L'ALLEGRA BRIGATA


From: magnone
Subject: [SP] per non dimenticare: l'allegra brigata "Folgore"
Date: September 13, 2006 9:46:40 AM GMT+02:00
To: forumgenova @...
Cc: scienzaepace @...


La Brigata "Folgore" andrà in Libano per la missione di "Pace"...
con una lunga storia alle spalle!!!

Per capirci la girovaga Brigata Folgore è quella della precedente
missione di "Pace" in Somalia.

I "nostri" soldati vennero sorpresi a torturare un ragazzo somalo con
elettrodi sui genitali ed a stuprare, in gruppo, una donna somala con
l'aiuto di una bomba illuminante cosparsa di marmellata.

Per visionare http://italy.indymedia.org/news/2004/05/543177.php

Edoardo Magnone

PS. L'articolo è stato scritto nel lontano 1999 ma vale la pena
riprenderlo perchè rende l'idea sulla goliardica Brigata Folgore. Da
aggiungere solo che i reati di tortura e violenza carnale furono
dichiarati tutti prescritti, Carmine Fiore e Bruno Loi furono
reintegrati e, naturalmente, promossi.... Saranno già in Libano?


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Da "Umanità Nova" n.26 del 5 settembre 1999

Folgore 1997/1999: Incidenti mortali, scandali e nonnismo.

Sulla "Folgore" si potrebbe scrivere un libro. Per mancanza di spazio
però ci limiteremo a analizzare gli avvenimenti di questo corpo dopo
le clamorose denuncie sulle torture compiute dai parà durante la
missione "umanitaria" in Somalia. Questa cronistoria si commenta da
sola. Da parte nostra segnaliamo solo la complicità del governo di
centro-sinistra che invece di fare piazza pulita continua ad
esprimere solidarietà nei confronti dei vertici militari coinvolti
negli scandali. Vuoi vedere che la "Folgore" è considerata un
"soggetto" pericoloso che, non si sa mai, conviene avere dalla
propria parte? Potrebbe essere questa una chiave di lettura che
spiega perché alla "Folgore" è permesso di fare tutto, o quasi.

5 giugno 1997: un servizio pubblicato da "Panorama" fa scoppiare lo
scandalo delle torture compiute dai parà italiani durante la missione
in Somalia iniziata nel 1993. Le foto e le testimonianze pubblicate
parlano di torture e sevizie in stile sudamericano che confermano
quanto era stato denunciato fin dal 1993 da alcuni settimanali
("Epoca" e "Avvenimenti") ma che era stato insabbiato dalla
magistratura militare. Lo scandalo si allarga a macchia d'olio e la
"Folgore" è sul banco degli imputati. I generali Loi e Fiore, ex
comandati dei parà e della missione sono costretti a dimettersi. Il
governo decide di istituire una commissione di inchiesta, presieduta
da Domenico Gallo.

20 giugno 1997: lo Stato maggiore dell'Esercito comunica "che è allo
studio la sostituzione del generale Cantone" comandante della Folgore
fin dai tempi della missione in Somalia e attualmente in Albania come
comandante di una missione civile-militare. A sostituire Cantone
viene chiamato il colonnello Celentano, che durante la missione in
Somalia aveva comandato il 186mo reggimento della Folgore. A Cantone
rimane però l'incarico in Albania.

23 giugno 1997: dopo essere stato interrogato dal magistrato
inquirente il generale Cantone sostiene la tesi della "torbida
macchinazione" contro la "Folgore".

12 luglio 1997: i genitori di tre giovani parà morti durante dei
lanci effettuano un volantinaggio in occasione del giuramento di un
gruppo di allievi parà dello SMIPAR di Pisa un volantinaggio.
Chiedono giustizia per i loro figli morti fra il 1994 e il 1996 per
una serie di "problemi tecnici legati alla tecnica di lancio con
uscita rapida ideata dal generale Loi" quando comandava la "Folgore".
Per la morte dei parà la procura di Lucca ha rinviato a giudizio 21
militari fra cui lo stesso generale Loi, il generale Staccioli, il
generale Rosa, il generale Jacono. Fra i rinviati anche il direttore
di lancio Marco Giacomini, accusato di nonnismo per aver picchiato e
costretto a fare delle flessioni prima del lancio uno dei giovani morti.

1 agosto 1997: piena stima e sostegno morale alla Brigata Folgore
viene portato da Valdo Spini e dalla Commissione difesa della Camera
durante un incontro con 400 fra ufficiali e sottufficiali parà
svoltosi nella sede del comando della Brigata a Livorno.

9 agosto 1997: la commissione Gallo conclude i suoi lavori assolvendo
i vertici della "Folgore": le torture ci sono state ma sarebbero dei
"casi isolati".

17 agosto 1997: il caso delle torture si riapre per la testimonianza
di un maresciallo del carabinieri paracadutisti che rende pubblico il
suo diario. Il diario costringe la commissione Gallo a riaprire
l'inchiesta.

4 settembre 1997: la magistratura livornese decide di prorogare di
sei mesi le indagini sull'omicidio del maresciallo della "Folgore"
Marco Mandorlini, trovato morto il 13 giugno 1995 sulla scogliera
livornese con colpi portati da un pugnale in uso fra i parà. Durante
la missione in Somalia Mandorlini era stato il capo scorta del
generale Loi.

9 ottobre 1997: il pretore di Lucca decide di unificare i
procedimenti aperti per la morte durante i lanci dei tre parà.

23 marzo 1998: inizia a Lucca il processo per la morte dei tre parà
che vede coinvolti 21 imputati, tutti alti gradi della "Folgore". Il
processo è tutt'ora in corso.

4 aprile 1998: il comandante dello SMIPAR, gen. Nardi, e il suo vice,
gen. Scalera, vengono rimossi dai loro incarichi dopo la denuncia di
tre episodi di nonnismo. La decisione è stata presa dallo Stato
Maggiore dell'Esercito. Il provvedimento è giustificato dal "non
rispetto delle procedure" e "per non aver tempestivamente comunicato
i casi di nonnismo". Fra i casi denunciati una recluta ricoverata in
ospedale per aver avuto una pedata nei testicoli e un'altra costretta
a bere un bicchiere di urina.

9 aprile 1998: un ex-sergente dei parà viene condannato dal tribunale
di Livorno a otto mesi per "violenza aggravata continuata" nei
confronti di una recluta che portata all'esasperazione si era poi
suicidata.

16 aprile 1998: lo Stato maggiore dell'Esercito smentisce l'esistenza
del progetto di sciogliere la "Folgore" trasferendone alcuni reparti
alle Brigate Friuli, Garibaldi e Pozzuolo, pubblicato dal "Borghese".

7 maggio 1998: durante una visita all'Accademia militare di Livorno
il sottosegretario della difesa Brutti dichiara che la "Folgore è
uscita a testa alta dal caso Somalia".

28 maggio 1998: la commissione Gallo conclude il suo supplemento di
indagine. Dopo aver confermato che le torture e le violenze ci sono
state ma sono state episodiche, la commissione ammette che "talvolta
l'azione di comando è risultata inadeguata o addirittura carente". La
commissione ammette anche "l'ostentazione in talune unità di simboli
e slogan nazisti e fascisti". Si tratta di ammissioni molto limitate
che non inficiano un giudizio positivo sull'operato della missione
militare italiana in Somalia.

8 giugno 1998: muore nell'Ospedale di Genova un maresciallo dello
SMIPAR che il giorno prima si era schiantato sul tetto di una casa
durante un lancio di addestramento.

24 giugno 1998: i familiari della vittima rivelano che una lettera
anonima sostiene che il maresciallo Mandorlini è stato ucciso nella
Caserma di Livorno la notte fra il 12 e il 13 giugno 1995 e solo
successivamente trasportato sulla scogliera.

23 luglio 1998: nella campagna pisana viene trovato il corpo del
comandante della 2^ compagnia dello SMIPAR. In serata il comando
della "Folgore" dichiara che il "capitano è morto per presunto
suicidio".

30 luglio 1998: in una audizione di fronte alla Commissione difesa
della Camera, il ministro della difesa Andreatta sostiene che il
comportamento del contingente militare in Somalia è stato carente
nell'azione di comando a livello intermedio "ma non ai vertici".

27 agosto 1998: un carabinieri del GIS, le "teste di cuoio" dell'arma
reclutate fra i carabinieri paracadutisti del "Tuscania" di stanza
nella caserma dei parà di Livorno, si ferisce gravemente durante
un'esercitazione in una fabbrica dismessa di Marina di Pisa.

4 settembre 1998: durante un lancio di addestramento ad Altopascio un
maresciallo dei parà rimane attorcigliato ad un paracadute di un
compagno e muore impiccato. In serata il ministero della difesa
precisa che "non vi è alcuna connessione tra l'incidente e la
cosiddetta tecnica di uscita rapida, tra l'altro non più in uso
nell'esercito".

27 novembre 1998: due parà del reggimento Nembo rimangono gravemente
feriti durante un'esercitazione a Marina di Vecchiano (LU).

11 maggio 1999: un maresciallo del "Col Moschin" viene trovato morto
nel magazzino della caserma degli incursori sita a S. Rossore, alla
foce dell'Arno. Viene aperta un'inchiesta: sembra che la morte sia
dovuta alla caduta provocata da un malore durante un esercizio fatto
"per tenersi in forma".

25 giugno 1999: a poco più di due anni di distanza dallo scoppio
dello scandalo Somalia, la Commissione difesa del Senato assolve
l'operato del contingente italiano considerandolo "fondamentalmente
all'altezza delle nostre tradizioni e delle finalità di pace e
soccorso umanitario della missione Restore Hope". La Commissione
preannuncia una visita alle caserme dei parà di Livorno e Pisa al
fine, come sostengono due esponenti di AN, di "esprimere ai
paracadutisti la solidarietà del Parlamento".

A. V.

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