... parlarne è importante, specialmente quest'anno 2021 in cui ricorrono importanti anniversari: è l'80.mo della nascita di Milošević (10 agosto), il ventennale del suo rapimento (28 giugno) e della creazione del Comitato Internazionale per la Difesa di Slobodan Milošević (ICDSM), nonché il quindicesimo anniversario della sua uccisione nella galera dell'Aia (11 marzo)...
Nell'anno di Slobodan Milošević
di Andrea Martocchia (segretario dell'associazione Jugocoord)
7 marzo 2021
La questione della vicenda politica e umana di Slobodan Milošević, all'interno del più ampio e non meno controverso tema della tragedia jugoslava, non è facile da sollevare: l'interlocutore medio ne sa poco e tende a replicare trincerandosi dietro a inascoltabili luoghi comuni; altri interlocutori, che si credono più informati dei fatti, chiudono la comunicazione con reazioni idrofobe e dichiarazioni apodittiche.
Eppure parlarne è importante, specialmente quest'anno 2021 in cui ricorrono importanti anniversari: è l'80.mo della nascita di Milošević (10 agosto), il ventennale del suo rapimento (28 giugno) e della creazione del Comitato Internazionale per la Difesa di Slobodan Milošević (ICDSM), nonché il quindicesimo anniversario della sua uccisione nella galera dell'Aia (11 marzo).
Le due principali organizzazioni che hanno "raccolto il testimone" di Milošević – il Comitato Internazionale Slobodan Milošević (CDSM, erede dell'ICDSM) e la Associazione SloboDA di Belgrado – data la eccezionale contingenza pandemica che non consente di organizzare convegni ed altre iniziative in presenza, si accingono a marcare queste ricorrenze con la diffusione di testi, video e monografie e fanno appello agli ex membri e gruppi di sostegno dell'ICDSM in tutto il mondo affinché contribuiscano con i loro materiali e testimonianze.
Lo stesso Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia (Jugocoord, www.cnj.it) non a caso si costituì proprio venti anni fa (Bologna, primo luglio 2001). I soggetti che lo crearono avevano seguito costantemente, negli anni precedenti, le vicende tragiche dello smembramento della Jugoslavia, culminate nella aggressione NATO del 1999, difendendo in prima istanza l'unità di quel grande, moderno e pacifico paese, e poi opponendosi alla montagna di fango riversata dal sistema della disinformazione strategica dei paesi NATO contro la leadership di ciò che di quel paese rimaneva, con particolare accanimento dunque proprio contro Slobodan Milošević ed il suo entourage al preciso scopo di portare a termine la devastazione. "Colpiscono Milošević per colpire la Jugoslavia, e non viceversa", disse giustamente l'allora presidente jugoslavo.
Dopo la sua costituzione, Jugocoord continuò la controinformazione rilanciando in internet tutti gli annunci e i materiali dell'ICDSM, denunciando lo scandalo del "processo" politico inscenato all'Aia contro quella figura, che era la più rappresentativa tanto dell'eredità jugoslavista quanto degli interessi del popolo serbo: due aspetti strettamente correlati e nient'affatto contraddittori, come invece li proclamano quelli che hanno in odio tanto la prima quanto i secondi.
Proprio quest'anno Jugocoord porta a termine un'opera impegnativa, che in qualche modo rappresenta una sintesi delle attività finora svolte in Italia su questi temi nonché un compendio delle informazioni essenziali per chi abbia veramente voglia di capire e sapere. Si tratta della pubblicazione della seconda edizione italiana di In difesa della Jugoslavia, unico testo che nel panorama editoriale nostrano sia mai stato dedicato a documentare la figura di Slobodan Milošević.
Questa seconda edizione appare con lo stesso editore (Zambon) a ben 15 anni di distanza dalla prima, e deve perciò necessariamente dare conto degli ulteriori gravi fatti accaduti nel frattempo, a partire dalla liquidazione fisica dello stesso Milošević nella galera dell’Aja. Inoltre, nel volume trovano spazio gran parte dei nuovi contributi e materiali pubblicati nelle edizioni tedesche, che contano oramai al numero di ben cinque, e in altri saggi e pubblicazioni successive, come il libro Anatomia di un assassinio giudiziario scritto nel 2017 da Vukašin Andrić, uno dei medici di fiducia di Milošević. Pertanto, questa seconda edizione differisce profondamente dalla precedente, che era stata concepita quasi come un instant book da far circolare nel momento clou del “processo” a Milošević soprattutto per presentare al pubblico italiano la lunga e dettagliata Dichiarazione di apertura del “dibattimento di difesa”, letta dall’”imputato” tra il 31 agosto ed il 2 settembre 2004 dinanzi al Tribunale Internazionale per i Crimini commessi nella ex-Jugoslavia (ICTY).
D’altronde, che la nuova edizione sia molto diversa dalla prima sarà subito evidente al lettore dalla mole del volume, ben più corposo di quello del 2006. Il lettore stesso potrà verificare quanti materiali siano stati acclusi, spesso frutto di laboriose traduzioni in lingua italiana, e quante informazioni aggiuntive sono rese disponibili a chi voglia cimentarsi in uno studio non superficiale della drammatica crisi jugoslava di fine Novecento. Infatti, benché lo spunto per quest’opera sia dato dalla vicenda para-giudiziaria di Slobodan Milošević, necessariamente lo sguardo si allunga sul dramma jugoslavo nella sua interezza: un complesso di problematiche molto più ampio, del quale però Milošević e il “Tribunale ad hoc” rappresentano i principali snodi narrativi e, sostanzialmente, la sintesi.
I temi trattati nel libro non hanno assolutamente perso di rilevanza. L’area balcanica rimane fortemente instabile, a seguito delle spericolate, irresponsabili operazioni di ingegneria etnico-istituzionale promosse da Occidente, ed il "Tribunale ad hoc" ha chiuso i battenti solo formalmente, in realtà "passando le carte" a una nuova istituzione ad hoc – il cosiddetto Meccanismo delle Nazioni Unite per i Tribunali Internazionali (IRMCT) – che prosegue imperterrito con una scrittura della recente storia di quelle terre ad uso e consumo delle stesse potenze occidentali. Il Meccanismo è una istituzione-fotocopia del "Tribunale ad hoc", con lo stesso staff (a partire dal primo presidente, Theodor Meron) e la stessa sede all’Aja; inoltre, il Meccanismo si sta occupando anche dell'eredità propagandistica del "Tribunale ad hoc", soprattutto attraverso la creazione di Centri d'informazione sull'ICTY in cui la enorme, contraddittoria e dispersiva mole di documentazione prodotta in 25 anni viene accortamente selezionata e resa fruibile per orientare studiosi, studenti, giornalisti e politici. Uno di tali Centri è stato aperto ad esempio nel municipio di Sarajevo, ed allestimenti temporanei sono stati creati anche a Pola (Istria) e a Vienna; se ne vogliono aprire in ogni repubblica jugoslava. Ciò dimostra che il tema del "Tribunale ad hoc" rimane attuale ed è anzi imprescindibile per chi vuole dedicarsi alla interpretazione della crisi jugoslava contemporanea.
La realizzazione di questa seconda edizione è stata difficile e si è protratta a lungo per vari ordini di motivi: difficoltà tecniche intrinseche e sopraggiunte, morte di personaggi-chiave della campagna per Milošević, quali la vedova Mirjana Marković, l’ex presidente montenegrino e premier jugoslavo Momir Bulatović, e – per l'Italia – il professor Aldo Bernardini, ordinario di Diritto Internazionale, e la partigiana Miriam Pellegrini Ferri, già rappresentanti di spicco dell'ICDSM in Italia. Altri eventi inaspettati occorsi durante la stesura, come l’assegnazione del Premio Nobel a Peter Handke – grande drammaturgo ma anche figura di riferimento nella campagna di solidarietà per Slobodan Milošević – hanno indotto ad aggiungere materiali o intere sezioni. Alleghiamo a questo testo l'Indice del volume, allo scopo di fornire un quadro più preciso agli interessati.
La prima edizione era stata curata dalla Sezione Italiana dell'ICDSM, presieduta da Miriam Pellegrini, già partigiana, recentemente scomparsa. Con il compagno di vita e di lotta Spartaco Ferri, Miriam redigeva per l’occasione una breve, indignata Introduzione; altre introduzioni venivano redatte dal noto giurista Giuseppe Mattina e dal celebre filosofo Domenico Losurdo. Oggi sono scomparsi tutti e quattro: non possiamo non rendere loro omaggio anche in questa sede. I loro scritti dell’epoca conservano intatta la loro validità ed anzi dimostrano eccezionale lungimiranza. Ad esempio, le durissime parole di Losurdo, con cui paragonava il "Tribunale ad hoc" dell’Aja alle corti-fantoccio del Ku Klux Klan, sono state premonitrici della eliminazione fisica dell'imputato da parte dello stesso "Tribunale", occorsa solo pochi mesi dopo la pubblicazione della prima edizione. Altrettanto profetiche in tal senso appaiono al lettore di oggi le frasi scritte da Klaus Hartmann, presidente dell’ICDSM, solo poche settimane prima dell’omicidio, nella prefazione alla edizione tedesca:
La situazione per gli attori dell’Aja è diventata talmente scomoda che evidentemente cercano vie d’uscita, per le quali pare avere un ruolo anche qualche variante della formula del “processo abbreviato”. L’annoso, conclamato spregio nei confronti delle certificazioni e dei consigli medici relativi alla malattia cardiaca e circolatoria di cui soffre Milošević, il diniego di trattamento e controllo sanitario adeguati, nonché l’esercizio di una costante pressione in termini di riduzione dei tempi ed aumento dello stress, parlano da soli.
Dopo l’uccisione di Milošević si pose la questione di una ridefinizione dei compiti del Comitato Internazionale. In Italia, il materiale documentario essenziale ha continuato ad essere raccolto e divulgato da Jugocoord ed è questo il motivo per cui la seconda edizione è curata da tale associazione attraverso il suo segretario Andrea Martocchia e la Commissione dedicata alle questioni del “Tribunale ad hoc”.
Jugocoord sta promuovendo anche altre iniziative su questi temi: a tale scopo dal 2017 è stato attivato un partenariato con la Associazione SloboDA. Nel 2018 è stata bandita la prima edizione del concorso internazionale "Giuseppe Torre" per saggi critici sul "Tribunale ad hoc" dell’Aja, nell’ambito della quale sono stati premiati Stephen Karganović e Jovan Milojevich. Una seconda edizione si è appena conclusa ed i suoi vincitori verranno annunciati il 30 aprile 2021 sul sito www.cnj.it . L’associazione ha stanziato fondi per sostenere la pubblicazione dei testi più rilevanti su queste materie, ed ha acquisito i diritti per la proiezione in Italia dell'importante documentario De Zaak Milošević (Il caso Milošević) di Jos de Putter (regista) e Germinal Civikov (VPRO, Olanda 2003), procedendo alla sua sottotitolazione integrale.
Il Concorso "Torre" e le altre nostre iniziative recentemente avviate sul tema del "Tribunale ad hoc" dell’Aja non sono solo frutto della nostra convinta volontà di fare chiarezza su usi e abusi del Diritto Internazionale: esse sono anche il preciso compito affidatoci dal nostro sostenitore Giuseppe Torre, deceduto nel 2014, che a tale scopo ci volle beneficiare di un lascito. Nel suo Testamento, risalente al 2007, infatti si legge:
Al Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia chiedo di utilizzare questa somma per difendere i Serbi accusati presso il Tribunale Speciale dell’Aja e per far conoscere all’opinione pubblica cos’è veramente quest’istituzione: un insulto al diritto, alla giustizia e al senso d’umanità, creato dai vincitori come corollario e parte integrante delle loro guerre.
Ancor più precisamente Torre espresse le sue idee in merito al "Tribunale ad hoc" in un suo articolo del 2006, dove scrisse:
Un risvolto delle guerre umanitarie è l'uso della giustizia, piegata dai vincitori a strumento delle loro nuove strategie. […] Cosi è stato creato il tribunale speciale dell’Aja, per i crimini nell'ex Jugoslavia, un vero strumento di guerra che fa tabula rasa sia del diritto internazionale, sia dei principi basilari degli ordinamenti giuridici europei. Recentemente ci ha restituito, anziché una sentenza, la salma di Slobodan Milošević. Il processo del secolo, che doveva rendere inconfutabili le sue responsabilità, presto è stato fatto sparire e infine si è fatto sparire l'imputato.
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IN DIFESA DELLA JUGOSLAVIA
La tragica vicenda di Slobodan Milošević da capro espiatorio ad accusatore per la distruzione del suo paese
II edizione italiana, rivista ed ampliata a cura di Jugocoord Onlus
Frankfurt: Zambon Editore, 2021
Indice
1. Introduzioni
1.1. Premessa e Ringraziamenti
1.2. Domenico Losurdo: Introduzione alla prima edizione italiana
1.3. Klaus Hartmann: Introduzione alla edizione tedesca
1.4. Andrea Martocchia: Processo Milošević: un “processo alle intenzioni”
2. Il j’accuse di fronte al “Tribunale ad hoc”
Dichiarazione di Slobodan Milošević in apertura del “processo di difesa”, L’Aia 31 agosto – 2 settembre 2004
3. La battaglia per il diritto alla salute e il diritto all’autodifesa
3.1. Lettera di esperti di diritto internazionale al Segretario Generale dell'ONU (29 luglio 2004)
3.2. Tiphaine Dickson: Peggio della Camera Stellata. All’Aia si impedisce la difesa di Milošević (20 febbraio 2005)
3.3. Aldo Bernardini: Il diritto internazionale capovolto: la crisi jugoslava e il caso del Presidente Milošević (26 febbraio 2005)
3.4. ICDSM e Sloboda: Milošević deve essere liberato! (novembre 2005)
3.5. Aldo Bernardini: Lettera a Fausto Pocar, Presidente dell’ICTY (6 marzo 2006)
3.6. Lettera dei membri dell’ICDSM al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e al Presidente della Corte d’Appello dell’ICTY (10 marzo 2006)
3.7. Stralci dall’intervista rilasciata da Mirjana “Mira” Marković al quotidiano Novosti (14 marzo 2006)
4. L’assassinio nel carcere dell’Aia
4.1. Le rivelazioni Wikileaks
4.2. Il "Tribunale ad hoc" dell'Aia rigetta la richiesta di Milošević di essere curato in una clinica di sua fiducia (23 febbraio 2006)
4.3. L’ultima lettera di Slobodan Milošević (8 marzo 2006)
4.4. Andrea Martocchia: “In carcere si muore solo per assassinio”
4.5. J. Vergès e P. Barriot: Lettera Aperta a Carla del Ponte (aprile 2006)
4.6. Marko Milošević: Lettera Aperta (17 luglio 2006)
4.7. C. Black e A. Mezyaev: La morte del Presidente Slobodan Milošević nelle prigioni della NATO rimane una questione centrale nella giustizia internazionale (14 marzo 2013)
5. Peter Handke, la Jugoslavia e il “caso Milošević”
5.1. Martin Lettmayer: Intervista a Peter Handke (gennaio 1997)
5.2. Italo Slavo: Le risorgive carsiche di Peter Handke (10 luglio 2005)
5.3. Peter Handke: Orazione sulla tomba di Milošević (18 marzo 2006)
5.4. Altre note su Handke, questione jugoslava e Premio Nobel 2019
6. Altre testimonianze e commenti
6.1. Italo Slavo: Slobo poeta (gennaio 2002)
6.2. Klaus Hartmann: La “giustizia” dei Nazisti e quella della NATO (8 novembre 2003)
6.3. Michel Parenti: La demonizzazione di Slobodan Milošević (febbraio 2004)
6.4. Aldo Bernardini: Lettera alla Fondazione Lelio Basso (8 luglio 2004)
6.5. Ramsey Clark: Lettera al Segretario Generale ONU Kofi Annan (12 febbraio 2004)
6.6. Giuseppe Mattina: Sulle illegalità del processo a Slobodan Milošević (2005)
6.7. Miriam Pellegrini e Spartaco Ferri: Lettera al Presidente Milošević (2005)
6.8. Ralph Hartmann: Discorso pronunciato a Berlino (15 marzo 2006)
6.9. L’ultima lettera della moglie, Mira Marković (18 marzo 2006)
6.10. Aldo Bernardini: Vigliacchi, gran vigliacchi (5 aprile 2006)
6.11. Zivadin Jovanović: In occasione del 14.mo anniversario della morte (11 marzo 2020)
7. Altri testi e discorsi di Slobodan Milošević
7.1. Discorso a Campo dei Merli (28 giugno 1989)
7.2. Intervista a Ron Hatchett di C-Span TV (19 aprile 1999)
7.3. Scambio epistolare con Fidel Castro (1999) e la posizione del leader cubano sulla questione jugoslava
7.4. Slobodan Milošević si rivolge alla nazione (2 ottobre 2000)
7.5. Ultima intervista prima dell’arresto (Fulvio Grimaldi, marzo 2001)
7.6. Visita in carcere a Slobodan Milošević (Aldo Bernardini, agosto 2001)
7.7. Lettera all’opinione pubblica (agosto 2003)
7.8. Cordoglio per la morte di Yasser Arafat (11 novembre 2004)
8. La morte di Milošević e il sistema di propaganda dei media (E.S. Herman e D. Peterson)
9. Diritto e… rovescio internazionale nel caso jugoslavo (A. Martocchia)
10. Apparati
10.1. Legenda (nomenclatura, acronimi, abbreviazioni) e Ausilio per la lettura dell’Autodifesa
10.2. Cronologia
10.3. Bibliografia ed altre fonti