[The original text in English: RAMSEY CLARK, HUMAN RIGHTS FIGHTER – 1927-2021
By Sara Flounders – Co-Director of the International Action Center – April 12, 2021
Sulla morte di Ramsey Clark si vedano anche i nostri post precedenti:
www.resistenze.org - osservatorio - lotta per la pace - 26-04-21 - n. 787
Sara Flounders * | iacenter.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
12/04/2021
Ramsey Clark, combattente dei diritti umani - 1927-2021
Sara Flounders * | iacenter.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
12/04/2021
Ramsey Clark è stato uno dei fondatori dell'International Action Center e ha ispirato gli attivisti politici che ne hanno usufruito per difendere le lotte di liberazione, opporsi alle guerre di aggressione degli Stati Uniti, difendere i prigionieri politici sia nel complesso carcerario-industriale statunitense che nelle dittature sostenute dagli Stati Uniti in tutto il mondo. I militanti dell'IAC si sono uniti alle delegazioni internazionali che hanno sfidato il blocco contro Cuba e le sanzioni all'Iraq, hanno contestato la guerra USA-NATO alla Jugoslavia o si sono uniti all'ondata di resistenza che allora travolgeva l'America Latina.
Clark ha guidato la produzione di centinaia di libri e video, incontri di massa, campagne internet e dimostrazioni organizzate dall'IAC.
La IAC sta raccogliendo tributi e dichiarazioni sul contributo di Ramsey Clark.
Per favore mandate i vostri ricordi a: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Vedi i tributi da tutto il mondo
***
Salutiamo in Ramsey Clark, morto il 9 aprile 2021, uno schietto difensore di tutte le forme di resistenza popolare all'oppressione, un leader sempre disposto a sfidare i crimini del militarismo statunitense e l'arroganza globale. Ha mantenuto la convinzione che il potere dei popoli possa determinare la storia. La sua voce coraggiosa ci mancherà.
Ramsey Clark sarà ricordato dalle persone e dalle lotte di tutto il mondo come un individuo di spicco che ha usato il suo nome, la sua reputazione e le sue competenze legali per difendere i movimenti popolari e i leader che i media di regime avevano completamente demonizzato.
La convinzione iniziale di Clark sul ruolo degli Stati Uniti si è trasformata, attraverso la dura esperienza e l'osservazione di quelli che lui considerava crimini di guerra, in una determinazione a sfidare la loro politica e difendere le vittime delle aggressioni statunitensi, senza badare ai costi personali. Le sue azioni, la sua leadership e i suoi scritti hanno mostrato la sua crescita politica negli ultimi 60 anni, soprattutto le sue azioni.
Nato in un'importante famiglia del Texas nel 1927, figlio del giudice della Corte suprema Tom Clark, Ramsey è cresciuto confidando nel potere delle leggi statunitensi. Divenuto maggiorenne al culmine della potenza degli Stati Uniti alla fine della Seconda guerra mondiale, visse il lungo declino e la decadenza dell'impero statunitense. Fu nominato assistente procuratore generale nel 1961, durante l'amministrazione John F. Kennedy e procuratore generale durante l'amministrazione Lyndon Johnson, nel 1967.
La potenza del Movimento per i diritti civili e della lotta per la liberazione dei Neri degli anni '60 richiesero un cambiamento radicale nel governo. Come procuratore generale, Clark fece rispettare la desegregazione delle scuole in tutto il Sud e supervisionò la stesura del Voting Rights Act del 1965 e del Civil Rights Act del 1968. Redasse la legge sugli alloggi e l'applicazione dei diritti dei trattati delle Nazioni indigene.
A differenza di quasi tutti gli altri funzionari di livello governativo, che hanno sfruttato la loro posizione per assicurarsi una carriera multimilionaria dopo aver lasciato il governo, Ramsey Clark ha sfruttato il suo ruolo di ex procuratore generale per agire in favore degli impoveriti e dei senza voce.
Vietnam, Iran, Cuba, Venezuela
Nel 1972 andò nel Vietnam del Nord durante la campagna di bombardamento del presidente Richard Nixon. Era a Teheran nel 1979 nei giorni in cui milioni di iraniani sfidarono le mitragliatrici della polizia Savak e rovesciarono il brutale regime dello scià sostenuto dagli Stati Uniti. Ha visitato Cuba numerose volte per sfidare il blocco statunitense ed esprimere profonda ammirazione per i sensazionali cambiamenti che la rivoluzione cubana ha reso possibile.
Insieme alle dimostrazioni di decine di migliaia di persone contro le guerre degli Stati Uniti nel 1991 e nel 2003, Ramsey Clark ha diretto significativi raduni di massa in solidarietà con Cuba al Javits Convention Center nel 1992 e con il Venezuela bolivariano al Town Hall nel 2005,
Clark è stato al fianco della rivoluzione sandinista del 1979 in Nicaragua e della lotta per la liberazione di El Salvador negli anni '80 contro la dittatura sostenuta dagli Stati Uniti. Ha visitato Panama dopo l'invasione statunitense del dicembre 1989 per documentare l'enorme tributo di vite umane.
Mentre molti accolsero il crollo dell'Unione Sovietica come la fine della guerra fredda e l'inizio di un'era di pace e prosperità, Clark riteneva che ciò avrebbe portato a guerre infinite di espansione degli Stati Uniti e a un tentativo di ricolonizzazione di molti paesi.
Si oppose alla guerra degli Stati Uniti in Iraq
Con grande rischio personale, Ramsey Clark si recò in Iraq durante il culmine dei bombardamenti statunitensi del 1991. Unendo il coraggio personale all'abilità politica e legale, scrisse un atto d'accusa di 19 punti contro l'amministrazione Bush per crimini di guerra e contro l'umanità che risuonò in tutto il mondo.
L'atto d'accusa divenne la base di una Commissione d'inchiesta che tenne udienze popolari di massa in 19 paesi e 26 città degli Stati Uniti. Ramsey partecipò a tutte le udienze. Il giudizio finale si tenne a New York City nel febbraio 1992 davanti a migliaia di persone e delegati internazionali. Gli eventi ebbero una forte copertura mediatica in tutto il mondo, e una censura totale dei media corporativi statunitensi.
Durante gli anni delle sanzioni più letali sull'Iraq, che hanno causato la morte di mezzo milione di bambini iracheni in quattro anni, Ramsey portò ogni anno nel paese delegazioni internazionali per sfidare e denunciare l'impatto delle sanzioni.
Queste delegazioni di accertamento dei fatti e dei diritti umani includevano quasi sempre cineoperatori, giornalisti e fotografi per documentare l'impatto sulle popolazioni civili indifese. Ha incoraggiato altri a organizzare delegazioni di solidarietà.
Dopo l'invasione e l'occupazione dell'Iraq da parte degli Stati Uniti e della Gran Bretagna nel 2003 e in condizioni ancora più pericolose, Clark si recò in Iraq numerose volte. Ha fornito una difesa legale a Saddam Hussein, il presidente iracheno catturato, che gli Stati Uniti e i suoi lacchè iracheni giudicarono in un processo farsa.
Sebbene l'esito fosse inevitabile, Clark era determinato a rivelare che il vero crimine era la distruzione dell'Iraq da parte degli Stati Uniti e non riteneva di aver sbagliato o doversi scusare per la sua difesa di Saddam Hussein. Tre dei suoi avvocati difensori iracheni furono assassinati per aver accettato il patrocinio. Saddam Hussein fu giustiziato il 30 dicembre 2006.
Sudan, Jugoslavia
Nel 1998 gli Stati Uniti bombardarono una piccola fabbrica farmaceutica che produceva gli unici farmaci antimalarici in Sudan, sostenendo che fosse un impianto segreto per la produzione di gas nervino VX. Ramsey organizzò immediatamente medici, farmacisti e videoperatori per denunciare questo crimine contro la popolazione civile.
Nella più grande e pericolosa aggressione ai confini europei dal 1945, gli Stati Uniti, determinati a espandere l'alleanza militare della NATO nei Balcani e nell'Europa orientale, lanciarono la guerra del 1999 per smembrare e distruggere la Jugoslavia, durante l'amministrazione di Bill Clinton. Ramsey Clark fu in Jugoslavia due volte durante quei 78 giorni di implacabili bombardamenti statunitensi, esprimendo solidarietà alla popolazione sotto attacco e documentando come il Pentagono avesse preso consapevolmente di mira i civili.
Clark visitò innanzitutto le scuole bombardate, insieme agli ospedali, mercati, impianti di depurazione dell'acqua, silos di grano e impianti farmaceutici, come fece negli altri paesi bombardati dagli USA. Dopo la guerra, redasse un atto d'accusa pubblico contro Clinton e gli altri leader dei paesi NATO e ispirò un tribunale popolare di massa sui crimini di guerra degli Stati Uniti in Jugoslavia, la cui udienza finale è stata nel giugno 2000.
Clark ha osato incontrare il presidente jugoslavo Slobodan Milosevic in Jugoslavia durante i bombardamenti degli Stati Uniti e poi all'Aia quando il presidente rapito affrontò un tribunale internazionale illegale istituito dagli USA per processare i leader jugoslavi. Il punto di vista di Ramsey era che venissero accusati i leader sbagliati. Secondo la sua accusa formulata per il tribunale del 2000, sul banco degli imputati avrebbe dovuto esserci Clinton, insieme al Segretario di Stato Madeleine Albright e ai corrispettivi leader di Germania, Gran Bretagna, Francia e delle altre potenze della NATO.
Prigionieri politici statunitensi
Sebbene gran parte del lavoro di Ramsey Clark si sia concentrato sulla difesa delle nazioni sotto attacco da parte degli Stati Uniti, ha anche difeso decine se non centinaia di prigionieri politici dell'impero, dentro e fuori gli Stati Uniti. Tra questi, l'attivista indigeno Leonard Peltier; l'imam Jamil Al-Amin (alias H. Rap Brown), detenuto in una prigione di altissima sicurezza. Lui e Lynne Stewart furono disposti a difendere lo sceicco egiziano Omar Abdel Rahman. (Per il suo ruolo, la Stewart è stata accusata e incarcerata).
Ha sostenuto l'indipendenza di Porto Rico e la libertà dei suoi molti prigionieri politici. Si recò in Perù per difendere la cittadina statunitense Lori Berenson, detenuta dalla dittatura peruviana, e nelle Filippine. Ha difeso Jose Maria Sison dalle accuse di "terrorismo". Clark ha sostenuto pubblicamente la dottoressa Aafia Siddiqui, una donna pakistana torturata in Afghanistan e che sta scontando una pena di 86 anni nelle prigioni federali degli Stati Uniti, così come Mumia Abu-Jamal nella prigione statale della Pennsylvania.
Ha viaggiato in Nepal quando una rivolta rivoluzionaria portò al potere un nuovo governo e nella Corea del Nord per protestare contro i giochi di guerra e le minacce nucleari degli Stati Uniti.
Solidarietà con la Palestina
Quando il leader palestinese Yasser Arafat fu preso di mira dalle forze statunitensi e israeliane, Clark lo incontrò in Libano. Più tardi si recò a Gaza sotto totale blocco israeliano e incontrò la leadership di Hamas.
I lunghi anni di sostegno di Clark alla lotta palestinese per la liberazione hanno fatto sì che le forze sioniste lo denunciassero sempre.
Clark ha smascherato ogni aspetto della "Guerra al Terrore degli Stati Uniti" come una guerra contro l'Islam con operazioni militari senza fine, sanzioni, attacchi di droni, operazioni di cambio di regime, assassinii, detenzioni segrete e una serie di basi in tutta l'Africa all'Asia centrale e agli Stati del Golfo.
Nel 2011, gli imperialisti della NATO hanno approfittato di un'apertura fornita dalla Primavera Araba e dalle rivolte di massa che hanno rovesciato le dittature in Tunisia ed Egitto, per lanciare un bombardamento di 220 giorni sulla Libia e assassinare il leader libico Muammar Gheddafi, distruggendo il paese col più alto standard di vita in Africa.
L'imperialismo statunitense ha poi rivolto tutti i suoi sforzi per abbattere il governo della Siria. Ramsey ha viaggiato in Siria diverse volte nel tentativo di focalizzare nuovamente l'attenzione sull'impatto della sovversione USA sui civili. Viaggiando con rischio personale, Clark ha denunciato ciò che le sanzioni statunitensi, l'armamento di decine di migliaia di mercenari e poi il bombardamento di infrastrutture vitali stavano facendo a interi paesi.
Anche con il passare degli anni, Ramsey ha mantenuto un intenso programma di ascolto e coinvolgimento degli attivisti in progetti impegnativi, oltre a parlare, viaggiare e interpellare i popoli sotto attacco.
*) Co-direttrice dell'International Action Center
Clark ha guidato la produzione di centinaia di libri e video, incontri di massa, campagne internet e dimostrazioni organizzate dall'IAC.
La IAC sta raccogliendo tributi e dichiarazioni sul contributo di Ramsey Clark.
Per favore mandate i vostri ricordi a: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Vedi i tributi da tutto il mondo
***
Salutiamo in Ramsey Clark, morto il 9 aprile 2021, uno schietto difensore di tutte le forme di resistenza popolare all'oppressione, un leader sempre disposto a sfidare i crimini del militarismo statunitense e l'arroganza globale. Ha mantenuto la convinzione che il potere dei popoli possa determinare la storia. La sua voce coraggiosa ci mancherà.
Ramsey Clark sarà ricordato dalle persone e dalle lotte di tutto il mondo come un individuo di spicco che ha usato il suo nome, la sua reputazione e le sue competenze legali per difendere i movimenti popolari e i leader che i media di regime avevano completamente demonizzato.
La convinzione iniziale di Clark sul ruolo degli Stati Uniti si è trasformata, attraverso la dura esperienza e l'osservazione di quelli che lui considerava crimini di guerra, in una determinazione a sfidare la loro politica e difendere le vittime delle aggressioni statunitensi, senza badare ai costi personali. Le sue azioni, la sua leadership e i suoi scritti hanno mostrato la sua crescita politica negli ultimi 60 anni, soprattutto le sue azioni.
Nato in un'importante famiglia del Texas nel 1927, figlio del giudice della Corte suprema Tom Clark, Ramsey è cresciuto confidando nel potere delle leggi statunitensi. Divenuto maggiorenne al culmine della potenza degli Stati Uniti alla fine della Seconda guerra mondiale, visse il lungo declino e la decadenza dell'impero statunitense. Fu nominato assistente procuratore generale nel 1961, durante l'amministrazione John F. Kennedy e procuratore generale durante l'amministrazione Lyndon Johnson, nel 1967.
La potenza del Movimento per i diritti civili e della lotta per la liberazione dei Neri degli anni '60 richiesero un cambiamento radicale nel governo. Come procuratore generale, Clark fece rispettare la desegregazione delle scuole in tutto il Sud e supervisionò la stesura del Voting Rights Act del 1965 e del Civil Rights Act del 1968. Redasse la legge sugli alloggi e l'applicazione dei diritti dei trattati delle Nazioni indigene.
A differenza di quasi tutti gli altri funzionari di livello governativo, che hanno sfruttato la loro posizione per assicurarsi una carriera multimilionaria dopo aver lasciato il governo, Ramsey Clark ha sfruttato il suo ruolo di ex procuratore generale per agire in favore degli impoveriti e dei senza voce.
Vietnam, Iran, Cuba, Venezuela
Nel 1972 andò nel Vietnam del Nord durante la campagna di bombardamento del presidente Richard Nixon. Era a Teheran nel 1979 nei giorni in cui milioni di iraniani sfidarono le mitragliatrici della polizia Savak e rovesciarono il brutale regime dello scià sostenuto dagli Stati Uniti. Ha visitato Cuba numerose volte per sfidare il blocco statunitense ed esprimere profonda ammirazione per i sensazionali cambiamenti che la rivoluzione cubana ha reso possibile.
Insieme alle dimostrazioni di decine di migliaia di persone contro le guerre degli Stati Uniti nel 1991 e nel 2003, Ramsey Clark ha diretto significativi raduni di massa in solidarietà con Cuba al Javits Convention Center nel 1992 e con il Venezuela bolivariano al Town Hall nel 2005,
Clark è stato al fianco della rivoluzione sandinista del 1979 in Nicaragua e della lotta per la liberazione di El Salvador negli anni '80 contro la dittatura sostenuta dagli Stati Uniti. Ha visitato Panama dopo l'invasione statunitense del dicembre 1989 per documentare l'enorme tributo di vite umane.
Mentre molti accolsero il crollo dell'Unione Sovietica come la fine della guerra fredda e l'inizio di un'era di pace e prosperità, Clark riteneva che ciò avrebbe portato a guerre infinite di espansione degli Stati Uniti e a un tentativo di ricolonizzazione di molti paesi.
Si oppose alla guerra degli Stati Uniti in Iraq
Con grande rischio personale, Ramsey Clark si recò in Iraq durante il culmine dei bombardamenti statunitensi del 1991. Unendo il coraggio personale all'abilità politica e legale, scrisse un atto d'accusa di 19 punti contro l'amministrazione Bush per crimini di guerra e contro l'umanità che risuonò in tutto il mondo.
L'atto d'accusa divenne la base di una Commissione d'inchiesta che tenne udienze popolari di massa in 19 paesi e 26 città degli Stati Uniti. Ramsey partecipò a tutte le udienze. Il giudizio finale si tenne a New York City nel febbraio 1992 davanti a migliaia di persone e delegati internazionali. Gli eventi ebbero una forte copertura mediatica in tutto il mondo, e una censura totale dei media corporativi statunitensi.
Durante gli anni delle sanzioni più letali sull'Iraq, che hanno causato la morte di mezzo milione di bambini iracheni in quattro anni, Ramsey portò ogni anno nel paese delegazioni internazionali per sfidare e denunciare l'impatto delle sanzioni.
Queste delegazioni di accertamento dei fatti e dei diritti umani includevano quasi sempre cineoperatori, giornalisti e fotografi per documentare l'impatto sulle popolazioni civili indifese. Ha incoraggiato altri a organizzare delegazioni di solidarietà.
Dopo l'invasione e l'occupazione dell'Iraq da parte degli Stati Uniti e della Gran Bretagna nel 2003 e in condizioni ancora più pericolose, Clark si recò in Iraq numerose volte. Ha fornito una difesa legale a Saddam Hussein, il presidente iracheno catturato, che gli Stati Uniti e i suoi lacchè iracheni giudicarono in un processo farsa.
Sebbene l'esito fosse inevitabile, Clark era determinato a rivelare che il vero crimine era la distruzione dell'Iraq da parte degli Stati Uniti e non riteneva di aver sbagliato o doversi scusare per la sua difesa di Saddam Hussein. Tre dei suoi avvocati difensori iracheni furono assassinati per aver accettato il patrocinio. Saddam Hussein fu giustiziato il 30 dicembre 2006.
Sudan, Jugoslavia
Nel 1998 gli Stati Uniti bombardarono una piccola fabbrica farmaceutica che produceva gli unici farmaci antimalarici in Sudan, sostenendo che fosse un impianto segreto per la produzione di gas nervino VX. Ramsey organizzò immediatamente medici, farmacisti e videoperatori per denunciare questo crimine contro la popolazione civile.
Nella più grande e pericolosa aggressione ai confini europei dal 1945, gli Stati Uniti, determinati a espandere l'alleanza militare della NATO nei Balcani e nell'Europa orientale, lanciarono la guerra del 1999 per smembrare e distruggere la Jugoslavia, durante l'amministrazione di Bill Clinton. Ramsey Clark fu in Jugoslavia due volte durante quei 78 giorni di implacabili bombardamenti statunitensi, esprimendo solidarietà alla popolazione sotto attacco e documentando come il Pentagono avesse preso consapevolmente di mira i civili.
Clark visitò innanzitutto le scuole bombardate, insieme agli ospedali, mercati, impianti di depurazione dell'acqua, silos di grano e impianti farmaceutici, come fece negli altri paesi bombardati dagli USA. Dopo la guerra, redasse un atto d'accusa pubblico contro Clinton e gli altri leader dei paesi NATO e ispirò un tribunale popolare di massa sui crimini di guerra degli Stati Uniti in Jugoslavia, la cui udienza finale è stata nel giugno 2000.
Clark ha osato incontrare il presidente jugoslavo Slobodan Milosevic in Jugoslavia durante i bombardamenti degli Stati Uniti e poi all'Aia quando il presidente rapito affrontò un tribunale internazionale illegale istituito dagli USA per processare i leader jugoslavi. Il punto di vista di Ramsey era che venissero accusati i leader sbagliati. Secondo la sua accusa formulata per il tribunale del 2000, sul banco degli imputati avrebbe dovuto esserci Clinton, insieme al Segretario di Stato Madeleine Albright e ai corrispettivi leader di Germania, Gran Bretagna, Francia e delle altre potenze della NATO.
Prigionieri politici statunitensi
Sebbene gran parte del lavoro di Ramsey Clark si sia concentrato sulla difesa delle nazioni sotto attacco da parte degli Stati Uniti, ha anche difeso decine se non centinaia di prigionieri politici dell'impero, dentro e fuori gli Stati Uniti. Tra questi, l'attivista indigeno Leonard Peltier; l'imam Jamil Al-Amin (alias H. Rap Brown), detenuto in una prigione di altissima sicurezza. Lui e Lynne Stewart furono disposti a difendere lo sceicco egiziano Omar Abdel Rahman. (Per il suo ruolo, la Stewart è stata accusata e incarcerata).
Ha sostenuto l'indipendenza di Porto Rico e la libertà dei suoi molti prigionieri politici. Si recò in Perù per difendere la cittadina statunitense Lori Berenson, detenuta dalla dittatura peruviana, e nelle Filippine. Ha difeso Jose Maria Sison dalle accuse di "terrorismo". Clark ha sostenuto pubblicamente la dottoressa Aafia Siddiqui, una donna pakistana torturata in Afghanistan e che sta scontando una pena di 86 anni nelle prigioni federali degli Stati Uniti, così come Mumia Abu-Jamal nella prigione statale della Pennsylvania.
Ha viaggiato in Nepal quando una rivolta rivoluzionaria portò al potere un nuovo governo e nella Corea del Nord per protestare contro i giochi di guerra e le minacce nucleari degli Stati Uniti.
Solidarietà con la Palestina
Quando il leader palestinese Yasser Arafat fu preso di mira dalle forze statunitensi e israeliane, Clark lo incontrò in Libano. Più tardi si recò a Gaza sotto totale blocco israeliano e incontrò la leadership di Hamas.
I lunghi anni di sostegno di Clark alla lotta palestinese per la liberazione hanno fatto sì che le forze sioniste lo denunciassero sempre.
Clark ha smascherato ogni aspetto della "Guerra al Terrore degli Stati Uniti" come una guerra contro l'Islam con operazioni militari senza fine, sanzioni, attacchi di droni, operazioni di cambio di regime, assassinii, detenzioni segrete e una serie di basi in tutta l'Africa all'Asia centrale e agli Stati del Golfo.
Nel 2011, gli imperialisti della NATO hanno approfittato di un'apertura fornita dalla Primavera Araba e dalle rivolte di massa che hanno rovesciato le dittature in Tunisia ed Egitto, per lanciare un bombardamento di 220 giorni sulla Libia e assassinare il leader libico Muammar Gheddafi, distruggendo il paese col più alto standard di vita in Africa.
L'imperialismo statunitense ha poi rivolto tutti i suoi sforzi per abbattere il governo della Siria. Ramsey ha viaggiato in Siria diverse volte nel tentativo di focalizzare nuovamente l'attenzione sull'impatto della sovversione USA sui civili. Viaggiando con rischio personale, Clark ha denunciato ciò che le sanzioni statunitensi, l'armamento di decine di migliaia di mercenari e poi il bombardamento di infrastrutture vitali stavano facendo a interi paesi.
Anche con il passare degli anni, Ramsey ha mantenuto un intenso programma di ascolto e coinvolgimento degli attivisti in progetti impegnativi, oltre a parlare, viaggiare e interpellare i popoli sotto attacco.
*) Co-direttrice dell'International Action Center