Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ex neofascista, attivista ed oggi partner di coalizione in quota Alleanza Nazionale, partito “post fascista”, ha dichiarato che la Croazia non potrà entrare nell’Unione Europea fino a quando non avrà ammesso che sul suo territorio è stato commesso il tragico massacro delle foibe.
L’assessore romano alla Pubblica istruzione, Laura Marsilio, ha aggiunto che Roma incoraggerà le scuole ad organizzare dei viaggi per i propri alunni a Trieste, a Pola e in Istria, dove essi avranno l’occasione di conoscere la “civiltà istriano – dalmata”.
È evidente che il sindaco di Roma e la sua Laura Marsilio non sanno o non vogliono sapere che le foibe furono un’idea fascista (brevetto fascista) e furono praticate innanzitutto dai fascisti vicino a Dignano (S. Fosca), cosa che abbiamo ribadito più volte. Ma a questo neofascista romano dobbiamo
ribadire che le foibe sono il prodotto di delitti pesanti e feroci commessi dai criminali fascisti ai danni dell’innocente popolazione dell’Istria, prima e in special modo dopo la seconda guerra mondiale. La guerra è di per sé una grossa tragedia per tutti quelli che la vivono, quando le persone si uccidono a vicenda. La storia ha dimostrato che non esistono guerre senza peccati, e che vi muoiono anche persone innocenti.
Tutti gli eserciti del mondo, in tutte le guerre, usano gli abissi, le foibe, volendo liberarsi quanto prima delle vittime cadute. Molti combattenti antifascisti finirono nelle foibe: soltanto in Istria, non sappiamo dove siano i resti di oltre duemila combattenti caduti e alcune migliaia di vittime del terrore fascista. Il sindaco Alemanno e la sua Laura non penseranno mica che i fascisti, i nazisti e gli altri sciagurati abbiano scavato le tombe ai combattenti caduti della Coalizione internazionale antifascista?
Tutta la loro natura criminale e l’odio nei confronti dei cosiddetti “sciavi” – espressione usata ingiuriosamente dal regime fascista rivolgendosi agli Slavi – si sono dimostrati nella loro totalità quando intere forze fasciste mussoliniane della Repubblica di Salò (di cui il signor Alemanno è erede), nella zona operativa adriatica, si sono messe a fianco della spaventosa e malfamata offensiva nazifascista di Romel “Wolkenbruh”. Allora agendo brutalmente in Istria, in soli otto giorni all’inizio dell’ottobre del 1943, i carnefici nazifascisti uccisero 2500 persone di cui la maggior parte innocenti, fra i quali molti bambini, donne e anziani; anzi, gettavano i bambini nel fuoco, cavavano loro gli occhi mentre erano ancora vivi, violentarono e massacrarono molte vittime, diedero fuoco a molti villaggi,
case e ville di campagna e condussero 6.877 cittadini nei campi della morte.
I signori Alemanno e Laura Marsilio non sanno queste cose, anche se le dovrebbero sapere, come pure la popolazione italiana, costantemente infettata dalla questione delle foibe e dalle menzogne.
Se non ci fossero stati questi e precedenti delitti, il genocidio ai danni della “razza inferiore slava”, come ci caratterizzava Mussolini, e le torture brutali dei fascisti in Istria, affermiamo fermamente che non ci sarebbero state neanche le foibe; di ciò in Italia si tace, e si evita cocciutamente di parlare alla popolazione italiana delle barbarie commesse da parte delle armate italiane d’occupazione.
Nelle foibe istriane finirono gli incalliti fascisti che commettevano il genocidio e che il popolo aveva condannato durante il conflitto. Ammettiamo che al tempo della guerra e nei giorni di anarchia siano state possibili anche delle vendette di singoli, per le quali però il movimento antifascista di liberazione popolare non può essere responsabile, perché i combattenti antifascisti non avevano nessun motivo di uccidere gli innocenti, e neanche lo facevano.
Disponiamo dei nominativi di 808 criminali italiani di guerra con i numeri dei loro dossier, proclamati come tali dalla Commissione internazionale delle Nazioni Unite e che non hanno mai risposto dei crimini commessi. Neanche le autorità italiane hanno chiesto scusa a questi nostri luoghi e alla popolazione che qui vive. Invitiamo i signori di Roma ad inchinarsi davanti alle nostre vittime e ad iniziare, col nostro popolo, un dialogo costruttivo di rispetto reciproco, tolleranza e convivenza, in un buon vicinato, perché il destino ci ha messo gli uni di fronte agli altri, anche nel futuro.
Cogliamo l’occasione per esprimere il nostro disappunto nei confronti del potere attuale nella Repubblica di Croazia, come pure dell’ambasciatore a Roma, Vidosevic, che non si esprime in merito a queste pesanti calunnie a carico della Croazia e di parte della sua popolazione.
Per la Presidenza dell’Associazione combattenti antifascisti della Regione Istriana, Tomislav Ravnic
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PRIOPĆENJE PREDSJEDNIŠTVA SAVEZA ANTIFAŠISTIČKIH BORACA I ANTIFAŠISTA ISTARSKE ŽUPANIJE
Fojbe su prvi »prakticirali« fašisti kod Vodnjana
Gradonačelnik Rima Gianni Alemanno, bivši neofašist, aktivist i danas koalicijski partner postfašističke nacionalne alijanse, izjavio je da Hrvatska ne može ući u Europsku uniju dok ne prizna da je na njenom teritoriju bio počinjen masakr te da se zbila tragedija fojbi. Rimska pročelnica za školstvo Laura Marsilio dodala je da će Rim poticati škole na organiziranje učeničkih putovanja u Trst, Pulu i Istru, gdje bi trebali upoznati, rekla je, »istarsko - dalmatinsku civilizaciju«.
Rimski gradonačelnik i njegova Laura očito ne znaju ili ne žele znati da su fojbe fašistički izum (breveto fascista) i prvi su ih prakticirali u Istri fašisti kod Vodnjana (Sv. Foška), o čemu smo pisali u nekoliko navrata. Ovom rimskom neofašistu moramo ponoviti da su fojbe produkt teških, zvjerskih fašističkih zločina nad nedužnim stanovništvom Istre i prije, a posebno tijekom Drugog svjetskog rata. Rat je sam po sebi velika tragedija za sve koji u njemu sudjeluju. Povijest je dokazala da nema bezgrešnih ratova, jer u njima stradavaju i nevini ljudi. Sve vojske svijeta u svim ratovima koriste bezdane, jame - fojbe, želeći se što prije riješiti žrtava. Mnogo je antifašističkih boraca završilo u fojbama. Samo mi u Istri ne znamo za grobove više od dvije tisuće palih boraca i nekoliko tisuća žrtava fašističkog terora. Valjda ne misle gradonačelnik Alemanno i njegova Laura da su fašisti, nacisti i drugi zlotvori kopali grobove palim ratnicima Međunarodne antifašističke koalicije.
Svu svoju zločinačku ćud i mržnju prema šćavima (scavi), kako je pogrdno fašistički režim oslovljavao Slavene, pokazali su u svoj svojoj punini kad su se čitave Mussolinijeve fašističke snage Repubblice di Salo (koju gospodin Alemanno baštini) u Jadranskoj operativnoj zoni stavile u vodeću pratnju zastrašujuće zloglasne nacifašističke Rommelove ofenzive »Wolkenbruch«. Tada su samo u osmodnevnom brutalnom divljanju Istrom početkom listopada 1943. godine nacifašistički krvnici poubijali 2.500 uglavnom nedužnih ljudi, među kojima mnogo djece, žena i staraca, štoviše bacali djecu u vatru, vadili im oči na živo, silovali i mnoge žrtve masakrirali. Spalili su mnoga naselja, domove i seoska gospodarstva i odveli 6.877 građana u logore smrti. To gospodin Alemanno i gospođa Marsilio ne znaju, a trebali bi znati, kao i talijanska javnost, koja se uporno inficira fojbama i neistinom.
Da nije bilo ovih i prethodnih ubojstava, genocida nad »nižom slavenskom rasom«, kako nas je častio Mussolini, te brutalnih tortura fašista u Istri, odgovorno tvrdimo da fojbi ne bi bilo, o čemu se u Italiji ne govori, kao što se talijanskoj javnosti uporno prešućuje o počinjenim zločinima talijanskih okupacijskih armija.
U fojbama u Istri završili su okorjeli genocidni fašisti i špijuni koje je narod osudio u ratu.
Dozvoljavamo da su u ratu i danima bezvlašća bile moguće i pojedinačne osvete, za koje antifašistički narodnooslobodilački pokret ne može snositi odgovornost jer antifašistički borci nisu imali nikakvog razloga ubijati nevine ljude niti su to činili.
U posjedu smo spisa s imenima i prezimenima 808 talijanskih ratnih zločinaca te brojevima njihovih dosjea koje je donijela Međunarodna komisija Ujedinjenih naroda, a koji nisu nikada odgovarali za počinjene zločine. Nikad se talijanske vlasti nisu ispričale ovom našem kraju i njegovim stanovnicima za počinjene zločine. Pozivamo gospodu Rimljane da se poklone našim žrtvama i povedu s našim narodom konstruktivan dijalog međusobnog uvažavanja, tolerancije i convivenze, jer nas je sudbina uputila jedne na druge i u budućnosti.
Ovom prilikom zamjeramo na inertnosti aktualnim izvršnim vlastima RH, kao i veleposlaniku Vidoševiću u Rimu koji prešućuje ove teške objede na račun Hrvatske i dijela njenog stanovništva.
Za predsjedništvo SABA-e Istarske županije, Tomislav Ravnic
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www.resistenze.org - popoli resistenti - croazia - 28-11-08 - n. 252
Di nuovo minacce dei postfascisti alla Croazia
dal quotidiano “Zadarski list”, Zara, 13 novembre 2008
Armando Cernjul
Delle minacce del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno
Il Sindaco di Roma Gianni Alemanno, eletto dalla Coalizione di Berlusconi; Il Popolo della Libertà e AN postfascista, partito il secondo dell’ex Ministro nel Governo di Berlusconi, Gianfranco Fini, con la sua dichiarazione che la Croazia non può entrare a far parte dell’UE se non riconosce che sul territorio sono stati commessi dei crimini, si ritiene questa dichiarazione un ulteriore minaccia alla Croazia dalla vicina Italia.
Ricordiamo quella del Segretario dell’Alleanza Nazionale Gianfranco Fini che rivendicava dalla Croazia e i suoi cittadini il riconoscimento e la restituzione dei beni ai profughi dell’Istria, Fiume e Dalmazia, e il diritto dell’acquisto degli immobili in Croazia. E vero che minacciano e calunniano la Croazia riguardo l’esodo e le foibe, ma le minacce di Alemanno sono invece sapientemente un prologo alla festa nazionale in Italia - Giornata della memoria che si tiene ogni anno dal 2004 il 10 di febbraio.
Questo falsificatore postfascista si sente più forte a parole, da quando è diventato Sindaco, perciò afferma che la tragedia dei profughi “passa sotto silenzio nei libri di storia”, in particolare nei testi scolastici.
Tutto quello che ha dichiarato finora è un evidente menzogna. Della tragedia delle foibe, ingrandita con gran numero di vittime (da 5.000 a 50.000) è stato pubblicato in centinaia di libri e articoli, in Italia ed anche in altri paesi europei ed extraeuropei come in Canada.
Però nel 99% di questi testi dei crimini commessi dall’esercito italiano ed in particolare dai famigerati fascisti neanche una riga! Su questo il Signor Alemanno sorvola, così come lo fa anche il suo capo del Partito Gianfranco Fini, attuale presidente della Camera. E troppo poco ne parlano i politici del centro destra perché hanno paura di non ottenere il voto nemmeno da quei pochi esuli che non simpatizzano per questi esponenti del postfascismo.
I fascisti hanno cavato gli occhi a Ruza Petrovic ancora viva
Anche l’assessore all’Istruzione della Città di Roma, Laura Marsilio, esponente dello stesso partito di coalizione PDL, che in questi giorni è stata più volte fischiata alle manifestazioni studentesche dove si scandivano slogan contro il governo Berlusconi, ha esclamato di voler stimolare ed organizzare gite scolastiche a Trieste , Pola, Istria, per far conoscere “la civilizzazione istro-dalmata”. La signora Marsilio sembra “caduta dall’albero”; nessuna delle due città menzionate si trovano nella Contea dalmata e sembra non abbia la minima idea che le gite vengono organizzate non soltanto a Pola e Istria, ma anche a Fiume e nelle città dalmate.
Non sappiamo, almeno per quanto riguarda il territorio croato, perché con Pola e Istria viene citata Trieste. Forse pensa che Trieste si trovi in Croazia o Slovenia?.Scherzi a parte. Per quelli che sono bene informati, è risaputo che l’assessore pensa alla foiba di Basovizza vicino Trieste.
Nessuna persona normale può affermare che i delitti nelle foibe non sono avvenuti, ma in Croazia e in Slovenia nessuno può accettare perché di questi luoghi i neofascisti formino dei “piccoli Jasenovac”* . D’altronde le foibe, dobbiamo una ancora volta ribadire, che proprio gli italiani sono stati per primi usarle per gettare in esse “i barbari”. Cosi definivano i slavi!
Ma se la signora assessore intende indirizzare in gran numero gite scolastiche in Croazia, allora sarebbe opportuno di far visitare anche le cittadine e villaggi, dove i fascisti nella II guerra Mondiale, cavavano gli occhi a Ruza Petrovic, popolarmente chiamata Roza, ancora viva. Stuprato e ammazzato e poi gettato nella cisterna Foska Doblanovic, stuprato, massacrato e ammazzato Ana Gustin, e cosi via.
Assolutamente devono preparare le gite a visitare il villaggio Lipa in Istria che i fascisti italiani, insieme a gli occupatori tedeschi, hanno bruciato il 30 aprile 1944, ed hanno ucciso vecchiette, donne coi bambini.nelle case e nella scuola bruciava la gente viva..In totale sono state uccise 253 persone. Bruciate circa un centinaio di case ed una quarantina sono rimaste danneggiate. La signora Marsilio e il signor Alemanno dovrebbero venir sentire com’era il villaggio Lipa morto!
Quelli che si accingono andare in Dalmazia, se vogliono, sentiranno molti racconti sugli eccidi fatti dai fascisti. Le torture e fucilazioni di migliaia di partigiani che difendevano le proprie famiglie e case, fino a gli stupri e uccisioni di donne, maltrattamenti e uccisioni di vecchi e bambini! Ci sono tanti racconti, da Zara a Sibenik, Primosten, Trogir, Spalato, Metkovic, Dubrovnik e molti altri villaggi in Dalmazia, particolarmente dove si trovavano i campi di concentramento nei quali si moriva di fame. Perciò è arrivato infine il momento perché gli ex carcerati sopravvissuti e alle loro famiglie maltrattate nei campi di concentramento di Molat e altri, lo Stato italiano versi l’indennizzo, come l’ha fatto la Germania agli italiani.
In Dalmazia venivano stuprate e ammazzate donne, vecchi e bambini
L’indennizzo però non è sufficiente. I studenti italiani dovrebbero visitare ogni anno, decine di luoghi. Conosceranno e di questo troveranno scritto anche nei documenti italiani, che:
In data del 13 luglio 1942, a Zemunik (tuttora un piccolo aeroporto vicino Zara, N.d.t.)) due fascisti italiani ed un pilota tedesco, entrarono con forza nella casa di Marija Dundovic, e dopo aversi abbuffato e ubriacato, senza alcun motivo hanno ammazzato il marito. La Dundovic è rimasta una povera vedova con tre figli di 2, 6, e 9 anni. Poi sono andati a casa di Stefanija Skoric, tentandola di violentare ma è riuscita scappare, poi hanno tentato di violentare un’altra donna, Emilija Lalic, riuscendo poi vendicarsi su Olga Loncar, che l’hanno tutti e tre violentata.
A Zaton, cittadina sul mare, un anno dopo, esattamente il 13 luglio 1943 sono state fucilate 18 persone; 13 donne, 4 anziani ed 1 bambino. Le donne prima di essere fucilate sono state stuprate. Di questi eventi ci sono centinaia e centinaia e loro, i postfascisti, condizionano l’entrata della Croazia nell’UE!
La Croazia deve essere preparata a rispondere, a queste ed altre minacce da questi eredi del dittatore fascista Mussolini e di ciò informare l’UE e l’opinione pubblica.
Quando citiamo le ultime nuove minacce che arrivano da Roma, da questa bellissima città sulla quale nel 1922 è stata organizzata la marcia fascista, l’autore di questo articolo ricorda delle critiche che gli venivano rivolte negli ultimi dieci anni a lui personalmente ma anche al giornale per il quale scriveva, da parte delle stesse organizzazioni di combattenti antifascisti (ma anche da vari settori governativi) perché attaccava aspramente i neoiredentisti e neofascisti italiani, creando così inutili tensioni negli ormai rapporti di buon vicinato tra la Croazia e l’Italia.
Ogni talvolta rispondevo con le medesime parole: Mai essi smetteranno di attaccare la Croazia e rinunciare alle pretesti di rivendicazione sui territori dell’Istria, Fiume e Dalmazia., perché questo è il piano dei criminali fascisti sopravvissuti che mai hanno ammesso la loro responsabilità di fronte a nessun tribunale e le numerosissime famiglie.
Appena l’anno scorso e quest’anno, quando, inaspettatamente partiva l’attacco diffamatorio sulla “pulizia etnica verso gli italiani” da parte del presidente Napolitano, ai miei consiglieri “politici” ed “educativi”, era chiaro che essi non si fermeranno e che i “delitti” sono soltanto una finta, una scusante, perché la loro vera “spina nel fianco” sono l’Istria, Fiume e la Dalmazia!
Nota bene, per quelli non lo sapessero, Napolitano, nella II guerra Mondiale stava dalla parte della coalizione antifascista ed è stato per molti anni un leader comunista.
Nessuno di noi in Croazia, eccetto quelli che s’incontrano con i colleghi del Partito di Alemanno ed altra marmaglia postfascista, e di questi ne abbiamo anche nel Parlamento croato ora, come ce n’erano anche nella legislazione precedente, non possono capire che la Croazia indipendente viene ricattata da quelli dei quali i nonni, padri, zii e amici, hanno fatto il massacro di circa un milione di persone in Etiopia, Libia, ex Jugoslavia, Albania, Grecia, Francia.E quando si cita la Croazia e le sue città e regioni, Alemanno e la Marsilio farebbero meglio a tacere. Ma se proprio ne parlano, allora nei testi scolastici inseriscano le torture, gli arresti ed i crimini sui croati ed italiani, commessi dall’Italia dal 1918 al 1943, in particolare dalla soldatesca di Mussolini dal 1922 al 1943 in Istria e Fiume, e gli arresti e crimini nella II guerra Mondiale dal 1941 al 1945 su tutto il territorio della Croazia.
Ricordiamo, dopo la capitolazione dell’Italia fascista avvenuta l’8 settembre 1943, molti mussoliniani hanno continuato a combattere insieme agli occupatori tedeschi ed insieme commettevano brutali crimini, bruciarono cittadine e villaggi. L’esercito italiano soltanto nel periodo dal 1941 al 1943 sul territorio croato ha ucciso più di 40.000 persone, per di più donne, vecchi e bambini, ma di ciò tacciono. A quelli che interessano, queste notizie le possono trovare presso l’Istituto della Storia Croata a Zagabria.
Perciò è necessario che prima l’Italia si scusi per i crimini commessi in Croazia, e poi questo lo deve fare la Croazia, ma soltanto per le vittime innocenti.
*Jasenovac, famigerato campo concentramento ustascia nello Stato Indipendente Croato, 1941 - 1945
Traduzione di Ivan Pavicevac