Jugoinfo
Sulla copertina del sito del Coordinamento
> http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra/
e su
> http://www.sps.org.yu/aktuelno/2000/okt/foto-01.html
le foto della devastazione della sede belgradese del Partito Socialista
della Serbia ed il comunicato stampa del PSS
AUF DEUTSCH/ IN ENGLISH:
>> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/514
---
Comunicato del Partito socialista serbo (http://www.sps.org.yu/)
7 ottobre 2000
A Belgrado e in tutta la Serbia le violenze e gli attacchi ai membri del
Partito socialista serbo
(P.S.S.) non cessano. Per metodi e modalit� di organizzazione e di
azione gli attacchi rassomigliano
alle azioni naziste perpetrate contro la sinistra agli inizi della
formazione del nazismo tedesco.
Membri della D.O.S. [?Opposizione democratica serba?, il raggruppamento
di Kostunica] hanno
aggredito i leader del P.S.S., minacciando fisicamente anche membri e
sostenitori. Sono giunti a
minacciare per telefono le loro mogli e i loro figli.
Manipolando con abilit� lo scontento dei lavoratori la D.O.S. organizza
e attua azioni violente e
fuorilegge sostituendo e perseguitando i direttori che appartengono al
P.S.S., soprattutto nelle
aziende che operano con successo.
A Kragujevac gli aggressori della D.O.S. hanno sequestrato,legato e per
dieci ore maltrattato
un membro del Comitato esecutivo del comitato generale del P.S.S.,
Slavica Djukic-Dejanovic;
volevano costringerla ad apparire su un canale della tv di Kragujevac
per disconoscere
pubblicamente la sua appartenenza al P.S.S.. Siccome non ha ceduto, �
stata consegnata ad un
branco ubriaco ed inferocito di teppisti che l?hanno pesantemente
insultata, presa a schiaffi, pugni
e calci.
A Nis � stato pesantemente picchiato Dragisa Vucic,operaio dipendente
della
elettro-distribuzione, nonch� nuovo membro del comitato P.S.S. del
Comune di Nis. E? finito in
ospedale perch� sul posto di lavoro un centinaio di persone inferocite
lo hanno quasi linciato.
La notte del 6 a Belgrado � stata di nuovo attaccata l?organizzazione
comunale del P.S.S.. e
siccome non c?era pi� nulla da saccheggiare, hanno dato fuoco alla sede.
Nei Comuni di Palilula, Vracara, Stari Grad e Zvezdara le sedi del PSS
sono totalmente distrutte e
oggetti di valore (mobili,computer etc.) sono stati rubati.
A Bor sono state demolite le sedi comunali e di circoscrizione del
P.S.S.
La stessa cosa � avvenuta a Ariljie, dove i membri della D.O.S. sono
entrati nella sede facendosi
largo a colpi d?ascia.
Al ritorno dalla loro marcia distruttrice su Belgrado, i membri della
D.O.S. hanno attaccato la sede
dei ?Giovani Socialisti? frantumando vetri e porte e solo la presenza
dei membri del P.S.S.. nella
sede ha impedito il saccheggio del costosissimo impianto informatico.
A Kovacica sostenitori della D.O.S. hanno levato le bandiere dalla sede
cittadina del P.S.S.. e le
hanno incendiate in piazza.
La sede comunale del P.S.S. a Sremska Mitrovica � stata oggetto di atti
vandalici.Ieri a Pecince i
membri della D.O.S. sono entrati nella sede comunale del P.S.S.. e hanno
cambiato la serratura.
---
---
Riceviamo da Lino Anelli del coordinamento nazionale RSU
Quale democrazia in Jugoslavia ?
Un appello per la cessazione immediata delle violenze nei confronti del
sindacato e della sinistra
Jugoslava.
Le aggressioni di tipo squadristico nei confronti dei militanti del
sindacato Samostalni si susseguono
di ora in ora con crescente intensit�. Si tratta in tutta evidenza di un
piano sistematico, volto a
distruggere tutte le organizzazioni sindacali che manisfestano critiche
verso le politiche neoliberiste
del programma della "Opposizione democratica serba" di Kostunica.
Gli attacchi non sono certo portati avanti da chi, in tutta coerenza ha
lottato per il rinnovamento
della Jugoslavia, ma da soggetti arroganti e settari che rappresentano
parti consistenti dei partiti di
"opposizione" che vedono la caduta di Milosevic come occasione per
rafforzare se stessi
distruggendo ogni voce concorrente. Questo � sostenuto anche da
Dragoljub Micunovic, voce
autorevole dell'opposizione e candidato alla prossima carica di Primo
Ministro,che in una intervista
al Manifesto del 10 ottobre denuncia gli atti di violenza in corso.
E' quanto ad esempio sta avvenendo alla Zastava di Kragujevac.
Sulla base di testimonianze dirette, denunciamo le aggressioni compiute
a Kragujevac nei confronti
dei rappresentanti del sindacao autonomo Zastava.
Luned� 9 ottobre sono stati devastati gli uffici del sindacato Zastava
"Iveco". Gli agressori,
esponenti del sindacato indipendente, hanno imposto le dimissioni, tra
gli altri di Milan Doncic e
Sreten Milicevic. Alla stessa segretaria del sindacato Zastava, la
compagna Rusika, � stato
"ordinato" di dimettersi immediatamente. Anche la compagna Rajka
veljovic assieme al gruppo
impegnato a seguire il progetto di adozioni a distanza hanno subito
pesanti minacce, al punto da
temere per la loro incolumit� fisica.
E' questa la nuova democrazia Jugoslava ??
La nostra condanna nei confronti di questi atti di violenza, e la nostra
solidariet� ai rappresentanti
del sindacato Zastava colpiti nella loro libert� individuale e di
organizzazione sono convinte e
decise.
Conosciamo bene i compagni colpiti dalla aggressione anche perch�
sono stati da subito, durante
i bombardamenti e dopo, interlocutori infaticabili, credibili e convinti
dell'unico progetto di
solidariet� tra i lavoratori Italiani e quelli Jugoslavi che ha saputo
svolgersi nonostante l'embargo
ed in completa autonomia dal quadro politico ed istituzionale della
jugoslavia.
Un impegno che ha reso possibile l'arrivo di aiuti (medicinali ed
apparecchiature sanitarie) non solo
al presidio sanitario della Zastava, ma anche all'ospedale civile,
all'orfanotrofio ed al centro
geriatrico di Kragujevac. Un impegno che ha realizzato una rete di
sostegno al reddito alle famiglie
dei lavoratori della Zastava con le oltre 1.100 adozioni a distanza
gestite da diverse associazioni e
strutture sindacali Italiane.
I compagni e le compagne colpite dall'aggressione e dalla violenza
politica di queste ore sono
inoltre conosciuti da tanti che, in Italia, li hanno incontrati in
occasione di manifestazioni ed
assemblee pubbliche contro la guerra, contro l'embargo, per la
costruzione di una rete di
solidariet� diretta e concreta tra lavoratori di tutti i paesi capace di
agire in risposta alle parole
dell'odio e della guerra ed in autonomia dagli schieramenti politici in
campo e dai loro obiettivi di
egemonia economica e territoriale.
La posizione dei compagni del sindacato Zastava, (vedi comunicato) anche
in occasione delle
ultime vicende politiche in Jugoslavia, � stata capace di autonomia e
coerenza col loro compito di
rappresentanti di lavoratori impegnati sopratutto a sostenere e
rivendicare impegni concreti per il
lavoro e per il salario a tutte le forze politiche in campo, preoccupati
sia degli aspetti che portavano
a rivendicare maggiore democrazia nel paese che delle proposte
neoliberiste del programma
economico di Kostunica che prevedono, tra l'altro, la chiusura della
Zastava e pesanti tagli al
salario ed all'assistenza sociale e previdenziale.
E' paradossale che gli agenti dell'aggressione fisica e politica siano
esponenti di quel sindacato
indipendente che, in piena era Milosevic erano in prima fila a
rivendicare agibilit�, democrazia e
libert� sindacale.
Paradossalmente questi, che in piena era Milosevic hanno comunque
potuto, certamente non
senza difficolt�, tenere riunioni, costituire organizzazioni, convocare
congressi, ora negano agli altri
sindacati anche la minima possibilit� di esistenza.
Oltretutto, rifiutando l'eventualit� che una verifica della reale
rappresentanza sindacale nel luogo di
lavoro sia demandata ad una verifica elettorale nei reparti e tra i
lavoratori della Zastava, essi
pretendono di essere una forza sindacale rappresentativa solo sulla
scorta del loro essere legati ai
partiti di opposizione. Una visione particolarmente reazionaria della
libert� per cui il popolo
Jugoslavo ha lottato e che getta una cattiva luce su alcune forze
rappresentate nel cartello del
fronte dell"opposizione".
E' oltretutto drammatico che i lavoratori della Zastava, che a causa dei
bombardamenti della Nato
sono ancora oggi senza lavoro e senza reddito, in un clima di
intimidazione e di confusione,
diventino a tutti gli effetti soggetti ricattati dalle cos� dette nuove
forze del cambiamento che
sembrano non avere altri strumenti di acquisizione del consenso se non
la pratica dell'intimidazione
e dell'arroganza che, con la complicit� dei vertici aziendali, arriva
anche a proporre lo scambio tra
aiuti economici e la disdetta al sindacato Zastava.
Come Coordinamento Nazionale delle RSU denunciamo quanto sta avvenendo
come un'attacco
alla democrazia sindacale in Jugoslavia, un'attacco che sta assumendo
forme anche peggiori di
quelle che "l'umanitario" occidente ed il Sindacato Italiano
denunciavano esistere nell'era
Milosevic.
In solidariet� con i sindacalisti ed i delegati sindacali della Zastava
di Kragujevac, in rispetto degli
stessi ideali di solidariet� tra i lavoratori e di democrazia sindacale
da loro stessi ribaditi nelle varie
iniziative da loro tenute in Italia e nelle posizioni da loro espresse
in Jugoslavia proponiamo che
dalle Rsu, dai luoghi di lavoro, vengano inviati messaggi di solidariet�
indirizzati alla compagna
Ruzica ed alla compagna Rajka del sindacato Zastava ai seguenti
indirizzi [NOTA: GLI INDIRIZZI RISULTANO NON PIU' FUNZIONANTI
A CAUSA DEI FURTI E DEI VADALISMI SUBITI]:
email: sindikat@... (provare comunque, anche se sembra che il
computer,dono della Cgil
Lombardia, sia stato rubato o distrutto)
fax: 00381 34 335367
Proponiamo inoltre che si attivino iniziative su tutte le strutture
sindacali, anche della sinistra
sindacale, perch� vengano prese posizioni ed iniziative in difesa delle
libert� sindacali in Jugoslavia.
Vi preghiamo di inviare anche al sito del coordinamento rsu i testi
delle varie prese di posizione dai
luoghi di lavoro, dai sindacati, dalle rsu in modo da darne la massima
pubblicizzazione
Il Coordinamento nazionale delle Rsu -
Marted� 10 ottobre 2000
Il documento � scaricabile in formato ipertesto (con i link ad altri
documenti richiamati dall'appello)
dal sito del coordinamento Rsu -
http://www.ecn.org/coord.rsu/
Alma Rossi - email - alma@...
indirizzo email del coordinamento RSU - coord.naz.rsu@...
indirizzo internet del Coordinamento RSU - http://www.ecn.org/coord.rsu/
---
Michel Collon
[giornalista, autore di diversi libri sulla Jugoslavia, da Poker
menteur a quello sull?espansione della
NATO]
JOURNAL DE BELGRADE - Lundi 9 octobre, 13 heures
Les violences dont on ne parle pas
[Le violenze di cui non si parla]
[... Saltiamo tutta la prima parte sugli equilibri interni al governo
della repubblica serba: la
situazione � precipitata nella serata del 9 ottobre, quando � stato
imposto lo scioglimento del
governo serbo e sono state indette nuove elezioni per fine dicembre]
Le grandi manovre politiche ruotano anche intorno al nuovo governo
federale. Il partner
indispensabile e fortemente corteggiato � il partito socialista
montenegrino. DOS [Opposizione
democratica serba, il partito di Kostunica] gli ha immediatamente fatto
delle avances. Solo che
entro un anno avranno luogo le elezioni nella repubblica del Montenegro
e in questo paese le
elezioni della repubblica sono ancora pi� importanti in termini di
competenze e di budget. I socialisti
montenegrini hanno il vento in poppa e potrebbere vincere contro la
destra filoamericana di
Djukanovic. Ma se andassero con la destra serba di DOS che ha
esattamente lo stesso
programma stile FMI di Djukanovic, la loro immagine sarebbe deteriorata.
Ecco perch� essi hanno
scelto piuttosto scelto il PSS [partito socialista serbo] di Milosevic
come partner. Tutto � stato
negoziato. Non rimane che un ostacolo.
Messo fuori gioco, DOS ha cominciato a contestare il mandato
di 18 deputati socialisti
Lontano dalle telecamere, le violenze di Djndjic
E? forse proprio per questo che DOS mantiene la pressione. Quali sono i
metodi impiegati?
Minacce di manifestazioni e di blocchi delle istituzioni legali,
violenze fisiche e minacce contro i
membri del partito socialista e diverse istituzioni dello Stato, messa
sotto controllo con la forza di
alcune imprese.
Dietro la figura simbolica di Kostunica che occupa il
davanti della scena, � Zoran Djindjic
che organizza tutto.
Venduto da tempo agli interessi tedeschi, poi americani, come ognuno qui
sa bene, Djindjic,
fortemente disprezzato, si � servito di Kostunica per battere Milosevic
ed ora si avventa sul potere
reale. Con la violenza. La sede belgradese del partito socialista �
stata completamente distrutta.
Kostunica ha inviato un fotografo sul posto, che si � mostrato
indignato. Alcune case di membri del
PSS sono state date alle fiamme. Numerose imprese, ad es. la fabbrica di
tabacco DIN ? sono state
prese di forza da uomini di Djindjic. In questo momento DOS espelle con
la forza il direttore
dell?ospedaletto dei bambini, Scepanovic, molto competente, ma colpevole
di essere membro del
partito socialista. Altri eventi di questo genere non possono ancora
essere pubblicati perch� le
vittime hanno troppa paura. Ma i fatti sono stati riferiti e se
accedesse qualcosa, sarebbero diffusi.
E in provincia le aggressioni terroristiche sono ancora pi� gravi che a
Belgrado, dove bisogna
preservare un?immagine presentabile.
Non � evidentemente per questo che il popolo ha votato. Ha
votato per vivere meglio e per il
fatto che la maggioranza aveva perso fiducia in Milosevic. E per
impedire che questi fatti siano
conosciuti dall?opinione pubblica, tutti i mass media sono stati messi
sin dall?inizio sotto
controllo della DOS, pi� precisamente di Djindjic.
E? la DOS e l?Occidente che hanno instaurato il controllo
sui mass media!
E? Djindjic, non Kostunica, ad aver organizzato molto
efficacemente l?occupazione dei
mass media pubblici: RTS [la televisione di stato serba, bombardata
dalla NATO, che i
?democratici? hanno finito di saccheggiare], l?agenzia di stampa Tanjug,
il quotidiano Politika. Con
la complicit� di alcuni responsabili di questi mass media, ed escludendo
di forza gli altri giornalisti o
sottoponendoli a fortissime pressioni.
Risultato: quando oggi accendete il televisore, vedete la
stessa cosa dappertutto: Kostunica
e DOS, oppure DOS e Kostunica. Nient?altro. Mai un punto di vista
dell?altro campo. Era quello
che si rimproverabva prima a Milosevic. Ma, sotto Milosevic, anche si vi
sono state delle
sospensioni in certi periodi, l?opposizione aveva tre volte pi�
mass-media del potere e cinque volte
pi� del potere a livello di comunicazione elettronica. E anche le sue
televisioni. La popolazione
riceveva costantemente quelle opinioni che l?hanno del resto fortemente
influenzata. Adesso tutta
l?informazione � controllata da un solo partito, e questa la chiamano
?democrazia?.
Con metodi psicologico-mediatici modernissimi, da cui si
vede che sono stati preparati da
tempo. I dollari di Washington sono stati investiti per preparare questi
mass-media moderni.
Che accadr�? DOS cercher� di mantenere la pressione per
impedire il funzionamento dei
governi che non controllerebbe. Sia con manifestazioni e scontri, ma la
maggior parte delle persone
desiderano qui la fine delle violenze e il ritorno alla calma. Sia con
delle ostruzioni istituzionali. Pi�
passa il tempo, meno potranno usare la forza. O, almeno, � quello che
molti sperano.
---
8 ottobre 2000
Fonte: AFP
Il sindaco di Cacak, Velimir Ilic, riconosce di aver iniziato gioved� 5
ottobre, con un commando di
oltre 2000 uomini, l'assalto al parlamento e alla televisione di
Belgrado, un'azione premeditata che
mirava a provocare la caduta di Slobodan Milosevic.
"La nostra azione era stata preparata in anticipo. Tra i miei uomini
c'erano degli ex paracadusti,
dei vecchi ufficiali dell'esercito e della polizia e degli uomini che
avevano combattuto tra le forze
speciali", ha raccontato ai giornalisti il sindaco di Cacak.
"Molti di noi avevano dei giubbotti antiproiettile e delle armi". "Il
nostro scopo era molto chiaro,
prendere il controllo delle istituzioni-chiave del regime, tra cui il
parlamento e la televisione [...].
Sono stato costantemente al telefono con un generale dell'esercito cos�
come con una parte della
gerarchia del ministero dell'Interno. Per il momento preferisco non
divulgare i loro nomi".
Infine, Mr Ilic svela che le scene di "fraternizzazione" tra
manifestanti e poliziotti erano una messa
in scena: "Erano i nostri uomini vestiti delle uniformi della polizia".
Ben studiato, come sottolinea il
dispaccio dell'AFP che riporta l'intervista, queste scene "hanno dato
coraggio ai manifestanti" [per
non dire "hanno scoraggiato i sostenitori di Milosevic"] e hanno
destabilizzato le forze ancora fedeli
a Milosevic.
Si fa luce quindi a poco a poco la verit� sulla sedicente insurrezione
popolare. Se ne sapr� si pi� in
futuro, in particolare sui "consigli" che sono stati dati a colpo sicuro
ai vari Ilic e agli altri
"democratici".
---
==
Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"
> http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma vengono
fatti circolare per il loro contenuto informativo al solo scopo di
segnalazione e commento ("for fair use only")
Per contributi e segnalazioni: jugocoord@...
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> http://www.sps.org.yu/aktuelno/2000/okt/foto-01.html
le foto della devastazione della sede belgradese del Partito Socialista
della Serbia ed il comunicato stampa del PSS
AUF DEUTSCH/ IN ENGLISH:
>> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/514
---
Comunicato del Partito socialista serbo (http://www.sps.org.yu/)
7 ottobre 2000
A Belgrado e in tutta la Serbia le violenze e gli attacchi ai membri del
Partito socialista serbo
(P.S.S.) non cessano. Per metodi e modalit� di organizzazione e di
azione gli attacchi rassomigliano
alle azioni naziste perpetrate contro la sinistra agli inizi della
formazione del nazismo tedesco.
Membri della D.O.S. [?Opposizione democratica serba?, il raggruppamento
di Kostunica] hanno
aggredito i leader del P.S.S., minacciando fisicamente anche membri e
sostenitori. Sono giunti a
minacciare per telefono le loro mogli e i loro figli.
Manipolando con abilit� lo scontento dei lavoratori la D.O.S. organizza
e attua azioni violente e
fuorilegge sostituendo e perseguitando i direttori che appartengono al
P.S.S., soprattutto nelle
aziende che operano con successo.
A Kragujevac gli aggressori della D.O.S. hanno sequestrato,legato e per
dieci ore maltrattato
un membro del Comitato esecutivo del comitato generale del P.S.S.,
Slavica Djukic-Dejanovic;
volevano costringerla ad apparire su un canale della tv di Kragujevac
per disconoscere
pubblicamente la sua appartenenza al P.S.S.. Siccome non ha ceduto, �
stata consegnata ad un
branco ubriaco ed inferocito di teppisti che l?hanno pesantemente
insultata, presa a schiaffi, pugni
e calci.
A Nis � stato pesantemente picchiato Dragisa Vucic,operaio dipendente
della
elettro-distribuzione, nonch� nuovo membro del comitato P.S.S. del
Comune di Nis. E? finito in
ospedale perch� sul posto di lavoro un centinaio di persone inferocite
lo hanno quasi linciato.
La notte del 6 a Belgrado � stata di nuovo attaccata l?organizzazione
comunale del P.S.S.. e
siccome non c?era pi� nulla da saccheggiare, hanno dato fuoco alla sede.
Nei Comuni di Palilula, Vracara, Stari Grad e Zvezdara le sedi del PSS
sono totalmente distrutte e
oggetti di valore (mobili,computer etc.) sono stati rubati.
A Bor sono state demolite le sedi comunali e di circoscrizione del
P.S.S.
La stessa cosa � avvenuta a Ariljie, dove i membri della D.O.S. sono
entrati nella sede facendosi
largo a colpi d?ascia.
Al ritorno dalla loro marcia distruttrice su Belgrado, i membri della
D.O.S. hanno attaccato la sede
dei ?Giovani Socialisti? frantumando vetri e porte e solo la presenza
dei membri del P.S.S.. nella
sede ha impedito il saccheggio del costosissimo impianto informatico.
A Kovacica sostenitori della D.O.S. hanno levato le bandiere dalla sede
cittadina del P.S.S.. e le
hanno incendiate in piazza.
La sede comunale del P.S.S. a Sremska Mitrovica � stata oggetto di atti
vandalici.Ieri a Pecince i
membri della D.O.S. sono entrati nella sede comunale del P.S.S.. e hanno
cambiato la serratura.
---
---
Riceviamo da Lino Anelli del coordinamento nazionale RSU
Quale democrazia in Jugoslavia ?
Un appello per la cessazione immediata delle violenze nei confronti del
sindacato e della sinistra
Jugoslava.
Le aggressioni di tipo squadristico nei confronti dei militanti del
sindacato Samostalni si susseguono
di ora in ora con crescente intensit�. Si tratta in tutta evidenza di un
piano sistematico, volto a
distruggere tutte le organizzazioni sindacali che manisfestano critiche
verso le politiche neoliberiste
del programma della "Opposizione democratica serba" di Kostunica.
Gli attacchi non sono certo portati avanti da chi, in tutta coerenza ha
lottato per il rinnovamento
della Jugoslavia, ma da soggetti arroganti e settari che rappresentano
parti consistenti dei partiti di
"opposizione" che vedono la caduta di Milosevic come occasione per
rafforzare se stessi
distruggendo ogni voce concorrente. Questo � sostenuto anche da
Dragoljub Micunovic, voce
autorevole dell'opposizione e candidato alla prossima carica di Primo
Ministro,che in una intervista
al Manifesto del 10 ottobre denuncia gli atti di violenza in corso.
E' quanto ad esempio sta avvenendo alla Zastava di Kragujevac.
Sulla base di testimonianze dirette, denunciamo le aggressioni compiute
a Kragujevac nei confronti
dei rappresentanti del sindacao autonomo Zastava.
Luned� 9 ottobre sono stati devastati gli uffici del sindacato Zastava
"Iveco". Gli agressori,
esponenti del sindacato indipendente, hanno imposto le dimissioni, tra
gli altri di Milan Doncic e
Sreten Milicevic. Alla stessa segretaria del sindacato Zastava, la
compagna Rusika, � stato
"ordinato" di dimettersi immediatamente. Anche la compagna Rajka
veljovic assieme al gruppo
impegnato a seguire il progetto di adozioni a distanza hanno subito
pesanti minacce, al punto da
temere per la loro incolumit� fisica.
E' questa la nuova democrazia Jugoslava ??
La nostra condanna nei confronti di questi atti di violenza, e la nostra
solidariet� ai rappresentanti
del sindacato Zastava colpiti nella loro libert� individuale e di
organizzazione sono convinte e
decise.
Conosciamo bene i compagni colpiti dalla aggressione anche perch�
sono stati da subito, durante
i bombardamenti e dopo, interlocutori infaticabili, credibili e convinti
dell'unico progetto di
solidariet� tra i lavoratori Italiani e quelli Jugoslavi che ha saputo
svolgersi nonostante l'embargo
ed in completa autonomia dal quadro politico ed istituzionale della
jugoslavia.
Un impegno che ha reso possibile l'arrivo di aiuti (medicinali ed
apparecchiature sanitarie) non solo
al presidio sanitario della Zastava, ma anche all'ospedale civile,
all'orfanotrofio ed al centro
geriatrico di Kragujevac. Un impegno che ha realizzato una rete di
sostegno al reddito alle famiglie
dei lavoratori della Zastava con le oltre 1.100 adozioni a distanza
gestite da diverse associazioni e
strutture sindacali Italiane.
I compagni e le compagne colpite dall'aggressione e dalla violenza
politica di queste ore sono
inoltre conosciuti da tanti che, in Italia, li hanno incontrati in
occasione di manifestazioni ed
assemblee pubbliche contro la guerra, contro l'embargo, per la
costruzione di una rete di
solidariet� diretta e concreta tra lavoratori di tutti i paesi capace di
agire in risposta alle parole
dell'odio e della guerra ed in autonomia dagli schieramenti politici in
campo e dai loro obiettivi di
egemonia economica e territoriale.
La posizione dei compagni del sindacato Zastava, (vedi comunicato) anche
in occasione delle
ultime vicende politiche in Jugoslavia, � stata capace di autonomia e
coerenza col loro compito di
rappresentanti di lavoratori impegnati sopratutto a sostenere e
rivendicare impegni concreti per il
lavoro e per il salario a tutte le forze politiche in campo, preoccupati
sia degli aspetti che portavano
a rivendicare maggiore democrazia nel paese che delle proposte
neoliberiste del programma
economico di Kostunica che prevedono, tra l'altro, la chiusura della
Zastava e pesanti tagli al
salario ed all'assistenza sociale e previdenziale.
E' paradossale che gli agenti dell'aggressione fisica e politica siano
esponenti di quel sindacato
indipendente che, in piena era Milosevic erano in prima fila a
rivendicare agibilit�, democrazia e
libert� sindacale.
Paradossalmente questi, che in piena era Milosevic hanno comunque
potuto, certamente non
senza difficolt�, tenere riunioni, costituire organizzazioni, convocare
congressi, ora negano agli altri
sindacati anche la minima possibilit� di esistenza.
Oltretutto, rifiutando l'eventualit� che una verifica della reale
rappresentanza sindacale nel luogo di
lavoro sia demandata ad una verifica elettorale nei reparti e tra i
lavoratori della Zastava, essi
pretendono di essere una forza sindacale rappresentativa solo sulla
scorta del loro essere legati ai
partiti di opposizione. Una visione particolarmente reazionaria della
libert� per cui il popolo
Jugoslavo ha lottato e che getta una cattiva luce su alcune forze
rappresentate nel cartello del
fronte dell"opposizione".
E' oltretutto drammatico che i lavoratori della Zastava, che a causa dei
bombardamenti della Nato
sono ancora oggi senza lavoro e senza reddito, in un clima di
intimidazione e di confusione,
diventino a tutti gli effetti soggetti ricattati dalle cos� dette nuove
forze del cambiamento che
sembrano non avere altri strumenti di acquisizione del consenso se non
la pratica dell'intimidazione
e dell'arroganza che, con la complicit� dei vertici aziendali, arriva
anche a proporre lo scambio tra
aiuti economici e la disdetta al sindacato Zastava.
Come Coordinamento Nazionale delle RSU denunciamo quanto sta avvenendo
come un'attacco
alla democrazia sindacale in Jugoslavia, un'attacco che sta assumendo
forme anche peggiori di
quelle che "l'umanitario" occidente ed il Sindacato Italiano
denunciavano esistere nell'era
Milosevic.
In solidariet� con i sindacalisti ed i delegati sindacali della Zastava
di Kragujevac, in rispetto degli
stessi ideali di solidariet� tra i lavoratori e di democrazia sindacale
da loro stessi ribaditi nelle varie
iniziative da loro tenute in Italia e nelle posizioni da loro espresse
in Jugoslavia proponiamo che
dalle Rsu, dai luoghi di lavoro, vengano inviati messaggi di solidariet�
indirizzati alla compagna
Ruzica ed alla compagna Rajka del sindacato Zastava ai seguenti
indirizzi [NOTA: GLI INDIRIZZI RISULTANO NON PIU' FUNZIONANTI
A CAUSA DEI FURTI E DEI VADALISMI SUBITI]:
email: sindikat@... (provare comunque, anche se sembra che il
computer,dono della Cgil
Lombardia, sia stato rubato o distrutto)
fax: 00381 34 335367
Proponiamo inoltre che si attivino iniziative su tutte le strutture
sindacali, anche della sinistra
sindacale, perch� vengano prese posizioni ed iniziative in difesa delle
libert� sindacali in Jugoslavia.
Vi preghiamo di inviare anche al sito del coordinamento rsu i testi
delle varie prese di posizione dai
luoghi di lavoro, dai sindacati, dalle rsu in modo da darne la massima
pubblicizzazione
Il Coordinamento nazionale delle Rsu -
Marted� 10 ottobre 2000
Il documento � scaricabile in formato ipertesto (con i link ad altri
documenti richiamati dall'appello)
dal sito del coordinamento Rsu -
http://www.ecn.org/coord.rsu/
Alma Rossi - email - alma@...
indirizzo email del coordinamento RSU - coord.naz.rsu@...
indirizzo internet del Coordinamento RSU - http://www.ecn.org/coord.rsu/
---
Michel Collon
[giornalista, autore di diversi libri sulla Jugoslavia, da Poker
menteur a quello sull?espansione della
NATO]
JOURNAL DE BELGRADE - Lundi 9 octobre, 13 heures
Les violences dont on ne parle pas
[Le violenze di cui non si parla]
[... Saltiamo tutta la prima parte sugli equilibri interni al governo
della repubblica serba: la
situazione � precipitata nella serata del 9 ottobre, quando � stato
imposto lo scioglimento del
governo serbo e sono state indette nuove elezioni per fine dicembre]
Le grandi manovre politiche ruotano anche intorno al nuovo governo
federale. Il partner
indispensabile e fortemente corteggiato � il partito socialista
montenegrino. DOS [Opposizione
democratica serba, il partito di Kostunica] gli ha immediatamente fatto
delle avances. Solo che
entro un anno avranno luogo le elezioni nella repubblica del Montenegro
e in questo paese le
elezioni della repubblica sono ancora pi� importanti in termini di
competenze e di budget. I socialisti
montenegrini hanno il vento in poppa e potrebbere vincere contro la
destra filoamericana di
Djukanovic. Ma se andassero con la destra serba di DOS che ha
esattamente lo stesso
programma stile FMI di Djukanovic, la loro immagine sarebbe deteriorata.
Ecco perch� essi hanno
scelto piuttosto scelto il PSS [partito socialista serbo] di Milosevic
come partner. Tutto � stato
negoziato. Non rimane che un ostacolo.
Messo fuori gioco, DOS ha cominciato a contestare il mandato
di 18 deputati socialisti
Lontano dalle telecamere, le violenze di Djndjic
E? forse proprio per questo che DOS mantiene la pressione. Quali sono i
metodi impiegati?
Minacce di manifestazioni e di blocchi delle istituzioni legali,
violenze fisiche e minacce contro i
membri del partito socialista e diverse istituzioni dello Stato, messa
sotto controllo con la forza di
alcune imprese.
Dietro la figura simbolica di Kostunica che occupa il
davanti della scena, � Zoran Djindjic
che organizza tutto.
Venduto da tempo agli interessi tedeschi, poi americani, come ognuno qui
sa bene, Djindjic,
fortemente disprezzato, si � servito di Kostunica per battere Milosevic
ed ora si avventa sul potere
reale. Con la violenza. La sede belgradese del partito socialista �
stata completamente distrutta.
Kostunica ha inviato un fotografo sul posto, che si � mostrato
indignato. Alcune case di membri del
PSS sono state date alle fiamme. Numerose imprese, ad es. la fabbrica di
tabacco DIN ? sono state
prese di forza da uomini di Djindjic. In questo momento DOS espelle con
la forza il direttore
dell?ospedaletto dei bambini, Scepanovic, molto competente, ma colpevole
di essere membro del
partito socialista. Altri eventi di questo genere non possono ancora
essere pubblicati perch� le
vittime hanno troppa paura. Ma i fatti sono stati riferiti e se
accedesse qualcosa, sarebbero diffusi.
E in provincia le aggressioni terroristiche sono ancora pi� gravi che a
Belgrado, dove bisogna
preservare un?immagine presentabile.
Non � evidentemente per questo che il popolo ha votato. Ha
votato per vivere meglio e per il
fatto che la maggioranza aveva perso fiducia in Milosevic. E per
impedire che questi fatti siano
conosciuti dall?opinione pubblica, tutti i mass media sono stati messi
sin dall?inizio sotto
controllo della DOS, pi� precisamente di Djindjic.
E? la DOS e l?Occidente che hanno instaurato il controllo
sui mass media!
E? Djindjic, non Kostunica, ad aver organizzato molto
efficacemente l?occupazione dei
mass media pubblici: RTS [la televisione di stato serba, bombardata
dalla NATO, che i
?democratici? hanno finito di saccheggiare], l?agenzia di stampa Tanjug,
il quotidiano Politika. Con
la complicit� di alcuni responsabili di questi mass media, ed escludendo
di forza gli altri giornalisti o
sottoponendoli a fortissime pressioni.
Risultato: quando oggi accendete il televisore, vedete la
stessa cosa dappertutto: Kostunica
e DOS, oppure DOS e Kostunica. Nient?altro. Mai un punto di vista
dell?altro campo. Era quello
che si rimproverabva prima a Milosevic. Ma, sotto Milosevic, anche si vi
sono state delle
sospensioni in certi periodi, l?opposizione aveva tre volte pi�
mass-media del potere e cinque volte
pi� del potere a livello di comunicazione elettronica. E anche le sue
televisioni. La popolazione
riceveva costantemente quelle opinioni che l?hanno del resto fortemente
influenzata. Adesso tutta
l?informazione � controllata da un solo partito, e questa la chiamano
?democrazia?.
Con metodi psicologico-mediatici modernissimi, da cui si
vede che sono stati preparati da
tempo. I dollari di Washington sono stati investiti per preparare questi
mass-media moderni.
Che accadr�? DOS cercher� di mantenere la pressione per
impedire il funzionamento dei
governi che non controllerebbe. Sia con manifestazioni e scontri, ma la
maggior parte delle persone
desiderano qui la fine delle violenze e il ritorno alla calma. Sia con
delle ostruzioni istituzionali. Pi�
passa il tempo, meno potranno usare la forza. O, almeno, � quello che
molti sperano.
---
8 ottobre 2000
Fonte: AFP
Il sindaco di Cacak, Velimir Ilic, riconosce di aver iniziato gioved� 5
ottobre, con un commando di
oltre 2000 uomini, l'assalto al parlamento e alla televisione di
Belgrado, un'azione premeditata che
mirava a provocare la caduta di Slobodan Milosevic.
"La nostra azione era stata preparata in anticipo. Tra i miei uomini
c'erano degli ex paracadusti,
dei vecchi ufficiali dell'esercito e della polizia e degli uomini che
avevano combattuto tra le forze
speciali", ha raccontato ai giornalisti il sindaco di Cacak.
"Molti di noi avevano dei giubbotti antiproiettile e delle armi". "Il
nostro scopo era molto chiaro,
prendere il controllo delle istituzioni-chiave del regime, tra cui il
parlamento e la televisione [...].
Sono stato costantemente al telefono con un generale dell'esercito cos�
come con una parte della
gerarchia del ministero dell'Interno. Per il momento preferisco non
divulgare i loro nomi".
Infine, Mr Ilic svela che le scene di "fraternizzazione" tra
manifestanti e poliziotti erano una messa
in scena: "Erano i nostri uomini vestiti delle uniformi della polizia".
Ben studiato, come sottolinea il
dispaccio dell'AFP che riporta l'intervista, queste scene "hanno dato
coraggio ai manifestanti" [per
non dire "hanno scoraggiato i sostenitori di Milosevic"] e hanno
destabilizzato le forze ancora fedeli
a Milosevic.
Si fa luce quindi a poco a poco la verit� sulla sedicente insurrezione
popolare. Se ne sapr� si pi� in
futuro, in particolare sui "consigli" che sono stati dati a colpo sicuro
ai vari Ilic e agli altri
"democratici".
---
==
Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"
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(ANSA) - BRUXELLES, 9 OTT - Ecco un quadro delle sanzioni
economico finanziarie dell'Unione europea contro la Jugoslavia.
=== ABOLITE OGGI == - EMBARGO PETROLIFERO: vietava la vendita e le forniture di
greggio e prodotti petroliferi alla Serbia. Erano previste
eccezioni per l'iniziativa dell'Ue 'Energia per la democrazia',
volta a rifornire le municipalita' governate dall'opposizione a
Slobodan Milosevic, e per Kosovo e Montenegro.
- EMBARGO AEREO: vietava i collegamenti aerei verso la Serbia.
Era gia' stato sospeso dall'agosto scorso fino al 31 marzo 2001.
=== ANCORA IN VIGORE ==
- SANZIONI FINANZIARIE E BANDO INVESTIMENTI: sono provvedimenti
espressamente mirati a danneggiare Milosevic e il suo entourage.
Comprendono fra l'altro il congelamento di fondi all'estero del
governo jugoslavo, di quello serbo e di aziende sotto il loro
controllo; ed il divieto di investimenti in Serbia ed in
societa' controllate da Belgrado. I 15 hanno esentato dal blocco
un certo numero di aziende e soggetti non collegati al
regime.
- BANDO SUI VISTI: divieto di ingresso nei paesi Ue di
esponenti del governo jugoslavo, funzionari ed altre persone
considerate vicine a Milosevic; riguarda centinaia di
persone.
- EMBARGO ARMI E MATERIALE BELLICO: non e' un bando dell'Ue, ma
delle Nazioni Unite. Spettera' dunque al Consiglio di sicurezza
ogni eventuale intervento in proposito. (ANSA).
09/10/2000 17:15
(ANSA) - LUSSEMBURGO, 9 OTT - La situazione in Kosovo resta
''complessa e preoccupante'' e ''non si vede quale possa essere
lo snodo per arrivare ad una riconciliazione fra serbi e
kosovari''. E' quanto ha sottolineato oggi il ministro degli esteri
Lamberto Dini. ''Da un lato - ha detto Dini - ''la liberazione di
detenuti
kosovari da parte di Belgrado, come auspicato dall' Amministratore
dell'Onu
Bernard Kouchner, potrebbe essere un gesto distensivo. Dall'altro,
pero',
lo stesso Kouchner dice che i serbi non possono tornare in Kosovo perche
la
KFOR e l'UNMIK
non sono in grado di garantire la loro sicurezza. Il grado di animosita'
resta forte. In piu', nonostante i forti aiuti dell'Ue per la
ricostruzione, tutti i leader albanesi continuano ad invocare
l'indipendenza del Kosovo, che non e' prevista dalla risoluzione 1244
dell'Onu''.
(ANSA-AFP) - BELGRADO, 10 OTT - Il presidente jugoslavo Vojislav
Kostunica
ha detto che la Costituzione jugoslava non permette l'indipendenza del
Kosovo, la provincia serba attualmente sotto amministrazione dell'Onu.
''La
nostra Costituzione jugoslava non permette l'indipendenza del Kosovo, e
neppure l'indipendenza del Montenegro, in quanto sono elementi
costitutivi
del Paese, la Repubblica federale jugoslava'', ha dichiarato Kostunica
in
un'intervista alla televisione francese Tf1. A quelli che ''sperano o
sognano'' questa indipendenza, ''come i separatisti albanesi'', il
neopresidente jugoslavo replica che essa ''e' impossibile, in quanto
esiste
la risoluzione del Consiglio di sicurezza (dell'Onu), la 1244, che
garantisce l'integrita' territoriale e la sovranita' della Repubblica
federale jugoslava''. ''La questione del Kosovo deve essere regolata nel
quadro di questa risoluzione e non secondo gli auspici o i desideri di
certi leader albanesi, principalmente di quelli che sono orientati in
maniera separatista'', ha aggiunto Kostunica. A suo avviso, la piena
applicazione della risoluzione Onu, ''soprattutto sul punto dei
rifugiati
serbi (...) portera' la pace e la stabilita' nel Kosovo'', stabilita'
che
''ci e' assolutamente necessaria in questa situazione attuale in cui
c'e'
caos'', ha affermato ancora. (ANSA-AFP).
13:12 Il ministro degli esteri francese Vedrine e' a Belgrado per
incontrare, in qualita' di presidente di turno dell'Ue, Kostunica. Con
il
nuovo presidente jugoslavo Vedrine discutera' della decisione dei 15 di
abolire parte delle sanzioni contro la Jugoslavia. Vedrine in teoria
rischierebbe l'arresto, in quanto e' stato condannato, al pari di altri
dirigenti americani ed europei, a 20 anni di carcere per il suo ruolo
nei
bombardamenti Nato del '99.
18.00 (ANSA) - BELGRADO, 10 OTT - Il presidente jugoslavo Vojislav
Kostunica e' tornato oggi dai minatori del bacino carbonifero di
Kolubara per ringraziarli di avere dato con il loro sciopero un
forte segnale al resto del paese, culminato con la rivolta di
Belgrado di giovedi' e la marcia indietro di Slobodan Milosevic.
''Kolubara ha avuto un grande ruolo, un ruolo onorevole nei
cambiamenti democratici del paese. Abbiamo iniziato un mutamento
radicale che da' risultati gia' dopo pochi giorni'', ha detto il
presidente.
''Ieri - ha ricordato Kostunica, l'Unione europea ha
tolto le sanzioni, abbiamo ristabilito molti legami bilaterali.
Ho una buona notizia per voi: il ministro degli esteri francese
Hubert Vedrine (capo di turno dell'Ue che oggi era a Belgrado,
ndr) ha regalato ai minatori di Kolubara un milione di franchi
francesi'', circa 3 miliardi di lire.
''Possiamo essere fieri del fatto che il mondo ora guarda a
noi con ammirazione'', ha concluso. (ANSA).
AGI/AP) - Lussemburgo, 9 ott. - Il rappresentante speciale dell'Onu per
il
Kosovo Bernard Kouchner ha frenato sulla revoca delle sanzioni alla
Jugoslavia. Intervenendo alla riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue
a
Lussemburgo, Kouchner ha chiesto che prima vi siano "passi concreti" di
Kostunica per risolvere la questione delle "migliaia" di kosovari ancora
dispersi o detenuti illegalmente a seguito della guerra dello scorso
anno.
"Abbiamo bisogno di un gesto dal nuovo governo democratico", ha spiegato
Kouchner. In un rapporto di 5 pagine consegnato ai capi delle diplomazie
dell'Unione, l'amministratore Onu ha delineato una serie di rischi che
possono derivare dalla vittoria di Kostunica se l'Occidente abbassera'
la
guardia in Kosovo. (AGI)
091346 OTT 00
---
Nove punti per discutere il futuro della Jugoslavia
(da CONTROPIANO - cpiano@...)
1. Una delle prime dichiarazioni di Koustonica - "presidente eletto"
dalle
cancellerie dell'Unione Europea ancora prima che dalle urne- � stata
quella
di decretare l'entrata della "Jugoslavia in Europa".
Koustonica e buona parte della popolazione che ha ritenuto di dover
contribuire ad eleggerlo, ignorano forse quanto questa ambizione si
riveli
contraddittoria rispetto alle proprie aspettative.
2. Non � secondario rammentare il nesso tra la dichiarazione
dell'ambasciatore USA a Belgrado, Zimmerman, sulla sopraggiunta
"inutilit�
della Jugoslavia cos� come era (la "cerniera tra est e ovest") dopo il
1989"
e la disgregazione sistematica che ha distrutto il paese a partire dalle
secessioni del 1991.
3. La disgregazione della Jugoslavia ha via via ridotto alla sola
Federazione serbo-montenegrina l'unica struttura statale che rifiutava
la
dissoluzione dello Stato come cambiale da pagare alle regole della
globalizzazione imperialista. La RFJ era uno dei pochissimi paesi
dell'Europa dell'Est a non aver accettato di entrare nella NATO n� nelle
forme di "partenariato" politico-militare costruite ad hoc dalla NATO
stessa. La liquidazione della leadership espressa dalla coalizione tra
Partito Socialista e Sinistra Unita Jugoslava, priva la Jugoslava di un
progetto nazionale indipendente da quelli elaborati nelle cancellerie
dell'Unione Europea. A questo obiettivo l'Unione Europea ha lavorato
apertamente e spudoratamente come ha riferito Mr. PESC, Javier Solana,
nella
intervista rilasciata a Repubblica del 30 settembre
4. Koustounica ha dichiarato di voler difendere l'identit� nazionale e i
confini statuali della RFJ. I fatti lo metteranno ben presto alla prova.
L'indipendenza del Kosovo, le ambizioni secessioniste del Montenegro, il
manifestarsi di spinte analoghe in Vojvodina, si presentano gi� come il
metro di misura con cui le cancellerie occidentali valuteranno la
attendibilit� di Koustonica. Al primo scostamento dai progetti di
spartizione e controllo dei Balcani previsti dai poli imperialisti, egli
sar� messo fuori campo come tutti gli uomini di paglia prodotti dalle
transizioni dirette dall'esterno.
5. In quella parte dell�Europa che comincia a Est della "frontiera di
Gorizia", nel 1989 vi erano 10 Stati (di cui la met� erano membri del
Patto
di Varsavia e del Comecon). Dieci anni dopo questi Stati sono diventati
28,
ma solo 11 di essi hanno una popolazione superiore ai dieci milioni di
abitanti. Si tratta dunque in gran parte di Stati piccoli e piccolissimi
che
hanno dato vita a secessioni dai vecchi stati-nazione (soprattutto
socialisti). In alcuni casi la secessione � stata "consensuale" in altri
pesantemente conflittuale. In questo secondo caso l�ingerenza esterna
(soprattutto della Germania nella fase iniziale) � stata determinante e
non
solo nel caso della Federazione Jugoslava. Nella dissoluzione della ex
URSS
il peso e le responsabilit� degli Stati Uniti sono state notevoli e
niente
affatto casuali.
6. La disgregazione di tutti gli Stati non appartenenti ai tre "poli
forti"
dell�imperialismo moderno (USA,UE e Giappone) � un processo che sta
marciando con forza dietro la tesi quasi religiosa della inevitabilit�
della
globalizzazione che renderebbe superflui gli Stati-Nazione. In realt�,
come
abbiamo pi� volte sottolineato, questa tesi � falsa in quanto esistono
Stati
"disgreganti" e Stati "disgregati". I Balcani e l�Eurasia (cos� come
l�Africa e buona parte dell�Asia) appartengono a questa seconda
categoria.
Questi nuovi Stati sono piccoli, deboli, subalterni agli organismi
finanziari internazionali (FMI,BM,BERS), dipendenti dalla quantit� di
investimenti esteri che riescono ad attrarre e dalla quantit� di export
che
riescono far arrivare sul mercato regionale e mondiale.
A tale scopo questi Stati devono essere "leggeri" nelle frontiere e
nelle
dogane, assai "indulgenti" nelle tasse e imposte per gli investitori
esteri,
obbedienti al FMI nella politica di privatizzazioni e liquidazione
dell�economia statale, puntuali nel pagamento dei debiti accumulati con
le
banche e gli istituti internazionali, implacabili nel mantenere basso e
disciplinato il salario dei lavoratori e il costo del lavoro pi�
complessivamente. Infine, ma non per importanza, devono assicurare con
ogni
mezzo la"stabilit� interna" per gli investitori esteri. Qualora la
funzione
coercitiva dei nuovi Stati non fosse sufficiente diventa automatico
l'intervento della nuova NATO che si � riconvertita proprio con tale
funzione.
7. La fortissima "dipendenza" dai poli forti, dagli investitori esteri e
dagli istituti finanziari internazionali, spiega in buona parte perch�
le
popolazioni dei nuovi stati "indipendenti" abbiano in realt� visto
peggiorare le loro condizioni di vita dopo le secessioni. Quasi ovunque
(con
le sole eccezioni di Slovenia, Polonia e Rep. Ceca) la ricchezza - ma
soprattutto la sua redistribuzione - si � ridotta significativamente.
Europa dell'Est: dieci anni dopo
Come il capitalismo ha portato indietro lo sviluppo
Paesi che hanno chiesto l'adesione all'Unione Europea Prodotto Interno
Lordo
attuale riferito ad un parametro 100 nel 1989 Differenza del PIL
1989-1999
Bulgaria 86 -14
Repubblica Ceca 95 -5
Estonia 76 -24
Ungheria 95 -5
Lettonia 59 -41
Polonia 117 +17
Romania 76 -24
Slovacchia 100 0
Slovenia 104 +4
Lituania 65 -35
(Fonte: Banca Europea per la Ricostruzione e Sviluppo, 1999)
Sulla base di questi dati, solo la Polonia e la Slovenia sembrano aver
migliorato la situazione economica rispetto al 1989. La Slovacchia
sarebbe
in parit� mentre Repubblica Ceca e Ungheria vi si avvicinano. Una stima
pi�
recente della BERS vede migliorare le "performance" di queste ultime
fino al
pareggio ed un ulteriore miglioramento per Slovenia, Polonia e
Slovacchia.
Tutti gli altri paesi restano al palo. Se teniamo conto che questo
rappresenta lo "sviluppo economico" di ben dieci anni, si comprende bene
che
l'integrazione di questi paesi nell'Unione Europea richiederebbe assai
di
pi� delle "lacrime e sangue" che abbiamo versato in Italia per
rispettare i
parametri di Maastricht.
8. Oggi l'Unione Europea si vuole "allargare" ai paesi dell'Europa
dell'Est.
Pertanto viene chiesto a questi paesi di rispettare i parametri di
convergenza previsti dai trattati fondativi dell'Unione Europea
(Maastricht
e Amsterdam). Sappiamo sulla nostra pelle quanto sia costato ad un paese
"ricco" come l'Italia (in termini di tagli alle spese e servizi sociali,
ai
salari o in nuove imposte) il rispetto dei parametri di Maastricht e
l'ingresso nell'area euro. Immaginiamo quale potr� essere il costo
sociale
per economie e societ� gi� devastate dalle ricette liberiste applicate
in
questi dieci anni nell'Europa dell'Est.
I dati ci dimostrano che questi paesi fanno gi� fatica a recuperare i
livelli di ricchezza che avevano nel famigerato 1989 (livelli che in
occidente venivano gi� ritenuti estremamente bassi). Figuriamoci cosa
pu�
significare per la Romania o l'Ungheria cercare di "convergere" con i
parametri di Maastricht sul debito pubblico o l'inflazione, tenendo
anche
conto che questi paesi hanno accumulato un debito estero rilevante e che
ipoteca da anni lo sviluppo economico.
9. La frantumazione della parte orientale dell�Eurasia, dunque, non �
stata
affatto determinata da problemi interni, etnici o da "odi atavici":
siamo in
presenza di un progetto di controllo, spartizione, concertazione e
competizione che vede protagonisti i due principali poli imperialisti
(USA
ed Unione Europea). La Repubblica Federale Jugoslava era un punto di
dissonanza nella spartizione dei Balcani. Ora che � nelle mani di uomini
affidabili per l'occidente, le multinazionali europee e statunitense si
contenderanno le concessioni per la navigazione sul Danubio, faranno
partire
i corridoi energetici rimasti in sospeso con l'aggressione di un anno
fa,
potranno spartire l'apparato produttivo e le infrastrutture di un paese
moderno devastato dalla guerra e dell'embargo. Da qui occorre partire se
vogliamo darci spiegazioni razionali per la guerra e l'operazione contro
la
Jugoslavia. La "vittoria" di Koustonica dopo 10 anni chiude questo
cerchio.
E adesso....benvenuti in questa Europa!!!
---
Da ?La Stampa?
"�Next stop, Belarus�; ultima ?fermata?, il capolinea: la
Russia."
A Minsk, a Minsk
�Next stop, Belarus�, la prossima fermata � la Bielorussia,
scrive il Washington Post in un editoriale assai tempestivo.
S?intende dopo la fermata jugoslava. Anzi serba, poich� tutti
danno per scontato che - scorporato il Kosovo - anche il
Montenegro uscir� dalla Federazione Jugoslava. Dunque occorre
prepararsi a moti e manifestazioni che prima scuoteranno e poi
abbatteranno colui che il Washington Post definisce il �pomposo
dittatore dell?assediata Belarus�. La prima tappa sar� quella
delle prossime elezioni parlamentari, previste per domenica, che
il quotidiano di Washington ha gi� preventivamente squalificato
come ?phony?, cio� truccate, invalide. Quella finale sar� l?anno
prossimo, alla scadenza del mandato - anch?esso ?fasullo? - di
Aleksandr Lukascenko. Se - come scrive il giornale americano -
�l?Occidente decider� fermamente di sostenere i democratici e
rifiuter� di riconoscere le elezioni-farsa, i cittadini di
Belarus potranno trovare la forza di mettersi nella scia dei
serbi�. Cos� comincia, anzi prosegue, il processo che condurr�
inesorabilmente alla liquidazione dell?ultima anomalia europea.
Viviamo nell?epoca della rivoluzione dell?informazione-
comunicazione e non c?� pi� dittatore che possa impedire ai suoi
sudditi di ascoltare, guardare, gioire dell?incessante afflusso
di verit� proveniente dall?esterno. Non occorrer� dunque
bombardare, come a Belgrado, l?emittente televisiva statale.
Forte delle proprie convinzioni l?Occidente potr� dunque usare
tutti i mezzi a propria disposizione, per ottenere il risultato
desiderato. Poich� - come aggiunge il Washington Post - �cosa mai
potrebbe meglio coincidere con gli interessi degli Usa che un
continente europeo pacifico, democratico e libero?�. Se qualcuno
si stupisse, data l?apparente irrilevanza economica e politica
dei circa 10 milioni di bielorussi, si sbaglierebbe. Anche i
serbi sono all?incirca 10 milioni e non si � badato a spese per
normalizzarli, sempre che Spiegel non menta quando rivela che
Kostunica e le opposizioni hanno ricevuto dalla Germania 20
milioni di marchi, cui vanno aggiunti 30 milioni di dollari
dall?America. E si capisce perch�. Non � questione delle
dimensioni dell??infezione?, quanto del suo significato
simbolico: non basta colpirla, occorre debellarla. Pertanto la
nazione-paria verr� inondata di promesse di benessere, per chi
accetter� di farsi portatore dei valori dell?Occidente.
L?opposizione sar� finanziaria e assistita poich� si dovr� tenere
conto dell?inesperienza democratica e della prevaricazione cui �
esposta da parte di un potere ?criminale?. Per gli altri - dal
?dittatore? Lukascenko ai suoi sostenitori, certamente colpevoli,
fossero anche maggioranza - promesse di punizioni esemplari.
Cosicch� le campagne elettorali verranno opportunamente
riequilibrate, mettendo il potere sulla difensiva e
costringendolo a reagire con misure che appariranno liberticide e
tali da suscitare l?esecrazione internazionale. Ingerenza negli
affari interni di uno stato sovrano? Sciocchezze da anime belle.
La ?sovranit� limitata? � cattiva solo se esercitata dai cattivi.
Ultima ?fermata?, il capolinea: la Russia.
Giulietto Chiesa
---
Via Workers World News Service
Reprinted from the Oct. 19, 2000
issue of Workers World newspaper
-------------------------
INTERNATIONAL ACTION CENTER SPEAKS TO THE ANTI-
GLOBALIZATION MOVEMENT:
WHAT YOUR SHOULD KNOW ABOUT EVENTS IN YUGOSLAVIA
[The International Action Center released the following
statement Oct. 11.]
The corporate-backed politicians all agree. The torching of
Yugoslavia's parliament and the overthrow of President
Slobodan Milosevic was a "triumph for democracy." That's
what Bill Clinton says. So do George W. Bush, Dick Cheney,
Mad e leine Albright, Al Gore and the Joint Chiefs of Staff
at the Pentagon. CNN, NBC, CBS and Time magazine say so too.
WHAT'S WRONG WITH THIS PICTURE?
In Seattle, Washington, Philadelphia and Los Angeles,
protesters were gassed, beaten, shot with rubber bullets and
held for days in overcrowded cells. The media called us
"rioters" and "vandals" and told us to go home and "seek
change through the ballot box." But in Yugoslavia the CIA
and State Department urged the "opposition" to boycott the
second round of elections, march in the streets and attack
government offices.
It is supposed to be a crime for any U.S. political
candidate to accept donations from abroad. But Washington
gave hundreds of millions of dollars to Vojislav Kostunica's
"Democratic Opposition of Serbia" before the Sept. 24
elections.
FROM BOMBERS TO 'DEMOCRATS'
Last year the United States and other NATO powers rained
bombs and missiles on Yugoslavia for 78 days. They destroyed
homes, schools and hospitals. They killed and maimed
thousands, including hundreds of children. The U.S. media
and politicians justified these war crimes with a lie
campaign demonizing all Serbs. Now the politicians and
generals who ordered the bombing and the media who justified
it claim to be champions of the rights of the Serbian
people.
There is no inconsistency here. All over the world
Washington's attitude is guided by concern for corporate
interests. U.S. policy toward Yugoslavia is war by other
means.
MILOSEVIC SAID NO TO IMF
Slobodan Milosevic may not be a revolutionary in the mold of
Fidel Castro or Che Guevara. But in the eyes of Washington
he committed the same sin as the protesters in Seattle and
Prague: He said no to the New World Order and the
International Monetary Fund.
Under the leadership of his Serbian Socialist Party, the
United Left and the Montenegrin People's Socialist Party,
Yugoslavia refused to join NATO or accept IMF-dictated
"economic restructuring." It resisted privatization and the
"free flow of capital" demanded by Wall Street. For that
reason--and that alone--Yugoslavia was the target of eight
years of war and economic sanctions by the U.S. and NATO and
a nonstop campaign of lies by the biggest propaganda machine
in history--the U.S. corporate news media.
KOSTUNICA SAID YES
On Sept. 27, unknown to most of their followers, leaders of
the U.S.-funded "Democratic Opposition" met with
representatives of the IMF and the World Bank in Sofia,
Bulgaria. They agreed that if they came to power they would
hike prices, privatize industry, lay off workers and
dismantle Yugoslavia's free health-care system. That's
right: Yugoslavia has free health care--and the IMF wants to
destroy it!
These are the same measures that have devastated Bulgaria,
Romania, the former Soviet republics and countries
throughout Africa, Asia and Latin America. That was the
price of Washington's support.
A CLASSIC CIA OPERATION
Kostunica and his CIA advisers arrogantly rejected a second
round of elections. They feared that even if they won--a big
"if"--the elected Socialist parliamentary majority would
block the IMF's program. Kostunica and the CIA wanted to
take power by force in order to intimidate or disband the
parliament and crush the Serbian Socialist Party and its
allies. They wanted to send a message to anyone in East
Europe who would resist Washington and Wall Street.
In 1993 the White House encouraged Boris Yeltsin to send
tanks to shell Russia's parliament when it refused to accept
IMF "shock therapy." Hundreds were massacred. Clinton called
that a "triumph for democracy" too.
The Pentagon, State Department and CIA have decades of
experience overthrowing independent governments. They've
done it in Iran (1953), Guate mala (1954), Congo (1961),
Guyana (1962), Indonesia (1965), Ghana (1966), Chile (1973),
Argentina (1976), Romania (1989), Bulgaria (1990) and
Albania (1991).
In Indonesia a CIA-backed junta executed nearly 1 million
people in the name of "democracy." The New York Times called
that slaughter a "gleam of light in Asia."
The formula is generally the same. Cause tremendous hardship
for the people of the target country. Create a pro-U.S.
"opposition" and pump it full of dollars. Promise that if
Washington gets its way, people may again live a "normal"
life.
It's a lie! The IMF and World Bank are agencies of
destruction. They aim to destroy all avenues of economic
life that are not controlled by Wall Street. When they take
over a country life always gets worse. Workers in Bulgaria
now live on 56 cents a day.
FIGHT THE POWER
The media call the coup in Yugoslavia an "endgame." But it
is unlikely that the U.S.-backed regime can implement its
program without force. The new movement against corporate
globalization must stand with all those around the world who
are fighting injustice--from Colombia to Zimbabwe to
Palestine.
That includes those in Yugoslavia and across East Europe who
are resisting the tyranny of NATO and the IMF.
- END -
(Copyleft Workers World Service: Everyone is permitted to
copy and distribute verbatim copies of this document, but
changing it is not allowed. For more information contact
Workers World, 55 W. 17 St., NY, NY 10011; via e-mail:
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==
Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"
> http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma vengono
fatti circolare per il loro contenuto informativo al solo scopo di
segnalazione e commento ("for fair use only")
Per contributi e segnalazioni: jugocoord@...
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economico finanziarie dell'Unione europea contro la Jugoslavia.
=== ABOLITE OGGI == - EMBARGO PETROLIFERO: vietava la vendita e le forniture di
greggio e prodotti petroliferi alla Serbia. Erano previste
eccezioni per l'iniziativa dell'Ue 'Energia per la democrazia',
volta a rifornire le municipalita' governate dall'opposizione a
Slobodan Milosevic, e per Kosovo e Montenegro.
- EMBARGO AEREO: vietava i collegamenti aerei verso la Serbia.
Era gia' stato sospeso dall'agosto scorso fino al 31 marzo 2001.
=== ANCORA IN VIGORE ==
- SANZIONI FINANZIARIE E BANDO INVESTIMENTI: sono provvedimenti
espressamente mirati a danneggiare Milosevic e il suo entourage.
Comprendono fra l'altro il congelamento di fondi all'estero del
governo jugoslavo, di quello serbo e di aziende sotto il loro
controllo; ed il divieto di investimenti in Serbia ed in
societa' controllate da Belgrado. I 15 hanno esentato dal blocco
un certo numero di aziende e soggetti non collegati al
regime.
- BANDO SUI VISTI: divieto di ingresso nei paesi Ue di
esponenti del governo jugoslavo, funzionari ed altre persone
considerate vicine a Milosevic; riguarda centinaia di
persone.
- EMBARGO ARMI E MATERIALE BELLICO: non e' un bando dell'Ue, ma
delle Nazioni Unite. Spettera' dunque al Consiglio di sicurezza
ogni eventuale intervento in proposito. (ANSA).
09/10/2000 17:15
(ANSA) - LUSSEMBURGO, 9 OTT - La situazione in Kosovo resta
''complessa e preoccupante'' e ''non si vede quale possa essere
lo snodo per arrivare ad una riconciliazione fra serbi e
kosovari''. E' quanto ha sottolineato oggi il ministro degli esteri
Lamberto Dini. ''Da un lato - ha detto Dini - ''la liberazione di
detenuti
kosovari da parte di Belgrado, come auspicato dall' Amministratore
dell'Onu
Bernard Kouchner, potrebbe essere un gesto distensivo. Dall'altro,
pero',
lo stesso Kouchner dice che i serbi non possono tornare in Kosovo perche
la
KFOR e l'UNMIK
non sono in grado di garantire la loro sicurezza. Il grado di animosita'
resta forte. In piu', nonostante i forti aiuti dell'Ue per la
ricostruzione, tutti i leader albanesi continuano ad invocare
l'indipendenza del Kosovo, che non e' prevista dalla risoluzione 1244
dell'Onu''.
(ANSA-AFP) - BELGRADO, 10 OTT - Il presidente jugoslavo Vojislav
Kostunica
ha detto che la Costituzione jugoslava non permette l'indipendenza del
Kosovo, la provincia serba attualmente sotto amministrazione dell'Onu.
''La
nostra Costituzione jugoslava non permette l'indipendenza del Kosovo, e
neppure l'indipendenza del Montenegro, in quanto sono elementi
costitutivi
del Paese, la Repubblica federale jugoslava'', ha dichiarato Kostunica
in
un'intervista alla televisione francese Tf1. A quelli che ''sperano o
sognano'' questa indipendenza, ''come i separatisti albanesi'', il
neopresidente jugoslavo replica che essa ''e' impossibile, in quanto
esiste
la risoluzione del Consiglio di sicurezza (dell'Onu), la 1244, che
garantisce l'integrita' territoriale e la sovranita' della Repubblica
federale jugoslava''. ''La questione del Kosovo deve essere regolata nel
quadro di questa risoluzione e non secondo gli auspici o i desideri di
certi leader albanesi, principalmente di quelli che sono orientati in
maniera separatista'', ha aggiunto Kostunica. A suo avviso, la piena
applicazione della risoluzione Onu, ''soprattutto sul punto dei
rifugiati
serbi (...) portera' la pace e la stabilita' nel Kosovo'', stabilita'
che
''ci e' assolutamente necessaria in questa situazione attuale in cui
c'e'
caos'', ha affermato ancora. (ANSA-AFP).
13:12 Il ministro degli esteri francese Vedrine e' a Belgrado per
incontrare, in qualita' di presidente di turno dell'Ue, Kostunica. Con
il
nuovo presidente jugoslavo Vedrine discutera' della decisione dei 15 di
abolire parte delle sanzioni contro la Jugoslavia. Vedrine in teoria
rischierebbe l'arresto, in quanto e' stato condannato, al pari di altri
dirigenti americani ed europei, a 20 anni di carcere per il suo ruolo
nei
bombardamenti Nato del '99.
18.00 (ANSA) - BELGRADO, 10 OTT - Il presidente jugoslavo Vojislav
Kostunica e' tornato oggi dai minatori del bacino carbonifero di
Kolubara per ringraziarli di avere dato con il loro sciopero un
forte segnale al resto del paese, culminato con la rivolta di
Belgrado di giovedi' e la marcia indietro di Slobodan Milosevic.
''Kolubara ha avuto un grande ruolo, un ruolo onorevole nei
cambiamenti democratici del paese. Abbiamo iniziato un mutamento
radicale che da' risultati gia' dopo pochi giorni'', ha detto il
presidente.
''Ieri - ha ricordato Kostunica, l'Unione europea ha
tolto le sanzioni, abbiamo ristabilito molti legami bilaterali.
Ho una buona notizia per voi: il ministro degli esteri francese
Hubert Vedrine (capo di turno dell'Ue che oggi era a Belgrado,
ndr) ha regalato ai minatori di Kolubara un milione di franchi
francesi'', circa 3 miliardi di lire.
''Possiamo essere fieri del fatto che il mondo ora guarda a
noi con ammirazione'', ha concluso. (ANSA).
AGI/AP) - Lussemburgo, 9 ott. - Il rappresentante speciale dell'Onu per
il
Kosovo Bernard Kouchner ha frenato sulla revoca delle sanzioni alla
Jugoslavia. Intervenendo alla riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue
a
Lussemburgo, Kouchner ha chiesto che prima vi siano "passi concreti" di
Kostunica per risolvere la questione delle "migliaia" di kosovari ancora
dispersi o detenuti illegalmente a seguito della guerra dello scorso
anno.
"Abbiamo bisogno di un gesto dal nuovo governo democratico", ha spiegato
Kouchner. In un rapporto di 5 pagine consegnato ai capi delle diplomazie
dell'Unione, l'amministratore Onu ha delineato una serie di rischi che
possono derivare dalla vittoria di Kostunica se l'Occidente abbassera'
la
guardia in Kosovo. (AGI)
091346 OTT 00
---
Nove punti per discutere il futuro della Jugoslavia
(da CONTROPIANO - cpiano@...)
1. Una delle prime dichiarazioni di Koustonica - "presidente eletto"
dalle
cancellerie dell'Unione Europea ancora prima che dalle urne- � stata
quella
di decretare l'entrata della "Jugoslavia in Europa".
Koustonica e buona parte della popolazione che ha ritenuto di dover
contribuire ad eleggerlo, ignorano forse quanto questa ambizione si
riveli
contraddittoria rispetto alle proprie aspettative.
2. Non � secondario rammentare il nesso tra la dichiarazione
dell'ambasciatore USA a Belgrado, Zimmerman, sulla sopraggiunta
"inutilit�
della Jugoslavia cos� come era (la "cerniera tra est e ovest") dopo il
1989"
e la disgregazione sistematica che ha distrutto il paese a partire dalle
secessioni del 1991.
3. La disgregazione della Jugoslavia ha via via ridotto alla sola
Federazione serbo-montenegrina l'unica struttura statale che rifiutava
la
dissoluzione dello Stato come cambiale da pagare alle regole della
globalizzazione imperialista. La RFJ era uno dei pochissimi paesi
dell'Europa dell'Est a non aver accettato di entrare nella NATO n� nelle
forme di "partenariato" politico-militare costruite ad hoc dalla NATO
stessa. La liquidazione della leadership espressa dalla coalizione tra
Partito Socialista e Sinistra Unita Jugoslava, priva la Jugoslava di un
progetto nazionale indipendente da quelli elaborati nelle cancellerie
dell'Unione Europea. A questo obiettivo l'Unione Europea ha lavorato
apertamente e spudoratamente come ha riferito Mr. PESC, Javier Solana,
nella
intervista rilasciata a Repubblica del 30 settembre
4. Koustounica ha dichiarato di voler difendere l'identit� nazionale e i
confini statuali della RFJ. I fatti lo metteranno ben presto alla prova.
L'indipendenza del Kosovo, le ambizioni secessioniste del Montenegro, il
manifestarsi di spinte analoghe in Vojvodina, si presentano gi� come il
metro di misura con cui le cancellerie occidentali valuteranno la
attendibilit� di Koustonica. Al primo scostamento dai progetti di
spartizione e controllo dei Balcani previsti dai poli imperialisti, egli
sar� messo fuori campo come tutti gli uomini di paglia prodotti dalle
transizioni dirette dall'esterno.
5. In quella parte dell�Europa che comincia a Est della "frontiera di
Gorizia", nel 1989 vi erano 10 Stati (di cui la met� erano membri del
Patto
di Varsavia e del Comecon). Dieci anni dopo questi Stati sono diventati
28,
ma solo 11 di essi hanno una popolazione superiore ai dieci milioni di
abitanti. Si tratta dunque in gran parte di Stati piccoli e piccolissimi
che
hanno dato vita a secessioni dai vecchi stati-nazione (soprattutto
socialisti). In alcuni casi la secessione � stata "consensuale" in altri
pesantemente conflittuale. In questo secondo caso l�ingerenza esterna
(soprattutto della Germania nella fase iniziale) � stata determinante e
non
solo nel caso della Federazione Jugoslava. Nella dissoluzione della ex
URSS
il peso e le responsabilit� degli Stati Uniti sono state notevoli e
niente
affatto casuali.
6. La disgregazione di tutti gli Stati non appartenenti ai tre "poli
forti"
dell�imperialismo moderno (USA,UE e Giappone) � un processo che sta
marciando con forza dietro la tesi quasi religiosa della inevitabilit�
della
globalizzazione che renderebbe superflui gli Stati-Nazione. In realt�,
come
abbiamo pi� volte sottolineato, questa tesi � falsa in quanto esistono
Stati
"disgreganti" e Stati "disgregati". I Balcani e l�Eurasia (cos� come
l�Africa e buona parte dell�Asia) appartengono a questa seconda
categoria.
Questi nuovi Stati sono piccoli, deboli, subalterni agli organismi
finanziari internazionali (FMI,BM,BERS), dipendenti dalla quantit� di
investimenti esteri che riescono ad attrarre e dalla quantit� di export
che
riescono far arrivare sul mercato regionale e mondiale.
A tale scopo questi Stati devono essere "leggeri" nelle frontiere e
nelle
dogane, assai "indulgenti" nelle tasse e imposte per gli investitori
esteri,
obbedienti al FMI nella politica di privatizzazioni e liquidazione
dell�economia statale, puntuali nel pagamento dei debiti accumulati con
le
banche e gli istituti internazionali, implacabili nel mantenere basso e
disciplinato il salario dei lavoratori e il costo del lavoro pi�
complessivamente. Infine, ma non per importanza, devono assicurare con
ogni
mezzo la"stabilit� interna" per gli investitori esteri. Qualora la
funzione
coercitiva dei nuovi Stati non fosse sufficiente diventa automatico
l'intervento della nuova NATO che si � riconvertita proprio con tale
funzione.
7. La fortissima "dipendenza" dai poli forti, dagli investitori esteri e
dagli istituti finanziari internazionali, spiega in buona parte perch�
le
popolazioni dei nuovi stati "indipendenti" abbiano in realt� visto
peggiorare le loro condizioni di vita dopo le secessioni. Quasi ovunque
(con
le sole eccezioni di Slovenia, Polonia e Rep. Ceca) la ricchezza - ma
soprattutto la sua redistribuzione - si � ridotta significativamente.
Europa dell'Est: dieci anni dopo
Come il capitalismo ha portato indietro lo sviluppo
Paesi che hanno chiesto l'adesione all'Unione Europea Prodotto Interno
Lordo
attuale riferito ad un parametro 100 nel 1989 Differenza del PIL
1989-1999
Bulgaria 86 -14
Repubblica Ceca 95 -5
Estonia 76 -24
Ungheria 95 -5
Lettonia 59 -41
Polonia 117 +17
Romania 76 -24
Slovacchia 100 0
Slovenia 104 +4
Lituania 65 -35
(Fonte: Banca Europea per la Ricostruzione e Sviluppo, 1999)
Sulla base di questi dati, solo la Polonia e la Slovenia sembrano aver
migliorato la situazione economica rispetto al 1989. La Slovacchia
sarebbe
in parit� mentre Repubblica Ceca e Ungheria vi si avvicinano. Una stima
pi�
recente della BERS vede migliorare le "performance" di queste ultime
fino al
pareggio ed un ulteriore miglioramento per Slovenia, Polonia e
Slovacchia.
Tutti gli altri paesi restano al palo. Se teniamo conto che questo
rappresenta lo "sviluppo economico" di ben dieci anni, si comprende bene
che
l'integrazione di questi paesi nell'Unione Europea richiederebbe assai
di
pi� delle "lacrime e sangue" che abbiamo versato in Italia per
rispettare i
parametri di Maastricht.
8. Oggi l'Unione Europea si vuole "allargare" ai paesi dell'Europa
dell'Est.
Pertanto viene chiesto a questi paesi di rispettare i parametri di
convergenza previsti dai trattati fondativi dell'Unione Europea
(Maastricht
e Amsterdam). Sappiamo sulla nostra pelle quanto sia costato ad un paese
"ricco" come l'Italia (in termini di tagli alle spese e servizi sociali,
ai
salari o in nuove imposte) il rispetto dei parametri di Maastricht e
l'ingresso nell'area euro. Immaginiamo quale potr� essere il costo
sociale
per economie e societ� gi� devastate dalle ricette liberiste applicate
in
questi dieci anni nell'Europa dell'Est.
I dati ci dimostrano che questi paesi fanno gi� fatica a recuperare i
livelli di ricchezza che avevano nel famigerato 1989 (livelli che in
occidente venivano gi� ritenuti estremamente bassi). Figuriamoci cosa
pu�
significare per la Romania o l'Ungheria cercare di "convergere" con i
parametri di Maastricht sul debito pubblico o l'inflazione, tenendo
anche
conto che questi paesi hanno accumulato un debito estero rilevante e che
ipoteca da anni lo sviluppo economico.
9. La frantumazione della parte orientale dell�Eurasia, dunque, non �
stata
affatto determinata da problemi interni, etnici o da "odi atavici":
siamo in
presenza di un progetto di controllo, spartizione, concertazione e
competizione che vede protagonisti i due principali poli imperialisti
(USA
ed Unione Europea). La Repubblica Federale Jugoslava era un punto di
dissonanza nella spartizione dei Balcani. Ora che � nelle mani di uomini
affidabili per l'occidente, le multinazionali europee e statunitense si
contenderanno le concessioni per la navigazione sul Danubio, faranno
partire
i corridoi energetici rimasti in sospeso con l'aggressione di un anno
fa,
potranno spartire l'apparato produttivo e le infrastrutture di un paese
moderno devastato dalla guerra e dell'embargo. Da qui occorre partire se
vogliamo darci spiegazioni razionali per la guerra e l'operazione contro
la
Jugoslavia. La "vittoria" di Koustonica dopo 10 anni chiude questo
cerchio.
E adesso....benvenuti in questa Europa!!!
---
Da ?La Stampa?
"�Next stop, Belarus�; ultima ?fermata?, il capolinea: la
Russia."
A Minsk, a Minsk
�Next stop, Belarus�, la prossima fermata � la Bielorussia,
scrive il Washington Post in un editoriale assai tempestivo.
S?intende dopo la fermata jugoslava. Anzi serba, poich� tutti
danno per scontato che - scorporato il Kosovo - anche il
Montenegro uscir� dalla Federazione Jugoslava. Dunque occorre
prepararsi a moti e manifestazioni che prima scuoteranno e poi
abbatteranno colui che il Washington Post definisce il �pomposo
dittatore dell?assediata Belarus�. La prima tappa sar� quella
delle prossime elezioni parlamentari, previste per domenica, che
il quotidiano di Washington ha gi� preventivamente squalificato
come ?phony?, cio� truccate, invalide. Quella finale sar� l?anno
prossimo, alla scadenza del mandato - anch?esso ?fasullo? - di
Aleksandr Lukascenko. Se - come scrive il giornale americano -
�l?Occidente decider� fermamente di sostenere i democratici e
rifiuter� di riconoscere le elezioni-farsa, i cittadini di
Belarus potranno trovare la forza di mettersi nella scia dei
serbi�. Cos� comincia, anzi prosegue, il processo che condurr�
inesorabilmente alla liquidazione dell?ultima anomalia europea.
Viviamo nell?epoca della rivoluzione dell?informazione-
comunicazione e non c?� pi� dittatore che possa impedire ai suoi
sudditi di ascoltare, guardare, gioire dell?incessante afflusso
di verit� proveniente dall?esterno. Non occorrer� dunque
bombardare, come a Belgrado, l?emittente televisiva statale.
Forte delle proprie convinzioni l?Occidente potr� dunque usare
tutti i mezzi a propria disposizione, per ottenere il risultato
desiderato. Poich� - come aggiunge il Washington Post - �cosa mai
potrebbe meglio coincidere con gli interessi degli Usa che un
continente europeo pacifico, democratico e libero?�. Se qualcuno
si stupisse, data l?apparente irrilevanza economica e politica
dei circa 10 milioni di bielorussi, si sbaglierebbe. Anche i
serbi sono all?incirca 10 milioni e non si � badato a spese per
normalizzarli, sempre che Spiegel non menta quando rivela che
Kostunica e le opposizioni hanno ricevuto dalla Germania 20
milioni di marchi, cui vanno aggiunti 30 milioni di dollari
dall?America. E si capisce perch�. Non � questione delle
dimensioni dell??infezione?, quanto del suo significato
simbolico: non basta colpirla, occorre debellarla. Pertanto la
nazione-paria verr� inondata di promesse di benessere, per chi
accetter� di farsi portatore dei valori dell?Occidente.
L?opposizione sar� finanziaria e assistita poich� si dovr� tenere
conto dell?inesperienza democratica e della prevaricazione cui �
esposta da parte di un potere ?criminale?. Per gli altri - dal
?dittatore? Lukascenko ai suoi sostenitori, certamente colpevoli,
fossero anche maggioranza - promesse di punizioni esemplari.
Cosicch� le campagne elettorali verranno opportunamente
riequilibrate, mettendo il potere sulla difensiva e
costringendolo a reagire con misure che appariranno liberticide e
tali da suscitare l?esecrazione internazionale. Ingerenza negli
affari interni di uno stato sovrano? Sciocchezze da anime belle.
La ?sovranit� limitata? � cattiva solo se esercitata dai cattivi.
Ultima ?fermata?, il capolinea: la Russia.
Giulietto Chiesa
---
Via Workers World News Service
Reprinted from the Oct. 19, 2000
issue of Workers World newspaper
-------------------------
INTERNATIONAL ACTION CENTER SPEAKS TO THE ANTI-
GLOBALIZATION MOVEMENT:
WHAT YOUR SHOULD KNOW ABOUT EVENTS IN YUGOSLAVIA
[The International Action Center released the following
statement Oct. 11.]
The corporate-backed politicians all agree. The torching of
Yugoslavia's parliament and the overthrow of President
Slobodan Milosevic was a "triumph for democracy." That's
what Bill Clinton says. So do George W. Bush, Dick Cheney,
Mad e leine Albright, Al Gore and the Joint Chiefs of Staff
at the Pentagon. CNN, NBC, CBS and Time magazine say so too.
WHAT'S WRONG WITH THIS PICTURE?
In Seattle, Washington, Philadelphia and Los Angeles,
protesters were gassed, beaten, shot with rubber bullets and
held for days in overcrowded cells. The media called us
"rioters" and "vandals" and told us to go home and "seek
change through the ballot box." But in Yugoslavia the CIA
and State Department urged the "opposition" to boycott the
second round of elections, march in the streets and attack
government offices.
It is supposed to be a crime for any U.S. political
candidate to accept donations from abroad. But Washington
gave hundreds of millions of dollars to Vojislav Kostunica's
"Democratic Opposition of Serbia" before the Sept. 24
elections.
FROM BOMBERS TO 'DEMOCRATS'
Last year the United States and other NATO powers rained
bombs and missiles on Yugoslavia for 78 days. They destroyed
homes, schools and hospitals. They killed and maimed
thousands, including hundreds of children. The U.S. media
and politicians justified these war crimes with a lie
campaign demonizing all Serbs. Now the politicians and
generals who ordered the bombing and the media who justified
it claim to be champions of the rights of the Serbian
people.
There is no inconsistency here. All over the world
Washington's attitude is guided by concern for corporate
interests. U.S. policy toward Yugoslavia is war by other
means.
MILOSEVIC SAID NO TO IMF
Slobodan Milosevic may not be a revolutionary in the mold of
Fidel Castro or Che Guevara. But in the eyes of Washington
he committed the same sin as the protesters in Seattle and
Prague: He said no to the New World Order and the
International Monetary Fund.
Under the leadership of his Serbian Socialist Party, the
United Left and the Montenegrin People's Socialist Party,
Yugoslavia refused to join NATO or accept IMF-dictated
"economic restructuring." It resisted privatization and the
"free flow of capital" demanded by Wall Street. For that
reason--and that alone--Yugoslavia was the target of eight
years of war and economic sanctions by the U.S. and NATO and
a nonstop campaign of lies by the biggest propaganda machine
in history--the U.S. corporate news media.
KOSTUNICA SAID YES
On Sept. 27, unknown to most of their followers, leaders of
the U.S.-funded "Democratic Opposition" met with
representatives of the IMF and the World Bank in Sofia,
Bulgaria. They agreed that if they came to power they would
hike prices, privatize industry, lay off workers and
dismantle Yugoslavia's free health-care system. That's
right: Yugoslavia has free health care--and the IMF wants to
destroy it!
These are the same measures that have devastated Bulgaria,
Romania, the former Soviet republics and countries
throughout Africa, Asia and Latin America. That was the
price of Washington's support.
A CLASSIC CIA OPERATION
Kostunica and his CIA advisers arrogantly rejected a second
round of elections. They feared that even if they won--a big
"if"--the elected Socialist parliamentary majority would
block the IMF's program. Kostunica and the CIA wanted to
take power by force in order to intimidate or disband the
parliament and crush the Serbian Socialist Party and its
allies. They wanted to send a message to anyone in East
Europe who would resist Washington and Wall Street.
In 1993 the White House encouraged Boris Yeltsin to send
tanks to shell Russia's parliament when it refused to accept
IMF "shock therapy." Hundreds were massacred. Clinton called
that a "triumph for democracy" too.
The Pentagon, State Department and CIA have decades of
experience overthrowing independent governments. They've
done it in Iran (1953), Guate mala (1954), Congo (1961),
Guyana (1962), Indonesia (1965), Ghana (1966), Chile (1973),
Argentina (1976), Romania (1989), Bulgaria (1990) and
Albania (1991).
In Indonesia a CIA-backed junta executed nearly 1 million
people in the name of "democracy." The New York Times called
that slaughter a "gleam of light in Asia."
The formula is generally the same. Cause tremendous hardship
for the people of the target country. Create a pro-U.S.
"opposition" and pump it full of dollars. Promise that if
Washington gets its way, people may again live a "normal"
life.
It's a lie! The IMF and World Bank are agencies of
destruction. They aim to destroy all avenues of economic
life that are not controlled by Wall Street. When they take
over a country life always gets worse. Workers in Bulgaria
now live on 56 cents a day.
FIGHT THE POWER
The media call the coup in Yugoslavia an "endgame." But it
is unlikely that the U.S.-backed regime can implement its
program without force. The new movement against corporate
globalization must stand with all those around the world who
are fighting injustice--from Colombia to Zimbabwe to
Palestine.
That includes those in Yugoslavia and across East Europe who
are resisting the tyranny of NATO and the IMF.
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"To be partly controlled by the CIA? That doesn't bother me
much "
Fonti:
> http://www.ptb.be/solidaire/article.phtml?lang=1&obid)72
> http://www.iacenter.org/yugo_crisis.htm
---
Interview de deux activistes du mouvement Otpor
�Etre partiellement contr�l� par la CIA? �a
ne me d�range pas trop�
Rencontre avec deux membres d?Otpor, ce
mouvement �tudiant �ind�pendant� dont la presse occidentale
parle tant. C?�tait le 2 ao�t dernier, dans
un caf� de Kragujevac?
G�rard Mugemangango et Michel Collon
Qu?est-ce que le mouvement Otpor?
Ivana. C?est une organisation des jeunes
des facult�s et des �coles sup�rieures. Personne n?y a plus de
27 ans et tous nos adh�rents sont membres
du parti d�mocratique (opposition). Mais nos activit�s sont
diff�rentes: actions, shows, distribution
de propagande, etc.
C?est surtout la vie tr�s difficile en
Serbie qui para�t les affecter?
Nenad. Mon p�re poss�de la m�me voiture
depuis treize ans, il ne peut pas s?en payer d?autre. Quant �
moi, musicien, je suis oblig�, pour gagner
ma vie, de jouer avec certains groupes que je n?aime pas. Et je
suis �galement oblig� de travailler dans la
petite soci�t� de mon p�re.
Ivana et Nenad semblent attendre �norm�ment
de l?Ouest?
Nenad. La Yougoslavie est un bon endroit
pour investir : elle se situe au centre de l?Europe, poss�de des
mines tr�s riches ainsi que le Danube avec son potentiel �lectrique, les
gens y sont tr�s �duqu�s et bons travailleurs. Ici, la population peut
travailler
pour pas cher, disons deux cents DM (4000 FB) par mois.
Ne craignez-vous pas que les multinationales qui prendraient le contr�le
de la Yougoslavie s?arrangent pour payer les salaires les plus bas
possibles
afin d?augmenter leurs profits?
Nenad. Ce serait quand m�me int�ressant pour elles. Et nous garderons le
contr�le.
[Manifestement ces jeunes ont de grandes illusions?Avec le programme
�conomique ultra-lib�ral du G-17, ce � contr�le � sera plut�t limit�?]
Vous attendez que les Etats Unis aident votre pays. Mais ils ont jou� un
grand r�le dans son �clatement. Est-il vrai qu?Otpor - ou en tout cas
ses
dirigeants - est pay� par la CIA via la fondation - �cran National
Endowment for Democracy?
[Notre question semble d�ranger.]
Nenad. Je sais que la CIA est impliqu�e dans toute cette histoire. Ils
ont leur travail � faire et ils sont plus forts que nos propres
services.
Ecoutez-moi, je suis aussi contre les USA, mais nous ne pouvons leur
r�sister, et ils doivent faire leur boulot, alors moi, �a ne me g�ne pas
trop
d?�tre partiellement contr�l� par la CIA.
Tactique...
Pourquoi la CIA a-t-elle entra�n� les cadres d?Otpor pendant dix jours?
Et pourquoi consacre-t-elle tant d?argent � prendre le contr�le d?Otpor
et des autres mouvements d?opposition? Parce que, dans la base de ces
mouvements, on trouve aussi bon nombre de gens honn�tes. Ils ont
beaucoup de reproches � l?�gard de Milosevic et des partis au pouvoir,
mais restent attach�s � l?ind�pendance de la Yougoslavie et ne veulent
pas
qu?elle devienne une colonie.
Amener ces gens o� ils ne veulent pas demande une strat�gie de
manipulation sophistiqu�e. En �t� 99, le chef de la CIA Tennent se
d�pla�ait � Sofia,
en Bulgarie, pour y �former� l?opposition serbe. Le 28 ao�t dernier, la
BBC confirmait qu?une formation sp�ciale de dix jours venait d?�tre
donn�e, �
Sofia �galement, � des militants d?Otpor.
Le programme de la CIA est un programme par phases successives. Dans un
premier temps, on flatte le patriotisme et l?esprit d?ind�pendance
serbes, on fait semblant de les respecter. Mais apr�s avoir sem� la
confusion et bris� l?unit� du pays, la CIA et l?OTAN vont beaucoup plus
loin.
La CIA a d�j� employ� ces tactiques contre de nombreux peuples. Pour
renverser un gouvernement d�rangeant, elle a de l?exp�rience. Au Br�sil
(1961), au Chili (1973), en Bulgarie (1990), on a retrouv� le m�me style
de mouvements pseudo-populaires, orchestr�s avec force dollars. La CIA
est l?ennemi de tous les peuples, elle ne sert que les int�r�ts d?une
poign�e de multinationales et de g�n�raux assassins. Beaucoup de gens
honn�tes
se font avoir par ces manoeuvres. Il est grand temps qu?ils ouvrent les
yeux.
---
>To be partly controlled by the CIA ?
>That doesn't bother me much. �
>
>Interview with two activists of the Otpor student movement
>
>Meeting with two members of Otpor, the student movement of which the
Western
>press speaks so much, describing it as
>� independent. � It was last Aug. 2, in a cafe in Kragujevac...
>
>GERARD MUGEMANGANGO
>& MICHEL COLLON
>
>
>First of all, what is Otpor ? � It's an organization of youths in high
>schools and colleges, � Ivana told us. � No one is older than 27, all
>our members are also members of the Democratic Party (opposition). But
our
>activities are different : actions, shows, distributions of
>propaganda.... �
>
>Above all the difficult life in Serbia seems to affect them most at
present
>: � My father, � Nenad explained, � has owned the same
>automobile for 13 years . He can't afford to buy another. As for me, a
>musician, to earn a living I have to play with certain groups that I
>don't like. And I also have to work in my father's small business. �
>
>Ivana and Nenad seem to expect a lot from the West : � Yugoslavia is a
good
>place to invest : in the center of Europe, with very
>rich mines, the Danube with its electric potential, well-educated
people,
>good workers. Here the people can work for very little, you
>could say for a penny, � Nenad explained.
>
>Wasn't he afraid that the multinations that would take control of
Yugoslavia
>would wind up paying wages as low as possible in
>order to raise their profits ? � It would none-the-less be a good deal
for
>them. And we would keep control. �
>
>Obviously these youths have grand illusions. ... With the ultra-liberal
>[free market] economic program of G17, this � control � will be
>rather limited ...
>
>Now we come to our crucial question. You expect that the United States
will
>aid your country. But it played a big role in breaking it up.
>Is it true that Otpor, or in any case its leaders, are paid by the CIA
>through the front organization called the National Endowment for
>Democracy ?
>
>Apparently our question upset them. � I know, � he ended up saying, �
that
>the CIA is involved in this whole story. They have their
>work to do and they are stronger than our own secret services. �
>
>"Listen to me. I am also against the USA, but we can't resist them, and
they
>have to do their job, while for me, well it doesn't bother me
>that much to be partly controlled by the CIA."
>
>Why did the CIA train Otpor activists for 10 days ?
>
>But why did the CIA devote so much money to take control of Otpor and
the
>other opposition movements? Because in reality, in
>the rank-and-file of these movements, you can find a good number of
honest
>people. They have many complaints with regard to
>Milosevic and the parties in power, but they remain partisans of the
>independence of Yugoslavia and don't want their country to become
>a colony.
>
>To lead these people where they don't want to go demands a
sophisticated
>strategy of manipulation. In the summer of 1999, the
>head of the CIA, George Tennent, set up shop in Sofia, Bulgaria to
"educate"
>the Serb opposition. Last Aug. 28, the BBC confirmed
>that a special 10-day class had been given to the Otpor militants, also
in
>Sofia.
>
>The CIA program is a program in successive phases. Early on, they
flatter
>the Serb's patriotism and spirit of independence, acting
>as if they respect these qualities. But after having sown confusion and
>broken the unity of the country, the CIA and NATO would go
>much further.
>
>The CIA has already employed these tactics against numerous peoples. To
>overturn a government through disruption, it has
>experience. In Brazil (1964), in Chile (1973), in Bulgaria (1990), you
can
>find the same type of pseudo-popular movements, orchestrated
>with the force of the U.S. dollar. The CIA is the enemy of tall the
people.
>It serves the interests of only a handful of multinational
>corporations and murderous generals. It's high time they opened their
eyes.
>
>Anti-Imperialist League -- www.ptb.be/international/indexfr.html
>
>posted 6 October 2000
>
>
>
>International Action Center
>39 West 14th Street, Room 206
>New York, NY 10011
>email: iacenter@...
>web: www.iacenter.org
>CHECK OUT THE NEW SITE www.mumia2000.org
>phone: 212 633-6646
>fax: 212 633-2889
>
>
>
>YUGOSLAVIA IN CRISIS
>
>NO to NATO
>
==
Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"
> http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma vengono
fatti circolare per il loro contenuto informativo al solo scopo di
segnalazione e commento ("for fair use only")
Per contributi e segnalazioni: jugocoord@...
*** QUESTO SERVIZIO E' ANCORA IN FASE SPERIMENTALE ***
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Una newsletter personale,
un forum web personale,
una mailing list personale, ...?
Gratis sotto
http://www.ecircle.de/ad182549/www.ecircle.it
much "
Fonti:
> http://www.ptb.be/solidaire/article.phtml?lang=1&obid)72
> http://www.iacenter.org/yugo_crisis.htm
---
Interview de deux activistes du mouvement Otpor
�Etre partiellement contr�l� par la CIA? �a
ne me d�range pas trop�
Rencontre avec deux membres d?Otpor, ce
mouvement �tudiant �ind�pendant� dont la presse occidentale
parle tant. C?�tait le 2 ao�t dernier, dans
un caf� de Kragujevac?
G�rard Mugemangango et Michel Collon
Qu?est-ce que le mouvement Otpor?
Ivana. C?est une organisation des jeunes
des facult�s et des �coles sup�rieures. Personne n?y a plus de
27 ans et tous nos adh�rents sont membres
du parti d�mocratique (opposition). Mais nos activit�s sont
diff�rentes: actions, shows, distribution
de propagande, etc.
C?est surtout la vie tr�s difficile en
Serbie qui para�t les affecter?
Nenad. Mon p�re poss�de la m�me voiture
depuis treize ans, il ne peut pas s?en payer d?autre. Quant �
moi, musicien, je suis oblig�, pour gagner
ma vie, de jouer avec certains groupes que je n?aime pas. Et je
suis �galement oblig� de travailler dans la
petite soci�t� de mon p�re.
Ivana et Nenad semblent attendre �norm�ment
de l?Ouest?
Nenad. La Yougoslavie est un bon endroit
pour investir : elle se situe au centre de l?Europe, poss�de des
mines tr�s riches ainsi que le Danube avec son potentiel �lectrique, les
gens y sont tr�s �duqu�s et bons travailleurs. Ici, la population peut
travailler
pour pas cher, disons deux cents DM (4000 FB) par mois.
Ne craignez-vous pas que les multinationales qui prendraient le contr�le
de la Yougoslavie s?arrangent pour payer les salaires les plus bas
possibles
afin d?augmenter leurs profits?
Nenad. Ce serait quand m�me int�ressant pour elles. Et nous garderons le
contr�le.
[Manifestement ces jeunes ont de grandes illusions?Avec le programme
�conomique ultra-lib�ral du G-17, ce � contr�le � sera plut�t limit�?]
Vous attendez que les Etats Unis aident votre pays. Mais ils ont jou� un
grand r�le dans son �clatement. Est-il vrai qu?Otpor - ou en tout cas
ses
dirigeants - est pay� par la CIA via la fondation - �cran National
Endowment for Democracy?
[Notre question semble d�ranger.]
Nenad. Je sais que la CIA est impliqu�e dans toute cette histoire. Ils
ont leur travail � faire et ils sont plus forts que nos propres
services.
Ecoutez-moi, je suis aussi contre les USA, mais nous ne pouvons leur
r�sister, et ils doivent faire leur boulot, alors moi, �a ne me g�ne pas
trop
d?�tre partiellement contr�l� par la CIA.
Tactique...
Pourquoi la CIA a-t-elle entra�n� les cadres d?Otpor pendant dix jours?
Et pourquoi consacre-t-elle tant d?argent � prendre le contr�le d?Otpor
et des autres mouvements d?opposition? Parce que, dans la base de ces
mouvements, on trouve aussi bon nombre de gens honn�tes. Ils ont
beaucoup de reproches � l?�gard de Milosevic et des partis au pouvoir,
mais restent attach�s � l?ind�pendance de la Yougoslavie et ne veulent
pas
qu?elle devienne une colonie.
Amener ces gens o� ils ne veulent pas demande une strat�gie de
manipulation sophistiqu�e. En �t� 99, le chef de la CIA Tennent se
d�pla�ait � Sofia,
en Bulgarie, pour y �former� l?opposition serbe. Le 28 ao�t dernier, la
BBC confirmait qu?une formation sp�ciale de dix jours venait d?�tre
donn�e, �
Sofia �galement, � des militants d?Otpor.
Le programme de la CIA est un programme par phases successives. Dans un
premier temps, on flatte le patriotisme et l?esprit d?ind�pendance
serbes, on fait semblant de les respecter. Mais apr�s avoir sem� la
confusion et bris� l?unit� du pays, la CIA et l?OTAN vont beaucoup plus
loin.
La CIA a d�j� employ� ces tactiques contre de nombreux peuples. Pour
renverser un gouvernement d�rangeant, elle a de l?exp�rience. Au Br�sil
(1961), au Chili (1973), en Bulgarie (1990), on a retrouv� le m�me style
de mouvements pseudo-populaires, orchestr�s avec force dollars. La CIA
est l?ennemi de tous les peuples, elle ne sert que les int�r�ts d?une
poign�e de multinationales et de g�n�raux assassins. Beaucoup de gens
honn�tes
se font avoir par ces manoeuvres. Il est grand temps qu?ils ouvrent les
yeux.
---
>To be partly controlled by the CIA ?
>That doesn't bother me much. �
>
>Interview with two activists of the Otpor student movement
>
>Meeting with two members of Otpor, the student movement of which the
Western
>press speaks so much, describing it as
>� independent. � It was last Aug. 2, in a cafe in Kragujevac...
>
>GERARD MUGEMANGANGO
>& MICHEL COLLON
>
>
>First of all, what is Otpor ? � It's an organization of youths in high
>schools and colleges, � Ivana told us. � No one is older than 27, all
>our members are also members of the Democratic Party (opposition). But
our
>activities are different : actions, shows, distributions of
>propaganda.... �
>
>Above all the difficult life in Serbia seems to affect them most at
present
>: � My father, � Nenad explained, � has owned the same
>automobile for 13 years . He can't afford to buy another. As for me, a
>musician, to earn a living I have to play with certain groups that I
>don't like. And I also have to work in my father's small business. �
>
>Ivana and Nenad seem to expect a lot from the West : � Yugoslavia is a
good
>place to invest : in the center of Europe, with very
>rich mines, the Danube with its electric potential, well-educated
people,
>good workers. Here the people can work for very little, you
>could say for a penny, � Nenad explained.
>
>Wasn't he afraid that the multinations that would take control of
Yugoslavia
>would wind up paying wages as low as possible in
>order to raise their profits ? � It would none-the-less be a good deal
for
>them. And we would keep control. �
>
>Obviously these youths have grand illusions. ... With the ultra-liberal
>[free market] economic program of G17, this � control � will be
>rather limited ...
>
>Now we come to our crucial question. You expect that the United States
will
>aid your country. But it played a big role in breaking it up.
>Is it true that Otpor, or in any case its leaders, are paid by the CIA
>through the front organization called the National Endowment for
>Democracy ?
>
>Apparently our question upset them. � I know, � he ended up saying, �
that
>the CIA is involved in this whole story. They have their
>work to do and they are stronger than our own secret services. �
>
>"Listen to me. I am also against the USA, but we can't resist them, and
they
>have to do their job, while for me, well it doesn't bother me
>that much to be partly controlled by the CIA."
>
>Why did the CIA train Otpor activists for 10 days ?
>
>But why did the CIA devote so much money to take control of Otpor and
the
>other opposition movements? Because in reality, in
>the rank-and-file of these movements, you can find a good number of
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>Milosevic and the parties in power, but they remain partisans of the
>independence of Yugoslavia and don't want their country to become
>a colony.
>
>To lead these people where they don't want to go demands a
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>strategy of manipulation. In the summer of 1999, the
>head of the CIA, George Tennent, set up shop in Sofia, Bulgaria to
"educate"
>the Serb opposition. Last Aug. 28, the BBC confirmed
>that a special 10-day class had been given to the Otpor militants, also
in
>Sofia.
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>The CIA program is a program in successive phases. Early on, they
flatter
>the Serb's patriotism and spirit of independence, acting
>as if they respect these qualities. But after having sown confusion and
>broken the unity of the country, the CIA and NATO would go
>much further.
>
>The CIA has already employed these tactics against numerous peoples. To
>overturn a government through disruption, it has
>experience. In Brazil (1964), in Chile (1973), in Bulgaria (1990), you
can
>find the same type of pseudo-popular movements, orchestrated
>with the force of the U.S. dollar. The CIA is the enemy of tall the
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eyes.
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>posted 6 October 2000
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Subject: Achtung: Veranstaltung mit Olschewski verschoben!
Date: Sat, 7 Oct 2000 22:42:12 +0200
From: Jug Österr Solibewegg <joesb@...>
To:
<joesb@...>
Malte Olschewski stellt sein neues Buch vor:
Von den Karawanken bis zum Kosovo
Die geheime Geschichte der Kriege in Jugoslawien
Donnerstag, 12. Oktober
19 h
Vorstadtzentrum XV
15., Meiselstr. 46/4
Die Veranstaltung, die ursprünglich für Sonntag, 8.10. angekündigt war,
musste verschoben werden, da das Buch zu diesem Zeitpunkt doch noch
nicht
vorgelegen wäre.
Subject: Deutscher General entlarvt Nato-Propaganda als Lüge
Date: Tue, 10 Oct 2000 22:39:08 +0200
From: Jug Österr Solibewegg <joesb@...>
To: <joesb@...>
Nachstehend einige Passagen aus einem Interview mit Brigadegeneral a.D.
Heinz Loquai, der, weil er öffentlich den Beweis erbrachte, dass der
"Hufeisenplan" eine Lüge war, seine Position verlor:
"Der Zusammenhang ist eindeutig. Ich habe in der TV-Sendung "Panorama"
von
einem ausführlichen Gespräch im Verteidigungsministerium berichtet, bei
dem
mir mitgeteilt worden war, daß es einen serbischen Operationsplan
Hufeisen
nicht gegeben hat, sondern daß aus einer Beschreibung der Ereignisse von
bundesdeutscher Seite ein Plan gemacht worden ist. Verteidigungsminister
Scharping hatte also während der Krieges die Unwahrheit gesagt. Auf
diese
meine Bemerkung hin hat man einer Vertragsverlängerung, die angestanden
wäre, von seiten des Verteidigungsministeriums nicht zugestimmt. Ein
Pressesprecher des Verteidigungsministers trat auf und meinte, daß sich
Loquai aufgrund seiner öffentlich getätigten Äußerungen selbst
disqualifiziert hat. Es ist grotesk. Denn ich habe die Wahrheit gesagt
und
wurde von demjenigen abgestraft, der die Unwahrheit gesagt hat."
"Die sogenannten Verhandlungen von Rambouillet waren keine
Verhandlungen.
Sie waren ein Versuch, der jugoslawischen Führung ein Diktat unter den
politischen Bedingungen der NATO aufzuerlegen."
"Bereits ein halbes Jahr nach den ersten größeren Anschlägen hatte die
UCK
bereits 40 Prozent des Kosovo unter ihrer Kontrolle. Wenn die Serben mit
ihrem Militär und der Sonderpolizei in beträchtlicher Stärke dieses
Potential wirklich rücksichtslos eingesetzt hätten - wie man immer
sagte --, dann hätte die UCK diese Geländegewinne nicht machen können."
Das ganze Interview:
http://www.vorstadtzentrum.net/cgi-bin/joesb/news/viewnews.cgi?category=all&id=971129647
********************************************
Jugoslawisch-Österreichische Solidaritätsbewegung (JÖSB)
PF 217, A-1040 Wien, Österreich
Tel/Fax +43 1 924 31 61
Mobil +43 6991 924 31 61
joesb@...
www.vorstadtzentrum.net/joesb
Kto-Nr. 9282, RB Schwechat, BLZ 32823
---
Dann wird der Ärger anfangen
(von Rainer Rupp)
Letzten Dienstag waren die Verteidigungsminister der NATO-Staaten im
britischen Birmingham zu informellen Beratungen über die Lage im Kosovo
nach dem Sturz des jugoslawischen Präsidenten Slobodan Milosevic
zusammen getroffen. Dabei meinte NATO-Generalsekretär Lord Robertson,
es sei noch zu früh zu sagen, welchen Einfluss die Veränderungen in
Belgrad tatsächlich hätten. Lord Robertsons Reserviertheit deutet an,
dass die NATO die neue Regierung in Belgrad noch lange nicht im Griff
hat, wie deren sehr erboste Reaktion auf die amerikanische Haltung
zeigte. Im Unterschied zur EU scheint Washington auch weiterhin auf der
Beibehaltung der Wirtschaftssanktionen gegen Jugoslwien zu bestehen, bis
dass der ehem. Präsident Milosevic als Kriegsverbrecher ans Tribunal
nach Den Haag ausgeliefert ist.
Die rechte Hand des neu gewählten Präsidenten, Vojislav Kostunica,
erinnerte daran dass Kostunica nicht daran denkt, irgend jemand an das
Gericht in Den Haag auszuliefern. Statt dessen betonte Jankovic die
Unabhängigkeit der neuen Regierung in Belgrad: "Wir haben dies (die
Ablösung Milosevics) alleine geschafft und niemandem irgendwelche
Versprechungen gemacht. ... Sie ( die Amerikaner ) verändern jedoch die
Spielregel, nachdem das Spiel begonnen hat." Das würde Belgrad nicht
hinnehmen und er warnte alle, die versuchen sollten, das Gleiche zu
tun.
Im Unterschied zu Washington haben die Europäer Kreide gefressen. Sie
wollen sich die unverhoffte Gelegenheit, bei der Neuordnung des Balkans
die USA aus dem Feld zu drängen und selbst die Führung zu übernehmen, so
leicht nicht entgehen lassen und biedern sich beim Europa-freundlichen
Kostunica regelrecht an. Im Chor mit den anderen EU-Außenministern tönte
auch Herr Joseph Fischer aus Berlin, dass die Auslieferung Milosevics an
Den Haag nicht die oberste Priorität habe. Frankreich, das z.Z. den
EU-Ratsvorsitz hat, schickte bereits am Dienstag seinen Außenminister
Vedrine zur großen Umarmung nach Belgrad.
Unterdessen wächst im Kosovo die Sorge der Gewaltseparatisten, die
Zuneigung der NATO zu Gunsten Jugoslawiens zu verlieren. Gemäß
UNO-Resolution 1244 hätten bereits seit Sommer dieses Jahres
jugoslawische Polizei und Militäreinheiten ins Kosovo zurückkehren
dürfen. Der neue Präsident Kostunica besteht auf Einhaltung der
Resolution. Bisher war das formal am Einspruch des UNMIK-Chefs Bernard
Kouchner gescheitert, hinter dem sich jedoch lediglich die NATO-Politik
versteckt hatte. Nun sind die Karten neu verteilt und auch der
serbophobe Kouchner soll schon bald seinen UNMIK-Posten verlassen.
Selbst die Westmarionette Zoran Djindjic, der in der Kostunica-Regierung
eine einflussreiche Funktion inne hat, erklärte am Dienstag in einem
Interview mit der Belgrader Tageszeitung "Vecernje Novosti", dass "bis
zum Ende des Jahres 1,200 Mann unserer (serbischen) Polizei und unseres
Militärs wieder im Kosovo sind, um dort die Grenze nach Albanien zu
kontrollieren." ("Yugoslav troops will return to Kosovo by year's end:
Djindjic", BELGRADE, Oct 10. 00, AFP) Alle jugoslawischen Versuche,
Polizei oder militärische Einheiten wieder ins Kosovo zurückzubringen,
würden "einen neuen Krieg" entfachen, bei dem sich die NATO zwischen den
Fronten wieder finden würde", warnte der zum Politiker mutierte UCK-Chef
Hashim Thaci.
Auch der als gemäßigt geltende Ibrahim Rugova versucht in Vorbereitung
der Kommunalwahlen im Kosovo am 28. Oktober Wert auf aggressivere Töne
zu legen.
"Kosovo wird den Weg in die Unabhängigkeit gehen" ist mittlerweile die
feste Überzeugung der Kosovo-Separatisten. Das widerspricht der
UNO-Resolution 1244 und auch den politischen Zielsetzungen der
EU-Regierungen, die keinen gefährlichen Präzedenzfall in Europa in Bezug
auf Anerkennung von gewaltsam veränderten Grenzen schaffen wollen.
Während die EU sich zu Zeiten Milosevics in dieser Sache aus taktischen
Gründen eher ambivalent gezeigt hatte, liegt es nahe, dass sie in ihrer
Absicht, die neue Regierung in Belgrad ins EU-Boot zu ziehen, diese
nicht durch die Unterstützung der Unabhängigkeit des Kosovo verärgern
wird.
Gegenüber der britischen Tageszeitung, "The Telegraph" äußerte kürzlich
ein hoher Offizier der NATO-KFOR-Truppe seine Sorge, dass das von der
NATO ursprünglich unterstützte und immer noch bezahlte "Kosovo Schutz
Korps" seine Maske fallen lassen und sich wieder zur alten UCK formieren
könnte, um diesmal die neue Besatzungstruppe zu bekämpfen, nämlich die
NATO.
In Birmingham beschlossen die NATO-Minister trotzdem, den Einsatz im
Kosovo mit z.Z. 36.000 Soldaten fortzuführen.
Bundesverteidigungsminister Rudolf Scharping äußerte die Ansicht, dass
"die Präsenz der internationalen Friedenstruppe und damit auch der
Bundeswehr auf Jahre hinaus erforderlich" sei und begründete dies unter
anderem mit "erheblichen Spannungen, ausgeprägtem Hass und hoher
Gewaltbereitschaft" zwischen den Bevölkerungsgruppen. Daran habe sich
auch nach dem Ende der Herrschaft Milosevics nichts geändert. So könnte
die NATO im Kosovo doch noch ihren Bodenkrieg bekomme, nur nicht gegen
die Serben, sondern gegen die UCK.
"Ich glaube, dass sobald der Westen ein demokratisches Jugoslawien
unterstützt, wir mit dem Kosovo Schutz Korps große Probleme haben
werden", sagte ergänzend der britische KFOR-Offizier. "Im Augenblick
sind sie (die Albaner) alle davon überzeugt, die Unabhängigkeit zu
erhalten. Sobald klar wird, dass das nicht passiert, wird der Ärger
anfangen." Entgegen seinen früheren Andeutungen hat jetzt selbst
UNMIK-Chef Bernard Kouchner öffentlich erklärt, dass die Unabhängigkeit
des Kosovo überhaupt nicht in Frage käme.
Saarburg den 11.10.00
---
Bei Kostuniva beißt Frau Albright auf Eisen
Ein Spaltpilz für die transatlantischen Beziehungen.
(von Rainer Rupp)
Die Außenminister des Europäischen Union trafen sich gestern, um das
Ölembargo und andere Wirtschaftssanktionen gegen Jugoslawien aufzuheben.
Später in der Woche wollen die politischen Führer der EU über die
Freigabe von Finanzhilfe für die neue Regierung in Belgrad im Wert von
etwa 2 Milliarde Euro entscheiden. "Wir wollen tun, was wir versprochen
haben, dass nämlich das serbische Volk so schnell wie möglich wieder in
Europa aufgenommen wird", meinte dazu Chris Patten, EU-Kommissar für
Auswärtige Angelegenheiten. Zugleich übertreffen sich die Staats- und
Regierungschefs der Europäischen Union, dem neuen jugoslawischen
Präsidenten Kostunica mit schmeichlerischen Worten zu gratulieren und
ihn so schnell wie möglich ins europäische Boot zu ziehen. Das scheint
ohne Abstimmung mit dem großen Bruder in Washington zu geschehen, der
erhebliche Vorbehalte gegenüber einem als anti-amerikanisch bekannten
Kostunica zu haben scheint.
Mit einem Seitenhieb in Richtung USA erklärte denn auch EU-Kommissar
Patten: "Ich glaube nicht, dass wir uns bereits jetzt Gedanken darüber
machen sollten, unter welchen Umständen es schwierig werden könnte, mit
Serbien zusammen zu arbeiten. "Halb vorwurfsvoll schrieb deshalb die
Washington Post, dass Die EU fest entschlossen scheint, "die Führung in
der Aussöhnung mit Serbien zu übernehmen." ("EU Leaders Rush to Serbia's
Side", By William Drozdiak, Washington Post Foreign Service, Saturday,
October 7, 2000; Page A19)
Das scheint Washington nicht besonders zu gefallen, obwohl es vorerst
noch gute Mine zum bösen Spiel macht. Die USA hatte gehofft, dass ein
Anführer der mit US-Geldern gefütterten und von Washington geführten
Opposition die Macht in Belgrad übernehmen würde. Für einen solchen
Nachfolger hatte die US-Außenministerin Albright bereits eine
Zwangsjacke bereit, der die neuen Machthaber in Belgrad auf
amerikanische Positionen bezüglich des Kosovo und des Haager
Kriegsverbrecher Tribunals fest gelegt hätte. Bei Präsident Kostuniva
beißt Frau Albright mit ihren Forderungen jedoch - zumindest noch
vorerst - auf Eisen.
"Kostunica ist nicht der Mann der Clinton-Regierung", schrieb Martin
Sieff, der Balkananalytiker von UPI, einen Tag nach der
Präsidentschaftswahl in Jugoslawien. Er weigert sich, Milosevic an das
Haager Tribunal auszuliefern. Die Verstärkung der jugoslawischen
Souveränität über das Kosovo nennt als höchste Priorität. Und
regelmäßig hat er die NATO-Bombardierung Jugoslawiens im letzten Jahr
als Verbrechen bezeichnet. Für Washington stellt Kostunica ein weitaus
komplizierteres Problem dar als dies bisher Milosevic tat, meint Martin
Sieff, denn er hat eine, auch im Westen unbestrittene demokratische
Legitimation, nur sind seine politischen Vorstellungen nicht so, wie es
Frau Albright gerne möchte. Denn Kostunica "ist ein ebenso scharfer
Kritiker der amerikanischen Politik wie es zuvor Milosevic war".
Washington möchte deshalb für alle Fälle gerüstet sein. Das
Repräsentantenhaus des US-Kongresses hatte Montag vor einer Woche noch
flugs ein Gesetz verabschiedet (HR 1064), das weitere $60 Million für
die Stärkung der Demokratie in Serbien zur Verfügung stellt. Wenn man
den Gesetzestext liest, dann wird deutlich, dass die Gelder auch gegen
Kostunica verwendet werden können, wenn der sich nicht der "Pax
Amerikana" bedingungslos unterwirft.
Der außenpolitisch einflussreiche Senator Joseph Biden (D-DE), der
offensichtlich die Meinung der Clinton-Regierung vertrat, als er am 26.
September im Senat zur neuen Gesetzesvorlage (HR 1064), machte deutlich,
dass das Gesetz auch nach der Machtübernahme durch Kostunica solange
seine Geltung nicht verlieren wird, bis Vojislav Kostunica alle
Forderungen Washingtons erfüllt hat, "einschließlich der Auslieferung
aller angeklagten Kriegverbrecher an das Haager Tribunal."
Vorsorglich verurteilte Senator Biden bei dieser Gelegenheit den neuen
jugoslawischen Präsidenten Kostunica als einen "Ultra-Nationalisten".
Der Geist und die sich hinter dem neuen Gesetz versteckende Absicht wird
jedoch erst durch die Schlußbemerkungen von Senator Biden vollständig
klar: "Um kein Blatt vor den Mund zu nehmen: Die Anerkennung von Dayton
und Mitarbeit mit dem Haager Tribunal muß der Lackmustests für jede
demokratische Regierung in Serbien sein. ... Sollte jedoch Kostunica mit
Hilfe seiner lobenswerten demokratischen Legitimation eine aggressive
nationalistisch -serbische Politik verfolgen, dann müssen wir ihn
delegitimieren." Für eine weitere Runde der amerikanischen Einmischung
in die inneren Angelegenheiten Jugoslawiens, diesmal gegen Kostunica,
würden in diesem Fall den amerikanischen Marionetten in Belgrad $60
Millionen zur Verfügung stehen.
Diesmal dürfte es jedoch für Washington nicht so einfach werden, denn
die Europäer scheinen nicht bereit, die Initiative erneut Washington zu
überlassen. Auch daran hat Senator Biden gedacht und gewarnt: "Sollten
unsere europäischen Verbündeten sich jedoch entscheiden, ein
post-Milosevic, demokratisch gewähltes, aber ultra-nationalistisches
Serbien zu umarmen, dann kann ich ihnen nur viel Glück wünschen." Dann -
so drohte Biden den Europäern - würden die USA ausschließlich mit den
anderen ehemaligen Teilrepubliken Jugoslawiens, einschließlich
Montenegros zusammenarbeiten und die Europäer mit Serbien alleine
lassen. Das ist eine Herausforderung, die die Europäer womöglich
annehmen. Sollte sich Kostunika nicht doch noch in Richtung USA
verbiegen lassen, dann muß entweder Washington seine Melodie gegenüber
Belgrad ändert oder es läuft Gefahr, seine Kontrolle über die Neuordnung
des Balkans vollkommen an die Europäer und an Russland zu verlieren.
Darüber könnte es zu erheblichen neuen Spannungen zwischen den USA und
Europa kommen, die wegen der militärischen Implikationen im Kosovo und
in Bosnien sogar die Grundfesten der NATO erschüttern könnten.
Saarburg den 9.10. 00
---
"Er tritt ab, sie treten an, die USA treten nicht in Erscheinung und
schicken Russland vor."
(Von Rainer Rupp)
In Kreisen der jugoslawischen Opposition und in der "Internationalen
Gemeinschaft", wie sich die NATO gerne selbst bezeichnet, herrscht nach
wie vor Verwirrung über die Haltung Moskaus, das sich im großen
Balkan-Spiel der NATO immer noch etwas quer legt. In einer Rede an der
Princeton University in New Jersey sagte US-Präsident Clinton: "Wir
hoffen, dass die Russen sich in die internationale Gemeinschaft einfügen
und Kostunica als neuen Präsidenten anerkennen." ("US backs Yugoslav
protesters, seeks Russian help", Reuters 10/06/2000 01:03:00 ET)
Deshalb muß Russland wieder ganz zurück ins NATO-Boot geholt werden.
"Es gibt Pläne für ein Treffen der Jugoslawien Kontaktgruppe für Ende
dieser Woche" , erklärte ein hoher US-Beamter gestern in Washington.
Dabei sollen unter Teilnahme Russlands "Ideen ausgetauscht und
synchronisiert" werden. ("Balkan Contact Group Meeting Expected This
Week", Reuters, WASHINGTON, Oct 5, 2000)
Trotz vollmundiger, von Kanzler Schröder zur Beruhigung der Deutschen
verkündeter Übereinstimmung mit Präsident Putin, hat es sich die
russische Seite bisher schwer getan, der NATO bei der Unterstützung der
Opposition in Belgrad zu folgen. Präsident Putin hat den von der
Opposition selbsterklärten Wahlsieg bisher nicht anerkannt. Am 3.
Oktober unterstützte das russische Außenministerium vielmehr die
Position Milosevics, indem es erklärte, daß erst eine zweite Wahlrunde
die Entscheidung über den rechtmäßig gewählten neuen Präsidenten bringen
könnte. Zugleich bot Russland an, zwischen Kostunica und Milosevic im
Interesse des inneren Friedens in Jugoslawien zu vermitteln. ("Russia
Backs Milosevic's Claim to Second-Round Vote", Bloomberg News, Moscow,
3. Oct.) Dieses Angebot haben sowohl Milosevic als auch Kostunica
abgelehnt.
Auch in Russland weiß man, dass allein Washington die jugoslawische
Opposition bisher mit 75 Millionen Dollar unterstützt hat. Jene in der
Opposition, die wie Zoran Djinjic fleißig die Hand aufgehalten, Küßchen
mit Albright austauschen und mit prinzipienlosen grünen Machtmenschen
wie Joschka Fischer konferiert haben, hatten als
Präsidentschaftskandidaten beim jugoslawischen Volk keine Chance, obwohl
viele Menschen sich durch Präsident Milosevic längst nicht mehr
repräsentiert fanden. Wie überall nach langen Perioden ungebrochener
Herrschaft so zeigte auch das System Milosevic nach 13 Jahren große
Verschleißerscheinungen.
Trotzdem lavierte die zerstrittene Opposition von NATO-Marionetten in
Belgrad über ein Jahr weitgehend ohne Erfolg. Erst im letzten
Augenblick fanden und einigten sie sich auf Vojislav Kostunica, einen
als Saubermann und strammen Nationalisten bekannten Politiker, den sie
dazu drängten, bei den Präsidentschaftswahlen gegen seinen alten Feind
Milosevic anzutreten. Allerdings kann Kostunica, der auf Grund seiner
betont anti-amerikanischen Haltung und seiner unverhohlenen Kritik am
NATO-Angriff schnell in der Wählergunst stieg, lediglich als Strohmann
gesehen werden, hinter dem sich die Belgrader NATO-Marionetten vorerst
versteckt halten. Die Tatsache allerdings, dass ausgerechnet Zoran
Djinjic der Wahlkampfmanager von Kostunica ist, spricht für sich.
Kostunicas kleine Partei, sie hatte bei der letzten Wahl um die 5%, ist
personell überhaupt nicht fähig, auch nur einen Teil der wichtigen
politischen Posten zu besetzen, so dass sich die Opposition und die NATO
gute Chancen ausrechnen können, bei einer Machtübernahme von Kostunica
schon bald in Belgrad die Weichen zu stellen, und nach einer
Übergangszeit dort ganz den Ton anzugeben. Um diesem Vorhaben nicht zu
schaden, müssen sich die NATO-Herrscher jedoch zurückhalten. DAVID E.
SANGER, der diplomatische Korrespondent der New York Times brachte
gestern in Washington die vorläufige US-Planung für Jugoslawien auf den
folgen kurzen Nenner: "Er (Milosevic) tritt ab, Sie (die Führer der
Opposition) treten an, und die USA treten nicht in Erscheinung.("He
Stepps Down, They Step Up, U.S. Lies Low", By DAVID E. SANGER, NYT,
6.10.00) Denn nach wie vor besteht die Gefahr, dass bei einer zu
offensichtlicher NATO-Unterstützung für Kostunica die Mehrheit des
jugoslawischen Volkes den Braten riechen könnten und die weitere
Entwicklung in Belgrad nicht nach NATO-Vorstellungen abläuft. Die große
Unbekannte ist nach wie vor die russische Haltung.
"Wenige zweifeln daran, dass die russische politische Elite früher oder
später den Sieger in Belgrad anerkennen wird", schreibt der
oppositionelle Jelica, ein Mitarbeiter des Institutes für Internationale
Politik und Wirtschaft in Belgrade im Bericht Nr. 181 vom 5. Oktober
2000 des von der britischen Regierung unterstützten "Institut for War an
Peace Reporting". Zugleich gibt Kurjak der NATO einen guten Rat, wie
sie es anstellen muß, damit Moskau auch den "richtigen" Sieger
anerkennt. Er weist darauf hin , daß Moskau auf $22.5 Mrd. vom
Internationalen Währungsfond und der Weltbank wartet. Bisher seien
lediglich $2.7 Mrd. ausgezahlt worden und dass Russland nicht länger
warten könne, weshalb er empfiehlt: "Nur pragmatische Interessen - in
Form finanzieller Erpressung durch den Westen - wird die Russen dazu
bringen, Mitverantwortung zu übernehmen um sicher zu stellen, dass
diesmal der Richtige gewinnt."
Daß Kostunica der Richtige ist, das steht für die "humanitären"
Militaristen der NATO trotz seiner dezidiert anti-amerikanischen Haltung
längst fest. "Was jetzt wichtig ist, ist daß Kostunika als Präsident
anerkannt wird" sorgte sich gestern Frau Madeleine Albright auf dem
Rückflug von ihrer verpfuschten Nahost-Friedenskonferenz in Ägypten. Und
Präsident Clinton freute sich im Rosengarten des Weißen Hauses darauf,
das serbische Volk "in der Demokratie, in Europa und in der
Weltgemeinschaft wieder aufzunehmen. Und dann werden wir so schnell wie
möglich die Sanktionen aufheben."
Warum es tatsächlich geht, schreibt die New York Times in ihrer
gestrigen Ausgabe: "Das hätte den Zufluß von amerikanischen und
internationalen Finanzmitteln nach Serbien zur Folge und würde
Investoren erlauben, die am Boden liegende Wirtschaft wieder
aufzubauen", womit natürlich die "Privatisierung" der volkseigenen
Betriebe gemeint ist. Denn nur so kann das neue Jugoslawien in die Neue
Weltordnung eingebettet werden. Daß das manchmal nicht ganz so fugenlos
passiert wie geplant zeigt der ebenfalls vom Westen eingefädelte Sturz
des indonesischen Diktators Suharto 1998. Er war zwar vom Westen über
Hundert Tausende von Leichen an die Macht gebracht worden, aber als er
und sein korruptes Regime sich in die veränderten Bedingungen der Neuen
Weltordnung nicht mehr einfügen wollten, musste er gehen. Seither
schlittert Indonesien immer tiefer in ein wirtschaftliches und
politisches Chaos.
"Ich hoffe es endet so wie im Rest von Osteuropa und daß sie (die
Jugoslawen) endlich vom Kommunismus befreit sind", meinte die
Erretterin der Menschheit von allem Bösen auf ihrem Rückflug von Kairo.
Unbeabsichtigt gab damit Frau Albright den waren Grund für den
hauptsächlich von ihr betriebenen Angriff auf Jugoslawien bekannt. Und
als wäre er ihr Echo ergänzte gestern in Deutschland Frau Albrights
fleißigster Schüler, der vom Steine zum Bomben werfen mutierte Joschka
Fischer: "Heute ist in Serbien das letzte Stück des Eisernen Vorhangs
gefallen. " Und schon wird an der Mär gesponnen, dass das serbische Volk
der NATO doch eigentlich für die Bombardierung dankbar sein müsste.
Schließlich hat die NATO sie dadurch vom Kommunismus befreit und gibt
ihnen nun die Chance, vom westlichen Großkapital bis auf die Knochen
ausgesaugt zu werden. Frau Albright hat selbst auf die Entwicklung in
Osteuropa seit 1990 hingewiesen. Dort hat eine seit Jahrzehnten nicht
mehr gekannte Armut und Verelendung statt gefunden. Allerdings hat dort
jetzt jeder die Freiheit, zum Shoppen nach London oder New York zu
jetten.
Saarburg den 6. 10. 2000
Date: Sat, 7 Oct 2000 22:42:12 +0200
From: Jug Österr Solibewegg <joesb@...>
To:
<joesb@...>
Malte Olschewski stellt sein neues Buch vor:
Von den Karawanken bis zum Kosovo
Die geheime Geschichte der Kriege in Jugoslawien
Donnerstag, 12. Oktober
19 h
Vorstadtzentrum XV
15., Meiselstr. 46/4
Die Veranstaltung, die ursprünglich für Sonntag, 8.10. angekündigt war,
musste verschoben werden, da das Buch zu diesem Zeitpunkt doch noch
nicht
vorgelegen wäre.
Subject: Deutscher General entlarvt Nato-Propaganda als Lüge
Date: Tue, 10 Oct 2000 22:39:08 +0200
From: Jug Österr Solibewegg <joesb@...>
To: <joesb@...>
Nachstehend einige Passagen aus einem Interview mit Brigadegeneral a.D.
Heinz Loquai, der, weil er öffentlich den Beweis erbrachte, dass der
"Hufeisenplan" eine Lüge war, seine Position verlor:
"Der Zusammenhang ist eindeutig. Ich habe in der TV-Sendung "Panorama"
von
einem ausführlichen Gespräch im Verteidigungsministerium berichtet, bei
dem
mir mitgeteilt worden war, daß es einen serbischen Operationsplan
Hufeisen
nicht gegeben hat, sondern daß aus einer Beschreibung der Ereignisse von
bundesdeutscher Seite ein Plan gemacht worden ist. Verteidigungsminister
Scharping hatte also während der Krieges die Unwahrheit gesagt. Auf
diese
meine Bemerkung hin hat man einer Vertragsverlängerung, die angestanden
wäre, von seiten des Verteidigungsministeriums nicht zugestimmt. Ein
Pressesprecher des Verteidigungsministers trat auf und meinte, daß sich
Loquai aufgrund seiner öffentlich getätigten Äußerungen selbst
disqualifiziert hat. Es ist grotesk. Denn ich habe die Wahrheit gesagt
und
wurde von demjenigen abgestraft, der die Unwahrheit gesagt hat."
"Die sogenannten Verhandlungen von Rambouillet waren keine
Verhandlungen.
Sie waren ein Versuch, der jugoslawischen Führung ein Diktat unter den
politischen Bedingungen der NATO aufzuerlegen."
"Bereits ein halbes Jahr nach den ersten größeren Anschlägen hatte die
UCK
bereits 40 Prozent des Kosovo unter ihrer Kontrolle. Wenn die Serben mit
ihrem Militär und der Sonderpolizei in beträchtlicher Stärke dieses
Potential wirklich rücksichtslos eingesetzt hätten - wie man immer
sagte --, dann hätte die UCK diese Geländegewinne nicht machen können."
Das ganze Interview:
http://www.vorstadtzentrum.net/cgi-bin/joesb/news/viewnews.cgi?category=all&id=971129647
********************************************
Jugoslawisch-Österreichische Solidaritätsbewegung (JÖSB)
PF 217, A-1040 Wien, Österreich
Tel/Fax +43 1 924 31 61
Mobil +43 6991 924 31 61
joesb@...
www.vorstadtzentrum.net/joesb
Kto-Nr. 9282, RB Schwechat, BLZ 32823
---
Dann wird der Ärger anfangen
(von Rainer Rupp)
Letzten Dienstag waren die Verteidigungsminister der NATO-Staaten im
britischen Birmingham zu informellen Beratungen über die Lage im Kosovo
nach dem Sturz des jugoslawischen Präsidenten Slobodan Milosevic
zusammen getroffen. Dabei meinte NATO-Generalsekretär Lord Robertson,
es sei noch zu früh zu sagen, welchen Einfluss die Veränderungen in
Belgrad tatsächlich hätten. Lord Robertsons Reserviertheit deutet an,
dass die NATO die neue Regierung in Belgrad noch lange nicht im Griff
hat, wie deren sehr erboste Reaktion auf die amerikanische Haltung
zeigte. Im Unterschied zur EU scheint Washington auch weiterhin auf der
Beibehaltung der Wirtschaftssanktionen gegen Jugoslwien zu bestehen, bis
dass der ehem. Präsident Milosevic als Kriegsverbrecher ans Tribunal
nach Den Haag ausgeliefert ist.
Die rechte Hand des neu gewählten Präsidenten, Vojislav Kostunica,
erinnerte daran dass Kostunica nicht daran denkt, irgend jemand an das
Gericht in Den Haag auszuliefern. Statt dessen betonte Jankovic die
Unabhängigkeit der neuen Regierung in Belgrad: "Wir haben dies (die
Ablösung Milosevics) alleine geschafft und niemandem irgendwelche
Versprechungen gemacht. ... Sie ( die Amerikaner ) verändern jedoch die
Spielregel, nachdem das Spiel begonnen hat." Das würde Belgrad nicht
hinnehmen und er warnte alle, die versuchen sollten, das Gleiche zu
tun.
Im Unterschied zu Washington haben die Europäer Kreide gefressen. Sie
wollen sich die unverhoffte Gelegenheit, bei der Neuordnung des Balkans
die USA aus dem Feld zu drängen und selbst die Führung zu übernehmen, so
leicht nicht entgehen lassen und biedern sich beim Europa-freundlichen
Kostunica regelrecht an. Im Chor mit den anderen EU-Außenministern tönte
auch Herr Joseph Fischer aus Berlin, dass die Auslieferung Milosevics an
Den Haag nicht die oberste Priorität habe. Frankreich, das z.Z. den
EU-Ratsvorsitz hat, schickte bereits am Dienstag seinen Außenminister
Vedrine zur großen Umarmung nach Belgrad.
Unterdessen wächst im Kosovo die Sorge der Gewaltseparatisten, die
Zuneigung der NATO zu Gunsten Jugoslawiens zu verlieren. Gemäß
UNO-Resolution 1244 hätten bereits seit Sommer dieses Jahres
jugoslawische Polizei und Militäreinheiten ins Kosovo zurückkehren
dürfen. Der neue Präsident Kostunica besteht auf Einhaltung der
Resolution. Bisher war das formal am Einspruch des UNMIK-Chefs Bernard
Kouchner gescheitert, hinter dem sich jedoch lediglich die NATO-Politik
versteckt hatte. Nun sind die Karten neu verteilt und auch der
serbophobe Kouchner soll schon bald seinen UNMIK-Posten verlassen.
Selbst die Westmarionette Zoran Djindjic, der in der Kostunica-Regierung
eine einflussreiche Funktion inne hat, erklärte am Dienstag in einem
Interview mit der Belgrader Tageszeitung "Vecernje Novosti", dass "bis
zum Ende des Jahres 1,200 Mann unserer (serbischen) Polizei und unseres
Militärs wieder im Kosovo sind, um dort die Grenze nach Albanien zu
kontrollieren." ("Yugoslav troops will return to Kosovo by year's end:
Djindjic", BELGRADE, Oct 10. 00, AFP) Alle jugoslawischen Versuche,
Polizei oder militärische Einheiten wieder ins Kosovo zurückzubringen,
würden "einen neuen Krieg" entfachen, bei dem sich die NATO zwischen den
Fronten wieder finden würde", warnte der zum Politiker mutierte UCK-Chef
Hashim Thaci.
Auch der als gemäßigt geltende Ibrahim Rugova versucht in Vorbereitung
der Kommunalwahlen im Kosovo am 28. Oktober Wert auf aggressivere Töne
zu legen.
"Kosovo wird den Weg in die Unabhängigkeit gehen" ist mittlerweile die
feste Überzeugung der Kosovo-Separatisten. Das widerspricht der
UNO-Resolution 1244 und auch den politischen Zielsetzungen der
EU-Regierungen, die keinen gefährlichen Präzedenzfall in Europa in Bezug
auf Anerkennung von gewaltsam veränderten Grenzen schaffen wollen.
Während die EU sich zu Zeiten Milosevics in dieser Sache aus taktischen
Gründen eher ambivalent gezeigt hatte, liegt es nahe, dass sie in ihrer
Absicht, die neue Regierung in Belgrad ins EU-Boot zu ziehen, diese
nicht durch die Unterstützung der Unabhängigkeit des Kosovo verärgern
wird.
Gegenüber der britischen Tageszeitung, "The Telegraph" äußerte kürzlich
ein hoher Offizier der NATO-KFOR-Truppe seine Sorge, dass das von der
NATO ursprünglich unterstützte und immer noch bezahlte "Kosovo Schutz
Korps" seine Maske fallen lassen und sich wieder zur alten UCK formieren
könnte, um diesmal die neue Besatzungstruppe zu bekämpfen, nämlich die
NATO.
In Birmingham beschlossen die NATO-Minister trotzdem, den Einsatz im
Kosovo mit z.Z. 36.000 Soldaten fortzuführen.
Bundesverteidigungsminister Rudolf Scharping äußerte die Ansicht, dass
"die Präsenz der internationalen Friedenstruppe und damit auch der
Bundeswehr auf Jahre hinaus erforderlich" sei und begründete dies unter
anderem mit "erheblichen Spannungen, ausgeprägtem Hass und hoher
Gewaltbereitschaft" zwischen den Bevölkerungsgruppen. Daran habe sich
auch nach dem Ende der Herrschaft Milosevics nichts geändert. So könnte
die NATO im Kosovo doch noch ihren Bodenkrieg bekomme, nur nicht gegen
die Serben, sondern gegen die UCK.
"Ich glaube, dass sobald der Westen ein demokratisches Jugoslawien
unterstützt, wir mit dem Kosovo Schutz Korps große Probleme haben
werden", sagte ergänzend der britische KFOR-Offizier. "Im Augenblick
sind sie (die Albaner) alle davon überzeugt, die Unabhängigkeit zu
erhalten. Sobald klar wird, dass das nicht passiert, wird der Ärger
anfangen." Entgegen seinen früheren Andeutungen hat jetzt selbst
UNMIK-Chef Bernard Kouchner öffentlich erklärt, dass die Unabhängigkeit
des Kosovo überhaupt nicht in Frage käme.
Saarburg den 11.10.00
---
Bei Kostuniva beißt Frau Albright auf Eisen
Ein Spaltpilz für die transatlantischen Beziehungen.
(von Rainer Rupp)
Die Außenminister des Europäischen Union trafen sich gestern, um das
Ölembargo und andere Wirtschaftssanktionen gegen Jugoslawien aufzuheben.
Später in der Woche wollen die politischen Führer der EU über die
Freigabe von Finanzhilfe für die neue Regierung in Belgrad im Wert von
etwa 2 Milliarde Euro entscheiden. "Wir wollen tun, was wir versprochen
haben, dass nämlich das serbische Volk so schnell wie möglich wieder in
Europa aufgenommen wird", meinte dazu Chris Patten, EU-Kommissar für
Auswärtige Angelegenheiten. Zugleich übertreffen sich die Staats- und
Regierungschefs der Europäischen Union, dem neuen jugoslawischen
Präsidenten Kostunica mit schmeichlerischen Worten zu gratulieren und
ihn so schnell wie möglich ins europäische Boot zu ziehen. Das scheint
ohne Abstimmung mit dem großen Bruder in Washington zu geschehen, der
erhebliche Vorbehalte gegenüber einem als anti-amerikanisch bekannten
Kostunica zu haben scheint.
Mit einem Seitenhieb in Richtung USA erklärte denn auch EU-Kommissar
Patten: "Ich glaube nicht, dass wir uns bereits jetzt Gedanken darüber
machen sollten, unter welchen Umständen es schwierig werden könnte, mit
Serbien zusammen zu arbeiten. "Halb vorwurfsvoll schrieb deshalb die
Washington Post, dass Die EU fest entschlossen scheint, "die Führung in
der Aussöhnung mit Serbien zu übernehmen." ("EU Leaders Rush to Serbia's
Side", By William Drozdiak, Washington Post Foreign Service, Saturday,
October 7, 2000; Page A19)
Das scheint Washington nicht besonders zu gefallen, obwohl es vorerst
noch gute Mine zum bösen Spiel macht. Die USA hatte gehofft, dass ein
Anführer der mit US-Geldern gefütterten und von Washington geführten
Opposition die Macht in Belgrad übernehmen würde. Für einen solchen
Nachfolger hatte die US-Außenministerin Albright bereits eine
Zwangsjacke bereit, der die neuen Machthaber in Belgrad auf
amerikanische Positionen bezüglich des Kosovo und des Haager
Kriegsverbrecher Tribunals fest gelegt hätte. Bei Präsident Kostuniva
beißt Frau Albright mit ihren Forderungen jedoch - zumindest noch
vorerst - auf Eisen.
"Kostunica ist nicht der Mann der Clinton-Regierung", schrieb Martin
Sieff, der Balkananalytiker von UPI, einen Tag nach der
Präsidentschaftswahl in Jugoslawien. Er weigert sich, Milosevic an das
Haager Tribunal auszuliefern. Die Verstärkung der jugoslawischen
Souveränität über das Kosovo nennt als höchste Priorität. Und
regelmäßig hat er die NATO-Bombardierung Jugoslawiens im letzten Jahr
als Verbrechen bezeichnet. Für Washington stellt Kostunica ein weitaus
komplizierteres Problem dar als dies bisher Milosevic tat, meint Martin
Sieff, denn er hat eine, auch im Westen unbestrittene demokratische
Legitimation, nur sind seine politischen Vorstellungen nicht so, wie es
Frau Albright gerne möchte. Denn Kostunica "ist ein ebenso scharfer
Kritiker der amerikanischen Politik wie es zuvor Milosevic war".
Washington möchte deshalb für alle Fälle gerüstet sein. Das
Repräsentantenhaus des US-Kongresses hatte Montag vor einer Woche noch
flugs ein Gesetz verabschiedet (HR 1064), das weitere $60 Million für
die Stärkung der Demokratie in Serbien zur Verfügung stellt. Wenn man
den Gesetzestext liest, dann wird deutlich, dass die Gelder auch gegen
Kostunica verwendet werden können, wenn der sich nicht der "Pax
Amerikana" bedingungslos unterwirft.
Der außenpolitisch einflussreiche Senator Joseph Biden (D-DE), der
offensichtlich die Meinung der Clinton-Regierung vertrat, als er am 26.
September im Senat zur neuen Gesetzesvorlage (HR 1064), machte deutlich,
dass das Gesetz auch nach der Machtübernahme durch Kostunica solange
seine Geltung nicht verlieren wird, bis Vojislav Kostunica alle
Forderungen Washingtons erfüllt hat, "einschließlich der Auslieferung
aller angeklagten Kriegverbrecher an das Haager Tribunal."
Vorsorglich verurteilte Senator Biden bei dieser Gelegenheit den neuen
jugoslawischen Präsidenten Kostunica als einen "Ultra-Nationalisten".
Der Geist und die sich hinter dem neuen Gesetz versteckende Absicht wird
jedoch erst durch die Schlußbemerkungen von Senator Biden vollständig
klar: "Um kein Blatt vor den Mund zu nehmen: Die Anerkennung von Dayton
und Mitarbeit mit dem Haager Tribunal muß der Lackmustests für jede
demokratische Regierung in Serbien sein. ... Sollte jedoch Kostunica mit
Hilfe seiner lobenswerten demokratischen Legitimation eine aggressive
nationalistisch -serbische Politik verfolgen, dann müssen wir ihn
delegitimieren." Für eine weitere Runde der amerikanischen Einmischung
in die inneren Angelegenheiten Jugoslawiens, diesmal gegen Kostunica,
würden in diesem Fall den amerikanischen Marionetten in Belgrad $60
Millionen zur Verfügung stehen.
Diesmal dürfte es jedoch für Washington nicht so einfach werden, denn
die Europäer scheinen nicht bereit, die Initiative erneut Washington zu
überlassen. Auch daran hat Senator Biden gedacht und gewarnt: "Sollten
unsere europäischen Verbündeten sich jedoch entscheiden, ein
post-Milosevic, demokratisch gewähltes, aber ultra-nationalistisches
Serbien zu umarmen, dann kann ich ihnen nur viel Glück wünschen." Dann -
so drohte Biden den Europäern - würden die USA ausschließlich mit den
anderen ehemaligen Teilrepubliken Jugoslawiens, einschließlich
Montenegros zusammenarbeiten und die Europäer mit Serbien alleine
lassen. Das ist eine Herausforderung, die die Europäer womöglich
annehmen. Sollte sich Kostunika nicht doch noch in Richtung USA
verbiegen lassen, dann muß entweder Washington seine Melodie gegenüber
Belgrad ändert oder es läuft Gefahr, seine Kontrolle über die Neuordnung
des Balkans vollkommen an die Europäer und an Russland zu verlieren.
Darüber könnte es zu erheblichen neuen Spannungen zwischen den USA und
Europa kommen, die wegen der militärischen Implikationen im Kosovo und
in Bosnien sogar die Grundfesten der NATO erschüttern könnten.
Saarburg den 9.10. 00
---
"Er tritt ab, sie treten an, die USA treten nicht in Erscheinung und
schicken Russland vor."
(Von Rainer Rupp)
In Kreisen der jugoslawischen Opposition und in der "Internationalen
Gemeinschaft", wie sich die NATO gerne selbst bezeichnet, herrscht nach
wie vor Verwirrung über die Haltung Moskaus, das sich im großen
Balkan-Spiel der NATO immer noch etwas quer legt. In einer Rede an der
Princeton University in New Jersey sagte US-Präsident Clinton: "Wir
hoffen, dass die Russen sich in die internationale Gemeinschaft einfügen
und Kostunica als neuen Präsidenten anerkennen." ("US backs Yugoslav
protesters, seeks Russian help", Reuters 10/06/2000 01:03:00 ET)
Deshalb muß Russland wieder ganz zurück ins NATO-Boot geholt werden.
"Es gibt Pläne für ein Treffen der Jugoslawien Kontaktgruppe für Ende
dieser Woche" , erklärte ein hoher US-Beamter gestern in Washington.
Dabei sollen unter Teilnahme Russlands "Ideen ausgetauscht und
synchronisiert" werden. ("Balkan Contact Group Meeting Expected This
Week", Reuters, WASHINGTON, Oct 5, 2000)
Trotz vollmundiger, von Kanzler Schröder zur Beruhigung der Deutschen
verkündeter Übereinstimmung mit Präsident Putin, hat es sich die
russische Seite bisher schwer getan, der NATO bei der Unterstützung der
Opposition in Belgrad zu folgen. Präsident Putin hat den von der
Opposition selbsterklärten Wahlsieg bisher nicht anerkannt. Am 3.
Oktober unterstützte das russische Außenministerium vielmehr die
Position Milosevics, indem es erklärte, daß erst eine zweite Wahlrunde
die Entscheidung über den rechtmäßig gewählten neuen Präsidenten bringen
könnte. Zugleich bot Russland an, zwischen Kostunica und Milosevic im
Interesse des inneren Friedens in Jugoslawien zu vermitteln. ("Russia
Backs Milosevic's Claim to Second-Round Vote", Bloomberg News, Moscow,
3. Oct.) Dieses Angebot haben sowohl Milosevic als auch Kostunica
abgelehnt.
Auch in Russland weiß man, dass allein Washington die jugoslawische
Opposition bisher mit 75 Millionen Dollar unterstützt hat. Jene in der
Opposition, die wie Zoran Djinjic fleißig die Hand aufgehalten, Küßchen
mit Albright austauschen und mit prinzipienlosen grünen Machtmenschen
wie Joschka Fischer konferiert haben, hatten als
Präsidentschaftskandidaten beim jugoslawischen Volk keine Chance, obwohl
viele Menschen sich durch Präsident Milosevic längst nicht mehr
repräsentiert fanden. Wie überall nach langen Perioden ungebrochener
Herrschaft so zeigte auch das System Milosevic nach 13 Jahren große
Verschleißerscheinungen.
Trotzdem lavierte die zerstrittene Opposition von NATO-Marionetten in
Belgrad über ein Jahr weitgehend ohne Erfolg. Erst im letzten
Augenblick fanden und einigten sie sich auf Vojislav Kostunica, einen
als Saubermann und strammen Nationalisten bekannten Politiker, den sie
dazu drängten, bei den Präsidentschaftswahlen gegen seinen alten Feind
Milosevic anzutreten. Allerdings kann Kostunica, der auf Grund seiner
betont anti-amerikanischen Haltung und seiner unverhohlenen Kritik am
NATO-Angriff schnell in der Wählergunst stieg, lediglich als Strohmann
gesehen werden, hinter dem sich die Belgrader NATO-Marionetten vorerst
versteckt halten. Die Tatsache allerdings, dass ausgerechnet Zoran
Djinjic der Wahlkampfmanager von Kostunica ist, spricht für sich.
Kostunicas kleine Partei, sie hatte bei der letzten Wahl um die 5%, ist
personell überhaupt nicht fähig, auch nur einen Teil der wichtigen
politischen Posten zu besetzen, so dass sich die Opposition und die NATO
gute Chancen ausrechnen können, bei einer Machtübernahme von Kostunica
schon bald in Belgrad die Weichen zu stellen, und nach einer
Übergangszeit dort ganz den Ton anzugeben. Um diesem Vorhaben nicht zu
schaden, müssen sich die NATO-Herrscher jedoch zurückhalten. DAVID E.
SANGER, der diplomatische Korrespondent der New York Times brachte
gestern in Washington die vorläufige US-Planung für Jugoslawien auf den
folgen kurzen Nenner: "Er (Milosevic) tritt ab, Sie (die Führer der
Opposition) treten an, und die USA treten nicht in Erscheinung.("He
Stepps Down, They Step Up, U.S. Lies Low", By DAVID E. SANGER, NYT,
6.10.00) Denn nach wie vor besteht die Gefahr, dass bei einer zu
offensichtlicher NATO-Unterstützung für Kostunica die Mehrheit des
jugoslawischen Volkes den Braten riechen könnten und die weitere
Entwicklung in Belgrad nicht nach NATO-Vorstellungen abläuft. Die große
Unbekannte ist nach wie vor die russische Haltung.
"Wenige zweifeln daran, dass die russische politische Elite früher oder
später den Sieger in Belgrad anerkennen wird", schreibt der
oppositionelle Jelica, ein Mitarbeiter des Institutes für Internationale
Politik und Wirtschaft in Belgrade im Bericht Nr. 181 vom 5. Oktober
2000 des von der britischen Regierung unterstützten "Institut for War an
Peace Reporting". Zugleich gibt Kurjak der NATO einen guten Rat, wie
sie es anstellen muß, damit Moskau auch den "richtigen" Sieger
anerkennt. Er weist darauf hin , daß Moskau auf $22.5 Mrd. vom
Internationalen Währungsfond und der Weltbank wartet. Bisher seien
lediglich $2.7 Mrd. ausgezahlt worden und dass Russland nicht länger
warten könne, weshalb er empfiehlt: "Nur pragmatische Interessen - in
Form finanzieller Erpressung durch den Westen - wird die Russen dazu
bringen, Mitverantwortung zu übernehmen um sicher zu stellen, dass
diesmal der Richtige gewinnt."
Daß Kostunica der Richtige ist, das steht für die "humanitären"
Militaristen der NATO trotz seiner dezidiert anti-amerikanischen Haltung
längst fest. "Was jetzt wichtig ist, ist daß Kostunika als Präsident
anerkannt wird" sorgte sich gestern Frau Madeleine Albright auf dem
Rückflug von ihrer verpfuschten Nahost-Friedenskonferenz in Ägypten. Und
Präsident Clinton freute sich im Rosengarten des Weißen Hauses darauf,
das serbische Volk "in der Demokratie, in Europa und in der
Weltgemeinschaft wieder aufzunehmen. Und dann werden wir so schnell wie
möglich die Sanktionen aufheben."
Warum es tatsächlich geht, schreibt die New York Times in ihrer
gestrigen Ausgabe: "Das hätte den Zufluß von amerikanischen und
internationalen Finanzmitteln nach Serbien zur Folge und würde
Investoren erlauben, die am Boden liegende Wirtschaft wieder
aufzubauen", womit natürlich die "Privatisierung" der volkseigenen
Betriebe gemeint ist. Denn nur so kann das neue Jugoslawien in die Neue
Weltordnung eingebettet werden. Daß das manchmal nicht ganz so fugenlos
passiert wie geplant zeigt der ebenfalls vom Westen eingefädelte Sturz
des indonesischen Diktators Suharto 1998. Er war zwar vom Westen über
Hundert Tausende von Leichen an die Macht gebracht worden, aber als er
und sein korruptes Regime sich in die veränderten Bedingungen der Neuen
Weltordnung nicht mehr einfügen wollten, musste er gehen. Seither
schlittert Indonesien immer tiefer in ein wirtschaftliches und
politisches Chaos.
"Ich hoffe es endet so wie im Rest von Osteuropa und daß sie (die
Jugoslawen) endlich vom Kommunismus befreit sind", meinte die
Erretterin der Menschheit von allem Bösen auf ihrem Rückflug von Kairo.
Unbeabsichtigt gab damit Frau Albright den waren Grund für den
hauptsächlich von ihr betriebenen Angriff auf Jugoslawien bekannt. Und
als wäre er ihr Echo ergänzte gestern in Deutschland Frau Albrights
fleißigster Schüler, der vom Steine zum Bomben werfen mutierte Joschka
Fischer: "Heute ist in Serbien das letzte Stück des Eisernen Vorhangs
gefallen. " Und schon wird an der Mär gesponnen, dass das serbische Volk
der NATO doch eigentlich für die Bombardierung dankbar sein müsste.
Schließlich hat die NATO sie dadurch vom Kommunismus befreit und gibt
ihnen nun die Chance, vom westlichen Großkapital bis auf die Knochen
ausgesaugt zu werden. Frau Albright hat selbst auf die Entwicklung in
Osteuropa seit 1990 hingewiesen. Dort hat eine seit Jahrzehnten nicht
mehr gekannte Armut und Verelendung statt gefunden. Allerdings hat dort
jetzt jeder die Freiheit, zum Shoppen nach London oder New York zu
jetten.
Saarburg den 6. 10. 2000