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La Slovenia che insorge

1) Perquisizioni della polizia slovena negli uffici Bce, Draghi minaccia azioni legali
2) Slovenia: “insurrezione” a Koper-Capodistria contro la privatizzazione del porto / Radnički otpor u Luci Koper / Vstala Primorska, vstani Slovenija


Linkovi:

Civilna fronta Vstala Primorska - Vstani Slovenija
Sindikat Žerjavistov Pomorskih dejavnosti
http://szpd.si

"Vstajenje Primorske" / "L'insurrezione del Litorale" è anche l'inno antifascista degli sloveni della regione più occidentale del paese: 
https://www.youtube.com/watch?v=MLo6FANY9Lc


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Perquisizioni della polizia slovena negli uffici Bce, Draghi minaccia azioni legali

Il presidente della Banca centrale europea ha scritto una lettera a Juncker chiedendo di intervenire contro il "sequestro illegale" di informazioni 

Redazione, 7.7.2016

Bruxelles – Scontro istituzionale senza precedenti tra la Banca centrale europea e le autorità di polizia della Slovenia, che hanno fatto irruzione nella sede nazionale della Banca centrale sequestrando dati confidenziali. A denunciarlo è lo stesso presidente della Bce, Mario Draghi che ha minacciato azioni legali e inviato una lettera al presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker per chiedere che l’esecutivo comunitario intervenga. La polizia slovena ha condotto indagini in quattro diversi edifici di Lubiana, tra cui i locali della Banca centrale europea, in cerca di prove per un’indagine preliminare su possibili irregolarità commesse nel 2013, quando la Slovenia ha iniettato 4,5 miliardi di liquidità nelle proprie banche. Il caso sotto esame riguarda la decisione della banca centrale slovena di cancellare parte del debito del gruppo Nlb. Secondo i media sloveni quattro persone sarebbero indagate per abuso d’ufficio nell’ambito di una truffa da 257milioni.

Secondo la polizia slovena, le persone toccate dalle indagini non agiscono a nome dell’Unione europea ma come funzionari delle istituzioni slovene e della Banca di Slovenia e i suoi impiegati non godono di privilegi che li renderebbero esenti da indagini preliminari. Secondo la Bce, però, quello messo in atto dalla polizia slovena è un “sequestro illegale di informazioni della Bce”, visto che sono state sottratte informazioni sui computer del governatore della Banca di Slovenia, Bostjan Jazbec, parte del board della Bce, di un ex vice governatore e di alcuni membri del personale. “Questi computer contengono informazioni della Bce, protette da leggi Ue direttamente applicabili”, lamenta Draghi nella lettera inviata a Juncker e al procuratore generale di Stato della Slovenia. “La Bce esplorerà possibili mezzi di ricorso legali previsti dalla legge slovena”, avverte Draghi chiedendo alle autorità slovene di “rimediare all’infrazione”.
La Commissione europea ha confermato di avere ricevuto la lettera del presidente Draghi, spiegando che è “troppo presto” per commentare su un procedimento “in corso”.


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Slovenia: “insurrezione” a Koper-Capodistria contro la privatizzazione del porto

di Sandi Volk, 9.9.2016

Nel corso degli anni in Slovenia si sono susseguiti una serie di episodi di lotte anche molto dure da parte di quella classe operaia che a detta di molti dovrebbe essere scomparsa. Da ultimi erano stati i minatori delle miniere di carbone di Trbovlje e Velenje, che nel 2014 si erano auto-organizzati e avevano occupato le miniere per ottenere il rispetto del contratto, il pagamento regolare dei salari (che venivano pagati con mesi di ritardo) e contro il taglio delle ferie. Ora però a muoversi sono i stati i lavoratori di un settore strategico per il capitale e di quella che è la maggiore azienda slovena, il porto di Koper-Capodistria. Con il sostegno di buona parte della popolazione della città.

Il porto di Koper-Capodistria ha prodotto nel 2015 quasi 16 milioni di € di profitti. E’ gestito da una SPA, Luka Koper (Porto di Capodistria), che dal 2008 ha una concessione 35-ennale per la gestione esclusiva del porto ed è al 70% di proprietà diretta o indiretta dello stato sloveno. Nato nel 1957, il porto, che gode dello status di zona franca, è cresciuto in maniera spettacolare arrivando nel 2015 a 19 milioni di tonnellate di merce movimentata.

All’epoca della Jugoslavia l’azienda portuale aveva finanziato con mezzi propri il collegamento dello scalo marittimo alla rete ferroviaria slovena con una tratta ferroviaria a binario unico di una 30 di km (Koper- Divača), divenuta da tempo inadeguata a garantire il traffico generato dal porto. Da anni viene chiesto allo stato il raddoppio del tratto ferroviario, ma i governi succedutisi non hanno fatto nulla, se non proporre di affidare il raddoppio a privati, che avrebbero goduto non solo dei profitti della successiva gestione dell’opera, ma pure di contributi statali.

Di fronte a un atteggiamento generale del governo di assoluto disinteresse rispetto allo sviluppo del porto, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la richiesta dello Slovenski državni holding (SDH, Holding statale sloveno), la società che gestisce le numerose partecipazioni statali in aziende ed enti, di modificare l’ordine del giorno dell’assemblea degli azionisti di Luka Koper del 1 luglio aggiungendo la sostituzione di tre dei componenti del massimo organismo della società, il Consiglio di Sorveglianza (di cui fanno parte rappresentanti degli investitori, del Comune di Koper-Capodistria e dei lavoratori) con tre nuovi membri. Tra i nuovi componenti proposti c’era anche il tedesco Jurgen Sorgenfrei, con una carriera tutta svoltasi quale dirigente del porto di Amburgo nonché coautore di una relazione dell’OECD che affermava che il raddoppio del binario ferroviario non fosse necessario. A ciò si è poi aggiunta la notizia che il Ministro delle Infrastrutture aveva proposto già parecchi tempo fa al governo di “spacchettare” la concessione a Luka Koper per dare in concessione le singole parti/attività a aziende private.

Di fronte a quello che appariva chiaramente come un tentativo di mettere alla guida dell’azienda chi doveva smontarla per poi cedere le parti migliori ai privati, i lavoratori si sono mobilitati contro la privatizzazione e la svendita del porto e a difesa del loro lavoro, ed il 1 luglio, nel giorno della assemblea dei soci di Luka Koper, hanno bloccato tutte le attività portuali. A sostegno dei lavoratori è sorta l’”iniziativa civica ”Vstala Primorska – Vstani Slovenija” (Primorska (1) insorta – insorgi Slovenia) che ha organizzato un assemblea pubblica a Koper-Capodistria “contro la privatizzazione del porto, per il futuro nostro e dei nostri figli” con la partecipazione di circa 4.000 persone (in una città che conta si è no 30.000 abitanti). Niente di strano, visto che il porto da lavoro a buona parte degli abitanti della città e del circondario ed è una realtà economica che è ad esempio tra i massimi finanziatori dell’Università del Litorale di Koper-Kapodistria.

La lotta dei lavoratori, che hanno bloccato il porto fino al 3 luglio (cosa che ha portato anche alla paralisi completa del traffico ferroviario in tutta la Slovenia), ha avuto come risultato immediato l’annullamento della proposta di sostituzione di tre componenti il Consiglio di Sorveglianza e le dimissioni del presidente di SDH. Ma i lavoratori, che hanno affermato di essersi mobilitati perché stufi “della distruzione delle nostre aziende e delle nostre vite ...” e contro “le decisioni di persone che servono esclusivamente interessi lobbistici...”, hanno a quel punto chiesto anche le dimissioni del Ministro delle Infrastrutture e del sottosegretario al Ministero delle Finanze Dragonja, che aveva fornito dati falsi circa la “non-profittabilità” di Luka Koper.

Interessante la risposta del capo del governo sloveno, Cerar, che ha affermato “non permetterò che i lavoratori guidino l’azienda, e tanto meno lo stato” rifiutando decisamente i loro inviti ad un incontro. Rifiuto che si è però ben presto rimangiato incontrando i lavoratori il 7 luglio a Lubiana. Un incontro durante il quale i rappresentanti dei lavoratori hanno presentato a Cerar un documento con il quale chiedono: il massimo appoggio del governo allo sviluppo del porto, al mantenimento e ampliamento delle concessioni a Luka Koper e per la realizzazione delle opere già in programma con la messa in atto entro settembre di tutte le misure a ciò necessarie; la rinuncia a qualsiasi modifica del regime di concessione e dello status della società Luka Koper; l’impegno a trovare in tempi brevi soluzioni adeguate per assicurare i collegamenti ferroviari del porto; una presa di distanza ufficiale e totale del governo dalle proposte del Ministro delle Infrastrutture. L’incontro è stato di carattere interlocutorio e la vicenda rimane aperta, tanto che il segretario del sindacato dei gruisti di Luka Koper ha affermato che per ora i lavoratori hanno ottenuto quanto volevano, ma che la lotta e tutt’altro che finita, concludendo con un “ora ci sono le ferie, ci rivediamo a settembre”.

Ma l’”insurrezione” di Koper-Capodistria rischia di espandersi: durante l’incontro infatti qualche centinaio di “insorti” di ogni parte della Slovenia hanno manifestato davanti al palazzo del governo contro la distruzione delle condizioni di vita dei lavoratori e a sostegno dei lavoratori del porto di Koper-Capodistria. Vedremo a settembre.

(1) La Primorska è la regione più occidentale della Slovenia lungo il confine con l’Italia e va dalle Alpi Giulie al mare. Il nome è traducibile come Litorale.

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Radnički otpor u Luci Koper

Anej Korsika - 07.07.2016.

Plan slovenske političke elite da smjenama, postupnim komadanjem i infrastrukturnim zanemarivanjem postepeno likvidira poslovno uspješnu Luku Koper naišao je na odlučan radnički otpor. Ono što je u cijeloj priči posebno porazno jest činjenica da su te sluganske elite gotovo pa otvoreno radile u korist njemačkog i austrijskog kapitala.

Izgrađena 1957. godine, Luka Koper danas je jedno od najvažnijih pristaništa sjevernog Jadrana, a među vodećima je i prema prometu te čistom dobitku. Prošle godine, u odnosu na godinu ranije, Luka Koper bilježi porast pretovara od 2 milijuna tona, ostvaruje 184,3 milijuna eura čistih prihoda od prodaje, a čista dobit raste za 12%, na rekordnih 32,5 milijuna eura. Ta strateški važna luka, koja pruža logističke usluge cijeloj srednjoj Europi, još uvijek je u većinskom državnom vlasništvu. Kada ne bismo poznavali sluganski karakter slovenske političke klase, mogli bismo pogrešno zaključiti kako je takva Luka Koper za državu od posebne vrijednosti među preostatkom obiteljskog srebra, odnosno onom dijelu koje u posljednjih četvrt stoljeća nije rasprodan po diskontnim cijenama. No poznavajući gorenavedene okolnosti, postaje ipak razumljivija trenutna saga koja traje već gotovo mjesec dana, a u kojoj se državni vrh iz petnih žila trudi pobjedničkom konju pucati u nogu.

Situacija je takva da bismo lako mogli parafrazirati Hegela: “Luka Koper ostvaruje rekordne profite i ima sjajnu perspektivu? Tim gore po Luku Koper.” Na tom tragu i uz uvjerenje kako ništa nije toliko dobro da ne bi odmah moglo biti još gore, uprava Slovenskog državnog holdinga (SDH), kao komandni centar ekonomije u djelomičnom ili većinskom državnom vlasništvu, izdala je dekret o potrebi hitne smjene trojice dosadašnjih članova Nadzornog odbora Luke Koper. Marko Jazbec, predsjednik uprave SDH, u svojim je televizijskim nastupima običnim građanima strpljivo objašnjavao svoj sasvim neobjašnjivi potez… Naime, istina je da Luka posluje iznimno uspješno, ali baš kako bi osigurali nastavak tog pozitivnog trenda, u poslovanje je potrebno uvesti određene promjene, koje će omogućiti da se trend nastavi i u budućnosti. U prijevodu, Luka trenutno stvarno posluje uspješno, no još bi bolje bilo da ljude koji su tom uspjehu pridonijeli odmah smijenimo i zamijenimo drugima, jer nikad se ne zna što donosi neizvjesna budućnost.

Zanemarivanje željezničke infrastrukture

A s neizvjesnošću je u ekonomiji kao i u nogometu: kada ne znaš na koga bi se kladio, kladi se na Nijemce. Točno to je učinio Marko Jazbec kada je za jednog od novih nadzornika predložio Jürgena Sorgefreia, njemačkog stručnjaka za infrastrukturu, posebno lučki promet, i tako izazvao zajedničko protivljenje lučkih radnika, uprave i pratećih službi. Razlozi za ljutnju oko njegovog imenovanja sasvim su razumljivi, proučimo li Jürgenov CV koji uključuje rad za hamburšku luku, nedvojbenog konkurenta Luke Koper. Još više zabrinjava što je sudjelovao u izradi studije OECD-a koja je zaključila kako drugi željeznički kolosijek prema Luci ustvari nije potreban, odnosno, ne bi bio isplativ. Drugi kolosijek je već prilično udomaćena ekonomska ideja o kojoj se u slovenskoj javnosti  govori već barem dvadeset godina, a da se u svo to vrijeme nije položila niti jedna tračnica. Do Kopra tako i dalje vozi “prvi” kolosijek, kojim uz teretni prolazi i putnički promet.

“Prvi” kolosijek pritom demonstrira i izvanrednu privrženost tradiciji, s obzirom da još danas drži brzinu od oko 35 kilometara na sat, koja je vjerojatno ostvarena već u vrijeme njegove izgradnje, dakle u vremenu Marije Terezije i Austro-Ugarske. Brzina je to koja bezbrižnom putniku pruža prostorno-vremensku iluziju kako Slovenija ipak nije tako mala zemlja, kada po njoj možeš toliko dugo putovati. Naravno, brzina je to za koju već danas možemo vidjeti da će dovesti do zasićenja i značajno usporiti teretni promet iz i u Luku Koper. Iz Luke već danas svakoga dana kreće oko 60 željezničkih kompozicija, a uz nastavak ovakvog trenda porasta, za očekivati je kako će već za godinu-dvije doći do zasićenja kapaciteta željezničke linije, odnosno tzv. uskog grla. Upravo iz tog razloga, sve su dosadašnje uprave Luke Koper, uz punu podršku radnika, od države tražile izgradnju drugog kolosijeka, namijenjenog isključivo teretnom prometu. Aktualna vlada premijera Mire Cerara je čak ustvrdila kako je izgradnja drugog kolosijeka projekt od strateškog značaja te da će izgradnju bez sumnje i pokrenuti. Utoliko više iritira činjenica da sada jedna od vladi podređenih institucija (SDH) za člana nadzornog odbora predlaže osobu koja se izrazito protivi toj gradnji.

Snažna mobilizacija

Ipak, sve postaje mnogo jasnije ukoliko cjelokupnu situaciju sagledamo kao prvi korak prema komadanju i privatizaciji Luke Koper. U tom slučaju je trojanski konj u obliku Jürgena Sorgenfreia svakako odličan izbor. Očito se radi o sličnoj priči kao u slučaju Aerodroma Ljubljana kojeg je kupilo njemačko društvo Fraport, a “blagodarni” učinici te prodaje se već sada jasno pokazuju. Ljubljanski aerodrom tako ima, primjerice, manje veza od klagenfurtskog, iako je Klagenfurt tri puta manji grad. Iz te perspektive Sorgenfrei bi mogao biti korisna izvidnica za geopolitičke interese njemačkog kapitala. No niti on, niti Jazbec, niti slovenska vlada nisu računali na iznimnu mobilizaciju i odlučnost lučkih radnika i uprave. Pod sloganom Ustala Primorska (Vstala Primorska) pred Lukom se 28. juna održao prosvjed kojem je nazočilo oko četiri tisuće ljudi, a koji je ujedinio širok spektar progresivnih civilnodruštvenih i političkih pokreta, podržali su ga i pojedini studentski pokreti, a podršku su izrazile i najveće sindikalne središnjice. U svojoj izjavi su prosvjednici naglasili da je simptomatično kako je prvi kolosijek već 1967. renoviralo praktički samo društveno poduzeće srednje veličine, dok drugi kolosijek već više od dvadeset godina nije sposobna izgraditi cijela jedna kapitalistička država.

Pritom su izložili i tri štetna scenarija koja trenutno nudi vlada. Prema prvom, ukoliko vlada ustraje na modelu javno-privatnog partnerstva, a ne bude spremna subvencionirati privatne investitore, pruga neće nikada biti izgrađena. Prometni tokovi preselit će se u Italiju, Austriju i Mađarsku, jer će Luka Koper i cijela okolna željeznička mreža postati obična slijepa ulica. Drugi scenarij, prema kojem bi vlada ustrajala pri trenutnom planu, a uz to državnim subvencijama garantira profit privatnim investitorima, doveo bi, doduše, do izgradnje drugog kolosijeka, ali bi u tom slučaju postojala prijetnja da on postane druga Termoelektrana Šoštanj, odnosno njen šesti blok – rupa bez dna za sredstva poreznih obveznika. Treći scenarij, na kojeg su u izjavi upozorili prosvjednici, uključuje mogućnost da se investitori neće zadovoljiti samo subvencijama, već će zahtijevati i udjele u slovenskim poduzećima. Tu u prvi plan izbijaju prvenstveno geopolitički interesi austrijsko-njemačkog kapitala, u ovom konkretnom slučaju – njihovih željeznica. Umjesto toga, inicijativa Ustala Primorska predlaže da se bez odlaganja zaustave sve ideje i postupci usmjereni ka privatizaciji, a da se drugi kolosijek počne graditi po modelu kojim Austrija upravo gradi  željeznički bypass oko Slovenije: izgradnju obavljaju državna poduzeća s europskim sredstvima i povoljnim kreditima na temelju državnih jamstava.

Velika radnička pobjeda

Koliko moćni su interesi upleteni u igru oko Luke Koper, između ostalog pokazuje i bizarno anonimno pismo koje ne bi bilo ništa više od toga da s njime nije naokolo počeo mahati Metod Dragonja, državni tajnik pri ministarstvu financija. Primitivno anonimno pismo navodno otkriva stvarno stanje u Luki Koper u kojoj Slovenci ne mogu dobiti posao, u kojoj vlada dominacija “čefurskih”1 sindikata, itd. Ipak, ovoga puta su privatizacijski apetiti očito naišli na pretvrd zalogaj. Na sjednici nadzornog odbora u petak, na kojoj je trebalo doći do smjene trojice članova, to se ipak nije dogodilo. Prijedlog je, naime, na kraju bio u posljednji čas uklonjen s dnevnog reda.

U međuvremenu su lučki radnici blokirali ulaz u Luku te potpuno zaustavili promet, uz iznimku pošiljki lako kvarljive robe. Time je zaustavljen i kompletan slovenski teretni željeznički promet. U tom je trenutku i arhitekt ideje o zamjeni članova nadzornog odbora te predsjednik uprave SDH, Marko Jazbec, ponudio svoju ostavku. Radnici Luke Koper zahtijevaju i ostavke ministra infrastrukture, Petra Gašparšiča, te ranije spomenutog tajnika Dragonje, koji su jednako predano radili na smjeni članova nadzornog odbora. Smirenju situacije sigurno nije pridonijela niti izjava Milana Brgleza, predsjednika parlamenta, koji je blokadu Luke nazvao atentatom na poduzeće i državu, a radnicima priprijetio da vlastite  interese prestanu stavljati ispred interesa Luke Koper, obale i Slovenije.

No niti takve neprimjerene izjave iz samoga državnog vrha ne mogu promijeniti činjenicu da se predložene smjene članova nadzornog odbora neće dogoditi, niti da je njihov inicijator Jazbec bio prisiljen ponuditi ostavku. Marko Jazbec i maskota otpora prema njemu, preparirani jazavac, tako su postali simbol organizirane radničke snage i jedne od najvećih protuprivatizacijskih pobjeda posljednjih godina, ako ne i desetljeća.

Sa slovenskog preveo Goran Matić

  1. Pogrdni slovenski izraz za osobe porijeklom iz ostalih jugoslavenskih republika []



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Vstala Primorska, vstani Slovenija

PRISPEVAL REDAKCIJA - SREDA, 22 JUNIJ 2016 09:15

Ustanovljena je bila fronta Vstala Primorska, vstani Slovenija. Na sestanku so bili prisotni  žerjavisti, KS-90, ZZB, delavci Vinakoper, sindikat Intereuropa, članica z Znanstveno raziskovalnega središča Univerze na Primorskem, predstavnik malih delničarjev, predstavnik špediterjev. in drugi. 
 
Tudi člani IDS. Srečanje je bilo sklicano z namenom ustanovitve neformalne koordinacijske skupine za organizacijo protesta proti poskusom menjave nadzornikov Luke Koper in njene kasnejše privatizacije, kI bo v torek, 28.6., ob 17.00 z zborom na parkirišču Luke Koper, nakar bi se skupaj odpravili na Titov trg, kjer se bo odvil uraden program protesta. Tekom razprave pa je bil večkrat izražen interes, da se po tem protestu nadaljuje z gradnjo fronte tudi v širših bojih.  S strani ministra Gašperšiča že dalj časa prihaja do pritiskov na predsednika uprave Dragomirja Matiča, da odpre koncesijsko pogodbo, kar bi bil prvi korak k privatizaciji, ker se jim ni uklonil, ga želijo zamenjati. Prvi korak je zamenjava nadzornikov. Delavci in delavke Luke Koper so se zato odločili, da organizirajo prvi zbor delavcev v zgodovini Luke Koper kot sredstvo za poenotenje vseh zaposlenih okrog zahtev okrog katerih ne bo popuščanja in kot poziv za udeležbo na protestu. Zbor delavcev bo potekal danes v sredo, 22.6., ob 13.00 v Luki Koper, ki je odprt za vse. Pričakuje se med 800 in 1000 zaposlenih. Delo v Luki Koper se bo za čas trajanja zbora popolnoma ustavilo. Gre za izjemno pomembno mobilizacijo delavstva, ki pa presegajo zgolj lastne ekonomske interese in izpostavljajo širše zahteve. Fronta pa kaže izjemen potencial tudi za širše gibanje. Delavci so namreč odločeni, da svoj boj nadaljujejo, dokler se privatizacija Luke Koper in drugih družb ne ustavi. Če nam uspe tokrat, bo to zelo spodbuden signal za ostala podjetja in podobne boje.

V okviru novo ustanovljene fronte se bo boj razširil tudi izven pristanišča, z vključitvijo organizacij in iniciativ, ki se tekom delovanja fronte lahko pridružijo. Že sedaj se vključuje nekaj drugih obalnih sindikatov, pa tudi delavci in delavke Vinakoper, saj so prav tako pod hudim pritiskom za privatizacijo, odvisni pa tudi od Luke Koper, ki je preko podjetja Adriafin tudi njihov lastnik (drugi lastnik Adriafina je Istrabenz, ki pa mora zaradi prisilne poravnave svoj delež v Adriafinu prodati). Istrabenz pa svoj delež že prodaja.