[hrvatskosrpski / italiano] Intervento di Davor Rakić – responsabile dei Mladi Socijalisti, organizzazione giovanile del Partito Socialista dei Lavoratori della Croazia (SRP) – sul tema del revisionismo storico in Croazia
Dalla conferenza-dibattito:
OPERAZIONE FOIBE.
A che punto siamo con la diffamazione della Resistenza e la deriva revisionista-rovescista in Italia e in Europa?
Bologna, giovedì 6 febbraio 2020
presso la sala "Benjamin" del Centro sociale della Pace, Via del Pratello 53
Il revisionismo storico nella Croazia contemporanea
Intervento di Davor Rakić, presidente dei Giovani Socialisti di Croazia
Care compagne e cari compagni
vi ringrazio di avermi invitato questa sera per parlare del revisionismo storico in Croazia, un fenomeno contro cui il mio partito il Partito Socialista Operaio ed io stesso combattiamo da decenni.
Durante il periodo della Jugoslavia socialista il revisoinismo storico nazionalista era inpensabile. Per uno stato federale socialista che legittimava la sua esistenza in base ad una vittoria militare rivoluzionaria contro i regimi fascisti, che furono anche il risultato di un nazionalismo estremo, tale prospettiva storiografica non sorprende. Nelle file controrivoluzionare crescevano miti e storie tramandate in segreto tra generazioni di coloro i cui familiari erano in qualche modo coinvolti nell'attività dello stato fantoccio fascista chiamato Stato Indipendente Croato, Nezavisna Država Hrvatska (NDH), soprattutto tra coloro che sono riusciti a sfuggire alla giustizia popolare. Tuttavia, la loro versione degli eventi non è scomparsa e in realtà è esplosa con l'inizio della dissoluzione della Jugoslavia socialista. In quel momento la relativizzazione storica, il revisionismo e, in alcuni casi, la negazione aperta della natura e dei crimini commessi dall'NDH hanno acquisito un terreno importante, diventando persino parte del discorso politico borghese.
Sulla storia della NDH sono stati scritti centinaia di libri e ricerche, e sebbene la grande maggioranza degli studiosi abbia concluso che l'NDH fu uno stato fantoccio criminale e uno dei più importanti alleati dell'Asse, questo dato non viene accettato da tutti gli storici.
L'NDH è stata fondata ufficialmente il 10 aprile 1941. Lo stato era guidato da Ante Pavelić, un avvocato nato in Bosnia. Pavelić guidò il movimento Ustaša (lett. "gli insorti"), basato su idee nazionalistiche e xenofobe estreme. A causa della sua attività politica, fu tenuto sotto stretto controllo dalle autorità del regno di Jugoslavia e dovette lasciare il Regno nel 1929 dopo la dichiarazione della dittatura del 6 gennaio. In esilio, trascorse la maggior parte del suo tempo in Italia, complottando contro il regime di Belgrado e organizzando costantemente il suo gruppo Ustaša. Dopo la capitolazione del Regno di Jugoslavia nel 1941, Pavelić si rivelò la migliore opzione sia per l'Italia che per la Germania per diventare il leader di un nuovo stato su una parte del territorio dell'ex regno: nacque cosi l'NDH. L' NDH era così leale e rigorosa nell'applicare le leggi razziali che persino alcuni membri della Wehrmacht furono scioccati dalla sua crudelta. Un numero enorme di campi di concentramento furono costruiti sul territorio dell'NDH e di conseguenza portarono alla morte decine di migliaia di persone, principalmente serbi, rom, ebrei ed antifascisti. Il più terribile di questi campi era Jasenovac, in cui secondo le stime più aggiornate piu di 80.000 uomini, donne e bambini persero la vita. Le atrocità e le storie di coloro che sono sopravvissuti sono raccapriccianti ed orribili. Nonostante gli stermini di massa ed il regime fascista istituito, l'NDH ebbe all’inizio sostegno da parte della popolazione croata, che percepì Pavelić e il suo stato come la liberazione dall'autocrazia soffocante serba che durò dal 1919 al 1941. La Chiesa cattolica, come probabilmente l'istituzione più importante del periodo, ebbe un rapporto molto stretto con l'NDH, sostenendo apertamente la fondazione di uno stato croato "indipendente". Essa capeggiata dall'arcivescovo di Zagabria, Alojzje Stepinac, non è mai stata esplicita nel condannare i crimini perpetrati sul territorio dell'NDH, ed ha lasciato una grave macchia sul suo ruolo in quegli anni. In effetti, sarà Stepinac, come simbolo della Chiesa cattolica, a portare la maggior parte della colpa per il modo in cui il clero ha affrontato gli omicidi e le deportazioni di decine di migliaia di persone, non dicendo niente fino a quando la popolazione colpita dalla brutalità di Ustaša era ortodossa (serba) o di altre origini religiose (ebrei).
Durante la sua esistenza, l'NDH era quasi costantemente in guerra contro i partigiani di cui molti erano croati comunisti ed in generale antifascisti. Dopo la capitolazione della Germania, molti fascisti cercarono disperatamente di raggiungere il confine austriaco-sloveno per arrendersi agli alleati, evitando di conseguenza di cadere nelle mani dell'esercito popolare jugoslavo. Tuttavia, le truppe britanniche si rifiutarono di accettarli. Ciò è attualmente noto in Croazia come “Križni put” (Via Crucis). Con l'amnistia proclamata da Tito il 3 agosto 1945, il conflitto termino, ma le conseguenze di quattro anni di terribili sofferenze e guerre civili sopravvivranno per molti altri decenni.
Nel 1989, appena due anni prima della secessione, Franjo Tuđman, pubblicò un libro intitolato "Bespućima povijesne zbiljnosti" (lett. "Il deserto della realtà storica"), un libro che è considerato il punto di partenza del revisionismo storico croato. Il futuro presidente della Croazia si era concentrato su due temi principali nel suo libro: il ruolo della religione nella violenza di massa e la decostruzione di un mito serbo dell'epoca sulle tendenze genocide del popolo croato. Secondo Tuđman, la violenza genocida tra gruppi etnicamente diversi porta indubbiamente sofferenza a un gran numero di persone, ma finisce anche con un'omogeneizzazione di un gruppo etnico, che può ridurre la possibilità di futuri conflitti. Ad ogni modo, uno dei motivi per cui il libro di Tuđman è considerato l'inizio del revisionismo è il modo in cui scrive sul campo di sterminio di Jasenovac, dove ad esempio gli ebrei sono ritratti come "privilegiati" nel modo in cui furono trattati in confronto ai serbi e ad altri prigionieri. Inoltre Tuđman ha ridotto il numero di persone massacrate a Jasenovac dalle stime serbe di 700.000 a soli 30-40.000 morti. Inoltre, Tuđman diminuisce il ruolo degli Ustaša nei crimini, attribuendo una parte della colpa alle loro vittime.
Il libro di Tuđman era solo l'inizio di un processo con chiare tendenze revisioniste che si stavano verificando all'inizio della guerra civile croata. La vera escalation iniziò durante il conflitto, quando si formarono bande armate in particolare quella chiamata Hrvatske obrambene snage (HOS). Il nome era lo stesso usato dall'esercito Ustaša alla fine della seconda guerra mondiale, mentre lo stemma era caratterizzato dal saluto ufficiale NDH "Za Dom Spremni" e dallo scudo con il primo campo nella parte superiore sinistra colorato in bianco, proprio come quello usato nello stato di Pavelić. Il gruppo è stato formato nell'odierna Bosnia ed Erzegovina, dal partito politico Hrvatska stranka prava (HSP – Partito Croato dei Diritti), i cui leader erano apertamente neonazisti e rifiutavano di accettare la natura criminale dell'NDH. I membri dell'HSP volevano che il 10 aprile, data di costituzione dell'NDH, fosse festa nazionale. Per l'HSP, essere comunista equivaleva a essere serbo, mentre cantare canzoni di Ustaša significava essere croato. Inutile dire che per loro Jasenovac e gli altri campi dell'NDH erano solo strutture per il lavoro forzato, dove quasi nessun crimine è mai stato commesso. Tuttavia, questo è stato il periodo in cui la retorica politica completa è cambiata. Ora, anche Tuđman, che nella sua giovinezza era un combattente partigiano strettamente legato a Tito, che ammirava e rispettava apertamente, cambiò il suo modo di considerare l'NDH. In effetti, ora per lui lo stato fantoccio fascista non era più solo una costruzione politica criminale, ma anche il risultato di una lunga aspirazione del popolo croato per la sua indipendenza. Fece scandalo quando Tuđman propose la creazione a Jasenovac di un complesso commemorativo per le vittime del governo socialista e per le vittime della guerra civile. Un ovvio tentativo di relativizzare le azioni del NDH mettendole sullo stesso piano della Jugoslavia socialista. Inoltre, la nascita del nuovo stato croato ha portato alla devastazione di circa 3000 monumenti dedicati alla guerra di liberazione popolare, circa il 14% di tutti i libri delle biblioteche pubbliche furono distrutti e l’ 80% di tutti i nomi delle vie e istituzioni furono cambiati, un ovvio tentativo di distanziare il nuovo stato dal periodo socialista, considerato una dittatura serba.
Oltre al ritorno simbolico e retorico dell'NDH durante la guerra civile, dal primo governo sono state prese alcune misure molto concrete fin dai primi giorni. Ad esempio, il nuovo parlamento prese il nome di "Hrvatski državni sabor" (parlamento statale croato), come all’epoca di Pavelić, mentre la valuta ufficiale fu chiamata "Kuna", anche esso il nome esatto come quello usato da l’ NDH. Durante tutta la guerra civile, i simboli dell’ NDH hanno dominato il discorso politico e sono stati utilizzati nel tentativo di demonizzare i serbi e omogeneizzare i croati. Tuđman ha avuto una posizione molto tendenziosa nei confronti di questo problema, a volte condannando l'NDH e Pavelić, pur avendo contemporaneamente opinioni discutibili su Jasenovac o le forze dell' HOS. Per quanto riguarda la popolazione in generale, la relativizzazione dell'NDH fu sicuramente una forza di omogeneizzazione, specialmente in quei territori che furono colpiti direttamente dalla guerra e non avevano mai superato i traumi della Seconda Guerra Mondiale. La retorica è cambiata nella seconda parte degli anni '90 in quanto non era necessario esaltare più il passato croato, mentre la pressione dei paesi occidentali è diventata piu pesante. Dopo la morte di Tuđman nel 1999 inizio un nuovo periodo nella politica croata.
Nel 2000, dopo la sconfitta del partito di Tuđman (HDZ, Hrvatska Demokratska Zajednica, Unione Democratica Croata) la retorica pro NDH è diminuita costantemente, poiché il nuovo obiettivo del governo croato era di entrare a far parte dell'Unione Europea (UE). Per fare ciò, l'agenda politica ha dovuto passare a una nuova modalità, più neutrale. Per tredici anni (2000-2013), sia i socialdemocratici che i conservatori (HDZ) hanno dovuto sforzarsi di ostacolare lo sviluppo del neofascismo in Croazia. Possiamo facilmente affermare che il governo Milanović fu il punto di partenza di un forte rinnovamento dell'ideologia di estrema destra nella politica croata, che persiste fino ad ora. Cio ha portato ad una nuova ascesa del nazionalismo nel contesto socio-politico croato.
Una volta raggiunto l'obiettivo di aderire all'UE, la destra in Croazia aveva più spazio per concentrarsi sulla politica interna. L'HDZ aveva appena subito la più dura sconfitta della sua storia nelle elezioni del 2011 ed era pronto a tornare al potere il più presto possibile. Sotto la guida di Tomislav Karamarko, membro dell'ala radicale della HDZ, il partito iniziò a basare il suo discorso su un argomento cruciale: il nazionalismo. La loro attività era concentrata sull'esaltazione della guerra civile e sull'acclamazione dei cosiddetti “branitelji” (cioe i "difensori"), cioè i veterani della guerra negli anni '90. La situazione si è intensificata nel 2014, quando un numero importante di associazioni di branitelji ha eretto una tenda di fronte al Ministarstvo branitelja (lett. Ministero dei difensori) apparentemente insoddisfatto delle loro condizioni di vita. La loro azione è durata 555 giorni e, sebbene i manifestanti chiedessero formalmente che 48 delle loro richieste fossero soddisfatte, hanno concluso la loro protesta solo pochi mesi dopo che i conservatori avevano ottenuto una maggioranza debole alle elezioni parlamentari del 2015 sotto Tomislav Karamarko. Delle 48 richieste, le uniche soddisfatte erano quelle connesse alla rimozione dalla carica del ministro dei difensori, il socialdemocratico Predrag Matić. Anche se costantemente negato dai manifestanti, era ovvio che dietro di loro c'era una forte agenda politica di destra, se non altro, almeno a causa del background finanziario che doveva mantenere la tenda e i suoi "abitanti" sani e salvi per 555 giorni . Per quanto riguarda il loro collegamento con l'NDH, il loro atteggiamento è diventato chiaro durante una protesta guidata dai branitelji contro la chiusura di una stazione TV, nota per i suoi programmi di estrema destra, quando una colonna di circa 5000 persone grido il famigerato saluto Ustaša “Za dom spremni ” (Pronti per la patria). Alla fine, queste proteste segnarono l’inizio di un periodo di radicalizzazione, che era particolarmente importante a causa del fatto che i branitelji erano rappresentati dai partiti conservatori di destra come simboli dei "veri croati" abusati dai "rossi" al potere. Inutile dire che il saluto e il simbolismo di NDH non sono mai stati condannati.
Vorrei soffermarmi a questo punto su alcuni aspetti specifici del revisionismo storico in Croazia.
Le commemorazioni a Jasenovac si sono sempre tenute il 22 aprile, in onore dei circa 600 prigionieri che hanno tentato una rivolta e fuga dal campo quel giorno del 1945. Dei 600 coinvolti, appena un centinaio sopravvisse, mentre gli altri furono tutti uccisi per rappresaglia. Nel 2016 per la prima volta la commemorazione si è svolta in tre giorni diversi. Infatti, la prima commemorazione è stata organizzata dal Coordinamento dei Comuni ebraici il 15 aprile; la seconda era quello ufficiale il 22 e la terza il 24 aprile organizzata dall'Alleanza antifascista e dal Consiglio nazionale serbo. I motivi alla base di queste decisioni erano tutti collegati alle accuse avanzate dalle comunità ebraica e serba, nonché dagli antifascisti, di "relativizzazione dell'NDH e dei suoi crimini da parte del governo croato". In effetti, né il presidente del HDZ, Tomislav Karamarko né il ministro della Cultura Zlatko Hasanbegović, hanno mai condannato l'NDH. Quando si parla dell'ex ministro Hasanbegović, la sua visione del mondo può essere facilmente definita citando alcune delle sue dichiarazioni, tra le quali spicca il "bisogno di abolire tutte le celebrazioni antifasciste", o la sua convinzione che la sconfitta dell'NDH nel 1945 fu " la più grande tragedia nazionale”. A poche centinaia di metri dall'ex campo, e stata installata una lapide intitolata a undici membri del HOS che perirono lì vicino durante la guerra civile. Oltre al fatto che, come accennato in precedenza, il HOS degli anni '90 fu ispirato dal HOS degli anni '40, sulla lapide fu inciso il saluto "Za dom spremni", nonché lo stemma ufficiale dell'NDH. Interrogato da molti sulla sua posizione, l'attuale primo ministro Andrej Plenković ha risposto istituendo l'Odbor za suočavanje s prošlošću (lett. Comitato per la confrontazione col passato) con il compito di affrontare tutte le questioni storico-ideologiche che riguardano la società croata. Inoltre, ha detto che l'unica parte problematica del pannello è lo stemma, mentre il saluto NDH non gli sembra un problema. Dall'altro lato, c'è il raduno di Bleiburg precedentemente menzionato e la cosiddetta Križni put ("Via Crucis"). Questo raduno, che e l'opposto diretto di quella di Jasenovac la quale commemora i carnefici dei crimini di Jasenovac, è stata co-sponsorizzata dal governo croato dal 1996. Ogni anno la delegazione croata ufficiale, insieme a migliaia di fascisti e un'importante delegazione della Chiesa cattolica, si dirige verso il piccolo villaggio in Austria per ricordare al mondo secondo loro: "l'incredibile agonia" che il popolo croato ha subito dopo la seconda guerra mondiale a causa dei partigiani e dell'esercito di Tito. Nel corso degli anni, il raduno ha visto un numero significativo di persone che indossano e portano in giro i simboli degli Ustaša, cosicché anche le autorità austriache, insieme a molte altre organizzazioni civili, hanno seriamente pensato all'opzione di vietarlo. Per il nuovo nazionalismo croato Bleiburg rappresenta uno dei miti più comuni di ogni nazione: il mito della vittima perpetua.
Quando si prende in considerazione l'aspetto culturale del nazionalismo croato, un nome sembra essere l'iniziatore del suo risveglio: Zlatko Hasanbegović. L'ex ministro della cultura è stato nominato per quel ruolo da Tomislav Karamarko dopo le elezioni del 2016 e da allora si è affermato come uno dei nazionalisti più radicali nell'attuale contesto politico croato. Storico di professione, Hasanbegović da giovane scriveva articoli per un periodico apertamente neofascista chiamato "NDH", creato dal genero di Pavelić Srećko Pšeničnik. Nei suoi articoli ha apprezzato il regime di Ustaša e l'esercito Ustaša, definendoli "martiri". Non c'è da stupirsi che sotto la sua guida, lo sfondo culturale in Croazia abbia subito una forte svolta a favore dell'estrema destra. Innanzitutto, ha abolito tutto il finanziamento dei media e delle associazioni no-profit liberali e di sinistra, reindirizzando quei fondi verso i canali più vicini al suo stesso concetto di "cultura" con il pretesto di fermare il "finanziamento di piattaforme ideologiche". Inoltre, il suo atteggiamento di negare qualsiasi legittimità politica all'idea di uno stato croato socialista ha portato molti a criticarlo per aver ignorato il ruolo croato e la sua storia nella lotta contro il fascismo e per la Jugoslavia. Ma le controversie che colpiscono la cultura croata non si limitano alla figura di Zlatko Hasanbegović. Perfino nel campo della cinematografia ci sono stati tentativi di relativizzare il fascismo NDH paragonandolo agli antifascisti. In questo caso, il protagonista principale è Jakov Sedlar, un produttore nazionalista che è l'autore di un film documentario chiamato "Jasenovac - la verità", in cui l'autore si concentra sullo sforzo di dimostrare che Jasenovac dopo la fine della seconda guerra mondiale era un campo di sterminio creato esclusivamente allo scopo di uccidere i croati. Sfortunatamente per lui, è stato rapidamente dimostrato che l'unico documento su cui basa il suo lavoro non è altro che una semplice falsificazione in Photoshop. Inutile dire che alla prima del film hanno partecipato anche Hasanbegović, che ha elogiato Sedlar affermando che "questi film sono utili perché parlano di argomenti tabù". Ora, è interessante notare alcune altre cose: 1) Lo stesso Sedlar ha affermato di aver ottenuto il suo articolo da alcuni "ladri a Belgrado" e 2) ha basato il documentario su un libro revisionista edito da un'associazione chiamata " Trostruki Jasenovac "(Jasenovac triplo) intitolato" Jasenovački logori - istraživanje ", con l'unico obiettivo di dimostrare che Jasenovac era un campo di concentramento anche dopo il maggio 1945. Considerati questi due fatti, il lavoro di Sedlar non sembra un risultato molto credibile, ma ciò che è ancora più incredibile è che al suo documentario è stato assegnato un premio speciale per la cultura nella capitale croata Zagabria ed è stato presentato come una solida prova del martirio dei croati sotto Tito. Come ciliegina sulla torta, Sedlar è stato anche nominato "consigliere" da Damir Boras, rettore dell'Università di Zagabria, l'istituzione accademica più importante del paese.
Una delle istituzioni piu importanti nella campagna revisionista e la chiesa cattolica che attraverso i suoi vescovi, preti e laici recicla e riabilita figure legate al fascismo in chiave anticomunista. La figura chiave in questo ambito e il prete Stjepan Razum membro della “Commissione della martirologia Croata” delle conferenze episcopali di Croazia e Bosnia e presidente delle “Societa per la ricerca del triplo campo di concentramento di Jasenovac”, il cui unico scopo e la negazione del genocidio nel’NDH.
Quando si discute della relativizzazione della NDH nella società croata e delle sue conseguenze per la crescita del nazionalismo, lo sport e l'intrattenimento sono i campi migliori per esplorare la sua presenza nella cultura popolare. Alla fine della partita di calcio Croazia-Islanda a Zagabria nel 2014, mentre i tifosi stavano cantando e festeggiando, il capitano croato Joe (Josip) Šimunić ha afferrato il microfono ufficiale e ha iniziato a salutare i fan con il famoso "Za Dom ...", ricevendo una risposta entusiasta "... Spremni" dalla maggior parte dei tifosi. Questo spettacolo si ripeté per quattro volte prima che finisse. Il saluto all'NDH è costato a Šimunić il ruolo di capitano ed è stato bandito per 10 partite dalla FIFA, mentre la Federcalcio croata ha dovuto pagare una multa. Qual è stata la reazione della comunità più ampia? Un immenso sostegno per Šimunć, che alla fine è diventato uno degli assistenti dell'attuale selezionatore della squadra nazionale. Ma è stato solo un incidente? A giudicare dalla visita del famoso ex giocatore croato, e presidente della federcalcio croata, Davor Šuker alla tomba di Ante Pavelić a Madrid nel 1996 sembra discutibile. Per quanto riguarda l'industria musicale, qui il simbolo indiscusso del nazionalismo croato e del revisionismo dell'NDH è il cantante Marko Perković Thompson. Thompson è diventato mainstream durante la guerra civile, quando ha usato il suo talento musicale per cantare e scrivere canzoni nazionaliste e xenofobe. Come artista, musicalmente canta delle sue esperienze di guerra (amici morti, soldati, compagni, uccisioni, vendetta, ecc.), religione e nazionalismo, ma in realtà ciò che segna più direttamente la sua visione del mondo è il simbolismo dietro la sua figura. Ai suoi concerti, simboli legati ai primi re croati, enormi bandiere nazionali, abiti neri e stemmi fascisti dominano la scena, mentre allo stesso tempo il suo pubblico viene regolarmente accolto da lui cantando il saluto NDH "Za Dom Spremni" , con il quale inizia addirittura una delle sue canzoni più famose. Inoltre, Thompson è stato anche registrato cantando canzoni Ustaša che glorificavano i campi di concentramento di Jasenovac e Stara Gradiška ai suoi concerti, un atto che ha spiegato affermando che lo ha fatto "per motivare i croati durante la guerra". In effetti, l'atmosfera dei suoi concerti è così radicale, che gli è stato spesso vietato esibirsi in tutta Europa, l'ultima volta a Maribor (Slovenia). Qual è la posizione ufficiale dei politici croati su Thompson? Secondo la presidente Kolinda Grabar Kitarović (HDZ), queste decisioni sono "controproducenti" perché la musica "esiste per connettersi", mentre il premier Andrej Plenković (HDZ) ha brevemente commentato "questo non va bene".
La relativizzazione ed il revisionismo storico dell' NDH svolgono un ruolo cruciale nel nazionalismo croato contemporaneo. Lo stato fantoccio fascista dell'NDH, è visto oggi da alcuni come l'espressione positiva di una volontà di formare uno stato croato completamente indipendente, e sebbene l'NDH fosse tutt'altro che uno stato indipendente, oggi molti personaggi pubblici stanno provando a sottolineare le sue “caratteristiche positive”, diminuendo e negando al contempo la sua natura criminale. Il nazionalismo odierno in Croazia e profondamente influenzato dalla relativizzazione della NDH, la cui storia viene costantemente rinnovata per lavare i peccati del passato e legittimare un'agenda politica neofascista.
Vi ringrazio per l’attenzione.
Davor Rakić
Presidente dei Giovani Socialisti del Partito Socialista Operaio della Croazia
http://www.srp.hr/konferencija-protiv-historijskog-revizionizma-drugog-svjetskog-rata/
Konferencija protiv historijskog revizionizma Drugog svjetskog rata
16. VELJAČE 2020. – Dana 6. 2. 2020. godine u Bologni u Italiji, u organizaciji Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia ONLUS, održana je konferencija protiv historijskog revizionizma Drugog svjetskog rata, te rezolucije EU kojom se izjednačavaju fašistički zločini i borba komunista za oslobođenje. Na konferenciji je učestvovao predstavnik Mladih socijalista Socijalističke radničke partije koji je govorio o historijskom revizionizmu u Hrvatskoj. S prostora bivše SFRJ učestvovali su još predstavnik SKOJ-a i predstavnici Komunista Srbije koji su također opisali razvoj historijskog revizionizma u Srbiji. Uvodnu riječ je imao drug Andrea Martocchia koji je govorio o zločinima talijanskih fašista tokom okupacije Jugoslavije kao i o zvjerstvima nacifašista u Italiji. Na konferenciji su učestvovali i talijanski historičari koji su posebno skrenuli pažnju na pokušaj da se talijanski fašisti predstave kao žrtve partizana i komunista.
Na kraju je, prvi put u Italiji, izvedena javna projekcija filma jugoslavenskog redatelja Lordana Zafranovića ”Okupacija u 26 slika”.
Povodom talijanskog “Dana sjećanja na talijanske žrtve istočne granice” 10. 2. 2020., održan je u Parmi skup na temu “Fojbe i fašizam 2020” na kojemu je prisustvovao predstavnik MS SRP. Taj skup je održan 15. put sa ciljem ukazivanja na falsificiranje historijskih činjenica i rehabilitacije talijanskog fašizma. Na skupu su govorili historičar Sandi Volk iz Trsta i Spartaco Capogreco sa Sveučilišta Kalabrije.
Na skupu je ustanovljeno kako u 16 godina od kada je u Italiji donesen zakon o “Danu sjećanja”, smanjio se broj sati historije u školama, a istodobno se potiče nacionalistička mitologija o “Slavokomunističkom genocidu Talijana na istočnoj granici”, te potreba da se nastavi borba za istinu o Drugom svjetskom ratu i bratstvu među narodima.
Koordinacija MS SRP