Jugoinfo

Il punto di vista personale di Michel Collon:
PROBABILMENTE CERCHERANNO DI UCCIDERE MILOSEVIC!

Michel Collon wrote:
>
> Personal standpoint of Michel Collon Saturday 30, 7 am
> They will probably try to kill Milosevic!
>
> The news we hear from Belgrade show a typical desinformation process.
> Announcing in the evening that Milosevic had been arrested - while he
> had not been - was a very usual technique of manipulation.

Le notizie che ci giungono da Belgrado sono l'evidente prodotto
di un processo di disinformazione. Annunciare in serata che Milosevic
e' stato arrestato - mentre non lo e' stato - e' una tecnica molto
consueta di manipolazione.

> All those provocations probably try to prepare some blodshed and
> achieve their goal: kill Milosevic! Let us remember that before
> October, many DOS leaders were speaking about Bucarest syndrome,
> although many differences were obvious between Milosevic and
> Ceaucescu.

Tutte quelle provocazioni probabilmente cercano di preparare il terreno
per qualche bagno di sangue e di ottenere il loro obiettivo: uccidere
Milosevic! Ricordiamoci che prima di ottobre, molti leader della DOS
parlavano di sindrome di Bucarest, benche' ci siano molte ovvie
differenze
tra Milosevic e Ceausescu.

> Nobody can believe one second that would be a decision of the Belgrade
> Justice. It has been decided in Washington and realized through
> pressure and blackmailing. The US International Tribunal of The Hague
> is by the way a mockery of justice. All experts agree that it does not
> respect one rule of real procedure of justice.

Nessuno puo' credere per un attimo che questa sia una decisione della
Giustizia belgradese. E' stato deciso a Washington ed e' stato
realizzato con le pressioni ed i ricatti. Il Tribunale Internazionale
statunitense dell'Aia tra l'altro e' una farsa di legalita'. Tutti gli
esperti concordano che esso non rispetta alcuna regola delle vere
procedure penali.

> But they know that Milosevic, if in trial, might have many things to
> explain: how the German BND manipulated Tudjman since 79 and gave him
> weapons before the war in order to provoke the split of Yugoslavia.
> The same about KLA sinc 98 or earlier. And the same from the CIA. The
> hidden role of US and Germany, behind all those wars So their best
> "solution" would be to kill him.

Ma loro sanno che Milosevic, se giudicato, potrebbe avere molte cose da
spiegare: come la BND tedesca [il servizio segreto] abbia manipolato
Tudjman
dal 1979 e come gli abbia dato le armi prima della guerra allo scopo di
provocare la frantumazione della Jugoslavia. Lo stesso per quanto
riguarda l'UCK dal 1998 ed anche prima. E lo stesso per la CIA. Il ruolo
dietro le quinte di Stati Uniti e Germania, dietro a tutte quelle
guerre.
Percio' la loro migliore "soluzione" e' ucciderlo.

> The events in Macedonia unmask all pretexts that were used for Nato
> aggression. They reveal the real goals of the US and their allies:
> control the Balkans, control the strategic corridors and pipelines and
> fot that they excite train, arm and manipulate the worst terrorists.

Gli eventi in Macedonia smascherano tutti i pretesti che sono stati
usati dalla NATO per l'aggressione. Essi rivelano i veri obiettivi
degli USA e dei loro alleati: il controllo dei Balcani, il controllo dei
corridoi strategici e degli oleodotti ed il fatto che essi incitano,
addestrano, armano e manipolano i terroristi della peggior specie.

> But this brings resistance in Macedonia, Greece and other Balkan
> countries. Also in the West I experienced that many honest people,
> including journalists, are now understanding that the Nato lied from
> the beginning.

Ma questo causa resistenza in Macedonia, in Grecia ed in altri paesi
balcanici. Io so per esperienza che anche in Occidente molte persone
oneste, giornalisti compresi, stanno comprendendo adesso che la
NATO ha mentito sin dall'inizio.

> You cannot believe that the USA who protected Pinochet, Mobutu, the
> fascists generals from Turkey and all dictatorships in the world since
> 50 years, are now trying to produce some justice. They just want to
> eliminate an obstacle for their empire on the Balkans.

Voi non potete credere che quegli USA che hanno protetto Pinochet,
Mobutu, i generali fascisti in Turchia e tutte le dittature del mondo
da 50 anni a questa parte, stiano adesso tentando di fare una qualche
giustizia. Semplicemente vogliono eliminare un ostacolo al loro
dominio imperiale sui Balcani.

> The Nato is not the solution, it is the problem. The only solution is
> the union of all progressive people in the Balkans and in the world to
> stop the Nato and their agents.

La NATO non e' la soluzione, bensi' il problema. L'unica soluzione
e' l'unione di tutti i popoli progressisti dei Balcani e del mondo per
fermare la NATO ed i suoi agenti.

> -- Michel Collon
> michel.collon@...

[NOTA: la tesi di Collon e' stata clamorosamente rafforzata
stamane alle 10 dalle inequivoche dichiarazioni del Ministro
dell'Interno della Serbia Dusan Mihajlovic in conferenza stampa,
battute da tutte le agenzie:
"Milosevic non si consegnera' mai vivo"]

---

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Cari amici e compagni,
prima della rassegna stampa su Cesena 24/3, vi allego uno scambio
di opinioni su come i giornali(sti) nazionali hanno trattato le
notizie delle manifestazioni che si sono tenute in tutta Europa,
da Stoccolma a Belgrado, da Cesena a Pisa, in occasione del
secondo anniversario delle bombe su Belgrado e dintorni.

yure

---------

Ivana K., 25-3 ore 15.20

Qualcuno può informarci: cosa hanno scritto i vari giornali,
soprattutto locali? Per ora ho ricevuto questo:

"sul resto del carlino, pagine locali, si parla di una
manifestazione a cesena del .... popolo di seattle (...!!!) con
600 persone, con una piccola foto. se conosco bene le usanze del
giornale dovreste essere stati un migliaio, o no?"

Altri? la Voce di Cesena? Quelli grandi?
Aspettiamo aggiornamenti, grazie,
Ivana

---

Marcello, 25-3 ore 21.20

Ho letto Il Manifesto [di domenica], ma la notizia della
manifestazione non è stata riportata, nè quella sull'assemblea.
Strano, visto che Ivana ed io siamo stati anche intervistati
dalla giornalista della redazione locale di Bologna, tale Manuela
Foschi che a suo dire avrebbe inviato alla sede centrale il suo
articolo sulla giornata di Cesena.

marcello

---

glr, 27-3

I giornali di domenica:

Il Manifesto è stato vergognoso. Nemmeno una riga o un accenno
alle mani di Cesena, Pisa (?), Belgrado, ecc., nulla
sull'"anniversario" delle bombe del 24 mentre una pagina era
giustamente dedicata all'anniversario del golpe argentino. Non
ho ancora visto il giornale di oggi, ma resta il buco enorme di
domenica.

Meglio Liberazione, con una pagina intera sulle iniziative del 24
senza però alcun richiamo in prima. Un accenno a Belgrado nelle
brevi del sommario a pag. 3, in cui si parla di 5-10.000 persone.
Una pagina intera con un articolo principale su Pisa (e ti
pareva, c'era il segr.) senza alcun accenno alla partecipazione
(saranno stati in pochi... chi ne sa di più?), un grosso 'target'
e un articolo per Cesena, ben evidenziato, in cui si parla di
2000 partecipanti elencando alcune realtà promotrici e presenti,
e brevemente dell'assemblea.

Niente su Repubblica, of course. Forse ci sarà qualcosa sulla
fenice Unità di domani...
Per il 'buco' del Manifesto suggerisco di inviare una letteraccia
collettiva.

yure

---------------

Rassegna stampa locale e commento del Pellerossa
su manifestazioni Cesena 24 marzo 2001

To: "JUGOLIST" <Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.>
From: "Caro-Ric" <caroric@...>
Date sent: Sun, 25 Mar 2001 23:29:11 +0200
Subject: [JUGO] 24/03 rassegna stampa locale

Cari compagni/e
dopo Ravenna e Napoli un'altra bella giornata, è stato un mese di
Marzo davvero straordinario dal quale dobbiamo ripartire verso
nuovi obbiettivi ben più luminosi. Cesena è stato un'altro segno
che ci siamo, siamo presenti e la gente non ci vede più solo in
televisione, ma se spesso non sfila con noi, almeno ci accompagna
ai lati delle strade.
Ieri a Cesena il corteo si ingrossava man mano che avanzava e
nell'ultimo tratto eravamo ben oltre le 500/600 persone indicate
dai giornali. Ma i numeri hanno poca importanza, potevamo essere
di più, ma anche di meno, ma c'eravamo ed abbiamo ricordato una
tragedia che ancora provoca morte, malgrado il colpevole silenzio
dI stampa e TV (Manifesto e Liberazione compresi). Ma non
importa, a Cesena ha ricordato, volente o nolente, tutta la città
e domani saremo a Perugia, Roma, Firenze, Padova........., perchè
non abbiamo altra scelta.
L'affollatissima (150 persone) assemblea pomeridiana ha stabilito
priorità ed impegni, ma comunque alla base rimane il lavoro che
ogni realtà ed ogni compagni sarà in grado di fare. Malgrado la
solita criminalizzazione di stampa e amministrazione comunale,
non c'è stato alcun incidente, ma il "manganello dell'Ulivo" ha
continuato il proprio lavoro a Palma Campana, guardacaso nella
stessa zona e sulle stesse teste del 17/03.
Qui di seguito una piccola rassegna della stampa locale

RICCARDO

PELLEROSSA - CESENA

-----------

DA "La voce di Forlì e Cesena" del 25/03/2001

Erano più le forze dell'ordine dei partecipanti al corteo: forti
critiche ai DS
Sfila un pacifico "popolo di Seattle"
Per le vie del centro 550 manifestanti contro la NATO

E' filato tutto liscio, il passaggio del rumoroso "popolo di
Seattle" è stato indolore. La mobilitazione delle forze
dell'ordine, invece, è stata probabilmente superiore al pericolo
reale, ma, secondo i vertici, sicuramente non ingiustificata.
A sfilare sono stati circa 500 pacifisti, soprattutto giovani,
provenienti da tutta Italia. Hanno manifestato contro la NATO e
l'imperialismo americano. Non ci sono stati disordini e tutto è
proceduto tranquillamente in un mare di bandiere rosse, ma con
forti contestazioni in particolare verso i DS. La tensione
comunque fin dalle prime ore del mattino in città è stata alta.
Alcuni negozianti al passaggio del corteo hanno anche abbassato
le serrande come temessero scoppiare una guerriglia da un momento
all'altro. Cesena, invece, si è dimostrata, come sempre, una
cittadina tranquilla dove rispetto e democrazia prevalgono sulle
provocazioni, spesso fini a se stesse.

CESENA (V.S.)

Altro che "sfascianegozi", lanciapietre e maleducati. Ad
accompagnare il "popolo di Seattle" - per cui si sono mobilitate
precauzionalmente le forze dell'ordine di Cesena, Forlì e Bologna
- è stata la musica tzigana di Goran Bregovic, una scrosciata di
colori, bambini a spasso in passeggino e qualche anziano a
contorno del corteo.
Tutto è filato liscio. A gran voce, i circa 500 manifestanti,
hanno urlato slogan contro la NATO, si sono sgolati contro la
politica ed i bombardamenti in Kosovo del governo DS, ma nessuno
ha pensato a provocare le forze dell'ordine o a innescare
polemiche pericolose. Venivano da tutta l'Emilia Romagna,
l'Umbria e anche da Roma. Si sono trovati ieri mattina alle 11 di
fronte alla stazione di Cesena e di lì sono partiti alla volta
del centro. La
città ha ospitato l'iniziativa predisponendo un cordone di
vigilanza da guerriglia e allertando i cittadini. Molti
commercianti delle zone interessate dal passaggio della
manifestazione hanno abbassato le serrande per paura, altri sono
stati più coraggiosi e si sono messi a guardare il corteo.
I partecipanti da parte loro, hanno voluto ricordare i morti in
Jugoslavia, uccisi dai caccia-bombardieri partiti anche dalla
vicina base di Pisignano: hanno protestato contro la presenza
NATO in Europa e criticato duramente la politica "imperialista"
della sinistra, "sempre più simile a quella della destra". Slogan
di protesta mescolati a cori di vecchi canti partigiani, mamme
con passeggini alla mano e cartelli sulla schiena in corteo
accanto ai ragazzi avvolti nei fazzoletti dei guerriglieri
palestinesi, giovani che rassicuravano le famiglie a casa
sull'assenza di incidenti: insomma un corteo eterogeneo,
osservato con interesse e qualche timore da commercianti dietro
le serrande abbassate, dalle forze dell'ordine (all'incirca 300
uomini schierati da Polizia, Carabinieri e Polizia Municipale) e
dai cesenati che gremivano le finestre del centro, postazioni
sicura, da cui avere una panoramica dell'evento. A loro, a chi
non partecipava direttamente, era rivolto il messaggio della
manifestazione, a chi - come afferma Ivana Kerecki, di Belgrado -
"è convinto che l'Italia sia un paese tranquillo, che da 60 non è
più in guerra".

"C'era anche un giornalista giapponese"...

CESENA - L'niziativa della manifestazione è partita proprio da
Cesena, organizzata dal centro sociale PELLEROSSA in
collaborazione con il Coordinamento Romagnolo contro la NATO e la
guerra. Le adesioni si sono allargate, raccogliendo appoggi a
livello nazionale. Hanno sventolato insieme le bandiere di
Rifondazione Comunista, dell'Unione Popolare, del partito
marxista-lenninista italiano, del Comitato Promotore per
l'Assemblea Antimperialista, di numerosi centri sociali come
l'associazione bolognese Primo Moroni- tra i fondatori del
Leoncavallo. Alcune adesioni nominali anche dall'estero: inoltre,
a seguire da vicino la manifestazione, è giunto da Roma il
corrispondente giapponese per l'Europa Meridionale del quotidiano
"AKAHATA" (Bandiera Rossa) organo ufficiale del partito comunista
giapponese.

Da "Il resto del carlino" cronaca di Cesena del 25/03/2001

Tanta tensione, ma vince la pace

Arrivano alla spicciolata. Capelli lunghi, barba incolta e fascia
rossa al braccio. Qualcuno sventola bandiere, altri più
semplicemente bevono Sangiovese. Alla fine sono circa seicento.
Il popolo di «Seattle» è sbarcato a Cesena ieri mattina per
manifestare in occasione del secondo anniversario della guerra in
Kosovo cantando slogan anti - Nato e anti - Ulivo e chiedendo la
chiusura della base militare divisa tra Pisignano di Cervia e San
Giorgio di Cesena. Ad aspettare i manifestanti c'era una città
blindata da 250 uomini delle forze dell'ordine e con tante
saracinesche precauzionalmente abbassate. I giovani (provenienti
soprattutto dalla Romagna) hanno iniziato a radunarsi nel
piazzale davanti alla stazione ferroviaria a partire dalle 8
mattino, ma fino a dopo le 10 le anime erano davvero poche: solo
un gruppo di ragazzi che suonava utilizzando come percussioni
barattoli di caffè, qualche striscione appeso alle transenne e un
centinaio di manifestanti che predicavano la loro fede ai
presenti. Il gruppo è cresciuto progressivamente fino alle 11
quando gli organizzatori hanno dato il via al corteo: lungo il
cammino che portava verso piazza Almerici, dove era in programma
un comizio (l'amministrazione comunale non ha dato il permesso di
passare per corso Sozzi e dunque i manifestanti hanno deviato per
viale Carducci e per via Serraglio), le forze dell'ordine
vigilavano e facevano
rimuovere dai carri attrezzi le vetture parcheggiate in
corrispondenza degli
improvvisati divieti di sosta. Inoltre controllavano da davanti,
da dietro e da postazioni fisse sui lati della strada lo
spostamento del corteo. Dal cielo vigilava pure un elicottero.
Molti negozi avevano deciso di chiudere i battenti perchè le
immagini degli scontri di due settimane fa a Ravenna facevano
gridare alla prudenza, ma la manifestazione in favore della pace
è stata pacifica. Per fortuna.
di Luca Ravaglia

Nel mirino pacifista l'ex sindaco Preger

L'ultimo capitolo della manifestazione anti-Nato è stato scritto
in piazza Almerici. Dopo l'arrivo del corteo si è infatti tenuto
un comizio volto a informare gli intervenuti sui motivi della
protesta e sui propositi futuri. Il mirino era puntato sul
governo di centro-sinistra che il 24 marzo 1999 decise di
supportare l'operazione Nato fornendo all'Alleanza Atlantica
basi, aerei, uomini e armi in grande quantità (solo Stati Uniti e
Francia mobilitarono più uomini e più mezzi). Lo 'j'accuse'dei
manifestanti ha puntato il dito contro l'allora sindaco cesenate
Edoardo Preger, al quale i 'pacifisti' si erano rivolti chiedendo
di chiudere la base militare di Pisignano - San Giorgio e
ottenendo come risposta un 'no' giustificato da motivi umanitari.
Quei motivi umanitari che, dicono, hanno portato al lancio di
proiettili all'uranio impoverito, alla distruzione di
infrastrutture, scuole, case e ospedali. Il popolo di «Seattle»
ha dichiarato di non essere più disposto ad accettare l'arrivo di
aerei ultra tecnologici 'made in Usa' nella base di Pisignano. In
caso contrario i 'pacifisti' si sono detti pronti a scendere in
campo senza badare alle buone maniere.

Chi paga il servizio?

Duecentocinquanta tutori dell'ordine, molti dei quali venuti da
fuori città, e un elicottero a vigilare dall'alto: per avere una
ragionevole sicurezza che la manifestazione pacifista sarebbe
stata pacifica è stato necessaria una mobilitazione della forza
pubblica che è costata almeno un centinaio di milioni. Non
capiamo perché a pagare questi soldi dobbiamo essere tutti noi e
non solo quelli che la manifestazione la organizzano.


-------------------------- END


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La documentazione e le foto della manifestazione di Cesena sono raccolte
sul sito:
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---

Ordine del Giorno finale

L’Assemblea Antimperialista riunita a
Cesena il 24.3.2001

- Esprime innanzitutto la soddisfazione per la positiva
riuscita dell’odierna manifestazione indetta dal Comitato Promotore per
l’Assemblea Antimperialista contro la NATO e per ricordare
l’anniversario della barbarica aggressione della Jugoslavia da parte
dell’imperialismo occidentale

- Ritiene che anche nelle odierne iniziative (manifestazione e
successiva assemblea) che hanno visto la partecipazione combattiva e
determinata di centinaia di compagni della sinistra rivoluzionaria ed
antagonista si sia evidenziato con nettezza che esistono i presupposti
per
dare luogo ad una più vasta unità delle forze antimperialiste ed
anticapitaliste. A tale scopo decide di riconvocare una riunione
nazionale fra tutte
le realtà oggi presenti e le altre che vorranno eventualmente aderire.
La data e il luogo saranno comunicati appena possibile attraverso i
canali
già predisposti dal Comitato Promotore

- Si impegna ad estendere le mobilitazioni per la lotta alla
globalizzazione imperialista e per il suo rovesciamento e per la difesa
degli
interessi legittimi dei popoli aggrediti dall’imperialismo



Allo scopo indice le seguenti scadenze
di lotta:

1) Organizzazione di manifestazioni/e in occasione della giornata
del 1 maggio, storico momento di lotta delle lavoratrici e dei
lavoratori di
tutto il mondo. Il carattere della manifestazione: locale, nazionale o
interegionale sarà valutato nei prossimi giorni.

2) Partecipazione al prossimo vertice del G-8 a Genova il 20
luglio. In occasione del vertice dell’imperialismo mondiale, vogliamo
far sentire
forte la protesta degli antimperialisti. La nostra presenza dovrà dunque
essere massiccia ed organizzata. Al riguardo l’Assembla Antimperialista
si impegna fin d’ora a raccogliere le adesioni e ad approntare gli
idonei strumenti di collegamento e di coordinamento fra tutte le realtà
interessate

3) Promuovere per i prossimi anni il 24 marzo come giornata di
lotta contro la NATO

Approvato per acclamazione dall’Assemblea Nazionale Antimperialista

Cesena 24.3.2001

---

Dopo Cesena possiamo dirlo con piu' forza
MAI PIU'

Noi non ce l¹aspettavamo cosi¹ tanti compagni al corteo (piu¹ di
mille!). Non ci aspettavamo, vista la campagna intimidatoria della
stampa locale,
tanti cesenati ai lati della strada a guardarci e anche a sostenerci.
Non ci aspettavamo un¹assemblea tanto partecipata il pomeriggio.
Non vi nascondiamo dunque la nostra gioia per il successo della giornata
di lotta contro la NATO del 24 marzo a Cesena
Anzitutto quindi vogliamo ringraziare le compagne e i compagni giovani
(tanti) e meno giovani i quali sono venuti al corteo, tutti gli
organismi e le
associazioni antimperialiste che hanno aderito e che non sono potuti
venire. I cittadini cesenati che ci hanno accompagnato curiosi e spesso
solidali, mentre sfilavamo per le strade.
La manifestazione per non dimenticare l¹aggressione NATO alla Jugoslavia
di due anni fa, non sarebbe stata possibile senza l¹impegno
spassionato di tutti coloro che compongono il Comitato promotore per
l¹Assemblea antimperialista. Chi in autobus, chi in treno, chi in
macchina,
da mezza Italia, nessuno ha disertato. Una manifestazione unitaria,
affiatata e combattiva, ma allo tesso tempo serena e piena di speranza.
La
speranza che con l¹impegno e la lotta sia un giorno davvero possibile
farla finita con le guerre neocoloniali, le bombe, le ingiustizie. Un
merito
grande ce l¹hanno avuto i compagni cesenati del coordinamento romagnolo
contro la guerra e la NATO, i quali non hanno solo curato la logistica,
ma pure attuato una efficace campagna di sensibilizzazione nella loro
citta¹.
In barba all¹ingente spiegamento di forze di Polizia la manifestazione
si e¹ svolta pacificamente, non perche¹ noi siamo pacifisti, ma perche¹
siamo gente seria, che antepone ad ogni altra considerazione il dialogo
coi lavoratori, la conquista della fiducia dei cittadini, senza i quali
nessuna battaglia puo¹ essere condotta e vinta. Come afferma il
comunicato diffuso dai compagni cesenati: ³Il corteo è sfilato
pacificamente
perchè e¹ nostra la scelta politica di decidere modi, tempi e luoghi di
una radicalizzazione della lotta alla NATO, di un movimento che deve
farsi
comprendere e crescere progressivamente, fuori dai luoghi comuni ed
etichette che non ci appartengono:"pacifisti","popolo di Seattle" ecc"
Non abbiamo spaccato alcuna vetrina, ne¹ incendiato negozi. Abbiamo
fatto qualcosa di piu¹ importante: abbiamo aperto una breccia nel muro
di
omerta¹ e silenzio che il centro-sinistra ha eretto in una citta¹, dando
voce ad una maggioranza, per ora solo silenziosa, che vuole la pace, che
vuole chiudere la basi della NATO, che dice no ai governi che seminano
la morte in nome di falsi principi umanitari. Siamo riusciti a farci
capire e
ad avere consenso, senza venir meno al nostro antagonismo irriducibile,
mettendo in stato d¹accusa la sinistra italiana che ha trasformato il
paese in una portaerei della NATO, rifiutando ogni ipocrita e
opportunistica posizione di equidistanza tra aggressori e aggrediti, tra
oppressori e
oppressi, tra la NATO e chi e¹ costretto a combatterla in ogni angolo
del mondo. Cio¹ dimostra quanto sia importante il lavoro di massa, tra
le
gente, citta¹ per citta¹, rifuggendo dall¹inseguire come ombre i summit
del nemico alla ricerca del puro e semplice impatto mediatico.
Non abbiamo quindi solo ricordato l¹attacco della NATO alla Jugoslavia,
abbiamo ricordato l¹Intifada palestinese, la resistenza contadina e
operaia in Colombia, tutti i popoli oppressi dalla tirannia del ³nuovo
ordine mondiale².
E quando siamo giunti davanti al monumento ai caduti alla resistenza
antifascista, emozionati, abbiamo deposto una corona di fiori,
ricordando a
tutti chi siamo e da dove veniamo: ³... ed il nemico attuale, e¹ sempre
ancora uguale, a quel che combattemmo sui sacri monti in Spagna! Uguale
e¹ la canzone che abbiamo da cantare, scarpe rotte eppur bisogna
andare². Tutti hanno capito: siamo i nuovi partigiani, quelli che
nessuno
stavolta disarmera¹ per consegnare il paese alla NATO e ai padroni.
Nessuno potra¹ accusarci di demagogia e di sterile ribellismo. Negli
interventi conclusivi abbiamo denunciato in modo lucido e appassionato
le
malefatte del governo di centro-sinistra, le ragioni della strategia
imperiale, il bellicismo imperialista, le cause piu¹ profonde delle
guerre di
conquista. E ci siamo infine tutti stretti attorno alla compagna
jugoslava quando ha condannato l¹imperialismo per aver squartato la
Jugoslavia,
quando, in serbo-croato, ha urlato l¹inno di battaglia dei vecchi
partigiani che sconfissero le armate hitleriane: ³Smrt fasizmu! Sloboda
narodu!!²
Morte al fascismo, liberta¹ ai popoli!².
Infine, quando hanno preso la parola il compagni greco e quello
nord-americano, abbiamo davvero mostrato che contro la globalizzazione
imperialista, anche noi ci globalizziamo, che l¹antimperialismo non e¹
solo internazionale, e¹ ancora e sempre internazionalista.
L¹assemblea del pomeriggio non poteva che raccogliere la sfida. L¹unita¹
che ci ha portato al successo della manifestazione ne e¹ uscita
rafforzata. Per acclamazione e¹ stato approvato un ordine del giorno che
ci vincola tutti a continuare la lotta. Il prossimo appuntamento e¹ a
Genova, quando i tiranni del G8 si riuniranno per concordare le loro
strategie di oppressione. Noi ci saremo! Ci saremo assieme a tutto il
³popolo
di Seattle², ma senza incedere in modernismi e civilismi alla moda. Noi
saremo il polo indipendente degli antimperialisti, di coloro che non
dimenticano che la globalizzazione e¹ imperialismo, quelli che non solo
lottano contro il capitalismo, ma affermano anche che il socialismo, un
nuovo e autentico socialismo, non solo e¹ possibile, ma necessario.

Il comitato Promotore
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DEMOCRAZIA


Finalmente un ulteriore passo verso la democrazia e' stato compiuto
nella Repubblica Federale di Jugoslavia, dove dallo scorso ottobre -
grazie all'assalto contro il Parlamento avvenuto sotto il vigile
controllo di navi da guerra straniere - e' al potere una coalizione di
partiti democratici. Nel rispetto dell'ultimatum imposto dal Senato
degli Stati Uniti d'America, le forze del nuovo Ministero degli Interni
jugoslavo hanno arrestato il capo dell'opposizione.

L'evento e' stato salutato in diretta TV (Rai Due, ore 23 circa) in
Italia da Massimo D'Alema, che ha parlato di "trionfo della democrazia
e della giustizia" e non ha mancato l'occasione per rivendicare il
carattere umanitario dei bombardamenti del 1999, e dunque la natura
terapeutica dell'uranio 238 e del vinile di cloruro monomero fatto
respirare alla popolazione di Belgrado. (Italo Slavo)

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dell'ex Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'",
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