(italiano / srpskohrvatski.
Sulla disinformazione strategica a proposito di Srebrenica si vedano i
materiali raccolti alla pagina:
https://www.cnj.it/documentazione/srebrenica.htm
ed il libro: Il Dossier nascosto del "genocidio" di Srebrenica
https://www.cnj.it/documentazione/srebrenica.htm#dossier )


SREBRENICA

Rezolucija Evropskog parlamenta o 11.julu kao Danu
sećanja na genocid u Srebrenici je prepotentna i licemerna. Teško da
evropske zemlje (Portugalija, Španija, Holandija, Francuska, Engleska,
Belgija, Nemačka) i SAD mogu suditi nekoj drugoj zemlji za učinjeni
genocid dok ne priznaju i ne osude sopstvene zločine počinjene nad
drugim narodima i zemljama, pa i rasama i kontinentima. Njihova
zverstva i nedela nad narodima i zemljama Južne Amerike, Afrike,
Azije, Australije, Istočne i Jugoistočne Evrope traju od XVI v. do
danas. U njima su nestajali čitavi narodi i njihove civilizacije.
Vreme je da se demistifikuje navodna civilizacijska uloga
ovih zemalja u razvoju čovečanstva i razotkrije razbojnički i
pljačkaški duh koji u njima vlada. To je put za stvaranje boljeg
sveta.
Srbija i srpski narod su više puta u svojoj istoriji bili
objekat njihovog „civilizacijskog tretmana“, više nego ijedna
druga zemlja na svetu. I danas smo : dok liju „krokodilske suze“
nad Srebrnicom, etničko čišćenje i genocid nad Srbima u Sloveniji,
Hrvatskoj, BiH i na KiM ih mnogo ne uzbuđuje. Valjda zato što smo se
uvek suprostavljali tim razbojnicima , ne samo rečima već i puškom i
uvek im vratili „ milo za drago“. I ovog puta ćemo!
Zato se glas Srbije u osudi ovih kolonijalnih bandita
mora čuti nadaleko. Poltronsko i ksenomansko ponašanje nevladinih
organizacija (13) u podršci njihovoj rezoluciji o Srebrnici deluje
otužno.
Znam da Srbi i Muslimani, do kojih mi je stalo, neće
nikada zaboraviti zločin u Srebrnici ni sve druge učinjene na
jugoslovenskom prostoru jer su odgojeni i vaspitani u duhu bratstva i
jedinstva i živeli tako u SFRJ. Ne treba niko sa strane da nam govori
šta da radimo a najmanje zlikovci iz Vašingtona i Brisla.

Stevan D.Mirkovic, predsednik CENTRA TITO
30.1.2009

--- italiano ---

SREBRENICA

La risoluzione del Parlamento Europeo che istituisce l’ 11 luglio
quale Giorno del ricordo del genocidio a Srebrenica è prepotente ed
ipocrita.
Difficilmente i paesi europei (il Portogallo, la Spagna, l’ Olanda,
la Francia, Inghilterra, il Belgio e la Germania) e gli USA possono
giudicare un altro paese, fintantochè non ammettono e condannano i
propri delitti commessi contro altri popoli e paesi, addirittura
contro altre razze e continenti. I loro crimini e misfatti contro
popoli e paesi dell’America Latina, Africa, Asia, Australia, Europa
Orientale ed Occidentale continua dal 16. secolo fino ad oggi, periodo
in cui sono stati fatti scomparire interi popoli e le loro civiltà.
E' arrivato il momento di demistificare il cosiddetto ruolo
civilizzatore nello sviluppo dell’ umanità di questi paesi, e che si
scopra l'intento assassino e saccheggiatore che domina in loro. Questa
è la strada che bisogna percorrere per costruire un mondo migliore.
La Serbia e i serbi nella loro storia sono stati più volte oggetto del
“trattamento civilizzatore” di lorsignori, più di ogni altro paese
al mondo.
Anche oggi lo siamo. La pulizia etnica ed il genocidio sui serbi in
Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, nel Kosmet (Kosovo e
Metohija) non turba costoro più di tanto, mentre “piangono lacrime
di coccodrillo” su Srebrenica. Probabilmente perchè ci siamo sempre
opposti a questi briganti, non soltanto a parole ma anche con il
fucile, ed abbiamo restituito “pan per focaccia” (milo za drago). E
così faremmo anche questa volta!
Perciò la voce della Serbia nel condannare questi banditi colonialisti
si deve sentire lontano.
Il comportamento delle ONG (13) nel sostenere la loro risoluzione e
quello da poltroni e xenomani (ksenomansko) sono perciò degni di
miserabili.
So che i serbi ed i musulmani, ai quali tengo, non dimenticheranno mai
il crimine di Srebrenica ne' tutti gli altri commessi sul territorio
jugoslavo, perchè sono stati educati nello spirito della fratellanza e
dell'unità, ed in esso sono vissuti nella Repubblica Federativa
Socialista di Jugoslavia.
Non abbiamo bisogno che nessuno da fuori ci dica che cosa fare, e
tantomeno i criminali di Washington e Bruxelles.

Stevan Mirkovic, presidente del Centro Tito di Belgrado

30 gennaio 2009