Jugoinfo

DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE

Sono andato all'iniziativa sui monumenti del Kosovo [tenutasi alla
Scuola Normale Superiore di Pisa il 30 marzo 2001], ma dopo un'oretta
me ne sono andato perche' le palle mi spazzavano per terra. A parte
alcuni "esperti" italiani che citavano Sgarbi, c'era il vescovo Artemije
(circondato da altri pretoni) che distribuiva un opuscolo clericale e
anticomunista dove tutto quello che e' successo in Kosovo era imputato
1) a Satana; 2) a Milosevic; 3) al Comunismo. C'era poi uno del
Ministero dei Beni Culturali jugoslavo (un bel "nazional-democratico"
di quelli che tanto piacciono agli americani e a noi) che faceva tirate
ipernazionaliste grandi-serbe e offensive per l'Islam e per gli
schipetari, e infine c'era un kosovaro albanese fatto arrivare in
Italia direttamente con un aereo presidenziale (cosi' mi hanno detto
quelli della Normale) che, parlando in inglese, ha spiegato che in
realta' erano i serbi a distruggere le moschee (ha fatto vedere delle
foto che per quello che ne so potevano essere state scattate a
Cologno Monzese), dando chiaramente per scontato che gli schipetari
siano tutti musulmani.
Tutto cio' in un clima blindatissimo e senza la minima possibilita' di
fare domande o quant'altro. Sono forse da biasimare se alla fine mi
sono rotto le palle di stare li'?

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DA FULVIO GRIMALDI
A SANDRO CURZI, DIRETTORE DI "LIBERAZIONE"

Caro Direttore, dopo lo scoop che Liberazione ha voluto bucare, ti
prego di pubblicare almeno questa lettera. Grazie e un abbraccio.
Fulvio.

Quando da Belgrado, avendo seguito da vicino e con impegno
professionale tutta la crisi jugoslava, nel corso dei rivolgimenti
dell�ottobre scorso ho inviato a "Liberazione" corrispondenze che
descrivevano quanto andava accadendo e, soprattutto, i retroscena delle
manipolazione USA e Nato della presunta "rivoluzione democratica", il
giornale non ritenne di pubblicarle. Eppure, poche settimane pi� tardi
tutta la stampa statunitense e anche organi italiani come "Il Diario"
di Enrico De Aglio confermavano tutte le mie analisi. Che cio� si era
trattato di un colpo di stato orchestrato e guidato da formazioni
politiche istruite e finanziate dagli Stati Uniti. Giornali come il
Washington Post e il New York Times, emittenti come la BBC, elogiavano
il "capolavoro" dei servizi USA nel manovrare la folla di un paese
gettato nella devastazione, nella disperazione e nella fame
dall�aggressione Nato. Ho proposto al giornale nel giorno successivo
all�arresto di Slobodan Milosevic un lavoro giornalistico non comune:
l�ultima intervista a un giornalista occidentale, cio� a me, dell�ex-
presidente della Jugoslavia. La mia offerta � stata respinta con
l�argomento che avrebbe fatto "appiattire il partito sulle posizioni di
Milosevic". Nel resoconto di quella storica conversazione, a poche ore
dall�arresto ordinato dagli USA con il ricatto della cattura
del "mostro" contro aiuti finanziari, non avevo espresso alcuna
valutazione personale, ma avevo fatto parlare soltanto il protagonista,
nel bene e nel male a seconda delle opinioni, della tragedia balcanica.
A me pare che qualsiasi giornale avrebbe dovuto pubblicare con
soddisfazione un tale documento, prendendone eventualmente le distanze.
Come ha fatto il Corriere della Sera che della mia intervista ha
pubblicato uno stralcio. Il Corriere pi� a sinistra di noi? In questo
modo non ci si sar� "appiattiti su Milosevic", ma forse si � apparsi
appiattiti su buona parte della canea diffamatoria allestita dalla
stampa ufficiale con il ripescaggio di fandonie ed invenzioni da lungo
tempo smentite e provate false. Tutto questo indebolisce la resistenza
jugoslava agli aggressori e ai Quisling che oggi li rappresentano,
disonorati addirittura dall�accettazione della violenta interferenza di
una potenza straniera nelle sue questioni pi� strettamente nazionali.
Tutto questo serve, nonostante i melliflui ed ambigui distinguo, a
fornire agli USA e alla Nato la copertura per un�operazione che
vorrebbe scaricare sul solo Milosevic le immani responsabilit� dei
distruttori della Jugoslavia e dei Balcani, tuttora all�opera, ed a
esonerarli dal sacrosanto dovere di risarcire gli jugoslavi delle
vittime e dei danni, incommensurabili anche sul piano ambientale (vedi
l�uranio), che per pura volont� di dominio universale gli sono stati
arrecati. Mi dispiace che "Liberazione" abbia perso un�occasione
storica di imparziale informazione. Mi dispiacer� ancora di pi� quando
la storia dimostrer� che il nostro giornale ha voluto costeggiare un
vortice di bugie e di mistificazioni. Come gi� accaduto a proposito del
colpo di stato del 5 ottobre. Ho l�impressione che i giornalisti della
televisione di Stato jugoslava siano stati ammazzati un�altra volta.
Fulvio Grimaldi

From: "glr" <glr.y@i...>
Date: Tue Apr 3, 2001 1:03pm
Subject: Il Prc sull'arresto di Slobodan Milosevic - da Liberazione

"Al di la' del nostro giudizio su Milosevic e sul suo regime, quello
che sta
avvenendo a Belgrado e nei Balcani in generale e' la dimostrazione di
quanto abbiamo detto piu' volte: gli Stati Uniti lavorano per una
sitiazione
permanente di instabilita' politica in tutta la regione. Con l'arresto
dell'ex
Presidente della Jugoslavia si e' voluto continuare su questa strada.
L'arresto di Milosevic e' una scelta grave. (...) I Balcani devono
restare
instabili nel lungo periodo: e' questo l'obiettivo degli Usa, e anche
se
l'Europa dovrebbe esprimere un altro interesse i suoi comportamenti non
fanno che incoraggiare questa strategia. Innanzitutto l'Europa dovrebbe
ottenere la sostituzione delle truppe Nato presenti in Bosnia e Kosovo
con
truppe Onu con un mandato diverso da quello dell'Alleanza atlantica. In
secondo luogo, bisognerebbe convocare una conferenza internazionale
sotto egida Onu e Osce capace di affrontare tutti i problemi aperti con
il
metodo della trattativa e nel rispetto delle sovranita' attuali. Infine,
l'Europa
dovrebbe progettare un piano di aiuti tesi a ricostruire tutte le
devastazioni
della guerra e soprattutto a promuovere uno sviluppo socialmente equo e
ambientalmente compatibile. Purtroppo sia la Nato, sia Prodi, sia i
singoli
governi europei procedono in direzione opposta".

Ramon Mantovani, responsabile esteri di Rifondazione comunista
Liberazione, 3 aprile 2001 - articolo su http://www.liberazione.it

Inoltre, Liberazione presenta altri tre articoli sui Balcani di S.
Podda, P.
Pittei
e Fa. Seba., piu' un estratto dell'intervista di Grimaldi a Milosevic
dal
Corsera e un resoconto del sit-in del Tribunale Clark a Roma completo
della
lettera integrale al governo jugoslavo consegnata all'ambasciatore.

yure

---

> http://www.europeaninternet.com/centraleurope/news.php3?id28178

Milosevic's Arrest is "A Disgrace" for Belgrade, Says
Lukashenko

MOSCOW, Apr 3, 2001 -- (Agence France Presse) The
arrest of former president Slobodan Milosevic is a
"disgrace" for Belgrade and creates "a bad precedent,"
Belarus's Soviet-style leader Alexander Lukashenko
said on Monday.

"You cannot betray your own citizen, especially a
president, for money. This was a mistake by the
Yugoslav authorities," Lukashenko told a press
conference.

The United States had set a March 31 deadline for
Belgrade to show it was cooperating with the UN war
crimes tribunal, which has indicted Milosevic, in
return for releasing 50 million dollars in aid and
supporting International Monetary Fund and World Bank
programs for Belgrade.

Lukashenko however said his offer for Yugoslavia to
become a member of the Russia-Belarus union stands
firm.

"Yugoslavia can still join the union without
Milosevic. President (Vojislav) Kostunica is also a
patriot," he said.

Lukashenko was in Moscow for a ceremony marking the
fifth anniversary of the launch of an embryonic union
between Russia and Belarus. ((c) 2001 Agence France
Presse)

> http://www.russiatoday.com/news.php3?id27165%ef%bf%bdion%ef%bf%bdfault

"The daily Izvestia, close to the Kremlin, said that
if Yugoslavia gave in to the United States' ultimatum
and handed Milosevic over to the International
Criminal Tribunal for the former Yugoslavia (ICTY), it
would be endorsing NATO's 11-week bombing campaign of
Yugoslavia in 1999."
[Trust you can screen out the NATOspeak, with
characteristic Slav-baiting, in the rest of the
report.]

---

Russia's Press Laments Loss of Russian Influence in
Yugoslavia

MOSCOW, Apr 2, 2001 -- (Agence France Presse) Russia's
media on Monday portrayed the arrest of former
Yugoslav strongman Slobodan Milosevic as a trade off
between the United States and Belgrade which shut out
traditional Slav ally Russia.

The daily Izvestia, close to the Kremlin, said that if
Yugoslavia gave in to the United States' "ultimatum"
and handed over Milosevic to the International
Criminal Tribunal for the former Yugoslavia (ICTY), it
would be endorsing NATO's 11-week bombing campaign of
Yugoslavia in 1999.

"It will amount to a confession that NATO was right to
bomb Yugoslavia," the newspaper said.

The opposition liberal daily Segodnia said the affair
showed Moscow had lost influence in Yugoslavia, with
which it has traditionally held close ties.

"In Moscow, where there are myths of Slavic fraternity
and popular support for special links with Belgrade,
there reigns the disappointment at having lost yet
another zone of influence," it said.

It said that in the heat of the NATO bombing campaign,
the former president had called for a union with
Russia and Belarus.

The daily Kommersant said that Moscow had avoided
criticizing Belgrade's arrest of Milosevic on Sunday.

"Russia has too often been on the side of the losers
in the Balkans," it said. ((c) 2001 Agence France
Presse)

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LETTERA DALLA VOJVODINA

Serba, cio� colpevole

RUZICA *

Il 5 ottobre � stato il giorno della nuova vita, della speranza, di un
radioso futuro per molta gente nel mio paese. Nella mia citt�, nel nord
della Serbia dove ci sono pi� ungheresi che serbi, ci sono state molti
festeggiamenti tra gli ungheresi e molta paura tra i serbi. Dopo le
elezioni, noi abbiamo preso coscienza dei cambiamenti. Il nuovo governo
locale � stato formato solo da ungheresi, i direttori delle fabbriche
sono stati sostituiti, ma solo quelli serbi. Nella commissione
umanitaria della municipalit� sono stata sostituita,
perch� io sono serba.
Non potevano negare che io avessi svolto le attivit� umanitarie pi� di
qualsiasi altro nella regione, che io avessi lavorato con
l'associazione umanitaria italiana Abc, con l'Unicef e
due chiese, una cattolica e una ortodossa. Ma io sono serba.
Sanno che io ho diretto questa scuola per 15 anni, lavorando giorno e
notte per il bene e una felice infanzia dei miei bambini. Ma io sono
serba. Il governo locale sa che cinque anni fa noi siamo diventati il
centro educativo dell'innovazione in regione, che siamo stati la
scuola pi� attrezzata e di maggior successo per i risultati educativi.
Ma io sono serba.
Hanno cominciato a realizzare la loro politica con l'intenzione di
unire le sette municipalit� in cui gli ungheresi sono in maggioranza,
organizzando gare solo per i bimbi ungheresi, regali di Natale solo per
i bimbi ungheresi (due libri sui 10.000 anni di presenza ungherese
qui). Ai bimbi serbi hanno dato Cenerentola.
Le autorit� locali ci hanno inviato dei questionari dettagliati da
riempire in cui si chiedono informazioni sulle nostre scuole, da
consegnare al governo ungherese. Ho rifiutato di fare
questo per il governo di un paese straniero. E ho rifiutato di fare
qualsiasi cosa suonasse alle mie orecchie come nazionalismo o fosse
estraeo ai miei doveri e responsabilit�.
Qualsiasi cosa fosse estraneo al mio cuore o al mio cervello, alla mia
educazione, al mio patriottismo, al mio amore per i bambini e per il
paese. Perch� io sono serba.

(*) direttrice didattica in una scuola della Vojvodina

Tratto da: "Il Manifesto" del 3 aprile 2001

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