(slovenščina / italiano)

Celebrazioni dei nazifascisti a Gorizia e Trieste

1) Vergogna a Gorizia... e su RaiTre (Claudia Cernigoi, Gigi Bettoli, gennaio 2018)
2) A Trieste e Gorizia ancora una volta attaccato il 25 aprile: \"niente da festeggiare\" (Marco Barone, aprile 2017)
3) Nazisti celebrano nazisti a Basovizza e Opicina (2017)


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V mestni hiši v Gorici so prvič prepevali himno odreda X Mas - All\'interno del comune di Gorizia l\'inno della X Mas 

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VERGOGNA A GORIZIA

Questa mattina, a Gorizia, un municipio di un Comune italiano, nella Repubblica nata dalla Resistenza, è stato violato dalla presenza delle bandiere fuorilegge e golpiste della RSI, sventolate in nome di un malinteso senso di \"amor patrio\" dai nostalgici di quella parte d\'Italia che, tradendo il legittimo governo in carica, scelsero di dare vita ad una repubblica golpista alleata con gli invasori nazisti; alleanza che contribuì a far proseguire ancora per quasi due anni la scellerata guerra scatenata dai nazifascisti, causando in tal modo la morte di altri milioni di persone: nei combattimenti, sotto le bombe, nei lager nazisti, ma non solo. I militi della Decima Mas (commemorata oggi a Gorizia da nostalgici, nazionalisti e fascisti) collaborarono nelle azioni di rappresaglia a fianco dei nazisti massacrando altri italiani, propri connazionali, \"colpevoli\" di volere un\'Italia libera e non fascista. Oggi ce li presentano come difensori della patria e dell\'italianità, ma noi sappiamo bene che gli italiani che combattevano nelle formazioni al fianco del Reich di Hitler combattevano contro la loro stessa patria.

Oggi abbiamo sentito dichiarare da più parti che è giusto commemorare chiunque abbia lottato ed è morto per le proprie idee: a quando una commemorazione solenne anche per Adolf Hitler? Oppure, per fare un paragone coi giorni nostri, dovremmo rendere onori anche ai kamikaze sedicenti dell\'Isis che in nome delle loro idee provocano stragi nel mondo?

Manifestazioni come quella di stamattina a Gorizia non solo sono inaccettabili politicamente ed umanamente, ma va aggiungo che l\'esposizione di vessilli e simboli fascisti costituisce violazione di legge. 

Non dobbiamo permettere ai fascisti di tornare nelle piazze a seminare odio! L\'antifascismo oggi è necessario più che mai per fermare questa avanzata reazionaria che ci sta minacciando.

Claudia Cernigoi, 20 gennaio 2018

(nelle foto: le bandiere della RSI dietro lo striscione di CasaPound e poi portate all\'interno del palazzo municipale


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Lo scandaloso servizio di RaiTre: 

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Nazionalfascismo di Stato in diretta Rai da Gorizia

di Gigi Bettoli - 21 gennaio 2018

Scandaloso il servizio della Rai regionale del Friuli Venezia Giulia di ieri alle 14 (1).

Si parlava della manifestazione goriziana dell’associazione dei reduci della banda neofascista repubblichina “X Mas” e dei loro giovani eredi di Casa Pound. I quali sono stati ricevuti in pompa magna dall’amministrazione comunale, uno dei “fari” di quella riconquista progressiva dei municipi delle città friulgiuliane da parte di coalizioni di centrodestra. Infarcite, queste ultime – e talvolta guidate direttamente – di esponenti del neofascismo, che sta trasformando le nostre strade in luoghi di pattugliamento per polizie varie e per squadristi in divisa (oggi ribattezzati “stewards”). Mentre un pluriprocessato e condannato, risorto per meriti altrui, punta nuovamente al cuore dello Stato per ri-farsi i suoi affari, i suoi sostenitori si dedicano alla caccia ai sempre più numerosi poveri ed emarginati, indigeni ed immigrati.

Fantastica la descrizione dell’evento, dedicato a commemorare i tempi gloriosi in cui “la X Mas si oppose all’avanzata del X Korpus jugoslavo verso Gorizia” (2). Ciò secondo i giornalisti Rai, notoriamente sottopagati e troppo occupati a riciclare in fotocopia le stesse “notizie” per giorni e giorni – ove scarseggino le gradite libagioni per “Telesagra” – per documentarsi minimamente. O così almeno speriamo. Altrimenti, se fossero pure coscienti di quello che dicono, sarebbe pure peggio.

Così si finisce per trasformare i torti in ragione, e commemorare positivamente chi – tra l’altro – rastrellava gli ebrei per mandarli nei forni creamatori, in Germania, ma anche in Italia (nella Risiera di San Sabba a Trieste). Come dire: mentre il Presidente della Repubblica nomina Senatrice a Vita Liliana Segre, bambina sopravvissuta ad Auschwitz, a Gorizia ed a Trieste si commemorano i suoi cacciatori e gli sterminatori della sua famiglia. Congratulazioni!

Cosa fosse la X Mas (e cosa abbia continuato ad essere nel dopoguerra, tra partecipazione alle stragi mafioso-politiche come Portella della Ginestra ed i golpe del suo capo, il principe Junio Valerio Borghese) lo hanno già scritto in tanti, e qui ci limitiamo a rimandare alla più recente sintesi di L.M. Puppini (3).

Quello che ci interessa qui sottolineare è l’acritica, e temiamo ormai inconsapevole acquisizione dei temi della propaganda nazionalfascista nelle menti degli stessi giornalisti di un servizio pubblico radiotelevisivo, ormai scaduto ai più bassi livelli del Grande Fratello renzusconiano. Infarcito di tanta propaganda, di intrattenimento di basso livello e di infima capacità di informazione. Tanto da non chiedere neanche alla storica Anna Di Gianantonio, presente tra i contestatori alla contromanifestazione indetta dall’ANPI di Gorizia, di dare una versione corretta degli eventi.

In sintesi:

1) la X Mas era una banda di predoni, stupratori ed assassini seriali. Una delle tante tristi gangs che accompagnavano i nazisti tedeschi occupatori nelle loro scorrerie, volte a ritardare con ogni tipo di violenza la vittoria del fronte dei cosiddetti “alleati” di allora, ufficialmente designati “Nazioni Unite” (ed il nome era, non certo casualmente, quello che poi sarebbe diventata l’organizzazione mondiale dell’ONU);

2) il territorio goriziano, insieme con tutto il Sudtirolo (e lì, ammettiamolo, qualche ragione i tedeschi pure ce l’avevano…), il Trentino, il Bellunese, il Friuli e la Venezia Giulia, fino all’annessa nel 1941 “Provincia di Lubiana”, non era già più Italia, per i tedeschi ed i loro alleati della Repubblica di Salò, essendo stato annesso al Terzo Reich germanico. Per cui chi avesse voluto difendere l’italianità di quelle terre aveva una sola possibilità: entrare nella Resistenza antifascista, che era alleata delle Nazioni Unite;

3) la X Mas qui non stava quindi a difendere l’italianità di queste terre, ma faceva da truppa di complemento degli occupanti nazisti, in ben poco augusta compagnia: tra franchisti spagnoli della “Division Azul” e cetnici monarchici jugoslavi, collaborazionisti sloveni (domobranci), croati (ustaše) e russi (cosacchi e caucasici) ed ogni altra morchia del pianeta. Dedicandosi prevalentemente ad angariare le popolazioni locali ed a dare la caccia ai partigiani (cioè la Resistenza, cioè le Nazioni Unite);

4) quella della difesa dell’italianità al confine orientale – rivendicazione per altro anche della maggioranza della resistenza friulana: e non solo degli osovani – è diventata, durante la successiva Guerra Fredda, una falsificazione ideologica per riciclare i fascisti in funzione anticomunista. Con quali danni, in termini di infiltrazione degli apparati dello Stato e di successivo stragismo nero/di Stato lo sappiamo tutti. Fino a stravolgere la memoria storica, riducendo la Resistenza jugoslava attiva dal 1941 – anche nel territorio del Regno sabaudo, che aveva inglobato più di mezzo milione di sloveni e croati – nello stereotipo negativo del “titino”, volgarizzando le questioni nazionali in un territorio mistilingue e nascondendo i crimini del nazionalismo italiano e del fascismo;

5) in ogni caso, la allora Provincia di Gorizia aveva una popolazione per la stragrande maggiornanza di lingua e cultura slovena; fenomeno che nel territorio a nord-ovest della città si trasformava in una totale assenza di italiani, se si eccettuavano il maresciallo dei carabinieri e qualche maestro e dipendente pubblico che avevano sostituito i precedenti titolari, fuggiti in Jugoslavia o confinati in altre (lontane) regioni italiane al fine di  snazionalizzare la popolazione occupata nel 1918;

6) dalla Selva di Tarnova/Trnovski Gozd (territorio etnicamente sloveno) non erano in arrivo orde barbariche pronte a calare su Gorizia – tra l’altro, nel gennaio 1945, la Resistenza era ancora debole, e le armate delle Nazioni Unite ancora congelate sull’Appennino Tosco-Emiliano, nei Balcani ed ai confini dei Reich – ma c’era una delle più grandi zone libere della Resistenza jugoslava. Cioè di uno dei più grandi eserciti delle Nazioni Unite, una delle poche forze armate partigiane capaci di liberare il proprio territorio praticamente da sole. Che dovessero avanzare, faceva parte del progetto comune per liberare il pianeta dalla peste nazifascista;

7) infine: di fronte ai fascisti della X Mas non c’era solamente  il IX Corpus (che poi sembra una cosa così truce a citarlo: mentre era meramente il Nono Corpo d’Armata dell’Armata Popolare di Liberazione della Jugoslavia), ma c’era in prima fila la più grande divisione partigiana italiana allora in attività: la Divisione Garibaldi Natisone.

Ecco, i partigiani friulani della Natisone. L’Italia, per fortuna, furono e la difesero innanzitutto loro. Checché ne dica la Rai.

Gian Luigi Bettoli 

NOTE:

(1) L’edizione del Tg Rai del Fvg, replicata alle 19.30, é consultabile a questo indirizzo: http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-4face55d-dac2-44da-bc83-f3df694e3f7b.html#p=0

(2) Citazione testuale.

(3) Laura Matelda Puppini, Storia della collaborazionista X Mas con i nazisti occupanti, dopo l’8 settembre 1943. Per conoscere e non ripetere errori,all’indirizzo: http://www.nonsolocarnia.info/storia-della-collaborazionista-x-mas-con-i-nazisti-occupanti-dopo-l8-settembre-1943-per-conoscere-e-non-ripetere-errori/


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Trieste e Gorizia, ancora una volta viene attaccato il 25 aprile:\"nessuna liberazione, niente da festeggiare\"

di Marco Barone, 9 aprile 2017

Un dibattito maturato sulla ricorrenza del Trattato di Pace del \'47, che qualcuno continua a ritenere iniquo, quando è stata anche la conseguenza di un Paese che ha in modo vigliacco tramite il fascismo, cagionato catastrofi, guerre,crimini che ancora oggi attendono verità e giustizia, ed aggressioni unilaterali senza neanche aver dichiarato formalmente guerra, come nel caso di Belgrado. Paese che ha determinato pulizie etniche, favorito per le sue politiche l\'esodo, ancora oggi rimosso, di oltre 100 mila sloveni soprattutto, da terre che verranno poi \"colonizzate\" da gente proveniente soprattutto dal Sud Italia nell\'ottica di quella italianizzazione forzata, che è stata una delle più grandi e becere operazioni delinquenziali mai accadute nel centro Europa e nell\'Occidente, prima ancora delle politiche nefaste che verranno attuate dal nazismo. Il fascismo è nato nelle zone del Confine Orientale e nelle zone occupate dall\'Italia subito dopo la prima guerra mondiale, prima della pagliacciata reazionaria della marcia su Roma, passando per l\'intermezzo dell\'occupazione di Fiume. E qui, ovviamente, la resistenza è nata prima che altrove, e la liberazione è avvenuta dopo il 25 aprile, ovvero il primo maggio del \'45.  Ma la Liberazione vi è stata, ed è stata durissima. 
Un dibattito dove sono emerse delle dichiarazioni, come pubblicate dal Piccolo del 9 aprile 2017, di una gravità inaudita, di una interpretazione storica pazzesca. 

 «Noi non eravamo gli alleati degli alleati. Noi eravamo i perdenti». Il risultato? «La Costituzione italiana è nata senza il contributo delle province di Trieste e Gorizia. Non c’è stata nessuna Liberazione qui e quindi non c’è nessun 25 Aprile da festeggiare». 
[FOTO: il ritaglio di giornale: https://4.bp.blogspot.com/-z-B_MaimahM/WOoNWd2TEtI/AAAAAAAATNk/ZwIrujrjyvwkad9ahgpPIeGIPksgvpzOACLcB/s1600/25%2Baprile.PNG ]

Posizione che vengono di norma assunte dai soliti nazionalisti estremisti ed ultras faziosi, dall\'estrema destra, ma questa volta non è stato così.  E\' vero che tecnicamente Gorizia solo nel settembre del \'47 e Trieste il 26 ottobre del \'54 verranno cedute all\'amministrazione italiana, dopo una breve parentesi Jugoslava ed una più lunga del GMA ( governo militare alleato). Ma se non ci fosse stata la resistenza tra Gorizia e Trieste come l\'abbiamo conosciuta, se non fosse maturata quell\'alleanza ed unità tra italiani e sloveni e croati all\'interno della resistenza, probabilmente si racconterebbe una storia diversa, e l\'Italia non avrebbe avuto la Costituzione che oggi ha. Anzi, è proprio da quell\'unità maturata tra italiani, sloveni e croati che si sono poste le basi per arrivare a creare una Europa unita nelle diversità, ideale massimo da preservare e difendere in ogni luogo e circostanza. Ma quale storia si insegna oggi alle nuove generazioni? Quali precetti si insegnano nelle scuole e nelle università? Che a Trieste e Gorizia non vi è stata alcuna liberazione? Che non vi è alcun 25 aprile da festeggiare? Il 25 aprile non è la festa del Risorgimento, non è festa nazionalista, è il giorno di riscatto dell\'Italia,  è il giorno della liberazione dall\'occupante nazifascista.


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fonte: pagina FB \"Dieci Febbraio\", 27 aprile 2017

IL FRONTE VENETO SKINEADS E IL GRUPPO UNIONE DIFESA DI TRIESTE rendono omaggio ai loro \"eroi\" infoibati a Basovizza (25/4/17)

Di infoibati nello Šoht [\"foiba di Basovizza\"] ne risulta in realtà uno solo, il tranviere triestino Mario Fabian che lasciò l’impiego per arruolarsi volontario nell’Ispettorato Speciale di PS. Le persone che confessarono di avere arrestato Fabian e di averlo gettato nel pozzo della miniera furono processate e condannate nel 1949. Riassumiamo di seguito quanto emerge dal processo, come riferito dalla stampa (l\'Unità 28/6/50).
«Daniele Pettirosso ha raccontato come l’8 gennaio del 1945 in seguito ad un rastrellamento effettuato dai nazisti e da agenti della Collotti a S.. Antonio Moccò, egli venne arrestato e condotto all’Ispettorato di via Cologna. Quivi fu interrogato saltuariamente per ben diciassette giorni e fra i suoi aguzzini il Fabian fu quello la cui fisionomia gli restò impressa. Infatti fu proprio il Fabian che lo legò alla famosa “sedia elettrica” durante “l’interrogatorio” all’osteria di Moccò». 
Ed ancora:
«L’imputata Hrvatič ha detto: -Avevo notato il Fabian fra gli agenti che parteciparono al rastrellamento del 10 gennaio 1945 nel paese di Moccò-, fatto confermato indirettamente dalle dichiarazioni della teste Vittoria Zerial, vicina di casa della famiglia Fabian: -Conoscevo il Fabian. Un giorno (…) mi disse di avere partecipato a un rastrellamento in quel di Moccò e se avesse comandato lui, avrebbe fatto arrestare anche il parroco del paese che aveva suonato le campane per dare l’allarme agli abitanti».
Del tutto coerenti, dunque, i neonazifascisti nostrani hanno reso onore al proprio eroe, il torturatore Mario Fabian.

(Claudia Cernigoi)


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fonte: pagina FB \"Dieci Febbraio\", 27 aprile 2017

IL TROMBETTISTA MARIO FRAGIACOMO rende omaggio, alla \"foiba\" 149 di Opicina campagna, ai caduti dell\'esercito tedesco (nazista)

Nella fossa infatti furono gettati i corpi dei militari germanici caduti nella battaglia di Opicina che durò dal 29 aprile al 3 maggio 1945 e nel corso della quale persero la vita da una parte 149 partigiani, 32 appartenenti al battaglione sovietico, 8 abitanti del paese e 119 non identificati; i tedeschi persero 780 uomini e 3.500 furono i prigionieri. Fu dunque necessario dare urgente sepoltura a tutti questi morti: dei tedeschi 220 trovarono posto nel cimitero militare di Opicina, mentre gli altri 560 vennero sepolti d’urgenza nell’abisso 149. Dai registri cimiteriali risulta che nell’estate ’45 questi ultimi furono traslati al cimitero triestino di S. Anna e poi, in seguito ad un accordo tra i governi tedesco ed italiano ratificato nel 1957, inumati nel cimitero militare germanico di Costermano (VR)




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