Il clou dell’iniziativa è stato l’intervento (sermone?) del sacerdote “tradizionale”, don Floriano Abramowicz, che ha detto che i “martiri” (militari, civili e religiosi ) non sono stati uccisi per la fede ma perché erano italiani. Don Floriano ha poi spiegato che fino alla rivoluzione francese le guerre venivano combattute per desiderio di espansione, di vendetta o per odio, mentre dopo s’è inserito un nuovo connotato: l’ideologia. E l’ideologia alla base delle due guerre mondiali, secondo il prete, è il fatto che l’umanità, avendo “dimenticato” Dio, su suggerimento di Satana, mette al centro di tutto l’uomo. Perché “l’ideologia di Satana” suggerisce all’uomo il paradiso in terra e quindi il desiderio di ricchezza genera una catena di vizi alla fine della quale c’è il crimine. Le due guerre mondiali furono combattute nell’ideologia di Mammona, la prima per distruggere il baluardo della cristianità che era l’impero austroungarico, la seconda come prosecuzione della prima. In esse il blocco occidentale e quello comunista avevano lo stesso odio per Gesù Cristo, lo stesso desiderio satanico per i beni terreni.
Riguardo agli “infoibati” di Basovizza, don Floriano ha parlato di “corpi vivi gettati qua dentro e morti lentamente” che risorgeranno; sono stati “spiritualmente infoibati nell’ideologia totalitaria”, ma la stessa Chiesa cattolica romana sarebbe stata “martirizzata”, vittima di un “infoibamento spirituale” causato dell’ideologia democratica.
A suggello di tutto questo, la cerimonia si è conclusa con il richiamo del primo relatore ai presenti, appellati “fedeli cattolici, amici, camerati” ad onorare i “martiri” in questo modo: al grido “per i caduti delle foibe!” gli astanti hanno risposto in coro “presente!” con tanto di saluto romano, il tutto ripetuto tre volte.