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ITALIJANSKA KOORDINACIJA ZA JUGOSLAVIJU |
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Il CARTEGGIO CASTRO-MILOŠEVIĆ Lettera di
Milosevic a Castro del 30 marzo 1999
I messaggi di Castro a Milosevic del 2 e 5 aprile 1999 e la risposta Vedi anche: Fidel Castro: Il ruolo genocida della NATO (ottobre 2011 - estratto) Fidel Castro: A Silent Complicity (October 2007) Castro says Spain's Aznar sought to bomb Serb media (Reuters - Sep 30, 2007) http://groups.yahoo.com/group/Yugoland/message/31885 http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/5679 Fidel Castro on Kosovo and US tyranny (June 2007) Castro on 'tyrant' Bush / Needing affection - Der Tyrann besucht Tirana / Bedürftig nach Zuneigung Fidel Castro sul Kosovo (giugno 2007) Per Fidel (Coord. Naz. per la Jugoslavia ONLUS) |
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Lettera di Milosevic a
Castro del 30 marzo 1999
Tratto da: RIFLESSIONI DEL
COMANDANTE IN CAPO: LA RISPOSTA DI MILOSEVIC
di Fidel Castro Ruz - 2 ottobre 2007 - 5:32 p.m. (Fonte: Ambasciata delle Repubblica di Cuba, via email - Jugoinfo - Reflexiones del Comandante en Jefe) Nelle sue "Riflessioni" datate lunedì 1 ottobre 2007, Fidel Castro ha scritto di un messaggio di solidarietà da lui inviato a Milosevic il 25 marzo 1999, nel corso della aggressione della NATO contro il paese di cui Milosevic era il presidente. Il 2 ottobre 2007, lo stesso Castro ha rivelato di aver ricevuto da Milosevic il seguente testo di risposta: “Eccellentissimo Signor
Presidente:
“Ho ricevuto il suo messaggio del 25 marzo 1999 con interesse e sincera gratitudine. La ringrazio per le sue decise parole d’appoggio e di stimolo alla Iugoslavia, e inoltre per la condanna all’aggressione della NATO espressa da Cuba e dai suoi rappresentanti durante le sedute delle Nazioni Unite. La Repubblica Federale dI Iugoslavia è sottoposta da parte degli Stati Uniti e della NATO a un’aggressione, la più grande a livello mondiale dai tempi delle aggressioni di Hitler. È stato commesso un crimine non solo contro la Repubblica Federale di Iugoslavia quale Stato pacifico, sovrano e indipendente, bensì un’aggressione contro tutto ciò che nel mondo intero possiede un valore alle porte del XXI secolo: al sistema delle Nazioni Unite, al Movimento dei Paesi Non Allineati, alle fondamenta stesse della legalità, ai diritti umani e alla civiltà in generale. Mi sento orgoglioso di poterle comunicare che l’aggressione ha solamente reso più omogenea e ha rafforzato la determinazione dei popoli della Iugoslavia a resistere e a difendere la libertà, la sovranità e l’integrità territoriale. Le nostre forze armate e il popolo sono decisi e disposti ad assolvere il loro compito. Per questo per noi è benvenuta e, oltretutto, necessaria, la solidarietà e l’aiuto degli amici di tutto il mondo, nella maniera più ampia e forte possibile. “Il comportamento del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite riguardo all’aggressione della NATO alla Repubblica Federale di Iugoslava rappresenta una sconfitta per le Nazioni Unite. È un segnale molto negativo e un monito importante per il mondo intero, specialmente per i paesi medi e piccoli, sebbene non lo sia solo per loro. Sono sicuro che Lei è informato di come la Repubblica Federale di Iugoslava e la Repubblica Serba si siano continuamente e sinceramente impegnate nel cercare una soluzione politica per il Kosovo e la Metohija sempre nell’interesse di tutte le comunità nazionali che vivono lì e che rispettano il nostro ordine costituzionale. La prego, signor Presidente, di far sì che l’amicizia di Cuba continui la sua azione in seno al Movimento al fine di convocare l’Ufficio di Coordinamento dei Non Allineati e che il gruppo d’amici condanni risolutamente l’aggressione della NATO alla Repubblica Federale di Iugoslavia. Sono altresì convinto che il Suo prestigio personale sarebbe di grande utilità per incoraggiare i paesi dell’America Centrale e del Sud e, più in generale, i paesi Non Allineati ad alzare la voce per esprimere una forte condanna di questa vandalica aggressione. Ancora una volta, nel ringraziare per la solidarietà e per l’appoggio alla Repubblica Federale di Iugoslavia, esprimo la speranza che rimarremo in stretto contatto. Voglia ricevere, signor Presidente, l’espressione del mio più profondo rispetto. “Firmato Slobodan Milosevic” (30 marzo 1999)
Source: [JUGOINFO] 4 novembre 2011, Reflexiones del Comandante en Jefe FIDEL
CASTRO:
IL RUOLO GENOCIDA DELLA NATO (estratto)
Questa brutale alleanza militare si è trasformata nel più perfido strumento di repressione che ha conosciuto la storia dell'umanità. La NATO ha assunto questo ruolo repressivo globale rapidamente, quando l'URSS, che era servita agli Stati Uniti come pretesto per crearla, ha smesso di esistere. Il suo criminale proposito diventò palese in Serbia, un paese di origine slava, dove il suo popolo eroico lottò contro le truppe naziste nella Seconda Guerra Mondiale. Quando nel marzo del 1999 i paesi di questa nefasta organizzazione, nei loro sforzi per disintegrare la Iugoslava, dopo la morte di Josip Broz Tito, inviarono le loro truppe a sostegno dei secessionisti del Kossovo, trovarono una forte resistenza di questa nazione, le cui sperimentate forze erano intatte. L'amministrazione yankee, consigliata dal Governo conservatore spagnolo di Josè Maria Aznar, attaccò le stazioni radio e della televisione della Serbia, i ponti sul fiume Danubio, e Belgrado, la capitale di questo paese. L'ambasciata della Repubblica Popolare Cinese è stata distrutta dalle bombe yankee, vari dei funzionari sono morti, e non poteva essere stato un errore possibile, come hanno detto gli autori. Numerosi patrioti serbi hanno perso la vita. Il presidente Slobodan Milošević, oppresso dal potere degli aggressori e la sparizione dell'URSS, ha ceduto alle esigenze della NATO ed ha ammesso la presenza delle truppe di questa alleanza dentro il Kossovo sotto il mandato dell'ONU, quello che alla fine ha condotto alla sua sconfitta politica ed al suo posteriore procedimento giudiziario da parte dei tribunali per niente imparziali de L'Aia. E’ morto in circostanze strane nella prigione. Se il leader serbo avesse resistito alcuni giorni in più, la NATO sarebbe entrata in una grave crisi che è stata sul punto di esplodere. L'impero ha avuto così molto più tempo per imporre la sua egemonia tra i sempre più subordinati membri di questa organizzazione. Tra il 21 febbraio ed il 27 aprile del presente anno, ho pubblicato nel sito web CubaDebate nove Riflessioni sul tema, nelle quali abbordai con ampiezza il ruolo della NATO in Libia e quello che sarebbe successo a mio giudizio. Mi vedo per ciò obbligato ad una sintesi delle idee essenziali che esposi, e dei fatti che hanno continuato a succedere come erano stati previsti, ora che un personaggio centrale di questa storia, Muammar El-Gheddafi, è stato ferito gravemente dai più moderni cacciabombardieri della NATO che intercettarono ed inutilizzarono il suo veicolo, catturato ancora vivo ed assassinato dagli uomini armati da questa organizzazione militare. Il suo cadavere è stato sequestrato ed esibito come trofeo di guerra, una condotta che viola i più elementari principi delle norme musulmane ed altre credenze religiose prevalenti nel mondo. Si annuncia che rapidamente Libia sarà dichiarata “Stato democratico e difensore dei diritti umani”. ... Fidel Castro Ruz 23 Ottobre 2011 Source: [JUGOINFO] 12 ottobre 2007 13:33:00 GMT+02:00, Reflexiones del Comandante en Jefe via R. Rozoff via stopnato @ yahoogroups.com via http://www.plenglish.com/Article.asp?ID=%7BB81DD6CC-BC20-4396-89EE-B7AA55FD8697%7D&language=EN [Edited for minor inaccuracies, abridged] Prensa Latina - October 11, 2007
Fidel Castro: A Silent Complicity Havana - Cuban President
Fidel Castro states that the
world cannot afford to
let the tragedy of NATO's war
against Yugoslavia be
forgotten due to the silence of
those who were actors and
accomplices of that brutal
genocide.
In his Thursday's article
entitled "A Silent
Complicity," the Cuban
Revolution leader reveals new
details of that conflict
and includes an assessment of
those happenings.
Prensa Latina issues
below the text published on
reflections by the Cuban president:
A SILENT COMPLICITY
The world cannot
afford to let the tragedy of NATO's
war against Yugoslavia
be forgotten due to the silence
of those who were
actors and accomplices of that
brutal genocide.
President Clinton,
National Security Advisor Sandy
Berger, Secretary of
State Madeleine Albright and
other close collaborators
of the President, including
the person who was
ordered by Berger not to take notes
when Cuba was discussed,
were at the meeting Clinton
held with [Spain's Jose]
Aznar in the White House on
April 13, 1999, where the
decision to intensify the
bombings was made, and
Aznar suggested that Serbian
television, radio and
other facilities be bombed, in
actions that would take
the lives of innumerable
defenseless civilians.
Some of them, through
press statements or in a book or
memoir, may have
individually written about the
adventure, but none
focused on the real danger and
suicidal wars that the
United States is leading the
world to.
The publication of the
existing secret documents could
be the legacy of a
President in 200 years from now,
when, judging by the pace
we're going at, there will
no longer be any
publicity or readers.
Less than ten years
have since gone by.
In Europe and
elsewhere there are many accomplices
keeping silence.
After my third message
was sent to Milosevic, Italy's
Minister of
Transportation visited Cuba. I met with
him on March 30, 1999
and directly discussed the issue
of the war against
Yugoslavia.
What follows is a
summary of what I said to him,
according to the notes
taken during our conversation,
in the presence of my
Office staff and officials from
the Ministry of Foreign Affairs:
"I began by asking why
they had attacked Serbia and
how they were going to
reach a settlement. I told him
that, in my opinion, it
had been a great mistake and
that, were the Serbs to
offer resistance, they would
run into a cul-de-sac.
"Why did Europe need
to dismantle Yugoslavia, which
had implemented many
reforms and which, strictly
speaking - the Cold War
having ended - could not be
labeled a communist state
and, much less, an enemy of
Europe?
I explained that, in
order to satisfy the German
government's demand,
Europe had encouraged and
supported the
separation of Croatia, where, during
World War II, Nazi
Germany organized the fearful
ustasha groups which
perpetrated countless crimes and
massacres against
the Serbs and the liberation
movement headed by Tito.
"Due to this complacency
and lack of political
foresight, in the
prevailing euphoria of the days when
the socialist bloc and
the Soviet Union were in a
crisis, Europe dismantled Yugoslavia.
"This resulted in bloody
episodes and, especially, in
the long and violent war
in Bosnia and, ultimately, in
NATO"s current war
against Serbia. By then,
Macedonia"s separation
had also taken place, which
meant the mutilation of
the greater part of the
Yugoslav Federation. Only
Serbia, Montenegro and [the
Serbian province] Kosovo
remained.
"As everyone knows, for
decades Kosovo's population of
Albanian descent grew
uninterruptedly until it became
the broad majority. In
Tito"s
lifetime, long before
his death, many
Serbian families left Kosovo seeking
safety faced with the
numerous acts of violence that
extremist groups from
Kosovo committed against them.
At that time, in Kosovo,
the Serbs were subjected to
what today is called
ethnic cleansing.
"Yugoslavia's unnecessary
and bloody disintegration
encouraged and unleashed
the underlying conflicts
between the majority, of
Albanian descent, and
Kosovo"s Serbian
minority, conflicts which are at the
root of the current
problem.
"The Serbian people
are the essential core of what
remains of the former
Yugoslavia. They are a combative
and courageous people
who have been profoundly
humiliated. I was
convinced that, offered ample
autonomy, Serbia would
have accepted an honorable and
peaceful settlement of
the conflicts in Kosovo.
"Kosovo's moderate
groups, acting in an intelligent
and constructive fashion,
supported this settlement,
as the presence of a
broad majority of Albanian
descent would, sooner or
later, make the peaceful
emergence of an
independent state possible. Europe
knows perfectly well that
Kosovo's extremist groups
did not want this
settlement; they demanded immediate
independence and,
because of this, wanted the
intervention of NATO
forces.
"It is unfair to lay
all of the responsibility on
Serbia. Serbia has
not invaded any sovereign country.
What it has done, in
essence, is oppose the military
presence of foreign troops in its
territory.
"For months, in recent
weeks particularly, it has
known nothing but
constant threats. Its unconditional
surrender was urged. No
country can be treated like
that, let alone the
people who, in the days of
Europe's occupation,
fought most heroically against
the Nazis and have
ample experience in irregular
warfare.
"If the Serbs resist -
and I am convinced that they
will resist - NATO will
have no other option but to
commit genocide, but such
an action would fail, for
two reasons: Firstly:
they would be unable to defeat
the Serbian people if the
latter applied all of its
experience and irregular
warfare doctrine.
"Secondly: Public opinion
in NATO member countries
themselves would not
allow such an action.
"Armored divisions,
stealth bombers, Tomahawk cruise
missiles or any other
so-called intelligent weapon
would not suffice. A
missile or bomb would have to be
launched for every person
capable of carrying a rifle,
a bazooka or a portable
anti-aircraft weapon. All of
NATO"s power would, in
this case, be useless. There
are star wars and there
are ground wars. All high-tech
equipment
notwithstanding, individual combatants would
be the most important
element in this type of war.
"Beyond Kosovo, a much
more serious problem is
emerging, to the
detriment of Europe's and the world's
interests.
"Russia has been
humiliated terribly. NATO has already
advanced to the
borders of what was once the Soviet
Union and it is
promising to include other states of
the former socialist
bloc, and even Baltic countries
that were part of the Soviet Union.
"Russians have every
reason to think they will not
stop until they reach the
walls of the Kremlin.
"Like the Serbs, the
Russians are a Slavic people and
this sense of identity is
very strong among these
peoples. The attacks on
Serbia are profoundly
humiliating for them and,
more than any other action,
they have produced deep
and justified feelings of
insecurity, not only
among the Russians but in India
and China as well, and
these countries will
undoubtedly attempt to
ally themselves to Russia to
guarantee their security.
I doubt the Russians would
cease to do whatever is
necessary to retain a response
capability which would be
their sole guarantee in this
situation.
"Neither Europe nor the
world, with their current and
overwhelming economic
problems, would gain anything
through such a course of
action. [...]
Las guerras ilegales del imperio Cuando se inicia la guerra de Estados Unidos y sus aliados de la OTAN en Kosovo, Cuba definió de inmediato su posición en la primera página del periódico Granma, el 26 de marzo de 1999. Lo hizo a través de una Declaración de su Ministerio de Relaciones Exteriores con el título de “Cuba convoca a poner fin a la injustificada agresión de la OTAN contra Yugoslavia.” Tomo párrafos esenciales de aquella Declaración: “Después de un conjunto de dolorosos y muy manipulados sucesos políticos, prolongados enfrentamientos armados y complejas y poco transparentes negociaciones en torno a la cuestión de Kosovo, la Organización del Tratado del Atlántico Norte lanzó al fin su anunciado y brutal ataque aéreo contra la República Federativa de Yugoslavia, cuyos pueblos fueron los que más heroicamente lucharon en Europa contra las hordas nazis en la Segunda Guerra Mundial. “Esta acción, concebida como ‘castigo al gobierno yugoslavo’, se realiza al margen del Consejo de Seguridad de la ONU. [...]Con motivo de estos hechos, había enviado el día anterior un mensaje al presidente Milosevic, a través del embajador yugoslavo en La Habana y de nuestro embajador en Belgrado. “Le ruego comunique al presidente Milosevic lo siguiente:
Fidel Castro Ruz. 1º de octubre de 2007 6:14 p.m. Source: [JUGOINFO] 19 luglio 2007, Reflexiones del Comandante en Jefe FIDEL
CASTRO
SUL KOSOVO Elaborazione e traduzioni di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova. http://www.adnki.com/index_2Level_English.php ADN Kronos International (Italy) - 12 giugno 2007 Kosovo: Castro discute su Bush “tiranno” Havana - Il leader di Cuba Fidel Castro ha
rivolto un severo rimprovero al Presidente degli
Stati Uniti George W. Bush per le sue osservazioni,
riguardanti l’indipendenza del Kosovo secessionista,
rilasciate domenica scorsa durante la sua visita
nella capitale Albanese, Tirana. Il documento dell’ottuagenario Castro continuava così: “Bush ha ammonito la Serbia che avrebbe ricevuto aiuti economici solo appoggiando l’indipendenza del Kosovo, la culla della cultura di quel Paese. Prendere o lasciare! Bush è bramoso di affetto. Ha goduto del tutto per le accoglienze senza proteste a lui riservate in Bulgaria. Ha parlato con quei militari del Paese che hanno preso parte alle guerre in Iraq e in Afghanistan. Ha cercato di impegnarli ulteriormente per versare sangue generoso in queste guerre per la pace.” Il lunedì, Bush aveva fatto visita alla
Bulgaria – un fedele alleato degli USA – come tappa
finale di un giro Europeo di otto giorni, che aveva
visto la sua partecipazione al summit dei G8 in
Germania, e le visite alla Repubblica Ceca, alla
Polonia, all’Italia e all’Albania.
“In
cerca di affetto” Tra il 1998 e il 1999, l’anno della guerra
della NATO contro la Serbia, la Provincia ha
contribuito per il 70% dello zinco e dell’argento. |
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Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - onlus sito internet: https://www.cnj.it/ posta elettronica: jugocoord(a)tiscali.it notiziario telematico JUGOINFO: http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages |
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