In uno degli annunci più bizzarri della politica
estera della bizzarra amministrazione Obama, la
segretaria di Stata degli USA Hillary Clinton,
ha annunciato che Washington ‘aiuterà’ il Kosovo
ad aderire alla NATO e all’Unione europea. Ha
fatto la promessa dopo un recente incontro a
Washington con il Primo Ministro del Kosovo
Hashim Thaci, dove ha elogiato i progressi del
suo governo nel progredire verso “l’integrazione e
lo sviluppo economico europeo”. [1]
Il suo annuncio ha senza dubbio causato seri
maldipancia tra i funzionari governativi e
militari delle varie capitali europee della
NATO. Pochi comprendono la pazzia del piano
della Clinton nel spingere il Kosovo nella NATO
e nell’UE.
Kosovo base
geopolitica
La controversa proprietà oggi chiamata Kosovo,
era parte della Jugoslavia ed era legata alla
Serbia fino a quando la campagna dei
bombardamenti NATO nel 1999, ha demolito quel
che restava della Serbia di Milosevic, aprendo
la strada agli Stati Uniti, con la dubbia
assistenza delle nazioni dell’UE, soprattutto
della Germania, nel spartire l’ex Jugoslavia in
minuscoli pseudo-stati dipendenti. Il Kosovo ne
è uno, così come la Macedonia. Slovenia e
Croazia già in precedenza si erano separate
dalla Jugoslavia, con il forte aiuto del
ministero degli esteri tedesco.
Alcune brevi rassegne sulle circostanze che
hanno portato alla secessione del Kosovo dalla
Jugoslavia, aiutano a capire quanto sarà
rischiosa la sua adesione alla NATO o all’Unione
europea per il futuro dell’Europa. Hashim Thaci,
l’attuale Primo Ministro del Kosovo, ha ottenuto
il suo posto, per così dire, attraverso il
Dipartimento di Stato degli USA, e non tramite
libere elezioni democratiche nel Kosovo. Il
Kosovo non è riconosciuto come Stato legittimo
dalla Russia, dalla Serbia e da oltre un
centinaio di altre nazioni. Tuttavia, è stato
immediatamente riconosciuto quando ha dichiarato
l’indipendenza nel 2008, dall’amministrazione
Bush e da Berlino.
L’adesione all’Unione europea del Kosovo,
sarebbe il benvenuto a un altro Stato fallito,
cosa che non può disturbare la Segretaria
Clinton, ma di cui l’Unione europea, in questo
momento sicuramente, può fare a meno. Le
migliori stime sulla disoccupazione nel paese,
la danno a circa il 60%. Non è che il terzo a
livello mondiale. L’economia era sempre la più
povera della Jugoslavia, ed oggi è peggio. Ma il
vero problema, per il futuro della pace e della
sicurezza, è la natura dello stato del Kosovo,
che è stato creato da Washington alla fine degli
anni ’90.
Stato mafioso e
Camp Bondsteel
Il Kosovo è una piccola parcella di terra in una
delle posizioni più strategiche di tutta Europa,
dal punto di vista geopolitico l’obiettivo
militare degli Stati Uniti è controllare i
flussi del petrolio e gli sviluppi politici del
Medio Oriente, a danno di Russia ed Europa
occidentale. L’attuale riconoscimento degli USA
dell’auto-dichiarata Repubblica del Kosovo, è
una continuazione della politica statunitense
nei Balcani, fin dall’illegale bombardamenti
della NATO e degli USA della Serbia, nel 1999,
dallo schieramento fuori area della NATO,
approvato dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU,
presumibilmente sulla premessa che l’esercito di
Milosevic sarebbe stato sul punto di effettuare
un genocidio degli albanesi del Kosovo.
Alcuni mesi prima dei bombardamenti statunitensi
degli obiettivi serbi, uno dei più pesanti
bombardamenti dalla Seconda Guerra Mondiale, un
alto funzionario dell’intelligence statunitense
aveva parlato, in conversazioni private con alti
ufficiali dell’esercito croato, a Zagabria,
della strategia di Washington per l’ex
Jugoslavia. Secondo questi rapporti, comunicati
privatamente all’autore, l’obiettivo del
Pentagono già alla fine del 1998 era prendere il
controllo del Kosovo, al fine di garantirsi una
base militare per controllare l’intera regione
del sud-est europeo, fino alle terre petrolifere
del Medio Oriente.
Dal giugno 1999, quando la Kosovo Force
(KFOR) della NATO occupò il Kosovo, quindi una
parte integrante dell’allora Jugoslavia, il
Kosovo era tecnicamente nel quadro di un mandato
delle Nazioni Unite, secondo la risoluzione 1244
del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Russia e
Cina avevano inoltre convenuto su tale mandato,
che specificava il ruolo della KFOR nel
garantire la fine dei combattimenti inter-etnici
e le atrocità tra la minoranza serba, le altre e
la maggioranza albanese islamica del Kosovo.
Sotto il 1244 il Kosovo sarebbe rimasto parte
della Serbia, in attesa di una risoluzione
pacifica del suo status. Questa risoluzione
delle Nazioni Unite è stata palesemente ignorata
dagli Stati Uniti, dalla Germania e da altri
elementi dell’Unione europea, nel 2008.
Il riconoscimento tempestivo del Kosovo da parte
della Germania e di Washington, e l’indipendenza
nel febbraio 2008, significativamente avvennero
il giorno dopo le elezioni del presidente della
Serbia, che confermarono il filo-Washington
Boris Tadic, che aveva avuto un secondo mandato
di quattro anni. Con Tadic assicurato,
Washington poteva contare su una reazione serba
compatibile al suo sostegno al Kosovo.
Subito dopo il bombardamento della Serbia, nel
1999, il Pentagono aveva sequestrato 1000 acri
di terra a Urosevac, in Kosovo, vicino al
confine con la Macedonia, e aggiudicò un
contratto alla Halliburton, quando Dick Cheney
ne era l’amministratore delegato, per costruire
una delle più grandi basi militari degli USA
all’estero, Camp Bondsteel, oggi con più di 7000
soldati.
Il Pentagono si era già assicurato sette nuove
basi militari in Bulgaria e Romania, sul Mar
Nero e nei Balcani settentrionali, comprese le
basi aeree di Graf Ignatievo e Bezmer in
Bulgaria, e la base aerea di Mihail Kogalniceanu
in Romania, utilizzate per “ridurre” le
operazioni militari in Afghanistan e in Iraq.
L’installazione rumena ospita la Joint Task Force
East del Pentagono. Il colossale Camp
Bondsteel degli Stati Uniti, in Kosovo, e
l’utilizzo e il potenziamento dei porti croati e
montenegrini dell’Adriatico, per le
implementazioni della Marina degli Stati Uniti,
completano la militarizzazione dei Balcani. [2]
L’agenda strategica degli Stati Uniti per il
Kosovo è in primo luogo militare,
secondariamente, a quanto pare, riguarda il
traffico di stupefacenti. Il suo obiettivo
principale è opporsi alla Russia e il controllo
dei flussi di petrolio dal Mar Caspio e dal
Medio Oriente all’Europa occidentale.
Dichiarandone l’indipendenza, Washington ottiene
uno stato debole che può controllare
completamente. Finché fosse rimasto parte della
Serbia, il controllo militare della NATO sarebbe
stato politicamente insicuro. Oggi il Kosovo è
controllato come una satrapia militare della
NATO, la cui KFOR vi ha posto 16.000 soldati,
per una popolazione di soli 2 milioni di
abitanti. Camp Bondsteel fa parte di una serie
di cosiddette basi operative avanzate o “ninfee”
(elistazioni NdT), come li chiamava Donald
Rumsfeld, per l’azione militare a est e a sud.
Ora, portando formalmente il Kosovo nell’UE e
nella NATO, rafforzerà la base militare, dopo
che la Repubblica di Georgia dominata dal
protetto degli USA Saakashvili, aveva così
miseramente fallito, nel 2008, nel ricoprire
quel ruolo per conto della NATO.
Heroin
Transport Corridor
Il controllo militare USA-NATO del Kosovo serve
a diversi scopi dell’agenda geo-strategica di
Washington. In primo luogo, consente un maggiore
controllo degli Stati Uniti sul petrolio e sulle
potenziali rotte degli oleodotti e dei gasdotti
dal Mar Caspio e dal Medio Oriente all’UE,
nonché il controllo dei corridoi di trasporto
che collegano l’Unione europea al Mar Nero.
Inoltre, protegge il traffico di eroina
multi-miliardario che, significativamente, è
cresciuto fino a registrare dei record in
Afghanistan dall’inizio dell’occupazione
statunitense, secondo funzionari dei narcotici
delle Nazioni Unite. Kosovo e Albania sono le
principali rotte di transito dell’eroina verso
l’Europa. Secondo un rapporto annuale del 2008
del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti sul
traffico internazionale di stupefacenti, alcune
importanti rotte del traffico di droga passano
attraverso i Balcani. Il Kosovo viene indicato
come un punto chiave per il passaggio di eroina
dalla Turchia e dall’Afghanistan all’Europa
occidentale. Questo flusso di droga passa sotto
l’occhio vigile del governo Thaci.
Dall’epoca dei suoi rapporti con la tribù Meo,
in Laos, durante l’epoca del Vietnam, la CIA ha
protetto il traffico di stupefacenti in luoghi
chiave, per finanziare in parte le sue
operazioni segrete. La dimensione del traffico
internazionale di sostanze stupefacenti, oggi, è
tale che le principali banche statunitensi come
Citigroup, ricaverebbero una quota significativa
dei loro profitti dal riciclaggio del traffico.
Una delle caratteristiche più notevoli della
corsa indecente di Washington e degli altri
Stati a riconoscere immediatamente
l’indipendenza del Kosovo, è il fatto che ben
sapevano che il suo governo e i suoi due
principali partiti politici, sono in realtà
gestiti dalla criminalità organizzata albanese
del Kosovo. Hashim Thaci, Primo Ministro del
Kosovo e capo del Partito Democratico del
Kosovo, è l’ex leader dell’organizzazione
terroristica che gli Stati Uniti e la NATO
addestrarono e chiamarono Esercito di
liberazione del Kosovo, KLA, o in albanese UCK.
Negli ambienti della criminalità del Kosovo, è
conosciuto come Hashim ‘il Serpente’ per la sua
spietatezza personale verso gli avversari.
Nel 1997, l’Inviato Speciale per i Balcani del
presidente Clinton, Robert Gelbard, descrisse
l’UCK, come indubbiamente un gruppo terrorista.
Era molto di più. E’ una mafia clanistica,
impossibile quindi infiltrarvisi, che controlla
l’economia sommersa del Kosovo. Oggi il Partito
Democratico di Thaci, secondo fonti delle
polizie europee, mantiene i suoi legami con il
crimine organizzato.
Un rapporto del BND tedesco del 22 febbraio
2005, etichettato Top Secret, che da allora è
trapelato, dichiarava: “Tramite elementi
chiave, per esempio Thaci, Haliti, Haradina,
vi è uno stretto legame tra politica,
l’economia e la criminalità organizzata
internazionale nel Kosovo. Le organizzazioni
criminali favoriscono l’instabilità politica e
non hanno alcun interesse nella costruzione di
uno stato ordinato e funzionante, che potrebbe
nuocere ai loro affari crescenti.” [3]
L’UCK ha iniziato le azioni nel 1996 con il
bombardamento dei campi profughi serbi che
ospitavano i rifugiati dalle guerre in Bosnia e
Croazia. L’UCK aveva ripetutamente fatto appello
alla ‘liberazione’ di aree di Montenegro,
Macedonia e della Grecia settentrionale. Thaci
non è certo una figura della stabilità
regionale, per dirla morbidamente.
Il 44enne Thaci era un protetto personale della
Segretaria di Stato di Clinton Madeleine
Albright, durante gli anni ’90, quando era
solo un gangster 30enne. L’UCK è stato sostenuto
fin dall’inizio dalla CIA e dal BND tedesco.
Durante la guerra del 1999, l’UCK è stata
sostenuta direttamente dalla NATO. Nel momento
in cui venne assunto dagli Stati Uniti, nella
metà degli anni ’90, Thaci aveva fondato il
‘Gruppo di Drenica’, un sindacato criminale del
Kosovo con legami con le mafie albanese,
macedone e italiana. Un rapporto classificato
del gennaio 2007, preparato per la Commissione
UE, intitolato ‘VS-Nur fur den Dienstgebrauch‘,
venne fatto trapelare ai media. Contiene in
dettaglio l’attività criminale organizzata del
KLA e del suo successore, il Partito democratico
di Thaci.
Nel dicembre 2010, la relazione del Consiglio
d’Europa venne pubblicata, il giorno dopo che la
commissione elettorale del Kosovo aveva detto
che il partito dell’onorevole Thaci aveva vinto
le prime elezioni post-indipendenza, e accusava
le potenze occidentali di complicità
nell’ignorare le attività criminali della
cerchia guidata da Thaci: “Thaci e questi
altri membri ‘del Gruppo di Drenica’ sono
costantemente indicati come ‘attori chiave’
nei rapporti di intelligence sulle strutture
della criminalità organizzata della mafia del
Kosovo“, dice il rapporto. “Abbiamo scoperto
che il ‘Gruppo di Drenica’ ha avuto come capo
o, per usare la terminologia delle reti della
criminalità organizzata, un suo ‘boss’ nel
rinomato politico ... Hashim Thaci“.
[4]
La relazione afferma che Thaci esercitava un
“controllo violento” sul traffico di eroina.
Dick Marty, l’investigatore dell’Unione europea,
ha presentato il rapporto ai diplomatici di
tutti gli Stati membri dell’UE. La risposta è
stata il silenzio. Washington è dietro Thaci.
[5]
La stessa relazione del Consiglio d’Europa sulla
criminalità organizzata del Kosovo
accusava l’organizzazione mafiosa di Thaci
di trattare il commercio di organi umani. Figuri
della cerchia intima di Thaci, sono stati
accusati di aver tenuto dei prigionieri oltre il
confine con l’Albania, dopo la guerra, dove si
dice che un certo numero di serbi sono stati
uccisi affinché i loro reni fossero venduti sul
mercato nero. In un caso, rivelato nei
procedimenti giudiziari in un tribunale
distrettuale di Pristina del 2008, si diceva che
gli organi erano stati presi dalle povere
vittime in una clinica conosciuta come Medicus,
“collegata
all’espianto di organi da parte del Kosovo
Liberation Army (KLA), nel 2000”. [6]
La questione diventa allora, perché Washington,
la NATO, l’UE e annessi e, soprattutto, il
governo tedesco, sono così desiderosi di
legittimare il distacco del Kosovo? Un Kosovo
gestito internamente dalle reti della
criminalità organizzata, è facile da controllare
per la NATO. Essendo sicuro che uno Stato debole
è molto più facile da sottomettere al dominio
della NATO. In combinazione con l’Afghanistan
controllato dalla NATO, da cui arriva l’eroina,
con il Kosovo controllato dal Primo Ministro
Thaci, il Pentagono sta costruendo una rete di
accerchiamento attorno alla Russia, che è tutto
tranne che pacifica.
La dipendenza di Thaci dalle buone grazie degli
Stati Uniti e della NATO, assicura che il
governo di Thaci farà ciò che gli viene chiesto.
Questo, a sua volta, assicura agli Stati Uniti
un vantaggio importante, consolidando la propria
presenza militare permanente nel strategicamente
vitale sud-est Europa. Si tratta di un passo
importante nel consolidamento del controllo NATO
sull’Eurasia, e fornisce agli Stati Uniti un
notevole margine di oscillazione nell’equilibrio
di potere europeo. Meraviglia poco che Mosca non
abbia accolto con favore la vicenda, così come
numerosi altri Stati. Gli Stati Uniti stanno
letteralmente giocando con la dinamite, e
potenzialmente anche con la guerra nucleare nei
Balcani.
F. William
Engdahl, è autore di A Century of
War: Anglo-American Oil Politics in the New
World Order. Collabora con BFP e può essere
contattato attraverso il suo sito web Engdahl.oilgeopolitics.net,
dove questo articolo è stato originariamente
pubblicato.
Note:
[1] RIA Novosti, US
to Help Kosovo Join EU NATO: Clinton, 5
aprile 2012.
[2] Rick Rozoff, Pentagon
and NATO Complete Their Conquest of The
Balkans, Global Research, 28 novembre
2009.
[3] Tom Burghardt, The
End of the Affair: The BND, CIA and Kosovo’s
Deep State.
[4] The Telegraph, Kosovo’s prime minister ‘key player
in mafia-like gang ,’ 14 dicembre
2010
[5] Ibid.
[6] Paul Lewis, Kosovo PM is head of human organ
and arms ring Council of Europe reports,
The Guardian, 14 dicembre 2010.
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