Informazione

"Dal monte Triglav al fiume Vardar..."

notizie in breve dalle prime pagine dei giornali delle repubbliche
jugoslave ex-federate

A cura di Ivan Istrijan
("Voce Jugoslava" su Radio Citta' Aperta, Roma)

[Nota: notizie e commenti sono riportati in forma discorsiva, senza
distinzione tra il testo e l'interpretazione del curatore. CNJ]

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"Vecernji list" di Zagabria, del 2.3.03

LA CROAZIA E L'IRAK

I pacifisti preparano manifestazioni contro la guerra all'Irak

Marcia Vukovar - Zagabria. Sei attivisti della ONG Mirovna grupa
mladih Dunava, (MGMD) e i Verdi di Osijek, hanno iniziato ieri dalla
piazza centrale la marcia di pace da Vukovar a Zagabria. "Vogliamo in
questo modo protestare contro la politica americana contro l'Irak, ma
anche contro le decisioni del governo croato in favore della guerra
all'Irak", hanno detto i pacifisti. Hanno aggiunto che partono da
Vukovar, la cittadina che sa cosa significa la guerra, attraverso
Osijek e la magistrale della Podravina, per esser tra alcuni giorni a
Zagabria, su Markov trg, la piazza di fronte al palazzo del Governo.

Gli attivisti antiguerra pronti a bloccare il trasporto ferroviario a
causa della guerra all'Irak.

D'accordo contro la guerra americana all'Irak, vorrebbero e non
vorrebbero i soldi dei finanziatori americani.

Zagabria. Con lo striscione "Basta con le guerre!" apparso alla
galleria della sala del Sabor (Parlamento) sono state annunciate una
serie di azioni, quale dimostrazione contro la guerra, che saranno
promosse dagli attivisti contro la guerra, contrari al Governo che ha
concesso lo spazio aereo croato per il trasporto degli aerei civili
americani.
L'attenzione dell'opinione pubblica e degli attivisti è stata attirata
giorni fa al Sabor dai "quattro antiguerra" - Dorino Manzin,
dell'associazione "Iskorak", Hrvoje Juric dalla Facoltà di Filosofia,
Slavica Fribec, attivista del Movimento femminista e Dragutin
Kljucaric, anarchico.

E' interessante che i maggiori finanziatori stranieri delle ONG sono
gli americani, tra i quali "l'Academy for Educational Development" che
finanzia proprio l'iniziativa cittadina "Basta con le guerre".
Dorino Manzin ha affermato che "Iskorak" non ha e non riceverà
donazioni dagli inglesi e dagli americani.

IL SOSTEGNO AUSTRIACO ALLA CROAZIA

I media austriaci hanno informato sul nuovo programma della nuova
coalizione di governo austriaca; il sostegno dell'Austria alla Croazia
per entrare nell'Unione Europea

Tunnel sotto la la montagna Mala Kapela:
I CROATI RITIRANO LA COLLABORAZIONE CON GLI ITALIANI

Ogulin. Ritirati tutti gli undici macchinari, proprietà dell'IGM, per
decisione del proprietario e direttore Ivan Padjen, perché, nonostante
i rappresentanti della ditta italiana Coopcostruttori dichiaravano di
esser soddisfatti della cooperazione, non sono stati pagati gran parte
dei lavori. Delle 5.900.000 kune sono state pagate appena 1.700.000
kune, da cui [gli italiani] volevano detrarre ulteriori interessi.

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"Nacional", 4 marzo '03, quotidiano di Belgrado

E' STATA FORMATA L'ASSEMBLEA [PARLAMENTO] DELLA NUOVA UNIONE STATALE

La prima riunione del nuovo Parlamento federale continuerà solo
giovedì, 6 marzo. Per il presidente dell'Assemblea è stato eletto
Dragoljub Micunovic, mentre il vice è Milorad Drljevic.
L'ex presidente jugoslavo Kostunica e Srdja Bozovic sono rimasti senza
alcuna funzione.
Il primo giorno dei lavori ha dimostrato che a livello federale
funzionerà la nuova coalizione - il DOS della Serbia e il DPS, il
Partito socialdemocratico del Montenegro.

Il ministro serbo della Giustizia, Vladan Batic, leader del DHSS: "E'
inutile che avete ridipinto, tanto questa Unione crollerà", alludendo
alla aula ridipinta di fresco.

LA RICHIESTA DEL GOVERNO MONTENEGRINO DI AVERE PROPRI AMBASCIATORI A
ROMA, BRUXELLES, LONDRA...

Non meraviglia tanto l'ex ambasciatore jugoslavo a Washington, Protic:
Le ambasciate a Bruxelles e a Roma sono il più importante collegamento
all'Europa. Se Belgrado acconsente alle richieste montenegrine perché
i loro quadri guidino le ambasciate a Bruxelles e Roma, la Serbia
rimane senza il migliore aggancio all'UE.

KOSMET

Che cosa c'è dietro l'iniziativa del premier serbo Zoran Djidjic
perché l'esercito torni "alla sacra terra serba" e quali sono le
conseguenze di tale richiesta.
Ne parla l'esperto politico, collaboratore del "Nacional",
Vukadinovic.
"Il premier non ha nessuna strategia per il Kosovo e Metohija.
L'insistenza di Djindjic perche' "si apra" la questione dello status
finale del Kosmet (Kosovo e Metohija, N.d.t.) per ora ha soltanto
contribuito a che di questa regione nel sud della Serbia si parli un
pò di più nei media nazionali ed internazionali

IL GOVERNO CONTRO I GIUDICI

Zoran Ivosevic, Giudice della Corte suprema, accusa il ministro della
Giustizia:
Per colpa del ministro Batic, dal 1. marzo i Tribunali non esisteranno

(Un pò come quello che si sta facendo in Italia contro la
Magistratura!)

I cittadini già da alcuni giorni presentano le loro cause a tribunali
virtuali. Non si sa chi giudica chi ne' chi è competente per cosa.

TRIBUNALE DELL'AIA

Il Tribunale ha respinto la richiesta di Milosevic perché venga
dichiarata l'identità del testimone, implicato nell'uccisione di Arkan
[SIC!]. Il testimone, denominato K-2, ha ottenuto la protezione a vita
dal Tribunale [SIC!].

Il Tribunale dell'Aia quale prova contro l'ex presidente sfoggia la
relazione del corso dei soldi nella RF di Jugoslavia.
S. Milosevic: "I serbi nelle Krajine serbe e nella Repubblica Serba di
Bosnia sarebbero morti di fame se la Serbia non li avesse aiutati".

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"BLIC News", 5 marzo '03, settimanale di Belgrado

DECRETO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA BATIC CONTRO I GIUDICI

Il controverso ministro della Giustizia ottiene dal Governo serbo mani
libere per la purga più grande nella Magistratura fin dal 1945.
Il motivo per cui la Giustizia si trova nell'occhio del ciclone del
Governo esecutivo è il tentativo del Governo serbo di scaricare da se'
le responsabilità dell'insuccesso della lotta contro la criminalità
organizzata e addossarle agli altri.

Toma Fila, noto avvocato (si è offerto anche di difendere Milosevic
all'Aia):
"Si tratta di qualcosa da cui - che Dio ci salvi!
Sostengo invece l'idea formulata dal presidente della Corte suprema,
Leposava Karamarkovic e il suo vice. Questo che sta facendo Batic è
la richiesta di una giurisprudenza servile: si deve fare diversamente
se al Ministro non va bene. Così non si può andare avanti. Sempre ho
sostenuto che quando la politica entra a far parte della
giurisdizione, la giustizia ne esce, per citare me stesso".

WESLEY CLARK ALLA CNN

Il generale americano in pensione (così giovane!!!), che comandò i
bombardamenti delle forze NATO in Europa contro la Jugoslavia nel
1999, sarà corrispondente della CNN in Kuwait, quale consulente
professionista nelle trasmissioni dedicate all'azione militare degli
USA e della Gran Bretagna contro l'Irak. W. Clark è già da più di un
anno che lavora per la CNN quale consulente militare. L'ex comandante
delle forze NATO in Europa negli ultimi mesi ha criticato la politica
di G. Bush verso l'Irak e contro gli ispettori che controllano gli
armamenti irakeni.
Inoltre si diceva che potrebbe candidarsi alle prossime presidenziali
a nome del Partito dmocratico. Ultimamente lui stesso ha affermato che
gli è stata fata tale proposta.

NICOLO' AMMANNITI OSPITE DEL FEST A BELGRADO

Entusiasta dell'ospitalità belgradese

Il giovane scrittore italiano si trova in questi giorni a Belgrado,
ospite del FEST, la Mostra del meglio del film internazionale, che si
svolge regolarmente da una ventina di anni nella capitale.
Dal suo romanzo tradotto in serbocroato "Dolazim po tebe i vodim te sa
sobom", cioè "Vengo a prenderti per portarti via con me", verrà girato
il film dal noto regista jugoslavo Goran Paskaljevic.

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Dal quotidiano "Nacional", 6 marzo 2003

Momcilo Perisic, presidente del Movimento per la Serbia democratica
(PDS), teme per la sua vita.

<<DEI LEGIONARI MI MINACCIANO DI MORTE>>

<<Mi hanno detto che mi liquideranno gli uomini dell'ex comandante dei
"berretti rossi" se non darò le dimissioni.>>
Le sue dimissioni vengono richieste anche da alcuni leader dello
stesso movimento.

DISTRUGGERE DJINDJIC COME E' STATO FATTO CON MILOSEVIC

Lo dice Slobodan Vuksanovic, leader del NDS (un ennesimo partito
"democratico" popolare), invitando a creare un blocco democratico
patriottico, invitando V. Kostunica, ex presidente, ed altri leader
dei partiti che avevano sostenuto all'epoca Kostunica.

Dal e sul Kosovo e Metohija, sempre da "Nacional":

Belgrado. La Serbia non può creare un proprio mezzo d'informazione nel
Kosovo, a differenza dell'Albania.

Pristina. Dei 200.000 profughi dal Kosmet, 180.000 sono i serbi.

Krusevac. Il rappresentante della Lega per la salvaguardia delle
proprietà privata nel settore dell'industria, Vladimir Lesic, ha
dichiarato che i serbi sono, secondo il catasto, proprietari del 90%
delle terre nel Kosmet. Lesic nega le affermazioni di alcuni leader
del governo secondo i quali la proprietà sarebbe soltanto del 62%,
citando che Djindjic e Covic non possono rappresentare gli interessi
delle famiglie dei serbi kosovari.

Francoforte. I serbi intorno a Pristina stanno svendendo in massa i
loro beni, la loro terra agli schipetari (albanesi-kosovari), scrive
un giornale francofortese. Secondo il quotidiano, il villaggio "Sedam
Jugovica" (i "sette Jugovic" descritti nel poema della storica
battaglia della Piana del Kosovo dei serbi contro gli ottomani) è
stato visitato dal capo della coalizione "Povratak" (Ritorno), Dragisa
Krstovic, che ha confermato la notizia dell'avvenuta vendita e che ci
son poche probabilità che la svendita venga fermata.

Su invito di Michael Steiner (sempre un tedesco!), capo dell'UNMIK a
Pristina, si è svolta una riunione insieme ai rappresentanti della
coalizione "Povratak". L'invito del capo missione è stata una risposta
alla lettera inviatagli da "Povratak", nella quale si lamentava la
scontentezza della popolazione serba per il lavoro finora svolto dalla
missione UNMIK.

E, dulcis in fundo...

A Pristina viene ricordato l'anniversario degli scontri dell'UCK
contro le forze dell'ordine:

IL "GOVERNO" KOSOVARO FESTEGGIA L'INIZIO DELLA GUERRA NEL SUD

Alla manifestazione "L'epopea dell'UCK" sono intervenuti il premier
del Kosovo, Bajram Redzepi e il leader del più forte partito albanese
in Macedonia, l'Unione democratica per l'integrazione, Ali Ahmeti.

Subject: testo di Collon
Date: Fri, 14 Mar 2003 19:20:49 +0100
From: "Enrico Giardino" <forumdac@...>


Cari amici,
Credo di fare cosa utile nell'allegarvi una mia traduzione-sintesi
dell'ultimo documento di Collon (14-3-03) sulla situazione balcanica.

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Chi ha ucciso Djindjic?

...si chiede M. Collon - un acuto ed attento osservatore della
geopolitica mondiale nei Balcani - nel suo documento del 14 marzo
2003 (diffuso in rete in inglese); e quali saranno ora le
ripercussioni nella regione?
Sherlock Holmes avrebbe molto da fare nel trovare l'assassino, dal
momento che è difficile trovare amici di Djindjic. Seselj aveva detto
di avere le prove che Djindjic era il capo della mafia.


Chi ha portato al potere Djindjic? Non certo il popolo come ci dicono
i media occidentali (era molto impopolare per aver sostenuto
l'aggressione Nato), ma l'Occidente. Esso - dopo 9 anni di embargo,
dopo altri 9 anni di campagna mediatica antiserba, dopo 78 giorni di
bombardamenti - aveva condotto una campagna antiMilosevic a suon di
milioni di dollari. Lo stesso sta accadendo con Chavez in Venezuela.
Nessuno ci parla più della situazione tragica dei Balcani, ma là i
lavoratori stanno resistendo al tradimento ed alla privatizzazione-
demolizione dello Stato - anche sociale.
Questa lotta sta mettendo in crisi il gruppo di potere messo su dagli
occidentali.
L'uccisione di Djindjic non è opera di un patriota che si vendica per
il suo tradimento. Due sono le ipotesi più plausibili:
1. rivalità interne alla cricca dominante
2. omicidio mafioso.
Djindjic aveva rovesciato Milosevic capeggiando una coalizione di 18
partiti il cui unico collante era l'opportunismo. Una volta al potere
aveva favorito i suoi amici scontentando i più. Aveva impedito una
indagine sulla mafia, provocando le dimissioni di alcuni Ministri di
Kostunica.
Tutti i protetti dell'Occidente sono legati al traffico illegale
(droga, armi e prostituzione). Il clan di Izetbegovic in Bosnia
rubacchiò milioni di dollari sugli "aiuti internazionali". L'UCK -
secondo le stesse fonti occidentali - ha ridotto il Kosovo ad un
mercato di droga, armi e prostituzione.
Nel video "I dannati del Kosovo" viene denunciato il connubio
Nato-mafia.
Djindjic è anche responsabile di una serie di atti illegali contro
Kostunica ed i suoi Ministri, da lui allontanati dal Governo
illegalmente e nonostante il giudizio della Corte Suprema. Analoga
illegalità - condannata inutilmente dalla Suprema Corte - riguarda il
rapimento di Milosevic ed il suo trasferimento alla Corte dell'Aja. Si
può dire quindi che l'uomo di fiducia dell'Occidente era
semplicemante un gangster politico. Ma l'uccisione di Djindjic può
derivare da uno stato di conflitto tra USA e Germania, datato 1991.
Ecco tre indizi al riguardo :
1.La Germania forzò nel 1991 la disgregazione della Jugoslavia
assumendo il controllo dei regimi di Slovenia, Croazia e Bosnia.
L'obiettivo tedesco è quello di trasportare il petrolio mediante il
Reno ed il Danubio. Gli USA invece vogliono trasportarlo con un
oleodotto più a sud che attraversi Bulgaria, Macedonia ed Albania
(perciò la loro grande base militare di Camp Bondsteel). Sorpresi
dalla "rapidità tedesca", gli USA avevano bisogno di tempo per
rientrare in gioco. Così - promettendo ad Izetbegovic una sua vittoria
militare - gli chiesero di non firmare il piano di pace "europeo":
questo allungò di due anni la guerra con relativo aumento delle
vittime e dei disastri.
2. Gli USA nel 2000 avevano promesso a Djindjic crediti ed aiuti, poi
mai corrisposti: il destinatario se ne era lamentato pubblicamente,
inviando un "avvertimento" a Washington.
3. Perché potenze prima alleate si trovano oggi divise sull'Irak? Da
un lato USA ed U.K., dall' altro Francia e Germania. La ragione sta
negli interessi opposti delle compagnie petrolifere in Irak - ESSO, BP
e SHELL contro la Total (Francia) - ed in Iran , dove la Germania è il
primo competitore delle compagnie USA. La eliminazione della
"stampella tedesca " in Jugoslavia (Djindjic) sarebbe allora una
"ritorsione" contro Francia e Germania contrarie alla aggressione USA
in Irak.
Cosa potrà succedere ora nei Balcani? Tre ipotesi:
1. Kostunica potrebbe riguadagnare il potere perduto;
2. Un regime reazionario e fascista potrebbe agire contro
l'opposizione dei lavoratori e popolare;
3. I Balcani cadono in una nuova e più caotica destabilizzazione.
Tutto ciò è il risultato catastrofico della "missione umanitaria" di
stabilizzazione. Nel 2001 si è avuta una guerra in Macedonia, la
regione del Sandzak potrebbe infiammarsi per cause "esterne". In
Kosovo l'UCK - protetto dagli USA - fa fuggire serbi, rom ed ebrei.
Una situazione - sobillata da USA - che infastidisce Germania e
Francia: queste hanno bisogno di "stabilità". Un gioco pericoloso da
guerra mondiale.
E la sinistra europea emergerà dal silenzio? Saprà riconsiderare la
catastrofe in atto nei Balcani?

[chi fosse in grado di tradurre questo articolo con estrema urgenza e'
pregato di contattarci: jugocoord@...]


Subject: The Quisling Of Belgrade
Date: Thu, 13 Mar 2003 22:26:46 -0800 (PST)
From: Rick Rozoff


http://www.guardian.co.uk/comment/story/0,3604,913918,00.html

The quisling of Belgrade

The murdered Serbian prime minister was a reviled
western stooge whose economic reforms brought misery

Neil Clark
Friday March 14, 2003
The Guardian

-[T]here is evidence that underworld groups,
controlled by Zoran Djindjic and linked to US
intelligence, carried out a series of assassinations
of key supporters of the Milosevic regime, including
Defence Minister Pavle Bulatovic and Zika Petrovic,
head of Yugoslav Airlines.
-When a man has sold his country's assets, its
ex-president and his main political rivals, what else
is there to sell? Only the country itself.
-The lesson from Serbia for today's serial regime
changers is a simple one. You can try to subjugate a
people by sanctions, subversion and bombs. You can, if
you wish, overthrow governments you dislike and seek
to impose your will by installing a Hamid Karzai,
General Tommy Franks or a Zoran Djindjic to act as
imperial consul. But do not imagine that you can then
force a humiliated people to pay homage to them.


Tributes to Zoran Djindjic, the assassinated prime
minister of Serbia, have been pouring in. President
Bush led the way, praising his "strong leadership",
while the Canadian government's spokesman extolled a
"heralder of democracy" and Tony Blair spoke of the
energy Djindjic had devoted to "reforming Serbia".

In western newspaper obituaries Djindjic has been
almost universally acclaimed as an ex-student
agititator who bravely led a popular uprising against
a tyrannical dictator and endeavoured to steer his
country into a new democratic era.

But beyond the CNN version of world history, the
career of Zoran Djindjic looks rather different. Those
who rail against the doctrine of regime change should
remember that Iraq is far from being the first country
where the US and other western governments have tried
to engineer the removal of a government that did not
suit their strategic interests. Three years ago it was
the turn of Slobodan Milosevic's Yugoslavia.

In his recent biography of Milosevic, Adam LeBor
reveals how the US poured $70m into the coffers of the
Serb opposition in its efforts to oust the Yugoslav
leader in 2000. On the orders of Secretary of State
Madeleine Albright, a covert US Office of Yugoslav
Affairs was set up to help organise the uprising that
would sweep the autocratic Milosevic from power.

At the same time, there is evidence that underworld
groups, controlled by Zoran Djindjic and linked to US
intelligence, carried out a series of assassinations
of key supporters of the Milosevic regime, including
Defence Minister Pavle Bulatovic and Zika Petrovic,
head of Yugoslav Airlines.

With Slobo and his socialist party finally toppled,
the US got the "reforming" government in Belgrade it
desired. The new President Vojislav Kostunica received
the bouquets, but it was the State Department's man,
Zoran Djindjic, who held the levers of power - and he
certainly did not let his Washington sponsors down.

The first priority was to embark on a programme of
"economic reform" - new-world-order-speak for the
selling of state assets at knockdown prices to western
multinationals. Over 700,000 Yugoslav enterprises
remained in social ownership and most were still
controlled by employee-management committees, with
only 5% of capital privately owned. Companies could
only be sold if 60% of the shares were allocated to
workers.

Djindjic moved swiftly to change the law and the great
sell-off could now begin. After two years in which
thousands of socially owned enterprises have been sold
(many to companies from countries which took part in
the 1999 bombing of Yugoslavia), last month's World
Bank report was lavish in its praise of the Djindjic
government and its "engagement of international banks
in the privatisation process".

But it wasn't just state assets that Djindjic was
under orders to sell. Milosevic had to go too, for a
promised $100m, even if it effectively meant
kidnapping him in contravention of Yugoslav law, and
sending him by RAF jet to a US-financed show trial at
the Hague. When a man has sold his country's assets,
its ex-president and his main political rivals, what
else is there to sell? Only the country itself. And in
January this year Djindjic did just that. Despite the
opposition of most of its citizens, the "heralder of
democracy" followed the requirements of the
"international community" and after 74 years the name
of Yugoslavia disappeared off the political map. The
strategic goal of its replacement with a series of
weak and divided protectorates had finally been
achieved.

Sometimes, though, even the best executed plans go
awry. Despite the western eulogies, Djindjic will be
mourned by few in Serbia. For the great majority of
Serbs, he will be remembered as a quisling who
enriched himself by selling his country to those who
had waged war against it so mercilessly only a few
years earlier. Djindjic's much lauded reforms have led
to soaring utility prices, unemployment has risen
sharply to over 30%, real wages have fallen by up to
20% and over two-thirds of Serbs now live below the
poverty line.

It is still unclear who fired the shots that killed
Zoran Djindjic. The likelihood is that it was an
underworld operation, his links to organised crime
finally catching up with him. But, harsh though it
sounds, there are many in Serbia who would willingly
have pulled the trigger. On a recent visit to
Belgrade, I was struck not only by the level of
economic hardship, but by the hatred almost everyone I
met felt towards their prime minister, whose poll
ratings had fallen below 10%.

The lesson from Serbia for today's serial regime
changers is a simple one. You can try to subjugate a
people by sanctions, subversion and bombs. You can, if
you wish, overthrow governments you dislike and seek
to impose your will by installing a Hamid Karzai,
General Tommy Franks or a Zoran Djindjic to act as
imperial consul. But do not imagine that you can then
force a humiliated people to pay homage to them.

· Neil Clark is writing a book about the recent
history of Yugoslavia

neil.clark@...

ARTEL GEOPOLITIKA by www.artel.co.yu
office@...
Datum: 13. mart 2003. g.


Poslanici koalicije "Povratak" i nasi aktuleni
politicari "otkrili" tajne poteza Mihaela Stajnera i
siptarskih separatista

Beograd, 13.03.2003.
Sladjan Nikolic

Mihael Stajner ce ako nasa drzava ne ucini nista 26. marta
prosiriti ovlascenja kosovskoj vladi i institucijam, navodno zbog
stabilizacije. Sta to znaci? Obezbedjivanje prava manjinskim
zajednicama, ostvarivanje multietnickog drustva, obaveze u
odrzavanju bezbednosti i u oblasti spoljne politike ce i posle
ovog datuma ostati u kompetenciji UNMIK-a. Sva ostala
ovlascenja ce sef UNMIK-a, Mihael Stajner preneti na Vladu
Kosova.

Medju najbitnijim ovlascenjima su povecanje ingerencije
Kosovske policijske sluzbe, ukljucivanje Kosovara ( o politickim
posledicama upotrebe pojma "Kosovar" autor ovog teksta je
pisao u studiji Osvrt na knjigu 'Kosovo - kratka istorija' Noela
Malcolma . Studija je poslata i nekim nasim akademicima
medjutim oni nisu nasli za shodno da i sa svoje strane upozore
javnost.) u oblasti prava zajednica, zatim strukture upravljanja
finansijama, finasijska regulativa, monetarna poltika i pravna
pitanja. Pokrajinska vlada ce imati ovlascenja i u oblasti
Kosovskog zastitnog korpusa, medjunarodnih sporazuma, odnosa
sa spoljnim subjektima, prelaz robe i zivotinja preko drzavne i
administrativne granice, preduzeca u drzavnoj i javnoj svojini,
zeleznica, upravljanje frekvencijama civilne avijacije i drugo. U
delu koji se odnosi na Kosovski zastitni korpus predvidja se
povecanje uloge Kosovara u operativnom upravlajnju tom
organizacijom.U vezi sa medjunarodnim sporazumima, navodi
se ucestvovanje i pracenje izvrsavanja medjunarodnih ugovora
preko zajednickih mehanizama, sto znaci da ce Vlada Kosova
pratiti i izvrsavati medjunarodne ugovore preko "zajednickog
rezima" koji ce uspostaviti predstavnik generalnog sekretara, u
ovom slucaju Mihael Stajner. Predvidjeno je da se u
ovlascenjima koja ce preuzeti Vlada Kosova nadju i funkcije koje
se odnose na pravosudni sistem na Kosovu, ali bez samostalnosti
pravosudja. Takodje, sira ovlascenja Vladi Kosova prenece se i u
oblasti poljoprivrede, kulture, obrzavanja, zdravstva, rada i
socijalne politike, javnih sluzbi, finansija i privrede. Predvidjeno
je i da Vlada Kosova ucestvuje u radu zajednickog tela sa
UNMIK-om u gradjenju odnosa sa "subjektima spolja"

Dr. Rada Trajkovic poslanik a do skoro i sef koalicije "Povratak"
u izjavi za "Glas javnosti" od 11.03.2003 u vezi toga izmedju
ostalog kaze da su Stajnerovi potezi su sasvim u suprotnosti sa
Rezolucijom 1244 i da on njima vodi Kosovo u nezavisnost.
Gospodja Rada Trajkovic je sasvim u pravu, jedino je steta sto je
do ovog saznanja da je prosirivanje ovlascenje kosovskoj vladi i
institucijama jos jedan korak do nezavisnosti, dosla isuvise
kasno, kad je zaustvljanje procesa predaje ovlascnja gotovo
nemoguce. Gospodja Trajkovic trazi da svi poslanici koalicije
"Povratak" zamrznu svoje funkicije kako ne bi dali legitimitet
Stajnerovim namerama. Ovakav potez nece znaciti nista, mogu
poslanici koalicije "Povratak" da zamrzavaju svoje funkcije
koliko god hoce, oni su u kosovskoj skupstini samo dekor, to je
isuvise slab pritisak na Mihaela Stajnera da povuce svoju odluku.

Ono sto je takodje steta, jeste da gospodja Rada Trajkovic, citava
koalicija "Povratak", nasi aktuleni politicari kako na vlasti tako i
u opoziciji, brojni politicki analiticari sto je danas unosno
zanimanje nisu primetili da je od dolaska KFOR-a i UNMIK-a
siptarskim institucijama postepeno predavani atributi drzavne
suverenosti Srbije i SRJ, i da je ovo samo nastavak tog
kontinuiranog procesa. Drzavna suverenost ima cetri atributa -
zakonodavnu, sudsku, izvrsnu vlast i bezbednost gde spadaju
granice i vojska. Prve tri su prakticno vec predate, kosovskom
parlamentu, vladi i sudstvu. Sve je to uz nadzor medjunarodne
zajednice, ali to ne moze vecno da traje. Predaja cetvrte funkcije
- bezbednosti, Siptarima takodje je zapoceta. Ovo je konstatovao
i pokojni dr. Zoran Djindjic, Premijer Vlade Srbije, koji je ubijen
u brutalnom teroristickom aktu, u intervjuu listu "Novosti" od
petka, 7. 03.2003. godine. Jedino je steta, sto je ova konstatacija
dosla malo prekasno kad su tri funkcije vec predate, cetvrta je na
putu a Stajner prosiruje ovlascenja kosovskoj vladi i
institucijama.

Drzava Srbija u proteklom periodu u kom su jedna po jedna
funkcija drzavne suverenosti Srbije i SRJ predavane kosovskim
institucijama, a koji je pokojni Premijer ocenjivao kao period od
cetri godine, nije ucinila nista da ovaj proces "poremeti". Od te
cetri godine DOS je na vlasti tri i ako neko hoce da kaze da je za
sve kriva bivsa vlast to moze da bude samo licemerje; autor ovog
teksta misljenja je da su i jedni i drugi zasluzni za predavanje
ovih funkcija kosovskim institucijama. Ko je i koliko zasluzan to
je manje bitno i mozda je stvar koju mogu meriti dokoni
kafanski stratezi - bitno je ono sto je fakat, a to je da su Siptari
preuzeli jednu po jednu funkciju drzavne suverenosti SRJ i Srbije
s trendom daljeg preuzimanja.

Sta znaci "poremetiti predaju funkcija"? U ovoj zemlji mnogi se
pominjali Makijavelija ali uglavnom u negativnom kontekstu.
Verovatno su samo preleteli preko "Vladaoca" i iz njega izvukli
pouke imanentne svom psiholoskom profilu. Da su malo bolje
prostudirali knjigu verovatno bi zapazili da je Makijaveli bio pre
svega rodoljub i da je osnovna pouka njegove knjige - uciniti sve
i ne birati sredstava kako bi se porazio onaj ko ugrozava
domovinu. "Poremetiti" u politici a pre svega u spoljnoj poitici
znaci remetiti saveze, kompromitovati vodece licnosti, sklapati
saveze sa korisnima, stvarati afere, nervozu i zbunjenost u
protivnickim redovima i sl. O tome je jos i mnogo pre
Makijavelija pisao kineski strateg Sun Cu Vu i to su opste
poznate stvari po kojima i danas funkcionise diplomatija i
obavestajne sluzbe kao produzena ruka spoljne politike. Mozda
obicnom citaocu ovog teksta ovo zvuci grozno ali to je fakat, to
su pravila igre i ko ne igra po njima gubi.

I da ne bude kao u izreci "svi generali su pametni posle rata" i da
neko autora ovog teksta ne poistoveti sa generalom kojim ima
pametne ideje o tome kao je trebalo voditi bitke i ratu koji je vec
zavrsen, jedno kratko podsecanje. U tekstu "Moguce varijante
razvoja situacije posle izbora na Kosovu i Metohiji , pisanom
neposredno pred izbore na KiM, autor ovog teksta je upozorio na
sve ovo sto su nasi politicari kostatovali nazalost posle dve
godine kada je za mnogo toga kasno. Procena je pisana na osnovu
javnih ali i na osnovu izvora koji su dolazeci do informacija
rizikovali mnogo toga s jednim ciljem - da se upozori sta ce se
desavati i koji su osnovni pravci politickog delovanja siptarskih
politicara kao osnova za adekvatno reagovanje od strane nasih
politicara. Verovatno ovu procenu oni nisu ni citali, jer kako
ocekivati kad po istrazivanju lista BLIC NEWS u skupstini
politicari najveci deo vremena na Internetu provode posecujuci
sexi sajtove.
Najvazniji zakljucci iz procene "Moguce varijante razvoja
situacije posle izbora na Kosovu i Metohiji":

" Zajednicki imenitelj Rugove, Tacija i Haradinaja je njihova
ideja o nezavisnosti Kosova i Metohije. Ono sto ih razlikuje jeste
metod ostvarenja tog cilja. To znaci da ce predstojeci izbori
posmatrani u okviru albanskih politickih partija ustvari
predstavljti politicku borbu tri frakcije albanskog
separatistickog pokreta.
" Osnovni pravci politickog delovanja bilo da koja od ovih
frakcija pobedi bice usmereni prema UN, SAD, Evropskoj uniji,
SRJ i na samo Kosovo i Metohiju. Zajednicki imenitelj
politickog delovanja prema UN, SAD i EU bice dokazivanje da
privremene institucije koje budu proizasle iz izbora mogu same
da upravljaju Kosovom i Metohijom. Politicko delovanje prema
UN podrazumeva i postepeno preuzimanje ingerencija
UNMIK-a i njihovo prebacivanje u nadleznost privremenih
institucija.
" U pokrajini jos uvek formlano vazi pravni sistem SRJ,
ekonomski i drugi sistemi koji cine jedno drustvo takodje su bar
formalno prisutni, s toga ce njihovo delovanje na unutrsnjem
planu biti usmereno na izgradnju pravnog i drugih sistema koji
nece imati nikakvih dodirnih tacaka sa SRJ.
" S obzirom da buducoj skupstini Kosova i Metohije nije
izbegnuta majorizacija, srpski poslanici u njoj nece imati
adekvatne mehanizme zastite od strategije ostvarenja
nezavisnosti koja podrazmeva korak po korak odsecanje jedne po
jedne veze sa SRJ i koja ce se ostvarivati na unutrsnjem planu
" Ono cega se albanski separtatisticki pokret plasi je eventualna
podela Kosova i Metohije stoga ce njihovo politicko delovanje
unutar same pokrajine biti usmereno na zakonska resenja kojim
bi se izricito zabranila bilo kakva podela teritorija po etnickom
ili bilo kom drugom principu.
" Svoj glavni oslonac albanski separatisticki pokret jos uvek vidi
u SAD iako je doslo do smene administracije u Beloj kuci.
" U sustini ovako razgranata mreza albanskog lobija u SAD nece
delovati samo neposredno u realizaciji ciljeva nezavisnog
Kosova, vec ce primenjivati i strategiju posrednog nastupanja,
rasplamsavajuci krize na nasem prostoru, otvarajuci neka od
neresenih pitanja u odnosima sa svetom (odnos sa Hagim npr.) i
sl. Sve to u cilju pritisaka kako bi se pozicije Savezne Republike
Jugoslavije prema pitanju Kosova i Metohoje sto vise oslabile.
" I na kraju ovih izvoda, ono sto je pokojni Premijer Srbije dr.
Zoran Djindjic konstatovao u pomenutom intervjuu: Da se i ovo
vec dogodilo (misleci na predaju funkcije bezbednosti) realno bi
se postavilo pitanje: o cemu cemo posle kada se formalno otvori
itanje "konacnog statusa" uopste imati da diskutujemo?". U vezi
s tim zakljucak iz procene koja je pisana pred izbore na KiM:
Prema zamisli albanskog separatistickog pokreta ovakava
strategija politickog delovanja na unutrasnjem i spoljnom planu,
obilato koriscenje lobija, propagandih agencija za promociju i
strategija korak po korak, trebalo bi da medjunarodnu zajednicu
i Saveznu Republiku Jugoslaviju dovedu do svrsenog cina, da
priznaju neminovnost stvarnosti-nezavisno Kosovo. Ova
strategija nije vremenski ogranicena s tim sto je njen osnovni
cilj u nacelu: u naredne tri godine uveriti medjunarodnu
zajednicu da privremene unstitucije u kojima ce dominirati
Albanci mogu same bez icije podrske da upravljaju Kosovom i
Metohijom.

I da ne bude zabune, na neke od ovih cinjenica su upozoravali
predstavnici SNV, dr. Marko Jaksic i dr. Milan Ivanovic kao i
gospodin Momcilo Trajkovic. Koliko god su mogli pokusavali
su da sprece prenosenja funkcija drzavne suverenosti Srbije i SRJ
na kosovske institucije i kosovsku vladu, uporavali na pogubnost
izlaska na izbore i da ce Srbi u toj skupstini biti samo dekor.
Medjutim, drzavna politika je bila drugacija, verovatno zato sto
tada oni koji je i danas vode, nisu uspali da kostatuju ono sto su
konstatovali ovih dana, da Stajnerove odlike vode ostvarenju
siptarskog separatistickog sna - Nezavisnog Kosova uz
simbolican broj Srba.

Stvari su barem sasasvim ciste, sa dve i vise godina zakasnjenja
konstatovano je da da predavanje jedne po jedne funkcije
kosovskim institucijama od strane UNMIK-a vodi KiM u
nezavisnot. Imamo Stajnera koji je najavio prosirivanje
ovlascenja kosovskoj vladi i institucijama. Gradjanima Srbije
ostaje da vide hoce li drzavni organi Srbije uspeti da osujete
nameru Stajnera za koju su konstatovali da je jos jedan korak do
nezavisnosti KiM. Autor ovog teksta je pesimista po tom pitanju
i stoprocentno je siguran da ce ako se ovako nastavi Stajner
uspeti u toj nameri. Osim toga, ubistvo dr. Zorana Djindjica ce
umonogome zbog fokusiranosti drzavnih organa na ovaj brutalni
akt uticati da oni ne nadju model za sprecavanje Stajnerove
odluke.

Ono sto takodje podgrejava taj pesimizam, jeste da je prokojni dr.
Djindjic zastupao stav: Niko nema ni medju Albancima ni u
svetu, prava da nam kaze : Milosevic je potrosio sva vasa prava i
vi pocinjete od nule". Kao i to da je potrebno da napravimo
nekoliko diplomatskih i politickih krugova oko Kosova i
Metohije. Medjutim, od koje diplomatije ocekivati da tako nesto
pravi, kad predstavnici nase ambasade na "Medjunarodnom
institutu za politiku"u Becu, na tribini posvecenoj Kosovu i
Metohiji izrazavaju solidarnost sa mladim Siptarom Krasnicijem
koji govori o tome da Srbija zbog Miloseviceve politike nema
prava na KiM. Da zlo bude vece, oni su cak tokom tribine
negodovali i ucutkivali nase intelektulace koji su branili stav
koji je zastupao upravo pokojni dr. Zoran Djindic - govorili da je
Milosevic za sve kriv i da mi moramo da ispastamo kao
Nemacka posle Drugog svetskog rata. Verovatno o ovome naseg
pokojnog Premijera niko iz SID-a nije obavestio, jer i kako bi
kad je na celu ove sluzbe covek koji nije znao ni da mu "Crvene
beretke", dok je bio sef SDB-a, pripremaju pobunu a pomenute
diplomate su iz redova stranke ministra spoljnih poslova.