Jugoinfo

Subject: Notizie dalla Zastava
Date: Mon, 26 Mar 2001 16:46:04 +0200
From: "Rossi Alma" <alma@...>
To: "0 - coordinamento" <coord.naz.rsu@...>


Nei giorni 22-23-24 marzo, una delegazione della Cgil di Brescia,
accompagnata da rappresentanti della associazione ALJ di Bologna, delle
Rsu
di Milano e dell'associazione SOS Zastava di Trieste, si è recata alla
Zastava di Kragujevac.
Il prossimo 5 aprile partirà la delegazione dei delegati rsu e dei
sindacalisti Cgil del piemonte con altre adozioni.
In questa occasione sono state consegnate le quote di 274 adozioni già
attive e di 13 nuove adozioni oltre a numerose lettere e regali di
lavoratori italiani alle famiglie dei lavoratori Zastava adottate.
La Consegna è stata fatta nella giornata del 22 marzo in una affollata
assemblea.
Il confronto con le famiglie dei lavoratori della Zastava e con i
delegati
dello stabilimento è stata anche occasione per verificare la situazione
in
cui versano i lavoratori della Jugoslavia a due anni dai bombardamenti.
Per quanto riguarda la zastava le prospettive sono tutt'ora incerte.
Dopo la decisione della nuova direzione aziendale di fermare la
produzione
delle due linee che con tanta fatica erano state riavviate la
preoccupazione
rimane altissima anche alla luce del fatto che il nuovo Governo non ha
ancora predisposto alcun impegno preciso riguardo ad un eventuale piano
di
investimenti utile alla ripresa della produzione. D'altro canto, sempre
il
nuovo Governo, con la legge che favorisce l'importazione e la
commercializzazione di auto usate ha chiuso praticamente il
potenziale mercato interno su cui poteva appoggiarsi una pur difficile
speranza di rilancio del lavoro e della occupazione alla zastava.
(confermiamo, per averlo visto con i nostri occhi alla frontiera serba,
come
l'importazione di auto usate sia ormai un fenomenro visibile anche ad
occhio
nudo. Almeno 2 tir carichi di auto usate dall'austria e dalla germania
stavano per essere sdoganati quando siamo passati in frontiera)
Per quanto riguarda la situazione economica e sociale in generale,
confermiamo come l'aumento dei prezzi abbia ormai toccato tutti i generi
ed
i servizi
(compresi quelli di prima necessità) con incrementi pari al 70 -110 %
rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
L'allentamento dell'embargo (comunque ancora efficace e visibile nelle
sue
conseguenze) ha riaperto l'importazione di medicinali che
però risultano quasi del tutto irreperibili presso le strutture
pubbliche.
Gli unici beneficiari dell'allentamento dell'embargo sono in questo caso
le
farmacie private presso le quali i medicinali sono reperibili solo a
pagamento.
Il tutto in una situazione nella quale almeno 450.000 lavoratori in
tutta la
Jugoslavia sono tutt'ora senza lavoro e senza reddito a causa dei
bombardamenti delle fabbriche, il pagamento delle pensioni rimane
dimezzato
ed in tempi incerti.
I più fortunati sono costretti a lavori precari e saltuari ai limiti
della
legalità in condizioni di vero caporalato
ed a condizioni di sfruttamento vergognose. Una situazione di cui
favoriscono solo i nuovi esponenti del nuovo e arrogante liberismo che
in
Jugoslavia è molto presente nei piccoli commercianti e nelle piccole
attività economiche (sopratutto tessili e meccaniche) alcune rilevate
dai
soliti
imprenditori occidentali (sopratutto tedeschi, ma si affacciano anche
gli
italiani).
(abbiamo visto in televisione un servizio in cui si annunciava come un
pool
di piccole imprese tessili Italiane del veneto avessero deciso di
investire
in piccole imprese tessili di Kragujevac. Il servizio parlava
chiaramente di
trasferimenti di produzioni dall'italia alla jugoslavia - Stiamo
informandoci sul nome e sul tipo di aziende che avrebbero fatto questi
accordi con l'amministrazione di Kragujevac e vi terremo informati).
Gli scioperi degli insegnati contro il non pagamento degli stipendi
intanto
continuano (è appena finito uno sciopero di 15 giorni). E' bene
sottolineare
(senza voler fare polemica) come questi scioperi siano iniziati già
durante
il governo milosevic e come
anche la nostra stampa e televisione desse loro molta pubblicità come a
sottolineare che la situazione degli insegnanti fosse causata dalle
politiche del precedente governo e come quegli stessi scioperi fossero
sostenuti attivamente dalle forze della DOS. Ora gli scioperi continuano
anche più
decisamente di prima, sempre per il mancato pagamento degli stipendi, ma
a
differenza di prima di questi scioperi non si parla più e gli
scioperanti
sono ormai impegnati in completa solitudine a sostenere i loro diritti.

Sempre nei giorni in cui la delegazione italiana era presente a
Kragujevac
si
sono tenute le elezioni per il rinnovo delle cariche sindacali del
gruppo
zastava.
Un fatto importante anche perchè seguiva un periodo di forti tensioni
dentro
al sindacato.
Come già vi avevamo raccontato in precedenza il risultato delle elezioni
politiche in jugoslavia aveva portato nei mesi precedenti a vere e
proprie
agressioni nei confronti dei sindacalisti della zastava che non
apparivano
garanti del nuovo ordine politico.
Alla zastava auto ed alla iveco rappresentanti sindacali che si
riconoscevano nella DOS avevano costretto alle dimissioni i delegati
eletti
dai lavoratori autonominandosi nuovo rappresentanti. Una decisione al di
fuori di ogni regola e statuto e chiaramente illegale e coercitiva che
però
il sindacato nazionale confederale ha infine riconosciuto (anche se con
una
iniziale opposizione da parte del sindacato nazionale metalmeccanico).
In risposta a queste agressioni ed a queste azioni illecite la
rappresentanza sindacale del gruppo zastava aveva proposto che venissero
convocate libere elezioni perchè fossero i lavoratori a verificare ed
eleggere la loro legittima rappresentanza. Queste elezioni sono state
osteggiate dalla componente sindacale che fa riferimento alla DOS che
rivendicava una corrispondenza ed un automatismo tra risultati delle
elezioni politiche e il cambio della rappresentanza sindacale. Alla
fine, le
elezioni convocate nel dicembre del 2000 venivano boicottate con atti di
vero squadrismo e quindi sospese.
Queste agressioni sono continuate anche sucessivamente da parte della
componente della DOS del sindacato autonomo della zastava.
Proprio lo scorso 15 marzo, la componente della DOS del sindacato
zastava ed
il sindacato indipendente avevano organizzato una manifestazione a
Kragujevac che si è risolta in un assalto alla sede del sindacato
cittadino
di Kragujevac (la nostra camera del lavoro) con una agressione fisica al
segretario cittadino costretto a
firmare le dimissioni. Abbiamo recuperato il filmato di questa
manifestazione e delle agressioni e risulta chiaramente come la
manifestazione (a cui hanno partecipato un migliaio di persone) sia
stata
concepita proprio come mera agressione. Infatti la manifestazione era
guidata da quei sindacalisti zastava che si erano autonominati senza
verifica nei reparti ed era chiaramente apoggiata dall'amministrazione
comunale di Kragujevac (il sindaco era presente ed ha incontrato ed
incitato
i
manifestanti). Alla manifestazione erano presenti solo poche decine di
lavoratori della zastava (alcuni per altro convinti che si trattasse di
una
manifestazione
contro la chiusura della fabrica), gli altri, quasi tutti portati dal
sindacato
indipendente sono arrivati a Kragujevac con camion e pulmann organizzati
da
altre città della jugoslavia e, dalle interviste loro fatte dalla
televisione, si capiva chiaramente che non sapessero nulla delle vicende
zastava, erano li solo perchè gli era stato chiesto.
Comunque, anche a causa di questa ennesima agressione e per evitare
degenerazioni,
l'attuale presidentessa del sindacato zastava (Sig.a Rusika) rassegnava
le
dimissioni a condizione che si tenesserp ufficiali elezioni per il
rinnovo
delle cariche sindacali
del gruppo per il giorno 23 marzo, proprio quando la nostra delegazione
era
presente a Kragujevac. Si è temuto sino all'ultimo l'ennesimo
boicottaggio
delle elezioni che comunque si sono tenute regolarmente anche se in
presenza di una discussione accesissima.
Le elezioni delle cariche per il gruppo funzionano così. Ogni reparto
(che
loro chiamano fabbrica) è rappresentato nel coordinamento di gruppo con
un
numero di delegati in proporzione al numero dei lavoratori.
Questi delegati effettuano una consultazione nei loro reparti e poi
portano
il risultato alla riunione del coordinamento.
I candidati alle elezioni erano 4.
L'attuale presidente del sindacato di gruppo della zastava (la Sig,a
Rusika)
non si è ripresentata motivando la decisione come iniziativa utile a
togliere ulteriori
elementi di strumentalizzazione da parte della componente della DOS del
sindacato, proponendo in sua sostituzione il delegato del reparto di
utensileria.
Altri candidati facevano riferimento alle varie anime della componente
della
DOS.
Le assemblee in preparazione della elezione sono state sicuramente molto
accese ma alla fine il risultato delle elezioni è stato chiarissimo.
Il candidato presentato dall'attuale gruppo di delegati che hanno fino
ad
ora portato avanti l'esperienza del sindacato autonomo Zastava ha preso
23
voti, mentre gli altri candidati (forti dell'appoggio dei delegati che
si
erano autonominati in precedenza) hanno preso rispettivamente 3,6, e 2
voti
soltanto.
Il che dimostra come la maggioranza dei reparti e dei lavoratori
sostenga
l'attuale gruppo dirigente del sindacato del gruppo zastava.
E' un risultato importante, che dimostra come l'attuale sindacato del
gruppo
zastava abbia il consenso dei lavoratori che riconoscono la validità e
l'efficacia della loro linea sindacale. Una linea che punta alla difesa
delle prospettive di lavoro e di ripresa produttiva della zastava,
condotta
in chiara autonomia dal quadro politico e imprenditoriale. Una autonomia
difficile da praticare oggi come ieri in Jugoslavia per il tentativo
delle
forze politiche al governo di controllare ogni struttura sociale e
sindacale.
E' bene ricordare come i delegati del sindacato autonomo zastava, già
durante i bombardamenti ed a differenza di ogni altra struttura
sindacale
jugoslava , abbiano saputo prendere immediatamente contatto con i
lavoratori
europei. Invitata in Italia dal coord.rsu hanno fatto assemblee in
numerose
realtà, collegandosi col movimento dei lavoratori italiani contro la
guerra
e costruendo quella rete di solidarietà che oggi rappresenta uno dei
pochi
concreti ed efficaci interventi di sostegno alla lotta ed alla
resistenza
dei lavoratori jugoslavi per il lavoro e per l'occupazione e di impegno
all'unità internazionalista tra i lavoratori.
La vittoria alle elezioni per il sindacato di gruppo non risolverà
certamente le tensioni comunque ancora presenti ma è sicuramente un
risultato ed una conferma del consenso tra i lavoratori molto
importante.


Continua intanto il lavoro per l'allargamento dell'impegno di
solidarietà a
favore delle famiglie dei lavoratori della zastava.
Per informazioni e contatti potete collegarvi al sito internet del
Coordinamento RSU - http://www.ecn.org/coord.rsu/ e (dal link 'notizie
in
evidenza') scaricare i materiali e le informazioni sulle iniziative
attive -
adozioni a distanza e raccolta fondi tramite la vendita di un CD.
Per quanto riguarda il CD potete anche averne un certo quantitativo in
conto
vendita da utilizzare in occasione di iniziative o da distribuire e
vendere
in occasione di riunioni sindacali.
Per contatti Alma Rossi 055-8498256

ciao

Alma Rossi - email - alma@...
indirizzo email del coordinamento RSU - coord.naz.rsu@...
indirizzo internet del Coordinamento RSU - http://www.ecn.org/coord.rsu/

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Cari compagni,
sono contenta di avervi visti ieri a Cesena. E' stato bello e
importante.
Esagerate le forze dell'"ordine", mi è sembrata quasi una cosa
offensiva.
Pazienza.

Vi mando il testo del discorso. Grazie a Valeria, Angela e Moreno, che
mi
hanno aiutato molto.
Ivana

***

(Saluto…) Il COMITATO PROMOTORE PER L'ASSEMBLEA ANTIMPERIALISTA prosegue
l'attività del Coordinamento Nazionale la Jugoslavia Vivrà, nato la
scorsa
estate; riunisce in un progetto unitario un certo numero di
organizzazioni
nate sul territorio…

Alcuni degli organismi che sono rappresentati qui oggi c'erano già prima
del '99, altri sono nati sulla spinta emotiva dei bombardamenti sulla
Repubblica Jugoslava e, in questi due anni, hanno promosso autonomamente
analisi politica, informazione e, per quanto è stato possibile,
solidarietà
concreta, operando in diverse città e realtà sociali differenti.

In molti casi queste aggregazioni di base sono state le uniche a
contrastare la propaganda e la falsa informazione, accolta, più di una
volta, in modo acritico e opportunista perfino dalla stampa della
sinistra
"alternativa".

Il nostro impegno è inteso, oltre che a fare informazione e smascherare
l'opera di corruzione e alienazione delle coscienze, a sostenere la
resistenza che si esprime tra le popolazioni aggredite da guerre
cosiddette
umanitarie, in realtà colonialiste, imperialiste (Jugoslavia, Iraq,
Kurdistan, Palestina), ma soprattutto ha come obiettivo contribuire alla
crescita di un movimento di opposizione all'imperialismo italiano e di
rigetto delle basi USA e NATO presenti sul territorio.

L'Italia non è soltanto la più grande portaerei del Mediterraneo, quella
da
cui in massima parte sono partiti i bombardamenti sulla Jugoslavia e da
cui
partiranno le prossime missioni, ma è anche fortemente impegnata
nell'occupazione militare del Kosovo, nei progetti di espansione
coloniale
verso l'Est e verso Sud. Interessi imprenditoriali in Albania,
investimenti
ENI e AGIP nel Caucaso e in Nord Africa, contratti per la costruzione di
dighe in Kurdistan e per la ricostruzione in Iraq prospettano un quadro
di
ingerenza imperialista al quale noi per primi dobbiamo opporre le
ragioni e
le lotte della solidarietà di classe internazionalista.

All'interno di questa prospettiva, riteniamo tuttora di estrema
importanza
la nostra attenzione ai Balcani, area nella quale si è sperimentato un
modello di imposizione armata di regimi liberisti asserviti agli
interessi
del capitalismo occidentale, un modello di aggressione che può essere
riproposto in un futuro più che prossimo, e area-terreno di ingerenza
italiana diretta, economica e militare - coloniale.
In questo senso diciamo che il nemico principale che bisogna combattere
è
qui, a casa nostra. Perché chi ha accettato, votato, condotto questa
guerra, la prima e la più grande dopo la II guerra mondiale, è stato
proprio il governo di centro-sinistra, la autoproclamata sinistra, con
l'aiuto del Polo (con cui pare sempre d'accordo sulle cose decisive,
come
nell'accettare la NATO e Maastricht). Ha spinto l'Italia nella guerra
contro un popolo sovrano e amico, violando la Costituzione, calpestando
il
Parlamento e le leggi democratiche, tradendo in questo modo la sua
stessa
tradizione, i suoi ideali, la resistenza partigiana. Vantandosi pure di
quello che ha fatto!

E cosa aveva fatto l'imperialismo nell'aggressione contro la Jugoslavia?
Prima ha costruito, con la menzogna, il mostro serbo, fabbricando stragi
inesistenti e fosse comuni (che oggi sappiamo, per stessa ammissione
della
NATO, non ci sono state, da parte dei Serbi) - ha creato così
l'illusione
della guerra "umanitaria"! La "necessita" dell'aggressione!
Quindi ha praticato, come i nazisti, il genocidio, i bombardamenti sui
civili inermi, sulle scuole, fabbriche, raffinerie, abitazioni, le TV,
sui
ponti e ferrovie… cercando di annientare un intero popolo, con le bombe
e
con la guerra chimica e batteriologica che ha distrutto e contaminato la
Jugoslavia per i prossimi centinaia di anni.
Dopo la menzogna e il genocidio è adesso l'ora dell'ipocrisia.
L'imperialismo e i suoi servi, ora che gli è stata strappata la maschera
dell'umanitarismo, e che in tanti si sono accorti del colossale inganno
e
del genocidio che hanno commesso, vorrebbe che ci dimenticassimo dei
suoi
crimini, vorrebbe che non si parlasse più dei Balcani sotto occupazione
militare, vorrebbe non fare vedere che la NATO ha fallito, che non c'è
stata nessuna pacificazione.

Se voi siete qui è perché queste cose le sapete. Avrei preferito parlare
oggi a chi non è qui, a chi ancora oggi pensa e racconta che l'Italia è
un
paese tranquillo che da 60 anni non fa le guerre, a chi non si rende
ancora
conto che non vive in un paese libero, a chi si è dimostrato tanto
superficialmente indifferente al dramma della popolazione jugoslava,
quella
costituita da 26 etnie che per decenni hanno convissuto pacificamente,
in
uno dei pochi paesi veramente multietnici e multiculturali, che aveva
sviluppato un sistema economico e sociale tale da diventare un esempio
per
molti altri paesi, soprattutto quelli del terzo mondo - e quindi
rappresentava, secondo alcuni, un "cattivo esempio" da seguire. Per
questo
doveva essere distrutto, squartato, eliminato, così come devono essere
distrutti tutti gli analoghi tentativi di non sottomissione al dominio
dell'Impero, i paesi alle cui lotte esprimiamo piena solidarietà - Cuba,
Palestina, Iraq, Colombia, che potrebbe essere invasa da un giorno
all'altro con la scusa del narco-traffico.

Chi è rimasto indifferente si trova oggi ad essere vittima: la
contaminazione da uranio colpisce per ora i militari (mercenari), e
domani?, l'Adriatico è una discarica di ordigni e materiali a rischio
radioattivo, i porti civili sono sempre più comunemente utilizzati come
porti nucleari per stazionamento di sommergibili, il "riadeguamento"
delle
basi moltiplica i depositi di materiale atomico.
Chi è rimasto indifferente forse oggi è già disoccupato, flessibile,
venduto, appaltato e tra breve forse intossicato, allergico, ammalato…
invalido… o peggio…
Tutto questo in un paese che ha votato il referendum contro il nucleare
(per ora ignorato).

E anche chi si è "spontaneamente" sottomesso si renderà adesso conto che
non opporre resistenza al capitalismo aggressivo non è garanzia di
immunità: i governi macedoni, per esempio, non si erano opposti alla
penetrazione forzosa di sistemi economici e politici "occidentali", ma
il
loro paese è oggi attraversato dalla guerra come lo sono state le altre
repubbliche jugoslave. Quando lo stato e il popolo jugoslavi si erano
difesi dal terrorismo dell'UCK, la NATO ha aiutato e armato l'UCK e ha
fatto la guerra alla Jugoslavia. Ora che l'UCK, per difendere i suoi
traffici di droga e di prostituzione, spara contro il governo macedone
filo-NATO, la NATO chiama UCK terroristi. Perché prima cos'erano?
Staremo a
vedere come andrà a finire questa storia… Un grande augurio al popolo
macedone!

Per finire - è chiaro che il nostro compito fondamentale è, attraverso
la
controinformazione, pratica di solidarietà, mobilitazione popolare, una
vigilanza internazionalista e la lotta unitaria contro la
globalizzazione,
costruire le basi di consapevolezza e, nei limiti delle nostre capacità,
organizzare la resistenza al capitalismo imperialista e un vero
movimento
antimperialista internazionale. Spero che anche la giornata di oggi
possa
servire a questo. Saluto con il vecchio saluto partigiano, purtroppo
ancora
molto attuale, tutti voi, specialmente tutti i miei connazionali
presenti…
Pozdravljam starim, nazalost jos uvek aktuelnim partizanskim pozdravom,
sve
prisutne Jugoslovene: SMRT FASIZMU, SLOBODA NARODU! Morte al fascismo,
libertà al popolo! A tutti i popoli…

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PROTETTORATO

"Sembra che siamo l'unico paese del mondo che viene attaccato da un
protettorato internazionale"
(dichiarazione del Ministro della Difesa della FYROM)


> http://www.sunday-times.co.uk (World)
>
> An Albanian rebel source said that hundreds of
> fighters were boarding buses to be taken to "border
> transfer" areas: "Effectively the old Kosovo
> Liberation Army has been mobilised."
> Macedonian Defense Ministry official: "It seems we're
> the only country in the world being attacked from an
> international protectorate."
>
> The Sunday Tmes
> March 25 2001
>
> Albanian fighters evade Nato patrols
> Tom Walker, Tetovo
> Balkans 'could be Britain's Vietnam'
> HUNDREDS of ethnic Albanians intent on fighting in
> Macedonia streamed into the country from Kosovo last
> week as Nato failed to take promised measures to cut
> off supply lines, despite a dangerous widening of the
> conflict.
> In one of the most notorious areas for border
> incursions, American soldiers from Nato's Kosovo force
> (Kfor) admitted to The Sunday Times that they were not
> carrying out patrols at night on the paths and minor
> roads used by mule trains to smuggle arms to the
> rebels.
> Donald Rumsfeld, the US defence secretary, had
> rejected Macedonian claims that the Americans were too
> passive because they feared the political
> repercussions of any casualties. He spoke of a
> "renewed effort to see that the patrolling along the
> border of Macedonia is improved and strengthened".
> However, a drive through the rain and mud of a
> freezing evening around the Kosovo village of Debelde,
> which was hit by Macedonian army mortar rounds,
> revealed that American soldiers were confined to
> checkpoints at least five miles apart by road. It was
> possible to drive to within three miles of the
> Macedonian border, no more than an hour's walk away.
> Captain Alayne Cramer, a Kfor spokeswoman at the
> Americans' Bondsteel base, insisted that night patrols
> were taking place. "We're doing an effective job," she
> said.
> But an American soldier in Debelde explained that he
> could not drive to the next checkpoint, four miles
> away across a rolling, wooded valley, because "we
> don't do patrols at night".
> Another soldier admitted that, even if he spotted
> rebels through his night sights, they would not be
> challenged. "I'd report down the chain of command and
> they'd send an observation team or helicopter," he
> said.
> An Albanian rebel source said hundreds of fighters
> were boarding buses to be taken into "border transfer"
> areas: "Effectively the old Kosovo Liberation Army has
> been mobilised."
> A Macedonian defence ministry official said the
> government in Skopje, the capital, felt "deeply let
> down" by Nato's failure to halt the flow of men and
> arms into the country. "It seems we're the only
> country in the world being attacked from an
> international protectorate," he added.
> The Macedonians were further angered on Friday when it
> emerged that Germany was withdrawing at least 600
> troops from the border town of Tetovo, leaving only a
> depleted tank squadron that one officer admitted
> "could drive out of here as soon as the fighting got
> bad".
> The Albanian rebels of the National Liberation Army
> are full of confidence, however, after a week in which
> they withstood an almost continuous barrage of
> machinegun and artillery fire from the Macedonian
> security forces.
> Well dug into their positions above Tetovo, the rebels
> broadened their attacks, killing two plainclothes
> policemen in Skopje and attacking police positions to
> the north of the city.
> In Tetovo yesterday a rebel grenade landed in the
> Ciltuk Macedonian quarter, injuring four people and
> provoking another artillery barrage from the army.
> Fires spread across the hillside beneath the Kale
> fortress, in rebel hands, and angry crowds attacked
> journalists in the street.
> Macedonian forces were reported to have responded last
> night with a helicopter gunship attack on rebel
> positions.
> The Macedonian army has poured troop reinforcements
> into Tetovo, putting tanks and checkpoints all around
> the city. Relations between Macedonians and Albanians
> have been further strained by the shooting on Thursday
> of an Albanian father and son carrying grenades.
> The NLA has set up a political wing, and one of its
> leaders said as he prepared for a cross-border trek
> towards Tetovo from Kosovo that time was running out
> for the Macedonian government to accept peace talks.
> If not, he said, then Tetovo would fall and Skopje
> would become "the Beirut of the Balkans".
> He advocated an internationally monitored reform of
> the Macedonian government and suggested that Sir Paddy
> Ashdown, who toured Kosovo and Macedonia last week,
> would be an ideal mediator.
> At the NLA's headquarters in the village of Selce, oil
> lamps revealed 100 men sipping Russian tea poured from
> a steaming samovar. A battery-powered black and white
> television flickered in one corner, while outside
> mules were harnessed for journeys across the mountain
> paths all around.
> On the track leading towards the snowy peaks above
> Kosovo, a tractor could be seen grinding its way up
> towards Vejce, the rebel village from where the
> wounded are ferried down to Prizren and the German
> Kfor zone for treatment.
> Commander Sedri Hameti, a rebel spokesman flanked by
> guards and a calendar featuring the Manchester United
> footballer David Beckham, claimed that the NLA had
> 7,000 men under arms across the border region, with
> 2,000 fighters in the seven villages overlooking
> Tetovo. "Our aim is to remove Slav forces from all
> terrain that is historically ours," he said, refusing
> to identify his leader, whom he referred to only as
> "the general".
> The house reverberated as mortar shells lobbed in by
> the Macedonian army hit open ground beneath the
> village. An immaculately dressed senior commander -
> some suggested he may have been the general - barked
> orders at young NLA recruits who lined up for
> inspection before dashing for their positions.
> Although Britain has sent 10 officers, including a
> brigadier, to advise the Macedonians on what help Nato
> might offer, the government in Skopje has deduced that
> it will probably be fighting the rebels alone.
> "The rules of engagement are very complicated, but
> we're sending in a reconnaissance team," said Major
> Fergus Smith, the British Kfor spokesman in Pristina.
> Another British source said: "We simply can't be seen
> to be in the business of killing Albanians. And if the
> Yugoslav army couldn't seal the border, how can you
> expect us to do it?"
>

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CESENA

24 marzo 1999 - 24 marzo 2001
Guerra, Nucleare, NATO
MAI PIU'

SABATO 24 MARZO ORE 11 PIAZZALE CARLO MARX

Comunicazioni - Comunicazioni - Comunicazioni - Comunicazioni -
Comunicazioni - Comunicazioni - Comunicazioni -

- Abbiamo appena aggiornato il sito: http://www.tuttinlotta.org
oltre alle nuove adesioni sono pubblicati i saluti inviati da vari paesi
alla manifestazione di Cesena del 24 marzo

- Alla manifestazione sara' presente e interverra' un rappresentante del
movimento antimperialista di Grecia

- Per adesioni scrivi a: posta@...

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Comitato Promotore per l'Assemblea Antimperialista
-Coord. Romagnolo contro la guerra e la Nato - Assijug (Perugia) - Campo
Antimperialista - Coll. Antinebbia (Valdarno) - Comit. contro la guerra
Sesto S. Giovanni -
Comit. contro la guerra (Milano Sud) - Comit. per la Pace e la
Solidarietà fra i Popoli - Coord. cittadino antimperialista (Torino) -
Coord. romano per la Jugoslavia - Red
Ghost (Ravenna) - Gruppo Zastava! (Trieste) -Soccorso Popolare (Padova)
- Voce Operaia

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- ADESIONI aggiornate al 21 marzo

100 idee per la pace (Siena) - AIASP - Aiutiamo La Jugoslavia (Bologna)
- Assemblea Nazionale Anticapitalista - Ass. Cult. Gente
Adriatica (Trieste) - - Ass. comunista il pianeta futuro (Pisa) - Ass.
Progetto Drim (Foligno) - Ass. cult. ³Il Puntino² - Ass. Dedalo di
Sermoneta - Avamposto degli Incompatibili (Lecce) - Azione Popolare
(Emilia e R.) - Ass. Spaccio Culturale di Succivo (Caserta) - Casa dei
Popoli (Roma) - Centro di Docum. Krupskaja (Bologna) - Centro di Docum.
A.Corneli di Camerano (AN) - C.S.A. Dordoni (Cremona) - Centro
Studi Ingegneria Biosociale Acireale (Ct) - Centro Iniziativa Popol.
(Foligno) - Circ. Agorà (Pisa) - Circ. P.R.C. (Treviso) - Circolo Prc
"Jure
Canciani" diServola/Skedenj (Trieste) - Circ. P.R.C. di Bussero (MI)
"RifoBussero" - Circ. Iqbal Mash (Bologna) - Circ. ARCI l¹Osservat. di
Pozzuoli (NA) - Circ. P.R.C. Centrocitta¹ (Trieste) - Circ. P. Neruda di
Camerino (MC) - Circ. Iskra di Cividale del Friuli (UD) - Circ.
Internazion. Wladimir Majakowskij (RE)- Cobas Scuola (Ravenna) - Coll.
Squasso (Rimini) - Coll. Autorganizzati (Rimini) - Coll. Spartakus
di Vicenza - Coll. classe contro classe (Roma) - Comit. cittadino
contro la guerra (Bologna) - Comit. contro la guerra (Treviso) - Comit.
contro le guerre di Conegliano (TV) - Comit. Sardo di solid.
internazionalista (Tula) - Comit. Umbro Antimperialista - Comit. contro
la Guerra
(Novara) - Comit. Operaio Antimperialista (Vicenza)- Comunità degli
Jugoslavi in Umbria - Confederazione COBAS - Convoglio internaz. G.
Masi (Roma) - Coord. nazionale "Su la testa" - Coord. territoriale MAGMA
(Roma) - Coord. contro la Guerra (Cosenza) - C.S.O. Stella Rossa
(Bassano) - C.U.B. Scuola (Rimini) - Democrazia Popolare - Drustvena
Gostilna Kontovel (Trst/Trieste) - Feder. Giovani Comunisti (Imola)
- Feder. P.R.C. (Rimini) - Feder. Giovani Comunisti (Forlì e Cesena) -
Federazione P.R.C. di La Spezia - Fondazione L. Cipriani (Cremona) -
Gruppo musicale "Alla Macchia" - Gruppo musicale Pura Utopia - La
giustizia degli erranti (Treviso) - Laboratorio Marxista (Versilia) -
Linea Rossa - Lista Reno (Bologna) - Movim. per la confederazione dei
comunisti (Toscana) - Pagine Rosse - Partito Umanista - PeaceLink
- Pellerossa di Cesena - P.M.L.I. - Punto Rosso (Jesi) - Punto Rosso
(Vicenza) - Punto Rosso Fermo/Porto San Giorgio (AP) - Radio Citta'
Aperta (Roma) - Radio base (Venezia) - RAP (Rete Associazioni Popolari)
- Redazione Precari Nati (Bologna) - Rete Operaia - Rivista
³Frigidaire ³- Rivista "Giano² - Rossoperaio - SACS (Società degli
Artisti Comunisti dello Spettacolo) - Senza Censura (Bologna) - Spazio
Sociale Filorosso Arcavacata di R. (Cosenza) - Teatro dell'Esistenza -
Tribunale Ramsey Clark - Unione Popolare (Roma) -- Un Ponte per...
- Cesare Mangianti (seg. regionale P.R.C. dell¹ Emilia-Romagna) -
Roberto Sconciaforni (seg. federaz. P.R.C.di Bologna) - Paolo Gambuti
(seg. federaz. P.R.C. di Rimini) - Martino Albonetti (seg. federaz.
P.R.C. di Ravenna) - Kiwan Kiwan (seg. federaz. P.R.C. di Ferrara) -
Lodovico Cutaia (seg. federaz. P.R.C. di Parma)

- Adesioni dall'estero

Antiimperialistische Koordination (Austria) - Aktionskreis 24. März
(Germania) - BAYAN (Filippine) - B.S.B. Bewegung für Soziale
Befreiung (Austria) - Centro Sindacale degli Urali (Russia) - Círculo de
Estudios "26 de Julio Oína" (Mexico) - Corrente Leninista
Internazionale - Cunfederatzione de sos Comunistas Sardos - E.E.K. -
Partito Operaio Rivoluzionario (Grecia) - F.E.U.V (Venezuela-
Herriekiko Euskal Elkartasuna (Paesi Baschi) - I.D.P. - Sinistra
Democratica Popolare (Messico) - International Forum (Danimarca) - .
Jugoslawisch-Österreichische Solidaritätsbewegung (Austria) - J.V.P. -
Fronte di Liberazione del Popolo (Sri Lanka) - Lealta¹ all¹uomo e alla
terra (Libano) - Linkeswende (Austria) - MIGRANTE Europe (Olanda) -
N.A.R. - Nuova Corrente di Sinistra - (Grecia)- Partido Comunista
de los pueblos de Espana - Partido de la Liberaciòn (Argentina) - El
Nuevo Topo (El Salvador) - Revolutionär Kommunistische Liga (Austria)
- Revolutionär Kommunistische Liga (Germania) - Socialist Workers Party
(Britain) Unita' Internazionale dei Lavoratori (QI)

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MANNHEIM

> 2. Jahrestag des Jugoslawienkrieges: 24. Marz 2001
> Mahnwache und Kundgebung in Mannheim
> 24.Marz 2001., 11.00 bis 13.00 Uhr
> Mahnwache und Kundgebung des Friedensplenums
> Mannheim Paradeplatz, Ecke Commerzbank
> Es spricht u.a.: Prof. Zorica Becker
>
> Diese Nachricht bitte an Interessierte weitergeben!!

> Von: Friedensplenum Mannheim
> [SMTP:Friedensplenum.Mannheim@...]
> Betreff: Zweiter Jahrestag des Jugolawienkrieges: Mahnwache und
> Kundgebung am Samstag am Paradeplatz
>
> Mahnwache und Kundgebung am Samstag am Paradeplatz:
>
> Zweiter Jahrestag des Jugolawienkrieges
>
> Auch zwei Jahre nach dem NATO-Luftkrieg gegen Jugoslawien ist die
> Friedensbewegung nicht bereit, ein-fach "zur Tagesordnung uberzugehen". Sie
> ist auch nicht bereit, ihren "Frieden" mit den Verantwortlichen des Krieges
> zu schlie?en. Dieser Krieg stellte nach Meinung der Friedensbewegung eine
> Zasur in der Au?enpolitik der Bundesrepublik Deutschland dar. Zum ersten Mal
> beteiligte sich die Bundeswehr an einem Krieg, den die NATO ohne jegliches
> Mandat der Vereinten Nationen gegen einen souveranen Staat fuhrte.
> Entsprechend engagiert ist seither uber die volkerrechtliche, politische und
> moralische Bewertung des Kriegs gestritten worden.
>
> Ein Ergebnis dieser Diskussionen kann heute dahingehend zusammengefasst
> werden: Nahezu alle von der Bundesregierung seinerzeit angefuhrten Grunde
> fur die Bombardierung Jugoslawiens haben sich als Selbst-tauschung, als
> vorgeschobene Rechtfertigungsversuche oder als offenkundige Lugen
> herausgestellt. Die "humanitare Katastrophe", die mit dem militarischen
> Eingreifen "verhindert" werden sollte, hat es so nicht gegeben bzw. ist erst
> mit dem Krieg eingetreten. Auch den "Hufeisenplan" hat es nicht gegeben. Die
> "Massaker" von Rugovo und von Racak, in denen albanische Zivilisten von
> Serben brutal ermordet worden sein sollen, hat es ebenfalls so nicht
> gegeben.
>
> Eine Aufarbeitung des Krieges fand bisher in der Bundesrepublik nicht statt.
> Vieles von dem, was zum Teil erst Monate nach dem Krieg von
> Wissenschaftlern, Journalisten, OSZE-Mit-arbeitern und anderen Augenzeugen
> recherchiert und der Offentlichkeit prasentiert wurde, musste den
> ver-antwortlichen Politikern schon damals bekannt gewesen sein.
> Nichtsdestoweniger beteiligten sie sich an der NATO-Propaganda vom zwar
> illegalen (weil volkerrechtswidrigen), aber "legitimen" Krieg, der um der
> Menschenrechte Willen gefuhrt worden sei.
>
> Auf dem Balkan hat der siegreiche NATO-Krieg keines der vielen Probleme
> losen konnen, wie sich nicht zuletzt durch die anhaltenden Kampfe in
> Sudserbien und mittlerweile in Mazedonien zeigt. Die NATO gleicht dem
> Zauberlehrling, der die UCK-Geister seinerzeit gerufen hat, um das Kosovo
> von Milose-vic-Jugoslawien abzutrennen. Sie sind ihm aber heute uber den
> Kopf gewachsen und prasentieren ihre Rech-nung: Abtrennung sudserbischer
> Gebiete von Kustonica-Jugoslawien, Abtrennung eines Drittels des
> Territo-riums von Mazedonien und Schaffung eines gro?albanischen Staates.
> Der Balkan steht - auch ohne Milose-vic! - vor einem neuen Krieg.
>
> Angesichts des Debakels einer verfehlten Kriegs- und Militarpolitik auf dem
> Balkan fordern wir zum zwei-ten Jahrestag des Beginns des NATO-Kriegs eine
> au?en- und sicherheitspolitische Umkehr. Notig sind:
> + eine vorausschauende Politik, die dem Gedanken der zivilen
> Konfliktpravention verpflichtet ist,
> + die strikte Beachtung des Friedensgebots der UN-Charta,
> + der Verzicht auf jegliche Militareinsatze und damit auch
> + der Verzicht auf die Umwandlung der Bundeswehr in eine vorwiegend auf
> Auslandseinsatze getrimmte Interventionsarmee.
>
> Unter diesen Forderungen veranstaltet das Mannheimer Friedensplenum am
> zweiten Jahrestag des Jugoslawienkrieges am Samstag, dem 24. Marz um 11 Uhr
> am Paradeplatz (zwischen P 1 und P 2) eine Mahnwache und Kundgebung.
>
> Die Ansprache halt Frau Prof. Zorica Becker aus Heidelberg.
>
> FRIEDENSPLENUM MANNHEIM

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Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti
dell'ex Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'",
oggi "Comitato Promotore dell'Assemblea Antimperialista":
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