Dal Partito Comunista della R.P. di Donetsk

Prima parte:
1) Tesi programmatiche del Partito Comunista della Repubblica Popolare di Donetsk (KPDNR) (aprile 2016)
2) Sul viaggio in Italia del segretario del Comitato centrale del KPDNR, Stanislav Retinskiy (marzo 2018) 
– collegamenti e video
– testo di Stanislav Retinskiy "Il Donbass tra l'Ucraina e la Russia"
3) Intervista a Stanislav Retenskij di Maurizio Vezzosi


Seguirà: Partito e classe. Introduzione (il rapporto delle forze di classe in Donbass), di Stanislav Retinskiy

Si veda anche il sito internet del KPDNR: http://wpered.su


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Tesi programmatiche del Partito Comunista della Repubblica Popolare di Donetsk (KPDNR)

13 Aprile 2016

"Vperiod”, organo del KPDNR
da wpered.su

Traduzione dal russo di Mauro Gemma

“Il Partito Comunista si pronuncia per un rapido riconoscimento internazionale della Repubblica Popolare di Donetsk e aspira a stabilire stretti contatti con i partiti fratelli di tutto il mondo. I comunisti di Donetsk hanno conquistato un alto prestigio al momento della creazione della Repubblica. Che crescerà considerevolmente se il KPDNR contribuirà direttamente alla causa del riconoscimento della Repubblica da parte della comunità internazionale. Il primo passo per ottenere ciò è quello di allacciare relazioni bilaterali di collaborazione con i partiti comunisti degli altri paesi, in primo luogo, l'Unione dei Partiti Comunisti–PCUS (SKP-KPSS)”

In relazione alla guerra

I comunisti della Repubblica Popolare di Donetsk si schierano contro la guerra civile nel Donbass ed esigono l'immediata cessazione delle azioni militari, di cui porta la colpa l'attuale regime di Kiev, instaurato da un colpo di stato e dai suoi sostenitori occidentali. Due anni fa, il fascismo ucraino ha iniziato le operazioni punitive contro la popolazione civile del Donbass, che aveva rifiutato di obbedire al governo illegittimo di Kiev e che nel referendum dell'11 maggio 2014 aveva fermamente deciso di scegliere un cammino comune con la sorella Russia.
Se la popolazione locale non avesse difeso la propria scelta e non avesse esercitato alcuna resistenza armata, a Donetsk e Lugansk sarebbe spettato il destino di Odessa e Kharkov, dove ad ogni dissidente, nella migliore delle ipotesi, è riservata la prigione, nella peggiore, la morte. I minatori e i metallurgici, i medici e gli insegnanti, i militari e i civili in un unico fronte hanno affrontato in guerra il fascismo. E ognuno di loro ha dato e continua a dare tutte le proprie forze per la causa della costruzione della Repubblica.

Noi comunisti dichiariamo che dietro i battaglioni punitivi neonazisti, che terrorizzano i civili, ci sono gli interessi del grande capitale. Gli oligarchi ucraini hanno considerato e continuano a considerare il Donbass come un proprio feudo, e i suoi cittadini come loro schiavi. Con questo gli abitanti del Donbass non sono mai stati d'accordo, dal momento che migliaia di loro hanno dato il bene più prezioso, la vita, per la libertà. Il capitale è la forza materiale che assicura tutto ciò, e per questa ragione deve essere contrastato da una forza corrispondente, vale a dire il proletariato organizzato guidato dal partito Comunista, che opera in base alle idee del marxismo-leninismo. Come conferma l'esperienza delle precedenti generazioni di comunisti durante la guerra civile in Russia e la Grande Guerra Patriottica.

Il movimento proletario è un movimento internazionale, a cui è del tutto estranea l'ideologia del nazionalismo borghese. A questo proposito dichiariamo il nostro deciso sostegno ai nostri fratelli ucraini nella loro lotta contro gli oppressori e con i nostri sforzi congiunti ci proponiamo di fermare la carneficina nel Donbass.

In relazione alla Repubblica Popolare del Donbass (DNR)

Il KPDNR opera per la costruzione della Repubblica Popolare di Donetsk come stato sovrano con successiva integrazione nell'Unione economica eurasiatica (di cui fanno parte Russia, Bielorussia e Kazakhstan, ndt.). I comunisti sostengono anche la partecipazione della DNR alle organizzazioni interstatali  di amicizia con la Russia.

In relazione all'attuale dirigenza della DNR

Il Partito Comunista appoggia la dirigenza della Repubblica nella realizzazione dei punti della Dichiarazione di sovranità della DNR e dell'Atto sull'indipendenza statale della DNR.

Il ruolo dei comunisti negli eventi del Donbass e la loro posizione nella DNR

Nella notte del 22 febbraio 2014 decine di patrioti del Donbass sono intervenuti in difesa del monumento a Vladimir Lenin, simbolo dei lavoratori di Donetsk, e non hanno consentito ai fascisti ucraini di portare a compimento la demolizione della statua. Insieme ai difensori del monumento c'erano anche i comunisti, che per primi avevano organizzato e allestito una tendopoli. Vicino al monumento decine di migliaia di persone hanno organizzato manifestazioni di condanna del colpo di stato a Kiev. I partecipanti all'azione hanno avanzato alle autorità la richiesta di svolgere un referendum sulla struttura federale dell'Ucraina, che permettesse di garantire un corso di politica estera basato sulla collaborazione con i paesi della CSI, e in primo luogo con la Federazione Russa. Ma Kiev e la dirigenza della regione di Donetsk non hanno voluto ascoltare la richiesta del popolo. Si era giunti, come ha insegnato anche Vladimir Lenin, a una situazione rivoluzionaria: le classi subalterne (il popolo) non volevano più vivere come in passato, mentre i vertici (l'élite al potere) non erano più in grado di gestire la nuova situazione.

Il 7 aprile i rappresentanti delle comunità territoriali, dei partiti politici e delle organizzazioni sociali della regione hanno proclamato la creazione di uno stato sovrano – la Repubblica Popolare di Donetsk. I comunisti hanno svolto un ruolo di primo piano nella preparazione della Dichiarazione sulla sovranità della DNR e dell'Atto sull'indipendenza statale della DNR, e hanno preso parte attiva alla preparazione e allo svolgimento del referendum dell'11 maggio 2014.

In questo momento, i comunisti difendono la giovane Repubblica imbracciando le armi e sono impegnati nel processo pacifico della sua costruzione. Il KPDNR ha realizzato e continua a realizzare progetti umanitari, destinati ad alleviare le sofferenze del popolo del Donbass, e che soffrono per le azioni del criminale regime di Kiev. Assistenza fraterna ci è venuta dal Partito Comunista della Federazione Russa, che spedisce convogli umanitari.

Il sostegno sociale dei comunisti

Il risveglio delle grandi masse nell'attività sociale rappresenta il risultato più importante degli eventi nel Donbass. In prospettiva la nostra regione potrebbe diventare un centro rivoluzionario della CSI e di tutta l'Europa. Per ottenere questo è necessaria prima di tutto la base sociale: il proletariato industriale. In secondo luogo, i lavoratori del Donbass acquisiscono esperienza militare nella lotta contro gli aggressori ucraini. Il proletariato armato diretto dal partito rivoluzionario dei comunisti rappresenta il necessario prerequisito per la rivoluzione socialista. Raggiungere l'unità del partito e della classe non è possibile senza l'introduzione della coscienza di classe negli ambienti operai. Per ottenere questo i comunisti hanno intensificato l'attività di agitazione e propaganda attraverso la creazione di un “giornalismo di partito”, vale a dire proprie pubblicazioni cartacee ed elettroniche, forum di discussione, canali radiofonici e televisivi.

La questione delle nazionalizzazioni

Oggi il Donbass si trova sull'orlo della catastrofe economica, che si è profilata in conseguenza della guerra. Per riportare il potenziale industriale della regione al livello di prima della guerra, è necessario nel più breve tempo possibile liquidare gli effetti distruttivi delle azioni militari. Noi crediamo che ciò non si possa raggiungere se non in presenza di due condizioni essenziali:

1) l'instaurazione del controllo statale sui settori strategici e sulle risorse naturali;

2) la formazione di un sistema di controllo e di contabilità.

Il sistema bancario

Il KPDNR accoglie con favore la creazione di una Banca centrale repubblicana, che si trova sotto il controllo dello Stato, e ritiene necessario creare un proprio sistema finanziario.

Le relazioni dei comunisti di Donetsk con il movimento comunista mondiale

Il Partito Comunista si pronuncia per un rapido riconoscimento internazionale della Repubblica Popolare di Donetsk e aspira a stabilire stretti contatti con i partiti fratelli di tutto il mondo.. I comunisti di Donetsk hanno conquistato un alto prestigio al momento della creazione della Repubblica. Che crescerebbe considerevolmente se il KPDNR contribuisse direttamente alla causa del riconoscimento della Repubblica da parte della comunità internazionale. Il primo passo per ottenere ciò è quello di allacciare relazioni bilaterali di collaborazione con i partiti comunisti degli altri paesi, in primo luogo, l'Unione dei Partiti Comunisti–PCUS (SKP-KPSS).

Unendo i nostri sforzi dobbiamo cercare di ottenere la fine della guerra civile nel centro dell'Europa, sanzioni contro i crimini del fascismo ucraino nel Donbass, il riconoscimento del diritto degli abitanti della DNR all'autodeterminazione. Allo stesso tempo, sosteniamo i nostri fratelli in tutto il mondo nella loro lotta contro il fascismo, l'imperialismo, l'oppressione di classe e tutte le forme di discriminazione.

Proletari di tutti i paesi, unitevi!


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Sul viaggio in Italia del segretario del Comitato centrale del KPDNR, Stanislav Retinskiy (marzo 2018) 


--- Collegamenti e video:

Sulla visita del compagno Stanislav Retinskiy in Italia (di di Vincenzo Bellantoni / PRC, 24 marzo 2018)
http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=33355

Incontro pubblico con Stanislav Retinsky a Bologna, 15 marzo 2018 (Comitato Ucraina Antifascista Bologna)


--- Intervento del segretario del Comitato centrale del KPDNR (Partito Comunista della Repubblica Popolare di Donetsk), Stanislav Retinskiy, in occasione del viaggio in Italia di marzo 2018:


Il Donbass tra l'Ucraina e la Russia


Intervento del segretario del Comitato centrale del KPDNR (Partito Comunista della Repubblica Popolare di Donetsk), Stanislav Retinskiy, in occasione del viaggio in Italia di marzo 2018

Il viaggio, organizzato dal PRC (Partito della Rifondazione Comunista), si è articolato in diverse tappe tra Roma, Mestre, Milano, Napoli, Bologna. In occasione dell'appuntamento di Bologna (15 marzo 2018) il locale Comitato Ucraina Antifascista ha curato la traduzione scritta dell'intervento introduttivo, che riproduciamo di seguito (fonte):

 

GLOSSARIO 
KPDNR = Partito Comunista della Repubblica Popolare di Donetsk (pagina internet
KPLNR =Partito Comunista della Repubblica Popolare di Lugansk 
KPRF = Partito Comunista della Federazione Russa 
KPU = Partito Comunista di Ucraina 
DNR = Repubblica Popolare di Donetsk 
LNR = Repubblica Popolare di Luhansk 
KPS-KPSS = Unione dei Partiti Comunisti, Partiti Comunisti dell’Unione Sovietica 
PSU = Partito socialista di Ucraina


Quando 4 anni fa, nel febbraio 2014, a Kiev era in atto un colpo di Stato, sono stati proprio i militanti di base del KPU (Partito Comunista di Ucraina) a scendere per primi in piazza a difendere il monumento di Lenin e a partecipare in maniera attiva a numerose manifestazioni. Nel frattempo, la dirigenza del comitato del Partito Comunista di Ucraina della regione di Donetsk, non solo dimostrava di non aver capito l’essenza del momento storico, ovvero la necessità di agire con le masse e di chiarire al proletariato il proprio interesse di classe, al contrario, apertamente, sabotava il lavoro dei militanti di base comunisti. Il Comitato regionale del Partito Comunista di Ucraina ha dato l'ordine di fermare tali attività e di prepararsi alle elezioni di Ucraina. A questo punto, i quadri intermedi (dirigenti dei comitati cittadini e di distretto), hanno deciso di assumersi la responsabilità per il destino del partito e della Regione. Il Primo Segretario del comitato del distretto di Kirov del Partito Comunista di Ucraina, attuale Primo Segretario del Comitato centrale del Partito comunista della Repubblica Popolare di Donetsk, Boris Litvinov, è autore dell’Atto e della Dichiarazione di Indipendenza della DNR. Il Primo Segretario del comitato cittadino di Slavjansk del Partito Comunista di Ucraina, attuale Secondo Segretario del Comitato centrale del Partito comunista della Repubblica Popolare di Donetsk, Anatoliy Hmelevoi, ha preso parte alla battaglia di Slavjansk. Il referendum del 11.05.2014,con la creazione delle commissioni elettorali su tutto territorio della ex regione di Donetsk, è avvenuto anche per merito dei comunisti e della loro attività. Più di 20 deputati, tra i 98 nell'Alto Consiglio della DNR (Parlamento), erano comunisti. Numerosi membri del partito facevano e fanno parte delle forze armate della DNR.

La storia del partito comunista della DNR inizia l’8 giugno 2014, quando si è svolto il congresso di fondazione. La maggioranza dei delegati erano rappresentanti del Partito Comunista di Ucraina. Ma se prima i comunisti erano coinvolti attivamente nella vita politica della Repubblica, adesso se ne sono un po’ allontanati. Per esempio, nel Consiglio Popolare della DNR i deputati comunisti non sono presenti. Ma questo in generale non significa che il Partito Comunista della DNR sia diventato meno attivo. I comunisti hanno fatto molto per la causa della costituzione della Repubblica. Attualmente, parte rilevante del nostro lavoro, è il riconoscimento internazionale della Repubblica. Raggiungere questo obiettivo è possibile, in particolare, grazie all’instaurazione di legami internazionali tra i partiti. Ed è per questo che non perdiamo il contatto con il KPU, con i nostri compagni nella lotta antifascista. Nonostante il fatto che il KPDNR sia stato formato contro la volontà del comitato regionale di Donetsk del KPU, nel complesso consideriamo il KPU un partito fratello. Nel momento attuale il KPU sta attraversando un periodo difficile, a causa non solo della situazione politica del paese, ma anche per la crisi interna: si è in una fase di "purificazione" dagli elementi estranei alla linea del partito. Il fatto è che dirigenti del comitato regionale di Donetsk, i quali ci hanno proibito di organizzare e svolgere manifestazioni a sostegno dell’ autodeterminazione del Donbass, hanno poi preso posizioni contro il KPU. Quando il KPU era sul punto di essere messo al bando, i suoi militanti di base presero subito le distanze da coloro che perseguivano solo interessi di arricchimento personale. Se il KPU riuscirà a superare la crisi, allora diventerà sicuramente più forte. La cosa principale è giungere alle giuste conclusioni rispetto alla situazione attuale. In primo luogo, il marxismo è l'unica arma teorica dei comunisti.. Il suo rifiuto porta inevitabilmente alla sconfitta. Senza una teoria della rivoluzione non ci può essere una pratica rivoluzionaria, diceva Lenin. Di conseguenza, il rifiuto del marxismo conduce prima a una sconfitta teorica, e poi a una sconfitta pratica. Il secondo luogo: i comunisti dovrebbero essere pronti a condurre non solo una lotta parlamentare, ma anche al di fuori del parlamento, pronti per il lavoro non solo legale, ma anche illegale. Senza questo è impossibile fornire una degna resistenza al nazionalismo. Siamo uniti da un nemico comune : l'imperialismo. Nell’area post - sovietica lo spazio politico di aggregazione è il KPS-KPSS, che include i partiti comunisti dell'ex Unione Sovietica, compresi Moldova e Trasnistria , Georgia e Obkhasia. In altre parole, la divisione su base nazionale non influisce in alcun modo sulla solidarietà comunista. Come è noto, nel KPS-KPSS, è incluso anche il KPU. Inoltre il KPDNR e il KPLNR (Partito comunista della Repubblica popolare di Lugansk),nonostante siano stati fondati relativamente di recente, sono già osservatori di questa unione di partiti comunisti. Nell’ ambito dei lavori del KPS-KPSS, vi è uno scambio di opinioni sull'attuale situazione politica in Ucraina e nel Donbass. Il nucleo del KPS-KPSS, ovviamente è il KPRF (Partito Comunista della Federazione Russa ), il quale promuove attivamente i nostri sforzi. I membri del KPDNR hanno l'opportunità di partecipare alla formazione al centro studi politici del Comitato centrale del KPRF, di svolgere stage presso i Media comunisti, partecipare a eventi di partito, plenum, congressi, raduni. Si instaurano contatti non solo tra le direzioni dei partiti, ma anche tra i comitati regionali. E’ promossa inoltre la cooperazione tra le organizzazioni giovanili. Grazie al KPRF il nostro partito è diventato osservatore nel KPS-KPSS I comunisti russi hanno riconosciuto i risultati del referendum dell’11 maggio 2014 e regolarmente prestano assistenza umanitaria al Donbass. Prima dei combattimenti a Donetsk e Lugansk furono consegnati 70 convogli umanitari. Questo è l'unico partito in Russia che fornisce assistenza sistematica al Donbass. Il KPRF ha intrapreso una missione per aiutare le truppe interne della DNR, dove ci sono i nostri sostenitori, in primo luogo l'ospedale militare, il teatro drammatico, la biblioteca Krupskaya. Inoltre i comunisti russi hanno patrocinato numerose strutture sociali nel distretto di Telmanovsky, restaurato la scuola e l'ospedale. Su richiesta dei comunisti di Donetsk, il KPRF ha fornito regolarmente assistenza mirata a coloro che ne avevano bisogno : veterani, disabili, famiglie numerose. Una parte sostanziale degli aiuti umanitari viene raccolta nella fattoria statale V. Lenin, il cui direttore Pavel Grudinin è candidato alla presidenza della Russia dal Partito Comunista. Come sappiamo, Grudin non è solo per il riconoscimento delle Repubbliche, ma anche per la loro inclusione nella Federazione Russa.. Il primo Segretario del comitato centrale del KPDNR Boris Litvinov ha preso parte ai lavori del congresso del KPRF , in cui Pavel Grudinin è stato nominato. Boris Litvinov lo ha ringraziato per l'assistenza umanitaria e ha augurato la vittoria alle elezioni. Anche allora Pavel Grudinin ha sottolineato che la questione del riconoscimento delle Repubbliche sarebbe stata inclusa nel suo programma elettorale.

Il KPRF è alla ricerca di nuove forme di lotta e la candidatura di Pavel Grudinin lo testimonia. Ciò rappresenta una parte della strategia dei comunisti russi che riguarda lo sviluppo delle imprese popolari nel novero delle quali rientra il sovcos Lenin nei dintorni di Mosca. Nel suo insieme tale strategia si è rivelata popolare nella società e questo è testimoniato dalle alte percentuali di voto stimate per il candidato del KPRF. Le idee socialiste in Russia sono anche ora attuali ed è per questa ragione che, secondo la nostra previsione, per Pavel Grudinin voterà un gran numero di elettori. I comunisti di DNR fanno propaganda elettorale per il candidato del KPRF sia dentro i confini del Donbass che fuori delle sue frontiere. Di recente i membri del KPRF hanno preso parte ad un incontro di Pavel Grudinin con gli elettori di Rostov-sul-Don. Altra cosa, tuttavia, è affermare che le imprese popolari possano costituire la base per il passaggio al socialismo. Già Karl Marx e Friedrich Engels scrissero che “ogni allargamento delle relazioni sopprimerebbe il comunismo locale”. In questo modo essi valutavano i tentativi dei socialisti-utopisti di costruire il comunismo su imprese isolate. Come esempio appunto si può citare il tentativo fallito di Robert Owen a New-Lanark. Criticò il socialismo “cooperativo” lo stesso Lenin, che lo definiva“fantasticheria”. Secondo il pensiero della guida dei bolscevichi la trasformazione della società capitalista in socialista è impossibile senza la lotta di classe. A suo tempo anche le forze Ucraine di sinistra hanno puntato sulle imprese popolari. Si tratta del complesso industriale “Il’ich”(Ильич) a Maryiupol, il cui pacchetto maggioritario era in possesso del collettivo lavorativo. I lavoratori dello stabilimento ricevevano degli stipendi abbastanza alti e la sfera sociale era sviluppata. Il direttore del complesso industriale,Vladimir Boico,non era iscritto al partito (a questo proposito come anche Pavel Grudinin) ma sosteneva il Partito Socialista. Nella lista elettorale del PSU (Partito socialista di Ucraina) è stato eletto un deputato alla Suprema Rada. “Il socialismo di Maryiupol” ha avuto termine con l’inizio della crisi economica mondiale,che ha condotto verso un notevole abbassamento del profitto del complesso industriale. In conclusione il complesso industriale “Il’ich”fu assorbito dal “Metinvest”- una struttura dell’oligarca ucraino Rinat Ahmetov. E la minaccia di venire assorbiti dal grande capitale pende sopra ogni impresa popolare. Il successo della nostra lotta per il socialismo dipende molto dal successo della lotta dei comunisti russi. Ed è per questo che noi auguriamo solo la vittoria ai nostri fratelli in Russia. Inoltre le difficoltà che noi incontriamo sono della stessa natura anche per il Partito Comunista del la LNR. Noi cerchiamo di risolverle con degli sforzi comuni. Nella fase attuale, la nostra collaborazione,consiste fondamentalmente nello scambio di informazioni e di esperienza. I rappresentanti del KPDNR partecipano alle iniziative politiche dei comunisti di Lugansk e viceversa. Noi cerchiamo di concordare le nostre azioni riguardo i principali problemi nell’ambito della politica interna, dei rapporti internazionali e dei problemi di carattere umanitario. I nostri partiti, KPDNR e KPLNR, sono diventati ambedue osservatori nel KPS-KPSS. In prospettiva, noi e i comunisti di Lugansk, speriamo in un riconoscimento anche da altre organizzazioni internazionali comuniste.



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“In Donbass si combatte una guerra globale. La situazione sociale dell'Ucraina continuerà a peggiorare”. Intervista a Stanislav Retenskij

Stanislav Retenskij è il segretario del Partito Comunista della Repubblica Popolare di Donetsk (KPDNR). Retenskij si è recato per alcuni giorni in Italia: nel corso della visita ha svolto numerose iniziative in cui ha raccontato il proprio punto di vista su una guerra che in Ucraina sta proseguendo silenziosamente.

 

Intervista di Maurizio Vezzosi, 20/03/2018

 

 

Perché nonostante Il conflitto in Donbass stia proseguendo è stato derubricato nell'agenda internazionale?

 

Credo che in Italia il problema riguardi principalmente la mancata attenzione dei media. Sin dall'inizio di Maidan la situazione politica ucraina è stata caratterizzata da una forte contrapposizione tra i gruppi oligarchici per il controllo sulla sfera economica, una contrapposizione tuttavia dominata dal ruolo dell'imperialismo americano. In termini geopolitici l'Ucraina si trova tra due aree: l'area euroatlantica e la Russia: occorre quindi tenere presente il significato globale del conflitto ucraino. Per queste ragioni per le Repubbliche Popolari del Donbass è molto importante che sul piano internazionale ci sia un'alternativa sul piano dell'informazione e della solidarietà.

 

Qualche giorno fa Poroshenko ha dichiarato la fine dell'ATO - Anti Terrorism Operation - denominando la campagna militare ucraina Joint Venture Operation. Che significato ha questo fatto?

 

L'assetto dell' ATO prevedeva che ad occuparsi delle attività militari fossero i servizi di sicurezza ucraini (SBU). Questo, da un punto di vista formale, complicava notevolmente l'impiego di armi pesanti da parte delle forze ucraine, come le forze aree o l'artiglieria.
Da un punto di vista politico il pretesto di un'operazione antiterrorismo appariva evidentemente poco coerente con la presunta invasione russa dell'Ucraina. Chiaramente il ruolo dei servizi segreti ucraini rimarrà importante, ma con questa mossa il comando formale delle operazioni militari passa all'esercito (VSU – Forze armate dell'Ucraina). Prima di questo fatto ad occuparsi dei traffici illegali e del mercato nero a ridosso della linea di fronte erano gli stessi servizi di sicurezza ucraini: la guerra è sempre un'ottima occasione per arricchirsi. E' senz'altro possibile che questo cambiamento produca nuovi conflitti all'interno degli apparati ucraini. Tuttavia, bisogna tenere presente che molte delle tensioni che si verificano tra i poteri ucraini sono in realtà il riflesso di altre contrapposizioni, come ad esempio quella tra il partito democratico e quello repubblicano degli Stati Uniti, che si riflette nel conflitto tra Poroshenko – sostenuto dai democratici – e Sakhaashvili – sostenuto dai repubblicani. Le operazioni militari in Donbass sono cominciate dopo l'arrivo a Kiev di importanti figure dell'apparato statunitense. Oltre a questo è ben noto che i comandanti dei battaglioni neofascisti si siano regolarmente consultati con Washington per concordare i propri piani d'azione.. Nonostante l'Unione Europea abbia certamente degli interessi in Ucraina, rimane ben più debole degli Stati Uniti e fortemente condizionata da questi: anche per questo la Germania non rinuncia mai al dialogo con la Russia. Credo che se le parti coinvolte nella guerra ucraina fossero soltanto i paesi europei il conflitto sarebbe risolto da tempo.

In questo momento qual è la situazione sociale nei territori sotto controllo del governo di Kiev?

 

Bisogna sottolineare che la situazione sociale nei territori sotto controllo del governo di Kiev è di gran lunga peggiore di quella delle Repubbliche Popolari, nonostante queste facciano quotidianamente i conti con la guerra. Kiev ha continuato a privatizzare, portando avanti delle controriforme nell'ambio della sanità: nei territori che controlla Kiev ha aumentato notevolmente i prezzi delle tariffe di gas e corrente elettrica, mentre nelle Repubbliche di Donetsk e Lugansk questi sono rimasti stabili sin dall'inizio della guerra. A Donetsk e Lugansk esiste un programma permanente di aiuto umanitario che ad esempio fornisce pasti gratuiti per i bambini fino a tre anni, che sostiene le famiglie numerose, gli anziani non autosufficienti, gli invalidi. La situazione sociale in Ucraina continuerà ad essere instabile: sono molte le questioni che riguardano questo tema. Attualmente nei territori delle Repubbliche Popolari di Lugansk e Donetsk gran parte delle miniere non sono attive perché sono state danneggiate dai bombardamenti o perché l'artiglieria ucraina impedisce loro di funzionare regolarmente. In questo momento gli Stati Uniti sono il secondo esportatore di carbone in Europa dopo la Russia: in Franca la stragrande maggioranza delle miniere ha chiuso, così come in Germania ed in Gran Bretagna. Nei territori controllati dal governo ucraino - e non interessati da alcuna attività militare - le miniere sono state chiuse per soddisfare le richieste statunitensi: è noto che nel settembre dello scorso anno nel porto di Odessa è arrivato via nave un primo carico di carbone nordamericano. La priorità del governo ucraino è evidentemente quella di assecondare le esportazioni americane distruggendo la produzione nazionale.

 

Cosa può dirci rispetto alle nazionalizzazioni nelle Repubbliche Popolari del Donbass?

 

Una delle risposte all'oltranzismo di Kiev è stato il controllo sulla tassazione delle aziende che pur lavorando nei territori delle Repubbliche Popolari paradossalmente pagavano le tasse al governo ucraino. Questo chiaramente non corrisponde né alla loro piena nazionalizzazione, né tanto meno al socialismo.

 

Negli scorsi mesi un'operazione dell'apparato della LNR (Repubblica Popolare di Lugansk) ha, per così dire, suggerito le dimissioni all'ex presidente Igor Plotinskij. Qual è a suo avviso il significato di questa vicenda?

 

Rispondere a questa domanda spetterebbe a chi si occupa del lavoro politico nella LNR. Tuttavia, credo che la vicenda faciliterà i rapporti tra i comunisti della LNR e la presidenza. Riguardo i rapporti tra le due Repubbliche Popolari credo sia importante sottolineare che il nuovo presidente della LNR ha firmato insieme al presidente della DNR (Repubblica Popolare di Donetsk) Alexander Zakharcenko un documento d'intesa riguardante il processo di integrazione economica delle due repubbliche, il potenziamento dei collegamenti ferroviari tra LNR e DNR e gli aspetti commerciali. Dunque quello che posso dire per il momento è che la nuova presidenza della LNR sembra essere più attiva sul fronte dell'integrazione delle due Repubbliche Popolari.

 

Che cosa può dirci sulle elezioni che si sono svolte in Russia?

 

Il successo di Putin era prevedibile. Credo che il risultato ottenuto da Pavel Grudinin – candidato del KPRF, Partito Comunista della Federazione Russa - sia comunque molto positivo. Le oligarchie russe temono la vittoria e la crescita delle forze progressiste, così come temono il fatto che nella società russa l'idea del socialismo sia diffusa ed abbia una concreta attualità.

Per la prima volta in visita in Italia dopo varie iniziative in diverse città a Roma è intervenuto all'assemblea nazionale di “Potere al Popolo”. Come commenta questa sua partecipazione?

 

Gli italiani sono stati i primi a mettersi in contatto con noi dando il loro appoggio e la loro solidarietà attiva. Il nostro partito ha salutato con favore la nascita di “Potere al Popolo” e lo ha appoggiato ufficialmente nella competizione elettorale che si è svolta recentemente in Italia. Nonostante la piccola percentuale di voti ottenuta nella competizione elettorale credo che in Italia – così come altrove - l'unione di varie forze che si rifanno al socialismo sia il presupposto fondamentale per un lavoro politico efficace. La loro lotta è anche la nostra.


 

Traduzione dal russo e adattamento a cura dell'autore