristrette oltre ogni limite, si tentò di imporgli
dei difensori d'ufficio di nazionalità britannica, lo si minacciò di
vietare le visite della moglie Mira e dei familiari a lui più vicini
con l'obbiettivo di minare la sua resistenza psichica.

Malgrado questo il tribunale non è riuscito a metterlo in ginocchio.
Egli dimostrò in maniera convincente, con atteggiamento sicuro e con
cognizione di causa, punto per punto, l'inconsistenza dell'accusa e
la falsità delle testimonianze. Egli accusò con veemenza le ingerenze
della NATO, e soprattutto della Germania, tendenti a creare le
condizioni per lo scoppio di una guerra civile, il loro sostegno ai
terroristi e separatisti del Cossovo ed infine l'aggressione brutale
ed aperta da parte dell'alleanza di guerra.

Persino alcuni osservatori della NATO dovettero riconoscere che
Milosevic, da accusato, si era trasformato in accusatore; Carla del
Ponte e con lei l'intero tribunale insieme ai loro mandanti stavano
alla vigilia di una sconfitta .Influenti personalità negli USA
dichiararono che bisognava seppellire il "tribunale-Frankestein" e
mandare al diavolo la signora Carla del Ponte. Di fronte a questo
pericolo i nemici di Milosevic non esitarono a minare la sua già
precaria salute.

Già nel 2002 un cardiologo olandese di fiducia del tribunale aveva
diagnosticato una pressione estremamente alta accompagnata da danni
organici secondari e dall'allargamento dell'alveolo cardiaco sinistro.
Il suo referto affermava esplicitamente che la pressione psichica del
processo comportavano per Milosevic il rischio di ictus, di infarto ed
anche di morte.

Ma tribunale la pensava diversamente e non soltanto rifiutò di
permettere al suo medico curante di Belgrado di curarlo, ma giunse al
punto di proibirgli l'assunzione delle medicine che il medico gli
aveva prescritto. La totale mancanza di scrupoli di questi signori
viene confermata dal rifiuto di permettere al detenuto di sottoporsi
alle cure degli specialisti del centro cardiaco Bakuljew, noto a
livello internazionale...

Poco prima del decesso, egli aveva dichiarato al proprio consigliere
legale, Zdenko Tomanovic, che lo si voleva avvelenare (1).
Immediatamente Tomanovic avvertì il ministero olandese della
giustizia, la polizia e l'ambasciata russa, cui fu recapitata una
lettera autografa di Milosevic per il ministro degli esteri Lawrow.
L'autopsia ha confermato questa accusa. Il tentativo del tribunale e
dei suoi complici di insinuare il dubbio che fosse stato proprio
l'incrollabile Milosevic ad aver assunto dei medicinali che avrebbero
aumentato il rischio d'infarto dimostra soltanto di quali infami e
stupide bassezze questi signori siano capaci. Questo maldestro
tentativo completa in certo qual modo l'immagine che il tribunale
dell'Aia, ha offerto fin dall'inizio di sé e del processo penale che
i suoi mandanti gli hanno commissionato contro il presidente del paese
da loro aggredito.

Slobodan Milosevic ha avuto sino all'ultimo ragione: "non mi
piegheranno" aveva affermato recentemente. E in effetti non lo hanno
piegato, lo hanno soltanto portato alla morte.


(Ralph Hartmann è stato ambasciatore della DDR a Belgrado)

(1) Nota: già due anni or sono Milosevic aveva denunciato al
tribunale di aver casualmente assistito, durante la distribuzione del
cibo, ad un frettoloso cambio della pietanza che gli era stata in un
primo tempo servita con un'altra, apparentemente del tutto uguale alla
prima.

(Il tribunale reagì a questa denuncia con sovrana indifferenza)

(a cura di G. Zambon)


=== 2 ===


14 Marzo 2006

Dichiarazione del PC Cileno

A fronte dell'improvvisa scomparsa di Slobodan Milosevic in stato di
detenzione, il Partito Comunista Cileno esprime le sue condoglianze
alla famiglia e ai suoi compagni di lotta.
Slobodan Milosevic, al di là di quanto possano essere state giuste le
sue azioni di governo, resistette contro la distruzione della vecchia
Yugoslavia condotta dalla NATO, resistette alla volontà dei poteri
imperialistici di USA ed Unione Europea.
In quella guerra crudele, destinata a ripristinare le vecchie
influenze imperialistiche sui Balcani, sono state impegate tutte le
risorse a diposizione. I numerosissimi "errori" commessi contro la
popolazione civile dell'ex Yugoslavia., che arrivarono perfino a
colpire i centri diplomatici di paesi che respingevano l'aggressione,
rimasero impuniti. Ma Milosevic è stato rapito e portato a giudizio.
Senza dubbio la sua morte era desiderio di chi era stato incaricato di
demonizzarlo attraverso un processo mediatico in cui l'accusato seppe
assumere gagliardamente la propria difesa.
Rinnoviamo le nostre più vive condoglianze alla sua famiglia e ai suoi
cari, e speriamo che si faccia una totale chiarezza circa le
condizioni in cui si è verificato il suo decesso in prigione.

fonte www.solidnet.org
dal Partito Comunista Cileno
http://www.pcchile.cl/ , mailto:cripcch@...

traduzione dallo spagnolo del Ccdp
http://www.resistenze.org/sito/te/po/se/pose6c15.htm
www.resistenze.org - popoli resistenti - serbia - 15-03-06

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Consiglio Mondiale della Pace

Dichiarazione sulla morte del Presidente Slobodan Milosevic

13 marzo 2006

Il Consiglio Mondiale della Pace esprime il più sincero cordoglio per
la morte dell'ex presidente della Jugoslavia, Slobodan Milosevic che è
stato incarcerato dal cosiddetto Tribunale Criminale Internazionale
per la Jugoslavia (ICTY) dell'Aja, una "corte" completamente
controllata e pagata dagli USA e dalla NATO. L'ICTY, un'idea dell'ex
segretaria di Stato degli USA, Madeleine Albright, e dei suoi alleati
europei, fu installato unicamente per una ragione: giustificare e
legittimare i 78 giorni di bombardamento della Jugoslavia nel 1999. I
leader e i politici che hanno resistito ai loro piani, per non essere
stati complici devono pagare con la vita, come è successo ora con
Milosevic.
I "conquistatori" della Jugoslavia in passato unita, dopo aver
disgregato il paese, causando guerre e distruzioni, bombardamenti di
civili e imposizione di protettorati, hanno voluto lavarsi le mani
all'Aja. L'umanità, i popoli del mondo amanti della pace non possono
dimenticare e non dimenticheranno i crimini imperialisti in Jugoslavia.
Il Consiglio Mondiale della Pace esprime il suo profondo rispetto per
il comportamento coraggioso di Slobodan Milosevic, che ha rifiutato di
accettare i ricatti sia prima che dopo l'aggressione al suo paese. Le
nostre più sincere condoglianze alla sua famiglia e al suo partito.

Il Segretariato del Consiglio Mondiale della Pace
13 marzo 2006

fonte http://www.solidnet.org
da http://www.wpc-in.org/ , mailto:info@...
Traduzione a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
http://www.resistenze.org/sito/te/po/se/pose6c14.htm
www.resistenze.org - popoli resistenti - serbia - 14-03-06


=== 3 ===


http://www.resistenze.org/sito/te/po/se/pose6c13.htm

www.resistenze.org - popoli resistenti - serbia - 13-03-06


Presidente Slobodan Milosevic , Ad Memoriam


Slobodan Milosevic era nato il 20 agosto 1941 a Pozarevac, Serbia.
Laureato in Legge all'università di Belgrado nel 1964.
Fu prima militante e poi dirigente della Lega dei Comunisti della
Jugoslavia e poi del Partito Socialista di Serbia, di cui fu tra i
fondatori.
A partire dagli anni ottanta era considerato uno dei migliori e più
capaci amministratori e funzionario dello Stato della Repubblica
Federale Socialista di Jugoslavia.
Nell'Aprile 1984 fu nominato Segretario della Federazione di Belgrado
della Lega dei Comunisti; dal Maggio 1986 al Maggio 1989 fu presidente
del Comitato Centrale della Lega dei Comunisti e al primo Congresso
del Partito Socialista di Serbia nel Luglio 1990 venne eletto
Presidente del Partito, che era nato dall'unificazione della Lega dei
Comunisti e dall'Unione degli operai e dei socialisti della Serbia.

Nel Maggio 1989 fu eletto Presidente della Repubblica di Serbia.
Alle prime elezioni multipartitiche in Serbia, avvenute nel Dicembre
1990, Milosevic venne nuovamente eletto Presidente della Serbia.
Dal 23 Luglio 1997 all'Ottobre 2000, egli fu il Presidente della
Repubblica Federale di Jugoslavia e membro del Consiglio Supremo della
Difesa della RFJ.
Il suo impegno ed attività sono sempre stati indirizzati alla
conservazione e difesa della Jugoslavia e dei suoi più importanti
interessi nazionali e di stato, nell'interesse del suo popolo. Sotto
la sua direzione, molte importanti riforme economiche e democratiche
sono state approvate in Serbia e in Jugoslavia, cercando di difendere
gli aspetti sociali legati ai lavoratori, al popolo, la libertà e
l'indipendenza del paese.

Il Presidente Milosevic ha sempre svolto un ruolo fondamentale di
pilastro per la pace e stabilità della regione. Egli dette il più
importante e cruciale contributo a tutti gli sforzi per il
ristabilimento della pace e della stabilità nella nostra area, come
dimostrato dagli Accordi di pace di Dayton e Parigi.
Con il mandato del governo federale jugoslavo, egli fu a capo della
delegazione jugoslava composta da tre membri provenienti dalla
Jugoslavia e tre dalla Repubblica Serba di Bosnia, che andò alle
trattative di pace di Dayton in USA nel Novembre 1995. In questa veste
fu tra i protagonisti decisivi per intavolare le trattative per la
cessazione della guerra in Bosnia e impostare gli accordi di pace, che
furono poi firmati a Parigi in Francia, il 14 Dicembre 1995, che
sancirono la fine delle ostilità e delle violenze in Bosnia Erzegovina.

Il Presidente Milosevic ha fortemente lavorato nel cercare
continuamente soluzioni di pace al problema del Kosovo Metohija. Ma
nel 1999 il governo di unità nazionale da lui guidato non potè
accettare l'occupazione della Repubblica Federale di Jugoslavia, come
fu cercato di imporre attraverso i cosiddetti accordi di Rambouillet.

Egli ha guidato la resistenza del popolo serbo e jugoslavo, contro
l'aggressione della NATO che ha rappresentato una chiara violazione
del Diritto Internazionale e un crimine contro la pace.
Nel Marzo 2001 fu arrestato a Belgrado per una serie gravi di accuse,
dall'abuso di ufficio, alla corruzione, a omicidi, stragi,
concussioni... e altro ancora, il collegio difensivo in vista della
scadenza della carcerazione preventiva di 90 giorni e avendo
dimostrato l'assoluta mancanza di prove e di testimoni attendibili,
chiese la domanda di scarcerazione del Presidente entro il 30 Giugno
2001, come previsto dai Codici giuridici e costituzionali.

Il 28 Giugno in una escalation di pressioni e ricatti esterni verso
il nuovo governo serbo, come comprovato da pubblici documenti,
Slobodan Milosevic venne letteralmente rapito dal carcere di Belgrado
e con un blitz di agenti speciali ancora oggi non identificati, con un
atto di violazione e umiliazione arrogante sia della Costituzione
della Jugoslavia e della Serbia, che delle loro leggi di stato e della
sovranità di un paese indipendente.

Venne trasferito prima in una Base militare USA in Bosnia e poi da lì
immediatamente portato al Tribunale dell'Aja in Olanda.
Egli fu rapito il giorno di San Vito (Vidovdan), giorno di festa più
grande e importante del popolo serbo, in modo da causare una
umiliazione nazionale che mai era successa nella storia della
Jugoslavia e della Serbia e che mai sarà dimenticata.

Da quel giorno per il Presidente è cominciata l'ultima sua battaglia,
come disse in una dichiarazione in aula : " ...Non sono qui davanti ad
un Tribunale illegittimo e illegale, che non riconosco, per difendere
Slobodan Milosevic, ma solo per difendere la Jugoslavia e la dignità
del popolo serbo, e con essi la verità e la giustizia dei popoli,
contro l'arroganza e l'arbitrio dei potenti della terra, che hanno
devastato e distrutto il mio paese, e umiliato il mio popolo...".

Una battaglia legale, storica e politica a difesa della dignità e
delle ragioni del suo popolo e del suo paese durata incessantemente e
instancabilmente per quasi cinque anni. Da quel momento egli ha
dedicato tutte le sue forze, le sue competenze, le sue capacità in una
sistematica e precisa demolizione di tutti gli impianti accusatori e
delle falsità storiche a questi collaterali, che erano insiti nelle
milioni di pagine accusatorie e centinaia di testimoni d'accusa,
rivelatisi nella maggior parte dei casi inattendibili o addirittura
falsi, come documentato nei materiali relativi alle udienze del processo.

Nonostante pressanti appelli dei suoi avvocati e dei medici che lo
seguivano, che richiedevano cure adeguate stante le sue pessime
condizioni di salute, proprio l'arroganza e il disprezzo della vita
umana di questo Tribunale inventato, finanziato e sostenuto dalla Nato
e dai governi occidentali complici, hanno assassinato Slobodan
Milosevic, impedendogli un elementare diritto umano e civile, che è
quello di essere curati per potersi difendere. Su questi nuovi barbari
dei tempi moderni, resterà l'onta di una sconfitta totale, da un lato
giuridica, visto che dopo quasi cinque anni non erano riusciti a
dimostrare una sola accusa attendibile e provata; dall'altro un'onta
morale avendo dimostrato con i propri atti di essere solamente uno
strumento coercitivo nelle mani di pochi paesi ricchi e potenti
dell'occidente, che impongono, decretano e sentenziano sui destini dei
quattro quinti dell'umanità.

Il Presidente del Partito Socialista della Serbia, Slobodan Milosevic
è morto nella notte dell'11 Marzo 2006, in una cella del carcere di
Scheveningen, L'Aja in Olanda, per infarto conseguente
all'impossibilità di ricevere cure adeguate; al momento ci sono
dettagli da accertare, relativi ad una sua denuncia al governo russo,
inviata il giorno prima del decesso, circa un tentativo di
avvelenamento, attraverso farmaci, per le sue condizioni, letali;
medici serbi e periti inviati dal governo russo stanno in queste ore
cercando di verificare anche questo.

Lascia, dopo 48 anni vissuti fianco a fianco, la moglie Mira Markovic
e due figli.
Egli è morto lontano dalla sua terra, dal suo paese, dai suoi affetti
più cari, dal suo popolo, che solo fino a poche ore prima, aveva
ancora fermamente e orgogliosamente difeso dalle menzogne e falsità
dei padroni del mondo.
Egli resterà come un simbolo storico del suo popolo, un simbolo di
difesa della libertà, della verità, della giustizia, del socialismo
serbo e jugoslavo; di difesa dell'indipendenza e dignità nazionali,
della resistenza dei popoli all'arroganza e al nuovo fascismo
dell'imperialismo.

Un simbolo di onore e dignità, di cui ogni serbo e ogni jugoslavo di
oggi e delle future generazioni potrà sempre essere fiero, potendo
guardare chiunque negli occhi con orgoglio, e a testa alta di fronte
al mondo ed alla storia.
Cercavano e avrebbero voluto un uomo implorante, supino, arreso e
vinto, avrebbero voluto un mercante pronto a barattare la propria vita
e la propria storia per una manciata di dollari o euro, o un brandello
di futuro. Ma si sono trovati davanti un gigante, un patriota e un
combattente fiero e in piedi di fronte a loro, che li ha fronteggiati
senza tregua e timori... e hanno perso, loro.

Addio Presidente Slobodan Milosevic, ti rendiamo onore e ti
ricorderemo sempre.
Nessuno dimentica, Nulla sarà dimenticato.
Smrt Fazismu, Sloboda Narodu. Morte al fascismo, Libertà al popolo.


A cura di Enrico Vigna, portavoce del Forum di Belgrado, Italia.
Marzo 2006






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IN DIFESA DELLA JUGOSLAVIA
Il j'accuse di Slobodan Milosevic
di fronte al "Tribunale ad hoc" dell'Aia"
(Ed. Zambon 2005, 10 euro)

Tutte le informazioni sul libro, appena uscito, alle pagine:
http://www.pasti.org/autodif.html
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/204

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ICDSM - Sezione Italiana
c/o GAMADI, Via L. Da Vinci 27 -- 00043 Ciampino (Roma)
tel/fax +39-06-7915200 -- email: icdsm-italia @ libero.it
http://www.pasti.org/linkmilo.html
*** Conto Corrente Postale numero 86557006, intestato ad
Adolfo Amoroso, ROMA, causale: DIFESA MILOSEVIC ***
LE TRASCRIZIONI "UFFICIALI" DEL "PROCESSO" SI TROVANO AI SITI:
http://www.un.org/icty/transe54/transe54.htm (IN ENGLISH)
http://www.un.org/icty/transf54/transf54.htm (EN FRANCAIS)