Jugoinfo
>
>
>
> COMITATO PER IL RICONOSCIMENTO E LA CONDANNA
> DEI CRIMINI E DEI CRIMINALI DI GUERRA ITALIANI
>
> Manifesto per la Costituzione del Comitato
>
> PREMESSA
> Poche cose sono cosi' importanti per l'identita' e le scelte di un popolo
> come l'onesta memoria storica di se.
> Onesta e' la memoria che assieme ai meriti della storia nazionale non ne
> nasconde gli errori e le vergogne. Poiche' soltanto la consapevolezza
> consente di non rinnovarli, e di cancellarne per quanto possibile le
> macchie sull'onore del popolo e dello Stato.
> Vi sono grandi paesi che, come la Germania, hanno saputo acquisire questa
> consapevolezza fino in fondo, e comportarsi di conseguenza.
> Vi sono invece altri grandi e piccoli paesi, come il nostro, l'Italia,
> che continuano a nascondere a se stessi le pagine oscene della propria
> storia ed a pretendere, o pensare, che le ignorino pure gli altri.
> Il risultato e' una condizione di immaturita' permanente della nostra
> visione politica e internazionale, che da luogo alla facile confusione
> dei valori fondanti sia della democrazia che della stessa italianita'
> correttamente intesa, ed a politiche estere - anche militari - quantomeno
> avventate.
>
> I CRIMINI DI GUERRA DEL FASCISMO
> Siamo il solo paese dell'Unione Europea che non abbia ancora preso
> seria coscienza critica dei crimini contro l'umanita' commessi nelle
> guerre, annessioni ed occupazioni che hanno segnato dalle sue origini la
> nostra storia di Stato.
> Siamo i soli a nascondere o sminuire ancora persino i delitti, le
> politiche genocide ed i crimini di guerra dell'Italia fascista e
> collaborazionista, compresa la persecuzione atroce inflitta anche in
> Italia agli Ebrei attraverso le leggi razziali e la cooperazione allo
> sterminio nazista.
> I soli a non sottoporre i nostri colpevoli a una Norimberga ed anzi a
> "perdonare" e giustificare loro e quei crimini con ambigue revisioni a
> rovescio.
> I soli a coltivare un mito come quello del "buon italiano", che
> corrisponde certamente all'essere ed al sentire generale della
> popolazione, troppo spesso ignara o indottrinata, o travolta dalle
> vicende politiche, ma che viene usato pero' per coprire i delitti di
> schiere di aguzzini e delinquenti politici, civili e militari, grandi e
> piccoli, che rimangono la vergogna dell'Italia.
> Dall'interno di una storia ufficiale costruita cosi' su una serie
> continua ed a suo modo coerente di rimozioni, non e' peraltro facile
> percepire quanto ci e' stato nascosto. Anche quando si abbia la
> sensazione che pure siano dei vuoti di conoscenza ad impedirci la
> percezione esatta di problemi fondamentali, a far dilagare dalla destra
> alla sinistra politica le propagande del revisionismo storico spacciato
> per revisione serena della storia alimentando la diffusione impunita del
> neo-nazifascismo, dell'antisemitismo e delle intolleranze. E neppure
> quando si abbia la percezione, e spesso la prova, che su tutto cio'
> operano forze ed interessi deteriori attuali e particolarmente pericolosi,
> come quelli che hanno impedito a Trieste la prosecuzione del processo per
> il campo di sterminio nazista della Risiera di San Sabba proprio quando
> avrebbe affrontato , dopo le responsabilita' naziste, quelle dei criminali
> collaboratori italiani.
> O come quelli che hanno rinnovato di fatto il protettorato italiano
> sull'Albania, e tentano di approfittare delle conseguenze della spaventosa
> guerra civile nell'ex-Jugoslavia per avanzarvi non solo interessi
> economici, ma anche, verso la Slovenia e la Croazia, rivendicazioni morali
> e politiche che si fondano proprio sul nascondere gli atroci crimini
> programmati di Stato, che vi furono commessi nel nome di Italia tra il
> 1918 e il 1945, e sull'incolpare le vittime di aver reagito. Od ancora, e
> piu' generalmente, quelli che supportano ormai da anni in tutto il paese
> ed in quasi tutto l'arco politico, la rivalutazione ufficiale del fascismo
> e del collaborazionismo, sino a voler consolidare le loro propagande e
> rimozioni sui libri di scuola e nella cultura istituzionale, riuscendo
> invece ad imporre censure stampa sui crimini di guerra nazionali, sino ad
> impedire da undici anni sia l'edizione italiana del libro dello storico
> Michael Palumbo che la diffusione sulla rete televisiva di stato del
> documentario trattone dalla BBC.
>
> IL REVISIONISMO STORICO MATRICE DEL NEONAZISMO
> In queste nostre condizioni da banco di prova europeo del revanscismo di
> destra, sarebbe persino dubbio, non fosse per il vincolo antifascista
> imposto dalla costituzione nata dalla Resistenza, il titolo del nostro
> paese a schierarsi tra gli stati democratici che insorgono contro la
> svolta di destra nostalgica della piccola Austria. Perche' mentre quel
> focolaio minore e' ormai sotto stretta (e per alcuni aspetti persino
> controproducente nei confronti della parte migliore di quel paese)
> vigilanza internazionale, e' da quello maggiore italiano inspiegabilmente
> sottovalutato e tollerato che il contagio puo' diffondersi nel resto
> d'Europa.
> E' dunque interesse primario d'Italia e d'Europa rifondare la memoria
> storica, e dunque la coscienza, nazionale e democratica italiana,
> attraverso una lettura finalmente corretta, approfondita, e priva di
> censure o omissioni, della nostra storia.
> Noi riteniamo che questo difficile processo debba iniziare riportandone in
> luce i fatti nascosti piu' immediatamente traumatici e simbolici: i
> crimini italiani commessi in tutti i territori invasi e contro tutte le
> popolazioni aggredite dal nazifascismo. Questi sono infatti tra i crimini
> di guerra piu' tenacemente nascosti all'opinione pubblica, eppure i meglio
> documentati sia presso le Nazioni Unite che negli archivi dei paesi
> vittima e nelle testimonianze dei superstiti, mentre molti dei criminali
> di vario grado sono vivi ed in salute e persino in attivita' politica, al
> punto che il revisionismo storico italiano li ripropone come vittime
> anziche' carnefici, patrioti ed eroi, anziche' traditori della patria, per
> fini di politica interna ed estera.
>
> LA LEZIONE DI NORIMBERGA
> Noi non intendiamo tuttavia perseguitare dei vecchi, o comunque ormai
> prossimi all'estinzione materiale di se e dei propri rimorsi, o ad altro
> maggior Giudizio, intendiamo invece affermare tre esigenze per noi sacre
> ed essenziali della giustizia.
> La prima e' la distinzione morale, inequivoca e definitiva tra persecutore
> e vittima.
> La seconda e' che la giustizia per divenire modello di vita si deve
> realizzare soprattutto negli animi e nella memoria delle persone,
> qualunque sia la distanza temporale dai fatti e la possibilita' di punire
> concretamente i colpevoli.
> La terza e' che i delitti contro l'umanita' si prevengono stabilendo che i
> responsabili non avranno mai dalla societa' civile alcuna indulgenza ne'
> amnistia: ne' materiale, poiche' in vita dovranno essere sempre e dovunque
> condannati dalla legge, ne' morale, poiche' anche dopo la morte dovranno
> essere sempre e comunque condannati dalla memoria.
> Questa era la vera lezione di Norimberga; e' a questa lezione che anche
> noi italiani ed il nostro paese dobbiamo finalmente avere l'onesta' ed il
> coraggio di sottometterci senza riserve e l'onore di farlo di nostra
> stessa iniziativa:
> SI CELEBRINO I PROCESSI AI CRIMINALI DI GUERRA ITALIANI IMPUNITI
>
> Trieste, 6 febbraio 2000
>
> Primi firmatari:
> C. Cernigoi, giornalista (Trieste)
> L. Grimaldi, scrittore (Udine)
> A. Kersevan, ricercatrice storica (Udine)
> A. Montella, ricercatore storico (Milano)
> P.G. Parovel, giornalista (Trieste)
> G. Velliscig, operatore culturale (Udine)
> G. Vignali, giornalista di "Ultime Notizie" (Reggio Emilia)
>
> Per contattare il gruppo promotore e per aderire:
> fax: 040-577316
> tel: 0432-236046; 0339-6846871
>
>
>
>
>
> COMITATO PER IL RICONOSCIMENTO E LA CONDANNA
> DEI CRIMINI E DEI CRIMINALI DI GUERRA ITALIANI
>
> Manifesto per la Costituzione del Comitato
>
> PREMESSA
> Poche cose sono cosi' importanti per l'identita' e le scelte di un popolo
> come l'onesta memoria storica di se.
> Onesta e' la memoria che assieme ai meriti della storia nazionale non ne
> nasconde gli errori e le vergogne. Poiche' soltanto la consapevolezza
> consente di non rinnovarli, e di cancellarne per quanto possibile le
> macchie sull'onore del popolo e dello Stato.
> Vi sono grandi paesi che, come la Germania, hanno saputo acquisire questa
> consapevolezza fino in fondo, e comportarsi di conseguenza.
> Vi sono invece altri grandi e piccoli paesi, come il nostro, l'Italia,
> che continuano a nascondere a se stessi le pagine oscene della propria
> storia ed a pretendere, o pensare, che le ignorino pure gli altri.
> Il risultato e' una condizione di immaturita' permanente della nostra
> visione politica e internazionale, che da luogo alla facile confusione
> dei valori fondanti sia della democrazia che della stessa italianita'
> correttamente intesa, ed a politiche estere - anche militari - quantomeno
> avventate.
>
> I CRIMINI DI GUERRA DEL FASCISMO
> Siamo il solo paese dell'Unione Europea che non abbia ancora preso
> seria coscienza critica dei crimini contro l'umanita' commessi nelle
> guerre, annessioni ed occupazioni che hanno segnato dalle sue origini la
> nostra storia di Stato.
> Siamo i soli a nascondere o sminuire ancora persino i delitti, le
> politiche genocide ed i crimini di guerra dell'Italia fascista e
> collaborazionista, compresa la persecuzione atroce inflitta anche in
> Italia agli Ebrei attraverso le leggi razziali e la cooperazione allo
> sterminio nazista.
> I soli a non sottoporre i nostri colpevoli a una Norimberga ed anzi a
> "perdonare" e giustificare loro e quei crimini con ambigue revisioni a
> rovescio.
> I soli a coltivare un mito come quello del "buon italiano", che
> corrisponde certamente all'essere ed al sentire generale della
> popolazione, troppo spesso ignara o indottrinata, o travolta dalle
> vicende politiche, ma che viene usato pero' per coprire i delitti di
> schiere di aguzzini e delinquenti politici, civili e militari, grandi e
> piccoli, che rimangono la vergogna dell'Italia.
> Dall'interno di una storia ufficiale costruita cosi' su una serie
> continua ed a suo modo coerente di rimozioni, non e' peraltro facile
> percepire quanto ci e' stato nascosto. Anche quando si abbia la
> sensazione che pure siano dei vuoti di conoscenza ad impedirci la
> percezione esatta di problemi fondamentali, a far dilagare dalla destra
> alla sinistra politica le propagande del revisionismo storico spacciato
> per revisione serena della storia alimentando la diffusione impunita del
> neo-nazifascismo, dell'antisemitismo e delle intolleranze. E neppure
> quando si abbia la percezione, e spesso la prova, che su tutto cio'
> operano forze ed interessi deteriori attuali e particolarmente pericolosi,
> come quelli che hanno impedito a Trieste la prosecuzione del processo per
> il campo di sterminio nazista della Risiera di San Sabba proprio quando
> avrebbe affrontato , dopo le responsabilita' naziste, quelle dei criminali
> collaboratori italiani.
> O come quelli che hanno rinnovato di fatto il protettorato italiano
> sull'Albania, e tentano di approfittare delle conseguenze della spaventosa
> guerra civile nell'ex-Jugoslavia per avanzarvi non solo interessi
> economici, ma anche, verso la Slovenia e la Croazia, rivendicazioni morali
> e politiche che si fondano proprio sul nascondere gli atroci crimini
> programmati di Stato, che vi furono commessi nel nome di Italia tra il
> 1918 e il 1945, e sull'incolpare le vittime di aver reagito. Od ancora, e
> piu' generalmente, quelli che supportano ormai da anni in tutto il paese
> ed in quasi tutto l'arco politico, la rivalutazione ufficiale del fascismo
> e del collaborazionismo, sino a voler consolidare le loro propagande e
> rimozioni sui libri di scuola e nella cultura istituzionale, riuscendo
> invece ad imporre censure stampa sui crimini di guerra nazionali, sino ad
> impedire da undici anni sia l'edizione italiana del libro dello storico
> Michael Palumbo che la diffusione sulla rete televisiva di stato del
> documentario trattone dalla BBC.
>
> IL REVISIONISMO STORICO MATRICE DEL NEONAZISMO
> In queste nostre condizioni da banco di prova europeo del revanscismo di
> destra, sarebbe persino dubbio, non fosse per il vincolo antifascista
> imposto dalla costituzione nata dalla Resistenza, il titolo del nostro
> paese a schierarsi tra gli stati democratici che insorgono contro la
> svolta di destra nostalgica della piccola Austria. Perche' mentre quel
> focolaio minore e' ormai sotto stretta (e per alcuni aspetti persino
> controproducente nei confronti della parte migliore di quel paese)
> vigilanza internazionale, e' da quello maggiore italiano inspiegabilmente
> sottovalutato e tollerato che il contagio puo' diffondersi nel resto
> d'Europa.
> E' dunque interesse primario d'Italia e d'Europa rifondare la memoria
> storica, e dunque la coscienza, nazionale e democratica italiana,
> attraverso una lettura finalmente corretta, approfondita, e priva di
> censure o omissioni, della nostra storia.
> Noi riteniamo che questo difficile processo debba iniziare riportandone in
> luce i fatti nascosti piu' immediatamente traumatici e simbolici: i
> crimini italiani commessi in tutti i territori invasi e contro tutte le
> popolazioni aggredite dal nazifascismo. Questi sono infatti tra i crimini
> di guerra piu' tenacemente nascosti all'opinione pubblica, eppure i meglio
> documentati sia presso le Nazioni Unite che negli archivi dei paesi
> vittima e nelle testimonianze dei superstiti, mentre molti dei criminali
> di vario grado sono vivi ed in salute e persino in attivita' politica, al
> punto che il revisionismo storico italiano li ripropone come vittime
> anziche' carnefici, patrioti ed eroi, anziche' traditori della patria, per
> fini di politica interna ed estera.
>
> LA LEZIONE DI NORIMBERGA
> Noi non intendiamo tuttavia perseguitare dei vecchi, o comunque ormai
> prossimi all'estinzione materiale di se e dei propri rimorsi, o ad altro
> maggior Giudizio, intendiamo invece affermare tre esigenze per noi sacre
> ed essenziali della giustizia.
> La prima e' la distinzione morale, inequivoca e definitiva tra persecutore
> e vittima.
> La seconda e' che la giustizia per divenire modello di vita si deve
> realizzare soprattutto negli animi e nella memoria delle persone,
> qualunque sia la distanza temporale dai fatti e la possibilita' di punire
> concretamente i colpevoli.
> La terza e' che i delitti contro l'umanita' si prevengono stabilendo che i
> responsabili non avranno mai dalla societa' civile alcuna indulgenza ne'
> amnistia: ne' materiale, poiche' in vita dovranno essere sempre e dovunque
> condannati dalla legge, ne' morale, poiche' anche dopo la morte dovranno
> essere sempre e comunque condannati dalla memoria.
> Questa era la vera lezione di Norimberga; e' a questa lezione che anche
> noi italiani ed il nostro paese dobbiamo finalmente avere l'onesta' ed il
> coraggio di sottometterci senza riserve e l'onore di farlo di nostra
> stessa iniziativa:
> SI CELEBRINO I PROCESSI AI CRIMINALI DI GUERRA ITALIANI IMPUNITI
>
> Trieste, 6 febbraio 2000
>
> Primi firmatari:
> C. Cernigoi, giornalista (Trieste)
> L. Grimaldi, scrittore (Udine)
> A. Kersevan, ricercatrice storica (Udine)
> A. Montella, ricercatore storico (Milano)
> P.G. Parovel, giornalista (Trieste)
> G. Velliscig, operatore culturale (Udine)
> G. Vignali, giornalista di "Ultime Notizie" (Reggio Emilia)
>
> Per contattare il gruppo promotore e per aderire:
> fax: 040-577316
> tel: 0432-236046; 0339-6846871
>
>
>
* Rambouillet, Allegato B, 1999? No, Hitler 1941.
* Obiettivo dell'Europa: I Balcani senza la Serbia (Stratfor).
* Lo scheletro nell'armadio dell'Europa: il razzismo slavofobo
(Emperor's Clothes).
---
RAMBOUILLET 1999? NO, HITLER 1941
...In the case of Yugoslavia, Hitler was prepared to
accept limited adherence to the Axis, for all he required
was the use of the Belgrade-Nis-Salonika railroad.
(Rail connections through Bulgaria were poor.) The Yugoslav
government resisted the overtures...
Encyclopedia Americana, edition 1993,
Volume 29, page 442, entry: World War II.
...Hitler's demands and offers were reported to be
Yugoslavia's adherence to the Axis, the prohibition of all
anti-Axis agitation in Yugoslavia ..., the opening up of
Yugoslavia's railroads for the transport of German war
materials, a guarantee of the inviolability of Yugoslav
territory and finally the promise of territorial expansion
at the expense of Greece...
Encyclopedia Britannica, edition 1943,
Volume 23, page 923, entry: Yugoslavia.
[In March 1941...] Some of the ministers, including [Serb]
Lazar Markovic, resigned in protest against any agreement
with Germany which would definitely bind Yugoslavia to the
Axis and the so-called "NEW WORLD ORDER."
Ibis.
---
OBIETTIVO DELL'EUROPA: I BALCANI SENZA LA SERBIA
Articolo tradotto da
<http://www.stratfor.com/CIS/specialreports/special29.htm>
e distribuito sulla mailing list del Comitato Scienziate/i contro la
guerra.
Obiettivo dell'Europa: I Balcani Senza Serbia
0005 GMT, 000330
Sommario
Dopo anni di dispute sui dettagli, la Romania e la Bulgaria si sono
accordate sulla
Localizzazione di un nuovo ponte da costruire sul Danubio. Ora l'Unione
Europea (EU) può completamente
sviluppare il corridoio IV: un grande progetto di infrastruttura che
collega
l'EU con la Grecia. Questo
sarà il primo collegamento ferroviario e stradale fra la Grecia e
l'Europa
occidentale senza passare attraverso la Serbia, passando invece
dall'Ungheria, la Romania e la Bulgaria. Principalmente, il corridoio IV
fa
parte d'una strategia più ampia dell'EU che punta a tagliare interamente
fuori la Serbia dall'Europa.
Analisi
La Romania e la Bulgaria si sono accordate il 27 marzo u.s. per
costruire un
nuovo ponte attraverso il Danubio, 20 chilometri ad est dalla frontiera
con
la Serbia. Il progetto, parzialmente finanziato dall'EU, è il primo
d'una
serie di progetti regionali di infrastrutture destinate a contribuire a
saldare l'Europa Orientale in uno spazio economico comune. I
finanziatori
internazionali coinvolti attualmente si stanno incontrando a Bruxelles
in
una conferenza regionale per appianare i dettagli del patto di stabilità
dei
Balcani, un'iniziativa sponsorizzata dal' EU per promuovere lo sviluppo
economico nei Balcani stessi. Se le riunioni continueranno come
previsto, i
finanziatori forniranno circa 1,1 miliardi di dollari per una varietà di
progetti, principalmente nello sviluppo di infrastrutture.
Tuttavia, non ci sono programmi per includere la Serbia in questi schemi
di
sviluppo fino a che il presidente jugoslavo Slobodan Milosevic rimarrà
al
potere.
Il ponte in questione collegherà Vidin, Bulgaria a Calafat, Romania. Una
volta completato, sarà uno dei due ponti che collegano la Bulgaria con
la
Romania. Localmente, questo dovrebbe avere un effetto positivo immediato
sul
commercio fra i due paesi.
Regionalmente, il ponte di Vidin-Calafat fa parte del progetto di
infrastruttura del corridoio IV dell'EU.
I progetti del corridoio fanno parte degli sforzi continui dell'EU per
sviluppare un sistema integrato di trasporto nei paesi dell'Europa
Orientale, nonché per stimolare lo sviluppo economico e prepararli per
l'ingresso nell'EU. Il corridoio IV collegherà Europa occidentale e
Grecia
attraverso gli stati che richiedono l'ingresso nell'Unione Europea
(Ungheria, Romania e Bulgaria). Oltre l'obiettivo primario del progetto
(rinforzo dei legami economici fra i membri e i candidati all'ingresso
nel'EU) lo sviluppo di questo corridoio permanente aprirà l'EU
all'immigrazione da questi tre paesi. Ciò contrassegna un'inversione di
tendenza significativa da parte dell'EU; nel passato, infatti, l'EU è
stato
nel migliore dei casi tiepida verso l'ingresso di bulgari e rumeni.
Ma il nuovo ponte ha un'importanza molto più profonda dell'espansione
del
commercio o dell'immigrazione. Prima della guerra del Kosovo, gli unici
collegamenti terrestri fra Europa occidentale ed i Balcani del sud hanno
attraversato la Serbia. I 78 giorni di bombardamenti dell'anno scorso
della
NATO sulla Serbia hanno distrutto tutto, dividendo la Grecia dal resto
del'EU. Il corridoio IV mira a ristabilire i collegamenti di terra con
la
Grecia escludendo la Serbia, e tagliando efficacemente la Serbia da una
rete
crescente di sviluppo di frontiera.
Il corridoio IV non è l' unica infrastruttura dell'EU che punta a
isolare la
Serbia. Il corridoio VIII, una infrastruttura che collega l' Albania,
Bulgaria e Macedonia, lavora nella stessa direzione. Il Regional Funding
Conferece sta prendendo in considerazione altri progetti che incrociano
la
regione. In Serbia si vorrebbero eliminare dal Danubio le macerie dei
ponti
che la NATO ha distrutto. Questo libererebbe il fiume più lungo
dell'Europa
al commercio con 11 paesi europei. Il congresso studierà persino la
possibilità di costituire un fondo per i progetti secondari in Kosovo ed
in
Montenegro - zone ancora formalmente amministrate da Belgrado.
Ma l'EU insiste, finchè Milosevic tiene le redini a Belgrado, la Serbia
non
vedrà un centesimo dei fondi monetari per la ricostruzione. La tenacia
di
Milosevic ha fatto si che la maggior parte dei governi europei
considerassero un fallimento l'integrazione della Serbia " nella
famiglia "
europea per il prossimo futuro.
Mentre questo può essere utile politicamente per i governi impegnati a
limitare e controllare i danni del loro fallimento in Kosovo, tuttavia
porta ad ignorare alcuni fatti di base. La Jugoslavia confina con sette
paesi coinvolti nel patto di stabilità dei Balcani; oltre alla Romania,
la
Iugoslavia ha la popolazione più numerosa fra i paesi dei Balcani, ed
anche
più numerosa di nove dei quindici stati membri del' EU. Tutto il
tentativo "
stabilizzare " i Balcani, senza considerare il paese al nucleo della
regione, è condannato al fallimento. Il programma dell'EU prevede una
penisola balcanica prospera, tollerante e vitale - con un buco nero al
centro. L'EU costruirà le relative strade ed otterrà il relativo nuovo
collegamento verso la Grecia, ma di tutto il parlare d'un futuro
luminoso
nei Balcani resteranno soltanto parole su carta a Bruxelles.
---
www.tenc.net [emperors-clothes]
Europe's Dirty Secret
by Rick Rozoff (3-27-00)
[Note - the following is excerpted from a most thought-provoking email
note that Mr. Rozoff sent to friends on the Internet. ]
I've hesitated to weigh in on this issue for fear that my ethnic
background might leave me open to the suspicion of "special pleading."
But this issue has to be met head on.
To someone outside of Europe or not of European ancestry, all Europeans
must appear homogeneous. Similarly, Europeans and North Americans are
often shocked when they learn of the extensive ethnic and cultural
diversity that obtains in Asia, Africa and the Middle East, as those
areas are presented in the West as stereotyped and monolithic. In fact
Europe is and has always been divided in a number of ways: Language
groups, different branches of Christianity, social class, ethnic
pluralism within nations, with certain groups historically disadvantaged
(Celts, Basques, Romany, etc.), and - perhaps most demonstrably - by
geographic divide. North vs. South and West vs. East are the major
cleavages.
Anti-Slavic prejudice - more properly, racism - is a dirty secret in
European history.
It reached its most monstrous level of refinement with Hitler, who both
'scientifically' codified and savagely implemented this prevailing view
of Slavs as Untermenschen - subhumans. Fifty million human beings lost
their lives in World War Two, the majority of them Slavs. Estimates of
Soviet dead, which include Jews, Roma and other non-Slav minorities, but
which were overwhelmingly Slavic, range as high as thirty million.
Additionally, millions of Serbs, Poles and other Slavs were killed in
battle or along with Jews and others in death camps.
Every action has its rationale and every policy its doctrine. Had
anti-Slavic (and related anti-Eastern - that is, anti-Romanian, Greek,
etc.) bigotry not been allowed to simmer in Europe for centuries, it
wouldn't have been as easy to exterminate tens of millions of Eastern
Europeans as it was for the Third Reich.
A resumption, an hysterical revival, of this racism has been dredged up
since the beginning of the break up of Yugoslavia in 1991. Often the
pronouncements of Western government and media spokespeople are a barely
disguised recycling of Nazi race propaganda from the 1930s and 40s. As
one British journalist put it a few months ago, this campaign of
collective dehumanization (another trick infamously practiced by Hitler,
Rosenberg, Goebbels and company) has led to the word Slav being
synonymous with criminal. Or subhuman. Or inherently (read: racially)
inferior, lazy, dishonest, violent people who deserve all the misery,
disease, bombing and eventual physical elimination NATO and IMF/World
Bank policies have brought on them.
When the life expectancy of a Russian male (one current estimate is 56
years) is lower than that in most 'official' Third World countries; when
Romanians, Bulgarians and others are eating out of garbage cans and
sleeping in sewers; when 1.2 million ethnic Serbs are driven out of
their homes and living destitute in Serbia proper, consituting the
largest mass scale refugee crisis in Europe since World War II and its
aftermath; when all this is occurring and nobody in the West says
ANYTHING about it, except to callously and contemptuously blame the
victims - it's time for all people of good will to oppose the
ethnopsychological (that is, racist) and other propaganda devices use to
perpetrate and excuse this travesty.
T.V. and Alida Weber and 'Stormie' Leporte (who by the way runs a superb
Web site: http://www.abolishnato.com ) have performed an indispensible
service by analyzing and exposing this campaign of racial dehumanization
and persecution.
Lastly, it's not a matter of contrasting one group's tragedy with
another's, but of learning from many experiences to recognize a current
catastrophe. The Roman poet Virgil has a line that says, "Taught by
misfortune, I pity the suffering." United by our horror at past acts of
racial stereotypng and persecution, we can condemn it whenever it
occurs.
One point of information. The D-Day invasion didn't occur until Spring
of 1944. By that time the Soviet Union and numerous Eastern European
partisan groups (Serbian, Greek and others) had been holding off and
driving out the overwhelming bulk of Axis troops for over two and a half
years. They, more than anyone else, saved the world from fascism. They
deserve far more consideration and gratitude than they've ever received
from the Western nations who, with the exception of Britain in Europe,
didn't even put up a decent fight against Hitler.
***
If you find emperors-clothes useful, we can use your help...
(The Soros Foundation does NOT fund Emperors Clothes.)
We rely on volunteers for labor and donations to pay expenses. These
include: Internet fees, Lexis, our research tool and phone bills.
Our articles are read by hundreds of thousands every month. This work
has had proven effects. EVERY donation helps.
Now we have an excellent new expense.
We are proud to have produced the English-language edition of
"JUDGMENT!" This film proves the media used false images to demonize the
Serbs starting in 1992. When we say "proves" we mean it. Eric Garris,
webmaster of www.antiwar.com decided to help distribute the film
because, he commented: "It's much better than you described. It's
political dynamite."
Please order copies of this film for yourself, your friends who may
doubt that pictures can lie, for open-minded newspeople, for politicians
who may have been misled. Show it to churches, unions, business groups,
veterans groups. Show it on every campus.
Remember the pictures we all saw, the emaciated man behind barbed wire
in Bosnian Serb "death camp"? There was no such "death camp" - it was
all fabricated. This film shows exactly how that lying picture was
fabricated. The conclusion is indisputable.
We need donations to produce French, German, Dutch and other language
translations. Please help! More and more people are seeing through the
lies. Let's all chip in! Please buy one or preferably more than one and
if you can, include an extra donation to help spread the word! Every
film you buy is a step toward paying for new translations. Every extra
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To find out more about "JUDGMENT" go to
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To order "JUDG|MENT" go to
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--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
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------------------------------------------------------------
* Obiettivo dell'Europa: I Balcani senza la Serbia (Stratfor).
* Lo scheletro nell'armadio dell'Europa: il razzismo slavofobo
(Emperor's Clothes).
---
RAMBOUILLET 1999? NO, HITLER 1941
...In the case of Yugoslavia, Hitler was prepared to
accept limited adherence to the Axis, for all he required
was the use of the Belgrade-Nis-Salonika railroad.
(Rail connections through Bulgaria were poor.) The Yugoslav
government resisted the overtures...
Encyclopedia Americana, edition 1993,
Volume 29, page 442, entry: World War II.
...Hitler's demands and offers were reported to be
Yugoslavia's adherence to the Axis, the prohibition of all
anti-Axis agitation in Yugoslavia ..., the opening up of
Yugoslavia's railroads for the transport of German war
materials, a guarantee of the inviolability of Yugoslav
territory and finally the promise of territorial expansion
at the expense of Greece...
Encyclopedia Britannica, edition 1943,
Volume 23, page 923, entry: Yugoslavia.
[In March 1941...] Some of the ministers, including [Serb]
Lazar Markovic, resigned in protest against any agreement
with Germany which would definitely bind Yugoslavia to the
Axis and the so-called "NEW WORLD ORDER."
Ibis.
---
OBIETTIVO DELL'EUROPA: I BALCANI SENZA LA SERBIA
Articolo tradotto da
<http://www.stratfor.com/CIS/specialreports/special29.htm>
e distribuito sulla mailing list del Comitato Scienziate/i contro la
guerra.
Obiettivo dell'Europa: I Balcani Senza Serbia
0005 GMT, 000330
Sommario
Dopo anni di dispute sui dettagli, la Romania e la Bulgaria si sono
accordate sulla
Localizzazione di un nuovo ponte da costruire sul Danubio. Ora l'Unione
Europea (EU) può completamente
sviluppare il corridoio IV: un grande progetto di infrastruttura che
collega
l'EU con la Grecia. Questo
sarà il primo collegamento ferroviario e stradale fra la Grecia e
l'Europa
occidentale senza passare attraverso la Serbia, passando invece
dall'Ungheria, la Romania e la Bulgaria. Principalmente, il corridoio IV
fa
parte d'una strategia più ampia dell'EU che punta a tagliare interamente
fuori la Serbia dall'Europa.
Analisi
La Romania e la Bulgaria si sono accordate il 27 marzo u.s. per
costruire un
nuovo ponte attraverso il Danubio, 20 chilometri ad est dalla frontiera
con
la Serbia. Il progetto, parzialmente finanziato dall'EU, è il primo
d'una
serie di progetti regionali di infrastrutture destinate a contribuire a
saldare l'Europa Orientale in uno spazio economico comune. I
finanziatori
internazionali coinvolti attualmente si stanno incontrando a Bruxelles
in
una conferenza regionale per appianare i dettagli del patto di stabilità
dei
Balcani, un'iniziativa sponsorizzata dal' EU per promuovere lo sviluppo
economico nei Balcani stessi. Se le riunioni continueranno come
previsto, i
finanziatori forniranno circa 1,1 miliardi di dollari per una varietà di
progetti, principalmente nello sviluppo di infrastrutture.
Tuttavia, non ci sono programmi per includere la Serbia in questi schemi
di
sviluppo fino a che il presidente jugoslavo Slobodan Milosevic rimarrà
al
potere.
Il ponte in questione collegherà Vidin, Bulgaria a Calafat, Romania. Una
volta completato, sarà uno dei due ponti che collegano la Bulgaria con
la
Romania. Localmente, questo dovrebbe avere un effetto positivo immediato
sul
commercio fra i due paesi.
Regionalmente, il ponte di Vidin-Calafat fa parte del progetto di
infrastruttura del corridoio IV dell'EU.
I progetti del corridoio fanno parte degli sforzi continui dell'EU per
sviluppare un sistema integrato di trasporto nei paesi dell'Europa
Orientale, nonché per stimolare lo sviluppo economico e prepararli per
l'ingresso nell'EU. Il corridoio IV collegherà Europa occidentale e
Grecia
attraverso gli stati che richiedono l'ingresso nell'Unione Europea
(Ungheria, Romania e Bulgaria). Oltre l'obiettivo primario del progetto
(rinforzo dei legami economici fra i membri e i candidati all'ingresso
nel'EU) lo sviluppo di questo corridoio permanente aprirà l'EU
all'immigrazione da questi tre paesi. Ciò contrassegna un'inversione di
tendenza significativa da parte dell'EU; nel passato, infatti, l'EU è
stato
nel migliore dei casi tiepida verso l'ingresso di bulgari e rumeni.
Ma il nuovo ponte ha un'importanza molto più profonda dell'espansione
del
commercio o dell'immigrazione. Prima della guerra del Kosovo, gli unici
collegamenti terrestri fra Europa occidentale ed i Balcani del sud hanno
attraversato la Serbia. I 78 giorni di bombardamenti dell'anno scorso
della
NATO sulla Serbia hanno distrutto tutto, dividendo la Grecia dal resto
del'EU. Il corridoio IV mira a ristabilire i collegamenti di terra con
la
Grecia escludendo la Serbia, e tagliando efficacemente la Serbia da una
rete
crescente di sviluppo di frontiera.
Il corridoio IV non è l' unica infrastruttura dell'EU che punta a
isolare la
Serbia. Il corridoio VIII, una infrastruttura che collega l' Albania,
Bulgaria e Macedonia, lavora nella stessa direzione. Il Regional Funding
Conferece sta prendendo in considerazione altri progetti che incrociano
la
regione. In Serbia si vorrebbero eliminare dal Danubio le macerie dei
ponti
che la NATO ha distrutto. Questo libererebbe il fiume più lungo
dell'Europa
al commercio con 11 paesi europei. Il congresso studierà persino la
possibilità di costituire un fondo per i progetti secondari in Kosovo ed
in
Montenegro - zone ancora formalmente amministrate da Belgrado.
Ma l'EU insiste, finchè Milosevic tiene le redini a Belgrado, la Serbia
non
vedrà un centesimo dei fondi monetari per la ricostruzione. La tenacia
di
Milosevic ha fatto si che la maggior parte dei governi europei
considerassero un fallimento l'integrazione della Serbia " nella
famiglia "
europea per il prossimo futuro.
Mentre questo può essere utile politicamente per i governi impegnati a
limitare e controllare i danni del loro fallimento in Kosovo, tuttavia
porta ad ignorare alcuni fatti di base. La Jugoslavia confina con sette
paesi coinvolti nel patto di stabilità dei Balcani; oltre alla Romania,
la
Iugoslavia ha la popolazione più numerosa fra i paesi dei Balcani, ed
anche
più numerosa di nove dei quindici stati membri del' EU. Tutto il
tentativo "
stabilizzare " i Balcani, senza considerare il paese al nucleo della
regione, è condannato al fallimento. Il programma dell'EU prevede una
penisola balcanica prospera, tollerante e vitale - con un buco nero al
centro. L'EU costruirà le relative strade ed otterrà il relativo nuovo
collegamento verso la Grecia, ma di tutto il parlare d'un futuro
luminoso
nei Balcani resteranno soltanto parole su carta a Bruxelles.
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Europe's Dirty Secret
by Rick Rozoff (3-27-00)
[Note - the following is excerpted from a most thought-provoking email
note that Mr. Rozoff sent to friends on the Internet. ]
I've hesitated to weigh in on this issue for fear that my ethnic
background might leave me open to the suspicion of "special pleading."
But this issue has to be met head on.
To someone outside of Europe or not of European ancestry, all Europeans
must appear homogeneous. Similarly, Europeans and North Americans are
often shocked when they learn of the extensive ethnic and cultural
diversity that obtains in Asia, Africa and the Middle East, as those
areas are presented in the West as stereotyped and monolithic. In fact
Europe is and has always been divided in a number of ways: Language
groups, different branches of Christianity, social class, ethnic
pluralism within nations, with certain groups historically disadvantaged
(Celts, Basques, Romany, etc.), and - perhaps most demonstrably - by
geographic divide. North vs. South and West vs. East are the major
cleavages.
Anti-Slavic prejudice - more properly, racism - is a dirty secret in
European history.
It reached its most monstrous level of refinement with Hitler, who both
'scientifically' codified and savagely implemented this prevailing view
of Slavs as Untermenschen - subhumans. Fifty million human beings lost
their lives in World War Two, the majority of them Slavs. Estimates of
Soviet dead, which include Jews, Roma and other non-Slav minorities, but
which were overwhelmingly Slavic, range as high as thirty million.
Additionally, millions of Serbs, Poles and other Slavs were killed in
battle or along with Jews and others in death camps.
Every action has its rationale and every policy its doctrine. Had
anti-Slavic (and related anti-Eastern - that is, anti-Romanian, Greek,
etc.) bigotry not been allowed to simmer in Europe for centuries, it
wouldn't have been as easy to exterminate tens of millions of Eastern
Europeans as it was for the Third Reich.
A resumption, an hysterical revival, of this racism has been dredged up
since the beginning of the break up of Yugoslavia in 1991. Often the
pronouncements of Western government and media spokespeople are a barely
disguised recycling of Nazi race propaganda from the 1930s and 40s. As
one British journalist put it a few months ago, this campaign of
collective dehumanization (another trick infamously practiced by Hitler,
Rosenberg, Goebbels and company) has led to the word Slav being
synonymous with criminal. Or subhuman. Or inherently (read: racially)
inferior, lazy, dishonest, violent people who deserve all the misery,
disease, bombing and eventual physical elimination NATO and IMF/World
Bank policies have brought on them.
When the life expectancy of a Russian male (one current estimate is 56
years) is lower than that in most 'official' Third World countries; when
Romanians, Bulgarians and others are eating out of garbage cans and
sleeping in sewers; when 1.2 million ethnic Serbs are driven out of
their homes and living destitute in Serbia proper, consituting the
largest mass scale refugee crisis in Europe since World War II and its
aftermath; when all this is occurring and nobody in the West says
ANYTHING about it, except to callously and contemptuously blame the
victims - it's time for all people of good will to oppose the
ethnopsychological (that is, racist) and other propaganda devices use to
perpetrate and excuse this travesty.
T.V. and Alida Weber and 'Stormie' Leporte (who by the way runs a superb
Web site: http://www.abolishnato.com ) have performed an indispensible
service by analyzing and exposing this campaign of racial dehumanization
and persecution.
Lastly, it's not a matter of contrasting one group's tragedy with
another's, but of learning from many experiences to recognize a current
catastrophe. The Roman poet Virgil has a line that says, "Taught by
misfortune, I pity the suffering." United by our horror at past acts of
racial stereotypng and persecution, we can condemn it whenever it
occurs.
One point of information. The D-Day invasion didn't occur until Spring
of 1944. By that time the Soviet Union and numerous Eastern European
partisan groups (Serbian, Greek and others) had been holding off and
driving out the overwhelming bulk of Axis troops for over two and a half
years. They, more than anyone else, saved the world from fascism. They
deserve far more consideration and gratitude than they've ever received
from the Western nations who, with the exception of Britain in Europe,
didn't even put up a decent fight against Hitler.
***
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fabricated. The conclusion is indisputable.
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