Informazione

"Il Manifesto", 21 Febbraio 2002

All'Aja in difficoltà altri testimoni

Saltano i test d'accusa a Milosevic. Violenze, primo testimone diretto.
Libro nero anti-Uck
T. D. F.

Slobodan Milosevic continua a segnare punti sulla pubblica accusa
all'Aja. Dopo avere protestato perché il governo olandese non
dà il visto alla moglie, Mirjana Markovic, l'ex presidente jugoslavo
ieri mattina ha messo in difficoltà il secondo testimone, un
inquirente del procuratore Carla Del Ponte, il poliziotto australiano
Steven Spargo. Prima la corte aveva rifiutato la deposizione,
chiesta dalla Del Ponte, del capo degli investigatori della procura in
Kosovo, il britannico Kevin Curtis, che nel giugno del 2001
arrestò Milosevic a Belgrado. Secondo il Tribunale dell'Aja la
deposizione di Curtis sull'esecuzioni di civili in Kosovo si sarebbe
però basata sul "sentito dire", su testimonianze di altre persone, non
su prove dirette. Il sostituto Geoffrey Nice, indispettito, allora ha
chiamato a deporre Spargo per presentare mappe sulle vie di uscita dal
Kosovo dei profughi albanesi durante la guerra: Milosevic è
accusato di "deportazione" di 800mila civili albanesi; lui afferma
che sono fuggiti per i bombardamenti Nato.
Nel controinterrogatorio Milosevic lo ha costretto ad ammettere di avere
preparato le carte senza avere raccolto personalmente
una sola testimonianza di profughi e sulla base di documenti preparati
da altri inquirenti. Spargo ha anche dovuto confermare che
l'esodo dei profughi è intervenuto dal 26 marzo, due giorni dopo
l'inizio dei raid Nato, e si è interrotto due giorni prima
dell'ingresso della Nato in Kosovo, e di non avere indicazioni su
possibili punti di concentramento dei civili in fuga. Milosevic aveva
sottolineato poco prima che in caso di "deportazione" è inevitabile
che ci siano luoghi di concentramento dei civili, mentre "è
evidente che si tratta di profughi". Poi ha attaccato la Del Ponte:
"E' vostro dovere, anche in un processo illegale, parlare di
crimini solo se avete la minima prova che ero presente, che li ho
commessi o che sono stati commessi su mio ordine". Ieri
pomeriggio è iniziata, continuerà oggi, la deposizione del primo
testimone diretto di violenze in Kosovo. E' stato chiamato a
deporre un contadino kosovaro albanese di 49 anni, Agim Zegiri, di
Celina. Per il teste, all'indomani dei bonbardamenti della Nato,
il 25 marzo 1999, un distaccamento della polizia serba e dell'esercito
jugoslavo è entrato nel villaggio, ha incendiato alcune case è
ha iniziato a sparare sugli abitanti. Sono morte 75 persone. Milosevic
ha controinterrogato anche lui - il contadino gli ha girato le spalle -
e lo ha costretto a precisare che presso il villaggio stazionava
una unità di 300 guerriglieri dell'Uck, "gli abitanti del villaggio
- ha detto Zegiri - fornivano all'Uck cibo e vestiti". Il
controinterrogatorio continuerà oggi. Mentre a Belgrado è stato
presentato un "libro nero", subito inviato all'Aja, sulle vittime serbe
e non-albanesi in Kosovo: 1.835 uccisi e 1.441 rapiti e scomparsi (di
cui 1.154 sequestrati e scomparsi dall'ingresso della Nato), coin 360
testimonianze dirette, biografie, foto, verbali e autopsie.

===*===

"Il Manifesto" 22 Febbraio 2002

Milosevic controaccusa, è scontro

Un teste se ne va, un altro punta il dito: "Ho visto le tue stragi",
ma ammette legami con l'Uck
T. D. F.

Le cose che ha fatto sono inimmaginabili, signor Milosevic": Fehim
Elshani è seduto avvitato sulla poltrona dei testimoni e parla
dando le spalle all'ex presidente jugoslavo, che lo contro-interroga.
E' il secondo teste-vittima della giornata. Un osso piu' duro -
anche se non molto convicente anche lui - per Milosevic del primo,
Agim Tegiri, che in mattinata non aveva resistito al
contro-interrogatorio di Slobo che lo aveva messo in difficoltà: "Non
mi sento bene, non posso più rispondere" aveva detto al
presidente della corte Richard May. Ed era partito.
Elshani, ex impiegato comunale diventato contadino dopo essere stato
licenziato nel 1991 per avere appoggiato le manifestazioni
degli indipendentisti. Afferma che il 25 marzo 1999, all' indomani
dell'inizio dei bombardamenti Nato, il suo villaggio di Nagafc,
vicino alla frontiera albanese, è stato attaccato e parzialmente
incendiato dalle forze serbe. Il teste ha raccontato anche la fuga di
buona parte della popolazione civile dei villaggi della zona, circa
20.000 persone, verso l'Albania, la paura, la consegna dei
documenti alla frontiera. Ma prima ricorda due "forti esplosioni" che
nella notte del 2 aprile hanno causato la morte di almeno nove
persone nei dintorni della sua casa. Afferma che il governo di Belgrado
aveva avvertito che "se la Nato fosse intervenuta, si
sarebbero vendicati con noi'". Milosevic lo guarda incredulo e gli
contesta di avere parlato di cose da lui non viste personalmente
Elshani replica: "Ho visto con i miei occhi tre donne anziane
bruciate dalle sue forze, una l'ho perfino dovuta sotterrare io, con mio
figlio". Milosevic lo interroga sulle esplosioni del 2 aprile, tante
volte i profughi hanno raccontato di "aerei jugoslavi" che nessun jet
americano ha mai segnalato. Milosevic sottintende che sono state
provocate da bombe Nato, come accadde tragicamente al
convoglio albanese di Djakovica il 14 aprile 1999, ammise poi la Nato
dopo la testimonianza del giornalista britannico Robert Fisk
che era sul posto. Elshani ha ammesso a un certo punto di non avere
visto nulla "perché era notte" e si trovava a letto. Poi
incalzato da Milosevic conferma di avere sentito nella notte "un aereo".
Ma sostiene di non avere visto aerei Nato e di non avere
nulla a che vedere con l'Uck. Alla fine del contro-interrogatorio
ammette però che suo figlio faceva parte dell'Uck: "Ma io non
c'entravo nulla" afferma.
In mattinata c'era stato un colpo di scena. Milosevic riprendeva il
contro-interrogatorio del primo teste-vittima kosovaro, Agim
Tegiri, e aveva appena contestato la traduzione fatta ieri di quanto
aveva dichiarato Tegiri sui suoi rapporti con l'Uck. Il teste aveva
raccontato come anche il suo villaggio fosse stato attaccato dalle
forze serbe il 25 marzo 1999, di essere stato picchiato, di avere
visto una persona uccisa e di avere perso 16 membri della sua famiglia
su 18. Stando a Milosevic una frase pronunciata da Tegiri sui
suoi rapporti con l'Uck voleva dire "li ho ospitati", mentre la
traduzione è stata "li ho un po' aiutati". Il testimone ha insistito:
"Non mi sento bene, sono in dialisi, non ho altro da dire, ho i miei
problemi, la mia sofferenza". Il presidente gli ha chiesto se fosse in
grado di continuare per dieci minuti: "No". Prima di lasciarlo andare il
giudice sudcoreano O-Gon Kwon gli ha chiesto tuttavia di
precisare come fosse morta la sua famiglia. Ieri Tegiri non lo aveva
fatto: "Non me l'hanno detto" ha risposto il teste, e se n'è
andato. Milosevic ha protestato: "E' inaccettabile che l'accusa possa
ritirare il teste. Non ha detto la verita". Oggi niente udienza.

===*===

"Il Manifesto", 24 Febbraio 2002

Mesic pronto per l'Aja

Dal Tribunale penale internazionale dell'Aja per l'ex Jugoslavia non
è arrivata ancora una convocazione, ma se dovesse succedere il
presidente croato Stjepan Mesic è pronto a recarsi all'Aja per
deporre nel processo per genocidio e crimini di guerra a carico di
Slobodan Milosevic. Lo statista croato è stato chiamato direttamente
in causa dall'ex presidente jugoslavo, che l'ha accusato di
aver distrutto la Jugoslavia. Mesic fu l'ultimo presidente della
vecchia repubblica federale jugoslava, prima dell'inizio della
disgregazione, nel 1991. "Io - ha dichiarato all'agenzia Hina - feci
solo constatare che la Jugoslavia non esisteva più". "Non fui io
ma Milosevic - ha incalzato - che disintegrò la Lega dei Comunisti
della Jugoslavia... fu lui, non io, che creo' i campi di
concentramento nella Bosnia Erzegovina, e i campi per i croati in
Serbia". A Milosevic, ha affermato, non interessava la Jugoslavia,
né come federazione, né come confederazione, ma soltanto "una Grande
Serbia". Dopo il distacco della Croazia dalla vecchia
federazione jugoslava, Mesic collaborò con il defunto presidente
nazionalista Franjo Tudjman, col quale ruppe nel 1994, e nel 2000
venne eletto alla presidenza come candidato dell'opposizione.

===*===

"Il Manifesto" 26 Febbraio 2002

Milosevic alla Del Ponte: "Sono testimoni falsi"

"Ma devo dimostrare io la mia non-colpevolezza?". Shock a Belgrado per
l'intervista di Dijndijc a "Der Spiegel"
T. D. F.

All'apertura della terza settimana di udienza, l'ex-presidente
jugoslavo Slobodan Milosevic ha accusato ieri all'Aja la procura del
tribunale penale internazionale (Tpi), cioè Carla Del Ponte, di
produrre "falsi testimoni" per "maltrattarlo" e costringerlo, in
violazione delle norme di giustizia internazionali sulla presunzione
di innocenza, a dimostrare la propria non colpevolezza.
Interrompendo il contro-interrogatorio del terzo "teste-vittima"
dell'accusa, il contadino kosovaro Halil Morina, Milosevic ha
detto al presidente della corte Richard May: "Vedo che qui una
persona che non è colpevole deve dimostrare che non è colpevole,
anche se non spetta a coloro che l'accusano dimostrare la sua
colpevolezza". Milosevic ha inoltre affermato, a proposito dei
testimoni presentati dall'accusa, che "sono dei falsi testimoni".
Prima Milosevic aveva a lungo contro-interrogato il terzo teste,
che ieri ha accusato le forze serbe di avere attaccato il 26 marzo
1999 il suo villaggio, Landovica, incendiando diverse case e
provocando la morte di una donna paralizzata "bruciata viva" in casa.
Il testimone ha risposto di non avere saputo nulla dei
bombardamenti Nato sul Kosovo, iniziati già da due giorni il 26 marzo
1999, né delle attività dell'Uck. Milosevic ha contestato
alcune dichiarazioni del teste, in particolare quando questi ha
riferito di avere visto bruciare un villaggio vicino ma di non sapere,
come indicato dall'imputato, che una stazione di benzina del villaggio
era stata colpita dalle bombe Nato il 25 marzo e che "a
Landovica tre soldati serbi erano stati uccisi dall'Uck". Dopo le
proteste di Milosevic il presidente della corte Richard May gli ha
risposto che "è escluso che lei o qualsiasi altro imputato debba
dimostrare qui la sua innocenza".
Si è dunque ripetuto il copione delle due settimane precedenti nelle
quali, sostanzialmente, l'imputato Milosevic è riuscito a
contraddire almeno cinque testimonianze, facendo entrare in
contraddizione più volte il testimone "chiave" dell'accusa, l'ex
governatore del Kosovo, Muhamat Bakalli; a rifiutare la deposizione
di Kevin Curtis, capo degli investigatori della procura in
Kosovo, e la corte gli ha dato ragione; ha messo in seria difficoltà
Steven Spargo, poliziotto australiano al quale ha fatto
ammettere di non avere raccolto una sola testimonianza diretta di
profughi; ha contraddetto tre kosovaro-albanesi,
dimostrandone spesso l'inattendibilità. Ioltre ha rovesciato le accuse
sull'Occidente e, con una chiamata di correo, ha chiesto di
venire a testimoniare all'Aja ai leader che lo acclamavano per la pace
di Dayton e non solo.
Ora il processo dell'Aja è lo specchio dei nodi irrisolti della crisi
a Belgrado (minaccia di secessione del Montenegro e irrisolto status
del Kosovo). I rapporti con il Tribunale dell'Aja - che i serbi non
amano perché lo considerano strumento politico e non giudiziario
- venivano presentati finora come un pedaggio inevitabile per
l'integrazione in Europa e per i finanziamenti. Dopo tre settimane di
udienza all'Aja, e dopo l'intervista del premier serbo Zoran Dijndic
- l'uomo che ha consegnato Milosevic all'Aja nel giugno 2001 -
di questi giorni al settimanle tedesco Der Spiegel, la versione è
impresentabile. Dijndijc dopo aver ricordato all'Occidente
l'impossibilità, pena la guerra civile, di arrestare Mladic e Karadzic
"del resto mai presi dalla Nato" ha detto: "Resto senza parole nel
vedere quanto denaro è stato dilapidato all'Aja solo per portare in aula
dopo 5 anni testimoni tanto insignificanti. Questo circo
pone su di me e sul mio governo riformista un enorme dilemma. Il 40%
della popolazione serba è affascinata dal comportamento del
suo ex presidente... perfino gli avversari di Milosevic mostrano
simpatia nei suoi confronti e mi chiedono: perché l'abbiamo
consegnato?". E Dijndijc ricorda che i due terzi dei 300milioni di
euro promessi, sono stati trattenuti. Qual è il punto? Ha scoperto
che con queste imputazioni della Del Ponte, Milosevic risulterà il
solo colpevole delle guerre nell'ex Jugoslavia, e che il suo governo
sarà costretto a pagare un mostruoso debito di guerra. Allora addio
premier Dijndijc.

===*===

TPI: CONSIGLIO EUROPA LO DIFENDE,INACCETTABILI PRESSIONI USA

(ANSA) - STRASBURGO, 1 MAR - Il presidente dell'assemblea parlamentare
del Consiglio d'Europa il socialista austriaco Peter Schieder ha
preso oggi le difese della Corte Onu dell'Aja contro quelkle
che ha definito le pressioni ''inaccettabili'' del governo Usa,
che ne propone la chiusura entro il 2008. ''Rappresentano un'ingerenza
politica in un processo giudiziario volto a rendere giustizia
alle centinaia di migliaia di vittime dei crimini commessi
nell'ex-Jugoslavia e in Ruanda'' ha affermato Schieder. Intervenendo
davanti al Congresso di Wasshington, un rappresentante
dell'amministrazione Bush, l'ambasciatore Pierre Richard Prosper,
delegato per i crimini di guerra, ha detto che il Tpi dovrebbe cessare
le sue attivita' entro il 2008, e ha proposto un trasferimento
delle sue competenze ai tribunali nazionali. Secondo Prosper ''ci
sono stati problemi che mettono in dubbio l'integrita' delle
procedure''. L'ambasciatore Usa ha affermato anche che ''e' stata
messa in questione la professionalita' di alcune delle persone
coinvolte, con accuse di abusi e di cattiva gestione''. Per Prosper
le procedure del Tpi - competente per i crimini di guerra
nell'ex-Jugoslavia e nel Ruanda - sono state a volte costose e
poco efficienti, lente e troppo distaccate dall'esperienza quotidiana
delle persone e delle vittime''. Il presidente dell'assemblea
dell'organizzazione di Strasburgo, di cui fanno parte tutti i paesi
euro-occidentali piu' la Turchia e 18 paesi postcomunisti fra cui
la Russia, ha affermato che ''i crimini di guerra piu' gravi ed i
crimini contro l'umanita' devono continuare ad essere giudicati da un
tribunale internazionale''. Schieder ha anche criticato ''i tribunali
speciali creati dal governo degli Usa per giudicare i presunti
terroristi internazionali, senza tutte le garanzie previste dal sistema
giuridico americano e dal diritto internazionale'' che, ha affermato,
''non sono una soluzione piu' soddisfacente''. (ANSA) CEF
01/03/2002 18:22

===*===

"Il Manifesto", 1 Marzo 2002

Milosevic: "Mi spiano"

L'ex-presidente jugoslavo Slobodan Milosevic ha accusato ieri la
procura del Tribunale dell'Aja guidata da Carla Del Ponte di
ascoltare le conversazioni telefoniche che ha dal carcere con i suoi
consiglieri legali. Milosevic ha chiesto al presidente della corte
Richard May di aprire un'inchiesta. Secondo l'ex-capo dello stato
jugoslavo le domande poste ieri mattina dall'accusa al teste
kosovaro Halit Barani riguardavano punti sollevati ieri dallo stesso
Milosevic in conversazioni telefoniche dal carcere con i suoi
consiglieri legali. Il sostituto procuratore Geoffrey Nice ha negato
tutto. Fonti del Tpi hanno però ammesso che le conversazioni
telefoniche di Milosevic dal carcere sono effettivamente registrate
"per ragioni di sicurezza" ma "la procura non ha accesso ai
nastri". Se risultasse "l'accesso ai nastri" il processo sarebbe
ancora più incredibile.

DOPO CROAZIA, LITUANIA, CECENIA... MANCANO I SUDETI

Commento:
Ma guarda un po'?
Sapete che mi verrebbe da dire a tutti quei
"progressisti" cecoslovacchi ed europei che
tanto festeggiarono quando la Repubblica di
Cecoslovacchia fu smembrata?
Ve la siete cercata!
Ora la democratica Germania riuscira'
nell'intento di annettersi i Sudeti.
Domandina:
Chi era nel 1938 il Cancelliere tedesco che
promosse l'annessione dei Sudeti alla Germania?
(Luca)


Da Il Manifesto del 1 marzo 2002

Ombre tedesche su Praga

Le tensioni sui Sudeti, 57 anni dopo, investono la Ue
GUIDO AMBROSINO - BERLINO


Il riaprirsi della polemica sull'espulsione
dalla Cecoslovacchia di tedeschi e ungheresi,
decretata nel 1945 dall'allora presidente Eduard
Benes, ha indotto il cancelliere Gerhard SchrÖder a
annullare una sua visita a Praga. Nessun commento
ufficiale sui motivi del rinvio, ma non è difficile
ricondurlo al riacutizzarsi di una controversia in
cui ora interviene pesantemente anche il governo
ungherese.
Il presidente del parlamento ceco Vaklav Klaus
ha recentemente esortato il primo ministro Milos
Zeman a negoziare con l'Unione europea una clausola
di riconoscimento dei decreti di Benes, che
impedisca una "revisione" dei loro risultati, a
cominciare dalla confisca delle proprietà degli espulsi.
Klaus è il leader del partito democratico, che appoggia
dall'esterno il governo del socialdemocratico
Zeman.
Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha
invece rivendicato una dichiarazione di nullità
di quei decreti come condizione per l'adesione
della Repubblica ceca nell'Unione europea. Il governo
di Budapest ha così fatta propria la posizione
sostenuta finora in Germania solo dall'associazione
dei tedeschi espulsi dai Sudeti e dal loro padrino
politico Edmund Stoiber, presidente dei
cristiano-sociali bavaresi e sfidante del
cancelliere SchrÖder alle elezioni del prossimo settembre.
In precedenza lo stesso primo ministro ceco
Milos Zeman aveva definito i tedeschi dei Sudeti
"quinta colonna di Hitler" e traditori, "che
hanno caldeggiato il genocidio perpetrato dai
nazionalsocialisti ai danni del nostro popolo".
In un'intervista al settimanale austriaco Profil
aveva aggiunto che la cacciata dei tedeschi dai
Sudeti, purtroppo accompagnata da omicidi e violenze,
fu una scelta "mite" in confronto alla pena di
morte prevista per il reato di tradimento del paese.
Nonostante lo sfogo di Zeman, il ministro degli
esteri Joschka Fischer non aveva rinunciato la
settimana scorsa a visitare Praga. I colloqui da
lui avuti sembravano aver calmato le acque. Ma la disputa
tra Klaus e il governo ungherese ha riaperto il
braccio di ferro.
I politici praghesi, a parte i calcoli retorici
a ridosso delle elezioni convocate per giugno,
temono che, annullando a posteriori i decreti di
Benes, si aprirebbero le porte a richieste di indennizzo:
richieste cui il governo tedesco non ha mai
esplicitamente rinunciato, e che l'associazione
dei tedeschi originari dai Sudeti apertamente rivendica.
Preferiscono dunque trincerarsi dietro la
constatazione che quei decreti furono l'inevitabile
conseguenza della decisione presa a Potsdam da Stalin,
Truman e Attlee di "trasferire in Germania la
popolazione tedesca rimasta in Polonia, in
Cecoslovacchia e in Ungheria".
Senza un'impegnativa rinuncia di Berlino a ogni
pretesa di compensazione, i rapporti con Praga
resteranno segnati da una giustificata ombra di
sospetto e di diffidenza. Ma anche in Germania
tira aria di elezioni, e SchrÖder non vuole
lasciare a Stoiber il monopolio della "fermezza".

Subject: "Breaking news" aus Südserbien, dem
Kosovo und Belgrad
Date: Thu, 28 Feb 2002 21:42:59 +0100
From: joesb@...
Organization: JOeSB Aktuell
To: jugocoord@...




Das Komitee der Bundesrepublik Jugoslawien für
das Sammeln von Daten über Verbrechen gegen die
Menschlichkeit und gegen das Internationale
Recht, hat Mitte Februar das Buch ?Die Opfer des
albanischen Terrors in Kosovo und Metochien?
veröffentlicht. Das Buch fasst die Daten von
3.430 Menschen, die im Zeitraum vom Januar 1998
bis zum 10. Juni 1999 von albanischen Terroristen
entführt und getötet wurden, zusammen.
Ilija Simic, der das Buch vorgestellt hat,
erinnerte daran, dass in den Statistiken und
Aufzählungen auch Opfer aufgezählt sind, die nach
dem 10.Juni 1999, also nach dem Einmarsch der
KFOR, entführt und getötet wurden.
?Wir haben Daten von 1.835 getöteten und 441
entführten Menschen im Zeitraum vom Januar 1998
bis 10. Juni 1999 in ganz Kosovo und Metochien,
und Daten von 1.154 entführten oder
verschwundenen Menschen nach dem Einmarsch der
internationalen Truppen?, betonte Simic. Die
meisten der Opfer waren Serben und andere
Nichtalbaner.

Indessen geht der Terror der ?entwaffneten? UCK
weiter - sowohl in Kosovo und Metochien, als auch
in Mazedonien. Es folgt eine kurze
Zusammenfassung der traurigen Ereignisse vom 9.
bis 22. Februar 2002:

Prizren
Der UNMIK-Vertreter Marek Antoni Novicki hat die
albanische Bevölkerung aufgefordert, den Serben
Milos Nekic in Ruhe zu lassen. Nekic ist einer
der wenigen Serben, die noch in Prizren leben.
Novicki rief vor allem die albanischen
Jugendlichen auf, die Beachtung der
Menschenrechte einzuhalten. Der 70-jährige Serbe
Milos Nekic darf aus Angst vor den albanischen
Extremisten sein Haus nicht verlassen. Auf sein
Haus wurden schon mehrere Anschläge verübt. Die
UNMIK-Verwaltung wird es wohl nur bei einer
?Aufforderung? belassen.

Lipljan
Bewaffnete albanische Terroristen stürmten das
Haus der serbischen Familie Kovacevic in Lipljan,
im Osten des Amselfeldes, an und erschossen die
Eheleute Ljubica und Tomislav Kovacevic. Die
einzige Schuld der ermordeten Serben bestand
darin, dass sie dem Druck der albanischen
Gewalttäter nicht nachgeben und ihr Haus und ihre
Heimat Kosovo verlassen wollten. Die
NATO-Soldaten entdeckten bei den ethnischen
Albanern in der Umgebung von Lipljan größere
Mengen von Schusswaffen und Munition. Ob diese
Waffen auch beschlagnahmt wurden, ist nicht
bekannt.

Skoplje
Albanische Terroristen haben mehrfach
Kontrollposten der mazedonischen Polizei unweit
der Hauptstadt Skopje beschossen, teilte ein
Regierungssprecher mit. Eine Polizeistellung im
Vorort Aracinovo sei an einem Tag zwei Mal
beschossen, niemand sei aber bei den Angriffen
verletzt worden. Albanische Terroristen
beschossen mazedonischen Sicherheitskräfte auch
aus Dörfern um die Stadt Tetovo nahe der Grenze
zur südserbischen Provinz Kosovo und Metochien
an.
Quellen: TANJUG, INET NEWS

Weitere Artikel:

1.Return to sender - Seltsame "Stilblüten"
während des Prozesses gegen Slobodan Milosevic:

http://www.vorstadtzentrum.net/cgi-bin/joesb/
news/viewnews.cgi?category=all&id=1014927639

2. Hier werden ein paar Medienmärchen aufgedeckt:

http://www.vorstadtzentrum.net/cgi-bin/joesb/
news/viewnews.cgi?category=all&id=1014486250

3. "Die Brücke von Varvarin": Skandal im Erfurter
Landtag:

http://www.vorstadtzentrum.net/cgi-bin/joesb/
news/viewnews.cgi?category=all&id=1014926381

4. Südserbien mit Bomben und Granaten:

http://www.vorstadtzentrum.net/cgi-bin/joesb/
news/viewnews.cgi?category=all&id=1014927060

5. Kosovska Mitrovica, ein "kleines gallisches
Dorf":

http://www.vorstadtzentrum.net/cgi-bin/joesb/
news/viewnews.cgi?category=all&id=1014723252

http://www.vorstadtzentrum.net/cgi-bin/joesb/
news/viewnews.cgi?category=all&id=1014926793







**************************************
Jugoslawisch Österreichische Solidaritätsbewegung
JÖSB
PF 217
A-1040 Wien
Tel&Fax: (+43 1) 924 31 61
joesb@...
http://www.vorstadtzentrum.net/joesb
**************************************

DANAS (Beograd) - http://www.danas.co.yu/

TERAZIJE utorak, 26. februar 2002.

INTERVJU

Mirko Marjanovic o sudjenju Slobodanu Milosevicu
Mnogi u svetu su prvi put culi istinu

Beograd - Predsednik Milosevic je pokazao da je kao
drzavnik, politicar i istorijski vodja ovog naroda
za klasu iznad svih , ne samo na ovim prostorima.
On je pokazao kako se treba braniti, ali i kako se
mogu odbraniti nacionalni interesi i nacionalno
dostojanstvo - istice Mirko Marjanovic, nekadasnji
predsednik Vlade Srbije, danas predsedavajuci u
Socijalistickoj partiji Srbije, odgovarajuci na nase
pitanje o pocetku sudjenja Slobodanu Miosevicu u Hagu.
- Sa druge strane, nastavlja Marjanovic, nelegalni
"tribunal" je potvrdio da mu dometi nisu veci od
poiticke paskvile. To se videlo i u nastupu tzv.
"tuzilastva", koje je specijlno za ovu priliku angazovalo
navodno glasovitog britanskog advokata Dzefri Najsa
samo za rad na ovoj iskonstruisanoj optuznici. A
covek koga dobro znamo, koga su odabrali da bude
prvi svedok koji ce potkrepiti njihove izmisljotine,
mogao je samo da izaziva podsmeh pred snaznim
argumentima predsednika Milosevica.
Mnogi u svetu su iz usta predsednika Milosevica, dakle
na najbolji moguci nacin, prvi put culi istinu.
Reakcije u svetu su izuzetno snazne. Ruska Duma
zahteva od predsednika Putina da predsedniku Milosevicu
odmah bude ukinut pritvor. Bivsi ruski premijer Jevgenij
Primakov, covek koji je "okrenuo avion" iznad Atlantika,
na putu za Ameriku, kada je cuo za pocetak NATO
bombardovanja Jugoslavije, nudi se da svedoci u
korist predsednika Milosevoca. Delegacija grckog
Parlamenta u kojoj je predstavnik vladajuceg PASOK,
zahteva od UN da joj se omoguci poseta predsedniku
Milosevicu, posto je "tribunal" odbio saglasnost za
posetu nekoliko grckih organizacija i institucija.
Aktivnosti Medjunarodnog komiteta za odbranu
Slobodana Milosevica, koje podrzavaju takve licnosti
kao Harold Pinter, Mikis Teodorakis, Aleksandar
Zinovjev, Peter Handke imaju sve veci odjek sirom sveta.

Gradjevina "tribunala" i pozicija onih koji su
je stvorili moze lako da se srusi pred snaznim optuzbama
i argumentima predsednika Milosevica. Verujemo da je
to moguce i cinimo sve da doprinesemo da se to sto
pre desi. Predsednik Slobodan Milosevic je preuzeo
ulogu tuzioca u ovom procesu jasno i argumentovano
optuzivsi NATO pakt i njegove drzave clanice za zlocin,
ubistva Jugoslavije. Oni su nas narod i nasu zemlju
ubijali ne samo 78 dana i noci tokom agresije na SRJ,
vec od 1990. godine sa naoruzavanjem i ratnim huskanjem
paravojnih separatistuckih formacija u Sloveniji i
Hrvatskoj, zatim priznavanjem njihove nezavisnosti,
preko uvodjenja najbrutalnijih sankcija protiv jedne
zemlje u istoriji, do direktnog uzrokovanja gradjanskog
rata u bivsoj BiH i bombardovanja Jugoslavije.

Izgleda da "haska pravda" ima najupornije
zagovornike bas u Beogradu - u DOS vladi. Posto su
svi nasi gradjani videli i culi naseg Predsednika,
ubedjen sam da je ovoj vlasti kraj blizu, i da nikome
vise nece moci da proda lazi o tome da nam buducnost
zavisi od saradnje sa Hagom, navodi Mirko Marjanovic.

Uporedite rad Vase Vlade narodnog jedinstva sa radom
vlade DOS.

- To se ne moze ni porediti. Vlada narodnog jedinstva
bila efikasna i ozbiljna, i sastavljena pre svega od
ljudi potpuno posvecenih opstem interesu. Svi to znaju
- u najtezim uslovima blokade od strane Zapada, ratova
u okruzenju i agresije na nasu zemlju, obezbedjivali
smo visok stepen socijalne sigurnosti, najvisu stopu
rasta u Evropi, a kupovna moc gradjana je bila tri
puta veca nego danas.

A ova grupa stranih drzavljana i cinovnika stranih
kompanija, kojoj su se prikljucili oni iz nasih redova
koji su spremni da sluze svakome, ova grupa koja sebe
naziva novom vlascu, koja je u stvari ispostava i
operativni centar onih koji ovu zemlju hoce da pretvore
u Bantustan i sirotiste u kojem ce stranci biti vlasnici
svega i o svemu odlucivati, ta tzv. vlast ne verujem da
moze biti duzeg veka.

Kakva je situacija u SPS?

- U clanstvu SPS je veliko jedinstvo, velika snaga i
potencijal. Mladi koji su se dokazali u teskoj borbi
sa ovom marionetskom vlascu, nasa su garancija za
buducnost. Liderske ambicije pojedinaca zasnovane na
samohvalisanju i samopromociji ne mogu da poremete
stabilnost partije koja pociva na podrsci predsedniku
Milosevicu, na izvornim principima svoga programa i
koja okuplja najsire narodne mase.

Nova Deklaracija znaci i novu organizaciju partije,
ozbiljne pripreme za naredne izbora. Sta to konkretno
znaci?

- Programska deklaracija je bila sredstvo za budjenje
kreativnih potencijala u clanstvu. U diskusiji o njoj,
culi smo mnogo korisnih ideja i otkrili mnoge pojedince
spremne za ozbiljan politicki rad, ali sama Deklaracija
i diskusija o njoj, pre svega su afirmisale izvorne
vrednosti i programska opredeljenja socijalista i
potvrdile istinu da je SPS od svog osnivanja bio i
ostao partija ozbiljnih drustvenih reformi u interesu
svih. Ipak, ono sto je najsnaznije obelezilo ovu siroku
diskusiju u nasem clanstvu, jeste zahtev da partija
odlucno povede akciju za smenu sadasnje vlasti i tako
ispuni ocekivanja gradjana. Ispoljena je snazna i
nepodeljena podrska Slobodanu Milosevicu.

Bilo je retkih pojedinaca ali i narucenih zahteva za
nekavim organizcionim promenama. Medjutim, njihov glas
se gotovo nije cuo u moru onih koji su u prvi plan
stavljali politicka pitanja trenutka neophodnosti
hitne akcije da se otklone pogubne posledice rada
sadasnje vlasti i , naravno, spreci nastavak novih.

Na osnovu svega ovog, mi smo na opstenarodnom mitingu
9. februara pozvali na stvaranje opstedrzavnog saveza,
u koji bi usle sve partije, institucije i pojedinci,
spremni da daju svoj doprinos da se petooktobarski
mrak i agonija okoncaju i da na celo ove drzave
konacno dodju odgovorni, kompetentni i moralni ljudi.

To je najveca tema ovog politickog trenutka i SPS ce
u ostvarivanje ovog projekta uloziti sve svoje snage.
I, ponavljam, ne da bi "nasi" ljudi bili na vlasti,
vec da na vlasti budu oni koji su najbolji i koji
ce, kao u svakoj normalnoj zemlji, nacionalne
potencijale, materijalne i ljudske, staviti u pogon
u nacionalnom interesu.

Vasi nekadasnji, ali i sadasnji partijski saradnici
nalaze se na listi putnika za Hag. Kako to ocenjujete?

- "Tribunal" pravi listu zelja, a njihovi beogradski
saradnici samo zamisljaju da prave liste putnika.
Mislim da je mnogo nagadjanja, ali i svesnog plasiranja
laznih informacija inace, svaki tzv. insajder, a nasa
rec bi bila potkazivac, lazni svedok iz okruzenja ili,
kao u vreme IB-a revidirac, bice vecno obelezen u
nasem narodu i ne bio mu niko u kozi.

Premijer Srbije i ministar pravosudja pozvali su sve
koji su na listama da se dobrovoljno predaju, a da im
za uzvrat Srbija da garancije.

- Kao direktni ucesnici otmice predsednika Milosevica
i krsenja Ustava, morace da odgovaraju kad-tad. Neka
nas vise postede pokusaja da svoj problem - obvaveze
koje su licno preuzeli, pa ih sada pritiskaju da ih
ispune- prodaju narodu kao pitanje opstanka svih nas.
Narod je progledao i probudio se, uocio istinu, tesko
ga je vise prevariti.

Koliko je i da li je SPS oslabljen odlaskom nekih
clanova partije u DOS odmah posle 5. oktobra?

- Naprotiv. To je jedina pozitivna posledica 5.oktobra.
Time je SPS ojacan, a DOS oslabljen.

Da li ce delegacija SPS najzad dobiti vizu da poseti
Slobodana Milosevica u Hagu?

- Krsenje ljudskih prava predsednika Milosevica od
strane " tribunala" i njegovih mentora je nedopustivo.
Uskracivanje ili ogranicavanje njegovog prava da se
vidi sa mnogima iz zemlje i sveta koji bi zeleli da
ga posete, ukljucujuci njegovu porodicu i advokate,
je samo jedno od pitanja o kojima presudu treba da
donese Evropski sud za ljudska prava u Strazburu. Ne
mislim nista dobro o nastojanju da nase kontakte
ogranice na jednu posetu od par casova mesecno, pa
cak i da oni prosudjuju ko od clanova delegacije koju
partija odredi zaista ima interes da ga poseti.

Osim toga, to spresavanje njegove komunikacije sa
porodicom i drugovima ima za cilj da pojaca psiholoski
pritisak na njega i da mu skrsi volju i odlucnost
sa kojom on danas citavom svetu prezentira istinu o
Srbiji i Jugoslaviji. Da podsetim da je on u tu svrhu
vec bio podvrgnt torturi 24 casa nadzora i upaljenog
reflektora u celiji, a u cetvrtak je, po okoncanju
postupaka za taj dan ostavljen da vise od tri sata
ceka prevoz od zgrade takozvanog "tribunala" do
Seveningena.

Da li je tesko biti zamenik predsednika u odsustvu?

- Po odluci predsednika Milosevica, koji je podrzao
Glavni odbor i cela partija, ja sam predsednik u
njegovom odsustvu. Posao je slozen i odgovornost
velika - za buducnost, ne samo SPS. Nasa svakodnevica
okupirane i obezlicene zemlje, koju rastrzaju i
rasprodaju, cini da postoji ogroman motiv da se
to promeni, odmah i na bolje, ali postoji i
ogromno zadovoljstvo zajednicke borbe sa mladim
ljudima koji su toj borbi i tom cilju posveceni.

Sta znaci izjava Vojislava Kostunice da se u
Hagu brani drzava, nasuprot stavu republicke
vlade da ne pruzi garancije da se Slobodan
Milosevic brani sa slobode?

- Ko bi razuman ocekivao od onih koji su ga oteli
i isporucili zarad licne koristi, da sada daju
garancije za njega? S druge strane, mislim da
je krajnje vreme da gospodin Kostunica bar neke
od svojih reci pretvori u dela, ako ne misli da
bude zabelezen kao najbledja licnost koja se ikada
nasla na celu ove zemlje. Inace, delegacija SPS
jos uvek ceka na prijem kod njega i saveznog
premijera Pesica, upravo u vezi sa pitanjem uloge
drzave SRJ u tom kvazi - procesu, Gospodin Kostunica
nam je pismom odgovorio da ce nas primiti jos prosle
nedelje, a evo protekla je i citava ova sedmica, a
sastanka nema.

Tanja Kovacevic