STRASBURGO E' RUSSEN-FREI !
Ucraina: Consiglio d’Europa sospende il diritto di voto ai parlamentari russi
29/01/2015 – Nuove sanzioni da parte dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’ Europa contro la Russia.
Con una risoluzione è stato sospeso ai parlamentari russi il diritto di voto fino ad aprile e la possibilità di partecipare agli organi direttivi. Una presa di posizione contro Mosca a seguito dell’annessione della Crimea e per la crisi ucraina.
“Abbiamo informato i nostri colleghi – ha reagito Alexey Pushkov, capo parlamentare della delegazione russa – che considerato che non avremo diritto di voto e non potremo partecipare agli organismi dirigenti dell’Assemblea parlamentare – come l’Ufficio di presidenza e il comitato permanente – la delegazione russa ha deciso di non essere presente in Parlamento e lascia questa sessione “.
Il Consiglio d’ Europa è pronto a ridiscutere la posizione di Mosca il prossimo aprile. Ma la Russia dovrà rispettare alcune richieste tra cui il ritiro delle loro truppe dal territorio ucraino e la liberazione di tutti i prigionieri trattenuti illegalmente.
Solidarietà ai dirigenti comunisti russi aggrediti a Strasburgo da nazisti ucraini
Dichiarazione del Presidium del Partito Comunista della Federazione Russa
da kprf.ru | Traduzione dal russo di Mauro Gemma – 29 Gennaio 2015
da kprf.ru | Traduzione dal russo di Mauro Gemma – 29 Gennaio 2015
Il 26 gennaio, i deputati del Partito Comunista della Federazione Russa (tra cui Ghennadij Zyuganov) che partecipavano, a Strasburgo, alla seduta dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa (APCE), sono stati vigliaccamente aggrediti da alcuni esponenti del Partito Radicale ucraino, che rappresentano questa formazione fascista alla Rada Suprema di Kiev. Sull'episodio di criminalità politica avvenuto in una prestigiosa sede europea, il Presidium del PCFR ha diffuso la seguente dichiarazione:
All'ingresso del Palazzo del Consiglio di Europa a Strasburgo, dove si è svolta la seduta dell'APCE, è avvenuta un'aggressione contro membri della delegazione russa, tra cui il presidente e il vicepresidente del PCFR, G.A. Zyuganov e I.I. Melnikov. Come è stato accertato, gli aggressori sono stati i deputati della Rada Suprema ucraina D. Linko e A. Vitko del partito Radicale. Si ha l'impressione che il Majdan si sia trasferito nel cuore dell'Europa.
La delegazione russa si augura che l'APCE dia una corretta valutazione di quanto è accaduto. Qualsiasi incoraggiamento a tali azioni favorirebbe il rafforzamento dei movimenti ultra-nazionalisti e neofascisti in Europa, il che è categoricamente inaccettabile, soprattutto nell'anno del 70° anniversario della vittoria comune sul fascismo.
Che altro ancora è necessario all'Europa illuminata per capire chi ora si trovi al potere a Kiev? Dove sono finiti i tanto propagandati valori europei? E' venuto il tempo di smetterla di adottare i due pesi e le due misure.
Il nostro partito si è sempre pronunciato per una soluzione pacifica e democratica delle controversie, per relazioni di buon vicinato con tutti i popoli, compreso il popolo dell'Ucraina. Eravamo e rimaniamo popoli fratelli e faremo tutto ciò che è nelle nostre forze per trovare una giusta soluzione ai problemi che sono sorti.
Esprimiamo solidarietà ai nostri compagni, che hanno dato una risposta adeguata ai provocatori.
Il Presidium del PCFR
Mosca, 27 febbraio 2015
La delegazione russa si augura che l'APCE dia una corretta valutazione di quanto è accaduto. Qualsiasi incoraggiamento a tali azioni favorirebbe il rafforzamento dei movimenti ultra-nazionalisti e neofascisti in Europa, il che è categoricamente inaccettabile, soprattutto nell'anno del 70° anniversario della vittoria comune sul fascismo.
Che altro ancora è necessario all'Europa illuminata per capire chi ora si trovi al potere a Kiev? Dove sono finiti i tanto propagandati valori europei? E' venuto il tempo di smetterla di adottare i due pesi e le due misure.
Il nostro partito si è sempre pronunciato per una soluzione pacifica e democratica delle controversie, per relazioni di buon vicinato con tutti i popoli, compreso il popolo dell'Ucraina. Eravamo e rimaniamo popoli fratelli e faremo tutto ciò che è nelle nostre forze per trovare una giusta soluzione ai problemi che sono sorti.
Esprimiamo solidarietà ai nostri compagni, che hanno dato una risposta adeguata ai provocatori.
Il Presidium del PCFR
Mosca, 27 febbraio 2015
Vedi anche:
Ucraina: Consiglio Europa, inchieste su Maidan a punto morto
Non c'è volontà di collaborazione
http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2015/01/13/ucraina-consiglio-europa-inchieste-su-maidan-a-punto-morto_165873d3-1a12-4a08-8cbb-63a0630ad564.html
Non c'è volontà di collaborazione
http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2015/01/13/ucraina-consiglio-europa-inchieste-su-maidan-a-punto-morto_165873d3-1a12-4a08-8cbb-63a0630ad564.html
13 gennaio, 13:21 STRASBURGO - Le indagini per identificare i membri delle forze dell'ordine e i civili che hanno picchiato e torturato i manifestanti durante le proteste di piazza Maidan, sono a un punto morto. Lo rivela, in un rapporto preliminare, il Comitato per la prevenzione della tortura (Cpt) del Consiglio d'Europa. Basandosi sulle informazioni raccolte in Ucraina tra il 9 e 16 settembre 2014, il Comitato afferma che le indagini sono in una fase di "stallo", ma anche che "sembrerebbe che sinora si sia impedito ai procuratori di condurre delle indagini efficaci".
Il Cpt elenca le ragioni che spiegano la lentezza delle inchieste e l'impossibilità, almeno sinora, d'identificare i responsabili dei pestaggi dei manifestanti nella quasi totalità dei casi. Inoltre gli inquirenti stanno avendo grande difficoltà a ottenere informazioni sul dispiegamento dei vari reparti coinvolti nei fatti. Alcuni dei documenti inerenti queste operazioni, denuncia il Cpt, sono stati classificati 'segreti'.
Il Cpt elenca le ragioni che spiegano la lentezza delle inchieste e l'impossibilità, almeno sinora, d'identificare i responsabili dei pestaggi dei manifestanti nella quasi totalità dei casi. Inoltre gli inquirenti stanno avendo grande difficoltà a ottenere informazioni sul dispiegamento dei vari reparti coinvolti nei fatti. Alcuni dei documenti inerenti queste operazioni, denuncia il Cpt, sono stati classificati 'segreti'.