Torre Award Winners 2018

La prima edizione del concorso "Giuseppe Torre" per saggi critici sul "Tribunale ad hoc" dell'Aia si è chiusa con un incontro  assieme ai premiati, sabato 1 dicembre 2018 presso la "Galleria Milano"


[DIE DEUTSCHE FASSUNG DIESER SEITE]


L'iniziativa, pubblica ma ad accesso ristretto data la capienza e la natura dell'evento, ha visto la partecipazione di una ventina di persone, oltre agli stessi premiati e ai relatori previsti dal programma, ed è stata coronata da un piacevole momento conviviale attorno al buffet. In questa pagina riportiamo due testi "ufficiali" ed una selezione di fotografie (autrice: Ivana).

Jury member Jeannie Toschi Marazzani Visconti
Jeannie Toschi Marazzani Visconti, membro della Giuria
Stephen Karganovic  Jovan Milojevich
I vincitori: Stephen Karganovic e Jovan Milojevich

 

ANDREA MARTOCCHIA: INTRODUZIONE

L'incontro di oggi è il primo appuntamento pubblico nel ciclo di iniziative che la nostra associazione, Coordinamento per la Jugoslavia, ha avviato sul tema del "Tribunale ad hoc" dell'Aia istituito per i crimini commessi sul territorio della ex-Jugoslavia (ICTY).

Abbiamo indetto questo Concorso proprio mentre il "Tribunale ad hoc" chiudeva formalmente i battenti e "passava le carte" a una nuova istituzione "ad hoc" – il cosiddetto Meccanismo delle Nazioni Unite per i Tribunali Internazionali – che va avanti con una scrittura della recente storia balcanica ad uso e consumo delle potenze occidentali. Che si sarebbe proseguito in tal senso era evidente poiché il "Meccanismo" è una istituzione-fotocopia del "Tribunale ad hoc", con lo stesso staff (a partire dal presidente Meron) e la stessa sede all'Aia. Inoltre, il "Meccanismo" si sta occupando anche dell'eredità propagandistica del "Tribunale ad hoc", soprattutto attraverso la creazione di "Centri d'informazione sull'ICTY" in cui la enorme mole di documentazione prodotta in 25 anni viene opportunamente selezionata, o distillata, e messa a disposizione per orientare studenti, studiosi, giornalisti e politici. Uno di tali Centri è stato aperto ad esempio nel municipio di Sarajevo, ma ho sentito di allestimenti, non so se temporanei, anche a Pola (Istria) e a Vienna; sicuramente ne vogliono aprire in ogni repubblica jugoslava.

Perciò il tema del "Tribunale ad hoc" rimane attuale ed è anzi imprescindibile per chi vuole dedicarsi alla interpretazione della crisi jugoslava contemporanea. D'altronde, questo Concorso e le nostre altre iniziative sul tema non sono solamente il frutto della nostra volontà di fare chiarezza su usi e abusi del Diritto Internazionale. Esse sono anche un preciso compito affidatoci dal nostro sostenitore Giuseppe Torre, deceduto nel 2014, che a tale scopo ci ha voluto assegnare una parte della sua eredità. Nel suo Testamento, risalente al 2007, infatti si legge:

Al Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia chiedo di utilizzare questa somma per difendere i Serbi accusati presso il Tribunale Speciale dell’Aia e per far conoscere all’opinione pubblica cos’è veramente quest’istituzione: un insulto al diritto, alla giustizia e al senso d’umanità, creato dai vincitori come corollario e parte integrante delle loro guerre.

Ancor più precisamente Torre espresse le sue idee in merito al "Tribunale ad hoc" in un suo articolo del 2006, dove scrisse:

Un risvolto delle guerre umanitarie è l'uso della giustizia, piegata dai vincitori a strumento delle loro nuove strategie. (...) Cosi è stato creato il tribunale speciale dell'Aia, per i crimini nell'ex Iugoslavia, un vero strumento di guerra che fa tabula rasa sia del diritto internazionale, sia dei principi basilari degli ordinamenti giuridici europei. Recentemente ci ha restituito, anziché una sentenza, la salma di Slobodan Milosevic. Il processo del secolo, che doveva rendere inconfutabili le sue responsabilità, presto è stato fatto sparire e infine si è fatto sparire l'imputato.

In merito al processo Milosevic potrete vedere più tardi alcuni stralci da un documentario del 2003 del regista olandese De Putter, ed avremo quindi probabilmente occasione di riparlarne, anche in sede di dibattito.

 

Qui voglio invece notare che l'istituzione del "Tribunale ad hoc" ed il suo modo di operare sono stati l'esempio più eclatante, ma non certamente l'unico, di strumentalizzazione, distorsione, demolizione del Diritto Internazionale come codificato a seguito della vittoria sul nazifascismo, nel contesto della guerra per la distruzione della Jugoslavia che su questo – come su tanti altri aspetti – ha rappresentato un modello delle modalità di aggressione contro Stati sovrani adottate dopo la fine della Guerra Fredda.

Tra gli altri esempi di attacco al Diritto Internazionale ricordo in particolare i riconoscimenti unilaterali di "Stati" al di fuori dal quadro ONU; addirittura, è stata data facoltà a paesi della Unione Europea di riconoscere la "indipendenza" della "Repubblica del Kosovo" benché su questo nell'Unione stessa non ci fosse unanimità, tant'è che ancora oggi almeno 5 paesi membri non la riconoscono.

Comunque, a ben vedere, nessuna giustizia formale su fatti specifici, connessi al disastro jugoslavo, è possibile se non si procede preliminarmente a processare i più alti responsabili dei crimini che sono all'origine di questa tragedia, cioè dei crimini commessi contro la pace. Come codificato all'interno dello Statuto del cosiddetto Tribunale di Norimberga, commette "Crimes against peace" anche chi fomenta un conflitto civile (civil strife) in un altro Stato, e chi ingerisce nei suoi affari interni.

Di questo e di molto altro parleranno sicuramente i nostri ospiti oggi, a partire dai due vincitori della prima tornata del Premio che abbiamo intitolato a Giuseppe Torre, e cioè Stephen Karganovic e Jovan Milojevich. Successivamente diranno la loro i quattro relatori invitati: gen. Giorgio Blais, avv. Tiphaine Dickson, dott. Massimo Nava, dott. Slobodan Lazarevic. Prima di tutti però prenderà la parola la nostra amica Jean Toschi Marazzani Visconti in quanto rappresentante della giuria che ha scelto i vincitori.

 

Giorgio BlaisGiorgio Blais

 

Purtroppo il tempo a disposizione stamattina è poco: chiediamo scusa, d'altronde questo appuntamento va considerato solo come il primo momento pubblico nel ciclo di iniziative che abbiamo avviato sul "Tribunale ad hoc", deve servire per conoscersi e per mettere a fuoco i temi.

Per chiudere voglio ringraziare di cuore in primis proprio Jeannie, per il grande impegno che ha profuso per gestire tutto il Concorso e la giornata di oggi; ringrazio poi la titolare della Galleria Milano, Carla Pellegrini, che ha accettato di ospitarci generosamente in questa location bellissima, e Toni Merola per l'aiuto materiale; ringrazio inoltre Antonio Torre, figlio di Giuseppe Torre, venuto da Genova per partecipare con noi a questo che è anche un tributo a suo padre Giuseppe.

(A. Martocchia è segretario del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia Onlus)

 

Massimo Nava  Massimo Nava speaking

Massimo Nava (sopra) e Tiphaine Dickson (sotto) con Andrea Martocchia

Tiphaine Dickson speaking  Tiphaine Dickson


ALDO BERNARDINI: MESSAGGIO DI SALUTO

Un saluto a tutti i presenti, in particolare ai partecipanti al concorso. I lavori presentati da questi costituiscono un forte contributo per un'analisi indipendente, fuori dagli schemi del pensiero unico dominante, del fondamento giuridico e del funzionamento concreto del Tribunale dell'Aia sulla ex-Jugoslavia. Ne scaturiscono spunti di riflessione sul neppur troppo occulto carattere di strumentalità di tale organo nei riguardi della programmata distruzione di uno Stato sovrano quale la Jugoslavia. Mi auguro che questa opera di ricerca trovi continuazione.

(A. Bernardini è membro della Giuria del concorso "Torre" e del Comitato Scientifico-Artistico di Jugocoord Onlus)

 

Slobodan Lazarević speaking
Slobodan Lazarević
Buffet
Buffet

 

Il programma della giornata

La decisione della Giuria

Il bando di concorso