Informazione

GERMANIA: L'UNICO PAESE D'EUROPA CHE DIFENDE LE "MINORANZE" OVUNQUE
- DOPO AVERE SPAZZATO VIA QUELLE ESISTENTI IN CASA PROPRIA

Chiusa la scuola sorba

KROSTWITZ, 25 febbraio 2002. Nella localita' sassone di
Krostwitz e' stata recentemente chiusa una delle due ultime
scuole medie dei Sorbi di Lausitz [popolazione di origine slava
insediata in questa area della ex-DDR]. Questa scuola non
aveva piu' abbastanza studenti ed e' stata percio' chiusa
su decisione della amministrazione locale. I rimanenti 55
scolari sono stati distribuiti tra le scuole vicine. I Sorbi
di Lausitz, di origine slava-occidentale, erano riconosciuti
come minoranza nazionale in Germania fino alla Seconda Guerra
Mondiale, e costituivano una comunita' di quasi mezzo milione
di persone. Disponevano di varie scuole elementari e medie.
Oggi la minoranza sorba in Germania [l'unica "minoranza etnica"
di questo paese, che e' "etnicamente" il piu' omogeneo
d'Europa ed anzi rivendica legami con le popolazioni di
lingua germanica dalla Alsazia fino al Volga] conta meno
di 50mila individui.


+++ Sorbische Schule geschlossen +++

KROSTWITZ, 25. Februar 2002. In dem sächsischen Ort
Krostwitz wurde vor kurzem eine der letzten beiden
Mittelschulen der Lausitzer Sorben geschlossen. Diese Schule
hatte nicht mehr genügend Schüler und wurde deswegen auf
Anordnung des Gemeinderates geschlossen. Die verbliebenen 55
Schüler wurden auf die umliegenden Schulen verteilt. Die
Lausitzer Sorben,Angehörige der West-Slawen, waren in
Deutschland bis zum Zweiten Weltkrieg als nationale
Minderheit anerkannt und zählten annähernd eine halbe
Million Menschen. Sie hatten mehrere Grud- und
Mittelschulen. Heute zählt die sorbische Minderheit in
Deutschland kaum noch 50.000 Menschen.

TIKER.CO.YU / AMSELFELD.COM

Subject: ADOZIONI ZASTAVA - IN
PROGRAMMA UNA NUOVA CONSEGNA
Date: Tue, 26 Feb 2002 14:31:31 +0100
From: "Rossi Alma" <alma@...>


Dal coordinamento RSU

Vi informiamo che (dopo quello dell'ottobre
2001) è programmato un ulteriore
viaggio alla Zastava di Kragujevac per la
consegna delle nuove adozioni a
distanza attivate ultimamente e delle quote
dei rinnovi per parte delle adozioni gia'
attive.
La partenza e' prevista per il giorno 15
marzo. La delegazione sarà composta
da compagni di Milano, Lodi, Trieste,
Padova e Toscana (totale 9 persone ..
completamente a loro spese) in
rappresentanza dei nodi che hanno gestito
le adozioni raccolte in questi 2 mesi.
Nello stesso periodo è prevista la partenza
anche dei compagni di Lecco che
consegneranno le loro adozioni sabato 16 marzo.
Per parte nostra, le consegne (direttamente
alle famiglie dei lavoratori
della Zastava coinvolte)
averranno la mattina di domenica 17 marzo
nel corso di una assemblea che si
terrà nei locali dello stabilimento.
In previsione di questo viaggio
sollecitiamo quindi:
- chi avesse la possibilità di versare la
rata della propria adozione o di
aprirne una nuova in tempo per la partenza
della delegazione di contattare
Alma Rossi (055-8498256) in modo da
sveltire la procedura.
- chi avesse lettere o regali da far
pervenire alle famiglie adottate di
mettersi in contatto sempre con Alma per
mettersi d'accordo sul loro ritiro.
E' necessario, anche per le lettere ed i
regali da consegnare alle famiglie,
avere al più presto i dati in modo da
muoverci per tempo ad informare le
famiglie interessate ad essere presenti
alla assemblea alla zastava del 17 marzo.

Al ritorno dal viaggio vi faremo avere un
rendiconto completo.

Vi anticipiamo inoltre che si sta ormai
concretizzando anche la spedizione
di 2 TIR (medicinali, materiali per
l'igiene personale e della casa, altri
generi di conforto) prevista per la prima
settimana di Aprile. In questo
modo (visti i tempi lunghi dello
sdoganamento alla dogana di Kragujevac) si
dovrebbe riuscire a consegnare il materiale
alle famiglie (per i generi di
conforto) ed all'ospedale (per il materiale
sanitario) nella settimana del 1
maggio (in occasione di una iniziativa
nella giornata del lavoro) per
rendere ancora una volta visibile (oltre
alle adozioni) la solidarietà dei
lavoratori italiani verso quelli Jugoslavi
ed alle loro famiglie
barbaramente colpiti nel loro diritto al
lavoro ed al salario da una assurda
guerra per l'egemonia politica e
territoriale condotta dalla Nato.
I materiali che comporranno il carico dei
due Tir sono il risultato di una
raccolta realizzata grazie all'impegno di
diverse Rsu che hanno concordato
con le rispettive aziende la donazione dei
prodotti.

Alla zastava di Kragujevac si sono da poco
concluse le elezioni per la nuova
struttura sindacale. Di questo e della
situazione sindacale più in generale
vi daremo maggiori informazioni al nostro
ritorno.
Resta il fatto che i lavoratori della
zastava devono fare i conti
con non pochi problemi.
Infatti continua la politica di
smantellamento delle prospettive
occupazionali della fabbrica di automobili
e camion. Oltre ai 1500
licenziamenti dell'inverno scorso sono in
programma altri 5000 licenziamenti
nei primi mesi del 2002. Licenziamenti che
tolgono oltretutto al personale
zastava quel minimo supporto economico di
12.000 lire mensili di indennità
di mancato impiego (un po' come la nostra
CIG). A questo si aggiunge la politica
antisociale del Governo che ha iniziato un
pesante smantellamento di quello che era il
livello dei diritti e delle
tutele che il mondo del lavoro Jugoslavo ha
conquistato negli anni
precedenti. Sulla tutela in caso di
maternità, sulla flessibilità in entrata
ed in uscita con maggiori libertà di
licenziamento, sulla struttura e sul grado
di copertura contrattuale, sul sistema
previdenziale.
Una politica che si accompagna ad una
violenta privatizzazione dei servizi
pubblici, sopratutto la sanità, che rende
sempre più inacessibile il diritto
alla salute da parte dei ceti popolari ed
impossibile per i pensionati ed i
lavoratori senza reddito.
Alla zastava, come nelle altre aziende
jugoslave si ricomincia a scioperare
ed a manifestare.

Forniremo di questa situazione un
esauriente rendiconto al nostro rientro

ciao

Alma Rossi - email - alma@...
indirizzo internet del Coordinamento RSU -
http://www.ecn.org/coord.rsu/

NATO and US Government War Crimes in Yugoslavia

Michel Chossudovsky

Economic War Crimes:
Dismantling Former Yugoslavia, Recolonizing Bosnia-Herzegovina
Covert Action Quarterly, Spring 1996

Centre for Research on Globalisation (CRG), 19 February 2002

> http://globalresearch.ca/articles/CHO202G.html

===*===

'MEDIEVAL SAVAGERY¹

Compiled by Ian Johnson

At NATO's tribunal Yugoslav President Slobodan
Milosevic has been portrayed as a perpetrator of
'medieval savagery.' The following items were compiled
from the mass media during the 1999 NATO bombing.
Unlike the false charges presented in The Hague
against Milosevic these public and verifiable facts
are irrefutable evidence of NATO's own high-tech
genocide. Pity then that the vigilantes in wigs have
decided that in their court the case against NATO
cannot be heard.

NATO and the bombing of Yugoslavia 1999.

5th April. The southern mining town of Aleksinac is
hit by three missiles which destroy a block of flats
and three streets of houses.

7th April. The Montenegrin capital of Podgorica sees
its residential area struck by four missiles.

9th April. The Zastava car plant in Kragujevac hit by
six missiles. The factory is occupied by its workers
trying to prevent it being destroyed and there are 132
casualties.

11th April. Nine more missiles blast the Zastava car
plant. 124 casualties.

12th April. A passenger train travelling between
Leskovac and the Macedonian capital Skopje is bombed
and first reports confirm twenty civilians burnt
alive.

14th April. Seventy-five Albanian refugees killed when
NATO bomb a refugee convoy near Meja, between
Djakovica and Prizren in Kosovo. The column was two
kilometres long and NATO rained missiles on it for
twenty minutes.

14th April. NATO commences daytime bombing of Belgrade
while the city is packed with people going about their
daily business.

21st April. Refugee camp near Djakovica in Kosovo is
bombed.

22nd April. Assassination attempt by NATO on Yugoslav
President Slobodan Milosevic and his family. Three
laser-guided bombs hit the family home in Belgrade.
None of the family was at home.

This attack is reminiscent of the attempt to
assassinate Libyan leader Colonel Gadaffi, when US
planes, flying from Britain, attacked Gadaffi's
home in Tripoli. They missed Gaddafi but managed to
murder his daughter.

23rd April. The bombing of Yugoslavian television,
killing broadcasters, technicians, cleaners and
make-up ladies.

Robert Fisk, writing in the Independent of 24th April,
described the resultant carnage:

"Deep inside the tangle of cement and plastic and
iron, in what had once been the make-up room next to
the broadcasting studio of Serb television, was all
that was left of a young woman, burnt alive when
Nato¹s missile exploded in the radio control room. A
young technician could only be extracted from the
hundreds of tons of concrete in which he was encased
by amputating both his legs. A Belgrade fireman pulled

at one of the bodies for all of thirty seconds before
he realised that the man, swinging back and forth amid
the wreckage, was dead. By dusk last night, ten
crushed bodies, two of them women, had been tugged
from
beneath the concrete, another man had died in hospital
and fifteen other technicians and secretaries still
lay buried."

Tony Blair described this attack as 'entirely
justified' and Clare Short, then Secretary of State
for International Development, claimed that television
was a 'legitimate target'. Fisk wasn't so sure. He
continued his article: " I recall Croatian television
spreading hatred aplenty when it was ethnically
cleansing 170,000 Serbs from Croatia in 1995. But we
didn't bomb Zagreb. And when President Franjo
Tudjman¹s lads were massacring Serbs and Muslims in
Bosnia, we didn't bomb his residence. Was Serbian
television's real sin its broadcasting of film of the
Nato massacre of refugees last week?"

23rd April. Neighbouring Bulgaria hit by a third
missile. This time a suburb of the capital Sofia is
struck, thirty miles from the Yugoslav border.

26th April. The northern Yugoslav town of Nombor
suffers another bombing blitz.

The majority of the population of Nombor is of
Hungarian origin.

27th April. In a daytime bombing raid on the southern
town of Surdulica a quarter of the town is destroyed.

28th April. Twenty civilians killed instantly when a
2000lb laser-guided missile demolishes fifty homes on
the outskirts of Belgrade.

1st May. Forty people die after NATO missile hits a
civilian bridge in Kosovo, close to the capital,
Pristina.

7th May. Fifteen people are killed and sixty injured
when NATO bombers hit homes and a hospital in the
southern city of Nis.

7th May. NATO bomb the Chinese embassy in Belgrade.
Three dead and twenty injured. The Chinese government
accuses NATO of a 'barbarian act' and state that
three missiles were fired from different angles at its
embassy.

13th May. Kosovo village of Korisa bombed killing
eighty-seven ethnic Albanian civilians.

22nd May. Intense bombing of Yugoslavia¹s electricity
grid begins, causing major disruption of power and
water supplies, most notably affecting the country¹s
hospitals.

30th May. NATO jets bomb crowded bridge in Varvarin,
central Yugoslavia. First reports confirm nineteen
dead.

This brief review by no means tells the full story of
the horror inflicted on the civilian population of
Yugoslavia, affecting all twenty-six ethnic groups who
make up the population of the Federal Republic. Truly
a confirmed and undeniable example of 'medieval
savagery'.

Ian Johnson. Feb. 2002.

Milosevic, teste dell'accusa si sente male in aula
(Repubblica on line 21/2/2002)

Aja, 11:10

Milosevic, teste dell'accusa si sente male in aula
Piccolo colpo di scena questa mattina all'Aja all'inizio dell'ottava
udienza del processo Milosevic. Mentre l'ex presidente jugoslavo
stava riprendendo il contro-interrogatorio del testimone dell'accusa
Agim Tegiri, il teste ha detto di "non sentirsi bene" e di non poter
più rispondere ad altre domande. Milosevic aveva appena contestato la
traduzione fatta ieri in aula di quanto aveva dichiarato Tegiri sui
suoi rapporti con l'Uck.
Il teste aveva raccontato come il suo villaggio fosse stato attaccato
dalle forze serbe il 25 marzo 1999, all'inizio dei bombardamenti
Nato. Aveva detto di essere stato picchiato, di avere visto una
persona uccisa, e di avere perso 16 membri della sua famiglia su 18.
Stando a Milosevic una frase pronunciata ieri da Tegiri sui suoi
rapporti con l'Uck voleva dire "li ho ospitati", mentre la traduzione
è stata "li ho un po' aiutati".
L'ex-presidente jugoslavo ha pronunciato la frase in albanese ed ha
chiesto al teste di spiegarne il significato esatto. "Non sono in
grado di dirlo", ha risposto il testimone. Poi ha aggiunto "non mi
sento bene, sono sotto dialisi, non ho altro da dire, ho i miei
problemi, ho la mia sofferenza". (Red)

===*===

"Il Manifesto" 20 Febbraio 2002

Milosevic rovescia le accuse
TOMMASO DI FRANCESCO

Slobodan Milosevic, difensore di se stesso nel processo
per crimini di guerra e genocidio nel quale compare davanti al
Tribunale dell'Aja come unico imputato per dieci anni di
guerre sanguinose nei Balcani, da ieri ha cominciato a
controinterrogare i testimoni dell'accusa, a partire
dall'ex leader della provincia del Kosovo, Mahmut Bakalli.
Davanti alla corte dell'Aja, Bakalli lunedì aveva
accusato Belgrado di "apartheid" verso la maggioranza albanese,
con un piano di espulsione di centinaia di musulmani dalle cariche
pubbliche negli anni Novanta, alla quale la Lega democratica
del Kosovo guidata da Ibrahim Rugova rispose costruendo uno "stato
parallelo" - con scuole, università e strutture sanitarie albanesi
- e rifiutando ogni partecipazione alle elezioni (un dato che
per molti osservatori favorì lo strapotere di Milosevic). "Può
spiegarci cosa significa apartheid?", ha chiesto Milosevic a
Bakalli aggiungendo: "Le ricordo che è sotto giuramento".
L'anziano ex leader politico è rimasto fermo: "Lei impose
i dirigenti delle scuole e delle università".
Se Milosevic sembrava perfettamente a suo agio, Bakalli si è
trovato più volte in difficoltà. L'ex governatore del Kosovo ha
dovuto ammettere di essere stato consigliere di Adem Demaqi -
ex leader albanese kosovaro per più di 20 anni imprigionato
per i suoi legami con l'Albania di Enver Hoxha - che avrebbe
dovuto rappresentare gli albanesi alla conferenza-farsa di
Rambouillet del 1999. Secondo Milosevic, Demaqi era "il capo
dell'ala politica dell'Uck", l'Esercito di liberazione del
Kosovo - contrapposto spesso violentemente anche ai moderati
di Rugova - ritenuto da Milosevic responsabile di assassini
e stupri sulla popolazione serba "che spinsero Belgrado a
intervenire". Bakalli ha assicurato di avere avuto solo contatti
politici e diplomatici con l'Uck. Allo stesso modo, ha assicurato
di non aver mai saputo che il leader del suo attuale partito
Aak, Ramush Haradinaj, fosse stato "secondo i servizi segreti
britannici" a capo di una rete di contrabbando di sigarette e di
armi, come ha ricordato Milosevic.
Che ha rincarato la dose, sia quando ha rilanciato le accuse
di stragi provocate dai bombardamenti della Nato in Serbia e
Kosovo, e Bakalli ha dovuto ammettere che sì "ci sono stati
danni collaterali"; sia quando ha sollevato la questione dei
possibili rapporti fra la rete terrorista di Osama bin Laden e
le milizie albanesi-kosovare dell'Uck. "Che cosa sa dei legami
tra Hasim Thaqi (il leader dell'Uck ndr) e Osama bin Laden",
ha chiesto Milosevic a Bakalli, "Non so, sono sicuro che non ce
ne sono", ha risposto Bakalli, e lui di rimando: "E' al corrente
di una brigata di mujaheddin in Kosovo". "Non sono al
corrente", ha risposto il testimone.
Bakalli è apparso irritato quando l'ex presidente jugoslavo
ha messo in dubbio la sua ricostruzione della strage di Prezak, in
Kosovo, del 1998: furono uccisi 40 membri di una famiglia
albanese, i Jashari. "Uccideste civili, bambini, vecchi, donne
incinte sostenendo in continuazione che stavate combattendo
il terrorismo". Per Milosevic i Jashari si erano rifiutati di
arrendersi, sparavano e avevano un grosso quantitativo di armi.
E non ha finito con il controinterrogatorio fiume. L'ex
presidente jugoslavo ha ricordato l'assassinio di diversi oppositori
serbi in Kosovo nel '98, tra cui un eminente medico ucciso
sulla porta di casa: "Questo non è un atto di terrorismo?", ha
chiesto. "Non è stato l'Uck", ha risposto Bakalli. E allora,
ha proseguito Milosevic, "gli omicidi, gli stupri" compiuti dai
miliziani albanesi per cacciare la minoranza serba dopo l'ingresso
della Nato? "E' propaganda, non accetto queste cose", ha
replicato, in difficoltà, Bakalli. "Così, i morti che hanno visto
tutti sono propaganda?", è stata la controreplica sferzante di
Milosevic. Se Bakalli era il testimone contro, che accadrà con
quelli a favore?
Ora da Mosca si è dichiarato pronto a testimoniare l'ex
premier russo Ievgheni Primakov che ha ricordato che "senza
Milosevic gli accordi di Dayton sarebbero stati impossibili".
Non ci sarà, invece, per "motivi di salute" l'ex leader
musulmano bosniaco Alia Izetbegovic, da tempo malato e in
cura in Arabia saudita - il principale paese finanziatore del
Tribunale dell'Aja.

===*===

RAGIONI DELLA ILLEGITTIMITA' DEL "TRIBUNALE AD HOC" DELL'AIA

--- In This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it., "Fausto Concer" wrote:

Vi rigiro questa analisi di Andrea Catone, più che mai attuale. Ciao
Fausto

Il Tribunale, non rispetta diversi principi di legge assolutamente
fondamentali: la separazione dei poteri (esecutivo, legislativo e
giudiziario), parità fra accusa e difesa, presunzione di innocenza
finché non si giunge ad una condanna.

Il Tribunale Internazionale per i Crimini di Guerra è stato fondato
nel 1993 dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (15 membri
dominati dai grandi poteri e dal veto USA), su insistenza del
Senatore Albright. Il normale canale per creare un Tribunale come
questo, come a suo tempo ha puntualizzato il Segretario Generale
delle Nazioni Unite, avrebbe dovuto essere "attraverso un Trattato
Internazionale stabilito ed approvato dagli Stati Membri che
avrebbero permesso al Tribunale di esercitare in pieno nell'ambito
della loro sovranità" (Rapporto No X S/25704, sezione 18). Tuttavia,
Washington ha imposto un'interpretazione arbitraria del Cap.VII della
Carta delle Nazioni Unite, che consente al Consiglio di Sicurezza di
prendere "misure speciali" per restaurare la pace in sede
internazionale. Può essere la creazione di un Tribunale una "misura
speciale"? E' arduo pensarlo! Il Tribunale Internazionale per i
Crimini di Guerra è esso stesso non legale.

Senza precedenti nella storia della legge, il Tribunale ha avuto
pieni poteri di costituire le proprie leggi e i regolamenti -
regolamenti che nei fatti ha modificato frequentemente. Attraverso
una procedura totalmente ridicola, il Presidente può apportare
variazioni di sua propria iniziativa o ratificarle via fax ad altri
giudici! (regola 6).

Vi è un'altra norma creativa. Le leggi del Tribunale Internazionale
per i Crimini di Guerra hanno il carattere della retroattività,
emanate e confezionate per adattarsi ai fatti, dopo l'evento.

Ancora peggio: il Procuratore (l'Accusa) può anche cambiare queste
norme (la Difesa non lo può fare). E non esiste un "giudice per le
indagini preliminari" che investighi sulle accuse e le contro-accuse.
Il Procuratore conduce l'inchiesta nel modo che più gli aggrada.

La Corte può ricusare un avvocato della difesa o semplicemente non
ascoltarlo, se lo ritiene "aggressivo" (regola 46).

Il Procuratore può, con il consenso dei giudici, rifiutare di
concedere all'avvocato difensore di consultare libri, documenti, foto
e altro materiale probatorio (regola 66).

Inoltre, la fonte testimoniale e di informazioni può essere tenuta
segreta. Questo significa che agenti CIA possono riempire i dossier
del Tribunale con accuse raccolte illegalmente (attraverso
intercettazioni foniche, corruzione, furti) senza averle sottoposte
ad alcun tipo di verifica o di controllo incrociato.

Anche i rappresentanti di altri Stati (partecipanti nel conflitto, ma
alleati degli Stati Uniti) possono sottoporre informazioni
confidenziali senza alcuna formale richiesta in merito.

Un atto di accusa può rimanere segreto "nell'interesse della
giustizia" (regola 53), in modo tale che l'accusato non possa
difendersi nei modi normali.

Un sospetto, cioè qualcuno che non è ancora stato imputato, può
essere detenuto per novanta giorni prima di essere accusato, un tempo
più che sufficiente per estorcergli forzatamente una confessione.

Inoltre, la regola 92 stabilisce che le confessioni saranno ritenute
credibili, a meno che l'accusato possa provare il contrario. Mentre,
in qualsiasi altra parte del mondo, l'accusato è ritenuto innocente
fino a quando non sia provata la sua colpevolezza.

Nessun Tribunale nazionale, negli Stati Uniti o in qualsiasi altra
parte del mondo, potrebbe operare in una tale maniera platealmente
illegale o arbitraria. Ma quando questo serve a condannare i nemici
degli Stati Uniti d'America, allora i principi della legge non
valgono più di tanto. In accordo con i padroni del mondo, il diritto
appartiene ai più forti e ai più ricchi. [cfr. al proposito
Christopher Black e Edward Herman, Il manifesto del 27 e 28 maggio
2000; Raniero la Valle, Liberazione, 4.4.2001; Kosta Cavoski,
http://emperors-clothes.com/articles/cavoski; M. Collon,
http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/913).