Informazione

AGINFORM
Numero 24 - marzo 2002
http://www.pasti.org/indice24.htm

Processo Milosevic

Il silenzio assordante della sinistra

Sono stato presente all'Aja il 12 febbraio per l'inizio del
formale `'processo" contro Slobodan Milosevic insieme
a rappresentanti di vari Paesi del Comitato
internazionale per la difesa di Milosevic e del Tribunale
Clark La sera precedente si era tenuto ad Amsterdam
un incontro pubblico sul tema e, nel pomeriggio del 12,
una conferenza-stampa. Televisione e stampa italiani
(compresi i giornali cosiddetti antagonisti) hanno
sostanzialmente taciuto su queste iniziative,
manifestando in tal modo l'usuale faziosità pregiudiziale
nei confronti del Presidente Milosevic, la cui vera colpa
storica, anche agli occhi dei movimentisti e buonisti
pure di sinistra e "comunisti", è quella di non aver
imitato il rinnegato Gorbaciov.

Milosevic ha fatto pure compromessi per la pace, per i
quali taluni lo rimproverano, ma ha opposto nella
sostanza una resistenza sino agli estremi limiti del
possibile. Tutti i buonisti, pacifisti, antagonisti dai buoni
sentimenti e dalle mobilitazioni parolaie, oltre che i
fautori liberisti e "progressisti" delle aggressioni
occidentali, sono rimasti spiazzati di fronte alle solide
argomentazioni sulla illegittimità dello
pseudo-Tribunale dell'Aja, fondato da un Consiglio di
sicurezza che non ha tale potere, e sulla totale
mancanza di imparzialità nonché sulla scorrettezza nel
suo procedere. Ma soprattutto dalla dignitosa, strenua,
elevata, competente e abilissima condotta di autodifesa
di Milosevic, che ne ha rivelato le doti di grande e
coraggioso dirigente contro l'imperialismo e la
cosiddetta globalizzazione: di ciò avevo avuto un saggio
preciso nella visita che gli avevo reso il 16 agosto 2001
nel suo ingiusto carcere.

La resistenza di Milosevic galvanizza quella jugoslava
e di tutti i popoli contro l'imperialismo e pone a nudo la
farsa di un processo e di "magistrati" che stanno
disonorando la giustizia ponendosi al servizio dei
potenti. Come ha dimostrato l'archiviazione delle
denunce contro i crimini NATO in Jugoslavia e la
"dimenticanza"' delle responsabilità primarie e dei
crimini occidentali nella crisi jugoslava da parte del
procuratore Carla Dal Ponte e del suo vice Nice in una
"requisitoria" che ha mostrato chiaramente il carattere
precostituito e di teorema di tutto l'impianto
dell'accusa: Milosevic sarebbe colpevole di tutto
perchè, anche prima di assumere le cariche, avrebbe
controllato tutto e non avrebbe potuto non sapere tutto.

Siamo in presenza di una farsa giudiziaria che rivela la
natura e il modo di agire dell'imperialismo e al tempo
stesso, la fragilità - quando non almeno oggettiva
complicità, di una sinistra e di "comunisti" che rifiutano
pilatescamente la solidarietà dovuta ad un eroico
combattente antimperialista e al popolo jugoslavo. Non
dimentichiamo certo l'incosciente e obbrobriosa
esultanza di costoro dopo il colpo di stato contro
Milosevic (da qualche parte abbiamo letto `'Belgrado
ride"). Sono i frutti velenosi del distacco dalla storia
reale, l'opportunismo, e forse peggio, di teorizzazioni di
"rifondazione" che, lungi dal costruire, distruggono un
grande patrimonio storico del movimento comunista
internazionale e si staccano da partiti e popoli che
lottano - da quello jugoslavo a quello russo, ad es. -
invece di cercare più ampie unità anche con questi
elementi fondamentali della battaglia antimperialista.

Aldo Bernardini

Intervista a Vladimir Krsljanin
segretario internazionale del
Partito Socialista della Serbia

Che impressione le ha fatto Milosevic?

Ha fatto un impressione enorme, non solo a me, ma a
tutti i presenti. C'erano un migliaio di giornalisti da tutto
il mondo e credo sia stato un fatto unanime.
L'impressione è stata rafforzata dal fatto che Milosevic
ha tenuto testa da solo a un `tribunale' che è un enorme
apparato al servizio della NATO e con ammirevole
fermezza ha portato avanti la sua difesa sbaragliando
tutte le menzogne che gli staff degli esperti NATO
avevano costruito per mesi e mesi impiegando immense
risorse tecniche.

Milosevic finora si era rivolto alla `corte' in inglese.
Che lingua ha usato per la sua difesa?

Ha parlato in serbo-croato. Aveva usato l'inglese per
trattare alcune questioni procedurali all'inizio del
processo, ma poi aveva smesso e negli ultimi mesi
aveva usato solo il serbo croato di fronte al `tribunale' e
continua a farlo. Non potrebbe essere altrimenti perchè
il più importante canale televisivo serbo trasmette
direttamente dall' `aula' e Milosevic utilizza questa
possibilità di rivolgersi a tutta la nazione.

Che effetto ha avuto il suo discorso a Belgrado? Mi
faccia dare qualche cifra, che dice più di molte parole.
Secondo i nostri sondaggi adesso il 77% dei cittadini
della Repubblica Federale di Jugoslavia appoggia
Milosevic e ritiene che egli stia difendendo non solo se
stesso ma tutta la nazione che all'Aja viene denigrata e
umiliata. Il 67% ritiene che Milosevic vincerà e con lui
la verità e la giustizia e che la nazione serba farà valere
il proprio diritto di fronte al mondo intero. ...

Data la grande impressione suscitata dalla difesa di
Milosevic molti hanno incominciato a speculare su
chi lo abbia aiutato. Che cosa ne pensa?

E' una domanda che mi è stata posta spesso nelle
conferenze stampa. Credo che abbiano operato due
fattori. La forza e le capacità intellettuali di Milosevic,
da un lato, e dall'altro il fatto che non è solo, ma dietro
di lui ha tutto il partito, tutti i veri patrioti e praticamente
tutta la nazione e molti amici a livello internazionale.
Egli è cosciente di questo sostegno e sente la
responsabilità di distruggere con le sue parole ogni
menzogna. ...

Alcuni osservatori sono sorpresi del fatto che
Milosevic anche dopo una lunga prigionia sembri in
condizioni fisiche e psichiche eccellenti.

Sì è un fatto notevole. Quando lo incontrai circa un
mese fa rimasi impressionato dalla sua vtalità. Tanto
più che è tenuto in isolamento in condizioni che minano
le forze di una persona, in una cella minuscola, con
minime possibilità, esposto a continue pressioni fisiche
e anche psicologiche. La coscienza di lottare per la
giustizia per il suo popolo gli dà la forza morale per
resistere in condizioni così distruttive ...

Mi chiede come vedo il futuro del 'processo'. Sono
convinto che i suoi carcerieri e i loro padroni della
NATO sono preoccupati e sono giunti alla conclusione
che per batterlo bisogna fiaccarlo fisicamente.
Milosevic ha distrutto lo scenario che era stato
preparato per il 'processo', ha messo in luce la
debolezza delle loro argomentazioni prefabbricate e le
menzogne dei loro testimoni, ha conquistato il pubblico
e guadagnato il sostegno delle persone oneste in tutto il
mondo. Con la prospettiva di un 'processo' che, come
vien detto dal 'tribunale', potrebbe durare due anni o
anche più, penso che ci sarà il tentativo di sfinirlo
fisicamente... Dobbiamo esigere che venga liberato in
modo da potersi difendere in libertà. Il Comitato
Internazionale per la Difesa di Slobodan Milosevic ha
fatto propria questa rivendicazione pur non cessando di
chiedere che venga liberato senza condizioni e che il
tribunale sia abolito. I suoi carcerieri sanno che non lo
possono sconfiggere se non per lo sfinimento fisico.

da «Halo Noviny», Praga, 2 marzo

===*===

"Il Manifesto", 10 Marzo 2002

Milosevic, scontro tra i "giudici"

Cassese versus Del Ponte.
Documento dell'Fbi su Al Qaeda in Kosovo e Bosnia

TOMMASO DI FRANCESCO

Certo, come da copione. Ma quel che è accaduto alla fine della quarta
settimana del processo Milosevc al Tribunale dell'Aja merita di essere
sottolineato. Perché è accaduto di tutto. Fuoco e fiamme, letteralmente
con l'incendio di un fornello nelle cucine e piccola evacuazione. Ma
anche fuoco e fiamme sull'istruttoria del procuratore Carla Del Ponte da
parte dell'ex presidente jugoslavo, che dalle prime battute ha
rovesciato le accuse di crinimi di guerra sulla Nato e sull'Uck,
favorito dall'incauto procedimento dell'accusa che ha unificato
politicamente diversi capi d'imputazione per diversi periodi storici
trovando alla fine un solo colpevole, Milosevic, e per l'unica colpa del
nazionalismo della Grande Serbia.

Intanto è accaduto che i giudici hanno "litigato" fra loro.

Il giudice Antonio Cassese, docente di diritto internazionale a Firenze,
presidente- fondatore del Tribunale dell'Aja, ha apertamente criticato,
in un'intervista all'Ansa la presenza di "ombre e cose strane" nel
processo: "l'inopportuno battage fatto dal procuratore e la scelta di
alcuni testimoni", oltre al "modo scorretto con cui Milosevic è stato
consegnato all'Aja...in fondo si è trattato di un mercanteggiamento", e
infine il fatto che il capo d'accusa voluto dall'allora capo procuratore
Louise Arbour, riguardava "cinque imputati e l'esecuzione riguarda uno
solo". Carla Del Ponte ha, nervosamente, subito telefonato a Cassese il
quale avrebbe risposto "d'esser stato frainteso", ma l'Ansa (il
giornalista Franco E. Vaselli) conferma.

Comunque, nonostante queste perplessità "interne" allo stesso Tribunale
dell'Aja (alla sua prestigiosa storia, se non altro), la corte
presieduta dal giudice Richard May ha ritenuto opportuno martedì
rispondere no alla richiesta di libertà provvisoria avanzata da
Milosevic allo scopo dichiarato di avere più possibilità di difendersi:
"Ho un solo telefono e neanche funziona bene" aveva detto l'ex
presidente jugoslavo. La corte non è convinta che Milosevic libero
farebbe ritorno all'Aja "e non rappresenterebbe un pericolo per le
vittime, i testimoni". E il processo è andato avanti. Con il testimone
Sabit Kadriu, che ha denunciato incendi, saccheggi e stragi nella
regione di Cicavica nel settembre 1998, mentre era in corso un'offensiva
dell'esercito di Belgrado contro l'Uck. Anche stavolta Milosevc non si è
scomposto e ha ricordato tre cose: che nel settembre 1998 la Comunità
internazionale avviava la trattativa tra lui e Rugova e il piano della
missione Osce, accettato da Belgrado con la mediazione dell'inviato di
Clinton, Holbrooke, che c'erano stragi "false" - famosa quella di
Orahovac, prima di quella di Racak - e anche massacri di civili serbi ad
opera dell'Uck e che la Comunità internazionale e i governi europei
accusavano l'estremismo degli attacchi armati dell'Uck che impedivano
così l'avvio della trattativa.

Non contento venerdì scorso ha letto in aula un lungo documento che
tutti hanno creduto suo, sul fatto che dietro l'Uck e l'attività di
cellule islamiste in Bosnia c'è stato il gruppo terrorista Al Qaeda di
Osama bin Laden. Tanto che il testimone Sabit Kadriu ogni tanto lo
interrompeva: "Non è vero, questo lo dice lei...". Poi, colpo di teatro.
Milosevic ha consegnato il documento alla corte dicendo: è su carta
intestata dell'Fbi ed è stato redatto per l'Amministrazione Usa "nel
dicembre 2001, dopo l'11 settembre".

===*===

Subject: Fw: Processo a Milosevic
Date: Tue, 7 May 2002 12:56:33 +0200
From: "Sergio"
To: "Peacelink"


Mi sono imbattuto per la prima volta in alcuni siti
che trattano l'argomento in questione e devo dire che
sono rimasto sbalordito dalla assenza di commenti dalla
quasi "totalita' della nostra stampa sul "processo
del secolo" come e' stato battezzato dai
global-media alla sua apertura.

La CNN per esempio che e' partita con grande enfasi
si e' subito defilata quando si sono accorti come
"tira il vento".

Mi viene il dubbio che qualcosa non "funzioni" a
dovere all'Aja. I siti riportati me l'hanno
confermato. Si sarebbe dato molta piu' pubblicita'
all'avvenimento se il copione avesse recitato:

Il "macellaio dei Balcani" avra' finalmente cio' che
si merita: E giu' con le accuse, con Slobo che
digrigna i denti e i servizi stracolmi a mostrare la
"bestia in gabbia"..

Credo che anche una buona fetta della sinistra lo
pensava e lo pensi tuttora (anche per ignoranza), o
anche per sfuggire alle proprie responsabilita' nell'avere
appoggiato la criminale campagna di bombardamenti
sulla Jugoslavia, in nome di una guerra "umanitaria"
che ora tutti pudicamente evitano di menzionare.

Il risultato delle politiche occidentali nei Balcani
e' sotto gli occhi di tutti:

Dalla stato socialista federale di Jugoslavia
(posso affermare felice ed in pace fino al 90')
sono scaturiti stati indipendenti etnicamente puri:
Slovenia, Croazia, Bosnia (nelle sue entita'), Kosovo
(nuova creatura dell'occidente), Macedonia (anche lei sotto tutela).

Non parliamo poi dell'inquinamento dell'uranio
impoverito in Kosovo ed in in Serbia risultato anche
questo dei "pacifisti globali".

Ecco i siti siti che mi hanno fatto "pensare":

http://www.icdsm.org/files/about.htm (free Slobodan
Milosevic) Interessante la lista dei personaggi che
fanno parte del comitato.

http://jurist.law.pitt.edu/issue_milosevic.htm (sito JURIST - con
relativi interventi ed opinioni)

http://www.guardian.co.uk/Archive/Article/0,4273,4136440,00.htm
(oleodotto dal Caspio)

http://emperors-clothes.com/docs/prog2.htm (illegal indictment)

http://www.osce.org/odihr/features/trafficking_kosovo_2/ traffico di
prostituzione in Kosovo)

http://www.estripes.com/article.asp?section=126&article=7844
(Mujaheddins in Bosnia)

http://www.washtimes.com/world/20020422-7801660.htm Crimini di guerra
di Clinton

http://www.peacelink.it/webgate/balcani/msg01209.html (gli USA ed il
campo Bondsteel in Kosovo)

MI fermo qui........

Ma basterebbe questo a far capire che la sinistra non
avra' futuro finche' non fara' i conti con le azioni
del suo recente passato.
Che cosa ha fatto l'Europa di sinistra al potere per
evitare le tragedie europee?????

Il governo Olandese, per esempio si e' dimesso
quando e' venuto alla luce il rapporto su
Srebrenica, dove tra l'altro sta scritto che i
mussulmani (non sempre innocenti) incediarono
e massacrarono i civili serbi dei villaggi
circostanti per poi ritirarsi nell'enclave "protetta".

Ci si occupa di Palestina,di Cecenia,di Afganistan e
non si vede che IN CASA NOSTRA ALL'AJA si sta
celebrando un processo STORICO non SOLO per
l'imputato eccellente che ne prende parte, ma SOPRATTUTTO
per le conseguenze positive per la GIUSTIZIA nel
mondo se il RESPONSO non risultera' quello
"SCONTATO", e quindi nella condanna delle politiche
occidentali nei balcani. La conseguenza sarebbe un
POTENTE DETERRENTE ai futuri politici "FACILONI'
chiamati a decidere tra guerra e pace.

Quello che e' successo in Yugoslavia e' il risultato
del lato piu' OSCURO della GLOBALIZZAZIONE.
Il processo a Milosevic e' la classica FOGLIA DI
FICO per nascondere e depennare le responsabilita'
dei boombardamenti USA/NATO.

Rimango quindi perplesso a navigare sul vostro sito,
avendo l'impressione che vi occupiate solo di
controinformazione "autorizzata" e "omologata"
Certo che parlare di Milosevic oggi e' come
discuttere delle streghe nel medioevo in procinto di
essere mandate al rogo dalla Santa Inquisizione. -
Non so se rendo l'idea.

cordialmente
Sergio

1. TRUFFA ENERGETICA PER QUATTRO MILIONI DI DOLLARI NEL PROTETTORATO
2. LE NAZIONI UNITE GESTISCONO LA PRIVATIZZAZIONE DELLE RISORSE DEL
KOSMET


===1===

TRUFFA PER QUATTRO MILIONI DI DOLLARI NEL PROTETTORATO

( See also: Four million dollars lost in Kosovo energy fraud:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1764 )

> http://www.ansa.it/balcani/kosovo/20020430184432209258.html

UE: UFFICIO ANTIFRODE APRE INDAGINE SU USO FONDI IN KOSOVO

(ANSA) - BRUXELLES, 30 APR - L'Olaf, l'Ufficio
antifrode della Ue, ha avviato un'inchiesta
sull'utilizzo di fondi comunitari in Kosovo, per
4,2 milioni di dollari nel settore dell'elettricita',
sui quali esistono sospetti di un uso fraudolento.
''L'Olaf ha intenzione di condurre la propria indagine
in stretta collaborazione con le autorita' competenti,
l'Agenzia europea di ricostruzione e la Missione delle
Nazioni Unite in Kosovo, che hanno gia' indicato la loro
volonta' di procedere insieme'', sottolinea una nota
dell'Olaf, dando notizia dell'inchiesta. (ANSA).
OS 30/04/2002 18:44

> http://www.ansa.it/balcani/kosovo/20020430133632208691.html

KOSOVO: FRODE 4.5 MILIONI EURO PER COMPAGNIA ELETTRICA,UNMIK

(ANSA) - PRISTINA, 30 APR - La compagnia elettrica del Kosovo
(Kek) e' sotto accusa per una possibile frode da 4.5 milioni
di euro. A denunciare il fatto e' stato oggi a Pristina, il
vice amministratore dell'Unmik (amministrazione Onu in Kosovo)
Andy Bearpark, spiegando che si tratterebbe di ''sospetti per
abusi con i fondi internazionali offerti come aiuto per
l'acquisto di energia elettrica tra il 2000 e 2001''. Bearpark
non ha fatto nomi di presunti responsabili, ma non ha escluso
dai sospetti nemmeno il personale internazionale della Kek.
''In ogni societa', la corruzione deve essere sradicata a tutti
i livelli'', ha dichiarato Bearpark. Il vice amministratore ha
detto di aver gia' informato le autorita' dell'ufficio antifrode
dell'Unione europea chiedendo una loro investigazione sul caso.
(ANSA). COR 30/04/2002 13:36

===2===

LE NAZIONI UNITE VOGLIONO PRIVATIZZARE TUTTA L'ECONOMIA DEL KOSMET

Da: Glas Javnosti, 19/4/2002

Le Nazioni Unite hanno presentato il piano di privatizzazione
dei beni dello Stato serbo in Kosovo-Metohija.

ANNAN SVENDE LO STATO SERBO

Di chi sono le imprese e le risorse naturali che saranno offerte ad
acquirenti stranieri? La Serbia ancora sta pagando i crediti per
l'economia del Kosovo, destinata a passare nella mani del capitale
straniero. La regione ha risorse per nutrire cinque milioni di
persone, ed e' ricca di carbone, zinco e piombo. (Solevic)

Michael Steiner, capo dell'UNMIK in Kosovo-Metohija, ha presentato
l'altro ieri al governo locale il progetto di legge per la
privatizzazione di questa regione, con il quale si programma la
vendita delle imprese statali. Questo aiuterebbe la situazione
economica della regione ed attirerebbe investimenti stranieri,
ha detto Steiner.
Steiner ha presentato il programma al governo regionale e l'ha
consegnato al premier Bajram Rexhepi, che lo ha indicato come "una
buona mossa per la ricostruzione della regione e per ottenere posti
di lavoro per piu' del 65% della popolazione". La cosiddetta "Kosovo
Trust Agency" incaricata per la vendita della imprese che per la
maggiorparte sono di proprieta' della ex RFS di Jugoslavia; il
cammino della legge ora, in base a quanto scrive la Associated
Press / Reuters, passera' al vaglio della Assemblea. Non serve
ricordare che la legge per la privatizzazione e' gia' stata emanata
ed approvata alcuni mesi fa in Serbia. Bisogna dunque concludere
che questo e' un passo ulteriore verso la indipendenza del Kosovo
dalla Serbia, come viene spesso ripetuto dalle stesse Nazioni Unite?
Perche' la questione sia ancora piu' grave, gli autori del disegno
sono esperti delle Nazioni Unite. (...)

===

GLAS JAVNOSTI, 19.4.2002

Ujedinjene nacije predstavile svoj model privatizacije
srpske dr?avne imovine na Kosovu i Metohiji

Anan rasprodaje srpsku dr?avu

Èija su preduzeæa i prirodna bogatstva koja æe biti
ponuðena strancima? Srbija jos otplaæuje kredite
za kosovsku privredu koja treba da preðe u ruke tuðeg
kapitala. Pokrajina mo?e da hrani pet miliona ljudi, a
bogata je ugljem, cinkom i olovom (Soleviæ)

> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1739

===

UNMIK's Kosovo PRIVATIZATION concept unacceptable - Covic

BELGRADE, May 8 (Tanjug) - Serbian Deputy Premier and head of the
Kosovo coordination centre Nebojsa Covic said on Wednesday that
UNMIK's proposal for privatization in Kosovo was unacceptable
since it concerned an alienation of property, without making
any mention or paying any respect to creditors, of which Serbia
and Yugoslavia are the greatest.
"We have nothing against privatization, but the Privatization
Agency and its Managing Board do not include the greatest creditors,
including the Republic of Serbia and Yugoslavia, which invested
considerable funds in enterprises in Kosovo-Metohija," Covic told
a news conference at the Serbian government.
He said that Serbian Ministers of Privatization Aleksandar
Vlahovic and Finance and Economy Bozidar Djelic had voiced a
series of objections at the presentation of UNMIK's concept and
that a 30-day period lay ahead for a joint coordination of the
privatization concept.
Covic said that regional ministers would meet in Pristina on
May 10 at a conference dedicated to fight against smuggling and
crime, in which Serbian authorities' cooperation is necessary.

UNMIK NOT TO ABANDON PRIVATIZATION PLAN

PRISTINA, May 12 (Beta) - UNMIK chief Michael Steiner has said
that the UNMIK would not give up on its program of privatizing
so-called sociallyowned companies, despite the fact that Belgrade
had rejected the plan, adding that the international mission in
Kosovo would "try to explain" to the Serbian authorities that the
plan "does not violate anyone's rights."
"No, no. According to UN Security Council Resolution 1244, this
is under our jurisdiction, and we will do what is economically
necessary and legally possible, as long as it (privatization) does
not violate anyone's rights," Steiner told BETA.
He also said that the mission would aim at freezing the issue
of ownership while at the same time preserving social property
from ruin. At the moment, no one wants to invest in Su companies
precisely because of the unclear ownership status.
"We will aim at freezing the issue and leaving it alone, but at
the same time we will try to revitalize those companies that
are worth salvaging, while closing the others. In the process,
the owners will not be denied a single right," Steiner said,
adding that "ownership has yet to be determined, which is not
easy." "In a number of cases the owners are not known. Is it the
federation, or the republic, or the province, or maybe none of
the above. No one knows this, it is quite controversial," the
UNMIK chief said. He also said that foreign donors would this
year cut down aid to Kosovo and that the UN mission would in
the meantime aim at consolidating "the rule of law" next year,
increasing the collection of taxes, and get the economy running.
"These are the three most important issues," Steiner told BETA.

Privatization in Kosovo - violation of rights of our state

BELGRADE, May 13 (Tanjug) - UNMIK's announcement it will start
privatization of state-owned enterprises in Kosovo and Metohija
without the insight and approval of the Serbian government
constitutes an "unprecedented violation of the right of a state,
unregistered in recent history," the Union of Employees of Yugoslavia
warned on Monday. In a statement sent to the media, the Union of
Employees requires from "the Serbian government emergency protection
of the state and national interest or to resign."
The Union of Employees has sent a protest also to the International
Labour Organization and the International Organization of Employees,
of which it is member.

Subject: Deep Concern about the conduct of the trial
of Mr Slobodan Milosevic
Date: Wed, 15 May 2002 23:20:50 -0700
From: "Artel" <artel@...>
To: "ICTY Hag" <e@...>

ICTY- Den Haag

To: Claude Jorda

Belgrade,15 May 2002

Dear Mr. CLaude Jorda

I express my deep concern about the conduct of the
trial of Mr. Slobodan Milosevic before the
International Criminal Tribunal for the Former
Yugoslavia (ICTY) in the Hague and growing evidence of
partiality of the Tribunal.

I am especially concerned about the Tribunal's
acceptance of Mr. Riddle-Mayer as an independent
expert in the field of historical monuments of
culture. This acceptance came in spite of the fact
that Mr. Riddle-Mayer had obtained funding for his
one-sided Kosovo research project from his own sources
and then offered his services to the Office of the
Prosecutor of the ICTY. On the other hand, I am aware
that it is a well-estabilished practice of impartial
criminal courts anywhere in the world that experts for
a particular expertise are appointed by courts
themselves, while the financing of these expertises is
strictly determined by the rules governing the
procedure.

I am also concerned by a large and growing number of
issues which the presiding Judge Richard May declares
as irrelevant during the cross-examination of the
witnesses by Mr. Milosevic. To this end, strict time
restrictions are imposed on Mr. Milosevic, even when
he is cross-examining some of the most important
witnesses such as Mr. Ibrahim Rugova, President of
Kosovo, on 3 & 6 May 2002. I consider it unacceptable
that issues such as, for instance, the ascertainment
of the role, character and sources of financing of the
KLA are declared as irrelevant. At the same time, no
significant effort has been made by the presiding
Judge May to make Mr. Rugova give precise, concise and
concrete answers to the questions posed by Mr.
Milosevic and amicus curiae. Mr. Rugova's testimony
was characterised as a shame for international justice
by many lawyers and journalists present in The Hague,
reported Belgrade daily Glas Javnosti on 4 May 2002.

Noting that great many witnesses from Kosovo testify
not to have ever heard of the KLA, I am concerned that
not a single witness has been warned that a false
statement is subject to penal measures under Article
91 of the Rules of Procedure and Evidence. These
measures must be applied in order to prevent
incredible testimonies, abuse of power by the
Prosecutor's Office and undue exhaustion of Mr.
Milosevic who is exposed to a rather long trial.

Finally, I am deeply concerned about the constant
changes in order of appearance of witnesses by the
Prosecution which the Chamber allows too lightly.

The Milosevic case is a complex one, raising complex
issues and too narrow, selective and impatient
approach by the Chamber to these issues can have
detrimental consequences for the rights of Mr.
Milosevic. Considering that such an approach has
already started affecting his right to a fair trial, I
call upon all human rights organisations to appoint
its observers at the trial, or to follow the
proceedings in other appropriate manner. I also calls
upon all human rights organisations to take any action
they deem appropriate in order to stop the violations
of the right to a fair trial of Mr. Slobodan
Milosevic.

Yours sincerely,



Vladislav Jovanovic,

Acting President of

The Belgrade Forum for

the world Of Equals

Belgrade, Misarska 6

Tel/Fax: (+381 11) 3245601

WWW.belgrade-forum.org

info@...

===*===

Subject: Baghdad Conference: RELEASE MILOSEVIC!
Date: Wed, 15 May 2002 17:28:39 +0200
From: "Vladimir Krsljanin"

The Seventh Session of the Committee
of Follow-up and Co-ordination of
the Baghdad Conference has been
finished in Baghdad on May 9, with
participation of 160 representatives
of about 90 political parties and
organizations from more than 40
countries of all continents,
including the MPs from Belgium,
Belarus, Canada, France, Greece,
Great Britain, India, Italy,
Pakistan, Russian Federation, Spain,
Ukraine, ministers from South Africa
and Malaysia, as well as high
representatives from all Arab
countries and from several countries
of Africa and Latin America.

Representatives of several Yugoslav
parties also took part.

The Conference has adopted a joint
Declaration, reflecting the common
views on the contemporary
international processes, and
condemning the imperialist
"globalization".

A special joint Statement containing
the strong demand for release of
President Slobodan Milosevic, has
also been adopted, upon initiative
the SPS representative and Head of
Human Rights Commission of Yugoslav
Parliament, Mr. Zivorad Igic.

The full text of the joint statement:

"At the Seventh Session of the
Committee of Follow-up and
Co-ordination of the Baghdad
Conference held in Baghdad on 7-9
May 2002;

Having discussed the question of
putting President Slobodan Milosevic
before a so-called "Ad Hoc UN
Tribunal" at The Hague;

The Conference adopted the following

STATEMENT

1. The Conference does not
accept the legality of the said
Tribunal because it is politically
motivated and was not legally
constituted.

2. It is the people of
Yugoslavia who are the only
authority competent to deal with any
matter pertaining to their country,
Yugoslavia.

3. President Slobodan Milosevic
should be released immediately from
illegal detention, as this is the
only step, which conforms to
international law and the Charter of
the United Nations."



To join or help this struggle, visit:
http://www.sps.org.yu/ (official SPS website)
http://www.belgrade-forum.org/ (forum for the world of
equals)
http://www.icdsm.org/ (the international committee to
defend Slobodan Milosevic)
http://www.jutarnje.co.yu/ ('morning news' the only
Serbian newspaper advocating liberation)

From : "vojislava mitrovic"
Date : Thu, 16 May 2002 14:31:03 +0200
Subject : Re: [JUGOINFO] Digest Number 508

Ho letto attentamente l'articolo di Italo Slavo e concordo pienamente
con
Lui. Putroppo l'Italia è pienas di giornalisti qualunquisti, che credono
e
si sentono di essere esperti "balcanologi" io li ritengo invece
"balcanisti", (gli ismi hanno sempre un significato negativo in
italiano) in
quanto sanno poco o niente di quella terra slava, dell'anima slava, e
vanno
a disininformare la gente su quello che vuol dire essere Slavo del Sud,
come
era veramente Izet Sarajilic. Ho conosciuto personalmente Izet
Sarajilic,
alcuni anni or sono in una conferenza che ha tenuto presso la cattedra
di
serbo-croato del La Sapienza di Roma, dove studio lingua e letteratura
serbo-croata, e quello che ho visto in lui era quella "prosta dusa
slovenska" che solo chi è nato e cresciuto in Jugoslavija può avere. Ho
amato la semplicità di quell'uomo, la sua schiettezza, la sua modestia,
che
lo differenzia da quel giornalista "pivello" che lo ha intervistato,
quel
fricchettone, che il grande Sarajilic ha subito inquadrato con la sua
grande
sensibilità propria non solo del poeta ma anche dello slavo del Sud,
quel
fricchettone che neanche ha capito l'ironia sarcastica di
quell'osservazione
di Sarajilic. Non prendiamocela troppo con chi ha voluto dare spazio al
giornalista frichettone, perché si sa che in democrazia hanno tutti il
diritto ad esprimere la propria opinione e ricordiamo piuttosto, che chi
ha
saputo amare ed apprezzare l'arte del piccolo grande Izet ha saputo
anche
leggere e fare le dovute considerazioni sulla grande tragedia della
disgregazione della Jugoslavija. Nonostante questi fricchettoni che
credono
di sapere tutto, Sarajevo non è mai stata e mai sarà un luogo comune
perché
Sarajevo, con la sua multiculturalità, la sua gente, la sua atmosfera è
e
sarà sempre l'ombelico d'Europa, l'ombelico del mondo.
Ringraziando nuovamente Italo Slavo per il suo bellissimo articolo,
porgo i
più distinti saluti,
Vojislava Mitrovic

> Data: Wed, 15 May 2002 00:11:28 +0200
> Da: "jugocoord@..." <jugocoord@...>
> Oggetto: Sarajevo e' un luogo comune
>
>
> La guerra del quotidiano "Il Manifesto" contro i serbi della
> Bosnia non e' ancora finita.
>
> Oggi, 14 maggio 2002, a quasi sei anni e mezzo di distanza dagli
> accordi di Dayton, con i quali la guerra fratricida in Bosnia si
> interrompeva, una intera pagina di quotidiano pretende
> di ricordare un poeta morto da pochi giorni. Invece,
> riesuma quei luoghi comuni che speravamo di non dover
> piu' leggere, e trasuda odio etnico come nei peggiori
> momenti del conflitto.
>
> E' la ciliegina sulla torta di molti giorni di cattiva
> informazione, per il "Manifesto": nel silenzio ineffabile
> (imbarazzato o complice, non sappiamo) sulle udienze del
> Tribunale dell'Aia e sulla visita di Djindjic in Italia,
> spunta la pagina "culturale": Sarajevo, of course.
> Pagina 12. Il poeta da ricordare e' Izet Sarajlic. Dopo
> alcune battute iniziali, che ci danno la misura precisa
> del carattere dell'articolo, con sconforto e sofferenza
> procediamo nella lettura.
>
> Dell'autore dell'articolo, Emanuele Trevi, francamente
> non sappiamo altro che il nome, ed una fugace impressione
> del poeta stesso: <<molto divertito dal mio aspetto
> trasandato, a un certo punto mi chiese se ero "un
> fricchettone">>. Non sappiamo altro, eppure d'istinto
> ci viene da pensare ad un giovane, uno qualsiasi in
> "divisa" da intellettuale o militante della nostrana
> sinistra post-comunista. "Societa' civile" e ben poche
> altre paroline in codice, nel cervello, da rivendere
> sulla Bosnia. Tantissimi come lui hanno girato per i
> Balcani degli anni Novanta, senza conoscere niente
> preventivamente della Jugoslavia e del mondo slavo, e
> formandosi opinioni esclusivamente in base a quanto
> letto per l'occasione, o ascoltato dalla bocca di
> accompagnatori non esattamente imparziali. Viaggi
> motivati da un misto di solidarieta' astratta, puramente
> di principio, ed una forma di turismo "particolarmente
> fico". Solo una impressione, che sicuramente nella
> fattispecie, non corrisponde. Ma di persone cosi' ne
> abbiamo conosciute tante, e ci viene da pensare. Andiamo
> avanti.
>
> Di Sarajlic, dall'articolo, veniamo a sapere solamente
> due cose: primo, che scriveva poesie dai toni intimistici,
> che parlano essenzialmente di affetti familiari; secondo,
> che <<una granata serba aveva colpito in pieno la sua
> biblioteca>>. Le due cose secondo Trevi sono strettamente
> collegate, perche' <<un individuo dotato di un criterio
> di verita' privato e inalienabile [cioe': un poeta] e' il
> bersaglio preferito per ogni tipo di cecchino>>.
> Scrivi "ogni tipo" ma leggi "serbo". Anche se i cecchini
> che spararono sulla manifestazione antisecessionista del
> 6 aprile 1992 non erano serbi; anche se il cecchino che
> uccise Moreno Lucatelli non era serbo. E' irrilevante:
> il poeta abitava a Sarajevo, a Sarajevo c'erano i
> cecchiniserbi, tutto attaccato. E' un luogo comune.
>
> La vulgata vuole che Sarajevo sia la citta' che ha
> <<polverizzato il record stabilito, durante la seconda
> guerra mondiale, da Stalingrado>>. Infatti i serbi sono
> peggio dei nazisti, mentre la resistenza dei "bosniaci"
> (si intende solamente la parte musulmana) sarebbe stata
> <<anche.... l'ultima pagina dell'anti-fascismo europeo
> del Novecento>>. I fascisti: <<Milosevic, Karadzic ed i
> loro lugubri complici e seguaci [cioe' la popolazione
> serba della Bosnia] tentavano l'"urbicidio">>. Quelle
> serbe erano <<forze di distruzione>>, anzi: <<forze di
> distruzione serbe: obici, mortai, carri armati>>. Anche
> se Sarajevo non era una citta' assediata, bensi' una
> citta' divisa in due; anche se nei quartieri serbi di
> Sarajevo la tragedia era simmetrica; anche se attorno a
> Sarajevo furono ritrovate le fosse con i cadaveri dei
> serbi; anche se in seguito agli accordi di Dayton i
> quartieri serbi si svuotarono di circa 150mila abitanti;
> anche se su tutto questo non merita scrivere una riga,
> ne' in poesia, ne' in prosa, ne' sul "Manifesto", ne'
> altrove. "Serbo", e hai detto tutto - e non ti devi
> preoccupare: nessuno ti accusera' di essere razzista.
>
> <<Nell'orrenda ipotesi di una conquista serba di
> Sarajevo, sarebbero stati uomini come Izet e Divjak
> [il "serbo buono" della favola, come Schindler] a
> pagarla piu' cara degli altri: un poeta ed un soldato
> capaci di ribellarsi alla demenza omicida
> dell'appartenenza, al culto delle origini e
> dell'identita' - culto sempre intimamente fascista, che
> sia cucinato in salsa serba, croata, padana>>, musulmano-
> bosniaca? Noo. Albanese? Macche': <<basca, corsa>>... E
> magari anche kurda, irlandese, palestinese, perche' no?
>
> Un grande calderone, affinche' tutto si trasformi nelle
> vacche nere di una notte nera, e non si possa avere il
> sospetto che fu anche proprio il secessionismo bosniaco-
> musulmano, ed i suoi mentori all'estero, a generare la
> tragedia della Bosnia-Erzegovina, dentro la piu' ampia
> tragedia jugoslava. Lo disse Ivo Andric - selettivamente,
> capziosamente, tendenziosamente citato nell'articolo:
> <<la Bosnia e' "la terra dell'odio">>. Il giornalista del
> "Manifesto", percio', si conforma: odia i serbi, e ci
> presenta l'intera opera e messaggio di un poeta
> parlandoci in sostanza solamente dei motivi per cui egli
> doveva, soprattutto, odiare i serbi.
>
> La Jugoslavia unitaria? Neanche un accenno. Il comunismo?
> <<chi aveva sofferto di piu', nel comunismo reale, erano
> stati i comunisti>>. Bugiardo! Izetbegovic, che durante
> la seconda guerra mondiale aveva lavorato per la
> Gioventu' Musulmana, alleata dei nazisti, e sotto il
> comunismo non per caso era stato in galera, ha sofferto
> sicuramente di piu'.
>
> Italo Slavo
>