(english / italiano)

Da dove viene il revanscismo pan-albanese

1) G. Clark: Alla Serbia è dovuta giustizia in Kosovo

2) "Reunification" of all Albanian lands "necessity" - Albanian paper


LINK:

Albanian Nazi troops in WW2 Launched a Wide Spread Terror Against Kosovo Serbs

by Carl Kosta Savich



Ulteriore documentazione sui retroscena storici della idea pan-albanese è raccolta alla pagina:



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( Serbia owed justice in Kosovo - by GREGORY CLARK


Japan Times
2 luglio 2007

Alla Serbia è dovuta giustizia in Kosovo

di Gregory Clark

(Elaborazione e traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova.

Ulteriori materiali e traduzioni curate da Curzio Bettio sulla problematica kosovara e pan-albanese sono in diffusione in questi giorni attraverso la lista JUGOINFO)

Gregory Clark è un ex funzionario del governo Australiano e attualmente è vice presidente della Akita International University.


Nessun commentatore ama apparire come un patito dei complotti. Ma se questa è la sorte di chi cerca di contestare le deformazioni implicate nel dipingere la Serbia come criminalmente colpevole riguardo al Kosovo e alla disgregazione della ex Jugoslavia, allora sia così. 
Andiamo indietro nel tempo, cominciamo dall’inizio. Quando la Germania Nazista ha tentato di occupare la Jugoslavia durante la Seconda Guerra Mondiale, le minoranze Croate e Musulmane hanno spalleggiato i Nazisti nella loro campagna contro la fondamentale resistenza Serba.   
Perfino i Nazisti avevano dichiarato di essere stati impressionati dalla brutalità con cui le forze Croate — i temibili Ustashia — si impegnavano a massacrare e a fare piazza pulita delle popolazioni Serbe di interi villaggi e addirittura di città. Il risultato è stato quello di quasi 1 milione di Serbi eliminati, molti di questi nel campo della morte Croato di Jasenovac, vale a dire che erano state eguagliate molte delle operazioni Naziste dell’Olocausto, per gradazione e atrocità.
Con la fine della guerra, sembrava inevitabile la vendetta Serba. Ma il comandante in capo della Resistenza Jugoslava, Tito, si adoperava per frenare le passioni, sostenendo per i Serbi il potere del governo centrale, mentre la nazione veniva divisa in regioni semi-autonome con popolazioni etnicamente mescolate.
Ma questo era stato un compromesso non facile, come io ho potuto rendermene conto sul campo nella ex Jugoslavia degli anni Sessanta, e anche nella lontana Australia ho potuto assistere ai frequenti attacchi da parte di recalcitranti elementi Ustashia contro missioni diplomatiche Jugoslave e contro la considerevole comunità di immigrati Serbi. 
 
Noi avevamo dato per scontato che, comunque avvenisse la disgregazione della Jugoslavia post-comunista, sarebbe risultato da stolti chiede che le consistenti minoranze Serbe in Croazia e in Bosnia avrebbero sottostato alle regole dei loro ex oppressori Croati e Musulmani filo Nazisti. Invece è prevalsa la stoltezza, grazie soprattutto alle pressioni esercitate dalla Germania, dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti, tutti alla ricerca di espandere ancor più la loro influenza in un’altra nazione ex comunista dell’Est Europeo.
In breve, è stato inevitabile il conseguente conflitto, con atrocità da tutte le parti. Ma i Serbi almeno potevano pretendere di stare soprattutto cercando di riguadagnare città e villaggi che avevano perso sotto il Nazismo.   
Molto è stato detto e fatto sugli ammazzamenti per vendetta da parte dei Serbi nel distretto Bosniaco di Srebrenica nel 1995. Ma non abbiamo mai visto alcuna menzione di omicidi di Serbi in tempo di guerra e dopo la guerra in quell’area, che aveva visto la popolazione Serba ridursi da un livello pre-bellico di più della metà a meno di un terzo di tutta la popolazione della zona. Nemmeno abbiamo trovato alcuna menzione delle atrocità di cui sono stati fatti oggetto centinaia di migliaia di Serbi che venivano espulsi dalla Croazia. 


Entriamo nel problema del Kosovo.

Per appoggiare la parte Musulmana durante il conflitto in Bosnia del 1992-1995, gli organi di intelligence Britannici e Statunitensi facevano ricorso allo straordinario reclutamento e all’addestramento di estremisti Islamici provenienti dalle guerre anti-Sovietiche degli anni Ottanta in Afghanistan.
Inoltre venivano forniti aiuti ed addestramento agli estremisti Musulmani Albanesi, che avevano costituito l’Esercito di Liberazione del Kosovo (KLA o UCK), per scatenare la guerriglia contro le comunità Serbe isolate. ( Questi fatti sospettati da vecchia data hanno avuto conferma dall’ex Ministro per l’Ambiente della Gran Bretagna, Michael Meacher, che li ha descritti di recente sul giornale The Guardian). 
Ancora più straordinario è stato il modo con cui i tentativi da parte dei Serbi per impedire o contrastare le aggressioni di questo KLA sono stati denunciati come “pulizia etnica” degli Albanesi del Kosovo (per ironia era stato il KLA ad inventare il termine, per diescrivere il suo piano di espulsione della minoranza Serba). 
Gli USA e la NATO, la North Atlantic Treaty Organization hanno dato luogo ai bombardamenti sulla Serbia, fino alla conseguente sua sottomissione non molto tempo dopo, anche se era stato il KLA, e non Belgrado, che aveva violato il cessate il fuoco del 1998 imposto dagli Stati Uniti.
 
La guerra propagandistica usata per giustificare la politica Occidentale relativa al Kosovo è stata inesorabile.
Ci è stato riferito che erano state ammazzate dai Serbi 500.000 persone di etnia Albanese (ora, quasi un miracolo, ci è stata fornita la cifra di circa 10.000).  
Molto veniva detto e fatto sul discorso tenuto nel 1989 dall’ex leader Jugoslavo Slobodan Milosevic, che avrebbe invocato “una pulizia etnica” per il Kosovo. Ma se si va a leggere veramente il discorso, si riscontra l’esatto opposto — che vi è un invito alla moderazione nel trattare con l’ostilità etnica Albanese nei confronti di una presenza politica Serba in modo legittimo. più rigida; l’idea che il 10% della popolazione Kosovara costituito dalla minoranza Serba avesse deliberatamente posto in atto l’espulsione della larga maggioranza di etnia Albanese era palesemente assurda fino dall’inizio. 
Ora questa assurdità è stata fatta passare in modo pesante dai commentatori Occidentali, cosiddetti obiettivi, portando come prova inconfutabile la fuga nel 1999 delle popolazioni di etnia Albanese verso il confine della Macedonia. Ma questa fuga è stata momentanea, ed era avvenuta dopo gli attacchi con bombardamenti della coalizione USA/NATO, non prima. Inoltre, molto di questo era solo una messa in scena. 
Quasi da nessuna parte abbiamo visto qualche menzione delle centinaia di migliaia di Serbi, Ebrei, Zingari Rom e Albanesi moderati che sono stati espulsi in via permanente dal Kosovo dagli estremisti ora al potere. Pertanto non si può pensare di essere infastiditi dalla resistenza di Belgrado e di Mosca all’indipendenza del Kosovo, dato che quasi certamente dovremo prendere atto che le residue minoranze etniche verrebbero ancor di più angariate. 

Le implicazioni per il futuro fanno spavento. La vittoria  della propaganda sulla questione del Kosovo appare avere persuaso i nostri artefici della politica Occidentale di non potere dire nulla di ciò che vogliono su alcun argomento e di fare assegnamento solo su una informazione distorta, e su un sistema dei media pigro o complice, per farla franca! 
L’ultimatum del 1999 dato a Belgrado sul Kosovo era un puro ricatto: o voi vi adeguate alle nostre richieste, non importa quanto irragionevoli, ( compresa la domanda di porre non solo il Kosovo, ma anche tutta la Serbia sotto occupazione militare della NATO), o noi usiamo la nostra forza aerea predominante per mandare in pezzi le vostre infrastrutture economiche e sociali. La successiva distruzione delle industrie della Serbia, compresa l’unica fabbrica di automobili, è stata vandalismo puro.
Perfino la disponibilità di Belgrado di accettare un Kosovo sotto il controllo di moderati di etnia Albanese è stata respinta, in favore degli estremisti Musulmani del KLA che gli USA hanno da tanto tempo appoggiato. Per ironia della sorte, molti di questi estremisti si sono attualmente uniti nella guerra santa, la jihad anti-USA di al-Qaida. 

Nel cinquantesimo Anniversario dell’inizio della loro unificazione, le potenze Europee si sono complimentate per il modo in cui hanno mantenuta l’Europa lontana dalla guerra, a partire dal 1945.
Però si sono dimenticate di sottolineare come avevano scatenato una guerra contro una nazione Europea, chiamata Serbia. 
La Serbia era stata la sola nazione Europea a resistere alla dominazione Nazista della Germania (le altre, o si erano arrese, o avevano collaborato). Per questo, la sua capitale, Belgrado, era stata ferocemente bombardata. La volta dopo che era stata bombardata avveniva per opera della NATO, che vedeva la partecipazione della Germania e di molte delle altre nazioni ex collaboratrici, questa volta per costringerla a sottomettersi a causa del Kosovo. Non desta meraviglia se i Serbi si dimostrano infuriati.    

Questo articolo a www.gregoryclark.net 

(Fonte: R. Rozoff via http://groups.yahoo.com/group/stopnato e http://groups.yahoo.com/group/yugoslaviainfo )


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http://slobodan-milosevic.org/news/ballkan070207.htm

"Reunification" of all Albanian lands "necessity" - Albanian paper
BBC Monitoring Europe (Political) - July 3, 2007 Tuesday

Text of report by Albanian newspaper Ballkan on 2 July

[Commentary by Mona Agrigoro: "Slav and Greek Deceptions Are Being Refuted"]

In an interview with Swiss daily Neue Zurcher Zeitung, Macedonia's Slav Foreign Minister Antonio Milosovski said Macedonia had "resolved the Albanian question," whereas with the Oher [Ohrid] Accord it had found a model of integration "from which other multinational states could learn."

This cynical statement by a minister who sits at the head of a system that represses the colonized Albanian population clearly shows what an anti-Albanian strategy means.

Milosovski invented a false status for the Albanian population, which is considered a "minority" in this artificial colonialist state, shifting the stress from its true nature to a deceptive conception of it that justifies the rule of the Slav Macedonians over the Albanian population under the guise of its multinational nature.

History has shown that this sinister conception spells only death, repression, and state terrorism, which the Albanian population will never be made to accept, with the exception of some collaborationists who are awarded political positions in order the serve the Slav Macedonians, just as has happened in the past. The Front for the National Unification of Albanians [FBKSh] considers the Oher Accord a disaccord destined to failure. Life is showing with every passing day the failure of this accord, as is borne out by the following facts:

"The Oher Accord stipulated that one of the highest functions of the FYROM - the president, the Assembly speaker, or the prime minister - should go to the Albanians. This was not done. The Oher Accord also spoke about an amnesty for the fighters of the Kosova [Kosovo] Liberation Army [UCK in Albanian, KLA in English]. This was not done either. On the contrary, Macedonia's prisons today are full of former UCK fighters who were not persuaded to profess their loyalty to the colonial regime of the Macedonian Slavs.

Hence, the attempt to consider the Oher Accord "a model for other multinational states" is another attempt to deceive the international community. Ever since it came into force, this accord has been implemented only to the extent it suits the interests of the political parties of Macedonia's Slavs, as it is an accord geared to the establishment of a coalition between the Slav occupiers and the Albanian-speaking collaborationists, an accord from which the latter have received only political positions and financial benefits, not state power. Just as in the past, state power in Macedonia is in the hands of the colonizers of over 16,000 square kilometres of Albanian land. The Albanian question is a question of colonial occupation, which is still unresolved due to the occupation and colonization of Albanian territories by the Serbs, Macedonian Slavs, Greeks, and Montenegrins ever since Kosova, the Vardar Valley (now under Macedonia), the Presheve [Presevo] Valley (now under Serbia), the Northern Highlands (now under Montenegro), and Cameria (now under Greece) were invaded by Serbia and Greece in 1912.

It must also be stressed that the Macedonian state, in its essence, is an artificial colonial state that did not exist before 1947 and that was formed only to repartition (for the second time, following the partitioning in 1913) the territories of natural Albania.

Milosovski is just as ludicrous when he tries to separate the question of the Albanians of Kosova from that of the Albanians of Macedonia. There is no question of the Albanians of Macedonia, or the Albanians of Serbia, or the Albanians of Northern Highlands, or the Albanians of Greece, or the Albanians of Montenegro! There is only the question of the Albanians, as an indivisible nation whose liberation and reunification into a national Albanian state in the Balkans has become a necessity of the time if ever we want the Balkans to lose once for all time its powder keg appellation and if ever we want to have peace, security, and stability in Europe, which can be achieved only with the establishment of ethnic states, such as ethnic Albania, ethnic Bulgaria, ethnic Greece, and - why not? - ethnic Serbia.


Source: Ballkan, Tirana, in Albanian 2 Jul 07

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