Informazione

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Da "Liberazione", 24 marzo 2003

Quattro anni fa cominciava la cosiddetta "missione umanitaria" contro
Belgrado

Ieri la Jugoslavia, oggi l'Iraq

Claudio Grassi
24 marzo 1999, l'inizio dei bombardamenti della Nato

Guerra. Necessità di usare la forza per garantire la sicurezza
nazionale degli Stati Uniti. Conseguenze terrificanti per chi si
oppone alla superpotenza a stelle e strisce. George W. Bush non ha
certo peccato di pragmatismo nel suo ultimatum all'Iraq: ha chiamato
l'aggressione militare a un altro paese sovrano con il suo giusto
nome. Guerra, e per di più "preventiva".
Anche la fraseologia dei media si è adeguata. Finiscono in sordina i
termini "missione umanitaria", "operazione di polizia internazionale",
"azione volta a ristabilire l'ordine e la legalità". I servizi dal
fronte abbondano di descrizioni degli "effetti devastanti" delle bombe
sui palazzi iracheni, si parla senza pudore di macerie, feriti, morti,
civili in fuga. Le categorie di "missili intelligenti" e "attacchi
chirurgici" restano, ma fungono più che altro da contorno. In Medio
Oriente è in corso una guerra vera: ne è consapevole la maggioranza
delle forze democratiche e progressiste di tutto il mondo, in piazza
senza se e senza ma contro la violenza di Bush, Blair e un pugno di
alleati, contro una guerra banditesca, in aperto sfregio delle norme
del diritto internazionale. Tutto sembra chiaro, compresi i reali
obiettivi delle armate anglo-americane.


La "sinistra"
con l'elmetto
Non fu così quattro anni fa, quando nel mirino degli Usa vi era un
altro "stato canaglia", la Federazione Jugoslava di Slobodan
Milosevic. Il calendario del 1999 segnava la data del 24 marzo quando
le città serbe di Belgrado, Kragujevac, Novi Sad, Pancevo furono
colpite dal carico esplosivo degli aerei Nato. Americani e inglesi, ma
pure tedeschi, francesi e italiani. Erano i tempi della "terza via",
della "sinistra con l'elmetto" di Clinton, Blair e D'Alema, dei paesi
dell'Unione Europea quasi ovunque governati da partiti di origine
socialista i quali, attraverso la guerra in Jugoslavia, volevano
dimostrare agli Stati Uniti che "la Nato sono anche loro, che possono
avere - scriveva Paolo Palazzi ne "Il rovescio internazionale" - un
ruolo determinante sia politicamente che militarmente per vincere
questa guerra e soprattutto ogni altro futuro intervento.

Anche allora vi fu un'opposizione alla guerra. Nel nostro Paese non
mancarono i cortei, i sit-in, le proteste studentesche. In parlamento,
oltre al secco no di Rifondazione comunista, mugugni arrivarono da
settori del centro-sinistra di governo. Ma - a essere sinceri - nulla
che possa essere paragonato, neppure lontanamente, alle piazze
straripanti di milioni di pacifisti viste in queste settimane. A
chiedere la fine dei bombardamenti, a solidarizzare con la Jugoslavia
in fiamme, c'erano poche migliaia di "anime belle". Definite così non
da un arrogante deputato di Forza Italia, bensì dall'insospettabile
Achille Occhetto nelle vesti di bacchettatore di quella "sinistra
italiana, e non solo italiana, (che) sbaglia quando dice che non ci
deve essere mai l'uso della forza. Un'idea che non fa i conti con un
problema di grande rilevanza: il diritto di ingerenza umanitaria".

Ora i Ds sfilano sotto le bandiere arcobaleno, condannano l'intervento
unilaterale di Bush in Iraq, denunciano il pericolo di esautorazione
dell'Onu, e questo è senza dubbio positivo. Sembra passato un secolo
da quel 24 marzo. Erano i tempi di "Hitlerosevic", dell'accostamento
serbi-nazisti, del diktat di Ramboulliet. Quando Marco Minniti
difendeva a spada tratta la "strategia che prevede l'intervento
militare per fermare il conflitto in Kosovo e costruire attraverso un
uso - in questo caso legittimo e inevitabile - della forza le
condizioni per un'iniziativa diplomatica", e Walter Veltroni tesseva
gli elogi della fedeltà atlantica. Quando Fabio Mussi si diceva
orgoglioso che l'Italia fosse, dopo gli Usa, "tra i paesi più
coinvolti nelle crisi regionali per impegno politico e delle forze
militari", e Sergio Cofferati e la maggioranza della Cgil
consideravano la missione nei Balcani una "contingente necessità". E'
solo un flashback, non è mia volontà alimentare una polemica retroattiva.


Dopo la guerra…
peggio di prima
Da allora si potrebbe dire che nulla è più come prima. A partire dalla
Jugoslavia, scomparsa ufficialmente dai libri di geografia. Il 27
gennaio di quest'anno, al termine di un processo che ha cancellato
ogni retaggio di multietnicità e multiculturalità, si è trasformata in
"Unione di Serbia e Montenegro", contenitore che funge da anticamera
della definitiva separazione delle due ex repubbliche federate. Anche
le aspettative democratiche marcano il passo. In cambio della consegna
di Milosevic al Tribunale-fantoccio dell'Aja e della vittoria del Dos,
incoraggiata da settecento milioni di dollari, avevano promesso ai
cittadini jugoslavi un "paese normale", istituzioni moderne e
pluraliste, benessere e investimenti stranieri a pioggia. Alla società
civile occidentale che ha ingoiato il rospo dell'intervento
umanitario, un Kosovo pacificato, liberato dai conflitti etnici e la
violenza. La realtà è ben lontana.

La Serbia del post-Milosevic è sconvolta da una feroce guerra tra
bande, con un Dos divenuto forza di governo ma lacerato al suo
interno. Quello che è in corso non è uno scontro solo politico. Sotto
i colpi di sicari ancora ignoti è caduto nei giorni scorsi il premier
Zoran Djindjic, che di nemici se ne era fatti davvero tanti in questi
anni di potere. Cominciando dall'ex presidente federale Kostunica e
finendo in quella "zona grigia" che sta tra vecchi burocrati venduti
al miglior offerente, settori dei servizi segreti, imprenditori
arricchitisi con l'apertura all'economia di mercato e criminalità
organizzata, risultati determinanti per dare la "spallata" a
Milosevic, ma non sempre dagli interessi convergenti.

La Serbia di oggi è un paese in preda al caos assoluto, senza
presidente - le elezioni sono state annullate per ben due volte per
mancanza del quorum - senza premier, né autorità federali legittimate.
Dopo il "bonapartismo" di Djindjic, un'ulteriore involuzione
autoritaria potrebbe essere dietro l'angolo. Già è stato emanato un
decreto che istituisce la legge marziale e nelle principali città
della repubblica si assiste a centinaia di arresti indiscriminati: c'è
aria di caccia alla streghe, di un nuovo 6 ottobre. L'economia va a
picco: circa il 73% dei serbi adulti non ha più un lavoro stabile e
vive di espedienti, decine di fabbriche sono state chiuse o sottoposte
a ristrutturazione, la Zastava - l'orgoglio dell'industria
automobilistica jugoslava - sembra l'ombra di sé stessa. La qualità
della vita ha toccato livelli vicini a quelli del 1944, in piena
seconda guerra mondiale. Il salario medio si aggira tra i 120 e i 200
euro, che non bastano neanche a pagare la luce e l'affitto,
figuriamoci le spese sanitarie e per l'istruzione dei figli. Oltre
ventimila persone sono morte di tumore negli ultimi quattro anni, di
cui buona parte bambini, per gli effetti dell'uranio impoverito: le
"bombe intelligenti" colpiscono ancora.


Vi ricordate
del Kosovo?

E il Kosovo? Che ne è di questa provincia serba ora che si sono spenti
i riflettori internazionali? Basta leggere i rapporti periodici
stilati dalle stesse truppe d'occupazione occidentali, per farsi
l'idea del mostro creato dai sostenitori dell'"ingerenza umanitaria".
Dicevano di combattere la "pulizia etnica", il terrorismo di Stato
serbo, di voler salvaguardare le popolazioni civili albanesi. "Gli
Stati Uniti d'America e l'Armata di liberazione del Kosovo condividono
gli stessi principi e gli stessi valori umani. Combattere per l'Uck è
lo stesso che combattere per i diritti umani e i valori americani",
affermava il senatore americano Lieberman.

Non so se oggi sarebbe ancora "politicamente corretto" sbilanciarsi in
questo paragone. Tenendo conto che il Kosovo è diventato il regno
incontrastato della mafia albanese, che dal suo territorio passa il
40% dell'eroina diretta dall'Europa agli Usa, gestito prevalentemente
dalle milizie dell'Uck. Le stesse che hanno messo in piedi floridi
affari investendo sulla prostituzione, il traffico di organi e lo
"scafismo". Per non parlare della pulizia etnica - questa senza
virgolette - di cui hanno fatto le spese migliaia di serbi e Rom, ma
anche goraci, ebrei, turchi e perfino kosovari non in linea con il
capo-banda Thaci, delle chiese ortodosse devastate, dei cimiteri
profanati, dei monumenti partigiani in macerie. Altro che pacificazione!

Un'ex Jugoslavia senza Milosevic, ma in mano a bande criminali
concorrenti, in cui hanno trionfato l'odio razziale e il terrorismo
separatista. Accanto a un Afghanistan "liberato" sì dai talebani, ma
in balia di veri e propri signori della guerra feudali, dove la
produzione di droga è tornata a essere il locomotore dell'economia
locale. Con questi due esempi davanti, è facile prevedere come sarà
l'Iraq di domani, quando i "crociati" di Bush e Blair avranno issato
la bandiera americana su Baghdad…
Purtroppo è ancora attuale quanto diceva Leopardi: «La forza è
l'arbitra del mondo oggidì, come anticamente, non la giustizia».

Guerre(s) : ce qu'on aurait pu savoir dès 1999…

Un ex-président PS: "Les médias n'ont pas dit la vérité sur la
Yougoslavie"

Interview de Michel Collon et Vanessa Stojilkovic, auteurs du film Les
Damnés du Kosovo: "Serons-nous toujours `une guerre en retard' ?"

Pavé dans la mare! Le récent livre de Guy Spitaels, ex-président du PS
belge, démontre à quel point l'opinion européenne a été menée en
bateau lors de la guerre contre la Yougoslavie. Or, si on avait tiré à
temps les leçons de celle-ci, la construction du mouvement anti-guerre
et d'un front style STOP USA à échelle européenne aurait démarré bien
plus tôt.

Interview de Michel Collon, spécialiste des médiamensonges et
stratégies impérialistes, et de Vanessa Stojilkovic, auteur du film
Les Damnés du Kosovo. Bilan de leurs nombreux débats en Europe. Où va
le mouvement anti-guerre et comment le consolider ?

Interview : Antoine Renard

Michel Collon, le récent livre de l'ex président du PS belge, Guy
Spitaels,[1] a dû vous faire un drôle d'effet. Il écrit - à
contre-courant de tout ce qu'on nous avait dit - que la guerre contre
la Yougoslavie a été voulue par les Etats-Unis pour installer leur
présence militaire en Bosnie, au Kosovo, en Macédoine « jamais loin du
pipeline qui doit venir de la Mer Noire vers l'Adriatique ». C'est
exactement la thèse de vos livres Poker menteur en 98 et Monopoly en
janvier 2000. Depuis des années, vous répétiez : « Toutes ces guerres
visent à contrôler les routes du pétrole. »

Michel Collon. En effet. Que n'a-t-il dit ça quand il était au pouvoir
et que son parti a marché dans toutes les guerres enclenchées par les
Etats-Unis ! Ce n'est pas le premier politicien à ne dire un peu de
vérité qu'une fois arrivé à la pension. Certains feraient bien
d'écrire leurs mémoires avant de faire leur carrière !

Vous râlez parce que les médias vous ont censuré quand vous disiez cela !

Michel Collon. Et comment ! Le Soir (Belgique) qui l'interviewe, par
exemple, a systématiquement boycotté ces analyse, a refusé tout débat.
Idem Le Monde, Libé, les grandes télés à part quelques journalistes de
la RTBF.

Et je râle parce que leur propagande pour la guerre et leurs silences
sur les sordides intérêts économiques des multinationales, tous ces
mensonges ont permis qu'on bombarde la Yougoslavie. Que ce pays
subisse à présent la dictature du FMI, alors qu'au Kosovo, c'est pire
qu'avant bien qu'on nous le cache. Et surtout, toute cette propagande
a encouragé les Etats-Unis à se croire tout permis et à déclencher de
nouvelles guerres !

Il vous reste à travailler sous un pseudo et à faire la pub de son
livre, alors ?

Michel Collon. Je trouve, oui, que la gauche devrait lire ce bouquin
et se demander pourquoi on nous a caché tout ça pendant dix ans. Mais
si je partage son constat de l'impérialisme US, je rejette à fond sa
conclusion…

Parce que Spitaels appelle à créer une armée européenne…

Michel Collon. Exactement, la majorité des milieux dirigeants
européens veut créer une Euro-armée, pour s'emparer de régions et
matières premières stratégiques. Pour favoriser leurs propres
multinationales au lieu de laisser les USA rafler le gâteau…
D'ailleurs Spitaels réclame pour l'Europe le « droit d'ingérence »,
c'est-à-dire le droit au néocolonialisme.

Vanessa, en tant que jeune Française d'origine yougoslave, avec toute
votre famille là-bas, vous avez dû souffrir de cette diabolisation et
de cette guerre de propagande…

Vanessa Stojilkovic. Oui, j'avais 13 ans quand la guerre a éclaté, et
du coup, en France, je suis devenue une « sale Serbe ». J'avais beau
dire qu'à la télé, on ne disait pas la vérité, personne ne m'écoutait.
Avec les nombreux décès dans ma famille yougoslave, la mort
épouvantable d'un cousin, j'en ai été traumatisé, oui.

Quel était votre sentiment en réalisant le film Les Damnés du Kosovo,
qui montre le nettoyage ethnique actuel des minorités non albanaises :
Serbes, Juifs, Roms, Musulmans, Turcs, Gorans, et qui expose les vrais
objectifs stratégiques US dont l'installation au Kosovo de la
super-base militaire de Camp Bondsteel ?

Vanessa Stojilkovic. Lorsque j'ai monté les images, exceptionnelles,
que Michel avait ramenées du Kosovo, avec toutes ces souffrances qu'on
nous cache maintenant, et que j'y ai ajouté des images des effets des
bombardements, je me sentais très triste de n'avoir pas pu faire plus
pour ma famille.

Bush commençait alors à menacer l'Irak. Donc, puisqu'il était trop
tard pour les morts yougoslaves, j'ai voulu faire un film « préventif
». Pour défendre l'Irak. Si nous pouvions montrer que chaque guerre
était motivée par des intérêts économiques, nous aiderions les gens à
se défendre contre les prochaines propagandes de guerre. Et montrer le
côté inhumain, barbare des grandes puissances.

Mais la Yougoslavie ne reste-t-elle pas un sujet tabou à gauche ? On a
démasqué de nombreux médiamensonges sur l'Irak, mais sur la
Yougoslavie, c'est moins évident.

Michel Collon. En effet, il n'y a eu aucun bilan critique de cette
désinformation. Pourtant, ça vaudrait la peine à en croire, par
exemple, les récentes déclarations du brigadier général Bo Pellnas,
qui était à la tête des observateurs ONU en Croatie : «L'équipe de
Madeleine Albright et du Département d'Etat a présenté contre
Milosevic de fausses preuves, des photos satellites manipulées .
Refusant de nous montrer leurs documents. La supériorité technique des
USA leur permet de fabriquer de fausses preuves. Si les USA
présentaient des preuves quant aux armes de destruction massive
irakiennes, les pays européens n'auraient pas les moyens de les
vérifier. ».

L'info sur Milosevic a été largement manipulée, en l'amalgamant à
certaines milices serbes de Bosnie. Et surtout on a caché que les
multinationales voulaient démanteler l'autogestion yougoslave et faire
main basse sur les richesses du pays.

Vanessa Stojilkovic. En effet, la Yougoslavie comme l'Irak ont été
attaqués et diabolisés parce qu'ils résistaient à l'hégémonie des USA.

En allant ainsi à contre-courant, vous ne craignez pas d'être
diabolisés à votre tour comme « pro-Milosevic » ?

Michel Collon. Attention, réfléchissons bien, justement, à ce
processus de diabolisation. Qui a le pouvoir de nous informer (ou
déformer) ?

Ce qui se passe aujourd'hui, cette immense révolte contre la guerre
impérialiste des Etats-Unis, c'est magnifique, mais il faut aller plus
loin. Les progressistes sont forcés de se poser la question : Et les
guerres précédentes ? Nous a-t-on menti également ? Je demande qu'on
regarde aussi CNN et les autres télés US ces jours-ci : quand vous
regardez cette énorme machine de propagande, ses médiamensonges
fabriqués, ce bourrage de crâne sophistiqué avec des techniques de
Hollywood, eh bien, dites-vous qu'ils ont fait exactement pareil dans
les guerres précédentes, et que les médias européens les suivaient !

Aujourd'hui, pourquoi certains gouvernements européens s'opposent-ils
à Bush ? Surtout parce que Total ne veut pas être évincé du
Moyen-Orient par Shell et Esso. Du coup, les médias européens ont le
droit de nous dire que c'est une guerre impérialiste des USA.

Vanessa Stojilkovic. Mais l'Europe a participé à la guerre contre la
Yougoslavie, l'Europe a bombardé mon pays, rappelons-le !

Michel Collon. Alors, moi, je demande deux choses : 1. Examinons
sérieusement si les guerres du passé ont été ou non emballées avec des
médiamensonges. 2. Demandons si TF1 a le droit de dire que les guerres
françaises en Afrique sont impérialistes également. Oui, elles visent
à protéger le pillage des ressources par les multinationales
françaises qui ruinent ces populations.

Bigre, c'est pas demain qu'on vous verra à TF1 !

Vanessa Stojilkovic. Demandons-nous d'abord pourquoi ni TF1, ni les
autres ne disent un mot sur la situation qui règne à présent dans mon
pays recolonisé ! La population y crève de faim. Les mendiants sont
apparus dans les rues. Par deux fois, les gens ont carrément refusé
d'aller voter. Le premier ministre assassiné était détesté, personne
ne le pleure. Combien de fois avais-je entendu là-bas : « Il va se
faire descendre, il nous a vendus nous et notre pays pour s'enrichir
personnellement, et nous on n'a pas de quoi manger ni se soigner !»

Face à la montée des grèves, le gouvernement du FMI a profité de
l'assassinat pour instaurer l'état d'urgence. Le droit de grève est
interdit (pas suspendu, interdit) et une violente répression
s'installe. Dans le silence des médias pour qui on « cherche juste les
coupables »…


Mais vous revenez d'une tournée de projections-débats de votre film
dans plusieurs pays européens. Vos impressions ?

Vanessa Stojilkovic. Dans tous ces débats, les gens comprennent bien
pourquoi nous lions Irak et Yougoslavie. Surtout quand nous expliquons
la situation économique et sociale qui sévit en Serbie. Aussi en
Croatie, d'ailleurs, où les syndicats ont appelé à la grève générale.
Et au Kosovo, en Bosnie occupés avec un chômage de 60% !

Ne vous dit-on pas : « Mais pourquoi parler de la Yougoslavie ?
L'actualité à présent, c'est l'Irak. » ?

Vanessa Stojilkovic. Oui, on le dit. Mais c'est une erreur. D'abord,
il faut rendre justice à ce peuple agressé, l'histoire ne s'efface
pas. Ensuite, en montrant les crimes que commet aujourd'hui
l'impérialisme US au Kosovo, nous avons fait ?uvre utile pour l'Irak :
on peut voir qu'une occupation par les Etats-Unis, c'est une
catastrophe. Une très vieille femme serbe dit dans notre film : « Les
bombardements, c'était bien, c'était pas aussi grave. Maintenant, on
n'ose même plus sortir dans la rue, on doit s'enfermer à double tour
chaque jour. C'est pas bon, on devrait pouvoir vivre comme des frères. »

Nous avons voulu faire un film pour que les gens comprennent une fois
pour toutes la nature des guerres menées par l'impérialisme. Qu'ils
aient les moyens d'analyser eux-mêmes toutes les prochaines guerres.
Leur donner la clé.

Est-il exact que des spectateurs aient réagi : « C'est une bombe,
votre film ! » ?

Michel Collon. Oui, c'est arrivé plusieurs fois, à des endroits
différents, avec quasi les mêmes mots. Les gens se rendent compte
qu'on leur a caché les faits essentiels, qu'on les a menés en bateau.


A l'époque, on disait que, dans les Balkans, les Etats-Unis
soutenaient les Musulmans. Comment les Arabes réagissent-ils à votre
film ?

Michel Collon. Très bien. Le sort fait aux Palestiniens et aux
Irakiens a montré que Washington n'est nulle part « l'ami » des
Musulmans. Et notre film révèle que ceux-ci aussi sont aujourd'hui
victimes du nettoyage ethnique au Kosovo. Victimes de l'UCK dont les
Etats-Unis sont le patron.

Vanessa Stojilkovic. En tant que Serbe, j'ai été diabolisée, mais les
Arabes, en Europe, ça fait quarante ans qu'ils le sont. La jeunesse
d'origine immigrée vit une réalité catastrophique. Faites l'expérience
de chercher un logement hors des ghettos des « ZUP » si vous avez un
nom arabe ou un accent étranger ! Et si vous demandez un emploi, vous
risqueriez de vous mettre très en colère devant tant d'injustice !

Je me souviens qu'un prof m'avait expliqué qu'en période de crise
économique, il fallait toujours un bouc emissaire. Aujourd'hui, c'est
les Arabes. Je trouve qu'ils ont beaucoup de sang-froid de garder leur
calme devant tant de propagande de haine et de lois injustes : ainsi,
on peut les placer dès 10 ans dans des centres fermés: coûteuses
écoles de la délinquance, largement financées alors que les
subventions ne cessent de baisser pour les varies écoles. Il y a bien
une volonté de criminaliser cette jeunesse issue de l'immigration !

Nous, Serbes, avons reçu une image médiatique très négative dans le
but de légitimer la guerre. Un jour, à Paris, lors d'une manif serbe
contre les bombardements, j'entends un homme qui passait par là dire à
ses deux enfants: «Vite, on s'en va, sinon on va nous prendre pour des
Serbes.»

Quatre ans après la guerre, la diabolisation vous frappe toujours ?

Vanessa Stojilkovic. Bien sûr! Quand notre film a été projeté à la
Sorbonne, la prestigieuse université de Paris, la première question
qu'un homme français nous a posé, après la projection a été : «Pour
que les choses soient claires, quelle est la nationalité de Vanessa?»
Sous-entendu: si elle est Serbe, elle n'est pas crédible.

Michel Collon. On retrouve encore souvent une mentalité «La France,
c'est le pays des droits de l'homme, 1789 et tout ça… Nous, on sait et
on peut juger le monde, on a le droit d'ingérence…» Le néocolonialisme
est loin d'avoir disparu dans tous les esprits. Il est temps de
renverser les mentalités, et pas seulement en France: les pays
européens qui ont engendré les deux plus effroyables guerres de
l'Histoire, et qui ont colonisé, c'est-à-dire pillé le monde entier,
ces pays impérialistes n'ont pas à donner de leçons, mais plutôt à se
mettre à la place de leurs victimes. La plupart des gens rencontrés le
comprennent bien…


Pourquoi avoir choisi la forme "film"? Un livre ne suffisait pas?

Michel Collon. Avec un film, vous pouvez amener les gens du monde
entier à l'intérieur même du Kosovo, faire sentir de près ces
terribles souffrances dissimulées. Dans le monde entier, des gens ont
pu voir Maria traumatisée par le meurtre de son jeune neveu, assassiné
par l'UCK. Ou Stanimir dont la maison a été brûlée, dire qu'il n'en
voulait pas à ses amis albanais, seulement aux terroristes de l'UCK.
Ou un homme albanais expliquer qu'il a dû fuir car il était marié à
une femme serbe. Et comprendre que c'était une guerre de la
globalisation, pas une guerre humanitaire.

Pour ça, je suis extrêment reconnaissant à Vanessa d'avoir apporté à
ce film tout son talent et son travail acharné. Depuis la sélection
des images, la construction du scénario jusqu'au travail énorme de
montage, on ne soupçonne pas ce qu'il faut comme temps et comme soin :
vous pouvez mettre une journée pour "monter" dix secondes! A mes yeux,
il est important que la gauche puisse utiliser des moyens audiovisuels
modernes, on peut déjà passer des films sur Internet, ça va se
généraliser, donc a grand besoin de jeunes comme Vanessa qui se
lancent courageusement dans cette bataille!


Vous êtes bien plus âgé et connu que Vanessa (25 ans) ! Les gens
n'ont-ils pas tendance à se tourner uniquement vers vous?

Michel Collon. Oui. Disons-le : il y a parfois (souvent?) un peu de
racisme anti-jeunes, en tout cas un manque de confiance, on ne les
prend pas au sérieux. Mais si on veut qu'un autre monde soit possible,
il faut préparer, former et donc faire confiance à cette nouvelle
génération!


Le bilan de votre film est positif ?

Vanessa Stojilkovic. Largement! Et la manière que nous avons choisie
pour militer…


C'est-à-dire ?

Vanessa Stojilkovic. D'abord, nous lançons le film dans un pays par
une tournée de projections-débats. Dans des cinémas ou autres lieux le
plus ouverts possible, avec le soutien d'associations locales
dynamiques, des campagnes de mails. Ca nous a permis de rencontrer
quelques milliers de personnes en France, en Belgique, en Espagne…
Demain, nous partons en tournée en Italie. D'autres versions
étrangères vont bientôt sortir : anglaise, néerlandaise, serbe, russe,
arabe…

Michel Collon. Ca nous permet d'entrer en contact avec de nombreuses
personnes, notamment des jeunes, qui nous apportent leurs témoignages,
leurs problèmes politiques , leurs projets, leurs suggestions… C'est
très enrichissant. Et devoir répondre à tant de questions, pas
toujours évidentes, ça nous force à approfondir les choses, à
améliorer notre pédagogie…

Mais vous vendez aussi la cassette individuellement…
Vanessa Stojilkovic. Et c'est très encourageant de voir les gens se
mobiliser, ils achètent notre cassette (9 Euros). Pas comme souvenir
mais pour militer avec, la prêter, la projeter à des amis et discuter.
Puis, ils nous envoient des mails ou des lettres avec les résultats,
les réactions. Que je note soigneusement dans mon petit cahier...

Des exemples?

Vanessa Stojilkovic. D'abord, le film m'a permis de me réconcilier
avec des amis qui avaient été influencés par les médias français.
Maintenant, ils me soutiennent et m'encouragent. Certains se sont mis
à militer. Ma mère et ma soeur sont devenues actives contre la guerre
actuelle.

Ensuite, beaucoup de Yougoslaves nous ont remercié les larmes aux yeux
de faire enfin sortir la vérité. Une femme croate qui a dû quitter son
pays à cause de la terrible campagne antiserbe. Un professeur de la
Sorbonne qui avait renoncé à s'exprimer devant la surdité et
l'intolérance de ses collègues.

Le plus dur que j'ai entendu : cette femme serbe de Bosnie qui habite
en France: elle est à la retraite mais continue de travailler, car
elle a besoin d'argent pour racheter les têtes de ses morts aux
mercenaires islamistes qui servaient le gouvernement bosniaque
d'Izetbegovic. Racheter les têtes de ses proches pour pouvoir les
enterrer avec le reste de la dépouille!

Psychologiquement, vous ne pouvez pas sortir intact d'une telle
propagande, d'une telle injustice, tant d'atrocités. Les gens ici
n'imaginent pas à quel point on peut être détruit. Aujourd'hui encore,
je ne peux me retenir de pleurer quand je vois à la TV un reportage de
propagande anti-yougoslave, je pleure pour me libérer de ma colère.
Tout comme j'ai pleuré devant la préparation de la guerre contre
l'Irak. Pensant à l'angoisse des gens là-bas, la même que celle que
j'ai vécue.

Michel Collon. Aujourd'hui, énormément de gens se rendent compte que
la guerre contre l'Irak est scandaleuse malgré tous les prétextes dont
on l'emballe dans la propagande. Alors, faisons un bilan sérieux de
toutes les guerres précédentes. Si même ce président du PS dit qu'on
nous a manipulés, faisons en sorte que le mouvement anti-guerre
acquière une base solide pour son action à venir. Qu'il procède à un
test-médias sérieux.


Des projets ?
Vanessa Stojilkovic. Il y a dans le monde quantité de pays menacés de
devenir la cible des USA. Je me sens moralement obligée de leur donner
la parole, d'expliquer pourquoi ils seront agressés, de démonter les
médiamensonges...


Y a du boulot !

Vanessa Stojilkovic. En effet. Nous lançons un appel à tous ceux qui
peuvent nous aider à faire de tels films ou à les diffuser.

On peut contacter les auteurs du film, s'informer, faire des
propositions via le site: www.lesdamnesdukosovo.chiffonrouge.org

[1] Guy Spitaels, L'improbable équilibre, L. Pire, Bruxelles, janvier
2003. Interview Le Soir, 22 janvier.

From: Vladimir Krsljanin
1. President Milosevic ill, Hague silent
2. Zjuganov and Plotnikov protest
3. Medical mistreatment!


---


ACT IMMEDIATELLY:

PRESIDENT MILOSEVIC ILL, HAGUE SILENT!

Last information from The Hague says that the health condition of
President Milosevic is so much worsened that he was forced to cancel
this weekend's family visit, unable to move from his cell to the room
for visits.

The trial has been interrupted for the seventh time due to his illness.

Three specialists from the most renown Yugoslav medical institution –
Military Medical Academy (VMA), Dr Vucinic, Dr Lepic and Dr Brdareski,
visited President in January. The Office of ICTY in Belgrade kept
their report for more than a month and never transmitted it to The
Hague. This Office is responsible that nothing has been done on the
basis of serious conclusions and recommendations from the Belgrade
doctors' report.

For ten days already, in spite of numerous fax (see bellow) and phone
interventions from SLOBODA in Belgrade, there is NO answer from The
Hague to the request that Belgrade doctors' team visits President
Milosevic again.

Your reaction is needed in terms of hours. Address ICTY and UNHCHR
(see addresses bellow), your governments, humanitarian organizations.
Appear with public statements.

STOP THE CRIME!

PRESIDENT MILOSEVIC NEEDS URGENT VISIT AND TREATMENT BY BELGRADE
DOCTORS AND RELEASE FROM DETENTION FOR RECOVERY AT HOME!

On behalf of SLOBODA/Freedom Association

Vladimir Krsljanin

Foreign Relations Assistant to President Milosevic



THE ADDRESSES:

International Criminal Tribunal for the former Yugoslavia

ICTY

Fax: +3170 512 8637

Phone: +3170 512 8570

e-mail: taylor.icty@...

President: Theodor Meron

Trial Chamber III President: Richard May

Registrar: Hans Holthius

Amicus Curiae: Steven Kay, Branislav Tapuskovic

Churchillplein 1
2517JW The Hague
Netherlands

P.O. BOX 13888
2501 EW The Hague
Netherlands



Mr. Sergio Vieira de Mello

UN High Commissioner for Human Rights

OHCHR-UNOG

8-14 Avenue de la Paix

1211 Geneva 10, Switzerland

Tel. +4122 917 9000

Fax +4122 917 9022

http://www.unhchr.ch/html/contact.htm

E-mail: tb-petitions@...

OUR LETTERS :



Mr. Hans Holthuis, Registrar

Cc: Mr Theodor Meron, President

Mr Richard May, Judge

ICTY

The Hague, The Netherlands



Belgrade, March 12th, 2003



U R G E N T

Re: Health of President Milosevic and urgent necessity for a new visit
of VMA Belgrade medical team.

Dear Mr. Holthuis,

Considering the prolonged urgent health situation of President
Milosevic which, according to all medical experts involved, in his
present life and work conditions threatens his life, we have learned
with extreme bitterness that the ICTY Office in Belgrade avoided for a
month to transmit to you the Report of the medical team of the
Military Medical Academy (VMA) in Belgrade, who visited President
Milosevic in January this year. Accordingly, the recommendations of
the team have not been fulfilled.

The health of President Milosevic is still and constantly
deteriorating. It is obvious that there are no results up to now in
stopping this process. This situation has to be changed. Therefore, we
request that a new visit of the same VMA experts' medical team takes
place as soon as possible.

Counting on your urgent consideration of our proposal, we repeat our
contacts: telephone +381 63 8862 301 or fax at +381 11 630 549.

On behalf of Freedom Association
Yours sincerely,

Bogoljub Bjelica, president



Mr. Hans Holthuis, Registrar

Cc: Mr Theodor Meron, President

Mr Richard May, Judge

ICTY

The Hague, The Netherlands



Belgrade, March 18th, 2003



M O S T U R G E N T

Re: Worsening of President Milosevic's health and urgent necessity for
a visit of VMA medical team (our fax of March 12, 2003)

Dear Mr. Holthuis,

The information that we have just received about new deterioration of
the health of President Milosevic makes extremelly urgent your reply
and approval of our March 12 request for a new visit of the medical
experts' team of the Military Medical Academy (VMA) in Belgrade.

Having in mind as well all the appeals from our country and abroad
expressing concern about the life and health of President Milosevic,
we request your reply without further delay.

Our contacts remain: telephone +381 63 8862 301 or fax at +381 11 630 549.

On behalf of Freedom Association
Yours sincerely,

Bogoljub Bjelica, president


Mr Theodor Meron, President

Mr Richard May, Judge

Mr. Hans Holthuis, Registrar

ICTY

The Hague, The Netherlands



Belgrade, March 20th, 2003



M O S T U R G E N T

Re: DRAMATIC WORSENING OF PRESIDENT MILOSEVIC'S HEALTH (our faxes of
March 12 and 18, 2003)

Dear sirs,

Our information about the present health condition of President
Milosevic lead us to a conclusion that urgent specialist medical
check-up can not be delayed.

We can not understand your silence about our twice repeated request
for urgent visit of the medical experts' team of the Military Medical
Academy (VMA) in Belgrade.

Where are the commitments and obligations to protect the human rights
and where is the simple human moral?

Our contacts remain: telephone +381 63 8862 301 or fax at +381 11 630 549.

On behalf of Freedom Association

Bogoljub Bjelica, president


---


Translation from Russian



To the International Criminal Tribunal

for the former Yugoslavia

March, 21, 2003

Moscow

Dear Sirs!



We are deeply disturbed by a new sharp deterioration of the state of
health of Mr.Slobodan Milosevic - former President of the Federal
Republic of Yugoslavia detained by the International Criminal Tribunal
for the former Yugoslavia (ICTY) in The Hague. The sharp increase of
blood pressure (140/220) is fraught with grave consequences

The Russian State Duma repeatedly marked, that the severe conditions
of detention of Mr. Milosevic lead to destruction of his health,
creating danger to his life. However Mr. Milosevic is still deprived
of access to specialized medical aid and of sufficient rest. We are
deeply disturbed that despite persistent appeals of medical experts to
reduce the intensity of the process, the wearisome multihour sessions
proceed.

The ICTY actions violate the UN General Assembly resolution 37\94 of
December 18, 1982 that demands the authorities to render to the
detainees medical aid of the same quality, as to other population
groups. We have an impression that the ICTY quite consciously provokes
deterioration of a condition of health of the political prisoner.

The Russian Communist Party fraction of the State Duma of the Russian
Federation and the Agro-Industrial deputy group representing a third
of members of the Russian parliament, call on the ICTY to undertake
emergency steps, which could prevent the dangerous consequences of
these developments

We believe, that as the first urgent measure a group of the Belgrade
Military-Medical Academy experts who are ready immediately to travel
to The Hague, should have an opportunity to render emergency help to
Mr.Milosevic.

As similar situations repeat with dangerous periodicity, we call on
the ICTY to release Mr.Milosevic so that he can get full-scale
specialized medical treatment in Serbia.

We intend to raise the issue of mistreatement of Mr.Milosevic at the
forthcoming session of the Parliamentary Assembly of the Council of
Europe.



Gennady Zyuganov

Head of the CPRF fraction

of the Russian Parliament



Vladimir Plotnikov

Deputy Head of the

Agro-Industrial deputy group


---


URGENT ALLERT FROM SLOBODA

MEDICAL MISTREATMENT OF PRESIDENT MILOSEVIC

Belgrade, March 24, 2003

On the basis of information that has been reached us today, we state:

Slobodan Milosevic is being given a medication against the high blood
pressure called Labetalol (belonging to the class of beta-blockers)
which is producing in his case dazedness and insomnia.

Until yesterday President Milosevic has not been informed about these
possible side effects of the medication.

Dazedness as a side effect forces him to invest additional efforts and
strength to be able to fulfill his hard schedule. And insomnia as
another side effect caused by the medication is making for him
necessary minimum of rest impossible.

It is becoming obvious that at The Hague we don't even deal any more
with a faked trial, but with the simple torture.

If one takes into account the everyday fiasco of the fake indictment
and of the fake witnesses – the motives for such a mistreatment become
clear.

These are the facts we know, but we can only guess what other means
they use to disable President Milosevic.

At the same time, the Trial Chamber persistently denies to President
Milosevic both opportunity to recover and time to get properly
prepared for the process. And everyone knows that he has no intention
to escape, but a strongest determination to defeat and expose the
crime against Yugoslavia and Serbian people.

SLOBODA/Freedom Association feels obliged to inform the Yugoslav and
international public about this criminal mistreatment.



TO DIRECT YOUR APPEALS IN INCREASED NUMBER, PLEASE USE THE FOLLOWING
ADDRESSES:



International Criminal Tribunal for the former Yugoslavia

ICTY

Fax: +3170 512 8637

Phone: +3170 512 8570

e-mail: taylor.icty@...

President: Theodor Meron

Trial Chamber III President: Richard May

Registrar: Hans Holthius

Amicus Curiae: Steven Kay, Branislav Tapuskovic

Churchillplein 1
2517JW The Hague
Netherlands

P.O. BOX 13888
2501 EW The Hague
Netherlands



Mr. Sergio Vieira de Mello

UN High Commissioner for Human Rights

OHCHR-UNOG

8-14 Avenue de la Paix

1211 Geneva 10, Switzerland

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Fax +4122 917 9022

http://www.unhchr.ch/html/contact.htm

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1. 24. MART: PORUKA MIRA I SLOBODE IZ BEOGRADA
2. BEOGRADSKI FORUM: Saopstenje o napadu na Irak


=== 1 ===


24. MART: PORUKA MIRA I SLOBODE IZ BEOGRADA

U organizaciji socijalista Beograda, danas je odrzan komemorativni
skup povodom cetvrte godisnjice pocetka NATO agresije na nasu zemlju.

Na skupu su govorili Prof. Dr Ilija Vukovic, u ime Patriotskog saveza
Jugoslavije, Dragutin Minja Milovanovic, u ime Srba sa Kosova i
Metohije i Vladimir Krsljanin, u ime beogradskih socijalista.

Uprkos pokusaju rezima da represivnim merama vanrednog stanja
onemoguci obelezavanje godisnjice, kao i antiratne i socijalne
proteste, oko 200 doslednih socijalista i drugih patriota pokazalo je
danas odlucnost da istraje u odbrani slobode i nacionalnog
dostojanstva.

Skupu su prisustvovali Prof. Dr Oskar Kovac, Dr Zoran Bingulac,
Cedomir Zdrnja i drugi istaknuti socijalisticki prvaci, antifasisti i
patrioti, kao i ratni veterani.

Beogradski skup se obratio Predsedniku Slobodanu Milosevicu, domacoj
i svetskoj javnosti PORUKOM MIRA I SLOBODE.

U poruci se odaje posta herojima odbrane i zrtvama agresije i zahteva
momentalni prekid agresije na nas i druge narode, a kao deo agresije
se karakterise delatnost aktuelnog rezima u Beogradu i zahteva
njegova ostavka zbog odgovornosti za “ponistavanje narodnog
suvereniteta, katastrofalno stanje u socijalnoj, ekonomskoj i
bezbednosnoj oblasti, teska krsenja Ustava, zakona i ljudskih prava i
opstu kriminalizaciju drustva”. Ilegalno vanredno stanje u Srbiji
mora biti odmah ukinuto.

Odaje se posebno priznanje Predsedniku Milosevicu, “koji inspirise i
predvodi borce za slobodu u nasoj zemlji i svetu” i zahteva njegovo
oslobadjanje “iz agresorskog zatocenistva, gde mu je namerno ugrozen
zivot”.

Poruka beogradskog skupa poziva “sve demokratske i patriotske snage
da ostvare efektivnu saradnju u okviru Pokreta narodnog jedinstva,
sto je zaloga postovanja volje i interesa naroda posle vanrednih
izbora”. Istice se da najvecu obavezu u tom smislu ima Socijalisticka
partija Srbije.

Beogradski skup je najostrije osudio angloamericku agresiju na Irak i
izrazio “solidarnost sa masovnim izrazima volje naroda sirom sveta,
koji zahtevaju mir, ukidanje medjunarodne diktature finansijskih i
vojnih centara moci i demokratizaciju medjunarodnih odnosa”. U tom
smislu je istaknut zahtev da “Generalna skupstina UN pod
motom “Ujedinjeni za mir” osudi sve agresivne ratove koje su SAD i
NATO vodili bez mandata UN i obaveze Medjunarodni sud pravde da o
tome presudi po hitnom postupku, ukljucujuci zahteve za ratnu
odstetu, oslobadjanje okupiranih teritorija na Balkanu i u drugim
delovima sveta i ukidanje ad hoc tribunala koji su postali sredstvo
agresije”.

U zavrsnoj reci, Vladimir Krsljanin, pomocnik za medjunarodne odnose
Predsednika Milosevica i koordinator Organizacionog odbora
socijalista Beograda, pozvao je sve gradjane da ne podlegnu atmosferi
straha koju seje marionetski rezim, pokusavajuci da izbegne vruce
politicko prolece i masovno radnicko i narodno
nezadovoljstvo. “Srbija i Jugoslavija ce uskoro ponovo biti uvazeni i
ravnopravni clan demokratske evropske i svetske zajednice naroda, a
za to nam trebaju optimizam, postenje i patriotizam, ali i narodno
jedinstvo. Jedini put u buducnost koji imamo je da ujedinjeni
nastavimo borbu za slobodu – do pobede”, naglasio je on.

Beogradski komemorativni skup je zapoceo intoniranjem himne “Hej
Sloveni” i minutom cutanja za pripadnike vojske i policije i civile
poginule u agresiji NATO.



CEO TEKST IZLAGANJA VLADIMIRA KRSLJANINA I BEOGRADSKU PORUKU MIRA I
SLOBODE MOZETE PROCITATI U PRILOZENOM PDF FAJLU.


=== 2 ===


BEOGRADSKI FORUM: Saopstenje o napadu na Irak

BEOGRADSKI FORUM ZA SVET RAVNOPRAVNIH
Beograd, 20.03.2003.


Beogradski forum za svet ravnopravnih izražava duboku zabrinutost
zbog početka američko-britanskog oružanog napada na Irak i pridružuje
se miroljubivoj javnosti u našoj zemlji i čitavom svetu u energičnoj
osudi napada koji predstavlja najgrublje kršenje Povelje UN i
principa medjunarodnog prava. Napadi na Irak su započeti u trenutku
kada se bliži četvrta godišnjica agresije NATO pakta na Jugoslaviju
koja je predstavljala presedan u kršenju medjunarodnog prava i
nepoštovanju nadležnosti Saveta bezbednosti UN.
Ovi napadi, baš kao i u slučaju Jugoslavije, izazvaće ogromne ljudske
žrtve, patnje civilnog stanovništva, ekonomska razaranja i
ugrožavanje prirodne okoline sa posledicama koje se ni vremenski ni
prostorno ne mogu ogranićiti. Te žrtve i posledice ne mogu se ničim
opravdati. Svetska javnost je jasno stavila do znanja da pravi
razlozi za ovaj napad nisu ni posedovanje orž`ja za masovno
uništavanje, niti veze Iraka sa medjunarodnim terorizmom, već smena
vlasti u jednoj suverenoj zemlji, članici UN, pokreta nesvrstanih i
Arapske lige sa ciljem uspostavljanja kontrole nad njenim bogatstvima
u nafti.
Jednostrano korišćenje vojne sile od strane SAD i Velike Britanije
radi ostvarivanja njihovih hegemonističkih ciljeva predstavlja dosad
najozbiljniji udarac medjunarodnom miru, bezbenosti kao i sistemu UN
koji može imati teške posledice po budućnost svetske organizacije i
sistema medjunarodnih odnosa.
Beogradski forum je više puta do sada upozoravao na posledice grube
primene sile i danas smatra da sva pitanja u vezi sa Irakom sa vojnog
plana treba hitno vratiti na politički kolosek - u Savet bezbednosti
UN. To je opredeljenje ogromne većine članica svetske zajednice i
čitavog miroljubivog čovečanstva.

BEOGRADSKI FORUM ZA SVET RAVNOPRAVNIH
11000 Beograd, Misarska 6/II, Yugoslavija
Tel./Fax: (++381 11) 3245601
E-Mail:beoforum@...
www.belgrade-forum.org