Informazione

Jugoslavia 2001 - Dati, fatti e misfatti

Cercher� in queste righe di fare una piccola relazione circa la
situazione sociale e politica in Jugoslavia, dopo il mio ultimo viaggio
di maggio, che, oltre all'aspetto solidaristico ha avuto anche un
aspetto di incontri ufficiali sia con la direzione del PSS ( Partito
Socialista Serbo), che con la direzione della JUL ( Sinistra
Jugoslava ), con un avvenimento straordinario non solo dal punto di
vista umano e personale, ma soprattutto perch� dal 31 marzo non aveva
pi� accettato di incontrare giornalisti o politici neanche del suo
paese, � stato quindi per me un grande onore, oltrech� un'esperienza
significativa e toccante sotto tutti i punti di vista (morale, politico
e di testimonianza), aver potuto incontrare Mira Markovic, Presidente e
deputata della Sinistra Jugoslava e moglie dell'ex Presidente della
Jugoslavia Slobodan Milosevic.
Tutti questi incontri mi hanno permesso di avvicinarmi e di comprendere
ancora meglio molti aspetti politici e sociali degli avvenimenti
passati e presenti, oltre che delle ipotesi e strategie future di
coloro che per 10 anni si sono opposti fieramente e fermamente alla
NATO, al liberismo selvaggio, alla colonizzazione e svendita del
proprio paese e del proprio popolo.
Di questo vorrei accennare in queste righe, sforzandomi (e scusandomi
per questo) di sintetizzarli nei loro aspetti predominanti e pi�
importanti.

Relazione sull'incontro con Mira Markovic a maggio 2001

Mira Markovic l'avevo "conosciuta" in senso politico gi� molti anni fa
attraverso articoli, libri, interviste a difesa della Jugoslavia
socialista prima e della "piccola Jugoslavia" poi. Contro i
nazionalismi sciovinisti e per politiche di pace e solidariet� tra i
popoli balcanici. Contro l'odi fomentati dall'esterno e le quinte
colonne che li praticavano in patria. Per le sue profonde
e "sociologiche" analisi dei tragici avvenimenti che stavano
distruggendo la Jugoslavia ed i suoi popoli per interessi stranieri.
Per le sue analisi marxiste, che sempre ruotavano attorno alla difesa
degli interessi popolari prima di tutto.
L'avevo "incontrata" nelle sue righe piene di cultura e poesia, di
profondo amore per la sua terra e per le genti che la abitano, contro
ottusit� e grettezze. Cos� come un grande rispetto e riconoscenza per
le culture, la storia degli altri popoli. Avevo negli anni scorsi con
il Comitato Yugoslavia di Torino cercato di farla conoscere anche ad
altri diffondendo e facendo circolare i suoilibri e i suoi scritti.
Pensavo che era una figura di compagna e di donna di valore. Poche
volte avevo pensato che fosse anche la moglie di S.Milosevic, il
Presidente della repubblica federale Jugoslava, forse anche perch�
continuava a presentarsi, firmarsi sempre come Mira Markovic e poi
Milosevic, e in un suo libro spiega anche questo.
Nel frattempo in questi anni la canea reazionaria e menzognera al
servizio della NATO e dell'occidente liberista, rovesciava sulla sua
figura di dirigente politica, di donna, di moglie, fiumi di veleno, di
insulti, di illazioni, di bassezze, di odio da non riuscire a capire il
motivo vero di tanto livore. Forse il motivo pi� profondo era ed � che
� fastidioso e sconveniente che una donna sia anche dirigente
politica, autonoma nelle scelte politiche, capace, fieramente coerente
e non accetti ruoli impostigli da potenti o feudatari occidentali�
Certo, tanto si potrebbe dire, tranne che il suo modello siano le first
lady di turno, sorridenti e silenti, o le "marines" alla Albright o del
Ponte.
Poi, un giorno di maggio, che penso non scorder� pi� dal punto di vista
umano ed emozionale, mentre sono a Belgrado, mi si ventila la
possibilit� di un incontro , non ufficiale bens� privato con Mira
Markovic, per verificare le possibilit� di sostenere la solidariet� ed
il sostegno alla causa della libert� per l'ex-Presidente Milosevic e
contro l'estradizione al Tribunale Penale Internazionale dell'Aja e per
una controinformazione sugli avvenimenti e sulla situazione da
riportare in Italia. Questa � forse la battaglia pi� difficile della
loro vita in comune e, forse, la pi� importante per moglie e compagna e
a cui sta dando tuta s� stessa.
Vengo portato sul luogo dell'incontro passando attraverso molte
precauzioni per la sicurezza della sua persona, che � bene ricordare, �
sottoposta a minacce e intimidazioni continue, ventilando sui media
ipotesi di arresto anche per lei, sfociate finora nel nulla per
assoluta mancanza di motivazioni di qualsiasi genere.
Entrando nella stanza, ho incontrato stavolta realmente Mira Markovic,
una donna semplice nell'aspetto e nel comportamento, una donna, banale
dirlo, profondamente toccata dagli avvenimenti di questi mesi. Anche la
figlia Marija � indagata e sotto inchiesta con rischio di arresto, per
essersi opposta, reagendo all'assalto del 31 marzo, portato da commando
mascherati e non identificati, che tentarono di entrare in casa�(da
testimoni pare che uno fosse sotto il passamontagna di pelle nera� In
Jugoslavia ci sono ancora oggi oltre 30 etnie diverse � ma fino ad oggi
non risultava� una minoranza nera� forse � arrivato insieme alla
democrazia�CIA). La premessa richiestami � stata che non fosse
un'intervista, che l'argomento trattato riguardasse esclusivamente la
situazione di S:Milosevic, la campagna per la sua difesa e contro
l'estradizione all'Aja e che non fosse modificata nessuna sua
affermazione o risposta.
Presentandomi ho accennato ad alcuni elementi circa i giudizi e le
posizioni in occidente, anche della sinistra, riguardo S:Milosevic ed
anche alla sua figura: posizioni di profonda ostilit� e avversit�,
senza troppi margini di modificazioni. Su questo c'era da parte di Mira
Markovoc una consapevolezza di lunga data, dovuta secondo lei al lavoro
di disinformazione e criminalizzazione da parte dei mass media, legati
ai progetti della NATO e ostili alla Jugoslavia in s�. Per questo
riteneva utile ed importante il lavoro di chi faceva
controinformazione, cercando di far filtrare le verit�, compito non
credo facile ma encomiabile e fondamentale.
Sulla situazione carceraria, dipinta sui nostri giornali come da
villeggiatura, la situazione era la seguente: nonostante S.:Milosevic
sia tuttora un deputato, vive in una cella senza luce, scarsissima
assistenza medica (in un mese tre visite di dottori), senza
riscaldamento(con tre maglioni addosso e strati di coperte), sporca.
E' in isolamento, ma nel braccio dei criminali comuni, mafiosi, con i
peggiori criminali UCK, accusati dei delitti pi� efferati (in quanto
oltre 200 sono gi� stati liberati), e lei stessa e al figlia attendono
i colloqui insieme ai parenti di questi, mentre dovrebbe essere nel
carcere militare.
Le sue condizioni di salute sono andate peggiorando di settimana in
settimana, nonostante che egli sia entrato in buone condizioni fisiche
e morali, e proprio in questi giorni si intensificano le richieste
degli avvocati difensori di trasferirlo agli arresti domiciliari o in
un ospedale militare, in quanto la sua situazione sta diventando a
estremo rischio di vita. Due infarti, sotto rischio ictus quotidiano e
impossibilitato ormai ad alzarsi dal letto. Questo anche perch� mentre
fino a fine maggio non mangiava o assumeva farmaci se non quelli
forniti dalla moglie, ora le condizioni di carcerazione si sono
ristrette ed � costretto a prendere medicinali non pi� controllabili.
Infatti si sta determinando un pericoloso stato di intorpidimento
generale. Nell'ultimo comunicato del suo avvocato Toma Fila si richiede
con forza la fine della detenzione in carcere, perch� lo stato di
salute lo sta portando lentamente alla morte.(Allegato 3)
Circa la situazione giuridica, Mira Markovic � stata molto ferma e
determinata nel denunciare l'assoluta mancanza di prove circa le accuse
(tutte generali e generiche), tanto che a distanza di oltre due mesi
dalla data del suo arresto si � richiesto un rinnovo della carcerazione
per raccogliere le prove. Questa � un'assurdit� e barbaria giuridica e
va denunciata. Un'altra cosa che la signora Markovic vuole che si
chiara e netta per tutti � che la posizione del'ex-Presidente della
Jugoslavia � di accettazione del confronto e delle leggi e della
magistratura del suo paese a cui, scegliendo di farsi arrestare,
intende rispondere e difendersi, anche perch� sicuro di non aver nulla
di cui vergognarsi, a parte responsabilit� ed errori politici, che non
si affrontano comunque in un Tribunale. (Allegato 1) Mentre rifiuta in
modo categorico e totale il Tribunale Penale Internazionale dell'Aja,
che non riconosce e a cui non intende rispondere in quanto Tribunale
illegittimo e politico, espressione di una parte che ha aggredito e
bombardato la Jugoslavia ed il suo popolo. Mi � stato raccontato che,
quando la Del Ponte � stata a Belgrado non solo Milosevic ha rifiutato
l'incontro, ma ha rifiutato anche di firmare la ricezione del mandato,
definendolo "immondizia" e che gli � stato attaccato alle sbarre della
cella, in quanto egli si rifiuta di ritirarlo.
Le uniche richieste che vengono fatte riguardano i diritti di un
qualsiasi cittadino jugoslavo e sono contemplati nella Costituzione
jugoslava:
1) diritto alle cure e garanzie di esse;
2) difesa a piede libero;
3) rifiuto del Tribunale Penale Internazionale dell'Aja, perch�
illegale e politico.
Occorre ribadire che a tutt'oggi (met� giugno) non � stata ancora
fornita una singola prova di accusa (Allegato 2), nonostante la
citazione di decine di testimoni dell'accusa (� e decine indicati dalla
difesa), che, spesso, per ottenere la libert�, affermano la
colpevolezza di Milosevic, ma non sanno indicare fatti concreti. Oltre
al fatto che in due mesi di carcere egli � stato interrogato solo due
volte e di dodici testimoni indicati ne sono stati ascoltati solo
cinque.
Riguardo al Tribunale Penale Internazionale dell'Aja, i segnali
politici fanno pensare, che ormai la scelta � avvenuta, soprattutto
dopo il ritorno di Kostunica da Washington (vedere sua dichiarazione
alla Reuters) e la notizia che la bozza di legge al Parlamento, per
permettere l'estradizione di cittadini jugoslavi all'estero, � stata
definita e sar� a breve messa ai voti.
Accorato e forte l'invito della Markovic ad intensificare in Italia una
campagna di pressioni, lettere, sollecitazioni di personalit�,
giuristi, avvocati, politici, intellettuali verso il governo serbo ed
il Ministero della Giustizia. (Allegato 3 CISDM e Notizie Yugoslavia).
Un altro aspetto Mira Markovic ha sottolineato con forza e fierezza ed
� quello della profonda forza morale dell'ex-Presidente, che � andato
in carcere cosciente e sereno di affrontare questo passo (cosciente del
rischio che potrebbe essere la fine della sua esistenza), per rispetto
e dovere verso quei socialisti, lavoratori, parte del suo popolo, che
fino all'ultimo lo hanno sostenuto e appoggiato (e tutt'oggi ogni
settimana a migliaia nelle citt� scendono in piazza per la sua
liberazione�).
E fino a che la salute lo ha sorretto, era lui a dare coraggio alle
persone che lo incontravano in carcere, sereno e fiducioso di aver
sempre fatto il suo dovere e rispettato il proprio paese e il proprio
popolo. Anche questo va detto, perch� d� il senso di tutte le accuse e
ingiurie nei suoi confronti. Al mio rilevare come in occidente sia
stato molto ricamato l'aspetto e l'accusa di corruzione verso la figura
dell'ex-Presidente e del suo governo, Mira Markovic mi ha risposto
molto semplicemente, che ovunque vi � il potere, intorno si crea
interesse dei criminali, che cercano di inserirsi, perch� l� �
possibile utilizzare e approfittarne a proprio uso; il resto �
criminalit� di basso livello, prodotta da miseria o disperazione. Lei
non pu� negare o assolutizzare nulla, ma una cosa � indiscutibile:
S.Milosevic non � un criminale o un corrotto.
Nell'ultima parte dell'incontro avevo citato alcuni suoi articoli,
scritti negli anni '93 e '94 per la rivista "Duga", dove ella aveva
prefigurato eventi ed avvenimenti anche tragici per i popoli jugoslavi,
che purtroppo sono poi accaduti, fino a toccarla direttamente con gli
eventi del 31 marzo. Al di l� della sua piacevole sorpresa nello
scoprire che avevo letto i suoi libri (il che ha disegnato sul suo viso
segnato un debole ma profondo sorriso), che ha anche creato un clima
pi� sereno e disteso della conversazione, mi ha rinnovato la drammatica
previsione, che secondo lei non era profezia, ma che chiunque avesse
voluto leggere dentro gli avvenimenti avrebbe potuto ipotizzare, la
tragedia � stata che gli uomini e donne, le forze che non volevano
tutto questo, non sono stati capaci o abbastanza forti da impedire o
fermarli. Ma su questo molto bisognerebbe dire ed ora nel paese la
battaglia, per non essere riposti all'indietro della storia, passa
attraverso la difesa di S:Milosevic, inteso come simbolo e
rappresentante di un popolo che si � opposto e ha resistito contro la
colonizzazione e la svendita di s� stesso.
Nel rinnovarmi l'invito a continuare e rafforzare in Italia la campagna
di sostegno e solidariet� all'ex-Presidente e che all'indomani mattina
avrebbe riportato i contenuti della conversazione, ha ringraziato,
pregandomi di comunicarlo a tuti coloro che nel nostro paese fanno o
hanno fatto qualcosa per la Jugoslavia e per il suo ex-Presidente
S:Milosevic. Congedandomi, in un clima ormai commosso e toccante, ho
chiesto di portare a S:Milosevic il saluto di migliaia di lavoratori,
antimperialisti, antifascisti e sinceri militanti per la pace, che in
questi anni di aggressione alla Jugoslavia hanno cercato di esprimere
solidariet� e amicizia.
E con profondo rispetto e considerazione anche il mio, con spirito di
Unit� e Fratellanza, che dovrebbero essere i principi di convivenza tra
i popoli.
Ma il giorno prima, mentre ero tra i lavoratori, lavoratrici della
Zastava, sapendo che sarei andato a Belgrado, mi era stato chiesto di
portare i saluti da essi a Slobo (come � ancora chiamato), pregandomi
di fargli sapere che � ancora nel cuore di molti di loro.
Mira Markovic mi ha ringraziato per i saluti dall'Italia, che avrebbero
sicuramente fatto piacere a Milosevic, ma che forse i secondi, quelli
provenienti dalla Zastava, dal suo popolo, non solo gli avrebbero fatto
piacere, ma lo avrebbero molto aiutato moralmente, perch� molto
importanti.
Questo � il resoconto dell'incontro/conversazione, che ritengo un onore
aver potuto ottenere, in quanto, per molti motivi diversi, dal
31/3/2001 Mira Markovic non aveva pi� incontrato alcun giornalista, o
politico n� jugoslavo n� straniero. Ho cercato di svilupparlo intorno
al filo che in quelle due ore ci ha condotto, senza preordinamenti e
schemi. Spero di essere riuscito a riportare le cose pi� importanti
e prioritarie; le sensazioni da me provate non riuscirei a
trascriverle, perch� saranno parte di me d'ora in avanti nel continuare
il modesto, ma radicato impegno per questo popolo. Di lei resta la
conferma di ci� che era solo intuito perch� "letto": una donna, una
compagna di profonda cultura, intensa sensibilit�, estrema semplicit�,
tanta e tanta amarezza e stanchezza, e questo la rende quello che �:
una donna, una compagna non solo di ideali, ma anche di vita del suo
Slobodan Milosevic, per la cui battaglia dal 31 marzo sta dando tutta
s� stessa, senza limiti e senza remore. E allora l'ho immaginata nella
fila del carcere con le mogli e le sorelle dei banditi dell'UCK, dei
criminali, dei mafiosi, sicuramente forte, dignitosa e coraggiosa, ogni
giorno, tutti i giorni dal 31 marzo.
Ma per coloro che di lei sanno solo ci� che � stato scritto dai
giornalisti NATO chiudo con due stralci di vecchie interviste:"�sono
nata il 10 luglio 1942 tra i partigiani e questo fatto ha influenzato
fortemente la formazione della mia personalit�. Quando dico i
partigiani, intendo letteralmente tra i partigiani, nel bosco. Nel
certificato di nascita � indicato un villaggio vicino. Ma il mio vero
luogo di nascita � l'unit� partigiana nella quale si trovavano i miei
genitori�"; "�io sono compagna dei miei compagni. Per gli altri c'� un
nome e un cognome. Per quanto riguarda i "signori" la maggioranza di
loro appartiene agli ex-compagni . Ora � chiaro che non sono mai stati
neppure "compagni" � ma per essere signori dovrebbero sapere almeno una
lingua straniera, frequentare regolarmente il dentista, avere scarpe
pulite e dovrebbero aver letto almeno "Guerra e pace". Dovrebbero avere
la capacit� di ascoltare l'interlocutore e nel caso dissentissero da
lui non dovrebbero esprimere immediatamente sospetti sul suo
equilibrio, sulle sue capacit� e sulle sue caratteristiche morali�".
O come aveva scritto una volta e in questi giorni � terribilmente vero
nella sua vita:"�in un altro tempo, in un altro posto, con altra gente,
si star� molto meglio. Perch� noi attualmente siamo infelicemente
innamorati della nostra vita�"

Enrico Vigna - Torino

Tratto da "Jugoslavia 2001" di E.Vigna- Ediz. Citt� Sole - L. 5000

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Sig.ra Carla Del Ponte
procuratore del "Tribunale ad hoc per i crimini
commessi sul territorio della ex-Jugoslavia"


Gia� dalla istituzione del "suo" Tribunale ho personalmente dubitato
della legittimita� dello stesso. Questa puo� essere contestata anche da
un mediocre studente di Giurisprudenza. Oggi mi confortano sempre di
piu� i pareri di illustri personaggi, esperti di diritto
internazionale, come puo� vedere anche da articoli allegati.
Il suo accanimento persecutorio nei confronti di una sola parte in
causa, quella serba, e di un personaggio in particolare, Slobo
Milosevic, non si potrebbe spiegare se non si conoscessero le modalita�
di finanziamento e la funzione meramente politica del "suo" Tribunale.
Il fatto che i crimini compiuti dalla NATO non siano stati considerati
dimostra la vostra sfacciata parzialita�, malafede e servilismo nei
confronti degli USA. La scelta della data storica del 28 giugno per il
rapimento di Milosevic, e le sue modalita� spettacolari, dimostrano
l�intenzione precisa di umiliare ulteriormente una intera nazione. Lei
pero� forse nemmeno conosce la storia, ne� ha bisogno di conoscerla
poiche� la sua attivita� e� quella di mera esecutrice delle istruzioni
altrui, e dunque non puo� capire.
Lei "non e� serba, ma soltanto serva".
Tra le altre cose le allego anche le fotografie di crimini contro
cittadini jugoslavi - serbi, rom, albanesi, indifferentemente -
commessi proprio da coloro i quali le pagano lo stipendio. Lei
senz�altro conta di fare qualche avanzamento ulteriore di carriera
comportandosi da sceriffo come fosse nel Far West, insieme accusando,
arrestando e condannando come se avesse il potere assoluto del periodo
ottomano, cioe� di quando il cadi� che ti accusava era lo stesso che ti
giudicava.
Un solo dubbio mi sorge: lei e� madre ? Devo presumere che tutto questo
suo odio le derivi da qualche suo personale problemino. E� pero� triste
e tragico che lei possa dar sfogo ai suoi problemi personali sulla
pelle di persone e popoli gia� vessati da ricatti, bombe, scelte
scellerate, miseria. Per questo tante vittime innocenti - bambini,
lavoratori, anziani - reclamano giustizia.

Ivan P. Istrian

Roma, 28/6/2001

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From: "glr"
Date: Thu Jun 28, 2001 1:37 pm
Subject: MACEDONIA

Caro compagno Curzi,

In seguito alla pubblicazione dell'ignobile articolo sulla situazione
in
Macedonia comparso ieri 27 giugno nel Paginone a firma di Giulia
Solari,
che non oso chiamare compagna, con la ciliegina della velina dell'Acnur
pubblicata senza commento nella stessa pagina 12 del giornale, esempi
di
giornalismo asservito Nato degno di altre testate e solo in parte
corretti dal
bell'intervento del compagno Russo Spena di pagina 13, mi asterr�
dall'acquistare e leggere il giornale per una settimana a partire da
domani,
sperando di non dover ripetere l'astinenza in altre simili occasioni.
Per confronto, ti allego i lanci ANSA del 25 e 26/6 sull'argomento,
senz'altro
pi� equilibrati nonostante la fonte...

Giorgio Ellero
Circolo Centrocitta'
P.R.C. - S.K.P. Trieste

---

Data: 29/06/2001 19:03
Da: "Fulvio"
A: redazione@...
Cc: jugocoord@...
Oggetto: Parlato e Milosevic

CON PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE NELLA RUBRICA LETTERE.
DA FULVIO GRIMALDI

Caro Valentino,

con tutto l'annoso rispetto che porto a te e alla tua testata, non
riesco a capacitarmi che il tuo fondo di ieri sull'estradizione di
Milosevic al Tribunale Nato dell'Aja sia stato scritto da una persona
di sinistra e, in particolare, su un giornale che si propone di fare
informazione corretta.
Il tuo commento non si distingue da quelli di coloro che fin
dall'inizio si sono impegnati nel collateralismo all'imperialismo per
smembrare e devastare la Jugoslavia e far avanzare le armate USA e Nato
oltre i confini dell'impero. Sei un bravo ed esperto giornalista.
Perch� ripetere gli stereotipi dell'intossicazione mediatica
guerrafondaia e demonizzatrice? E' "persistente e incredibile delirio
di onnipotenza" quello di un Milosevic che ha accettato
incondizionatamente il verdetto di elezioni presidenziali giudicate
unanimemente corrette? O che � restato in patria, a disposizione
dell'autorit� giudiziaria, ben sapendo che, dopo le decine di arresti
di suoi compagnin di partito ed amici, il ricatto USA dei soldi avrebbe
portato i Quisling al potere a incarcerare anche lui? Milosevic me lo
disse personalmente, quattro giorni prima dell'arresto, che il suo
destino era segnato e che mai avrebbe preso la via della fuga. Che
prove hai per definire Milosevic "criminale di guerra". Non hai seguito
tutte le striscianti ammissioni Nato, ONU, OSCE, UE che hanno fatto
svaporare la pulizia etnica e le fosse comuni in Kosovo (non quelle
contro serbi e altre minoranze) e hanno confermato la tesi degli
analisti e storici veri che si � trattato di una guerra tra forze
regolari di uno stato sovrano aggredito e separatisti al soldo di una
globalizzazione imperialista che doveva eliminare l'ultimo ostacolo
all'espansione verso est del liberismo armato? Perch� definisci
Milosevic "dittatore", cosa che non fa pi� neanche il New York Times?
Fossi andato a Belgrado, perfino durante la guerra, quando tutti gli
stati adottano misure di sicurezza speciali, avresti visto un
parlamento combattivo e l'attivit� indisturbata di decine di partiti,
perlopi� foraggiati dagli USA, dall'UE e da George Soros, e
della "societ� civile" capeggiata da diplomati alle scuole CIA
(National Endowment of Democracy) come Sonia Licht (Fondazione Soros) o
Vesna Pesic. Non esisteva censura. l'80% dei media, la maggiore
televisione e Radio B-92 (del circuito CIA di Free Europe), erano sotto
controllo dell'opposizione. Si tenevano regolari elezioni e
manifestazioni di piazza senza l'ombra dell'apparato militare e delle
botte che sperimentiamo regolarmente in Italia. Sono stati chiusi per
pochi giorni nel 2000 solo due organi: Studio B, televisione di Vuc
Draskovic, e Radio B-92: avevano incitato all'assalto della presidenza
della Repubblica e alla rimozione nel sangue del presidente. In Italia
cosa sarrebbe successo? E le fosse comuni trovate in coincidenza con
l'ordine di Washington di consegnare Milosevic prima della conferenza
che sancir� la terapia shock per la Jugoslavia, gi� adoperata nei paesi
immiseriti e disperati dell'Est? Non ti ricorda qualcosa di simile
periodicamente verificatosi in Italia, magari alla vigilia di elezioni?
Tu, giornalista critico dei maneggi dell'informazione al servizio del
poetre, non hai mai avuto il dubbio che quella intorno a Milosevic
fosse la pi� perfetta opera di demonizzazione mai attuata? Tu,
comunista, non senti come priorit� assoluta l'indicazione della
contraddizione principale all'opera in Jugoslavia: quella tra
imperialismo e libert� e sovranit� dei popoli. Pensi ancora che le
folle disperate, agitate e guidate da Otpor (formazione CIA, per sua
ammissione alla BBC, a me, a tutti), abbiano compiuto, il 5 ottobre
scorso, una rivoluzione democratica? Hai seguito i pogrom messi in
opera da questi democratici e l'occupazione di indistintamente tutti i
centri di potere, le amministrazioni, i sindacati, le istituzioni,
giornali, radio e televisione, negando possibilit� di parola a quello
che rimane il massimo partito dell'opposizione.
Ho assistito a Belgrado a manifestazioni di decine di migliaia di
persone, una folla non inferiore a quella che bruci� il parlamento con
dentro le schede che, in parlamento, avevano dato la maggioranza alle
sinistre.
Erano composte integralmente da operai, donne, contadini, studenti.
Invocavano qualcosa che si chiama sovranit�, dignit�, indipendenza. Ci�
che i cittadini macedoni, anch'essi ora diventati
biecamente "nazionalisti", invocano contro l'invasione della pi�
brigantesca armata di killer e narcotrafficanti apparsa, con la
copertura Nato, nei Balcani. E invocavano Milosevic. E invocavano studi
gratis, che non lo sono pi�, sanit� gratis, che non lo � pi�, lavoro
che non c'� pi� (disoccupazione al 60%, inflazione all'85%, stipendio
medio 100mila lire), fabbriche che hanno chiuso in attesa di essere
svendute alle multinazionali, un futuro per bambini annegati in una
palude di chimica e uranio. Queste cose Milosevic glie le aveva
garantite, queste cose aveva difeso. Sai qual'� l'unico vero rimprovero
che i serbi fanno al "nazionalista" che governava e difendeva lo stato
pi� multietnico e tollerante d'Europa ( chiedilo agli zingari, agli
80.000 albanesi di Belgrado e leggiti il famigerato discorso di Kosovo
Polje, dell'89, 28 giugno, che avrebbe lanciato la pulizia etnica e non
contiene che appelli alla convivenza, alla parit� e al rispetto di
tutti i cittadini)? Di avere alla fine sempre ceduto, di aver accettato
gli eccidi di serbi e il loro esilio per cacciata dai nuovi staterelli
monoetnici nel numero di un milione. Oggi molti capiscono che
nient'altro poteva essere fatto, se non immolarsi in una specie di
Goetterdaemmerung insieme a tutta la Jugoslavia, di fronte alla potenza
militare ed economica, disposta al genocidio, della "comunit�
internazionale".
Pu� darsi che sbagli, ma non credo che i manifestanti proletari di
Belgrado (nella proprozione delle popolazioni in Italia sarebbero stati
600.000), se sapessero l'italiano, apprezzerebbero il tuo articolo. Fa
male, a sinistra, vedere la caduta dei bastioni della verit�. Ma
vedrai, il tempo � galantuomo. Sai qual'� la prima imputazione mossa
dall'Aja - illegale per la Carta dell'ONU, voluta, diretta e finanziata
dagli USA, cio� da una delle parti in causa. Potevi ricordarlo - a
Milosevic? Di aver ordinato quella strage di 42 "civili" a Racak che,
messa in scena dall'UCK e da William Walker, capo dell'Osce e
responsabile degli eccidi di indios in America Centrale negli anni '80,
funse da alibi e innesco alla "guerra umanitaria".
Qui, a me pare, di umanitario, anzi di umano, sulla scena non � rimasto
che Slobodan Milosevic. Un democratico. Un patriota (come lo definisce
la coalizione dei partiti comunisti jugoslavi, l'intero arco
antimperialista internazionale e alcuni tra i massimi studiosi dei
Balcani, come Michael Chossudovski e Diana Johnstone, ma anche la
comunit� ebraica jugoslava e quella kosovara, cacciata dall'UCK).
Molte sono le cose che, anche contro le nostre migliori intenzioni, ci
rendono utili al re di Prussia.

Fulvio Grimaldi

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LA RF DI JUGOSLAVIA NEGA IL VISTO AL SUO PIU' GRANDE AMICO



INTERNATIONAL ACTION CENTER
National: 39 W. 14th St., Ste. 206
New York, N.Y. 10011
(212) 633-6646 Fax: (212) 633-2889
Web page: www.iacenter.org
Email: iacenter@. iacenter.org
Bay Area: 2489 Mission St., Rm. 28
San Francisco, CA 94110
(415) 821-6545 Fax: (415) 821-5782
Ramsey Clark, Chairperson

June 27, 2001

Yugoslavia Ambassador to U.S. Denies Visa to
Ramsey Clark; International Human Rights Attorney
Seeking to Visit Belgrade, as U.S. Pressure to Deport
Milosevic Intensifies

International Action Center Calls for Emergency
Campaign to Grant Visas

In a blow to human rights and due process, the
Yugoslav Ambassador to the United States, Milan
Propic, today refused to issue a visa to former U.S.
Attorney General Ramsey Clark to enter Yugoslavia.

Mr. Clark, who is a renowned international human
rights attorney and is a co-chair of the International
Committee to Defend Slobodan Milosevic, says he will
continue to attempt to enter Belgrade to confer with
others working on that committee. "We are at a
critical moment, with the United States government
attempting to push through the illegal deportation of
Mr. Milosevic by this Friday," said Mr. Clark.

Clark called the visa denial "another consequence
of the intense U.S.-led campaign to force the Yugoslav
government to deport Mr. Milosevic. The real aim of
this campaign, along with ten years of war, blockade
and demonization directed against Yugoslavia, is to
reduce all of the former Yugoslavia to the status of a
U.S./NATO colony."

According to Vladimir Krsljanin, international
secretary of the Socialist Party of Serbia, of which
Mr. Milosevic is chairman, Propic was not acting with
the full the authority of the Yugoslav government.
Krsljanin said that the chief of the cabinet of the
Yugoslav government sent a cable at 7:34 p.m. Belgrade
time 1:34 p.m. in Washington ordering that Mr. Clark
receive his visa.

The embassy also refused a visa to Gloria La Riva,
a videographer and the West Coast coordinator of the
International Action Center, who is accompanying Mr.
Clark. La Riva, who was in Belgrade with Mr. Clark
twice during the bombing as a member of Mr. Clark's
delegation, produced the world-renowned film, "NATO
Targets," about NATO's war against Yugoslavia. Clark
is the founder of the IAC.

Mr. Clark condemned the U.S.-led campaign to label
Mr. Milosevic a war criminal "when the murder
perpetrated by NATO political and military leaders
during 78 days of bombing of civilian targets in
Yugoslavia is still fresh in the memory of the world."

"The undemocratic steps taken to refuse the
defendant and his supporters the right to a
consultation on legal and political questions is
evidence that those in charge in Yugoslavia are
capable of denying the most basic legal rights. We
have to be alert to the possibility that they
will deny Mr. Milosevic the due process of his
appeal of the extradition order and simply kidnap him
to the International tribunal in The Hague," said
Clark.

Clark pledged that "we will attempt to find a way
into Belgrade."

IAC Calls for Emergency Campaign -- Calls and
Emails Needed Immediately!

IAC co-coordinator Sara Flounders, who applied for
the visas from the Yugoslav Embassy in Washington,
said that she was forced to wait over four hours
before being refused for something the clerk said
usually takes five minutes to approve. "The ambassador
and the embassy staff refused to discuss the question
with me. It is absolutely clear that the ambassador
takes his orders from Washington rather than his own
foreign ministry."

"The IAC," Flounders added, "is asking all its
friends and friends of justice and peace worldwide, to
protest this decision to bar Mr. Clark and Ms La Riva
from Yugoslavia, by flooding the Yugoslav embassy with
calls and emails. Time is of the essence."

Ambassador Milan Propic can be reached by phone at
202-332-0333 and by email at yuembusa@. aol.com .
People can also direct protests to the Yugoslav
government in Belgrade.

--30--

Send replies to iacenter@. iacenter.org

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