Informazione

Neonazismo: il Vaticano e la Croazia (6)


STRALCI DEL PROCESSO ALL?ARCIVESCOVO CROATO
ALOJZIJE STEPINAC
svoltosi a Zagabria dal 30 settembre al 3 ottobre 1946

Dal libro di Branimir Stanojevic
?ALOJZIJE STEPINAC, ZLOCINAC ILI SVETAC?
stampato a Belgrado nel 1985 da ?Nova Knjiga?


(........)
Il Presidente della Corte: Se non avevate una buona opinione di lui (Ante P=
avelic,
N.d.T.) perché non avete avvertito i vostri credenti, almeno loro, che stav=
ano andando
verso la catastrofe, che si stavano esponendo troppo a favore del regime us=
tascia, che
commettevano dei crimini e vendevano le loro anime? (D?altronde, non credo =
che
persone come Filipovic-Majstorovic possano salvare la loro anima dopo aver =
sgozzato
migliaia di uomini) Credo che fosse Suo dovere avvertire le Sue pecorelle d=
i non fare
così, di non collaborare con gli ustascia - non era forse questo il Suo com=
pito, e non
di versare olio sul fuoco...? Io credo che questo dovesse essere il Suo pri=
ncipale
compito.
L?accusato A. Stepinac: La mia coscienza è a posto in questo.
Il Presidente: Non ho il diritto di accusare la Sua coscienza, essa è una S=
ua questione
personale e non vìolo essa. Lei risponde ad un tribunale che stabilirà se s=
ussiste il
Suo atto di colpevolezza o no, e nella coscienza io non entro...
L?accusa: (all?accusato) Parla della Sua coscienza ustasciode, umana o di a=
rcivescovo?
L?accusato: La mia coscienza umana.
(................)
Il Presidente: Ecco qui ?La voce di S. Antonio? di Sarajevo (giornale relig=
ioso, N.d.T.).
(Il Presidente legge) ?In Croazia ci sono oltre 30.000 ebrei. Solo a Zagabr=
ia ce ne sono
12.000?. ?La voce di S. Antonio? esamina questioni politiche e razziali, op=
pure è un
giornale religioso?
L?accusato: Giornale di Sarajevo... (alzando le spalle).
Il Presidente: ... Noi abbiamo letto prima alcuni stralci di ?Hrvatska stra=
za? (La guardia
croata) che già prima dell?occupazione inneggiava e propagava idee fasciste=
,
preannunciando la vittoria tedesca. Sapeva di questo? Lo leggeva?
L?accusato: Sì, prevalentemente lo leggevo.
Il Presidente: Che si può dedurre da ciò se non che Lei acconsentiva a ques=
to operato?
L?accusato: (non risponde)
Il Presidente: Ha impartito la benedizione a ?La guardia croata??
L?accusato: Sì, è la mia firma.
Il Presidente: (.......) Milan Beluhan scrive che non ci sono più ?Litije? =
(processioni
ortodosse, N.d.T.) (....) perché i ?krizari? (crociati) dichiaravano che ch=
iunque non si
fosse convertito al cattolicesimo sarebbe stato liquidato. Sicuramente Lei =
leggeva i
giornali cattolici?
L?accusato: Sì.
Il Presidente: In ogni numero di ?Domenica? si trovano degli articoli in cu=
i i ?crociati?
invitano a confluire nelle file tedesche... Perciò è evidente che la stampa=
cattolica si
impegnava soltanto per gli ustascia. E? consapevole di questo?
L?accusato: Non ho niente da rispondere. (sorrisi nell?aula)
(......)
Il Presidente: Ha mai rimproverato i ?crociati? per la loro attività?
L?accusato: Questo è un nostro affare interno.
Il Presidente: Non è un affare interno ma un reato, e come tale non può ess=
ere un
affare interno.
L?accusato: (tace)
Il Presidente: Ha partecipato al pellegrinaggio dell?indulgenza a Marija Bi=
strica
(cittadina vicino Zagabria) nel 1941?
L?accusato: Sì.
Il presidente: Si ricorda che in quel pellegrinaggio venivano portate cinqu=
e candele?
Non si ricorda? Non ha letto cosa scriveva di questo ?La voce croata? del 1=
5.7.1941?
Simbolicamente, che cosa significavano le cinque candele?
L?accusato: Di questo non so niente.
Il Presidente: (legge) ?La voce croata? dice: ?Due candele erano per il rit=
orno di Pavelic,
due per i suoi ustascia rimpatriati ed una con la Sua foto per la felicità,=
la salute e il
benessere di Pavelic?.
L?accusato: (tace)
Il Presidente: Lei è stato al pellegrinaggio a M. Bistrica nel 1942? Ha pre=
dicato allora
questo che risulta dall?accusa?
L?accusato: Non ricordo.
Il Presidente: (legge sul ?Giornale cattolico? che ad una festa per i crede=
nti viene loro
sollecitata la preghiera per quelli che stanno al potere)... Dunque, questa=
gente
semplice era costretta a pregare per i capi che erano al servizio del gover=
no ustascia,
per i Boban, i Lisak, i Luburic e in particolare per Pavelic?
L?accusato: Non ho fatto nessun favore.
Il Presidente: Come no! Anche se un tale discorse fosse tenuto da un sempli=
ce
ustascia, avrebbe la sua influenza. Tanto più quando viene pronunciato
dall?arcivescovo di Zagabria e metropolita croato, il personaggio più poten=
te
dell?episcopato cattolico. Avrà certo più forza di un discorse pronunciato =
da un
ustascia semi-intellettuale come Boban.
L?accusato: (tace)
Il Presidente: E tutto questo nel periodo in cui gli ustascia sgozzavano la=
gente?!
L?accusato: (tace)
(.......)
Il Presidente: Ha partecipato al pellegrinaggio a M. Bistrica nel 1944?
L?accusato: Credo di sì.
Il Presidente: Dunque sì. In tale occasione ha pronunciato il discorso cita=
to nell?atto
d?accusa.
L?accusato: Sì.
Il Presidente: (legge) ?Madre di Dio di Bistrica, perdonaci e aiutaci...?. =
Dunque, dal
titolo risulta un?omelia religiosa, che dovrebbe contenere soltanto element=
i religiosi,
ma ecco cosa troviamo leggendo (legge) . La parte belligerante (i tedeschi)=
forse non
ritiene dei crimini questi orrori che colpiscono la nostra terra, perché il=
popolo croato
difende con tutta la forza dell?anima la sua libertà ed indipendenza? E da =
chi i Croati
avrebbero difeso la loro libertà?
L?accusato: (tace)
Il Presidente: Contro chi combatteva allora il popolo croato nel 1944 per l=
a sua libertà
ed indipendenza? Avrebbe ragione, sarebbero criminali quelli che al popolo =
croato
impedissero la lotta per la libertà. Questo sarebbe un delitto, ed essi sar=
ebbero dei
delinquenti. Ma non è forse un crimine ostacolare la lotta del popolo croat=
o contro
l?occupatore tedesco-italiano e il regime ustascia?
L?accusato: (tace)
(.........)
Il Presidente: Ha ordinato Lei al suo clero di officiare la messa di ringra=
ziamento ogni
10 aprile, come data dell?anniversario della NDH (Stato Indipendente Croato=
, N.d.T.)?
L?accusato: No.
Il Presidente: Però ha ordinato al clero di officiare la messa di ringrazia=
mento per
l?onomastico di Ante Pavelic? Rifiuta di rispondere, non è vero?
L?accusato: Rifiuto di rispondere.

Il Presidente legge la circolare per la messa citata, il Te Deum con la pr=
eghiera
per il 13 giugno...

Il Presidente: Ritiene Lei che il Sabor (parlamento croato, N.d.T.) inaugur=
ato da Pavelic
con gli ustascia, sia un rappresentante legale del popolo croato?
L?accusato: (rifiuta di rispondere)
Il Presidente: Le risposte possono essere soltanto due: ritengo di sì oppur=
e no. Dalla
sua risposta deduco che Lei lo riconosce legittimo Infatti ciò annebbia gli=
occhi della
nostra opinione pubblica ed estera, perché si vuole presentare l?NDH davver=
o
indipendente e non una creatura tedesca. Si vuole dimostrare tutto ciò lega=
le,
mettendo sotto un coperchio democratico i crimini ustascia, le conversioni=
in massa
al cattolicesimo, i crimini di Lisak... E Lei sostiene tutto questo, perché=
all?estero
risulti tutto normale? Lei in quell?occasione ha anche impartito la benediz=
ione al
Sabor croato?
L?accusato: Non ho una risposta a questo.
Il Presidente: Ed ha sicuramente officiato anche la messa?
L?accusato: (non risponde)
(................)
Il Presidente: Accusato Stepinac, è stato Lei a sostenere la colpevolezza c=
ollettiva
degli Ebrei?
L?accusato: Prego?
L?accusa: Era Lei d?accordo per la responsabilità collettiva degli Ebrei se=
condo gli
ordini di Pavelic?
L?accusato: Di questo non so. Prego, dimostri le cose.
L?accusa: Non lo sa? Dunque, dimentica le cose importanti che scrive e firm=
a,
cercando di nascondere le Sue colpe in un modo o nell?altro. Lei nasconde q=
uesta
vergogna, solo una persona svergognata si comporterebbe così. Così non si d=
ovrebbe
comportare un arcivescovo, un metropolita. Così non si sono comportati i ve=
scovi
Grgur Ninski e Strosmayer, i quali sapevano bene quello che dicevano nella =
lotta per il
proprio popolo. (legge il decreto stampato nel ?Giornale cattolico?, nr. 25=
del
26.6.1941)
(..............)
Il Presidente: E? possibile convertire in massa nel modo che Lei ha descrit=
to, cioè
prima si presenta la richiesta individuale, poi si deve verificare se la co=
nversione alla
fede cattolica è per convinzione, e infine si passa all?indottrinamento? Si=
può fare
questo con 2.300 persone in un giorno?
L?accusato: Su questo non posso dichiararmi.
Il Presidente: Non può o non vuole?
L?accusato: Mi rifiuto di rispondere.
Il Presidente: Le dirò perché si rifiuta di rispondere. Lei, per così dire,=
rifiuta di
difendersi, ma le Sue risposte sono tali che da esse si deduce il suo conse=
nso.
Quando ha la possibilità di difendersi, Lei dice sì o no. Quando ieri Le ho=
citato ?La
Voce di S. Antonio?, nell?articolo in cui si attaccano gli Ebrei, Lei ha tr=
ovato il modo di
rispondere, alzando le spalle, come dire: ?Come può interessarmi questo? E?=
un
giornale di Sarajevo, che non appartiene al mio arcivescovado?. Quando Le p=
oniamo
la domanda sulla conversione di 2.300 Serbi nel villaggio di Budimci in un =
giorno,
allora rifiuta di rispondere. Dove ha qualcosa da dire, lì lo dice, e dove =
non ha niente
da dire, rifiuta la risposta... (......)

Il Presidente legge un comunicato del dottor Nikola Rusinovic sulla visita=
di
Stepinac in Vaticano, inviato a Lorkovic.
(...)
3) La Chiesa croato-ortodossa e i greco-cattolici. Come ti ho già comunicat=
o, il
riconoscimento della chiesa ortodosso-croata è accettato molto bene. In que=
sto, la
Santa Sede vede la strada verso l?unione nella fede e la fine dello scisma =
in Croazia.
Questo sarebbe un ?prezioso regalo? che la Croazia può fare alla Santa Sede=
. Per
facilitare ciò, si pensa di formare dei centri greco-cattolici nei luoghi d=
ove si trovano
gli ortodossi, e su ciò lasciare che lavori il monsignore dottor Simrak, il=
miglior
conoscitore delle questioni religiose nei Balcani. Alcuni rappresentanti ca=
ttolici non
vedono benevolmente la conversione, ma il Vaticano e Stepinac sono d?accord=
o che
questa è la strada più breve all?Unione e che sarà anche di grande valore p=
olitico per
l?NDH. (........)

(Sorvoliamo sulle citazioni ai nemici della Croazia, la propaganda anglosas=
sone che,
secondo il Rusinovic, pubblica delle menzogne. Ed anche l?intolleranza vers=
o gli
Sloveni, perché secondo Stepinac volevano ricomporre la Jugoslavia. La Sant=
a Sede
non è convinta delle conversioni in massa e raccomanda di farlo gradualment=
e,
perché anche i giornali italiani hanno parlato dell?argomento).
Il Presidente: Dunque, il passaggio al cattolicesimo è spiacevole e inoppor=
tuno anche
per lo stesso Vaticano, perciò si raccomanda una conversione graduale. (leg=
ge) Nel
comunicato del 6.3.1942, Rusinovic scrive a Lorkovic della sua ?conversazio=
ne con il
cardinale Tisserand, segretario della Santa Congregazione ?Orientalis?. La =

conversazione è durata per circa un?ora e mezzo. Dopo le solite formalità d=
i saluto, il
cardinale ha chiesto in che lingua volessero conversare, francese o italian=
o, perché
parlava bene anche l?italiano, vivendo a Roma da 23 anni. Il Rusinovic si p=
resentò
dicendo di essere dalmata. ?Lei, come dalmata, può rappresentare la Croazia=
? Ci sono
ancora questi casi nella vostra vita pubblica e politica? Gli italiani dich=
iarano che la
Dalmazia è italiana è che lì vivono gli italiani!? accompagnando queste fra=
si con un
sorriso ironico. ?Posso dirti che mi sono trovato un po' in imbarazzo, perc=
hé non mi
aspettavo queste domande...?. (Cerca di spiegare la storia dall?arrivo dei =
Croati). Dopo
di che, il Tisserand chiede come si è arrivati all?annessione della Dalmazi=
a e degli
Italiani allo stato libero dell?NDH. ?Tisserand replica: ?Dunque voi sarest=
e liberi? Ma
non fate forse quello che vogliono i Tedeschi, come tutti i popoli in Europ=
a oggi? Si
può definire libertà questa??. ?Scusate, Eminenza, nell?NDH non governano i=
Tedeschi
- risposi, cercando di citare alcuni esempi. ?La vostra libertà è paragonab=
ile a quella
del nostro Petain. Anche lui è libero, ma deve consegnare ai Tedeschi l?80%=
di tutti gli
alimenti, mentre il popolo francese è affamato. Non sono storie queste, ma =
verità, lo
so benissimo questo. Addirittura i tedeschi prendono il 70% di tutto quello=
che arriva
con le navi dall?Africa, direttamente al porto?.
Il Presidente continua: Ecco come il cardinale teneva la lezione a un deleg=
ato ustascia.
Dunque, c?erano in Vaticano delle teste che capivano cosa succedeva in Croa=
zia sotto
l?occupazione tedesca. (prosegue a leggere il comunicato). ?I vostri amici =
fascisti
ridono della vostra indipendenza e libertà, come anche dell?esistenza dello=
stato
croato. Questo lo sento direttamente dai loro grandi leader politici. Il vo=
stro re, il
duca di Spoleto, non verrà mai in Croazia. (....)
Così stanno le cose. Che ne pensate, accusato Stepinac, delle parole di Tis=
serand?
L?accusato: Credo di conoscere Tisserand meglio di lei.
L?accusa: Io conosco Tisserand soltanto dal comunicato che il Rusinovic ha =
inviato e
Le domando: è d?accordo con questo?
L?accusato: Non ho nessuna osservazione da fare.
L?accusa: Il cardinale Tisserand prosegue: ?Padre Simic personalmente guida=
va un
gruppo di persone con le armi in mano, che distruggevano le chiese ortodoss=
e. Sono
certo che i francescani di Bosnia-Erzegovina si sono comportati lo stesso c=
osì
miseramente. Queste cose non può farle una persona civile e tantomeno un
sacerdote.?. (.........) Il Rusinovic prosegue nel comunicato: ?Quello che =
alcuni fascisti
dicono e pensano di noi ha poca importanza, perché sappiamo che così non pe=
nsano
i loro rappresentanti, che ci hanno aiutati a fondare il nostro stato.?
(......................)
Il comunicato - Roma, 13 luglio 1943. Anche questo comunicato è ricco di
testimonianze. Lobkovic comunica l?udienza del ministro ustascia Sincic avu=
ta col
Papa, raccontata da lui stesso: ?Alla fine della conversazione, il Papa ha =
dichiarato che
i Croati sono un buon popolo, e di essere molto soddisfatto della conversaz=
ione avuta
con il Poglavnik (Pavelic, il duce croato, N.d.T.), del quale si sentono vo=
ci lodevoli sul
suo essere un grande cattolico. Ho confermato questo aggiungendo che il Pog=
lavnik
prossimamente verrà in Italia, e sono sicuro che in quell?occasione chieder=
à la
benedizione del Papa. Il Papa rispose: ?Sono felice di poterlo fare anche i=
n quella
occasione?.
(...................)
Dalla lettera di Rusinovic a Lorkovic sull?incontro col cardinale Tisseran=
d. Nella
lettera si cita che il Vaticano gradiva la concezione jugoslava, perché spe=
rava che i
serbi sarebbero passati al cattolicesimo, arrivando così più in fretta all?=
Unione.
L?accusa: Che ne pensa Lei, accusato Stepinac, crede che le conclusioni di =
Rusinovic
fossero giuste?
L?accusato: Non ho niente da rispondere.
L?accusa: Lei è d?accordo con Rusinovic?
L?accusato. Non ho niente da osservare.
L?accusa: Ciò significa che è d?accordo.
L?accusato: (tace)
(......)
L?accusa: Non le interessa niente, anche se i fatti vengono descritti così =
chiaramente.
Lei non vede che con questo comunicato si alza il sipario su tutti quei ter=
ribili crimini?
Per nasconderli al Vaticano, questo sipario era dipinto, non è vero? Vede c=
he con
questa lettera viene smascherato l?NDH e la politica ustasciode, e Lei sta =
rivelando il
suo pensiero?...
L?accusato: Io sono tranquillo su questo.
L?accusa: In un dispaccio del 1942, Rusinovic dice di essere stato dal mons=
ignore
Sigismondi, il quale gli disse che la propaganda nemica contro gli ustascia=
era molto
attiva. Arrivati alla questione della conversione in Croazia, disse che la =
Santa Sede era
felice e che però, per questo, venivamo attaccati dalla stampa americana e =
inglese, in
quanto tutte le conversioni erano effettuate con grande oppressione. (.....=
....) Vede
cos?è la coscienza pulita. Il cappellano Dionisic neanche lui costringeva n=
essuno a
convertirsi, ma invece di indossare l?abito da prete indossava l?uniforme d=
egli
ustascia e con la pistola in mano minacciava la gente. Indossando di nuovo =
l?abito da
prete, poi li convertiva. (.......) Sapeva che dopo queste conversioni in m=
assa venivano
effettuati anche dei massacri in massa? (Questo perché, una volta convertit=
i al
cattolicesimo, le vittime sarebbero andate in paradiso - N.d.T.)
L?accusato: Signor Presidente, su questo non voglio fare nessuna dichiarazi=
one. Se
pensate che sono colpevole, condannatemi.
Il Presidente: Io non voglio pensare, ma voglio sentire Lei. Ha saputo di q=
uesti
massacri di massa?
L?accusato: Abbiamo sentito come tutti gli altri.
Il Presidente: E non credevate a questo?
L?accusato: Io non voglio fare nessuna dichiarazione. (.........)

Da una relazione si viene a conoscenza del compito principale di Pavelic n=
ella
relazione col Vaticano e cioè di impegnare l?episcopato quanto più nell?aiu=
to all?NDH,
perché così venga mascherata tutta quella verità che circola nel mondo sull=
e
atrocità di questo stato. Nella relazione si parla poi di Pellegrinetti, il=
quale dice:
?Anche se fosse tutto vero quello di cui accusano i Croati, cioè la persecu=
zione dei
Serbi, conoscendo la Storia non è niente di strano. Le atrocità non si potr=
ebbero
approvare, ma si possono capire?.
Il Presidente: Così il Pellegrinetti approva tutto quello che succedeva nel=
l?NDH. Ecco,
accusato Stepinac, questi sono gli originali che l?inviato ustascia Rusinov=
ic mandava
al ministero degli Esteri ustascia. Questi sono gli originali trovati nasco=
sti presso di
Lei. Questi originali alzano quel velo e cioè argomentano la Sua funzione e=
il Suo
ruolo, gli sforzi degli ustascia per ingaggiarLa nella collaborazione. E Le=
i ha
completamente realizzato, tramite l?alto clero, questa collaborazione. (...=
....)
L?accusa: Accusato Stepinac, prego, Lei conosceva il duca Lorkovic?
L?accusato. Sì.
L?accusa: Quando veniva da Roma, o quando arrivava a Zagabria, veniva a tro=
varLa?
L?accusato: Veniva a trovarmi.
L?accusa: Le parlava della situazione a Roma, del Vaticano, della sua funzi=
one? Le
chiedeva qualche consiglio?
L?accusato: Di questo non posso parlare e non mi ricordo.
L?accusa: Sapeva chi era Lorkovic nella gerarchia del Papa?
L?accusato: So che aveva una funzione alla corte papale.
L?accusa: Che funzione?
L?accusato: Cameriere particolare o qualcosa di simile.
L?accusa: Dunque, un?alta funzione?
L?accusato: Sì.
L?accusa: E lo sa che funzioni aveva?
L?accusato: Era una specie di delegato, come era qui Marcone.
L?accusa: Allora, che funzioni svolgeva?
L?accusato: Doveva mediare tra la Croazia e il Vaticano.
L?accusa: Dunque, funzioni diplomatiche o politiche...?
L?accusato: Soltanto mediare, ma non aveva nessuna vera missione diplomatic=
a.
L?accusa: Missioni diplomatiche di fatto ne aveva dagli ustascia!?
L?accusato: Non poteva averne perché la Croazia non era de iure riconosciut=
a dal
Vaticano.
L?accusa: E proprio perché la Croazia de iure non era riconosciuta dal Vati=
cano che
non si poteva tenere nessun altro che lui, perché è stato il cameriere part=
icolare del
Papa, e dall?altra parte stava al servizio del ministero degli Esteri, mini=
stero ustascia.
Che ne pensa, è possibile questa combinazione?
L?accusato: Non ho niente da osservare.

L?accusa poi legge un pezzo dei tanti comunicati del duca Lobkovicz, il qu=
ale ha
organizzato a Roma l?ufficio speciale dell?NDH.

L?accusa: Da questi comunicati, come anche da quelli dell?ustascia Rusinovi=
c, si
deduce molto bene un?intesa, una piena coordinazione dell?accusato Stepinac=
a capo
del clero della Chiesa cattolica e funzionario ustascia, il ministro presso=
il Vaticano. Si
vede che il Vaticano aiuta l?NDH, uno stato ustasciode... Dunque questi son=
o
documenti originali e svelano quello che l?accusato Stepinac non vuole dire=
. D?altra
parte, essi dimostrano quello che Stepinac faceva.
(............)
Dall?incontro di Lobkovicz con Spellman, arcivescovo di New York. Mentre as=
pettava
con altre personalità e il segretario dell?arcivescovo Wurster, si è sentit=
a dall?altra
parte una vivace, simpatica conversazione, e la parola ?Croatia?. Ricevendo=
Lobkovicz
molto cordialmente, Spellman gli disse: ?Lei non mi può dire niente di nuov=
o sulla
vostra questione. Sono molto informato riguardo la questione croata. Molti =
anni fa,
viaggiavo nelle vostre terre, e già la differenza tra Belgrado e Zemun (ogg=
i periferia di
Belgrado, da cui era divisa dal fiume, e un tempo appartenente all?NDH, N.d=
.T.), per
non dire tra Belgrado e Zagabria, mi ha detto abbastanza: sono due mondi, n=
on
vanno insieme?. Noi abbiamo sottolineato che lo stato croato ha una spiccat=
a
posizione del cattolicesimo e dell?Occidente verso l?Oriente, e che la fron=
tiera sul
fiume Drina conserva le posizioni cattoliche e che l?instaurazione di qualu=
nque
Jugoslavia significa la distruzione non solo del popolo croato ma anche del=

cattolicesimo... (......) Gli abbiamo consegnato il Libro grigio e la copia=
in latino dei
Princìpi degli ustascia. Ha sfogliato il libro e ha domandato se questo lib=
ro è stato
consegnato al presidente Roosevelt. Gli ho risposto: ?Certamente no?. Dopo =
di che ha
osservato che potevamo consegnarlo a Tittman, inviato di Roosevelt presso i=
l
Vaticano. Ha dimenticato che il nostro ?Stato Indipendente Croato? (NDH) è =
in guerra
contro gli USA e che non possiamo avere relazione con Roosevelt. (........)=
Dal suo
comportamento, ho capito che lo farà personalmente.
(............)
Nel comunicato del 13 luglio 1943, Lobkovicz parla dell?udienza del minist=
ro
ustascia Sincic col Papa: ?Il Poglavnik (duce croato Pavelic, N.d.T.) verrà=
presto in Italia
e certamente col grande desiderio di ricevere, in quell?occasione, la bened=
izione del
Papa. La risposta del Papa è stata: ?Lo farò anche in quella occasione, con=
molto
piacere?.
(.............)
L?accusa: Ecco, vede, da tutti i colloqui con questi alti prelati, si nomin=
a la questione
della frontiera sul fiume Drina, e sempre che i Serbi e i Croati non posson=
o vivere
insieme, che i Croati devono essere i guardiani della frontiera sulla Drina=
e che
devono continuare a sgozzarsi con i Serbi... (continua a leggere) Il monsig=
nore duca,
durante la conversazione ha detto che presso gli Italiani esiste la paura n=
ei confronti
del panslavismo e che è nel loro interesse inasprire quanto più le relazion=
i tra i popoli
dei Balcani... Dunque vede quale compito e piano Lei svolgeva? Potremmo leg=
gere
giorni e giorni.
(........)
L?accusa: Ed ora, ecco la relazione dell?11.2.1943. La manda Lobkovicz al m=
inistero
degli Esteri per quanto concerne l?informazione ricevuta dal Vaticano, e ch=
e era
segreta. Spiega dove si trovano, chi sono e cosa fanno Boris Kidric, Alojz =
Bebler,
Kocbek, Rus e Kardelj (rivoluzionari e teorici del socialismo, Sloveni, N.d=
.T.) Vere e
proprie informazioni da GESTAPO: dove si trovano, chi sono e cosa rappresen=
tano!
Questo sembra un mandato di cattura per i dirigenti della guerra di Liberaz=
ione.
Anche di questo si occupava il principe Lobkovicz, segretario privato del S=
anto Padre!
Accusato Stepinac, sono queste faccende religiose. E? questo negatia secula=
ria?
L?accusato: Non ho niente da dire.
L?accusa: E non può dirlo. Le chiedo che nella sua difesa parli di queste c=
ose. (legge il
comunicato del 9.2.1943) ?Nella continuazione del colloquio, il Santo Padre=
mi ha
detto quanto gli dispiace che ancora non tutti capiscono chi è il vero e un=
ico nemico
dell?Europa, e perché non si conduce una vera crociata contro il bolscevism=
o. Questa
dichiarazione può un po' meravigliare, sapendo la riservatezza del Papa su =
questo
argomento?. Dunque, mentre la vittoria sul fascismo si avvicina e diventa p=
iù incisiva,
appare la linea di formazione reazionaria in tutto il mondo contro l?Unione=
Sovietica,
che in quel momento, con grande numero di vittime, contribuiva alla liberaz=
ione del
mondo dal mostro nazi-fascista. (......) Accusato Stepinac, chi è che perse=
guita la
Chiesa, chi è che disonora la Chiesa?
L?accusato: Non ho niente da dire.
L?accusa: Non ha niente da dire?! Lo hanno detto il principe Lobkovicz, Rus=
inovic
Salic, Lisak e Martincic. Lo dicono centinaia e centinaia di documenti orig=
inali. Crolla
così la sua menzogna, la menzogna della sua ?lettera pastorale?, la menzogn=
a delle
sue prediche. Svela la cospirazione col nemico esterno al nostro paese.
L?accusato: Su tutto rimaniamo tranquilli.
L?accusa. E? servito tanto e tanto tempo al popolo croato, dopo la liberazi=
one, per
raccogliere questi documenti, mettere le cose in piena luce. Determini e di=
a prove
concrete almeno al clero minore, perché si stacchi da lei e vada col popolo=
.
L?accusato: (tace)
L?accusa: Accusato Stepinac! E? stato Lei a chiedere a Heger che tre sacerd=
oti del
monastero di Tchestohova venissero trasferiti nell?NDH?
L?accusato: Non so niente di questo e non voglio nemmeno rispondere.
L?accusa. Io, compagno presidente, leggerò dalla relazione.
L?accusato: Sono quelli paolini?
L?accusa: Non lo so, qui dice soltanto che sono da Tchestohova. Voleva chie=
dere
questo?
L?accusato: Sì, questo ho chiesto.
L?accusa: Ecco cosa dice di tutto ciò Haus Helm, capo dello spionaggio in C=
roazia, il
3.9.1945. ?In che modo Heger sia riuscito a dimostrare la necessità delle s=
ue relazioni
con la GESTAPO e quale beneficio abbia ottenuto lo vorrei dimostrare con qu=
esto
esempio. Stepinac ha espresso il desiderio di fronte ad Heger per il trasfe=
rimento dei
tre sacerdoti cattolici di Tchestohova in Croazia, per assicurarsi una ulte=
riore
cooperazione con Heger e per rafforzare la fiducia di Stepinac. Questo desi=
derio è
esaudito. Dalla dichiarazione di Schmacher, il quale purtroppo è stato atti=
rato in
queste cose dallo stesso Heger - sicuramente per farlo tacere - ho capito c=
he,
insieme ai collaboratori dell?azione ?Nadasve? (innanzitutto, N.d.T.), si s=
ono svolte
delle orge - Heger aveva una relazione anche con una Ebrea, della quale si =
voleva
sbarazzare. E? riuscito molto abilmente nell?intento, come ho saputo dopo, =
perché ha
dichiarato a Berlino che questa Ebrea ostacola il suo lavoro e che sicurame=
nte dirà
tutto all?arcivescovo. Secondo l?ordine da Berlino, ho dovuto mandare quest=
a Ebrea in
Germania. Per attirare ancora di più la benevolenza di Stepinac, Heger nel =
1944 a
Vienna prese i voti di sacerdote?.
Dunque una spia GESTAPO diventa sacerdote!
(...............)
Anche la carità diventa merce. Se qualcosa ci si potrebbe aspettare dai ?s=
ervi di
Dio?, allora questo è l?aiuto alla gente nella sventura. Perciò è stata fon=
data
l?organizzazione ?Caritas?. Essa è presto diventata un paravento dietro al =
quale si
svolgevano sporche azioni di molti, anche dello stesso Stepinac. (.......) =

Dalla documentazione del direttore della Caritas, Dumic: ?Nel 1944, il dot=
tor
Stepinac aveva paura che l?esercito gli occupasse il castello a Brezovica. =
Perciò mi ha
dato l?incarico di trovare al più presto possibile dei bambini e dei mobili=
, perché a
Brezovica apparisse che alloggiavano dei bambini profughi. Io avevo alcuni =
bambini
dalla Kozara e sono venute subito delle suore a prenderli e portarli nel ca=
stello
dell?arcivescovo. (......)
(Nota: questi bambini erano figli di partigiani uccisi, raccolti dagli usta=
scia per portarli
insieme alle madri a Stara Gradiska, un lager in Croazia. Alcuni di loro er=
ano accuditi
da Dumic, il direttore della Caritas, e da altre persone tramite la Croce R=
ossa. Mentre
alloggiavano al castello, Dumic chiese a Stepinac il latte per i bambini. L=
?arcivescovo
disse che non ne possedeva, anche se nel podere pascolavano delle mucche da=
latte.
Già all?epoca, un canonico, il dottor Ferdo Rozic, aveva detto, riferendosi=
ai bambini,
di togliere dai suoi piedi quei rifiuti) (.......)
?Nel maggio del 1944, il dottor Stepinac, che qualche volta prima interveni=
va
politicamente presso gli ustascia, mi ha detto che non sarebbe più interven=
uto. Dopo
di che, è iniziata una nuova vita al castello. Si organizzavano feste solen=
ni, alle quali
partecipavano generali ustascia e ministri. So che anche Max Luburic veniva=
da
Stepinac?. (.......)

Lettera pastorale. Nel periodo quando si fa di tutto da parte dei centri pi=
ù reazionari
dell?Occidente, con tanti memorandum del governo ustascia e i pareri dei le=
ader
partitici, quando il tempo e gli eventi precipitano, Stepinac si inserisce =
con la sua
lettera pastorale nel tentativo di salvare il cosiddetto ?Stato Indipendent=
e Croato?, con
vecchi motivi e slogan, anche a prezzo di nuovo sangue, se occorre.
L?accusa: Adesso voglio esibire all?accusato Stepinac qualcosa del suo mess=
aggio al
Papa, una parte dove lui dice così: ?E? inconcepibile per il sentimento cri=
stiano di
giustizia, il quale è molto forte nella nostra fede, di decretare la pena d=
i morte a
coloro che hanno diverse opinioni politiche?. Che ne pensate, accusato, di =
questo?
L?accusato: Non ho niente da dire.
L?accusa: Io vi chiedo allora perché pronunciavate questa falsità consapevo=
lmente,
con il presupposto di un effetto e con determinate intenzioni per il nostro=
paese?
L?accusato: (tace)
L?accusa: Lei dunque confessa questo. Perché questi sono documenti inoppugn=
abili
(applauso in sala - il presidente richiama all?ordine).
(.............)
Ora il vescovo descrive i partigiani e la loro lotta: tra i comunisti, par=
tigiani in
Croazia, predomina l?elemento serbo-ortodosso e nel bosco tutti i caporali =
e i
comandanti sono veri comunisti, e serbi ed ebrei.
- Così dunque lui parla degli spalatini, quei dalmati che insieme ai confra=
telli serbi e
alle altre nostre connazionalità combattevano non soltanto in Dalmazia ma a=
nche nel
Montenegro, in Bosnia ed Erzegovina e su tutto il territorio occupato, cont=
ro gli
occupatori e traditori. Dunque, mentre i nostri popoli sanguinavano nella l=
otta contro
il nemico, quest?uomo presiedeva conferenze vescovili e scriveva ?lettere p=
astorali?; e
lui, anche nel centro di Spalato, dichiarava che i sacerdoti venivano perse=
guitati. (.....)
(.......) (Argomenti sulla relazione di vari sacerdoti con i ?crociati?): (=
.........)
L?accusa: (.....) Presso ogni gruppetto di crociati si poteva trovare la ?l=
ettera
pastorale?. Loro vedevano in lei la persona più autorevole e nella conferen=
za
episcopale un grande avvenimento. In lei confluivano tutte le speranze e in=
lei
vedevano il loro condottiero. Ci spieghi questo, accusato Stepinac!
L?accusato: E? una loro questione, noi rimaniamo alla nostra ?lettera pasto=
rale?.
L?accusa: Voi rimanete?
L?accusato: Sì.
L?accusa: Il famigerato dottor Kamber, prete e parroco a Doboj, era supplen=
te di
Stepinac in qualità di cappellano. Questo prete delatore, ustascia, spia e =
delinquente,
inviava nel 1941 una lettera a Pavelic, in cui denunciava i Serbi, attirand=
o grandi
massacri in quella cittadina. Questo prete inoltre scriveva che bisognava e=
ssere
vittoriosi, e cioè convertire tutti i Serbi in Bosnia. Nella lettera viene =

professionalmente descritto, non in senso religioso ma da aguzzino, il moti=
vo per cui
gli ustascia non sono riusciti a sottomettere tutti i Serbi in Bosnia: perc=
hé ?non hanno
un servizio informativo capace ed organizzato. ... Delle rivolte nei paesi =
si sa soltanto
qualche ora prima tramite il parroco, a cui ciò viene riferito da qualche c=
redente? dice
dl Kamber. Inoltre nella lettera indirizzata a Pavelic viene cinicamente ci=
tato che
l?esercito ustascia è poco efficace, perciò bisogna chiedere l?aiuto dei te=
deschi.

La difesa di Stepinac.
Alla fine dell?interrogatorio dell?accusato Stepinac, dopo che gli avvocat=
i della
difesa hanno posto alcune domande, il presidente ha avvertito Stepinac che =
ha
legittimo diritto alla parola conclusiva. Se durante tutto l?interrogatorio=
l?arcivescovo
Stepinac ?aveva la coscienza a posto?, se per tutto il tempo non ?cercava d=
i
difendersi?, ha però usufruito pienamente nel momento della conclusione. An=
che se
la sua difesa è iniziata con: ?A tutte le accuse che mi sono qui rivolte, r=
ispondo che la
mia coscienza è tranquilla, e che per le mie convinzioni sono pronto anche =
a morire?,
ha cercato lo stesso di minimizzare al massimo la sua responsabilità o di a=
ddossarla
agli altri. (.....) Stepinac, nella sua difesa, non può contraddire nessuna=
delle azioni di
cui viene accusato, ma nello stesso tempo ritiene che la sua attività in ne=
ssun
momento era in contrasto sia con gli obblighi che con i sentimenti umani, n=
azionali e
religiosi. (...)
Stepinac ha completamente sorvolato la questione dei ?crociati?, anche se n=
el
dibattito si è constatato che ?proprio i crociati rappresentavano il quarti=
er generale
degli aguzzini ustascia? e i ?servi mercenari dell?occupazione italo-tedesc=
a?. Stepinac
non ha nemmeno citato la sua relazione con Niedzielski, il peggiore ustasci=
a e
traditore, che era il presidente dei ?crociati?.
(...............)
La conferenza episcopale della primavera 1945 (nota bene. la guerra dell?A=
sse
era ormai persa); non ha nemmeno nominato; non si è soffermato sul fatto ch=
e
questa conferenza è stata convocata e voluta infatti dagli ustascia, e che =
da loro ha
ricevuto - per meriti - la somma di 100 milioni di kune. (nota del Tradutto=
re: è lecito
porsi la domanda, secondo le notizie dei quotidiani italiani odierni, se qu=
esto denaro
non sia una parte del bottino tolto dagli ustascia agli ebrei croati?)
(................)

?Servi in utiles sumus - siamo servi inutili?. (.......)
Dunque, anche secondo il cardinale Seper, nominato cardinale dopo la morte=
di
Stepinac, tutto quello che è stato fatto, è stato fatto con la volontà di D=
io e non degli
uomini.
(................)
La coscienza.
Quando si parla delle responsabilità di A. Stepinac, allora sovente, da qu=
elli che
lo difendono, quelli che sono vicini al clericalismo, si dice - la storia d=
ovrà riscrivere il
ruolo di Stepinac e liberarlo dalle responsabilità delle accuse.
Sono passati quattro decenni da quando Stepinac è stato condannato e verame=
nte si è
venuti a conoscenza di molte nuove testimonianze, ma purtroppo è avvenuto i=
l
contrario di ciò che molti speravano e attendevano. Anche queste testimonia=
nze
aggravano la posizione di Stepinac, confermano i pareri di prima che si tra=
tta di un
uomo che ha tradito il suo popolo. Una delle testimonianze è la lettera del=
l?allora
ministro nel governo del regno Jugoslavo, Prvoslav Grizogono, indirizzata
all?arcivescovo Stepinac, già nel febbraio 1942, che termina con queste par=
ole: ?Le ho
scritto questa lettera per salvare la mia anima, e a Lei lascio di cercare =
e trovare la
strada della salvezza della sua?. Uno di quelli che è e si sente innanzitut=
to uomo e
cristiano, e poi un buon croato.
(................)
All?inizio di questo capitolo sono citate le parole del cardinale Kuharic,=

indirizzate alla figura di Stepinac. Le parole sono piene di calore, ammira=
zione,
invocazione di intelligenza e della fede in Dio. Queste parole, però, dovre=
bbero
essere piuttosto indirizzate al fratello di Stepinac, Misko, ucciso dagli u=
stascia dopo
atroci torture nell?autunno del 1943, perché partecipava attivamente all gu=
erra di
Liberazione. Ma queste parole non le abbiamo sentite per Misko Stepinac. Pe=
r
sentirle, bisognerebbe oltrepassare i secoli, bisogna avviarsi dal passato =
nel futuro.
Questo passo, in un momento troppo breve per il passato, presente e futuro,=
poteva
farlo Stepinac, nel momento in cui era veramente commosso per la morte del =
fratello,
esprimere la sua contrarietà per tutto quello che si fa in nome dell?ustasc=
ioismo e il
fascismo. Ma questo momento è fuggito velocemente come era anche arrivato. =
A.
Stepinac ha potuto dimenticare anche il sacrificio di suo fratello. Perché =
la coscienza
politicante - e non quella religiosa - di Stepinac, nel rafforzare il fasci=
smo e il
clericalismo, per conservare questa mostruosa formazione - lo Stato Indipen=
dente
Croato - era più forte di quella umana in lui. Egli non rinunciava a tale p=
olitica
nemmeno quando il Vaticano, consapevole di questo macello, volta le spalle =
al
fascismo. E? davvero difficile distinguere la religione e il credo dal cler=
icalismo
militante? E? davvero così difficile distinguere un santo da un criminale? =
E? possibile
costruire sul culto di Stepinac una visione più umana di quella che questo =
stesso
mondo ha conosciuto? E? infine possibile che ci siano uomini che credono
nell?Inquisizione, che credono che il mondo possa migliorare e progredire c=
on
l?intolleranza religiosa o politica, seminando morte e distruzione?! Alla f=
ede
nell?intelligenza e nella ragione, nella giustizia, nel coraggio e l?onestà=
, nella
convinzione che il tempo sia un giudice più severo e alla fede nella libert=
à dell?uomo
- alla quale è dato sempre così poco spazio - sono dedicate le ultime righe=
di questo
libro.

Delle nuove verità storiche nemmeno l?ombra. La storia, naturalmente, avrà=

bisogno di tanto tempo per dimenticare e per valutare il ruolo dei protagon=
isti di
questa vicenda. Non c?è dubbio che è più facile per un colpevole essere gra=
nde nel
perdono che per la vittima. Da questa omelia occasionale si può dedurre che=
ogni
azione, buona o cattiva, non è imputabile alla volontà degli uomini ma alla=
volontà di
Dio.

APPENDICE DEL TRADUTTORE
Stepinac fu condannato a 16 anni di reclusione, commutati poi, su pression=
e
degli Usa, in arresti domiciliari nella sua cittadina natale di Krasic. All=
a fine della
guerra, il Governo di Liberazione Jugoslavo consigliò al Vaticano di trasfe=
rire
l?arcivescovo Stepinac a Roma, per evitargli la condanna. Il Vaticano non l=
o richiamò,
ma lo promosse cardinale. Fino al giorno della sua morte, consapevole della=
sua
malattia del sangue, Stepinac ha mantenuto rapporti con l?emigrazione croat=
a nel
mondo.
A. Stepinac verrà beatificato il prossimo ottobre (1988) a Marija Bistrica=
. E?
sepolto nella cattedrale di Zagabria, ma la sua salma verrà traslata accant=
o all?altare
maggiore in una tomba già pronta, e collocata in un sarcofago d?argento (ch=
e non sia
stato pagato con il tesoro degli ustascia croati, rinvenuto nelle banche sv=
izzere, e con
una parte di quello trovato nel giardino di Gelli?!)

(traduzione di Ivan Pavicevac)

(italiano / english)

Lo sterminio dei rom kosovari: crisi al confine greco-macedone

=== english ===

Dear all,

the tragic situation of hundreds of Roma refugees in Medzitlija (Macedonia)=
that have
decided to take direct action to break out of their miserable conditions is=
worsening. 
These refugees are part of the 80-150,000 Roma that have been chased out of=
NATO
occupied Kosovo by the US-backed KLA (which has continued to persecute ethn=
ic
minorities and Albanian activists opposed to its agenda).  Many have fled t=
o NATO-
occupied Macedonia, where they also face horrible living conditions and
discrimination. 

Below is the latest appeal by a representative of this group calling for in=
ternational
solidarity with the plight of the Roma.  Western government's would like to=
'disappear'
these victims of NATO's aggression on Yugoslavia, just as they are trying t=
o
marginalize the legitimate claims to return of Palestinian refugees, or sil=
ence the
widerspread popular opposition to their policies in occupied Afghanistan an=
d Iraq.  ]

Included below is contact information for some of the Roma activists that a=
re working
on this issue in Macedonia.  I would urge you to forward their message to a=
s many
people, organizations, media outlets, journalists, etc. as you can think of=
to bring
their plight into the public eye or if you, yourself are involved with the =
media to
contact them and get their story out ASAP.

Regards,
Kole

ORIGINAL SENDER:   Asmet Elezovski <elezovski.asmet@...>

Refugee crises in Medzitlija

More then 690 refugees Roma, Ashkalies, Egyptains from Kosovo in the moment=
are
on Medzitlija, on Macedonian - Greek border, waiting for answer from the Eu=
ropean
Union for entrance in Greece.

They have sended ampications for asylum to the Greek Embassy. Still there i=
s no
offical document from EU. The situation of the refugees on Medzitlija is ve=
ry bad and
is getting worse every moment.

The help is not coming. There is blocade by UNHCR or somebody else, we don'=
t
know. Three new babies were born, two girls and one boy. Roma NGO's are not=

helping, about other NGO's to don't discuss. In Bitola is formed Crises sta=
ff, that is
working on humanitarain plan. In the staff are: Roma NGOs from Bitola,
representatives of the refugees. They can help them only in water, nothing =
else.

Everybody is asking and saying that will help , but the help is not coming =
in
Medzitlija. The refugees are on their possitions, requests to leave Macedon=
ia, because
of 4 years mistakes in finding solutions for the refugees. In the moment th=
ey are
supported by refugees from camp Katlanovo, who are organzing protests in fr=
ont of
offices of European institutions in Skopje and foreign Embassies in Skopje.=
In the
moment  there is no solutions for the crieses. In Macedonia mr. Nezdet Must=
afa as
Member of the Macedonian Parliament has authorization by the ERF to negotia=
te
around the crises with the government and non-government institutions,
organizations in Macedonia. On international level is authorized Mr. Rudko =

Kawczynski.

On the problem more days in Bitola is working Mr. Nicolae Gheorghe, CPRS, O=
SCE
ODIHR Warsaw.

For your direct informing and help to the refugee, see the following contac=
ts with the
refugees:

Medzitlija
Muharem + 389 70596676

Kamp Katlanovo
Adus Avdo + 389 70 598 254
Zenel Berisa + 389 70 502050

Devlesa
Asmet Elezovski

aelezovski@...

=== italiano===


Subject: Fwd: Re: crisi al confine greco-macedone
Date: Sun, 15 Jun 2003 22:18:27 +0200

Gli ultimi aggiornamenti:
In allegato la sintesi dell'ultimo mese

ORIGINAL SENDER:~~ Asmet Elezovski <elezovski.asmet@...>
~
~
Rifugiati a Medzitlija ? nostra unità di crisi
~
Più di 690 rifugiati dal Kossovo: Roma, Askali, Egizi sono tuttora a
Medzitlija, sul confine Greco - Macedone. Durante la permanenza a
Medzitlija sono nati due bambine e un bambino.
Ancora nessuna risposta ufficiale dalla EU o dalla ambasciata greca alla
loro richiesta di asilo.
La situazione dei rifugiati, già critica, peggiora da un giorno con
l'altro.
Non giungono gli aiuti, che comunque hanno cominciato a partire da varie
località in Europa. Dev'esserci una specie di blocco dell'UNHCR o di
qualcun altro, non lo sappiamo. Le ONG Rom non intendono impegnarsi
direttamente nella raccolta di aiuti, per non correre il rischio di
polemiche con le altre ONG.
A Bitola si è formata un'unità di crisi, che sta lavorando ad un piano
umanitario. E' composta dalla ONG dei Rom di Bitola e da rappresentanti
dei rifugiati. Al momento possono soltanto rifornirci di acqua e
nientaltro. La nostra impressione è che molti in Macedonia e fuori, si
stiano prodigando (qualcuno dica solo di farlo), ma qui non si è ancora
visto niente.
Nella pratica siamo tuttora abbandonati a noi stessi: anche per questo
intendiamo lasciare la Macedonia, dopo aver assistito per 4 anni a tutti
gli errori nel trovare una soluzione per i rifugiati. Sappiamo che i
rifugiati del campo profughi di Katlanovo, stanno protestando a Skopije di
fronte agli uffici della Comunità Europea e alle Ambasciate.
Purtroppo, non vediamo ancora uno sbocco a questa crisi. In Macedonia, mr.
Nezdet Mustafa, membro del Parlamento, ha assunto il compito di negoziare
con il Governo e anche le associazioni non governative. A livello
internazionale, il nostro portavoce è mr. Rudko Kawczynski.

Il nostro referente a Bitola è Mr. Nicolae Gheorghe, CPRS, OSCE ODIHR
Warsaw.

Per altre informazioni:
~
Medzitlija
Muharem + 389 70596676
~
Kamp Katlanovo
Adus Avdo + 389 70 598 254
Zenel Berisa + 389 70 502050
~
Devlesa
Asmet Elezovski
~
aelezovski@...


Fabrizio Casavola rosprom@...

FOLLA DI DUEMILA PERSONE ASSALTA L'AMBASCIATA CROATA A BELGRADO


        Croatia demands compensation for embassy attack 
        ZAGREB,June16 (SRNA)-The Croatian Foreign Ministry has reacted to l=
ast night's
attacks on its Belgrade embassy with a letter to Milan Simurdic, Serbia-Mon=
tenegro
ambassador to Zagreb.
        The ministry's letter demands to be informed of exactly what happen=
ed and also
requests that an investigation be conducted and damage compensated.
        Croatia contends that around 2,000 Belgradians marched on its embas=
sy last
night, shouting insults and leaving every single window and external light =
smashed.
        The statement added: "The incident peaked when some of those people=
climbed
the embassy balcony, took down the Croatian flag, removed the mast and in i=
ts place
put the Serbia-Montenegro flag".
        
Croatian visit postponed due to embassy attack
        ZAGREB,June15 (SRNA)-Following last night's attack of Belgrade's Cr=
oatian
embassy, Croatian Foreign Minister Tonino Picula has cancelled his visit to=

Montenegro.
        Natalija Bukovec, foreign ministry representative, said: "Under the=
se
circumstances the planned visit to Montenegro could not be carried out". Sh=
e added
that an alternative date is to be set.
        Bukovec said that Montenegrin Foreign Minister Dragisa Burzan telep=
honed
Croatian counterpart Picula to express his regret over the Belgrade inciden=
t.

FULVIO GRIMALDI

MONDOCANEFUORILINEA

17/6/3

Corsi e ricorsi

Aprile 1999. Un gruppo di Tute Bianche (già Melting Pot, già
Invisibili, già Centri Sociali del Nord Est, già Autonomia Padovana,
ogni tanto “Verdi”, poi civettuoli con RC, più spesso municipalisti,
ora Disobbedienti) si affaccia sulla scena internazionale e prende la
testa di tutto un movimento di pacifisti, Terzo Settore, buonisti,
preti, nonviolenti, che si precipita a Sarajevo a suonare la grancassa
umanitaria che ottunda la nostra percezione delle bombe e dei
secessionismi etnico-mafiosi in procinto di squartare una grande e
nobile paese, la Jugoslavia. Inalberano i vessilli della civiltà
interetnica e multiculturale che abbaglia le moltitudini e gli
impedisce di accorgersi di un milione di profughi serbi, sopravvissuti
alle carneficine etniche, cacciati dalle loro terre in Croazia, Bosnia,
Kosovo. Diffondono lo slogan CIA del “despota sanguinario” Milosevic,
accreditano invenzioni delle agenzie di disinformazione USA (Knowles
&Hill, Ruder & Finn), come i campi di sterminio serbi, gli eccidi di
Sebrenica e Racak e la pulizia etnica, poi smentita dagli stessi
investigatori ONU e Nato e, in piena guerra di sterminio Nato contro la
Serbia si presentano in 4 a Belgrado per blaterare alla Tv di Stato
stereotipi diffamatori contro il governo. Vengono rispediti al confine.
E gli è andata bene. Vorrei vedere negli USA…

Ad Aviano, nella grande manifestazione contro la guerra Nato del 6
giugno 1999, assaltano un gruppetto di compagni che alzavano una
bandiera jugoslava. Altri gli tengono bordone, vietando ai propri
associati o iscritti di invitare le comunità serbe in Italia alle
manifestazioni contro l’aggressione. In piena guerra e dopo, scambiano
inviti e stringono rapporti con l’opposizione capitalista e
filoamericana, capeggiata dall’organizzazione dei fighetti e
sottoproletari serbi “Otpor”, messa in piedi e addestrata dalla CIA
(Vedi BBC e “Il Diario”). I loro amici più stretti sono quelli della
Radio B92, radio del circuito CIA “Free Europe”, che organizza pogrom
contro gli operai e i contadini che ricordano Tito (vedi il filmatino
B92 che circola nei centri sociali dei Disobbedienti).

Sono i fulgidi corifei del partito del “né-né”.

Quando le elezioni presidenziali decretano la sconfitta di Milosevic
(un presidente che aveva tollerato in piena emergenza bellica e
cospiratoria imperialista oltre 18 partiti avversi, prezzolati e
diretti dalla CIA e dai servizi tedeschi, e una stampa al 90% ostile e
pure pagata dagli USA, (come da verbali delle relative commissioni del
Congresso), e una vera teppaglia guidata da Otpor assalta armata il
Parlamento e brucia le schede che avevano decretato la vittoria di
comunisti e socialisti alle parlamentari, questo conglomerato dei
diritti umani inneggia a “Belgrado che ride” e alla “Rivoluzione
Democratica” (grave anche la caduta dell’altrimenti preciso Tommaso De
Francesco del Manifesto).

Quando dopo un po’ Milosevic viene rapito e venduto per 30 milioni di
dollari al tribunale USA della Del Ponte, dove disintegra tutte le
accuse e i testimoni addestrati da CIA e MI5 e le ribalta sui veri
criminali di guerra; quando a Belgrado si insedia la mafia della spia
Zoran Djindjic e il paese va a catafascio tra svendite del patrimonio
industriale e smantellamento di uno stato discretamente sociale che
aveva resistito a guerre e embarghi, tutto tace. Della Jugoslavia e,
dunque, del terribile errore storico compiuto, non parla più nessuno.
Tanto meno i, consapevoli o inconsapevoli, fiancheggiatori della
dissoluzione della Jugoslavia.

Giugno 2003.

Disorientamento totale di fronte a una resistenza irachena guidata dai
vecchi dirigenti del Baath, un Partito Comunista Iracheno che, in
contrasto duro con altri due partiti comunisti, accetta l’occupazione
come necessaria, una guerriglia condotta essenzialmente non dagli
sciti, che si limitano all’autogoverno e alle rivalità tra i tre loro
gruppi(uno filoamericano, uno nazionalista, uno così così e
filoiraniano), ma dai sunniti laici del centro-nord, come era stato
annunciato da Saddam Hussein. La resistenza all’occupazione è sacra, ma
quelli sono i seguaci del “boia”. Che fare? Che dire? Ancora una volta
questi cazzoni di iracheni fanno la lotta antimperialista nel nome del
Baath e dei suoi alleati progressisti (comunisti veri, nasseriani,
socialisti della Coalizione Nazionale) e non nel nome della democrazia
partecipativa e municipale. Potevano ben chiedere la Tobin Tax e venire
a contestare il G8 e il WTO (mai si contesta l’FMI, la Nato, o la Banca
Mondiale che, d’altronde, è buona perché finanzia Porto Alegre e stampa
e distribuisce i libri dell’ex-sindaco Tarso Genro). Staremo a vedere.
Intanto ci sarà pure chi si schiera con la Resistenza irachena, come
con l’Intifada, senza se e senza ma.

Quanto all’Iran, il pensiero corre alla Belgrado degli anni ’90, quando
si succedevano le manifestazioni antiMilosevic da parte degli
“studenti” e “giovani democratici” dell’Alleanza Civica (ah, la
“società civile”!) guidate da Vesna Pesic, laureata all’Istituto Cia di
Washington “National Endowment for Democracy” (ripetutamente invitata
da Radio Sherwood di Padova), e da Sonia Licht, presidentessa della
Fondazione Soros (e interlocutrice privilegiata di alcune Donne in Nero
che vanno a Podgorica, sotto l’ala del bandito narcotrafficante
Djukanovic, a discettere di “fascismo serbo”. Quelle manifestazioni e
il sostegno ricevuto dalla “società civile” in Italia, con per
imbonitori il santone monarchico Draskovic e la spia Djindjic, fecero
da lubrificante alla successiva aggressione Nato.

Stessa scena oggi a Teheran. Il paese è sotto tiro dai vampiri
scatenati di Washington che un giorno sì e l’altro pure minacciano,
inventandosi bombe atomiche iraniane e folle di seguaci di Osama sotto
i mantelli degli ayatollah. E’ il momento migliore per scatenare una
piazza, assetata di McDonalds e mafia e mercato delle
multinazionali, sui diritti umani soppressi dagli oscurantisti
integralisti. Su loro vegliano, a uno sputo dalle coste iraniane, gli
F16 e i missili della più grande forza militare oggi concentrata nel
mondo. A loro offre incitamento e solidarietà nientemeno che il Diritto
Umano personificato, Gorge.W. Bush. E non nego che ci sarà pure tra
costoro qualcuno in buona fede, donne in testa, che s’illude che
buttando giù i mullah si apra la via per l’”altro mondo possibile”,
magari anche socialista, e non una neocolonizzazione USA che riprenda
il discorso dei colonialisti britannici e dello Shah, imposta dopo gli
opportuni sfoltimenti demografici a suon di uranio e ordigni
infanticidi a grappolo.

Contemporaneamente si torna a intensificare la polemica contro lo
“stato-nazione finito e superato” dalla globalizzazione, partecipativa,
nonviolenta, no.profit, municipale, ovviamente. L’Impero per Toni
Negri, il determinista, è una necessità storica evolutiva, come la
democrazia borghese (magari!), e a fronte dell’impero globalizzato, o
scegli l’esodo (nelle Maldive o nel Centro Sociale, a seconda delle
disponibilità), o scegli la diplomazia dal basso, quella municipale e
globale al tempo stesso: glocal, appunto.Sai che notti insonni per
l’imperatore! Questi retrogradi e conservatori che in Iraq, Iran, Cuba,
Venezuela, Brasile, Argentina, Siria, Palestina, Irlanda, Zimbabwe (W
Mugabe!), Congo (anche lì i “pacifisti” hanno fatto la loro Sarajevo, a
supporto di invasori e cospiratori imperialisti) si ostinano a vedere
nello Stato-nazione la garanzia della molteplicità, unità, sovranità
(Patria o muerte) e, soprattutto, la barriere giuridica e, se
necessario, armata contro coloro che dello Stato USA hanno fatto altro
che un Leviatano (loro sì, Stato Nazione, gli altri meglio di no)! Fare
un po’ di casino intorno alle basi americane, OK, ma disconoscere che
solo lo Stato, oggi come oggi (chè nessun comunismo lo ha ancora
dissolto), ha gli strumenti politici, giuridici, militari, magari in
coalizione con altri Stati, per riaffermare la sovranità del suo popolo
e il rifiuto della colonizzazione, non può che far piacere ai
disintegratori di Stati per eccellenza, gli USA.

O vogliamo ricorrere al Municipio?

Il che ci riporta a una debolezza storica dello Stato italiano rispetto
agli altri Stati europei e extraeuropei, nati in contrapposizione
all’Impero. Dal tempo dei Comuni, costituitisi ovviamente sotto
l’ombrello dell’Impero, seppure con qualche libertà da “esodo” (è il
quadro tracciato con mille anni di ritardo da Negri), famiglia,
particolare e locale hanno dominato il tessuto della società italiana:
tutti elementi contrastanti con la più vasta aggregazione
multiculturale, multiconfessionale, multiidentitaria conquistata con le
rivoluzioni francese, inglese, americana, russa, che ci avrebbe tratti
da un retaggio tribalistico e di fazioni che si macellano fra di loro
nel nome, appunto, del campanile e del clan. Non per nulla qui si
insiste sul modello del Chiapas e sul pensiero debolissimo di Marcos,
entrambi ispirati a familismi, particolarismi, tribalismi,
identitarismi, localismi, il massimo del privilegio per la classe
dirigente messicana che vedi frantumarsi in mille rivoli quella che
potrebbe essere una travolgente alluvione di lotte insurrezionali
coordinate dei vari soggetti antagonisti messicani per il rovesciamento
di un potere oligarchico in tutto il paese e la conquista dello Stato.

Quale sarebbe in questa prospettiva di liquidazione dello Stato
“l’altro mondo possibile”? Quello di comunità “a rete” che si scontrano
al loro interno su che cosa si possa consigliare al sindaco di fare con
una minifrazione del bilancio “partecipativo”, spostando così
astutamente il conflitto tra governati e governanti a conflitto tra
governati, guerra tra poveri che esime l’istituzione dalla
responsabilità di provvedere al bene collettivo? Questa del bilancio
partecipativo e consultatorio per un minimo degli stanziamenti è
davvero la presa per il culo del secolo: a Cuba, nel Venezuela
bolivariano l’assemblea cittadina, o di quartiere decide (non esprime
pareri) su tutto il bilancio e su tutta la gestione della comunità e
gli amministratori che non hanno funzionato vengono revocati. Con lo
Stato deperito, chi si assume la responsabilità del bene collettivo,
della ridistribuzione della ricchezza tra aree povere e aree ricche,
dell’ecologia dove il battito di una farfalla a Bolzano suscita un
maremoto a Trapani, dell’eguaglianza davanti alla legge, del sistema
dei trasporti armonizzato, della rappresentanza nei rapporti e nei
conflitti con altre entità, della sanità collettiva? Corollario
dell’estinzione dello Stato è infatti la scomparsa dell’intervento
pubblico generale ed equo e il diffondersi della frenesia egoistica del
particolarismo localista ad opera di ceti e lobbies egemoni.

A me pare che l’Italia, la cui unità nazionale era vaticinata da Dante
Alighieri fin dalla da lui vituperata epoca fratricida e
local-oligarchica dei Comuni e poi delle Signorie, abbia avuto solo tre
moti verso una nazione di cittadini uguali e uniti: nel Risorgimento,
frutto di una minoranza ma diretto verso un obiettivo collettivo,
sequestrato e umiliato dalla monarchia; quello del fascismo, stato
unitario pervertito dall’ideologia tirannica di razza e di classe
(chiamata “popolo”) e dall’imperialismo capitalista; e, soprattutto,
quello dei 240.000 partigiani che si battevano, sull’onda di un
sentimento, a larghissima maggioranza di classe, di unità e
indipendenza nazionale, nella prospettiva del socialismo e, intanto di
uno Stato unitario a costituzione democratica.

Leghisti e federalisti (non decentratori!) di ogni risma e
criptoleghisti del campanile hanno in mente un “altro mondo possibile”
che viene descritto nei documenti della strategia “del Secolo
Americano” come l’obiettivo fondamentale per realizzare il dominio
dell’unico Stato Nazionale sulle macerie degli Stati da frantumare.
Vanno smascherati.