Informazione

More links on UCK i.e. NATO supported sex slavery in the Balkans:

Sex Slave Recounts Her Ordeal (by Nidzara Ahmetasevic)
http://www.iwpr.net/index.pl?archive/bcr3/bcr3_200303_415_3_eng.txt

Europe's cash and carry sex slaves (by Gaby Rado)
http://www.observer.co.uk/Print/0,3858,4641858,00.html


Albanian connection to the teenage sex slaves in London

By Jason Bennetto Crime Correspondent

The Independent (UK) - 19 June 2003

The Romanian girl was 15 when she was smuggled into Britain. She
arrived in Dover, via Brussels and Ostend, on a hovercraft in July 2001
and was met at Victoria station and taken to a flat in north-west
London. A day later, a man named Mustapha Kadiu, 31, arrived and made
the girl, later known in court as Miss X, phone saunas and massage
parlours to work as a prostitute.

Kadiu, an Albanian who persuaded her to travel to Britain to start a
new life, threatened to kill her if she failed to earn between £400 and
£500 a day, charging £30 for straight sex.

After three months of sexual slavery in London she escaped and went to
police. Kadiu was arrested and convicted of raping her, indecently
assaulting her and of living off immoral earnings. He was sentenced
last December to 10 years in prison.

The plight of the Romanian teenager is an example of the growing power
of Albanian pimps in London and of the booming sex trade involving
girls and women from eastern Europe smuggled to the West. The National
Criminal Intelligence Service (NCIS) says many of the people who are
trafficked into Britain enter the vice trade. Others work as cheap
labour in illicit sweatshops producing counterfeit goods or are brought
in by Chinese "snakehead" gangs to work in restaurants.

Most of those who end up in the vice industry are victims of "some form
of deception, and exploit the lack of opportunities open to women in
source countries", the NCIS says in its assessment of serious and
organised crime.

Traffickers advertise in local newspapers abroad offering jobs as
maids, nannies, bar and catering staff, receptionists, clerical staff,
dancers and entertainers. Even the women who knowingly get involved in
vice are told they will be able to keep their profits.

Women from countries in the former Soviet Union and Balkan regions are
increasingly the victims of kidnap by the traffickers, NCIS says. "In
some rural areas of the Balkans, the fear of kidnap is such that
families keep adolescent girls at home rather than send them to school
or work."

Traffickers use extreme violence, including rape, to control victims.
"In some instances, women have been killed and their bodies dumped in
public places as an example," NCIS adds. In Britain, traffickers strip
victims of all documents so they cannot work elsewhere. Some threaten
to tell their families they are prostitutes.

Over the past decade, violent Albanian criminals have taken control of
75 per cent of prostitution in Soho. Scotland Yard estimates that last
year criminals made £61m from 15 people-smuggling operations that
police detected.

© 2001 Independent Digital (UK) Ltd

Il 28 giugno all'Aia / 1: La battaglia dell'Aia

Il prossimo 28 giugno - giorno di San Vito, storica festa nazionale per il =
popolo serbo
e per tutti i popoli balcanici, che ricordano in quella occasione l'epica b=
attaglia contro
l'occupatore turco-ottomano (1389) - si terra' all'Aia una manifestazione
internazionale contro il "tribunale ad hoc", organizzata da alcune sezioni =
del Comitato
Internazionale per la Difesa di Slobodan Milosevic. Nella piattaforma della=

manifestazione si chiede, oltre alla abolizione del paralegale "tribunale",=
il
risarcimento dei danni arrecati dai paesi NATO alla Serbia ed a tutti i cit=
tadini
jugoslavi, vittime della scelta criminale di squartare la RFS di Jugoslavia=
nonche',
ancor piu' direttamente, vittime della infame aggressione militare del 1999=
.

Per inquadrare la manifestazione e le suddette rivendicazioni nel giusto co=
ntesto,
diffondiamo alcuni articoli dei quali raccomandiamo la lettura.

Il primo documento, che riproduciamo di seguito, e' uno stralcio dall'artic=
olo "LA
RIMOZIONE DELLA JUGOSLAVIA", di A. Martocchia (Coordinamento Nazionale per =
la
Jugoslavia), del quale e' prevista l'uscita in due parti nei prossimi numer=
i della rivista
"L'Ernesto" (http://www.lernesto.it).

Ulteriori informazioni sulla manifestazione - in lingua inglese, tedesca o =
serbocroata
- si possono trovare al nostro sito:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/files/AIA/
oppure ai siti:
http://www.sloboda.org.yu/ (Sloboda/Freedom association)
http://www.icdsm.org/ (the international committee to defend Slobodan Milos=
evic)
http://www.wpc-in.org/ (world peace council)
http://www.free-slobo.de/ (German section of ICDSM)
http://www.geocities.com/b_antinato/ (Balkan antiNATO center)
http://www.slobodan-milosevic.org/ (an independent web site)

---

La battaglia dell'Aia

L'Associazione "Sloboda" assiste nella preparazione della difesa
di Milosevic all'Aia. In quel "Tribunale ad hoc" si sta svolgendo in
questo periodo la fase centrale del "processo" a Milosevic: dopo la
presentazione delle "accuse" e delle "prove" per i tre "capi di
imputazione" (per le guerre in Croazia, in Bosnia ed in Kosovo), si
sta passando adesso alla fase della autodifesa dell'imputato. Per gli
accusatori di Milosevic il "processo", non riuscendo di fatto a
dimostrare la colpevolezza dell'ex presidente, è un fallimento ed è
motivo di estremo imbarazzo e preoccupazione. Contro Milosevic il
"Tribunale" ha usato ogni mezzo di pressione politica, mediatica e
fisica (a causa del suo stato di salute e di cure inappropriate).
Malgrado tutto ciò non sono riusciti spezzare la difesa di Milosevic.
Di fatto, lo "stato d'emergenza" è servito anche ad impedire l'opera
dei collaboratori di Milosevic, e per questo molti osservatori
ritengono che esso sia stato deciso di comune accordo con il governo
DOS da chi "muove i fili" all'Aia.
Il caso del "Tribunale ad hoc per i crimini commessi sul territorio
della ex Jugoslavia" (1) chiarisce molto bene la collateralità di
certe neonate istituzioni penali internazionali ai progetti egemonici
dei paesi imperialisti. Esso è stato fondato nel 1993 dal Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite per l'insistenza del Senatore Albright
(2). Il normale canale per creare un Tribunale come questo, come a
suo tempo ha puntualizzato lo stesso Segretario Generale, avrebbe
dovuto essere "un Trattato Internazionale stabilito ed approvato dagli
Stati Membri che avrebbero permesso al Tribunale di esercitare in
pieno nell'ambito della loro sovranità" (Rapporto No X S/25704,
sezione 18).
Tuttavia, Washington ha imposto un'interpretazione arbitraria del
Cap.VII della Carta delle Nazioni Unite, che consente al Consiglio di
Sicurezza di prendere "misure speciali" per restaurare la pace in sede
internazionale. Perciò il "Tribunale ad hoc" è una struttura
illegittima e para-legale. Esso è finanziato dai paesi della
NATO, e soprattutto dagli USA (3), in maniera diretta oltreché
attraverso l'ONU, ma anche da altri paesi non proprio neutrali nella
problematica jugoslava, come l'Arabia Saudita, nonché da enti e
personaggi privati, come George Soros.
Il sostegno della NATO al "Tribunale ad hoc" è particolarmente
indicativo delle vere finalità di questa struttura para-giudiziaria.
Secondo l'ex portavoce della NATO Jamie Shea "la NATO è amica del
Tribunale, è la NATO che detiene per conto del Tribunale i criminali
di guerra sotto accusa... Sono i paesi della NATO che hanno procurato
i fondi per istituire il Tribunale, noi siamo tra i più grandi
finanziatori." (4) Oltre ad attestare il sostegno finanziario e la
"amicizia" della NATO - proprio mentre questa bombardava i convogli di
profughi ed il petrolchimico di Pancevo - Jamie Shea rivendica dunque
ad essa il ruolo di "polizia giudiziaria". La quale, come s'è visto
in decine di occasioni, specialmente in Bosnia ma anche nel caso di
Milosevic, opera attraverso colpi di mano e rapimenti, nel corso dei
quali alcuni "sospetti" sono stati persino uccisi - mentre diversi
serbi-bosniaci detenuti all'Aja sono deceduti per presunti infarti e
suicidi.
Il Tribunale dell'Aja ha sistematicamente dichiarato il non
luogo a procedere per le documentate accuse di crimini di guerra mosse
da varie parti alla NATO. La sproporzione tra le incriminazioni nei
confronti di esponenti serbi rispetto a quelle di croati, kosovari
albanesi e bosniaci musulmani, responsabili di gravi crimini, è resa
evidente dai numeri (5). Ancor più evidente è il fatto che dei
tanti "imputati", gli unici con responsabilità eminentemente
politiche siano appartenenti alla parte serba (Milosevic, Milutinovic,
Karadzic) mentre i leader delle fazioni secessioniste sono stati tutti
indistintamente "risparmiati" nonostante (ad esempio) i loro
torbidissimi trascorsi. (6) La "giustizia" del Tribunale dell'Aja è
dunque quella di una parte in causa contro l'altra, il contrario
esatto del "super partes". Il "Tribunale ad hoc", analogamente al
nostro famigerato Tribunale Speciale nel Ventennio, lavora come uno
strumento politico, totalmente sotto controllo dei vincitori, cioè
degli aggressori, devastatori ed invasori della Jugoslavia.
Noti giuristi e commentatori hanno spiegato come, nel suo
funzionamento, il Tribunale dell'Aja violi tutti i principi del
diritto internazionale. In sostanza, esso non rispetta la separazione
dei poteri, né la parità fra accusa e difesa, né tantomeno la
presunzione di innocenza finché non si giunge ad una condanna: la
regola 92 stabilisce che le confessioni siano ritenute credibili, a
meno che l'accusato possa provare il contrario, mentre in qualsiasi
altra parte del mondo l'accusato è ritenuto innocente fino a quando
non sia provata la sua colpevolezza (7). Esso formula i propri
regolamenti e li modifica su ordine del Presidente o del Procuratore,
assegnando ad essi carattere retroattivo: attraverso una procedura
totalmente ridicola, il Presidente può apportare variazioni di sua
propria iniziativa o ratificarle via fax ad altri giudici (regola 6)!
Il regolamento stesso non contempla un giudice per le indagini
preliminari che investighi sulle accuse. Il Tribunale ad hoc utilizza
testimoni anonimi, che si possono dunque sottrarre al confronto con la
difesa; secreta le fonti testimoniali, che possono essere anche
servizi segreti di paesi coinvolti nei fatti. Esso usa la segretezza
anche sui procedimenti aperti (regola 53). Ricusa o rifiuta a proprio
arbitrio di ascoltare gli avvocati della difesa (regola 46), allo
stesso modo dei tribunali dell'Inquisizione; può rifiutare agli
avvocati di consultare documentazione probatoria (regola 66); può
detenere sospetti per novanta giorni prima di formulare imputazioni,
con l'evidente scopo di estorcere confessioni. Dulcis in fundo,
recentemente il "giudice" May si è persino arrogato il diritto,
d'accordo con la "pubblica accusa" Nice, di revisionare la
trascrizione del dibattimento, censurandola allo scopo di impedire la
divulgazione di quegli interventi di Milosevic considerati "ad uso
esterno" e dunque irrilevanti o inopportuni per gli Atti del
"processo".
L'imputazione contro l'allora Presidente della Repubblica Federale di
Jugoslavia Slobodan Milosevic veniva resa pubblica dalla
"procuratrice" Arbour su pressione di Madeleine Albright proprio
durante la aggressione della NATO, nella primavera del 1999,
nell'ambito della campagna mediatica di demonizzazione della
Jugoslavia e dei suoi dirigenti.
Un tassello, insomma, della più ampia operazione di disinformazione
strategica e guerra psicologica (8). Per la effettiva
cattura di Milosevic, però, dovevano maturare le condizioni politiche
in Jugoslavia. Questo cambiamento è avvenuto solo nell'autunno del
2000, quando a Belgrado si è instaurato il regime-fantoccio
filooccidentale. La rocambolesca cattura di Milosevic è avvenuta
mesi dopo, il 31 marzo 2001: in cambio al nuovo governo sono
stati accordati 50 milioni di dollari già promessi dagli USA. I
dirigenti belgradesi, per ottemperare ai ricatti militari ed economici
degli USA, della Nato e del Tribunale dell'Aja, hanno commesso una
serie di macroscopiche illegalità. Milosevic è stato detenuto per tre
mesi senza che nessuno delle centinaia di testimoni ascoltati avesse
fornito prove a sostegno della pretestuosa imputazione di
"abuso di potere" (diversa da quella di "crimini di guerra" usata
all'Aia). Al termine delle due proroghe della detenzione preventiva,
Milosevic avrebbe dovuto essere scarcerato; invece, un ulteriore,
grande scandalo è stata la modalità della sua "estradizione"
da Belgrado in Olanda, tramite una operazione-lampo illegale ed
anticostituzionale curata dai settori più filo-americani del governo
di Zoran Djindjic (9). Il sequestro ed il trasporto all'Aia su
velivoli della RAF inglese avveniva in base a un decreto del solo
premier e del ministro degli interni, con un governo
dimezzato dal ritiro dei ministri montenegrini; un decreto che
violava, insieme alle Costituzioni jugoslava e serba (10), la
posizione del Parlamento Federale nonché l'orientamento dei partner
di maggioranza e dello stesso presidente jugoslavo Kostunica. Il
giorno dopo il trasferimento di Milosevic, i governanti jugoslavi
ottenevano il loro ulteriore premio: la promessa di 1.360 milioni
di dollari, stanziati dalla "Conferenza dei donatori" alla condizione
della totale privatizzazione dell'economia nazionale.
All'Aia, Milosevic ha da subito tenuto un atteggiamento fermo ed
inequivocabile: si dichiara prigioniero politico, non riconosce
legittimità al "Tribunale ad hoc", e rifiuta di essere assistito
da avvocati, compresi quelli designati "d'ufficio" dal "Tribunale"
stesso (11). Le prime udienze (tra luglio 2001 e gennaio 2002) sono
state dedicate a problemi procedurali, ma Milosevic non ha mancato
di dire la sua ogni volta che gli è stato concesso di parlare, e
fintantoché il microfono non gli è stato spento in malo modo.
Il 29 ottobre 2001, ad esempio, dopo la lettura della "imputazione
sulla Croazia" ha detto che <<è assurdo accusare la Serbia ed i
serbi per la secessione armata della Croazia, che ha causato una
guerra civile, conflitti e sofferenze per la popolazione civile.>>
Il giorno dopo, commentando "l'imputazione sul Kosovo", egli ha fatto
notare che essa <<riguarda solamente fatti avvenuti dal 24 marzo alla
fine della prima settimana di giugno [1999], laddove (...) tutto il
pianeta sa che è proprio dal 24 marzo fino alla prima settimana di
giugno compresa che la Nato ha commesso la sua criminale aggressione
contro la Jugoslavia. (...) Se la corte non vuole prendere in
considerazione questi fatti, allora è ovvio che questa non è una
corte ma solamente una parte del meccanismo atto ad eseguire crimini
contro il mio paese e la mia gente. Se quest'ultimo è il caso (...)
e dunque se la corte è parte dell'ingranaggio, allora per piacere,
date lettura ai verdetti che vi è stato detto di formulare e
smettetela di annoiarmi.>>
Dopo la lettura del ?capo d'imputazione? sulla Bosnia-Erzegovina,
Milosevic dichiarava invece: <<Questo testo miserabile che abbiamo qui
ascoltato è l'apice dell'assurdità. Devono darmi credito per la pace
in Bosnia, e non per la guerra. La responsabilità per la guerra in
Bosnia è delle potenze che hanno distrutto la Jugoslavia e dei loro
satrapi in Jugoslavia, e non della Serbia, né del suo popolo, né
della sua politica. Questo è un tentativo...>> Qui il microfono
veniva spento. Ancora, in dicembre, Milosevic si richiamava a fatti
di estrema attualità: <<Per me è assolutamente chiaro il motivo per
cui questo falso pubblico ministero insiste sulla unificazione [dei
tre "capi d'accusa"]. La causa di questo è l'11 Settembre. Loro
vogliono mettere in secondo piano le accuse contro di me sul Kosovo
perché queste inevitabilmente aprono la questione della
collaborazione della amministrazione Clinton con i terroristi nel
Kosovo, compresa la organizzazione di Bin Laden. (...)
Quello che si può trovare sotto la superficie di questi ?capi
d'imputazione? non sono altro che i detriti ed il fango di dieci anni
di guerra mediatica, condotta con l'obiettivo di demonizzare sia la
Serbia, sia il popolo serbo e la sua dirigenza, ed anche me
personalmente, e addirittura la mia famiglia. Perché la guerra
mediatica ha preceduto quella reale, ed ha avuto come obiettivo quello
di convincere l'opinione pubblica occidentale che siamo delinquenti,
anche se non abbiamo mai dato argomenti per avvalorare questo.
Voi oggi avete letto qui che il 6 Aprile 1992 l'Unione Europea
riconobbe la Bosnia-Erzegovina. Questo è stato fatto sotto
l'influenza dell'allora Ministro degli Esteri tedesco Hans Dietrich
Genscher, perchè il 6 Aprile era il giorno in cui nel 1941 Hitler
attacco' la Jugoslavia bombardando Belgrado. C'era un desiderio di
simboleggiare, in questo modo, il capovolgimento degli esiti della II
Guerra Mondiale.>>

Il 30 gennaio 2002, Slobodan Milosevic aveva nuovamente l'occasione
di parlare dinanzi alla "corte" dell'Aia:
<<In realtà c'era un piano evidente contro quello Stato di allora che era, =

direi, un modello per il futuro federalismo europeo. Quello Stato era la
Jugoslavia, dove più nazionalità erano comprese in un sistema federativo
che realizzava la possibilità di vivere con pari diritti, con successo, con=

la possibilità di prosperare, svilupparsi e, direi, di essere d'esempio al =

mondo intero di come si può vivere insieme. Per tutto il tempo abbiamo
lottato per la Jugoslavia, per conservare la Jugoslavia. In fondo, tutti i =

fatti comprovano soltanto quello che sto dicendo. E soltanto la
Repubblica Federale di Jugoslavia tuttora esistente ha conservato la
sua struttura dal punto di vista delle nazionalità.
(...) Con ciò che sta avvenendo li' [in Kosovo] si sta in pratica
riabilitando la politica del periodo nazista, di Hitler e Mussolini.
Questo grande parlare di "Grande Serbia", di questa presunta idea
che non è mai esistita, non serve altro che a mascherare la creazione
di una "Grande Albania" - quella stessa che crearono Hitler e Mussolini
durante la Seconda Guerra Mondiale. Guardate soltanto quello schema,
e guardate che cosa si sta facendo adesso, quello che vogliono sottrarre
alla Serbia, al Montenegro ed alla Macedonia - e un domani forse anche
alla Grecia del Nord, quando le relazioni greco-turche saranno messe
alla prova di nuovo per ordine del comune padrone, ed anche quella
sarà per loro una questione da risolvere.>>
Milosevic - uomo politico socialdemocratico, di tradizioni antifasciste
ma possibilista sulla riforma dello Stato socialista in senso "occidentale"=
-
parla qui chiaramente della Jugoslavia di Tito, e la difende! Parla di un
paese nel quale si rifuggiva sia da uno jugoslavismo sovranazionale
"artificiale", sia dal nazionalismo separatista, a favore di una cultura
"sintetica" jugoslava in grado di riunire le preesistenti culture in una
nuova, dinamica, adatta ad uno Stato fondato sui diritti di cittadinanza
e non - come è purtroppo oggi - sulle "identità" etniche o religiose.
Lo spiega Neil Clark recensendo un ottimo libro (12) su questo tema
dello "jugoslavismo", un tema a sua volta "rimosso" dal dibattito
sui Balcani:
<<Negli anni Sessanta questi tentativi di formare una comune identità
jugoslava parevano aver avuto successo. I matrimoni misti indicavano
che un numero sempre maggiore di cittadini si facevano registrare nei
censimenti come jugoslavi. (...) Nel capitolo conclusivo, un'"orazione
funebre" personale per la Jugoslavia, Aleksa Djilas afferma che se
l'Occidente potesse tornare indietro all'inizio degli anni Novanta, le cose=

andrebbero diversamente. Io non ne sono certo. La distruzione di una
nazione militarmente forte e non allineata, sostituita da una serie di
protettorati deboli della NATO e del FMI, conviene perfettamente a
chi governa il nuovo mondo. La verità, come lo stesso Djilas riconosce,
è che fin quando è esistita l'Unione Sovietica, la Jugoslavia aveva una
funzione rispetto all'Occidente, ma una volta abbattuto il muro di Berlino,=

essa era solo d'impaccio. (...) La Jugoslavia, secondo Djilas, "rimane
la più pratica e sensibile, la più anti-distruttiva risposta alla question=
e
nazionale degli Slavi del Sud". Essa è, come affermato da Slobodan
Jovanovic all'epoca dell'attacco delle potenze dell'Asse nel '41, il
modo migliore in cui il popolo balcanico può garantirsi l'indipendenza
e proteggersi dal dominio straniero.>>
Dopo alcune incertezze legate alla intenzione della "procuratrice" Del
Ponte (13) di unificare i tre procedimenti sul Kosovo, sulla Croazia e
sulla Bosnia, il "processo" è stato effettivamente unificato ed è iniziato =

il 12 febbraio 2002. Da allora i mass-media, dopo le prime giornate-shock, =

hanno abbassato il sipario - gradualmente, ma completamente. In Jugoslavia,=

le autorità hanno dapprima impedito il proseguimento della diretta televisi=
va,
poi hanno operato per isolare Milosevic in ogni maniera.
Cosi', oggi soltanto chi è presente in aula può assistere ad uno spettacolo=

veramente surreale (14). Nel confronto con i testimoni, Milosevic
agevolmente rovescia le accuse, spesso mettendo i testimoni stessi in
contraddizione; tanto che qualcuno di questi ritratta, qualcun altro deve
rinunciare a deporre, qualcuno si sente male... Milosevic mette la NATO
sul banco degli imputati come responsabile non solo dei bombardamenti,
ma proprio dell'infame squartamento della RFSJ, ripercorrendo gli atti
diplomatici, politici, e militari a vari livelli compiuti dai paesi
dell'Alleanza. I fatti citati da Milosevic sono fatti storici, ormai, bench=
é
sostanzialmente ignorati o trascurati dai commentatori occidentali e
filo-occidentali. Sono fatti incontrovertibili, e Milosevic, mentre riperc=
orre
pagine e pagine di storia balcanica e mondiale, ne scrive a tutti gli effet=
ti
una nuova, con grande dignità, pur nel completo isolamento - con troppi
nemici e solo pochi amici, nemmeno tutti affidabili, attorno - e nella
disattenzione di giornalisti e "balcanologi" d'ogni sorta.
D'altronde, l'obiettivo degli sponsor del "Tribunale ad hoc" - quello
cioè di fare di Milosevic il capro espiatorio esclusivo e "conclusivo"
per le tragedie di questi anni - può essere realizzato solamente nella
misura in cui le opinioni pubbliche restino ignare di ciò che viene
effettivamente detto nell'aula dell'Aia. È questo silenzio informativo,
come ulteriore momento della campagna strategica di disinformazione
attuata in questi anni, il peggiore nemico della Jugoslavia e delle popolaz=
ioni
che la abitano, l'arma più micidiale adoperata contro di esse.
Se dunque l'operazione di "scaricamento" delle responsabilità in toto sulla=

figura di Milosevic, attraverso l'intera costruzione del processo-farsa del=
l'Aia,
rappresenta di per se un enorme tentativo di "rimozione" di quanto avvenuto=

in questi anni; se essa può offrire ai veri responsabili del "magnum crimen=
"
una grande opportunità per risciacquarsi la coscienza, autoassolversi, e fi=
nanco
sottrarsi al pagamento dei danni dei bombardamenti viceversa accollandoli
sulla stessa Jugoslavia, cioè sulla vera vittima; tuttavia tale abnorme op=
erazione
può avere successo solamente se, a sua volta, sul dibattimento sia di fatto=

calato un sipario, cosicché esso continui a svolgersi solamente dietro le =

quinte, e non ne resti alcuna cronaca. È strano e paradossale, ma tanto
apparente sforzo nella ricerca della "verità sui crimini di guerra in Jugos=
lavia",
tanto materiale accumulato sembra restare alla fin fine inutilizzato o
inutilizzabile per giornalisti, commentatori, studiosi, storici... Eppure è=
cosi':
una rimozione dentro l'altra, come in un gioco di scatole cinesi.
Analogamente alla cancellazione della Jugoslavia dalle cartine geografiche,=

pure i momenti salienti del "processo" a Milosevic vengono dunque ignorati =

dai media. Nessuno ha riportato i dettagli del confronto in aula tra Milose=
vic
e Stipe Mesic, attuale presidente croato ed ex uomo di Tudjman, ne? quelli =

del confronto con l'ex presidente della Slovenia Milan Kucan, benche?
riguardassero i momenti cruciali e drammatici dello scoppio della guerra
fratricida nel 1991. Nessuna cronaca è stata fatta della deposizione di un =

uomo dei servizi, Rade Markovic, chiamato come testimone dell'accusa
ma che poi, in aula, ha dato ragione a Milosevic ed ha dichiarato di essere=

stato sottoposto a pesanti pressioni dal governo serbo attuale affinché
dichiarasse il falso; nessuno ha commentato nemmeno il confronto con
Rugova, che non ha mai avuto il coraggio di guardare Milosevic negli
occhi (15). Per non parlare degli interventi in aula di diplomatici e polit=
ici
occidentali. Nei prossimi mesi, dedicati alla replica dell'accusato, dovreb=
bero
svolgersi molti dibattimenti che vedranno come protagonisti personaggi di
spicco dei paesi NATO, chiamati da Milosevic a testimoniare: i nostri giorn=
ali
ne riporteranno almeno qualche eco?

(A. Martocchia. Tratto da: "LA RIMOZIONE DELLA JUGOSLAVIA", di prossima
pubblicazione sulla rivista L'ERNESTO).


NOTE:
(1) Questo "Tribunale ad hoc" non va confuso con la preesistente
Corte Internazionale atta a dirimere le controversie tra gli Stati,
che ha sempre sede all'Aia ma è organismo ben più legittimato.
(2) La presidentessa del Tribunale, Gabrielle Kirk McDonald, il 5
aprile 1999 veniva insignita di una onoreficenza dalla Corte Suprema
degli USA. In quella occasione essa spiegava senza alcun imbarazzo:
<<Abbiamo beneficiato del forte sostegno dei governi interessati e
degli individui che si sono adoperati, come il Segretario Albright.
[Si noti che i bombardamenti sulla Jugoslavia erano iniziati da pochi
giorni] Come rappresentante permanente alle Nazioni Unite, essa ha
lavorato incessantemente per creare il Tribunale. In effetti, noi
spesso ci riferiamo a lei come alla "madre del Tribunale"...>>
Dunque la "mamma" del Tribunale dell'Aia non è Emma Bonino!
(3) In un comunicato stampa diramato all'Aia il 19 aprile 1999
(JL/PIU/397-E) si legge: <<Per conto del Tribunale Penale
Internazionale per la ex Jugoslavia il Presidente del Tribunale,
giudice Gabrielle Kirk McDonald, ha espresso il suo grande
apprezzamento al governo degli Stati Uniti per la sua concessione di
500mila dollari USA destinati al Progetto Outreach del Tribunale.
Harold Koh, Vice segretario di Stato USA per la democrazia, i diritti
umani ed il lavoro, ha annunciato la donazione in una conferenza
stampa presso il Tribunale venerdì 16 aprile 1999. Questa generosa
contribuzione, che ammonta a più di un terzo del budget complessivo
di Outreach, "consentirà al Tribunale" - come nota lo stesso Vice
Segretario di Stato Harold Koh - "di portare il suo messaggio di
giustizia imparziale non solamente ai governi ed ai rappresentanti
legali dell'ex Jugoslavia, ma, soprattutto, alle famiglie delle
vittime".>> Una dichiarazione tanto nobile da far venire le lacrime
agli occhi, soprattutto se si pensa che questo signore mentre parlava
rappresentava uno Stato - gli USA - che proprio in quei giorni stava
causando dolori enormi e disgrazie a quelle stesse famiglie tramite
i bombardamenti.
(4) Conferenza stampa tenuta il 17 maggio 1999.
(5) Le recenti incriminazioni ed arresti contro alcuni esponenti
minori della "manovalanza" UCK non mutano questo quadro complessivo;
lo stesso vale per l'arresto di Nasir Oric, musulmano della Bosnia
responsabile di micidiali "sortite" delle sue truppe dalla
"enclave protetta" di Srebrenica a danno dei serbi dei villaggi
circostanti nel 1992-1993 - e dunque ben prima dei fatti del 1995
sui quali la stampa internazionale ha tanto insistito, benché la
loro vera dinamica ed entità sia tuttora da chiarire (si veda in
proposito in: Juergen Elsaesser, op. cit.). Nel caso dei croati,
mentre nessun leader politico è stato "incriminato" dall'Aia,
lo Stato croato ha finora negato ogni tipo di collaborazione anche
per i militari responsabili della eliminazione fisica degli
abitanti serbi della Slavonia e delle Krajine.
(6) Franjo Tudjman, oggi defunto, è stato l'autore di testi
revisionisti sul nazismo; Alija Izetbegovic, autore della
"Dichiarazione Islamica" e legato all'Arabia Saudita, all'Iran, al
Pakistan ed a Bin Laden, è sospettato di avere fatto parte dei
filonazisti "Giovani Musulmani" durante la II Guerra Mondiale;
i leader dell'UCK, anche macedone, sono personaggi ricercati
dalle polizie di mezzo mondo per le loro frequentazioni criminali.
Tutti costoro subirono condanne e spesso scontarono pene nella RFSJ
per reati quale l'?istigazione all'odio tra le nazionalità?.
(7) La pagina 11467 degli Atti, relativa alla seduta del 10 ottobre
2002, resterà leggendaria poiché in essa per la prima volta nella
storia un "magistrato" (Richard May) dichiara che la Corte accetta
il "sentito dire" come prova.
(8) La "necessità" di una indagine contro Milosevic
veniva annunciata alla conferenza stampa congiunta tenuta dalla "madre
del Tribunale ad hoc", Albright, e dall'ex-procuratore Louise Arbour
(successivamente sostituita dalla Del Ponte) a Washington D.C. il 30
aprile del 1999: si veda il documento ufficiale dell'ufficio del
portavoce del Dipartimento di Stato USA:
http://secretary.state.gov/www/statements/1999/990430a.html .
(9) A sottolineare il vero e proprio affronto operato da questi
agenti della NATO nel governo serbo, ai danni del paese e della sua
stessa dignità e memoria storica, basti guardare al giorno in cui
il sequestro è avvenuto: 28 giugno, una data altamente simbolica per
la nazione serba. Quel giorno, nel 1389 si concludeva la nota
battaglia contro i Turchi; nel 1914 avveniva l'attentato di Sarajevo;
nel 1989 Milosevic teneva il famoso discorso a Kosovo Polje, invocando
la convivenza e la parità tra tutte le etnie (per il testo si veda:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1112 ).
Non è perciò un caso se una manifestazione internazionale contro il
"Tribunale" dell'Aia è stata convocata dal comitato "Sloboda"
all'Aia per il prossimo 28 giugno.
(10) La opinione contraria della Corte Costituzionale è stata
formalizzata il 6 novembre 2001; il testo è stato pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale della RF di Jugoslavia N.70/01 il 28
dicembre 2001.
(11) I cosiddetti "Amici curiae", la cui scarsa serietà è dimostrata
dal fatto che dopo pochi mesi uno di loro ha rilasciato alla stampa
una intervista dicendosi convinto che Milosevic sarà condannato, e
per questo è stato sostituito nell'incarico in seguito alle proteste
di Milosevic.
(12) Neil Clark sul "New Statesman" del 28 aprile di quest'anno
a proposito del libro: "Yugoslavism: histories of a failed idea
(1918-1992)" di Dejan Djokic (editor), Hurst & co., 369 pagine, ISBN
1850656630.
(13) La strana carriera di Carla Del Ponte risalta dalla clamorosa
intervista di J. Elsaesser al testimone-chiave nella vicenda
Mabetex/Pacolli, Felipe Turover, che ha accusato la Del Ponte di avere
insabbiato l'inchiesta e di aver messo a repentaglio la vita dei
testimoni (KONKRET, dicembre 2002. In italiano su:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2137 ).
(14) È oggi pero' possibile seguire le udienze via internet sui siti:
http://www.domovina.net/Icty/eng/room1.ram
http://hague.bard.edu/video.html
http://tribunal.freeserbia.com
Anche le trascrizioni, che ormai ammontano a molte migliaia di pagine, sono=

reperibili su vari siti internet.
(15) ''Hussein e Milosevic ... in quanto dittatori si assomigliano. Il prob=
lema che si
pone il mondo civile è quello di annullare le potenzialita' dei dittatori, =
per andare
sempre più verso la democrazia''. Ad un'altra domanda, Rugova ha risposto: =
''Noi
kosovari dobbiamo ringraziare Dio per l'intervento della Nato che è servito=
a salvare
un popolo e una civiltà''. (ANSA 13/02/2003).

Il 28 giugno all'Aia / 2

In vista della prossima manifestazione internazionale dell'Aia, indetta con=
tro il
"Tribunale ad hoc" e per la liberazione di Slobodan Milosevic, il coraggios=
o quotidiano
berlinese JUNGE WELT pubblica oggi, 18/6/2003, un intero inserto speciale
sull'argomento.
Di seguito la traduzione in lingua italiana di uno dei contributi ivi conte=
nuti.

CI SONO ANCORA CELLE LIBERE...

Slobodan Milosevic primo prigioniero di guerra del Nuovo Ordine Mondiale
(di Jürgen Elsässer)

Un criminale, letteralmente: in un solo anno le sue bande hanno ammazzato 1=
027
persone e ne hanno fatte sparire altre 945. Nello stesso anno - si noti ben=
e: in un
anno di pace, nel quale non ci sono stati scontri militari - in base ai dat=
i della Croce
Rossa Internazionale le sue truppe speciali hanno rastrellato almeno 180mil=
a
persone. L'Aia ha a disposizione documentazione in base alla quale, da soli=
, i suoi
killer avrebbero fatto fuori ben sei rivali politici. Dalla sua capitale so=
no scomparse, in
un solo mese, 100 giovani donne e ragazze - costrette ad entrare nel giro d=
ella
"tratta delle bianche".

E' bene che contro un criminale simile sia finalmente celebrato il processo=
? Lo
sarebbe certo. Il suddetto altri non e' che Hasim Thaci, capo della guerrig=
lia
kosovaro-albanese UCK. I crimini menzionati li ha commessi dopo che le "pot=
enti
truppe di pace" della NATO sono entrate in Kosovo con ben 40mila soldati ne=
l giugno
1999. Nella capitale Pristina i suoi gangster controllano tutto. "Di ogni =
bistecca che
mi mangio Thaci ricava 50 centesimi", ha dichiarato un poliziotto ONU di na=
zionalita'
tedesca all'Hamburger Abendblatt, nel marzo 2000.

Niente puo' illustrare la faziosita' del Tribunale per i crimini di guerra =
dell'Aia meglio
del fatto che questo Thaci, libero, tuttora ha gran voce in capitolo in Kos=
ovo. E
nemmeno altri simili criminali sono mai stati presi: pensiamo al presidente=
croato
Franjo Tudjman ed al suo collega bosniaco-musulmano Alija Izetbegovic, oppu=
re ai
loro comandanti d'arma.
Viceversa, da parte serba sono finiti subito nelle celle dell'Aia tre ex ca=
pi di Stato - la
presidentessa serbo-bosniaca Biljana Plavsic, il presidente serbo Milan Mil=
utinovic ed
il presidente jugoslavo Slobodan Milosevic. Da anni, in tutti i Balcani, co=
mmandos
pesantemente armati sono alla ricerca del predecessore della Plavsic, Radov=
an
Karadzic, e del comandante dell'esercito serbo-bosniaco, Ratko Mladic.

Questa edizione straordinaria della JUNGE WELT non vuole convincere il lett=
ore della
innocenza - ad esempio - di Milosevic. Questo non sarebbe possibile in otto=
pagine.
E soprattutto: sarebbe assurdo voler giudicare in merito guardando da una
prospettiva tedesca. La Germania, che nell'ultimo secolo ha invaso la Serbi=
a e la
Jugoslavia per ben tre volte, non e' proprio il posto giusto per ergersi a =
giudici,
foss'anche soltanto dal punto di vista giornalistico. Questo possono farlo =
semmai
quelli che, nel corso degli ultimi 13 anni, hanno sofferto l'indicibile ins=
ieme oppure
sotto a Milosevic. I serbi, i croati ed i musulmani, che oggi al di la' di =
tutte le
contraddizioni comunque si ritrovano uniti nel loro dolore, nella loro pove=
rta' e nella
loro mancanza di giustizia, potranno valutare molto meglio di noi chi e' co=
lpevole di
questo stato di cose: se il Nemico Pubblico Numero Uno oppure quelli che ha=
nno
distrutto la Jugoslavia dall'esterno. Un paese multiculturale, la potenza e=
conomica
piu' forte nel blocco dei Non-Allineati, un affascinante sistema misto di c=
apitalismo e
socialismo, ridotto nel corso di pochi anni a teatro di una mattanza, a "zo=
o" etnico, a
deserto del dominio colonialista neoliberista. In fondo, sono rimasti truff=
ati anche
quelli che si erano fatti forti della benedizione occidentale: "Denaro croa=
to in tasche
croate ed un fucile croato su spalla croata" era uno degli slogan dei seces=
sionisti di
Zagabria all'inizio degli anni Novanta. Oggi il denaro croato e' in tasche =
tedesche, e
sulle spalle croate si portano fucili americani. "Il primo criminale di gue=
rra che
andrebbe giudicato dinanzi ad un tribunale e' il ministro degli esteri tede=
sco Hans-
Dietrich Genscher", dichiaro' il giornalista britannico David Binder gia' n=
el 1992 al
"Presseclub" della rete televisiva ARD. Attraverso il riconoscimento diplom=
atico e le
forniture di armi a favore dei secessionisti, il governo federale aveva cau=
sato
l'escalation della crisi, trasformandola in guerra.

Ma di questo non e' il caso di parlare piu' - l'unico colpevole e' Milosevi=
c, "pars pro
toto" per tutti i serbi... E quelli che prima formulavano ancora obiezioni =
o
quantomeno facevano domande, vengono costretti continuamente a cimentarsi c=
on
nuove sfide e difficolta': nel 1999 dimostrammo, impotenti, contro il bomba=
rdamento
della Jugoslavia, nel 2001 contro la campagna d'Afghanistan, nel 2003 contr=
o
l'occupazione dell'Iraq... La ruota sanguinosa della Storia gira sempre piu=
'
velocemente: ieri hanno deciso che la Germania dovra' essere difesa sull'Hi=
ndukutsch
(in Asia Centrale), oggi l'esercito europeo entra nel Congo, per domani gli=
USA
annunciano guerra preventiva contro l'Iran e la Corea del Nord. Dovremmo ad=
esso
accodarci alle bugie propagandistiche di Rumsfeld, secondo il quale a Piong=
yang
starebbero pianificando un nuovo 11 Settembre ed i Mullah depositerebbero b=
ombe
nella stazione centrale di Dresda? Li' dove c'e' un pacifico coniglio ad ai=
zzare gli
animi, ecco arrivare subito il falco pronto alla guerra. In questo modo non=
vinceremo
mai.

"Chi controlla il passato, controlla il futuro", e' il motto del Grande Fra=
tello nel "1984"
di Orwell. Percio' non possiamo lasciare all'Impero l'esclusiva nella inter=
pretazione del
passato. Il passato del Nuovo Ordine Mondiale e' stata la distruzione della=
Jugoslavia.
Con quella e' incominciato tutto. La guerra del 1999, condotta al di fuori =
di ogni
mandato ONU, e' stata il segnale d'avvio per tutte le guerre a venire. Le c=
arceri
dell'Aia, edificate dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU benche' non ne aves=
se facolta',
in base allo statuto dell'ONU, sono il modello per la punizione illegittima=
di tutti quelli
che criticano. Li' finiscono quelli che non sono disposti ad aprire la prop=
ria economia
nazionale alle grandi multinazionali occidentali. Sotto Milosevic vigeva un=
a legge, in
base alla quale l'amministrazione di una azienda poteva decidere da sola se=
l'azienda
potesse essere messa in vendita, ed a chi. Questa legge va contro il princi=
pale tra i
diritti umani del Nuovo Ordine Mondiale: il diritto umano allo sfruttamento=
! Per
questa ragione il presidente jugoslavo e' rinchiuso all'Aia.

Non c'e' ragione per essere ottimisti. Tanto meglio Milosevic riesce a dife=
ndersi, tanto
piu' sicuramente egli dovra' trascorrere il resto dei suoi anni in prigione=
. Non ci
facciamo illusioni che la nostra piccola manifestazione possa tirarlo fuori=
di li'. Noi in
effetti vogliamo solamente mostrare di non aver dimenticato. Non abbiamo
dimenticato il prigioniero. Non abbiamo dimenticato la Jugoslavia. E soprat=
tutto: non
abbiamo dimenticato noi stessi. Noi sappiamo che ci sono ancora celle liber=
e per noi.
Ne siamo fieri. E' la dimostrazione: siamo ancora vivi. Loro hanno paura: e=
ccoci di
nuovo, noi.

Noi, gli jugoslavi di tutti i paesi.

Demo in Den Haag / Heutige Beilage der "jW"

1. Alle zur Demo an VIDOVDAN nach Den Haag!!
2. Demo-Aufruf + Links zu weitere Infos

3. Aus der 18.6.2003 Ausgabe der "Jungen Welt" (Berlin):
ES SIND NOCH ZELLEN FREI
Slobodan Milosevic ist der erste Kriegsgefangene der Neuen Weltordnung.
Von Jürgen Elsässer


=== 1 ===


Da: Jürgen Elsässer
Data: Ven 6 Giu 2003 19:17:18
Oggetto: Alle zur Demo an VIDOVDAN nach Den Haag!!

*** bitte weiterverbreiten ***

Liebe Freundinnen und Freunde,
dragi prijatelji!

Ich behellige Euch zum ersten Mal mit einem Demonstrationsaufruf, weil ich
nicht sicher bin, ob er Euch auf anderem Weg erreicht. Die "freie Presse"
wird die Sache wohl boykottieren, sowohl in Deutschland wie in Serbien.

Also: Am 28. Juni gibt es in Den Haag eine internationale Demonstration.
Anlaß ist der zweite Jahrestag des Kidnappings von Milosevic, Forderung
seine Freilassung und die Auflösung des Tribunals.

Über die Bewertung der Person Milosevics und seiner Politik werden wir uns
wohl nie einig werden. Aber eines ist klar: Mit ihm ist in Den Haag ganz
Serbien angeklagt. Die Serben sollen für alles verantwortlich gemacht
werden, was in den letzten 13 Jahren auf dem Balkan passiert ist, damit
niemand über die Schuld der Herren Genscher, Fischer, Schröder sowie
Clinton, Blair, Solana etc. spricht.

Den Aufruf zur Demonstration mit Unterzeichnerliste sowie Ort/Zeit etc.
findet Ihr unten. Takodje na srpskom.

Zumindest von Berlin und Hannover aus fahren Busse nach Den Haag, die abend=
s
zurückkehren (das erspart die Übernachtung).

Koordination Berlin: Gordana, Tel. (030) 390 30 796,
Email gordana.m-k@...
Koordination Hannover:
Dr. Liljana Verner, Hannover, Tel: +49 (0) 511 - 579571,
Email: LJVerner@...
Koordinacija Beograd: E-MAILA SLOBODAVK@...,
TELEFONOM +381 63 8862 301, ILI FAKSOM +381 11 630 549.

GANZ WICHTIG: Die Tageszeitung JUNGE WELT, für die ich seit Jahresanfang
wieder arbeite, bereitet eine Sonderbeilage zur Demonstration vor, die am
18. Juni erscheint. Darin alles zum Prozeß gegen Milosevic, mit Beiträgen
von Ramsey Clark, Cathrin Schütz, Rüdiger Göbel, Klaus Hartmann, Jürgen
Elsässer, eventuell Peter Handke. Und letzte Infos zur Demo.

DIESE BEILAGE KÖNNT IHR IN ZUSATZAUFLAGE BESTELLEN und damit für die
Demonstration werben. Schickt zu diesem Zweck am besten schon nächste Woche=

einen Briefumschlag mit 10 Euro (Mindestsumme) und Eurer Adresse an JUNGE
WELT, z.Hd. Peter Borak/Stefan Huth, Karl-Liebknecht-Straße 32, 10178
Berlin. Kennwort: Milosevic-Beilage. Ihr erhaltet dann postwendend 50 - 100=

Stück zugesandt.

(...)

Srdacno!

Jürgen Elsässer


=== 2 ===


JUGOSLAWIEN, AFGHANISTAN, IRAK?.WELCHES LAND ALS NÄCHSTES? STOPPT DIE
USA!

FREIHEIT FÜR SLOBODAN MILOSEVIC!

Aus Anlass des zweiten Jahrestages der Entführungdes ehemaligen Präsidenten=

von Jugoslawien rufen wir auf zu einer Internationalen Demonstration in Den=

Haag/Niederlande am Samstag, den 28. Juni, 2003,

Beginn 14 Uhr: Kundgebung vor dem ?Tribunal?, Churchill Plein 1, Übergabe
einer Petition an das ?Tribunal, anschließend Protestmarsch zur Haftanstalt=

in Scheveningen, Pompstatiosweg 46 A, Solidaritätsbotschaft an Slobodan
Milosevic und Abschlusskundgebung(Live-Schaltung zur zeitgleichen
Kuba-Solidaritätsdemonstration in Rom)

Verleumdet von Anfang an, haben Slobodan Milosevic, die Sozialistische
Partei Serbiens und alle patriotischen Kräfte Widerstand geleistet gegen di=
e
Zerschlagung Jugoslawiens in schwache, ethnisch separierte Territorien,
gegen die Beherrschung durch IWF und Weltbank, gegen das Eindringen der
Mcdonald-Kultur und gegen die NATO-gesteuerten rassistischen Terrortruppen,=

die zynisch als Freiheitskämpfer getarnt wurden. Gerade wegen dieses
prinzipiellen Widerstands hat die NATO ihn in Den Haag vor das ?Tribunal?
gestellt.

In diesem Verfahren weigert sich Präsident Milosevic, Kompromisse zu machen=
,
um sich selbst zu retten. Stattdessen entlarvt er unablässig die von der
NATO und ihren Handlangern gegen Jugoslawien begangenen rassistischen
Gewaltverbrechen.

Der Sturz von Slobodan Milosevic war ein ?Regimewechsel? made in USA.
Inzwischen wird Jugoslawien unter der Vorherrschaft von USA und Deutschland=

wirtschaftlich, sozial und kulturell verwüstet. Präsident Milosevic ist zum=

ersten politischen Gefangenen der so genannten ?Globalisierung? der
kapitalistischen Ausbeutung geworden. Durch das Kidnapping und das
?Strafverfahren? des früheren demokratisch gewählten Präsidenten eines
souveränen Staates haben die NATO und ihr ?Tribunal? einen gravierenden
Präzedenzfall für die Zerstörung der Souveränität der Staaten geschaffen.

Nach den militärischen Invasionen in Afghanistan und Irak fahren die USA un=
d
ihre Verbündeten fort, andere souveräne Nationen durch wirtschaftliche
Sanktionen, Drohungen mit Massenvernichtungswaffen und
Destabilisierungsversuche mit Hilfe von ?dissidenten? und ?oppositionellen?=

Kräften, die vom Ausland her organisiert werden, erpresserisch und gewaltsa=
m
zur Unterwerfung zu zwingen.

Wir, die Unterzeichner dieses Aufrufs sind der Meinung, dass es für künftig=
e
Kämpfe der Friedens- und sozialen Bewegungen gegen die Gefahr des Krieges
unerlässlich ist, den Widerstand gegen diese kolonialistischen Kräfte
beharrlich und konsequent fortzusetzen. Wir lassen nicht nach, gegen früher=
e
Akte der Aggression und ihre Fortsetzung in Form von Besatzung und
Unterwerfung der betroffenen Länder und des Ausverkaufs ihres Volksvermögen=
s
und ihrer Ressourcen an transnationale Konzerne zu protestieren. Wir
bestreiten diesen Besatzern das Recht, irgendwelche ?Strafverfahren? gegen
führende Politiker der von ihnen kolonisierten Territorien durchzuführen.

Eingedenk der Urteile, die von unabhängigen Volkstribunalen in Berlin und
New York gegen NATO-Führer wegen Führung eines Angriffskrieges und
Kriegsverbrechen gegen das ehemalige Jugoslawien ergangen sind, appellieren=

wir an alle ehrlichen Menschen, gleich welcher politischen Überzeugung und
sozialen Stellung, sich der Demonstration anzuschließen, um zu fordern:

? Abschaffung des illegalen Haager ?Tribunals?, eines Instruments der
Aggression und Okkupation

? Freilassung von Slobodan Milosevic, der durch seine hervorragende
Verteidigung gezeigt hat, dass er nur angeklagt wird, um die öffentliche
Aufmerksamkeit von den NATO-Kriegsverbrechen und ausländischen Vorherrschaf=
t
abzulenken, die seinem Volk aufgezwungenen wurde.

? Reparationszahlungen der Nato-Regierungen, die für alle Schäden
verantwortlich sind, die durch ihren Angriffskrieg gegen Jugoslawien
verursacht worden sind.

Ramsey Clark, ehemaliger Justizminister der USA, Rechtsanwalt, Kopräsident
des Internationalen Komitees für die Verteidigung von Slobodan Milosevic
(ICDSM); Prof. Dr. Velko Valkanov, Kopräsident des ICDSSM, Vorsitzender de=
s
Bulgarischen antifaschistischen Verbandes und Vorsitzender des Bulgarischen=

Komitees für Menschenrechte, Sofia/Bulgarien; Christopher Black,
Toronto/Canada, Rechtsanwalt, Vorsitzender des Rechtskomitees und
Vizepräsident des ICDSM; John Catalinotto, International Action Center, Ne=
w
York; Neil Clark, Journalist, Oxford; Mick Collins, Schriftsteller/Lehrer=
,
Paris/France; Michel Collon, Journalist and Author, Belgien; Heather
Cottin (Witwe von Sean Gervasi), Freeport, New York, International Action
Center, New York; Paul De Marco, Richmond Hill/Canada; Sara Flounders,
International Action Center, New York; Fulvio Grimaldi, Journalist and
Filmregisseur, Vizepräsident des ICDSM, Rom; Klaus Hartmann,
Bundesvorsitzender des Deutschen Freidenkerverbandes und Vizepräsident des
ICDSM Offenbach; Ralph Hartmann, ehem. Botschafter in Jugosalwien und
Author, Berlin; Arlene Johnson, Saint John/Canada; Vladimir Krsjlanin,
Sekretär des ICDSM und von SLOBODA/Freedom Association, Belgrad; Gordana
Milanovic-Kovacevic, Berlin; Sima Mroavitch, PhD, Paris; Michael Parenti,=

Ph.D., Author und Dozent, USA; Milosav Popadic, Helsingborg/Schweden; Rol=
f
Priemer, Chefredakteur von ?Unsere Zeit?, Bonn; Klaus von Raussendorff,
Journalist, Bonn; George Szamuely; Journalist, USA; Nico Steijnen,
Rechtsanwalt, Den Haag; Wil van der Klift, Chefredakteur von ?Manifest?,
Den Haag; Dr Ljiljana Verner, Ärztin, Vizepräsidenten der Serbischen
Diaspora in Deutschland, Hannover; Dr. Mimi Vitkova, ehemalige Ministerin
für Gesundheit, Sofia/Bulgarien; Nikola Zivkovic, Journalist, Berlin;

WEITERE INFOS:

Kontakt fuer Deutschland:

Dr. Liljana Verner, Hannover, Tel: +49 (0) 511 - 579571,
Email: LJVerner@...

Ueber die 28.6 Demo in Den Haag siehe auch:

http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/files/AIA/
Deutsch:
Den Haag: Demo am Samstag, 28. Juni 2003
... HaagDemo-Flugi.doc
Verschiedenes ueber die Demo am 28.5.2003
... aikor29.5.03.txt

http://www.sloboda.org.yu/ (Sloboda/Freedom association)

http://www.icdsm.org/ (the international committee to defend Slobodan Milos=
evic)

http://www.wpc-in.org/ (world peace council)

http://www.free-slobo.de/ (German section of ICDSM)

http://www.geocities.com/b_antinato/ (Balkan antiNATO center)

http://www.slobodan-milosevic.org/ (an independent web site)


=== 3 ===


Aus der 18.6.2003 Ausgabe der "Jungen Welt" (Berlin):

Es sind noch Zellen frei

Slobodan Milosevic ist der erste Kriegsgefangene der Neuen Weltordnung. Von=

Jürgen Elsässer


Ein Verbrecher, wie er im Buche steht: In einem einzigen Jahr ermordeten
seine Schergen 1.027 Menschen und verschleppten 945 weitere. Im selben
Jahr - wohlgemerkt: einem Friedensjahr, ohne militärische
Auseinandersetzungen - wurden nach Angaben des Internationalen Roten Kreuze=
s
mindestens 180.000 Menschen von seinen Sonderkommandos vertrieben. Den Haag=

verfügt über eine Akte, nach der seine Killer allein sechs politische
Rivalen ausgeschaltet haben. In seiner Hauptstadt verschwanden in einem
einzigen Monat 100 junge Frauen und Mädchen - Sexsklavinnen für den
Fleischmarkt.

Gut, daß einem solchen Kriminellen endlich der Prozeß gemacht wird? Schön
wär's. Bei dem Genannten handelt es sich um Hashim Thaci, den Chef der
kosovo-albanischen Guerilla UCK. Die erwähnten Verbrechen verübte er,
nachdem eine "robuste Friedenstruppe" der Nato im Juni 1999 mit 40.000
Soldaten in den Kosovo eingerückt war. In der Hauptstadt Pristina
kontrollieren seine Revolvermänner alles. "Von jedem Schnitzel, das ich hie=
r
esse, bekommt Thaci 50 Pfennig", berichtete ein deutscher UN-Polizist dem
"Hamburger Abendblatt im März 2000.

Nichts illustriert die Parteilichkeit des Kriegsverbrechertribunals in Den
Haag besser als die Tatsache, daß dieser Thaci weiterhin in Freiheit und im=

Kosovo das große Wort führt. Auch andere Räuberhäuptlinge wurden nie
belangt, etwa der kroatische Präsident Franjo Tudjman und sein
bosnisch-muslimischer Amtskollege Alija Izetbegovic, samt ihrer Heerführer.=

Von serbischer Seite dagegen sind gleich drei frühere Staatsoberhäupter in
Haager Zellen gelandet - die bosnisch-serbische Präsidentin Biljana Plavsic=
,
der serbische Präsident Milan Milutinovic und der jugoslawische Präsident
Slobodan Milosevic. Nach Plavsics Vorgänger Radovan Karadzic und dem
Oberbefehlshaber der bosnisch-serbischen Armee Ratko Mladic fahnden seit
Jahren schwerbewaffnete Fahndungskommandos auf dem ganzen Balkan.

Diese Sonderausgabe der ?jungen Welt? will die Leser nicht davon überzeugen=
,
daß zum Beispiel Milosevic unschuldig ist. Das wäre auf acht Seiten gar
nicht möglich. Vor allem: Es wäre anmaßend, dies gerade aus deutscher Sicht=

beurteilen zu wollen. Deutschland, das im letzten Jahrhundert drei Mal über=

Serbien und Jugoslawien hergefallen ist, ist nicht der richtige Ort, um übe=
r
die Geschundenen auch noch zu Gericht zu sitzen, und sei es auch nur
publizistisch. Das ist allein der Sache derjenigen, die mit oder unter
Milosevic gelebt und in den letzten 13 Jahren Unsägliches erlitten haben.
Die Serben, Kroaten und Muslime, die heute bei allen Gegensätzen doch in
ihrer Trauer, ihrem Elend und ihrer Entrechtung vereint sind, werden besser=

feststellen können als wir, wer an diesem Zustand die Schuld trägt: Der
Public Enemy No. 1 oder diejenigen, die Jugoslawien von außen zerstört
haben. Ein multikulturelles Land, die stärksten Wirtschaftsmacht der
Blockfreien-Bewegung, ein attraktives Mischsystem aus Kapitalismus und
Sozialismus wurde innerhalb weniger Jahre in ein Schlachtfeld, einen
Ethnozoo, ein Wüste neoliberaler Kolonialherrschaft verwandelt. Am Schluß
wurden auch die betrogen, die mit den westlichen Siegern gemeinsame Sache
gemacht hatten. ?Kroatisches Geld in kroatischen Taschen und ein kroatische=
s
Gewehr auf einer kroatischen Schulter? war ein Slogan der Zagreber
Sezessionisten Anfang der neunziger Jahre. Heute ist das kroatische Geld in=

den deutschen Taschen, und auf kroatischen Schultern werden amerikanische
Gewehre getragen. ?Der erste Kriegsverbrecher, der vor einem Tribunal zu
erscheinen hätte, ist der deutsche Außenminister Hans-Dietrich Genscher?,
sagte der britische Journalist David Binder schon 1992 im ARD-Presseclub.
Die Bundesregierung hatte durch die diplomatische Anerkennung und
militärische Hochrüstung der Sezessionisten die Krise zum Krieg eskaliert.

Aber darüber soll nicht mehr diskutiert werden ? schuldig ist allein
Milosevic, pars pro toto für alle Serben. Und die früher noch Einwände
hatten oder wenigstens Fragen stellten, werden in ständig neue
Auseinandersetzungen gezwungen und zermürbt: 1999 demonstrierten wir
ohnmächtig gegen die Bombardierung Jugoslawiens, 2001 gegen den afghanische=
n
Feldzug, 2003 gegen die Okkupation des Irak. Immer schneller dreht sich das=

blutige Rad der Geschichte: Seit gestern soll Deutschland am Hindukusch
verteidigt werden, heute marschiert die Euro-Armee in den Kongo ein, für
morgen kündigen die USA den Präventivkrieg gegen Iran und Nordkorea an.
Sollen wir uns jetzt für Rumsfelds Propagandalügen wappnen, daß in Pjöngjan=
g
ein neuer 11. September geplant wird und die Mullahs Bomben im Dresdner
Hauptbahnhof legen? Wo immer der friedliche Hase hinhetzt, ist der
kriegerische Igel schon da. So können wir nicht gewinnen.

?Wer die Vergangenheit beherrscht, beherrscht die Zukunft?, ist das Motto
von Big Brother in Orwells ?1984?. Wir dürfen dem Imperium also nicht die
Deutungshoheit über die Vergangenheit überlassen. Die Vergangenheit der
Neuen Weltordnung ? das ist die Zerstörung Jugoslawiens. So hat alles
begonnen. Der Krieg 1999, geführt ohne UNO-Mandat, war die Blaupause für
alle kommenden Kriege. Die Kerker von Den Haag, eingerichtet vom
UN-Sicherheitsrat entgegen seiner Befugnisse aus dem UN-Statut, ist das
Modell für die völkerrechtswidrige Abstrafung aller Kritiker. Dort enden
diejenigen, die nicht bereit sind, ihre Volkswirtschaft den großen
westlichen Konzernen zu öffnen. Unter Milosevic war Gesetz, daß die
Belegschaft eines Unternehmens selbst bestimmen kann, ob es verkauft wird
und an wen. Das verstößt gegen das wichtigste Menschenrecht der Neuen
Weltordnung, das Menschenrecht auf Ausbeutung. Deswegen sitzt der
jugoslawische Präsident in Den Haag.

Zu Optimismus besteht kein Anlaß. Je besser sich Milosevic verteidigt, um s=
o
sicherer wird er in der Zelle verfaulen. Wir machen uns keine Illusionen,
daß und unsere kleine Demonstration ihn dort herausholen wird. Wir wollen
eigentlich nur zeigen, daß wir nicht vergessen haben. Wir haben die
Gefangenen nicht vergessen. Wir haben Jugoslawien nicht vergessen. Vor
allem: Wir haben uns nicht vergessen. Wir wissen, daß für uns noch Zellen
frei sind. Darauf sind wir stolz. Es beweist: Wir leben noch. Sie haben
Angst: Wir kommen wieder.

Wir, die Jugoslawen aller Länder.