Informazione

Per consultare gli articoli dell'IWPR - agenzia pseudogiornalistica
gestita da varie fondazioni occidentali tra cui il carrozzone di
Soros - ai quali Slavetti fa riferimento, si veda il loro sito
http://www.iwpr.net/

---------- Initial Header -----------

From : Italo Slavetti
To : info@...
Date : Thu, 11 Apr 2002 17:08:52 +0200
Subject : I appreciate your work

>
> Dear Sirs,
>
> I have been following your Tribunal Updates for many months,
> and now I wish to express all my gratitude for you precious,
> voluntary work. I have appreciated in particular some latest
> articles on Milosevic written by Mirko Klarin, that are very
> useful to influence the public, telling the people who is
> guilty for all tragic what happened in the Balkans.
>
> I was as happy as Klarin when we all saw Milosevic running
> out of steam in front of the Hague Court (ANALYSIS:
> MILOSEVIC RUNNING OUT OF STEAM; IWPR'S TRIBUNAL UPDATE NO. 259,
> March 18-23, 2002). In fact, this happened because of stress -
> he even got ill - and this was very positive to obstacle him
> from defending himself. I do agree with Klarin that stress is
> a good mean to reach the proper aim at The Hague, that is to
> demonstrate that Milosevic is guilty and thus Serbia/Yugoslavia
> must pay. Actually, the Hague Tribunal has been created precisely
> to this purpose, to condemn Milosevic and a couple of other people.
>
> I agree with Klarin also when he writes that Slobodan Milosevic
> has "paranoid" views and that he is exployting his position
> at The Hague to take revenge against the world as a whole
> (ANALYSIS: MILOSEVIC'S REVENGE; IWPR'S TRIBUNAL UPDATE NO. 260,
> April 1-6, 2002).
>
> I also see, along with Klarin, that it is not true that "the Serbs
> were Milosevic's greatest victims": "This is not true, at least
> not yet", says Klarin, and I must agree, since those sub-human
> fucking bastard Serbs are not yet victims enough, and I hope
> that we will soon succeed in our struggle to bring them into
> total subjugation and erase their rump-State from the world's
> map.
>
> With best regards,
> Italo Slavetti (Italy)
>
>
>
>

JUGOSLAVIA: STOJILJKOVIC, SI E' SPARATO CON UNA PISTOLA

(ANSA) - BELGRADO, 11 APR - ''L'ho visto uscire dal portone del
parlamento e fermarsi sulle scale: per un po' e' rimasto immobile,
poi ha tirato fuori una pistola Beretta e si e' sparato'': e' la
prima testimonianza diretta raccolta dalla televisione di stato
serba Rts sul clamoroso suicidio dell'ex ministro degli interni
serbo Vlajko Stojiljkovic. La vicenda e' avvenuta attorno alle
19:00(ora locale e italiana). Il cadavere e' stato portato via
dall'ambulanza vista passare in precedenza dai giornalisti.
Secondo il testimone di Rts, al momento in cui e' stato caricato
nella lettiga, il corpo aveva ancora delle contrazioni.(ANSA). OT
11/04/2002 19:48

JUGOSLAVIA: STOJILJKOVIC HA LASCIATO MESSAGGIO ADDIO

(ANSA) - BELGRADO, 11 APR - L'ex ministro degli interni serbo
Vlajko Stojiljkovic ha lasciato nel parlamento federale una
lettera nella quale accusa i nuovi dirigenti jugoslavi di
averlo spinto al suicidio. Nella lettera Stojiljkovic accusa
anche i socialisti montenegrini, che hanno votato a favore della
legge di cooperazione con il Tribunale penale internazionale.
(ANSA). OT
11/04/2002 20:11

JUGOSLAVIA: STOJILJKOVIC; PROTESTE, FOLLA URLA 'ASSASSINI'

(ANSA) - BELGRADO, 11 APR - Una piccola folla di un centinaio
di persone si e' radunata davanti al parlamento jugoslavo al
grido di ''assassini, assassini'', dopo aver saputo del tentato
suicidio dell'ex ministro degli interni serbo Vlajko Stojiljkovic.
I dimostranti se la prendono soprattutto con il premier serbo
Zoran Djindjic, che considerano il maggior responsabile del
gesto dell'ex ministro. (ANSA). OT
11/04/2002 20:28

JUGOSLAVIA: TPI, VARATA NEL SANGUE LEGGE COOPERAZIONE / ANSA

(Di Beatrice Ottaviano e Branka Novakovic) (ANSA) - BELGRADO,
1 APR - Nasce sotto funesti auspici la legge di collaborazione
con il Tribunale penale internazionale varata oggi dal Parlamento
federale jugoslavo: uno dei candidati all'estradizione all'Aja,
l'ex ministro degli interni serbo Vlajko Stojiljkovic, si e'
sparato alla tempia appena uscito dal portone dell'edificio,
lasciando ai colleghi deputati un messaggio di accuse contro
la nuova dirigenza democratica e i suoi alleati. Stojiljkovic
non e' morto: ora e' ricoverato in coma nella clinica centrale
di Belgrado, e i medici stanno lottando, ma con poche speranze,
per la sua vita. Il proiettile, sparato secondo un testimone
con una pistola Beretta, ha attraversato il cervello, anche
se ''alcune funzioni vitali sono attive'', riferisce un primo
bollettino ufficioso. Nella lettera con la quale ha motivato
il gesto, l'ex ministro scrive: ''per la mia morte accuso (il
premier serbo) Zoran Djindjic, (il presidente jugoslavo )
Vojislav Kostunica, (il ministro della giustizia serbo) Vladan
Batic, (il vicepremier federale) Miroljub Labus, (il ministro
degli interni) Dusan Mihajlovic''. Ma anche i socialisti
montenegrini, un tempo fedeli a Slobodan Milosevic e ora
alleati alla coalizione democratica serba Dos, e in particolare
''il nemico del popolo serbo (l'alto rappresentante dell'Ue
per la politica estera e di sicurezza) Javier Solana''. Parte
del testo e' infatti consacrata alla delusione per l'accordo
sulla nuova unione fra Serbia e Montenegro che porra' fine
alla Jugoslavia: ''protesto per questa volgare violazione
della costituzione e della legge, per la pessima politica
condotta, per la resa incondizionata e la violazione della
dignita' nazionale, nonche' per la distruzione dell'economia''.
Il foglio era stato consegnato poco prima del tentato suicidio,
attorno alle 19:00 ora locale e italiana, a un deputato del
Partito radicale serbo (ultranazionalista), Filip Stojanovic,
che non ha avuto neanche il tempo di leggerla prima di sentire
lo sparo. Subito dopo l'accaduto, una folla di circa 200
persone si e' radunata davanti al parlamento gridando
''assassini, assassini'' e prendendo a bersaglio in modo
particolare Djindjic e gli Stati Uniti. E' un battesimo
triste, fatto col sangue, quello della controversa legge
sulla collaborazione con il Tpi, che l'anno scorso aveva
provocato una crisi e un rimpasto di governo a causa
dell'opposizione dei socialisti montenegrini. Per poter
estradare Milosevic prima della conferenza internazionale
dei donatori sulla Jugoslavia, il governo serbo era stato
costretto ad adottare un decreto ad hoc, peraltro recentemente
bocciato dalla Corte costituzionale. Solo la paura di un nuovo
isolamento ha spezzato la resistenza attiva dei socialisti
montenegrini e quella, passiva ma non meno incisiva, di
Kostunica, che con il Tribunale penale internazionale ha
rapporti difficili. Il gesto di Stojiljkovic, al di la'
degli esiti - voci parlano di un decesso imminente e comunque
di morte cerebrale - e' destinato a riaccendere una miccia
che sembrava spenta, quella delle estradizioni: la lista
del Tpi e' ancora lunga, mentre quella di chi e' disposto
a collaborare resta molto ridotta. (ANSA). OT
11/04/2002 21:43


Data: 11/04/2002 20:57
Da: goran vlajkovic
A: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Oggetto: [ML-YU] DEMONSTRACIJE


Ispred Savezne skupstine okupilo se veceras nekoliko
stotina antiimperijalista, koji protestuju zbog
donosenja Zakona o saradnji sa Haskim
tribunalom.Demonstranti burno negoduju i izvikuju
parole protiv poslanika proimperijalistickih
burzoaskih partija koji su izglasali zakon,iz redova
DOS,DSS,SNP i SNS,koji napustaju zgradu Savezne skupstine.
Demonstranti izvikuju antiimperijalisticke parole i
parole protiv Haskog tribunala i proimperijalistickog
jugoslovenskog rezima.

G.V.

Data: 11/04/2002 22:13
Da: tzdyq
A: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Oggetto: [buncuk@...: [ML-YU] ZAKON O SARADNJI SA TRIBUNALOM]

Latest news:

Parliament of SR Yugoslavia brought new law on cooperation with Hague
tribunal. By bringing such law by majority of votes by proimeprialist
DOS as well as their proimperialist partners from Montenegro, the SNP,
they made possible the extradition of Yugoslav citizens to the Hague
tribunal. This is act of betrayal since Yugoslav Consitituion forbids
extradtion of it's citizens to foreign countries.
This new law allows imperialists to justify their crimes on Balkans by
putting on trial people who fought against them, defending their
country.
After voting, member of SPS and ex minister of interior, Vlajko
Stoiljkovic committed suicide in Parliament building as the sign of
protest for selling Serbian people to Hague tribunal. He left a letter
where he claims new government and new regime is responsible for his
suicide, and that he's being driven by injustice since Albanian
criminals and terrorists are being released from Serbian prisons while
Serbs are being arrested and extradited. His suicide was planned for
over an year when he started writting this letter.
We expect comment of Yugoslav President...

----- Forwarded message from goran vlajkovic -----

From: goran vlajkovic
Subject: [ML-YU] ZAKON O SARADNJI SA TRIBUNALOM

Parlament SR Jugoslavije je danas izglasao Zakon o
saradnji sa Haskim tribunalom.Donosenjem ovakvog
zakona koji je izglasan vecinom glasova poslanika
proimperijalistickog DOS-a i njihovih takodje
proimperijalistickih partnera iz Crne Gore, SNP-a,
omogucena je predaja drzavljana SRJ imperijalistickom
i zlocinackom Haskom tribunalu.Donosenje ovog zakona
predstavlja izdajnicki cin jer ustav SRJ ne
dozvoljava isporucivanje jugoslovenskih drzavljanja
stranim zemljama.Ovaj izdajnicki zakon je donesen kako
bi zapadni imperijalisti na svom zlocinackom sudu mogli
da sude antiimperijalistickim borcima i time opravdaju
razbijanje SFRJ i agresiju na SRJ.
Jugoslovenski burzujski proimperijalisticki rezim
treba da zna da ce jednog dana,zbog ovog izdajnickog
zakona odgovarati pred radnickom klasom i narodima
Jugoslavije.

G.V.


===*===


> http://www.sps.org.yu/aktuelno/2002/04/09-01.html

09.04.2002. godine
Beograd



ZAKON O SARADNjI SA HAŠKIM TRIBUNALOM JE NELEGALAN I PROTIVUSTAVAN

redovna konferencija za novinare Glavnog odbora SPS



Predsednik SPS Slobodan Miloševic vrlo decidno je porucio da ce
pobediti tzv. Haški tribunal, i da je siguran u svoju pobedu jer je
istina jedino sredstvo kojim se koristi, rekao je portparol SPS Branko
Ruzic na konferenciji za novinare, govoreci o poseti Mirka Marjanovica
predsedniku SPS Slobodanu Miloševicu.



Predsednik Miloševic podrzao je nedavno usvojenu Programsku deklaraciju
Socijalisticke partije Srbije iz koje ce proisteci izborni program koji
ce Socijalisticka partija Srbije ponuditi gradanima Srbije kao
alternativu za katastrofalnu vladavinu dosovske vlasti na ovim
prostorima. Takode, zatrazio je energicniju borbu Socijalisticke
partije Srbije na planu razotkrivanja ovog katastrofalnog bilansa
vladavine dosove vlasti i naznacio da se ova vlast prakticno bavi
ekonomijom destrukcije rasprodajom naših preduzeca, otpuštanjem
radnika, te da bi Socijalisticka partija trebalo da deluje pre svega na
tom planu. Nakon ove posete koja predstavlja redovan vid komunikacije
rukovodstva Partije sa predsednikom Miloševicem, svi stavovi organa
Socijalisticke partije Srbije, Izvršnog odbora i Glavnog odbora, i
politika koju SPS vodi kao stranka, dobili su i njegovu potvrdu.
Afirmisan je stav naših organa da zahtevamo raspisivanje vanrednih
izbora na svim nivoima jer jedino na taj nacin vidimo izlazak iz ove
krize u koju je zapala naša drzava i naši gradani i pozdravljena je i
odluka naše Partije da proširimo front borbe protiv dosove vlasti i da
okupimo sve politicke opcije, sve strukovne organizacije, sve
sindikate, dakle, sve one koji su za odlazak ove antinarodne i
antidrzavne vlasti sa pozicije vlasti. Ovakav vid redovne komunikacije
ce i dalje biti odrzavan, a odlasci clanova rukovodstva u posetu našem
predsedniku bice uskladeni sa dinamikom samog sudenja u Haškom
tribunalu.



Stav Socijalisticke partije Srbije po pitanju Zakona o saradnji sa
Haškim tribunalom je vrlo jasan. Mi ne smatramo da je moguce donositi
bilo kakav zakon o saradnji sa Haškim tribunalom koji predvida
izrucenje naših gradana jer bi se time prekršio Ustav. Ukoliko je došlo
do kompromisa kojim se hvali dosovska vlast, a i njihovi koalicioni
partneri iz Crne Gore, koji je verovatno plod politickog pragmatizma
Socijalisticke narodne partije, u svakom slucaju oni su time izneverili
svoja obecanja od pre izbora 2000. godine, a to je da ce se striktno
drzati Ustava. Ukoliko se donese zakon koji u sebi sadrzi odredbu da
moze doci do izrucenja naših gradana, to je direktno kršenje i Ustava
Savezne Republike Jugoslavije i Ustava Republike Srbije. Naravno,
ukoliko vecina koja je trenutno na vlasti na saveznom i republickom
nivou smatra da takav zakon treba doneti, ukoliko plediraju da su
legalisti trebalo bi pre svega da promene Ustav, pa tek onda da budu u
prilici da uopšte razmatraju donošenje jednog takvog zakona koji
predvida izrucenje naših gradana.



Dakle, Socijalisticka partija Srbije ima jasan stav da ne moze biti
donet zakon o saradnji sa Haškim tribunalom pre promene Ustava za koji
SPS ne bi glasao, jer nikad ne bi glasali za to da naši gradani mogu
biti izruceni stranim sudovima, narocito ne ovom politickom tribunalu
koji prezentuje selektivnu pravdu, rekao je Ruzic komentarišuci
donošenje zakona o saradnji sa Haškim tribunalom.



Portparol SPS je istakao da je Socijalisticka partija Srbije izrazila
svoje ogorcenje zbog nenajavljene posete albanskog premijera Pandeljija
Majka tzv. Vladi Kosova koji predstavlja diplomatski skandal, narocito
imajuci u vidu nemili dogadaj u Kosovskoj Mitrovici kada su korišceni
gumeni meci protiv Srba. To samo govori u prilog tezi da je
Socijalisticka partija Srbije bila u pravu kada je pozivala na bojkot
tih tzv. izbora na Kosmetu, obzirom da je veštacki oformljenom
koalicijom Povratak prakticno pruzen legitimitet i legalitet toj tzv.
Skupštini i Vladi Kosova i Metohije, i drzavnom subjektu na prostorima
Balkana. Blagonaklon stav dosovske vlasti prema medunarodnoj zajednici
odlikuje se i u tome da je naše Savezno ministarstvo inostranih poslova
zbog ove posete albanskog premijera samo uputilo protest Vladi
Republike Albanije, što nije dovoljno. Ono što je potrebno, to je pre
svega da ova vlast koja se od pocetka pozivala na vrlo dobre odnose sa
medunarodnom zajednicom i shodno tim dobrim odnosima, omoguci
bezbednosne garancije i povratak svih raseljenih Srba i drugih
nealbanaca na Kosovo i Metohiju, što je bio uslov da bi uopšte moglo da
se govori o raspisivanju nekih izbora na Kosovu i Metohiji.



Na pitanje novinara o zdravstvenom stanju Slobodana Miloševica, Branko
Ruzic je odgovorio da je ono bolje u odnosu na prethodne nedelje i da
je preboleo grip. Medutim, to ne znaci da je zdravstveno stanje
Slobodana Miloševica dobro, iz razloga što on ne uziva adekvatan
medicinski tretman niti ga je uzivao dok je imao grip, vec je njegovo
lecenje bilo svedeno na to da popije jedan aspirin u toku dana što nije
bilo dovoljno, i zato je taj grip dugo trajao.



Ono što je utisak i gospodina Marjanovica, to je da je predsednik
Miloševic bled jer nema prilike da boravi na cistom vazduhu, što je još
jedna od metoda iscrpljivanja kako bi verovatno, kako se nadaju u
Haškom tribunalu, izgubio koncentraciju pri unakrsnom ispitivanju
svedoka. Oni u tome do sada nisu uspeli, i siguran sam da u tome nece
ni uspeti.



Odgovarajuci na pitanje novinara da li ce se neko od optuzenih od
strane Haškog tribunala koji je clan SPS dobrovoljno predati, Branko
Ruzic je istakao da se socijalisti ne izjašnjavaju samo formalno kao
legalisti, vec da suštinski priznaju Ustav kao najviši pravni akt
zemlje, i da se niko od clanova SPS nece dobrovoljno predati Haškom
tribunalu. Ukoliko zakon o saradnji sa Tribunalom bude donet,
postupanje po tom zakonu znaci kršenje Ustava i svako onaj ko bude
kršio Ustav jednog dana ce odgovarati za to, rekao je on.

23 to 24.03.2002, Thessaloniki:
The «3rd Balkan Meeting» was held,
hosted by the «AntiNATO Balkan Center».
Some related documents follow.


===*===


http://www.mpa.gr/article.html?doc_id=257920

Macedonia Press Agency (Greece)

BALKAN COMMUNISTS MEET IN THESSALONIKI
Thessaloniki, 20 March 2002 (12:50 UTC+2)


A two-day meeting of Balkan communist parties and
movements has been organized for March 23-24, at
Macedonia University in Thessaloniki, by the Balkan
AntiNATO Center.

More than 25 organizations, parties and movements have
been invited from Albania, Yugoslavia, Romania,
Turkey, FYROM, Bosnia-Herzegovina and Cyprus. The
meeting will also be occupied with preparations for a
fighting answer to the EU Summit Meeting of 2003 in
Thessaloniki.

The works of the two-day meeting will be greeted by
Greek Communist Party Secretary General Aleka
Papariga, Thessaloniki Prefect candidate and member of
the Political Secretariat of DIKKI, Giorgos Rokkos,
member of the Communist Renewal, as well as
representatives of bodies and movements of
Thessaloniki.

===*===

From: Bill Howard
Subject: Fw: CP of Macedonia, Address to the 3rd Meeting of the Balkan
AntiNATO Center

HTTP://WWW.STOPNATO.ORG.UK
---------------------------

============================================================================
CP of Macedonia, Address to the 3rd Meeting of the Balkan AntiNATO
Center, Thessaloniki 23-24 March 2002
-----------------------------------------------------------------
From: Communist Party of Macedonia, Mon, 8 Apr, 2002
mailto:kpm92@...
============================================================================

Balkan Anti-NATO Center
Thessaloniki 23-24 March
NATO out of Balkan
For Balkans a zone of Peace and Cooperation

Communist Party of Macedonia

Meeting of the Balkan Anti-NATO Center

Dear friends present at this meeting, respectable organizer of this
gathering, we would like to thank for your invitation but we regret for
not being in a position to take presence at the meeting.

We agree with the agenda and the items for the meeting because they are
in compliance with the essence of the problem and the recent
developments.

What is our opinion about the following items;

1. NATO out of BALKANS

NATO out of Balkans YES.
Why? Because NATO is military organization that in the past was
protecting its members from danger that could coe fro the other side
east (Warshow) block. Now this danger does not exist.

Now we are facing another danger, the danger of NATO becoming *world
policeman*. Who needs such policemen? The oligarchy that would like to
rule the capital of the world communisty by the power of the weapon.

The NATO enlargement

NATO is present every where, where the government structures call NATO
for there presence in order to stay longer in position to rule with
support of NATO and USA. Nobody ask the citizens of that country for
their opinion.

We the citizens of the Republic of Macedonia, and we believe the
majority of the citizens of other countries vote for peace, democracy
and respecting of human rights.

We vote NATO out of the Balkans because it is and organization that
instead of peace, every where produces war and breaking human rights.

There is no democracy.

NATO dictates the program of TV stations - bombing of Yugoslav national
television.

NATO dictates changes of the constitution (Republic of Macedonia
constitution)

NATO with its bombs pollutes the environment. That is why we say - NATO
out of Balkans.

The Cyprus question

The future of Cyprus should be in the hands of the people in that
country. Thirty years ago they were living in peace, together and witout
problems. They should be left to chose their future, alone, without any
pressure.

We respect and we support the people of Cyprus.

With respect,

Communist Party of Macedonia

Andon Andonovski
Member of the Republic Committee


*End*

_________________________________________________

KOMINFORM
P.O. Box 66
00841 Helsinki
Phone +358-40-7177941
Fax +358-9-7591081
http://www.kominf.pp.fi

General class struggle news:

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subscribe: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

Geopolitical news:

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__________________________________________________


===*===

From:Communist Party of Greece , Sat, 06 Apr 2002
mailto: cpg@... , http://kke.gr
=======================================================

Dear Friends,
We forward you a solidarity message by the "Balkan Anti
NATO Centre" (BAN c), an initiative backed by more than 25
political parties, youth organizations and movements from
Balkan countries.

In solidarity,
The International Section of CPG
...........................................................

Balkan AntiNATO Coordination Center BAN c
Views and actions of Balkan movements
Tel: [+3]0310 286580,[+3]010 2592298 Fax: [+3]0310
286581,[+3]010 2592298
e mail:bancenter@... havatzas@...

SOLIDARITY WITH PALESTINE AND THE ANTI WAR FORCES IN ISRAEL

The Israeli regime is continuing its criminal acts against
the decisions of the UN Security Council, against the
heroes of the Palestinian people, and against the
Palestinian National Authority and its President, with the
aim of silencing the voice of truth, and the fair demand
for establishing the independent Palestinian state with
Jerusalem as its capital.

The Israeli forces are brutally attacking the progressive
and anti war movement in Israel, members of foreign
parliaments, trade unionists, journalists, citizens and
organizations acting in solidarity with the Palestinian
people.
This grave escalation demonstrates the clear failure of
the policy of the Israeli government which is hostile to
peace and international legitimacy, and the failure of its
hollow promises to provide security for Israelis at the
expense of the legitimate rights of the Palestinian people.

As a result of the military acts committed by the Israeli
government backed by the USA and the tolerance of leading
countries in the EU, hundreds of people have been killed
and injured, and many properties and homes of innocent
civilians have been destroyed. These acts have also opened
the door for an endless cycle of acts of retaliation and
counter retaliation, thus threatening the security and
peace of the Palestinian and Israeli people, all peoples of
the region and the world.

We call upon young people, all free and peace loving people
in the Balkan countries and the patriotic forces, to rise
against the new wave of evil led by Sharon, to express
solidarity, in all effective forms, with the struggle of
the peace loving forces in Israel, with the Palestinian
people, their courageous uprising and their fair demands,
and thus to join the emerging strong movement of
solidarity in all European countries.

Solidarity with the Palestinian people in this moment is an
important contribution to the efforts of
the Balkan peace movements and of the strong solidarity
movement in all European countries, for international
relations according to the international law, without NATO
and the use of military forces and aggression.

We salute all the actions in this respect and we stress the
important impact for our efforts of the international
meeting of solidarity with Palestine, organized by AKEL in
Nikosia. We send our warmest greetings to all the
participants and best wishes for success.

Thessaloniki, 5th April 2002

End
subscribe/unsubscribe mailto:info@...,
http://www.solidnet.org

===*===

CP of Greece, Address by the General Secretary of the CC of
the CPG, Aleka Paparigha, to the 3rd Meeting of the Balkan
AntiNATO Center, Thessaloniki 23 24 March 2002

From: Communist Party of Greece, Fri, 5 Apr, 2002
http://www.kke.gr , mailto:cpg@...
===========================================================

BALKAN ANTINATO CENTER
Tel: (031) 286580, Fax: (031) 286581, e mail: bancenter@...

Address by the General Secretary of the CC of the CPG
Aleka Papariga

To the 3rd Meeting of the Balkan Anti NATO Centre,
Thessaloniki on 23 24 March 2001

The fire of war flamed up in the Balkans, having as its
centre the FYROM does not constitute, as far as the CPG is
concerned, a thunder bolt in a clear sky. This is not the
time for historical analysis. However, the Balkan peoples
must never forget by whom the fuse of war was lit, in the
early nineties. It must not be forgotten that Germany and
all the member states of the EU, the Greek government
included, decided in cold blood the dissolution of
Yugoslavia. A decision that opened the well known USA
appetite to enter the Balkans itself , to assume a leading
role in the distribution of spoils by all means, by war and
uranium, by lies, blackmail, sanctions, by special
tribunals.

The crude lie and slander, the pretexts used by the
imperialist forces, without a trace of shame, in order to
justify the war and intervention, accusing the Balkan
peoples for local nationalism, for a tendency towards
religious divisions, must not be forgotten either.

Irrespective of the specific planning by NATO, USA, the
leading EU forces for the region, irrespective of whether
each side feels vindicated as to its particular aims, it is
certain that all those succeeded in the promotion of a
major aim: The installation of multinational military
forces, battalions of war kindling, an occupation army.

Besides and over and above the distribution of spoils the
interest was to militarise the Balkans and place them under
military rule, with or without the change of borders, so as
to test the «new doctrine» of NATO in this region, to
utilise it further for the imperialist policy against
Russia and the other states created by the dissolution of
the USSR.

The Balkans have also proven as an area of exporting the
contradictions and antagonisms which mark the relations
between the imperialist unions, between the leading
imperialist forces.

In our estimation, things are twice as dangerous for the
peoples today. Shortly before and during the War of '99 the
imperialist forces attempted to unite the Balkan countries
against Yugoslavia, particularly against Serbia. They
succeeded in this with the assistance of the Greek
government, which appeared convincing, trading upon its
traditionally good relations with united Yugoslavia.

Now things take such a turn, so that a Balkan war waged
among Balkan forces, can not be ruled out.

If the people of the Balkans do not intervene today,
demanding NATO's withdrawal, if they do not exert stifling
pressure on their governments, then we will find ourselves
very close not only to the tragic partition of FYROM, but
to a struggle by all means between the neighbouring
countries, with Greece's involvement as well.
No relaxation of vigilance and no confidence is warranted
in the hypocritical statements by USA, NATO, who assure
that they do not want a change in the borders and the
dissolution of FYROM. No confidence in the alleged friendly
stand by the Europeans towards FYROM. No confidence in the
Greek government which declares in the first place that it
does not wish any new dispatch of Greek military forces.

We are not going to stop supporting the non dispatching of
military forces by Greece to FYROM, even if its leadership
declares that it considers it as protection. Our country as
a member of NATO will apply policies serving the interests
of this organisation, the interests of Greek plutocracy, in
other words the interests of all those who do not see
anything else but profits sticking at nothing.

We are told that, if NATO leaves the Balkans, then the
peoples will be involved in even bitter war among
themselves. This is a lie, it is a pretext. Of course the
deep wounds of the region will not be healed by magic,
issues will not be solved from one day to the other.
However, the road will open for their solution and in any
case the difficulties will be milder than those associated
with the presence of foreign military forces. The all kinds
of nationalist forces, the all kinds of war mongers will
not have the means and the courage to provoke, if they do
not have the political and material support of
imperialists. Besides, this position of ours, is combined
totally with the need of disarming the UCK, in all its
forms and its variations.

The borders will be guarded by the national army of each
country, and especially the Serb army will be called upon
to guard the Serb borders, which include Cossovo. To guard
them not only formally and symbolically, but essentially.
As long as NATO and KFOR remain in the region, the Serb
army, the border armies will have only a marginal role.

The answer is not to be found in the artificial dilemma
«military involvement by NATO inside FYROM or diplomatic
negotiations». In both cases NATO, USA and the leading
countries of the EU will be in a position to impose their
will. The «policy of diplomacy», which seems to be
preferred at present, has only one purpose:
To gain time so as to prepare, in the peoples'
consciousness, the new cycle of NATO intervention, or to
start a new cycle for an agreement, having first created
fait accompli to Serbia's and FYROM's detriment. In other
words a final Rambouillet far worse than the previous
international agreements concerning the region.
On the occasion of today's quite important meeting we wish
to put a question to the Greek people, in the broad sense,
and the other political forces who support with various
arguments the necessity for the presence of multinational
military forces in the Balkans.

When did the Greek people live peacefully regarding its
northern borders, before the early 1990's or today? We are
certain that only a few will claim that things are better
today than yesterday.

If in the post war period we did not have joint borders
with the Balkan socialist states, developments in the
Greek Turkish relations, internal developments in Greece
itself would be far worse. It is possible that certain fait
accompli would have been created.

I wish your deliberations give a new impetus to the joint
Balkan peoples' struggle, shed light more collectively and
on many sides of the emerging events and tendencies. We
have to create the prerequisites, as soon as possible, for
the imperialist intervention, NATO's new doctrine, to be
punished in the Balkans. If it hasn't happened so far it
does not mean that we can't succeed it now, tomorrow.

End

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http://www.solidnet.org

* RECENSIONE: Novità editoriale sull' U 238

* La realtà delle armi all'uranio impoverito
(di R.J. PARSON; Le Monde Diplomatique, marzo 2002)
* NATO verseuchte Jugoslawien mit Uran
* ALTRE FONTI (Vademecum sull'U238)


===*===


Segnaliamo una preziosa novità editoriale:

Uranio impoverito - Sciagura del nostro tempo

Autore: Furio Vallese Editore: Serarcangeli - L. 20.000

Un?altra voce, finalmente, rompe il silenzio omertoso che avvol
ge la verità circa lo smaltimento di scorie nucleari mediante
applicazioni civili e militari fortemente contaminanti.
La denuncia di questa realtà tragica e paradossale conta in campo
editoriale su pochi altri documenti (*), ora si aggiunge questo
libro che ha il pregio di trattare l?argomento in forma divulgativa
pur senza allontanarsi dal rigore scientifico. Ne risulta un
testo di agile lettura, preciso ed attendibile, che ha il pregio
di collocare il problema degli speciali proiettili all?uranio
impoverito (U238 o Depleted Uranium, abbr. DU) nella giusta
prospettiva, dando al lettore la possibilità di capire quanto
perché siano pericolosi, ma soprattutto, dove stia la
responsabilità della loro esistenza.
Il problema, infatti, non sta solo nelle conseguenze letali per
l?ambiente derivanti dall?uso di tali proiettili, che liberano
particelle radioattive nell?aria, nel suolo e nell?acqua,
e che ingerite provocano l?insorgere di tumori mortali. Questo
è un problema ignorato dalla massa ma conosciuto dagli
esperti da almeno vent?anni, è il susseguirsi di guerre "a
bassa intensità", sempre più frequenti e furiose, a portarlo
alla ribalta in modo via via più massiccio e difficile da occultare.
- Si ricordi l?allarme lanciato dai media nella primavera del
2001 in seguito ai primi decessi dei militari italiani ed
europei coinvolti nelle operazioni belliche nei Balcani,
campagna mediatica che rientrò prontamente, in seguito alle
smentite scaturite dalle inchieste "sedative" aperte sul caso.
Il problema, in tutta la sua complessità, diventa davvero
comprensibile se si considerano le condizioni che hanno posto
in essere tali ordigni, cioè la vera causa dell?uso di scorie
radioattive nella produzione industriale, militare ed anche
civile.
Perché alle esigenze militari è stato concesso di produrre dei
proiettili tanto efficaci ma così controproducenti sul piano
complessivo (la contaminazione è definitiva, dura milioni di
anni e contamina tutti, amici e nemici)? Perché componenti di
canne da pesca, strumenti radiologici, elementi di avionica
contengono uranio impoverito (con tutte le conseguenze, meno
immediate e devastanti di quelle militari, ma altrettanto
prevedibili che possono verificarsi, come nel caso di
incidenti aerei o di incuria nello smaltimento dei rifiuti
di apparecchiature considerate convenzionali)?
La risposta a queste domande è affrontata dall?autore
in modo diretto e pacifico, chiamando coraggiosamente in causa
la politica del DOE (Dipartement Of Energy degli USA),
responsabile della scelta deliberata e pianificata, di
smaltire parte dell?accumulo di scorie radioattive nell?indu
stria civile e militare per trovare contenimento ai
pesantissimi costi di stoccaggio.
Una scelta criminale?
L?autore non fornisce valutazioni morali in merito,
né polemizza, con spirito pragmatico prende in considerazione
il superamento delle armi al DU che ritiene più probabile,
quello che non è dettato da considerazioni umanitarie, ma
tecniche, valutando la miglior efficacia dei nuovi sistemi
d?arma anticarro attualmente in fase di progettazione,
e che in futuro potranno rendere obsoleti i Silver Bullet.
Un libro ideale per un approccio immediato al cuore della
questione, e al di sopra di ogni sospetto di faziosità
ideologica perché l?autore è un ingegnere che, tra l?a
ltro, ha ricoperto incarichi professionali in campo
internazionale per conto della Nato.
In una parola, un libro utile per chiunque sia interessato
alla conoscenza dei veri problemi di fondo del mondo attuale.

(*) Il noto "Metallo del disonore" del "International Action
Center" di Ramsey Clark, che per primo denunciava l?uso
dell?uranio impoverito nei proiettili anticarro e
le conseguenze per militari e civili esposti alla contaminazione
durante e dopo la Guerra del Golfo, ed il valido "Imbrogli di
guerra - Scienziati e scienziate contro la guerra" a cura di
Franco Marenco, dedicato alla manipolazione della realtà da
parte dei media in occasione della guerra del Kosovo, e
contenente due specifici capitoli sulla contaminazione da
uranio impoverito.

Flavio Rossi - ( Associazione "SOS Yugoslavia") - Torino

Per avere il libro richiederlo al 338/1755563 oppure all?Email
<posta@...>
1 copia 10 Euro senza spese postali, da 5 copie in su :
6 Euro la copia senza spese postali.


===*===


http://www.ilmanifesto.it/MondeDiplo/LeMonde-archivio/ultimo/0203lm06.01.html

"Le Monde Diplomatique"
versione italiana, marzo 2002

LA GRANDE MENZOGNA DELLE «GUERRE PULITE»
La realtà delle armi all'uranio impoverito

Golfo, Kosovo, Afghanistan: di guerra in guerra,
l'esercito americano continua a perfezionare le
sue armi all'uranio impoverito. Il pericolo per
gli esseri umani e per la natura diventa sempre più
evidente, malgrado il black-out organizzato dal Pentagono

di ROBERT JAMES PARSON *
«La preoccupazione immediata di medici,
rappresentanti delle organizzazioni umanitarie e di chi
dà lavoro agli esuli sul posto è la minaccia di
una vasta contaminazione da uranio impoverito in
Afghanistan.» Con queste parole si conclude un
rapporto di ben 130 pagine intitolato Mystery
Metal Nightmare in Afghanistan? - «Incubo da metallo
misterioso in Afghanistan?» - (1), di
Dai Williams, ricercatore britannico indipendente
e psicologo specialista in condizioni del lavoro.
Il testo è frutto di oltre un anno di ricerca tenace
sulla questione dell'uranio impoverito (Ui), sugli
effetti e le conseguenze del suo utilizzo sugli esseri umani.
Basandosi su siti web ufficiali (2) e su quelli
dei fabbricanti d'armi, Dai Williams ha potuto
scovare informazioni preziose, analizzarle
minuziosamente e infine metterle a confronto con le
armi la cui utilizzazione è stata comunicata, anzi
vantata, dal Pentagono. Ne emerge una visione
della guerra - sia quella in Afghanistan che quelle
prossime venture - sorprendente e spaventosa al tempo
stesso.
Dal 1997, gli Stati uniti rielaborano e «migliorano»
il loro arsenale di missili e di bombe guidate e
«intelligenti». Già nel 1999 alcuni prototipi di queste
armi sono stati testati sulle montagne del
Kosovo, ma la quantità sperimentata in Afghanistan è
ben più corposa. Il «miglioramento» di cui
si parla riguarda in effetti la sostituzione di una
testata convenzionale con una in «metallo
pesante denso» (3).
Calcolando volume e peso del misterioso metallo,
si arriva a due possibili conclusioni: si tratta o
di tungsteno o di uranio impoverito.
Il tungsteno, tuttavia, pone alcuni problemi. Il
suo alto punto di fusione (3.422°C) lo rende
difficile da lavorare; costa caro; è prodotto
soprattutto in Cina; non brucia.
Da vero piroforo, l'Ui invece brucia con l'impatto
o se gli si dà fuoco. Con un punto di fusione
di 1.132 °C è molto più facile da lavorare.
Trattandosi di uno scarto nucleare, è fornito
gratuitamente ai fabbricanti d'armi. Inoltre, il
fatto che lo si possa utilizzare in una vasta gamma
di armi permette di ridurre sensibilmente il
problema della conservazione dei rifiuti nucleari.
Questo tipo di arma può perforare, in pochi secondi,
decine di metri di cemento armato o di
roccia. Una testata all'Ui, munita di un detonatore
regolato da computer in grado di misurare la
densità del materiale penetrato, diventa una carica
esplosiva che scoppia ad una profondità
prestabilita o quando arriva nel «vuoto». In pochi
secondi, tutto ciò che si trova in questo
«vuoto» viene ridotto allo stato di fine polvere
nera per la combustione dell'Ui. E questo si
trasforma a sua volta in polvere di ossido di
uranio. Mentre per un «penetratore» da 30
millimetri si ossida solo il 30% dell'Ui, nel
caso di un missile l'ossidazione può arrivare al 100%. E
la maggior parte delle polveri così prodotte misura
meno di 1,5 micron: sono quindi respirabili.
La polemica apertasi tra i pochi ricercatori
specializzati in questo settore circa l'uso di armi all'Ui
nel corso della guerra del Kosovo, nel tempo
aveva finito col perdere di vista il suo obiettivo.
Invece di chiedersi quali armi sarebbero state
utilizzate sulla maggior parte dei bersagli
(sotterranei in montagna) ammessi dalla Nato, era
stata privilegiata la questione degli anticarro
da 30 mm accettati dalla Nato, ma privi di effetto
contro le installazioni sotterranee
fortificate/rinforzate.
Finché il dibattito si è limitato agli anticarro,
si stava comunque parlando di ordigni di cui i più
pesanti (da 120 mm) non superano i cinque chili.
Ma le cariche esplosive all'Ui, dei sistemi di
bombe guidate utilizzate in Afghanistan, arrivano
fino ad una tonnellata e mezza di Ui nel caso
del bunker buster (Gbu-28) fabbricato dalla Raytheon (4).
A Ginevra, dove sono concentrate le organizzazioni
umanitarie attive in Afghanistan, il rapporto
di Dai Williams ha suscitato reazioni molto diverse.
Mentre i portavoce dell'Alto commissariato
delle Nazioni unite per i rifugiati (Acnur) e
l'Organizzazione per il coordinamento degli aiuti
umanitari si sono preoccupati di diffonderlo,
i principali dirigenti non sono sembrati preoccupati.
Solo Medici senza frontiere e il Programma delle
Nazioni unite per l'ambiente (Unep) temono, a
lungo termine, una catastrofe sanitaria e ambientale.
L'Unep e l'Organizzazione mondiale della sanità
(Oms) hanno pubblicato, rispettivamente in
marzo e in aprile 2001, importanti rapporti.
A questi fanno continuo riferimento i sostenitori del
carattere inoffensivo dell'Ui, primo fra tutti il
Pentagono, il quale sottolinea l'indipendenza e la
neutralità delle due organizzazioni. Ma lo studio
dell'Unep è quanto meno incompleto, mentre
quello dell'Oms decisamente poco affidabile.
Il sopralluogo in Kosovo a partire dal quale
l'Unep ha elaborato la sua analisi è stato organizzato
sulla base di carte fornite dalla Nato, le cui
truppe accompagnavano i ricercatori per proteggerli
dalle munizioni inesplose, incluse le parti
residue delle bombe a frammentazione. Con ogni
probabilità, erano queste - ha scoperto Dai
Williams - a contenere cariche vuote all'Ui. Le
truppe Nato, impedendo ogni contatto dell'équipe
con questi residui, non le avrebbero dunque
permesso di scoprirne l'esistenza.
Tanto più che - come si è saputo - nel corso dei
sedici mesi precedenti la visita dell'Unep, il
Pentagono aveva inviato nella zona almeno dieci
équipe di controllo, che avevano lavorato
duramente per fare pulizia (5). Sugli 8.122
«perforanti» anticarro tirati sui siti visitati, l'Unep ne
ha recuperati solo undici, malgrado un tasso
piuttosto elevato di esplosioni mancate. E la
quantità di polveri prelevate direttamente nei
punti che si riteneva fossero stati colpiti da queste
armi, a diciotto, venti mesi di distanza dalla
loro utilizzazione, è risultata molto scarsa.
«Zone di sacrificio nazionale» Quanto all'Oms, non
ha condotto alcuno studio epidemiologico
degno di questo nome, ma una semplice ricerca
accademica. Cedendo alle pressioni dell'Agenzia
internazionale per l'energia atomica, si è
limitata a studiare l'Ui come metallo pesante
chimicamente contaminante.
Informata, nel gennaio 2001, dell'imminente
pubblicazione di un articolo di fondo che metteva in
discussione il suo silenzio (6), l'Oms ha organizzato
una conferenza stampa per annunciare la
creazione di un fondo, dotato inizialmente di
due milioni di dollari - e a breve termine di venti
milioni - , per la ricerca sull'Ui. Secondo il
dottor Michael Repacholi, il rapporto sull'argomento,
in cantiere dall'agosto 1999 e affidato al geologo
britannico Barry Smith, si sarebbe esteso al
problema della contaminazione radioattiva. Gli studi
preliminari, a suo dire, avrebbero
comportato analisi delle urine di persone esposte
all'Ui, condotte in modo da stabilire il livello di
esposizione.
Ma la «monografia» in questione, resa pubblica
una decina di settimane più tardi, non era altro
che una panoramica di una selezione della letteratura
esistente. Delle centinaia di migliaia di
monografie, pubblicate dalla fine della seconda
guerra mondiale, che avrebbero dovuto essere
studiate, il rapporto prendeva in considerazione -
con poche eccezioni - solo quelle riguardanti
la contaminazione chimica.
Sulla contaminazione radioattiva erano stati
consultati pochissimi articoli e tutti provenienti dal
Pentagono o dalla Rand Corporation, fonte
ispiratrice del Pentagono. In queste condizioni, non
stupisce che il testo non abbia suscitato alcuna preoccupazione.
Le raccomandazioni dei due rapporti, poi, si
limitavano a richiamarsi al buon senso, senza
discostarsi dai consigli già formulati dall'Oms
dopo la fine della guerra - e ripetuti costantemente
dalle organizzazioni umanitarie attive sul campo. Si
raccomanda, per esempio, di marcare i siti
conosciuti, di raccogliere nella misura del
possibile i perforanti anticarro, di stare particolarmente
attenti ai bambini per evitare che si avvicinino ai
siti contaminati, di sorvegliare, eventualmente,
l'acqua di alcuni pozzi, ecc.
L'essenza del problema si riassume in due punti
chiave: ¥ la radiazione emessa dall'Ui costituisce
una minaccia per l'organismo in quanto, una volta
inalate le polveri, diventa una fonte interna.
Ma le norme di protezione internazionale contro
le radiazioni - a cui fanno riferimento gli
«esperti» per affermare che l'Ui è inoffensivo -
trattano solo di radiazioni di provenienza
esterna; ¥ la questione dell'«uranio sporco»,
che il rapporto dell'Unep ha il merito di avere
sollevato. In effetti, l'uranio delle centrali
nucleari, ritrattato per essere utilizzato come
munizione, contiene molti elementi altamente
tossici come, per esempio, il plutonio.
Con 1,6 kg di questa sostanza si potrebbero
uccidere otto miliardi di persone. Più che di uranio
impoverito, sarebbe quindi più giusto parlare di
«uranio plus».
In un documentario presentato da Canal + nel
gennaio 2001 (7), un'équipe di ricercatori
francesi ha presentato i risultati di un'inchiesta
condotta nella fabbrica di ritrattamento di
Paducah, nel Kentucky.
Secondo l'avvocato dei circa 100.000 querelanti,
operai in servizio e in pensione, tutti
contaminati per flagrante inosservanza delle più
elementari norme di sicurezza, l'intera fabbrica e
tutta la sua produzione è irreparabilmente contaminata.
Secondo gli investigatori, proprio da
questa installazione proverrebbe l'Ui dei missili
lanciati su Jugoslavia, Afghanistan e Iraq (8).
Queste armi rappresentano molto più che un nuovo
strumento per guerre moderne. Il
programma di riarmo americano, lanciato dal presidente
Ronald Reagan, si basa sulla
convinzione che il vincitore dei nuovi conflitti
sia quello che distrugge più efficacemente i centri
di comando e di comunicazione del nemico. Ma
questi si trovano quasi sempre sotto terra, in
bunker rinforzati.
Certo, un bombardamento nucleare potrebbe avere
ragione del cemento armato, ma
produrrebbe radiazioni che lo stesso Pentagono
definisce spaventose e avrebbe poi pesanti
ricadute sulle relazioni pubbliche, in un mondo
sempre più sensibile ai pericoli di una guerra
nucleare.
Appare allora più consono il ricorso ad una
testata all'Ui, dal momento che scatena solo un
incendio, incomparabile con le conseguenze di
un'esplosione nucleare, ma con una potenza
distruttrice altrettanto forte.
Le informazioni raccolte da Dai Williams dimostrano
che gli Stati uniti, dopo aver compiuto test
su computer nel 1987 (9), hanno sperimentato per
la prima volta questi ordigni nel 1991,
contro Baghdad. La guerra nel Kosovo ha poi
dato loro la possibilità di provare le armi all'Ui,
prototipi o già in produzione, su bersagli di
estrema durezza. L'Afghanistan permetterà di
estendere e prolungare questi studi.
Ma anche all'interno del Pentagono non tutto
è chiaro. Dai Willliams cita molti articoli usciti sulla
stampa all'inizio di dicembre (10) che parlano
di équipe Nbc (nucleare-biologico-chimico)
mandate sul campo per verificare eventuali
contaminazioni. Queste, secondo gli Stati uniti,
sarebbero imputabili ai taliban, ma, sin dall'ottobre
2001, i medici afghani, di fronte ad alcune
morti rapide, apparentemente dovute a disturbi
interni, accusano la coalizione di utilizzare armi
chimiche. I sintomi evidenziati (emorragie,
difficoltà respiratorie, vomito) fanno pensare ad una
contaminazione radioattiva.
Il 5 dicembre 2001, quando una bomba colpisce
malauguratamente alcuni soldati della coalizione,
tutti gli inviati dei media sono immediatamente
prelevati e rinchiusi in un hangar. Secondo il
Pentagono, si trattava di una Gbu-31 armata con
una testata Blu-109. Nel documentario di
Canal +, viene intervistato il rappresentante di
un fabbricante d'armi presente alla fiera
internazionale delle armi tenutasi a Dubai il 14
novembre 1999, dopo la guerra del Kosovo.
Costui presenta la testata Blu-109 e descrive
le sue capacità di penetrazione contro bersagli
sotterranei fortificati e rinforzati, precisando
che l'arma era stata appena testata in una guerra...
Il 16 gennaio scorso, il segretario americano alla
difesa, Donald Rumsfeld, ha ammesso che gli
Stati uniti hanno trovato tracce di radioattività
in Afghanistan (11). Ma ha garantito che si
trattava solo di testate all'Ui, senza dubbio
appartenenti ad al Qaeda, senza tuttavia spiegare
come questa organizzazione, sprovvista d'aerei,
abbia potuto lanciarle. Su questo punto Dai
Williams conferma che, anche se la coalizione non
si fosse assolutamente servita di armi
all'uranio impoverito, quelle utilizzate dal gruppo
di Osama bin Laden rappresenterebbero da sole
una notevole fonte di contaminazione, soprattutto
se provenienti dalla Russia: in questo caso,
l'Ui potrebbe essere addirittura più «sporco»
di quello di Paducah.
A seguito delle sue inchieste nei Balcani, l'Unep
ha creato una unità di valutazione dopo -
conflitto, il cui direttore Henrik Slotte si
dichiara pronto ad intervenire sul campo in Afghanistan
appena possibile, a condizione che la sicurezza
sia sufficientemente garantita, l'accesso alle zone
interessate assicurato e l'operazione convenientemente
finanziata. L'Oms, al contrario, si è
chiusa in mutismo totale. Alle domande rivolte a
Jon Lidon, portavoce della direttrice generale
Gro Harlem Brundtland, sullo stato del fondo per
la ricerca sull'Ui, l'organizzazione non si è
degnata di rispondere.
Secondo Dai Williams, però, gli studi epidemiologici
dovrebbero cominciare immediatamente, per
evitare che chi ha subito esposizioni massicce
muoia e il suo decesso sia attribuito al rigore
dell'inverno in un paese appena uscito da due
decenni di guerre.
Nella contea di Jefferson (Indiana), il Pentagono
ha chiuso un poligono di tiro di circa 80 ettari
dove un tempo testava obici all'Ui. Il preventivo
più basso per bonificare la zona ammonta a 7,8
miliardi di dollari - senza contare lo stoccaggio
perenne di uno spessore di sei metri di terra e la
vegetazione da eliminare. Ritenendo il prezzo
troppo alto, l'esercito ha cercato altre soluzioni e
ha infine deciso di offrire il terreno al servizio
dei parchi nazionali per crearvi una riserva
naturale, offerta che è stata rifiutata. Ora si
dice che l'ex poligono di tiro sarà riconosciuto
«zona di sacrificio nazionale» con conseguente
divieto di accesso in eterno! Ecco una notizia
che chiarisce quale sarà il futuro delle diverse
zone del pianeta in cui gli Stati uniti hanno
utilizzato e utilizzeranno armi all'uranio impoverito.

note:

* Giornalista, Ginevra.

(1) www.eoslifework.co.uk/du2012.htm
(2) I siti web di Janes Defense Information
(www.janes.com), della Federation of American Scientists
(www.fas.org), del Centre for Defense Information (ww.cdi.org).
(3) Vedere www.fas.org/man/dod-101/sys/ smart/hdbtdc.htm
(4) Vedere www.fas.org/man/dod-101/sys/ smart/ e
www.usatoday.com/graphics/news/gra/ gbuster/frame.htm
(5) Chronology of environmental sampling in the Balkans,
www.deploymentlink.osd.mil/ du_balkans
(6) «Silenzi e menzogne sull'uranio impoverito»,
Le monde diplomatique/il manifesto, febbraio 2001.
(7) La Guerre radioactive secrète di Martin
Meissonnier, Roger Trilling, Guillaume d'Alessandro e Luc
Hermann, l'inchiesta presentata nel febbraio 2000,
è stata attualizzata e trasmessa nuovamente nel gennaio
2001 con il titolo L'Uranium appauvri, nous avons
retrouvé l'usine contaminée, di Roger Trilling e Luc
Hermann.
(8) Si legga Naïma Lefkir Lafitte e Roland Lafitte,
«Armi radioattive contro il "nemico iracheno"», Le
Monde diplomatique/il manifesto, aprile 1995.
(9) The Use of Modeling and Simulation in the Planning
of Attacks on Iraqi Chemical and Biological
Warfare Targets: www.gulflink.osd.mil/aircampaign
(10) Si legga in particolare «New Evidence is Adding
to US Fears of Al-Qaida Dirty Bomb», International
Herald Tribune, 5 dicembre 2001; «Uranium Reportedly
Found in Tunnel Complex», USA Today, 24 dicembre 2001.
(11) U.S. Says More Weapons Sites Found in Afghanistan,
Reuters, 16 gennaio 2002.
(Traduzione di G. P.)


===*===


+++ NATO verseuchte Jugoslawien mit Uran +++

BELGRAD, 6. April 2002. In der NATO-Aggression gegen Jugoslawien
1999 wurden fünf Regionen außerhalb der Provinz Kosovo und
Metochien radioaktiv verseucht, die von dem Einsatz der
Uran-Geschosse durch die NATO am stärksten betroffen ist. Das ist
das Ergebnis einer gemeinsamen Studie der UNO- und der
jugoslawischen Experten. Auch in den Körpern der Menschen, die in
radioaktiv Verseuchten Landstrichen leben, wurden Partikel vom
gefährlichen angereichterten Uran aus US-Geschössen entdeckt,
sagte der Leiter der Abteilung für Strahlungsschutz der Belgrader
Militärmedizinischen Akademie (VMA) Dr. Milan Misovic.

Generalleutnant Milan Zaric, Leiter der ABC-Schutztruppe der
Jugoslawischen Armee, daß die NATO, neben dem Einsatz der
Urangeschosse auch gezielt jugoslawische Chemiewerke zerstörte,
um Folgen hervorzurufen, die mit einem Angriff mit Chemie-Waffen
vergleichbar sind.

TIKER / AMSELFED.COM


===*===


VADEMECUM: LE PRINCIPALI FONTI DI INFORMAZIONE
AFFIDABILI SULL'U238, IN LINGUA ITALIANA


* Al sito internet:
> http://www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/index.shtml
si trova praticamente TUTTA la documentazione utile in materia


* Segnaliamo i libri:

1. IMBROGLI DI GUERRA
Scienziate e scienziati contro la guerra
Contributi al Seminario sulla guerra nei Balcani
Istituto per le Applicazioni del Calcolo - CNR
Roma, 21 giugno 1999
A cura di Franco Marenco
© 1999 Odradek Edizioni SRL
Via delle Canapiglie 112 - 00169 Roma
Tel. (06) 68.33.451
http://www.eco-cooperazione.it/odradek/
odradek@...
ISBN 88-86973-21-7
interamente leggibile su: http://www.scienzaepace.it/libro/

2. AA.VV. "CONTRO LE NUOVE GUERRE"
Scienziate e scienziati contro la guerra
Atti del convegno
"Cultura, Scienza e Informazione di fronte alle nuove guerre"
Politecnico di Torino
22-23 giugno 2000
a cura di Massimo Zucchetti
Odradek edizioni, pagine 282, lire 24000
ISBN 88-86973-25-X

3. Il metallo del disonore:l'uranio impoverito
versione italiana del testo dell'IAC
(lire 15.000 più spese di spedizione)
Centro di documentazione
sul movimento operaio Wilhelm Wolff di Marghera
P.le Radaelli , 3 (VE)
e-mail wilhelm_wolff@...
http://www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti/dishonor.shtml


* LINK a documenti su COSA E' E COME AGISCE l'uranio impoverito,
in ordine crescente di complessita':

1. DOMANDE E RISPOSTE BREVI E SEMPLICI:
http://www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/u238/scheda_pck.shtml

2. OTTIMO BREVE ARTICOLO - PDF
Dal libro "Imbrogli di Guerra" (Odradek 1999)
Nicola Pacilio e Carlo Pona: Uranio impoverito (formato pdf - 208 kb)
http://www.scienzaepace.it/libro/pdf/07-paci.pdf

3. OTTIMO RAPPORTO, PIU' LUNGO ED AGGIORNATO - IN HTML !!!
Comitato Scienziate e Scienziati contro la guerra - Gennaio 2001
Alcune tesi e fatti sull'uranio impoverito (DU), sul suo uso
nei Balcani, sulle conseguenze sulla salute di militari e popolazione.
M. Cristaldi, A. Di Fazio, C. Pona, A. Tarozzi, M. Zucchetti
(anche in formato RTF 115 kb e PDF 64 kb - English PDF 74 kb)
http://www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti/uranio_impoverito.html