Informazione

(italiano / srpskohrvatski - a cura di Ivan Istrijan)

[Solana "soli nam pamet"!]

Marija Kodric za "Nedeljni telegraf", 26.2.2003

Ekskluzivni intervju: Havijer Solana, nezaobilazan u svim kljucnim
desavanjima u nasoj zemlji poslednjih godina, govori za NT o proslosti
i buducnosti:

O DATUMU VASEG ULASKA U UE NISMO DONELI NIKAKVU ODLUKU.

Ne bih opisao bombardovanje kao "pametan politicki potez". To je bila
verovatno najteza odluka u mojoj karijeri.

Havijera Solanu, visokog predstavnika EU za evropsku bezbednost i
saradnju, Srbi pamte po dve stvari: bombardovanju Jugoslavije 1999.
godine (koje je odobrio kao tadasnji generalni sekretar NATO) i
stvaranju nove zajednicke drzave Srbije i Crne Gore. I o jednome i o
drugome govori u ekskluzivnom intervjuu za Nedeljni Telegraf.

(...) Kada Srbija i Crna Gora bude stala na noge i ozivela, mi u
Evropskoj uniji zelimo da budemo u mogucnosti da pocnemo nove
pregovore o blizim odnosima sa vama. (...)
Policijske snage EU i policija u regionu moraju blize da saradjuju.
(...)

Sudjenje Milosevicu je istorijsko.

P. - Gledate li sudjenje S. Milosevicu i sta mislite o tome?
O. - Nemam mogucnosti da redovno gledam sudjenje, ali naravno da sam
zainteresovan i da ga pratim. Sudjenje je, u pravom smislu reci,
istorijsko. Po prvi put je predsednik jedne zemlje optuzen za ratne
zlocine i zlocine protiv covecnosti. U tom smislu, ovo sudjenje
predstavlja pobedu pravde i nadu u svet u kojem niko, ni predsednik
drzave, nije iznad zakona. (...)

---

[Solana: ci sei o ci fai???]

Intervista esclusiva: Xavier Solana, immancabile nei momenti decisivi
per tutto quello che succede nel nostro paese, parla per "NT" del
passato e del futuro.

"Nedeljni Telegraf", settimanale, 26 febbraio 2002
Marija Kordic.

SULLA DATA DEL VOSTRO INGRESSO NELL'UE NON ABBIAMO
PRESO NESSUNA DECISIONE.

"Non citerei i bombardamenti come "una decisione politica
intelligente. E' stata credo la più difficile decisione della mia
carriera."
Xavier Solana - alto rappresentante dell'UE per la sicurezza e la
cooperazione europea - i serbi lo ricordano per 2 cose: il
bombardamento della Jugoslavia nel 1999 (che ha sostenuto in qualità
di allora Segretario generale della NATO); e la creazione del nuovo
Stato comune di Serbia e Montenegro.
Dell'uno e dell'altro parla in questa intervista esclusiva per NT.

Le prime parole sono rivolte agli accordi riguardo la creazione della
nuova unione della Serbia e Montenegro.

R. - Credo che i signori Djindjic, Djukanovic e Kostunica durante le
trattative hanno dimostrato molto coraggio nelle difficili decisioni
intraprese accettando il compromesso per il futuro del Paese. Però,
alla fine è il risultato che conta, in questo caso l'Accordo di
Belgrado.
D. - Lo Stato è sopravvissuto [sic] come Serbia e Montenegro grazie
agli sforzi dell'UE [sic]. Perché all'Unione Europea era così
importante conservare lo Stato comune, e se e in che modo l'UE, anche
nel futuro, darà sostegno alla comunità serbo-montenegrina?
R. - Tenete presente che anche la stessa UE si basa sulla stretta
collaborazione e integrazione in quegli stessi settori per i quali la
Serbia e il Montenegro saranno competenti: il mercato comune, la
politica del commercio, una stretta cooperazione in politica estera...
[e l'esercito?! ndT]. Perciò l'UE ha già assicurato l'aiuto tecnico e
giuridico [sic!] alla Serbia e Montenegro, per aiutarle nella
ricostruzione delle istituzioni e nei programmi politici necessari,
perché la nuova Comunità funzioni. Nel frattempo, quando la Comunità
starà su gambe solide e rivivrà, noi nell'UE vogliamo essere in grado
di iniziare nuove trattative per relazioni più strette con voi - cioé
incominciare le trattative sull'Accordo di stabilizzazione e
associazione. Questo creerebbe un futuro più concreto per la Serbia e
Montenegro nell'UE.
D. - Secondo Lei, sono reali i pronostici che spesso vengono citati:
la candidatura quest'anno perché la Serbia e Montenegro entrino a far
parte dell'UE entro il 2010 - anche se fino ad allora diventassero due
Stati indipendenti? Come vede l'avvicinamento della Serbia e
Montenegro all'UE?
R. - La posizione dell'UE è chiara: gli stati dell'Est europeo sono i
candidati potenziali per diventare membri dell'UE. Questo è stato
affermato anche al summit UE a Copenhagen nel dicembre scorso. Come
dissi, la nostra convinzione è che la Serbia e Montenegro hanno nel
futuro chance maggiori di diventare membri se entreranno insieme
piuttosto che separate. Il criterio per entrare a far parte dell'UE è
abbastanza rigoroso, quando la Serbia e il Montenegro adempieranno
alle riforme necessarie ed adotteranno le leggi rilevanti per
l'economia dell'UE. Naturalmente, noi vi aiuteremo in questo.
Ma in ogni caso questa sarà una vostra decisione. Dunque la data
dipende da voi.
D. - Quando possiamo aspettarci l'inizio delle trattative sullo status
definitivo del Kosovo [e Metohija, ndT]? E pronta l'UE a mediare tra
Belgrado e Pristina?
R. - Michael Steiner, il capo UNMIK a Pristina ha deciso gli standard
e criteri che devono esser osservati prima dell'inizio dei colloqui
sullo status del Kosovo. Noi siamo completamente per questa politica.
Perciò è troppo presto a parlare delle modalità dei colloqui.
D. - Alla Conferenza di Londra, nel novembre scorso, l'UE ha
dichiarato guerra alla criminalità organizzata. Allora siè parlato di
un forte legame tra il crimine organizzato e le strutture politiche
nei Balcani. Avete dei dati concreti riguardo questa corruzione e il
legame della criminalità organizzata con i politici della Serbia e
Montenegro? Come pensa l'UE di combatterlo?
R. - La criminalità è un'enorme problema nella regione balcanica, con
conseguenze dirette sugli Stati membri dell'UE. Ho detto a Londra che
perciò dobbiamo lottare insieme contro la criminalità organizzata,
usando tutti i mezzi e le informazioni che abbiamo. Il punto chiave è
costruire istituzioni politico-giuridiche forti ed indipendenti e
riformare e rafforzare la polizia. Nessuno dovrebbe essere al di sopra
della legge. Questo è innanzitutto il compito dei governi locali della
regione, ma anche noi della Comunità internazionale siamo pronti di
aiutare. La missione politica UE, che ora ha iniziato con il suo
lavoro nella Bosnia ed Erzegovina, è un buon esempio [sic! sic! sic!],
ma esistono anche altri programmi adattati a situazioni o problemi
particolari in ogni paese. Le forze di polizia UE e quelle dei paesi
della regione devono cooperare più strettamente.
D. - Sono passati 3 anni dai bombardamenti contro la Jugoslavia. Pensa
ancora che il bombardamento è stato una decisione giusta, un passo
politico intelligente? E' preoccupato dell'accusa contro la NATO al
Tribunale dell'Aia?
R. - Questa accusa, che il Tribunale ha respinto come infondata, non
mi preoccupa minimamente. Sono dispiaciuto [sic], però, che si è
dovuto bombardare, perché non avevamo altre opzioni. Non descriverei i
bombardamenti come "una decisione politica intelligente". E' stata una
difficile decisione politica, credo, la più difficile nella mia
carriera. L'abbiamo presa dopo attenta riflessione e cautele.

Il processo a Slobodan Milosevic è un fatto storico

D. - Sta seguendo il processo a S. Milosevic e cosa ne pensa?
R. - Non ho la possibilità di seguirlo regolarmente, ma naturalmente
sono interessato anche a seguirlo. Il processo, nel vero senso della
parola, è storico. Per la prima volta il presidente di uno Stato e'
accusato di crimini di guerra e crimini contro l'umanità. In questo
senso il processo rappresenta la vittoria della giustizia [sic] e la
speranza di un mondo nel quale nessuno, nemmeno il presidente dello
Stato è al di sopra della legge. [a parte quelli della NATO,
ovviamente]



[Tradotto da Ivan Istrijan per il CNJ.
Commento del traduttore:

Sarebbe doverosa, e pertinente, una domanda a questo individuo. Se,
con tutto quello che succede nel bel paese di Solana - intendendo la
Spagna, per una volta, e non la surreale "Unione" serbomontenegrina -
qualcuno decidesse che esso si deve chiamare "Stato iberico dei
Castigliani, dei Catalani e dei Baschi", Solana ne sarebbe contento?
Forse si, se a richiederlo fosse lo zio Sam!
A questo punto devo riportare i versi del poeta Djuro Jaksic, 1875:

"Europa?...
Marciume vecchio! Essere mostruoso...
Vecchia bambola grinzosa,
prostituta dichiarata,
che col suo occhio strabico
al tiranno fa l'occhiolino..." ]

L'AMICO AMERICANO / 5

"Bill Clinton Avenue": questo e' oggi il nome della strada principale
di Pristina. L'hanno rinominata cosi' tre anni fa, Rugova e soci, in
omaggio al grande artefice della "liberazione", cioe' della
devastazione del loro paese.
Degni di nota sono anche: il ristorante "Aviano", una copia della
Statua della Liberta' alta sei metri, il progetto di statua a Tony
Blair (del quale riferimmo alcuni mesi fa). Ed i nomi di alcuni
neonati: "Albright" oppure "Madeleine" per le bambine, "Tony Blair",
appunto, per i bimbi.


---


KOSOVO HONOURS ITS "SAVIOURS"

Key figures from the NATO bombing campaign are immortalised by
grateful ethnic Albanians.

By Fatos Bytyci in Pristina

Former American head of state Bill Clinton is on the road to
immortality in Kosovo after a three-and-a-half-long km boulevard was
named in his honour.

A 12-metre high photograph of him has also been erected as part of the
stretch's 427,000 euro upgrade.

Kosovo's president Ibrahim Rugova said that such recognition was the
least his people could do for a statesman who had garnered
international support for NATO's 1999 bombing campaign.

"This is a very small thing we have done, as the former US president
deserves much more," Rugova declared.

Indeed, Clinton's name lives on in many unique ways in the region,
which remains a United Nations protectorate three years on from the
conflict, with more than 32,000 international peacekeepers on its
soil.

Businessman Ramadan Aliu, who is originally from Macedonia, has
renamed his marble company after the former US leader. "Once heads of
states leave their posts, many of them are forgotten. I wanted to make
President Clinton immortal," he told IWPR.

A number of local bars and restaurants, meanwhile, have acquired names
associated with American, NATO and British "liberators" who freed
Kosovo from Yugoslav president Slobodan Milosevic's regime.

Aviano, the first restaurant every foreign visitor sees when they
leave Pristina airport, is named after NATO's Italian military base.
B52, BBC, Apache, Pentagon and Blair are also commonly used.

Elsewhere, the entrance to Pristina is now marked by a six-metre high
replica of New York's famous Statue of Liberty, created at a cost of
around 100,000 euros. "I can't say whether it will help trade because
it's only been here a few days, but it's looking nice," said Avni
Selmani, who manages a nearby hotel.

Pristina city council spokesperson Veli Bytyci said he has heard of
plans for many other projects to name streets or erect statues in
honour of foreign politicians, but ordinary Kosovars are also paying
their own personal tributes.

For example, Gezim, an Ashkali from Fushe Kosova, has called his
daughter Albright after former US secretary of state Madeleine
Albright. "Why not? She saved us from war, and also the name is nice,"
he said.

When Gjakova resident Shqipe Bardhi's daughter was born two months
after the end of the war, she named her Madeleine. "It was my
husband's idea. She helped us a lot. She was our saviour," said
Bardhi, adding that they plan to call their next child Clinton.

Staff at Pristina's civil registry office confirmed that there has
been a definite trend towards such tributes. "Only three days ago,
somebody named his son Tony Blair," said registry official Shefqet
Bucaj.

Kosovars identify so strongly with America that they were deeply
affected by the September 11 attacks on New York and Washington.
Local television at the time showed many in tears and today there are
a number of memorials bearing witness to the tragic events and
expressing solidarity with the victims and their families.

One photo of New York with two candles where the twin towers once
stood, reads simply, "America, we are with you."

With the conflict now behind them, the people of Kosovo are now
working to rebuild and strengthen local institutions, but are also
doing their best to see that those who helped them reach this point in
their history are not forgotten.

Fatos Bytyci is a journalist with Kosovo Radio and Television, RTK.


(Source: www.iwpr.net - BALKAN CRISIS REPORT No. 379)

Date: Wed, 12 Mar 2003 11:19:53 +0100
From: "Jedinstvena sindikalna organizacija Zastava" <sindikat@...>
Organization: Samostalni sindikat

Con riferimento ALL' APPELLO [...vedi sotto...] vi invitiamo a
bloccare tutte le attivita a proposito perche anche questa volta
purtroppo non ci siamo riusciti.

Nenad Aleksic e morto stanotte.

Ringraziamo chi ha dato il contributo, appena passa qualche
giorno di lutto contatteremo i genitori in merito ai contributi
versati e tutti ne saranno informati successivamente.

Per ulteriori informazioni contattare
Rajka Veljovi? - SINDACATO ZASTAVA

Tel + 381 34 335 762 (8h00-12H00)
E-mail: sindikat@...



--- In This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it., "Coordinamento Nazionale per
la Jugoslavia" ha scritto:

Date: Thu, 27 Feb 2003 14:33:41 +0100
From: "Jedinstvena sindikalna organizacija Zastava" <sindikat@p...>
Organization: Samostalni sindikat

APPELLO

A TUTTE LE PERSONE DI BUONA VOLONTA,
ASSOCIAZIONI, STRUTTURE SINDACALI ECC...

APPELLO PER VINCERE NELLA BATTAGLIA CON IL TEMPO

PER SALVARE UNA VITA

ALEKSIC NENAD, 26 anni di Kragujevac - Yugoslavia (SIC)
Indirizzo: Ru?ice Bojovic 6, 34000 Kragujevac - Yugoslavia
Infermiere, padre Dragan, madre Radmila

Le previsioni dei medici sono 10 giorni di vita se non venisse
sottoposto all' intervento chirurgico
TRAPIANTO DI CUORE (in Yugoslavia non fattibile).

Trapianto verra' fatto a Monaco di Baviera - Clinica Universitaria
Groshaden. Costi di trapianto cca 100.000 Euro. Nel caso che non sara'
fattibile (per i motivi economici) verranno incorporate "camere di
plastica" nel cuore - costo previsto 40.000 Euro.

Ogni contributo e' prezioso, goccia per goccia faremo mare. La vita al
costo preciso - da 100.000 a 40.000 Euro.


Allegato : Documentazione medico-sanitaria, Riferimenti della Banca
Yugoslava e quella Tedesca ***

Per ulteriori informazioni contattare Rajka Veljovic
SINDACATO ZASTAVA
Tel + 381 34 335 762 (8h00-12H00)
E-mail: sindikat@p...


*** I files JPG con la documentazione sono scaricabili al sito:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/files/NenadAleksic/

--- Fine messaggio inoltrato ---

Subject: Ospitalità bambini jugoslavi a Roma
Date: Thu, 13 Mar 2003 15:32:06 +0100
From: Alessandro Di Meo <alessandro.di.meo@...>
To: jugocoord@...


Anche quest'anno sta per partire l'organizzazione dell'iniziativa "C'è
un bambino che...", ospitalità di bambini jugoslavi profughi dalla
guerra del Kosovo, attualmente residenti a Kraljevo. L'iniziativa
nasce dal lavoro di alcuni dipendenti dell'università di Roma Tor
Vergata, in collaborazione con l'associazione Un Ponte per... e in
pieno accordo con la volontà espressa dal Rettore.

Il messaggio dello scorso anno, di diffusione dell'iniziativa, si
concludeva con un "C'è un bambino che... ti aspetta!". Dopo il
successo che l'iniziativa ha avuto nella scorsa estate, stavolta
possiamo concludere con un "C'è un bambino che... aspettiamo!"
L'ospitalità, infatti, ha coinvolto le famiglie partecipanti sia da un
punto di vista strettamente emotivo, i bambini sono bambini, sia da un
punto di vista più generale, legato alle conseguenze che ogni guerra
porta con se.

In questo momento storico particolare, poi, in cui nel mondo cresce la
distanza fra chi considera la guerra un mezzo nefasto ma 'necessario',
trasformandolo, a seconda del caso, in 'intelligente', 'preventivo',
a volte 'umanitario' e chi, invece, si dichiara contrario senza
tentennamenti o ripensamenti possibili, noi ci dichiariamo dalla parte
di questi ultimi in quanto la guerra, qualunque ne sia il motivo
scatenante, alla fine viene sempre fatta pagare ai più deboli!

Siamo convinti che, portando qui i volti, i sorrisi, le voci di
piccole vittime di una guerra che sembra dimenticata ma che, invece, è
ancora attualissima negli irrisolti problemi dell'area balcanica,
molti potranno confrontarsi direttamente col problema guerra, che
altrimenti rischia di diventare una cosa astratta, impersonale,
virtuale alla quale ci si abitua come se nulla fosse mentre,
purtroppo, è cosa drammaticamente materiale.

Come si fa a dire SI alla guerra e rimanere indifferenti davanti alle
sue vittime? Lo riteniamo improbabile. Siamo stati a trovare le
famiglie di questi ragazzini nel novembre scorso, con l'associazione
"Un Ponte per..." che anche quest'anno ci aiuterà nell'organizzazione.

La loro situazione di vita non è cambiata affatto da quando, quattro
anni fa, sono dovuti scappare in fretta e furia per sfuggire alle
rappresaglie. Vivono in modo precario, in situazioni di lavoro
difficoltose, facendo tesoro di aiuti portati loro con azioni concrete
di solidarietà come il viaggio di novembre o come i sostegni a
distanza (più problematico è riuscire ad attivare azioni strutturali,
come organizzazione in cooperative, corsi di preparazione
all'informatica, scambio di manufatti artigianali).

In questa ottica, riproporre l'iniziativa ci sembra fondamentale.
Sia come atto concreto di sensibilizzazione sulle tragedie della
guerra di una realtà grande come quella di Tor Vergata, inserita nel
vasto e importante territorio di una città come Roma, sia come atto di
amicizia e solidarietà con una realtà, quella dei profughi di
Kraljevo, disagiata e particolarmente a rischio.

Dare segnali di amicizia e solidarietà a dei bambini che hanno già
patito vicissitudini drammatiche quali la fuga dai luoghi più
familiari, l'abbandono e la perdita di affetti e amicizie, ne siamo
certi, può dare loro la sensazione, crescendo, che si può anche
credere alle belle favole. A noi, invece, può offrire qualche
strumento in più per credere meno ad altre, di favole, che
continuamente cercano di raccontarci.

Per adesioni e/o informazioni:
alessandro.di.meo@... (tel. 06-7259 3058 fax 06-7259 3057

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"Deve esserci, lo sento, in terra o in cielo un posto
dove non soffriremo e tutto sarà giusto..."
(francesco guccini - cyrano)

Un ponte per...
Associazione Non Governativa di Volontariato per la Solidarietà
Internazionale - via della GUGLIA 69/a, 00186 ROMA
Tel 06.6780808 Fax 06.6793968
ONLUS Iscritta al Registro Volontariato Regione LAZIO DPGR 699.98
ONG idonea - decreto del Ministro Affari Esteri del 18.2.99
Partita IVA 04734481007 - Codice Fiscale 96232290583
C/C Postale n° 59927004
C/C Bancario n° 100790 Banca Popolare Etica, ABI 5018, CAB 12100
e-mail: posta@... sito web: http://www.unponteper.it