Informazione

[english version:
ERP KiM: Massimo Cacciari: They are preparing to destroy the jewels
(by Renzo Mazzaro)
http://groups.yahoo.com/group/sorabia/message/38473 ]

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Monasteri del Kosmet: Anche Massimo Cacciari prende posizione

Ci sono voluti piu' di tre anni e mezzo. Ciononostante, registriamo
con piacere che pure Massimo Cacciari alla fine ha preso ufficialmente
posizione sulla distruzione sistematica - in corso - dell'inestimabile
patrimonio artistico del Kosovo-Metohija.
Alcune contraddizioni restano: come si puo' leggere nell'intervista
che riportiamo di seguito, l'intervistatore di Cacciari insiste con la
"menzogna originaria" della "Grande Serbia", e Cacciari, anziche'
appellarsi al governo, oppure al "suo" centrosinistra, si appella...
ad Andreotti! Ma tant'e'. Speriamo che molti altri seguano l'esempio
di Massimo Cacciari, e che siano ascoltati, prima che sia troppo
tardi. (I. Slavo)

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"La Nuova di Venezia e Mestre" e "La Tribuna di Treviso",
martedì 4 marzo 2003

http://www.nuovavenezia.quotidianiespresso.it/nuovavenezia/
arch_04/venezia/idee/vt101.htm

http://www.tribunatreviso.quotidianiespresso.it/tribunatreviso/
arch_04/treviso/idee/vt101.htm


Il contingente italiano sta per essere spostato. E i musulmani
potrebbero far saltare opere d'arte inimitabili.
L'appello di Cacciari

«Stanno per distruggere dei gioielli»

I nostri militari devono difendere le splendide chiese del Kosovo
L'allarme del filosofo: «Sono come San Marco Custodiscono i vertici
dell'arte bizantina. Se le abbandoniamo al loro destino, siamo da
fucilare»

di Renzo Mazzaro

Dopo la pulizia etnica, il repulisti della memoria. Cancellare i
ricordi. Via i simboli, soprattutto quelli più forti: chiese,
monasteri, monumenti della cristianità occidentale. Fare piazza pulita
per togliere ogni pretesto di ritorno ai serbi. Questo pensano gli
estremisti albanesi, di religione musulmana, che ancora inseguono nel
Kosovo il sogno di una Grande Albania a base etnica, come Milosevic
inseguiva quello della Grande Serbia.
La guerra è finita nel 1999 ma il Kosovo, provincia autonoma della
Federazione Serbia-Montenegro, in attesa di diventare Stato autonomo
chissà quando, resta una polveriera. La linea moderata del partito del
presidente Ibrahim Rugova, è schiacciata dagli attentati terroristici:
su 28 assassinii degli ultimi mesi, 20 riguardano suoi collaboratori.
E ben 122 chiese ortodosse sono state fatte saltare in aria, sotto gli
occhi della Kfor, la forza multinazionale di pace. Un patrimonio
artistico di valore mondiale sta andando all'estinzione
«nell'indifferenza dei liberatori del Kosovo»: lo denuncia Massimo
Cacciari, ex sindaco di Venezia.

Cacciari, lei conosce bene quella zona...

«Conosco molto bene la situazione del Kosovo e quella dei beni
artistici. Me ne sono interessato molto prima della guerra. Li
visitai, dietro sollecitazione del mio maestro Sergio Bettini,
immediatamente dopo la laurea, nel 1967. Feci un giro di tutti i
santuari, monasteri e chiese bizantine della zona tra Bosnia, Kosovo,
Serbia. Un'area praticamente sconosciuta, rimasta tagliata fuori da
tutti i giri turistici; diversamente da quanto è accaduto, per
esempio, ai grandi conventi e monasteri transilvani della Romania».

Fu un tour scientifico?

«Credo di essere tra i dieci che hanno fatto il giro scientifico di
quelle chiese, talmente era difficile arrivarci. Non c'erano alberghi,
non c'era nulla di nulla. Ma restavi di sale quando entravi».

A quale chiesa si riferisce?

«A quella di Pec per esempio: quello è San Marco, ha degli affreschi
incredibili. Il monastero e la chiesa di Pristina sono Istanbul, sono
Bisanzio. Il monastero di Decani, tutto affrescato all'interno, è di
una bellezza pazzesca. Sono le cose più antiche dell'arte bizantina,
diecimila volte più importanti delle chiese greche di Castoria, oppure
dei resti bizantini di Salonicco. Ricordo anche chiese romaniche a
livello delle grandi cattedrali dalmate di Zara, Sebenico, Trau. E'
inaudito come la comunità internazionale, che si è strappata i capelli
perchè gli afgani e Bin Laden hanno fatto saltare le due statuone del
Budda, che dal punto di vista artistico valevano nada de nada, non
abbia mosso un dito. Avendo lì anche le truppe».

Dal 1999 gli estremisti musulmani hanno raso al suolo 122 chiese
ortodosse.

«Appunto, è spaventoso. Quando ero ancora sindaco di Venezia, sono
venuti a raccontarmi di questa situazione. Avevamo già una mezza idea
di fare una mostra su quello che era accaduto, non ricordo più con
chi».

Forse c'era anche Rugova?

«No, Rugova non c'era: non mi sembra neanche che si preoccupi molto di
questi problemi. Era una delegazione di kosovari che abitavano in
Italia. Mi pare che uno lavorasse nell'Università di Pisa. Ma era un
mese o due prima che mi dimettessi, nel 2000. Dopo non ho visto
altro».

Il mensile Trenta giorni ha ricostruito nel numero di febbraio la
cronaca delle distruzioni.

«L'ho vista. Benemerito Trenta giorni, speriamo che Andreotti si dia
da fare. L'Italia si renderebbe corresponsabile di un delitto».

Ma se i militari italiani si ritirano dai presidi, il rischio è
elevatissimo.

«Sarebbe come se facessero saltare in aria San Marco a Venezia. E' una
follia, bisogna tenere lì i militari, bisogna assolutamente impedire
che un'eventualità del genere accada».

Questa decisione è di competenza del ministro della Difesa italiano,
che proprio in queste ore ha mandato a Pristina, per discuterne con la
Kfor, il sottosegretario alla Difesa Filippo Berselli.

«Allora io dico: se nell'ambito delle operazioni che l'Italia deve
fare, non tutela un patrimonio di questo genere che non ha confronti
al mondo, si fa corresponsabile della distruzione. Siamo da fucilare.
Non ho altre parole: siamo da fucilare.
Saremmo noi i liberatori, quelli che sono andati a portare la pace,
che hanno scelto la civiltà contro la barbarie? Sono cose dell'altro
mondo».

Come si può definire il suo: un appello al ministero della Difesa
perché torni sulle decisioni?

«Finché non siamo assolutamente certi che nessuno può mettere in
pericolo queste chiese, non bisogna assolutamente sguarnire i presidi
militari. Questo patrimonio artistico è unico, non esistono altri
esempi. E' come San Marco, ripeto: chiese uguali in Europa non non ce
ne sono, non perché San Marco sia la più bella, ma perché quel
linguaggio artistico non esiste altrove. Purtroppo nessuno ne parla».

(srpskohrvatski + deutsch)

ARTEL GEOPOLITIKA by www.artel.co.yu
office@...

=== SRPSKOHRVATSKI ===

KOSOVO BEZ METOHIJE, A METOHIJA BEZ MANASTIRA

infograf@...


Spomenka Deretic, novinar
Beograd, 3. mart 2003. god.

Ugledni rimokatolicki nedeljnik "Trideset dana" objavio je vest
da ce srpski pravoslavni manastiri na Kosovu i Metohiji biti
unisteni ukoliko vojnici KFOR-a ne nastave da ih stite. List je
objavio tvrdnju jednog italijanskog pukovnika da Albanci
cekaju samo da se vojnici KFOR-a povuku, pa da sravne sa
zemljom srpske svetinje. " Albanci su ubedjeni da ce samo
potpunim unistenjem crkava i manastira oslabiti volju
proteranih Srba za povratkom" - tvrdi ovaj italijanski pukovnik
u izjavi rimskom dnevniku "Trideset dana"
Italijanski vojnici, pripadnici KFOR-a tri i po godine cuvaju
manastir Decane, remek delo srpske srednjevekovne
arhitekture. Ovi vojnici treba da se prebace u novu italijansku
bazu u blizini Peci. Manastir Decani, zaduzbina srpskog kralja
Stefana Urosa lll, sazidan u cetrnaestom veku od poliranog
belog mermera i ukrasen velicanstvenom plastikom, ostace na
milost i nemilost albanskim pljackasima i teroristima. I u
Drugom svetskom ratu ovaj manastir oslikan velicanstvenim
freskama, italijanski vojnici cuvali su od albanskih pljackasa.
Posle kapitulacije Italije, vojnici nemackog Vermahta sprecili
su Albance da ne zapale manastir i ne opljackaju ikone i druge
crkvene dragocenosti. Istorija se ponavlja, a "civilizovana"
Evropa cuti.
Do dolaska mirovnih snaga UN 1999 godine, na Kosovu i
Metohiji se nalazilo vise od 1400 srpskih crkava, manastira i
crkvenih zdanja. Za tri i po godine Albanci su unistili vise od
stotinu ovih hriscanskih objekata. "Civilizovani" Amerikanci
dozvoljavaju svojim prijateljima Albancima da pale i ruse
prelepe hriscanske crkve i manastire, mnogo starije od
Sjedinjenih Americkih Drzava. Amerikanci, cak, podsticu
svoje prijatelje Albance da pale srpska sela na Kosovu i
Metohiji da pljackaju srpske kuce i stanove i da u getima drze
preostale Srbe. NATO predstavnici su cesto govorili o
nekakvim masovnim grobnicama Albanaca koje su, navodno,
pobili Srbi. Za tri i po godine, koliko traje NATO okupacija
Juzne srpske pokrajine, okupatori nisu mogli da otkriju
albanske masovne grobnice, ali su zato otkrivene masovne
grobnice masakriranih Srba. Poslednja je iskopana u Prizrenu,
srednjevekovnoj naprednoj prestonici srpskog cara Dusana. U
Prizrenu od 1999 godine nalaze se zemljaci sefa UNMIK-a
Mihaela Stajnera. Preci ovih Nemaca, vojnici Vermahta, za
vreme Drugog svetskog rata su sacuvali od divljanja albanskih
hordi i prizrenske Srbe i srpske manastire. Navescemo samo
jedan primer u izvestaju Svetog Sinoda Srpske pravoslavne
crkve se kaze : " Posle sloma Italije , Albanci su drzali
episkopa Serafima u pritvoru. Na intervenciju prizrenskih
Srba, Nemci su blazenopocivseg episkopa oslobodili." Vojnici
Vermahta spasli su jednog srpskog episkopa u Prizrenu njihovi
potomci stavili su do znanja sada vladiki Rasko-prizrenskom
Artemiju da bi trebalo da napusti Prizren, jer ne mogu da mu
garantuju bezbednost. Da li ce sada ovi mladi amerikanizovani
Nemci vojnici KFOR-a hteti da sacuvaju makar trobrodnu
baziliku u Prizrenu "Bogorodicu Ljevisku ", koju je na
temeljima crkve iz doba Sv. Save obnovio 1306 godine srpski
kralj Milutin?
U ovoj srpskoj srednjevekovnoj crkvi nalazi se freska
Bogorodice, toliko velicanstvena, da onima koji je gledaju
zastaje dah u grudima. Oci ove Bogorodice gledaju kroz
vecnost tuzno kao da Majka Bogocoveka zna koliko ce zla biti
naneto bozijoj kuci u Prizrenu i narodu koji je tu boziju kucu
podigao.
Sa mirovnim snagama UN na Kosovo i Metohiju dosla je i
"Oslabodilacka vojska Kosova", koja je godinama terorisala
srpsko i drugo nealbansko stanovnistvo u Juznoj srpskoj
pokrajini, ali i Albance lojalne Jugoslaviji. Cak su i
Amerikanci, osvedoceni pokrovitelji Albanaca, godinama
nazivali "OVK" teroristickom organizacijom. Ti Albanci,
pripadnici OVK, najbrutalnije masakriraju Srbe gde god mogu
i divljacki unistavaju srpske hriscanske spomenike. Oni su
opljackali srednjevekovni manastir Devic, crkvu Vavedenja
Bogorodice koju je obnovio srpski despot Djuradj Brankovic u
spomen ozdravljenja svoje kceri device, zbog cega se i zove
Devic. Tu je bila starija crkva prvog ktitora Sv. Joanikija. U
njoj je do danas bio sacuvan sarkofag sa mostima Sv.
Joanikija, nad kojim se bolesnici mole za ozdravljenje.
Manastir je cuvao i mnoge druge dragocenosti. Francuski
vojnici pripadnici KFOR-a dosli su u manastir Devic 1999
godine, ali tek posto su ga opljackali i obescastili Albanci.Evo
sta je izjavio francuski oficir po dolasku u Devic: "Pronasli smo
jednog svestenika i devet mnahinja. Svestenik je bio pretucen,
a monahinje su bile zlostavljane. Najmladja i najlepsa
monahinja bila je sva u suzama i srusila se u stolicu. Ikone su
polomljene, a na freskama je bio zagreben znak pretnje i
brutalnosti OVK("Oslobodilacka vojska Kosova")."
Civilizovana amerikanizovana Evropa pravila se da ovu izjavu
francuskog oficira nije cula. "Oslobodilacka vojska Kosova"
transformisla se u Kosovski odbrambeni korpus da bi i dalje
mogla da kidnapuje terorise i ubija preostale Srbe i unistava
hriscanske svetinje. Sef UNMIK-a Mihael Stajner dobro je
placen da to ne vidi.
Od dolaska mirovnih snaga na Kosovo i Metohiju do temelja je
unisten manastir Sv. Trojica iz cetrnaestog veka kod
Musutista, koji je imao bogatu biblioteku iz cetrnaestog pa do
osamnaestog veka. Pred ocima nemackih vojnika pripadnika
KFOR-a Albanci su najpre opljackali i demolirali crkvu a
zatim je minirali. Albanci su spalili i manastirske konake sa
vrednim zbirkama ikona. U istom mestu Aalbanci su zapalili i
minirali i crkvu Uspenja Bogorodice iz 1315 godine. Albanci su
zapalili i manastir Sv. Marka u Korisi sazidan 1457 godine i do
temelja unistili manastir Binic iz cetrnaestog veka. Binic je jos
u vreme vizantijskog cara Vasilija ll, u desetom veku bio
srediste episkopa. Manastir se nalazio na podrucju koje
kontrolisu Amerikanci. Na tom podrucju unistena su jos dva
srpska manastira iz cetrnaestog veka. Amerikanci nisu hteli da
sprece Albance da spale i miniraju dva srpska srednjevekavna
manastira, zaduzbine Svetog Urosa i carice Jelene. Albanci
nisu unistili do temelja samo manastirr Sv. Arhandjela kod
Gornjeg Nerodimlja, vec su posekli i spalili crni bor u
manastirskom dvoristu koji 1336 godine zasadio srpski car
Dusan Nemanjic. Nad srpskim nardom se vrsi duhovni
genocid, a Amerikanci se prave da nista ne znaju. Albanski
politicar Adem Demaci cinicno je izjavio u jednoj televizijskoj
emisiji: " Srbi moraju da se odreknu i svoje teritorije i svoje
proslosti". Za ovakve teznje Albanci imaju podrsku
Sjedinjenih Americkih Drzava i NATO pakta. Albanci
neometano unistavju ne samo zive Srbe na Kosovu i Metohiji
vec i srpsku istoriju. Kosovski Albanci unistavju i Bozije kuce
na zemlji. Na Kosovu i Metohiji Albanci nemaju svoje stare i
znacajne kulturno - istorijske i religijske spomenike. Primivsi
islam Albanci su poceli masovnije da se doseljavaju na
Kosovo i Metohiju proganjajuci Srbe hriscane tek u
sedamnestom veku. Nedostatak njihovih visevekovnih
spomenika na Kosovu i Metohiji kod Albanaca izaziva zelju da
uniste srednjevekovne srpske spomenike. Istoricarka religije
Karen Amstrong tvrdi da su zapadnoevropski krstasi pre osam
vekova opljackali Konstantinopolj koliko iz pohlepe toliko i
zbog pakosti prema jednoj velelepnoj civilizaciji kakva je bila
vizantijska.
Kako zapadna Evropa i Sjedinjene Americke Drzave mogu da
cute dok se nemilosrdno i varvarski na jednom prostoru
Evrope unistavju lepota srednjevekovnog graditeljstva,
slikarstva i pismenosti i dok se pale Bozije kuce na zemlji. Da li
su zapadno evropske drzave zaboravile hriscansku
civilizaciju? Mislim da je odgovor u tome sto je u zapadnoj
Evropi kao i Sjedinjenim Americkim Drzavama bog postao
profit. Americki novinar Kris Hedzis napisao je da veliki
kosovski rudarski basen Stari Trg , koji je u drzavnom
vlasnistvu Srbije, predstavlja najvredniju nekretninu na
Balkanu, cija je vrednost najmanje pet milijardi dolara. Mnogi
pripadnici KFOR-a i UNMIK-a po svoj prilici imaju koristi i
od albanske trgovine drogom. Neki strucnjaci za puteve droge
smatraju da kosovski Albanci u zemlje Evropske Unije unose
ogromne kolicine droge, cija je cena zastrasujuce visoka -
oko tri stotine miliona evra dnevno. U zapadnoj Evropi bozije
kuce su , na zalost postale banke, preduzeca za pranje novca i
Medjunarodni monetarni fond.

=== DEUTSCH ==

KOSOVO OHNE METOHIJA - UND METOHIJA OHNE KLÖSTER

infograf@...

Spomenka Deretic, Journalistin
Belgrad, 3. März 2003

Die angesehene römisch-katholische Wochenschrift "30
Tage" veröffentlichte die Nachricht, die serbisch-orthodoxen
Klöster in Kosovo und Metohija werden zerstört, wenn die
KFOR-Soldaten sie nicht weiter beschützen werden. Das
Blatt veröffentlichte die Behauptung eines italienischen
Obersten, die Albaner warteten bloß darauf, dass die
KFOR-Soldaten sich zurückziehen, um die serbischen
Heiligtümer dem Erdboden gleichzumachen. "Die Albaner
sind überzeugt, dass nur die totale Vernichtung der Kirchen
und Klöster den Willen der vertriebenen Serben nach
Rückkehr schwächen werden", behauptet dieser italienische
Oberst in einer Erklärung der römischen Tageszeitung "30
Tage".
Italienische KFOR-Soldaten beschützen seit dreieinhalb
Jahren das Kloster Decani, ein Meisterwerk der serbischen
mittelalterlichen Baukunst. Diese Soldaten sollen in die neue
italienische Basis unweit von Peci verlegt werden. Das im 14.
Jh. aus poliertem weißen Marmor errichtete Kloster Decani,
geschmückt mit einer ausgezeichneten Plastik, eine Stiftung
des serbischen Königs Stefan Uros III., bleibt den albanischen
Plünderern und Terroristen in Gnade und Ungnade
überlassen. Italienische Soldaten beschützten auch im
Zweiten Weltkrieg dieses mit einzigartigen Fresken versehene
Kloster vor albanischen Plünderern. Nach der Kapitulation
Italiens hinderten Soldaten der deutschen Wehrmacht die
Albaner daran, das Kloster in Brand zu stecken und Ikonen
und anderes wertvolles Kircheninventar zu plündern. Die
Geschichte wiederholt sich, doch das "zivilisierte" Europa
schweigt.
Bis zum Eintreffen der UN-Friedenskräfte 1999 befanden sich
in Kosovo und Metohija über 1400 serbische Kirchen, Klöster
und Kirchengebäude. Innerhalb von dreieinhalb Jahren haben
die Albaner über Hundert dieser christlichen Objekte zerstört.
Die "zivilisierten" Amerikaner erlauben ihren albanischen
Freunden die wunderschönen christlichen Kirchen und
Klöster, viel älter als die USA, in Brand zu stecken und zu
vernichten. Die Amerikaner spornen ihre albanischen Freunde
sogar an, serbische Dörfer in Kosovo und Metohija
abzufackeln, serbische Häuser und Wohnungen zu plündern
und die noch gebliebenen Serben in Gettos zu halten. Die
NATO-Vertreter erwähnten häufig irgendwelche
Massengräber der Albaner, die angeblich von Serben
ermordet sein sollen. In den dreieinhalb Jahren der
NATO-Okkupation der südserbischen Provinz konnten die
Okkupanten keine albanischen Massengräber ausfindig
machen, aber dafür sind sie auf Massengräber massakrierter
Serben gestoßen. In Prizren, der mittelalterlichen
fortschrittlichen Residenzstadt des serbischen Kaisers Dusan,
wurde das letzte Massengrab ausgehoben. Seit 1999 halten
sich in Prizren die Landsleute des UNMIK-Chefs Michael
Steiner auf. Die Vorfahren dieser Deutschen,
Wehrmacht-Soldaten, beschützten im Zweiten Weltkrieg die
Serben aus Prizren und die serbischen Klöster vor dem
wütenden Treiben der albanischen Horden. Wir möchten nur
ein Beispiel aus dem Bericht der Heiligen Synode der
Serbisch-orthodoxen Kirche anführen: "Nach dem
Zusammenbruch Italiens hielten die Albaner den
serbisch-orthodoxen Bischof Seraphim in Untersuchungshaft.
Auf Ersuchen der Serben aus Prizren ließen die Deutschen
den seligen Bischof frei." Die Soldaten der Wehrmacht
retteten einen serbisch-orthodoxen Bischof in Prizren, ihre
Nachfahren gaben dem Vladika von Ras und Prizren,
Artemije, zur Kenntnis, er habe Prizren zu verlassen, denn sie
könnten nicht mehr für seine Sicherheit garantieren. Ob diese
jungen amerikanisierten deutschen KFOR-Soldaten jetzt
wenigstens die dreischiffige Basilika "Muttergottes von
Ljeviska" in Prizren beschützen wollen, die auf den
Fundamenten der Kirche aus der Zeit des hl. Sava 1306 der
serbische König Milutin wieder aufbauen ließ?
Diese serbische mittelalterliche Kirche ist mit Fresken der
Muttergottes versehen, die so großartig sind, dass sie
jedermann, der sie anschaut, den Atem verschlagen. Die
Augen dieser Muttergottes blicken traurig durch die Ewigkeit,
als wisse die Mutter des Gottesmenschen, wie viel Böses dem
Gotteshaus in Prizren und dem Volk zugefügt werden wird, die
dieses Heiligtum errichteten.
Zusammen mit den UN- Friedenskräften zog in Kosovo und
Metohija auch die "Kosovo-Befreiungsarmee" (UCK) ein, die
jahrelang die serbische und die übrige nichtalbanische
Bevölkerung in der südserbischen Provinz, aber auch die
gegenüber Jugoslawien loyalen Albaner terrorisierte. Sogar
die Amerikaner, erklärte Schutzherren der Albaner,
bezeichneten die "UCK" jahrelang als terroristische
Organisation. Diese Albaner, UCK-Angehörige,
massakrieren die Serben, wo immer sich ihnen die
Gelegenheit bietet, auf das Brutalste und zerstören serbische
christliche Denkmäler auf wandalische Weise. Sie plünderten
das mittelalterliche Kloster Devic, die Kirche "Einzug in den
Tempel", die der serbische Despot Ðurad Brankovic zum
Gedenken an die Genesung seiner Tochter, einer Jungfrau,
wieder aufbauen ließ. Deshalb heißt das Kloster auch Devic
(devica=Jungfrau). Hier befand sich eine ältere Kirche des
ersten Stifters, des hl. Joanikije. In ihr wurde bis heute der
Sarkophag mit den Reliquien des hl. Joanikije aufbewahrt,
über den sich Kranke verbeugen und um Genesung beten.
1999 trafen im Kloster Devic französische KFOR-Soldaten
ein, aber erst nachdem dieses von Albanern geplündert und
geschändet worden war. Hier die Erklärung eines
französischen Offiziers nach seinem Eintreffen in Devic: "Wir
fanden einen Geistlichen und neun Nonnen vor. Der Geistliche
war zusammengeschlagen und die Nonnen waren misshandelt
worden. Die jüngste und schönste Nonne war in Tränen
aufgelöst und saß zusammengesunken auf einem Stuhl. Die
Ikonen waren zerbrochen und auf den Fresken war das
Zeichen der Drohung und Brutalität der UCK
(Kosovo-Befreiungsarmee) eingeritzt. Das zivilisierte
amerikanisierte Europa tat so, als habe es nie etwas von
dieser Erklärung des französischen Offiziers gehört. Die
"Kosovo-Befreiungsarmee" wurde in
Kosovo-Verteidigungskorps umbenannt, um die gebliebenen
Serben weiter entführen, terrorisieren und töten und die
christlichen Heiligtümer zerstören zu können. UNMIK-Chef
Michael Steiner wird gut bezahlt, um nichts davon zu sehen.
Seit dem Eintreffen der Friedenskräfte in Kosovo und
Metohija wurde das Kloster der hl. Dreifaltigkeit aus dem 14.
Jh. bei Musutiste bis auf die Grundfesten zerstört. Es
beherbergte eine reichhaltige Bibliothek aus dem 14. bis 18.
Jh. Vor den Augen deutscher KFOR-Soldaten haben die
Albaner zunächst die Kirche geplündert und demoliert und
dann in die Luft gesprengt. Die Albaner steckten außerdem
die Klosterherberge mit wertvollen Ikonensammlungen in
Brand. In der gleichen Ortschaft haben Albaner auch die
Himmelfahrtskirche der Muttergottes aus dem Jahre 1315
angezündet und in die Luft gesprengt. Die Albaner brannten
desgleichen das in Korisa 1457 errichtete Markus-Kloster
nieder und zerstörten das Kloster Binic aus dem 14. Jh. bis auf
die Grundfesten. Binic war schon zur Zeit des byzantinischen
Kaisers Basileios II. im 10. Jh. Bischofssitz. Das Kloster stand
auf dem von Amerikanern kontrolliertem Gebiet. Hier wurden
noch weitere zwei serbische Klöster aus dem 14. Jh.
demoliert. Die Amerikaner machten keine Anstalten, die
Albaner daran hindern, zwei serbische mittelalterliche
Klöster, Stiftungen des hl. Uros und der Kaiserin Helena,
abzufackeln und in die Luft zu sprengen. Die Albaner haben
nicht nur das Kloster der hll. Erzengel bei Gornje Nerodimlje
in Schutt und Asche gelegt, sondern auch die schwarze Kiefer
im Klosterhof verbrannt, die 1336 der serbische Kaiser Dusan
Nemanjic gepflanzt hatte. Am serbischen Volk wird ein
geistiges Genozid begangen, und die Amerikaner tun so, als
wissen sie von nichts. Der albanische Politiker Adem Demaci
erklärte zynisch in einer Fernsehsendung: "Die Serben
müssen auf ihre Territorien und ihre Vergangenheit
verzichten." Für solche Bestrebungen genießen die Albaner
die Unterstützung der USA und des NATO-Pakts. Die
Albaner vernichten ungestört nicht nur die in Kosovo und
Metohija lebenden Serben, sondern auch die serbische
Geschichte. Die Kosovo-Albaner zerstören auch die
Gotteshäuser auf Erden. In Kosovo und Methoja haben die
Albaner keine eigenen alten und bedeutungsvollen
kulturhistorischen und religiösen Denkmäler. Zum Islam
übergehend, begannen die Albaner sich massenhaft in Kosovo
und Metohija anzusiedeln und verjagten die christlichen
Serben erst im 17. Jh. Das Fehlen ihrer jahrhundertealten
Denkmäler in Kosovo und Metohija erweckt bei den Albanern
den Wunsch, die mittelalterlichen serbischen Denkmäler zu
vernichten. Die Religionshistorikerin Caren Armstrong
behauptet, die westeuropäischen Kreuzritter haben vor acht
Jahrhunderten Konstantinopel geplündert, weil sie angesichts
einer so großartigen Zivilisation wie der byzantinischen
Habsucht und Neid empfanden.
Wie ist es möglich, dass Westeuropa und die USA schweigen
können, während in einem Teil Europas unbarmherzig und
barbarisch die Schönheiten der mittelalterlichen Baukunst,
Malerei und Schriftkunde ausgerottet und Gotteshäuser auf
Erden in Brand gesteckt werden? Haben die
westeuropäischen Staaten die christliche Zivilisation
vergessen? Ich denke, die Antwort ist darin zu suchen, dass
für Westeuropa und die USA der Profit zum Gott erklärt
wurde. Der amerikanische Journalist Chris Hadgis schrieb,
das große Bergbaurevier Stari Trg in Kosovo, dass sich im
Staatseigentum Serbiens befindet, stellt die wertvollste
Immobilie auf dem Balkan dar, deren Wert mindestens fünf
Milliarden Dollar beträgt. Viele KFOR- und
UNMIK-Angehörige ziehen gewissermaßen auch einen
Nutzen aus dem albanischen Rauschgifthandel. Einige
Experten für die Drogenkanäle erachten, dass die
Kosovo-Albaner eine enorme Drogenmenge in die
EU-Länder schmuggeln, deren Preis erschreckend hoch ist -
etwa dreihundert Millionen Euro täglich. In Westeuropa sind
die Gotteshäuser leider Banken, Geldwäsche-Unternehmen
und der Internationale Währungsfonds geworden.

UNA MANICA DI BUFFONI

Il governo Djindjic alla fine di febbraio ha lanciato un nuovo
messaggio agli speculatori di tutto il mondo, affinche' si facciano
avanti con le offerte per comprarsi la Zastava - a prezzi ovviamente
stracciati.

Strano... In base ad un preaccordo, lo statunitense Briklin entro
questo mese di marzo dovrebbe "accattarsi" l'azienda, rilanciare la
produzione, abbattere la disoccupazione nell'area di Kragujevac...
Erano tutte balle?

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http://www.serbia.sr.gov.yu/cgi-bin/
printpage.cgi?filename=/news/2003-02/20/327846.html

Economy and privatisation ministry calls for Zastava offers

February 20, 2003

Belgrade, Feb 20, 2003 - The Serbian Ministry of Economy and
Privatisation has called on all those interested in the acquisition of
Kragujevac-based car maker Zastava to come forward with their offers.

The Ministry has also called on Canadian company YUCAN, which has
expressed interest in Zastava. Zastava's governing board had earlier
emailed the Ministry and the Privatisation Agency to inform them that
they had received an offer from YUCAN.

If any company has serious intentions in the privatisation process in
Serbia, they must contact the responsible institutions, reads a
statement by the Ministry.

If YUCAN is genuinely interested in Zastava, the Ministry and the
Agency will invite them to visit its facilities and conduct a due
diligence procedure of the company, after which time they can make a
decision on future co-operation.

In October 2002, a letter of intent was signed with American company,
Nucarco, stipulating that a final agreement had to be signed within
six months. But this pre-agreement does not prevent the Privatisation
Agency from talking with other interested parties.

Note: many interesting hyperlinks can be found at the original
hypertext, under: http://www.antiwar.com/malic/m-col.html

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ANTIWAR, Thursday, March 6, 2003

Balkan Express
by Nebojsa Malic
Antiwar.com

From Kosovo to Baghdad

The Past And Coming War

As the frustrated Empire attempts ever
harder to justify the unjustifiable
and launch an invasion of Iraq with some
sort of placating pretext, it was
inevitable that the precedent of Balkans
interventions would come up again.

Richard Holbrooke, former foreign policy
hitman for the Clinton regime,
complained in the Washington Post on
February 23 that Bushites have lost the
"leadership" he and his masters had
created through Balkans interventions:

"in 1999, the Clinton administration and
our NATO allies decided to bomb
Serbia (for 77 days) without even seeking
U.N. approval, after it became
clear that Russia would veto any proposal.
This contrast with the supposedly
muscular Bush administration is especially
odd when one considers that
Saddam Hussein is far worse than Slobodan
Milosevic, and that Iraq has left
a long trail of violated Security Council
resolutions, while there were none
on Kosovo."

Holbrooke may be arrogant, condescending,
boorish, mendacious and
insufferable, but he is at least open
about it. What he is saying here is
that the US and NATO literally got away
with the international law
equivalent of premeditated murder, and
that Bush should have used that same
approach in Iraq. Justification? Who needs
one!? Earlier in the piece he
quipped:

"one should never underestimate the
persuasive power of power itself, as we
saw with the powerful and precise use of
air power in Bosnia in 1995 and
Kosovo in 1999." (emphasis added)

Nowhere in the entire article does he
mention the supposedly "humanitarian"
character of Empire's Balkans
interventions, while in this one sentence
alone, he uses "power" four times. While
this may not be (but is) indicative
of Empire's priorities, it is clearly
enough indicative of Holbrooke's.

False Challenges

Holbrooke's musings were quickly
challenged by Bush 41's henchman James
Baker, and Viagra pitchman Bob Dole, just
four days later. Well, sort of.
While he hotly denied Holbrooke's charge
that Bush 41 didn't "finish the
job" in 1991, Baker agreed with
Holbrooke's urging Bush 43 to attack now,
debate later. Dole, on the other hand,
rode his favorite hobbyhorse by
charging that Holbrooke and the
Clintonites did too little, too late to
save
the "beleaguered Bosnians" from "Serbian
attack." Neither actually disagreed
with Holbrooke's main argument about the
usefulness and desirability of
force - laws and even common decency be
damned. But this is what passes for
'debate' in Washington nowadays: the
concept of mass murder as
'statesmanship' is uncontested, and the
only disagreement is with details.

Exercises in Justification

That same week, another debate played
itself out on the pages of the
International Herald Tribune. Wolfgang
Petritsch, former Imperial viceroy of
Bosnia, rejected comparisons between
Kosovo 1999 and Iraq 2003, sounding
almost like a voice of reason. But when
one is arguing against Veton Surroi,
that's not hard. Indeed, Surroi's
comparison of Hussein with Slobodan
Milosevic from a few weeks back is riddled
with madness, of which this is
but a pinnacle:

"Change will only come when the bombs
begin to fall."

Surroi's belief in the healing power of
bombs is simply sick. And he is
actually considered a 'moderate' among the
Kosovo Albanians!

Petritsch's IHT byline, however,
identifies him as "chief EU negotiator at
the Rambouillet peace talks in 1999."
Given that Rambouillet was simply an
Empire-engineered extortion designed to
create a pretext for NATO's attack,
Petritsch's professed belief in
international law and UN legitimacy rings
manifestly hollow.

Both Holbrooke-Baker/Dole and the
Petritsch-Surroi debates focus on
appearances of Imperial intervention, but
never question its validity. Until
it is recognized that the Empire had no
right to use force in Serbia in
1999, nor does it have that right in Iraq
now, comparisons between the two
are merely exercises in justification.

Beware of Kosovo

That is not to say that Kosovo does not
offer plenty of hints as to what may
be coming soon to Iraq, from
terror-bombing to fabricated atrocity
stories.
If the Balkans is anything to judge by,
those who survive can expect an
Imperial protectorate, in which they will
be kept in check with armies of
bureaucrats, 'revenge attacks' and
occasionally, Imperial force. It won't be
a 'liberation,' as the Emperor proclaimed,
but a nightmare.

Far from being a shining example of
Imperial virtue, Kosovo is a 'twilight
zone' where logic gives way to madness and
nonsense is elevated to wisdom.
When Kosovo Serbs tried to preserve what's
left of their lives and property
in the occupied province, Albanians roared
that any "division of Kosovo"
would be "unacceptable," while the
Imperial viceroy condemned "institutions
which are based on mono-ethnicity." Yet
Albanians saw nothing wrong in
dividing Serbia (of which Kosovo is, after
all, a part), while NATO's
occupation has created a 95% mono-ethnic
(Albanian) Kosovo, with the
remaining Serbs and others serving as a
fig leaf of 'multi-ethnic'
legitimacy.

Even Albania condemned the Serb autonomy
as something "unacceptable" (that
word again) that would "damage ethnic
coexistence" (!). As if the official
Tirana is unaware that 'coexistence' in
Kosovo today means militant
Albanians murdering Serbs - and even
fellow Albanians - with impunity, and
destroying priceless monuments of culture.

The 'War Crimes' Scam

Critics will contend that 'impunity' ended
when four KLA terrorists were
indicted by the Hague Inquisition last
week for torturing and murdering
Serbs and Albanians. Specifically,
Empire's favorite sycophants, the Human
Rights Watch, said the indictments "defeat
the claims of the Tribunal's
critics that it was ignoring abuses
committed by Kosovo Albanian rebels."
Well, no it does not. Had the 'Tribunal'
been truly interested in 'abuses'
by the KLA, it would have indicted Hashim
Taqi, Agim Ceku and Ramush
Haradinaj long ago. That's assuming it is
a legitimate institution to begin
with, which it isn't. Given the
Inquisition's political nature, assuming
that the small-fry KLA were indicted
specifically to create a pretense of
fairness would not be far-fetched at all.

It's not the first time the Hague
Inquisition came up with 'indictments' at
the most opportune moment; Milosevic was
indicted when NATO's attack needed
a legitimacy boost. Several Croatian
generals have been indicted as 'proof'
of even-handedness (and HRW commented on
them the exact same way as above),
and Bosnian Serb politicians were hauled
off in chains once their usefulness
on the ground ended.

One of them, Biljana Plavsic, was just
sentenced to 11 years in prison - a
virtual life sentence for the 72-year old.
Plavsic's lawyers were shocked
with this reward for her spectacular
'confession'. On the other hand, some
Bosnian Muslims protested the sentence as
"lenient". Death isn't good
enough? There goes the empty talk of
'reconciliation'.

This outcome was painfully obvious months
ago. Confessions did not help the
victims of Stalin's show trials - why
would they help the victims of
Empire's? Ironically enough, Plavsic and
associates fought against a regime
allied with Al-Qaeda. So much for the 'War
on Terror,' too.

And now, in yet another re-run of the
Balkans in the Middle East, the Empire
is campaigning to get Saddam Hussein and
other Iraqi officials indicted for
'war crimes', whether from 1991 or in the
war that hasn't happened yet. This
nightmarish combination of Kafka and
Philip K. Dick is only possible because
of the Hague Inquisition.

Effects of Intervention

One more thing to keep in mind is the
impact of Imperial intervention in
Kosovo and the subsequent occupation of
the province, and the likelihood of
similar effects in Iraq.

That NATO bombed, invaded, and got away
with it meant international law no
longer had any meaning. In addition to the
loss of life and destruction of
property stemming from the bombing, there
was a mass expulsion of
non-Albanians from Kosovo, a
NATO-sanctioned ethnic cleansing that
remains a
problem to the present day. Countless
medieval cultural treasures in Kosovo
have been deliberately destroyed. Iraq is
rife with remnants of the most
ancient human civilizations; how many will
perish in the planned missile
storm? The 'liberated' Kosovo has been a
haven for traffickers in drugs,
weapons and sexual slaves, as well as a
base for terrorist movements in
Macedonia and Presevo Valley. Now the rot
is spreading to northern Serbia,
where ethnic and political separatists
jockey shamelessly for power. Even
the current policy of 'regime change' was
tested on Serbia first, with
Kosovo as leverage. Thanks to it, Serbia
is now ruled by a gang of thieves
with dangerous delusions, who owe their
positions of power (nearly absolute
in Serbia, however petty in global terms)
to the Empire.

The Ring of Madness

The circle is thus complete. Scratch the
surface of any conflict, and you'll
find the Empire there; if not this one,
then its predecessors. And
everywhere it goes, death and despair
follow. The power of empire cannot be
abused - its very use results in evil.
Tolkien was right: power is the fiery
Ring, an end unto itself. Power for
power's sake, to paraphrase Holbrooke.

Is it not obvious, from everything here,
what Imperialism produces? It is a
parasitical madness that infests and
afflicts nations, leading inevitably to
rot and death. First in the areas the host
conquers - the Balkans, the
Middle East, or anywhere else - but
eventually, it reaches the host itself,
and kills it just as brutally as it killed
its other victims. There may yet
be time to stop this vile madness, but
only if there is readiness to learn
the real lessons of the Balkans, rather
than debate the details of evil.