Informazione

27 GENNAIO - GIORNATA DELLA MEMORIA

*** RESISTENZA ***
*** ANTIFASCISTA ***

Uno scatto d'orgoglio, di ribellione, di coerenza, di
giustizia.

Questo s'impone al popolo antifascista triestino nel giorno
della memoria, nel momento in cui tanti - troppi - si
adattano e avallano il clima culturale e politico
revisionista, pretendendo di andare a commemorare le
vittime del nazifascismo nella nostra città fianco a fianco
con chi mai ha rinnegato il fascismo e persegue il
revisionismo storico.

* Nessun silenzio *
Nessun silenzio può giustificare la presenza nel lager di
sterminio triestino dei rappresentanti dell'eredità storica
del nazifascismo.

* Vergogna *
Vergogna per chi legittima la presenza nella Risiera di S.
Sabba dei rappresentanti della continuità storica del
nazifascismo.

* Resistenza *
Resistenza vuol dire memoria, memoria antifascista e
antinazista.


INVITIAMO GLI ANTIFASCISTI A MANIFESTARE IL 27 GENNAIO 2002

*** FUORI DALLA RISIERA ***

PER TESTIMONIARE IL LORO RIFIUTO AL REVISIONISMO STORICO
E ALLA NEGAZIONE DELLA RESPONSABILITA' DEL FASCISMO ITALIANO
NELLA II° GUERRA MONDIALE, NELLE LEGGI RAZZIALI,
NELLA PERSECUZIONE POLITICA E SOCIALE.

*** NESSUNA CONTIGUITA' CON I RAPPRESENTANTI DEL
NEOFASCISMO REVISIONISTA ***

*** NESSUNA RICONCILIAZIONE NAZIONALISTA E PATRIOTTICA ***

*** ORA E SEMPRE RESISTENZA ***



IL POPOLO ANTIFASCISTA DI TRIESTE !

> http://www.diplomatiejudiciaire.com/Tpy/Milosevic17.htm

Entretien avec Jacques Vergès
«Le procès Milosevic est un rituel de diabolisation»

Il n?y a pas de dialogue possible avec ce tribunal, ce
tribunal est fait pour le condamner. Et sa condamnation est
faite pour justifier l?agression. Ces éléments de preuve,
on peut les apporter devant l?opinion.
C?est toute la stratégie des procès de rupture.

> http://www.diplomatiejudiciaire.com/Tpy/Milosevic17.htm

===*===

> http://www.workers.org/ww/2002/milosevic0124.php

'Judge is English, prosecutor is English ...'

Milosevic defies his NATO captors

By John Catalinotto

> http://www.workers.org/ww/2002/milosevic0124.php

===*===

SERBIA ON TRIAL - NATO GUILTY
The Trial Of Slobodan Milosevic
Public Meeting - Friday 1st Feb. 7pm

Featured Speakers:
Christopher Black: Canadian barrister, war crimes
expert and defence lawyer at International war
tribunal in Rwanda. He is also chair of the legal
panel for the International Committee for the Defence
of Slobodan Milosevic (ICDSM)
Misha Gavrilovic: of the British-Serbian Alliance is a
prominent broadcaster and member of the Serbian
Community in Britain. He has had over 800 media
appearances in the past decade relating to the
conflict in Yugoslavia.
The trial of Yugoslav Ex-President Slobodan Milosevic
is about to begin at NATO?s Tribunal in The Hague. For
twelve years, Mr Milosevic has been vilified and
accused of the most heinous acts in order to justify
NATO?s war policiesagainst his home country.

The Tribunal was established by the UN Security
Council, which had no mandate to do so. Its purpose
has been to justify NATO?s first military intervention
in its history and in advance delegitimise its prime
victims, the Serbian nation, by equating them with
Nazis. Mr. Milosevic, who was kidnapped against the
ruling of the Yugoslav Supreme Court, has been denied
his fundamental rights by this tribunal.
The War however has not stopped. NATO has now
unleashed war in Macedonia using its proxy forces of
the KLA terrorists.
Come to the meeting. Hear why Mr Milosevic?s record of
resistance to foreign aggression must be defended.
Hear and discuss key issues suppressed or avoided by
the mainline media in Nato countries like Britain.

Conway Hall - Red Lion Square, London W1 (Holborn)
Organised by the Committee to Defend Slobodan
Milosevic
CDSM, PO Box 19598, London E11 2XB Tel 07786 853565

CI MANCAVA SOLO BERLUSCONI

Il panorama dei media jugoslavi, successivamente ai fatti dell'autunno
2000 - l'assalto al Parlamento, la devastazione dell'ufficio elettorale
e delle sedi dei partiti della sinistra e dei sindacati - si e'
gravemente deteriorato. Timidi tentativi di mantenere in vita un
quotidiano della opposizione di centro-sinistra sono ripetutamente
falliti a causa delle gravi difficolta' economiche: nella Federazione
Jugoslava, oggi, chi non ha una lobby economica straniera alle spalle
non ha voce. Il pluralismo della informazione, prima garantito
dall'equilibrio di fatto tra i media filo-governativi e quelli di
opposizione finanziati in Occidente, e' oggi morto e sepolto, e tutto il
panorama e' occupato dalle destre liberiste o nazionaliste-monarchiche.
Come avvoltoi in attesa di avventarsi sul cadavere, compagnie straniere
si mettono oggi in coda per giovarsi della prossima svendita dei media
statali, in primo luogo le TV. Anche uomini di Berlusconi, insieme a
greci ed altri imprenditori, si sono messi in attesa del via libera
governativo alla svendita di YU-Info, il quarto canale televisivo della
Federazione.
L'unica incognita in tutto questo, come spiega il dispaccio della
Reuters che sotto riportiamo, e' la sopravvivenza stessa della
Federazione minacciata dal referendum secessionista in Montenegro, che
si terra' in primavera sotto l'egida degli USA e della mafia delle
sigarette (collusa con la mafia italiana). (I. Slavo)

> http://www.eKathimerini.com/news/content.asp?id=115184

ANT1 has an eye on Yugoslav TV station

BELGRADE (Reuters) - Yugoslavia's YU-info TV station
yesterday announced that Europe's RTL Group and other leading media
companies had expressed an interest in the government-owned
channel, which is expected to be sold this year.
"Quite a few foreign media have inquired about the station
including RTL, Bloomberg, Greece's Antenna TV, and some of Berlusconi's
people visited me and asked for data," YU-info's director
Zoran Predic told Reuters.
He was referring to Italian Prime Minister Silvio Berlusconi, whose
family controls Italy's largest commercial broadcaster Mediaset. "All
prospective buyers are at the level of inquiries, they visited, looked
around and are now on stand-by to see when the government will
decide to give the go-ahead," Predic said.
He added that the sale of the station was inevitable and would
certainly happen this year.
Yugoslavia's new leaders have been seeking to reform the country's
media sector following the downfall in 2000 of former Yugoslav
president Slobodan Milosevic, who frequently used state media for
propaganda purposes.
If YU-info was sold to a Western company, it would be one of the
first foreign investments in the Yugoslav media sector. YU-info is the
station with the widest Yugoslav coverage but it ranks only
fourth in terms of viewer numbers, Predic said.
The first step toward YU-info's privatization was taken when the
federal government this month decided to separate the channel
from other state media, which had formed a single company.
Yugoslav Information Secretary Slobodan Orlic told Reuters a
new broadcasting law would also need to be passed first before
the sale goes ahead.
"The adoption of the law can be expected in the next three
months and then an ownership transformation of YU-Info could be
launched very shortly after that," Orlic said. Orlic cautioned
however, that the privatization could be delayed until it becomes
clear what will happen with the federation, referring to plans
of the coastal republic of Montenegro to hold a referendum on
independence. "This (the privatization) could be completed relatively
quickly, but it is as much a legal as a political decision," Orlic said.

Il Museo di Storia Militare di Vienna sta ospitando una mostra dal
titolo "L'Austria ed il crollo della Jugoslavia", nella quale sono
esposti alcuni oggetti e materiali evocativi dei peggiori momenti della
propaganda occidentale a favore dello sfascio di quel paese.

La mostra, fortemente curata anche per le visite scolastiche, mira
esplicitamente ad avvalorare la tesi secondo cui non i secessionismi,
bensi' "il tentativo di impedire con le armi il disfacimento dello Stato
unitario" sarebbe alla base dei lutti e delle rovine nonche' del
disfacimento stesso (sic). Al contempo, la mostra non dedica nessuno
spazio, tra l'altro, agli effetti della guerra ecologica attuata dalla
NATO contro la popolazione civile nel 1999, alle conseguenze delle
sanzioni economiche, ai crimini della diplomazia occidentale.

Questa impostazione autoassolutoria e criminalizzante in particolare
verso una parte in conflitto (quella serba) riflette la attitudine
culturale prevalente in Austria e negli altri paesi ocidentali sulla
Jugoslavia, della quale e' segno anche il forte razzismo slavofobo ed
antiserbo evidenziato dal seguente dispaccio ANSA.

(a cura di I. Slavo)

===*===

http://www.ansa.it/balcani/fattidelgiorno/
20020119123973699/20020119123973699.shtml

AUSTRIA: ITALIANI PIU' SIMPATICI, ULTIMI I SERBI; SONDAGGIO

(ANSA) - VIENNA, 19 GEN - Gli italiani sono i piu' simpatici agli
austriaci, seguiti dai tedeschi, mentre i meno simpatici sono serbi,
romeni e bulgari. Lo affermna un sondaggio pubblicato oggi dal
quotidiano di Vienna ''Die presse''. La ricerca, condotta dall'istituto
Fessel-Gfk, secondo il giornale registra un epocale cambiamento nelle
opinioni degli austriaci, che ancora negli anni '60 erano
completamente di altro parere rispetto ai loro vicini meridionali.
Questo cambiamento, afferma Peter Ulram, che ha condotto la
ricerca, e' una conseguenza degli intensi contatti allacciati dalle
popolazioni dei due paesi. ''L'Italia non e' piu' il paese delle vacanze
al mare - ha detto al giornale - bensi' una 'way of life', nella quale
hanno un ruolo molto importante la gastronomia, la musica e
anche la Toscana''. Questi i risultati, pubblicati oggi da 'Die Presse':

Simpatia
Antipatia
Italia 76 8
Germania 75 13
Grecia 52 2
Svizzera 54 7
Ungheria 54 12
Spagna 46 4
Gran bretagna 38 6
Croazia 41 12
Olanda 32 4
Francia 41 15
Slovenia 37 11
Usa 25 7
Turchia 29 12
Belgio 23 9
Rep.Ceca 33 22
Slovacchia 21 16
Polonia 12 11
Russia 12 11
Bosnia 12 13
Bulgaria 8 12
Romania 8 13
Serbia 7 17.

STE 19/01/2002 12:39

===*===

Subject: 78 Tage NATOnalismus in
Jugoslawien - und noch kein bisschen leiser!
Date: Fri, 18 Jan 2002 15:30:37 +0100
From: joesb@...
Organization: JOeSB Aktuell
To: jugocoord@...




Jugoslawien war das einzige Land, das seinen
Weg alleine gehen wollte und sich westlicher
Integration und westlichen Koalitionen nicht
anzuschließen gedachte. Wie üblich wurde es
zum Schurkenstaat gestempelt, bevor modernste
konventionelle Vernichtungsmittel gegen die
BR Jugoslawien zum Einsatz kamen. Bilanz?
An die 3.000 jugoslawischen Zivilisten wurden
durch die Bombardierungen getötet und 248.000
Serben und Nicht-Albaner wurden vertrieben.
Der erste Tag der Bombardierung hat
72.086.625 Euro gekostet. Allein die
Zerstörung der petro-chemischen Industrie in
Pancevo hat 74.687.449 Euro gekostet.
Insgesamt betrugen die Kosten des Krieges in
Jugoslawien 350 Milliarden Dollar. In 78
Kriegstagen zerstörten die USA und die NATO
das Lebenswerk einer ganzen Generation: mehr
als ein Drittel des lndustriepotentials, 100
Brücken, unzählige soziale, medizinische,
Verkehrs-, Informations- und
Bildungseinrichtungen.
Von Reparationszahlungen ist nach wie vor
keine Rede. In den Kriegen der USA und der
NATO werden die neuesten Waffen und andere
Technologien zum Einsatz gebracht. Ihr Wesen
aber ist den vorausgegangenen
Weltordnungskriegen gleich: den Gegner bis
zur Kampf-und Handlungsunfähigkeit zu
schwächen, um über ihn das Diktat ausüben zu
können sowie die Kontrolle über Ressourcen
und Territorien zu erringen.


Die Veranstaltung der JÖSB "1999 - Bilanz
eines Krieges, der nie enden wird" ist eine
Rückblende in wirtschaftlicher, militärischer
und politischer Hinsicht.

WANN? Mittwoch, 23. Januar 2002 um 19 Uhr

WO? Vorstadtzentrum XV, Meiselstraße 46/4 in
1150 Wien

Und nun folgt eine Kritik zur akutellen
Großausstellung "Österreich und der Zerfall
Jugoslawiens" im "Heeresgeschichtlichen
Museum" in Wien.
Wir rufen alle dazu auf, aktiv zu werden und
Protestfaxe an das österreichische
Aussenministerium zu schicken, denn bewusstes
Verschweigen und der damit verbundenen
Falsifikation geschichlicher Tatsachen muss
der Boden unter den Füßen entzogen werden.

Was Du tun kannst:

* Unterstütze den untenstehenden Text und
teile uns dies mit
* Veröffentliche den Text in Deinem
Wirkungsbereich (Betrieb, Schule, Wohngebiet,
Verein etc.)
* Fordere von der österreichischen Regierung
(Bundeskanzleramt Dr. Wolfgang Schüssel,
Ballhausplatz 2, A-1014 WIEN, Mail:
wolfgang.schuessel@... ) sowie vom
Außenministerium (Bundesministerium für
auswärtige Angelegenheiten, Dr. Benita
Ferrero-Waldner, Ballhausplatz 2, A-1014
WIEN, Mail: minister.bmaa@... ) die
falschen oder ungenügenden Texte in der
Ausstellung richtig zu stellen
* Kontaktiere Dir bekannte politische
MandatarInnen und fordere diese zu Protesten
gegen diese Ausstellung auf
* Schreibe LeserInnenbriefe an Zeitungen
* Fordere eine ausführlichere Stellungnahme,
warum bereits widerlegte Propagandalügen
bewusst trotzdem Platz in der Ausstellung
finden

Presseabteilung Außenministerium
Tel.: 01 53 115 - 3262
Fax.: 01 53115 - 213
e-mail.: abti3@...

Diese kritischen Anmerkungen zur neuen
Ausstellung in Wien wurden uns
freundlicherweise von Kurt Köpruner,
Jugoslawienexperte und Erfolgsautor des
Buches: ?Reisen in das Land der Kriege?,zur
Veröffentlichung bereitgestellt.

Ziel der Ausstellung:
?Ziel der Ausstellung ist es, den gesamten
Zeitraum des Zerfalls des jugoslawischen
Gesamtstaates, von der
Unabhängigkeitserklärung Sloweniens bis zum
militärischen Eingreifen der NATO in
Makedonien, unter besonderer Berücksichtigung
des "österreichischen Aspekts" zu behandeln.
[...] Durch die optische Aufbereitung wird
sich der Besucher im Laufe der Ausstellung
der gesamten Problematik des Zerfalls und der
Entstehung der neuen Staaten, mit all ihren
positiven und negativen Begleiterscheinungen
und Folgen, zusehends bewusst werden, ohne
dabei die ?österreichischen Aspekte? aus den
Augen zu verlieren.? (Ausstellungsprospekt,
auch im Internet:
http://www.bmlv.gv.at/hgm/jugoslawien.html)

Zusammenfassende Feststellung: Dieser -
durchaus löblichen - Zielsetzung wird die
Ausstellung in keiner Weise gerecht.

Die ?österreichischen Aspekte? beschränken
sich auf einige nicht eben sehr
aussagekräftige Objekte, wie Grenzbalken oder
Schriftstücke zur Bundesheermobilisierung vom
Juni 1991. Die Einmischungspolitik des
neutralen (!) Österreich in die inneren
Angelegenheiten eines Nachbarstaates,
insbesondere die kriegstreiberischen
Aktivitäten des damaligen Außenministers Dr.
Alois Mock finden keine Erwähnung. Die
geschichtsschreiberische Behandlung ?der
gesamten Problematik? beschränkt sich in der
Ausstellung auf denkbar knapp gehaltene
Tafeltexte. Mit jeweils wenigen Sätzen werden
darauf die ?acht Kapitel? des Zerfalls
Jugoslawiens ?erklärt? - ein zwangsläufig
aussichtsloses Unterfangen, zumal nahezu
jeder dieser Sätze historisch problematisch
ist, zum Teil sogar schlicht falsch. Wer sich
an der Ausstellungskassa nach weiterführender
Lektüre erkundigt, wird freundlich darüber
aufgeklärt, dass es nichts Derartiges gäbe,
aber ?ohnehin alles Vorhandene ausgestellt?
sei. Offenbar setzen die Ausstellungsorganisatoren
beim Besucher ein diffuses
Vorwissen voraus, von dem sie annehmen, das
sie mit ein paar Brocken in Erinnerung rufen
können.Die jugoslawische
Vielvölker-Problematik kommt ebenso wenig zur
Sprache, wie die seit Jahrhunderten währende
kriegerische Einmischung von außen, die in
den neunziger Jahren eine dramatische
Fortsetzung gefunden hat.

Kostproben von Irreführendem und Merkwürdigem
auf Infotafeln, im Ausstellungsprospekt bzw.
im Internet:

Irreführend, falsch (1):
Die Gründe, die zum Zerfall Jugoslawiens
führten sowie die Resultate des Zerfalles
werden so dargestellt:
?Der Versuch, den Zerfall des Gesamtstaates
mittels Waffengewalt zu verhindern, führte
schlussendlich zu dessen endgültigem Zerfall
und forderte in den letzten zehn Jahren rund
300.000 Tote; über 2,5 Millionen Flüchtlinge
verließen das Land.?
(Internet, z. T. auch im
Ausstellungsprospekt.)
[Kommentar: Auch nicht umfassend korrekt,
aber richtiger wäre das Gegenteil: Der
Versuch, den Zerfall des Gesamtstaates
mittels Waffengewalt zu herbeizuführen,
führte ... ]


Fehlerhaftes Verwirrspiel (1):
?Am 3. Juni [1999] hat Belgrad dem G8 Plan
zugestimmt. Wenige Stunden zuvor hatte die
Nato ihre Luftangriffe ausgesetzt, da die
jugoslawische Armee bereits mit dem Rückzug
begonnen hatte.? (Infotafel Kosovo)
[Kommentar: Die Nato bombardierte bis zum
09.06.01, die jugoslawische Armee begann mit
dem Rückzug Zug um Zug mit der Einstellung
des Bombardements.]

Unsinn:
?Bereits während der Verhandlungen von
Rambouillet wurde deutlich, dass Belgrad
nicht bereit war, einem Verbleib der UCK im
Kosovo zuzustimmen.? (Infotafel Kosovo)
[Kommentar: Das wurde wohl schon etwas früher
deutlich.]

Seltsam:
?Bis Anfang Juli [1999] verließen rund 72.000
der 200.000 Serben den Kosovo.? (Infotafel
Kosovo)
[Kommentar: Eine Ausstellung Ende 2001 könnte
auch auf den Zeitraum nach Anfang Juli 1999
eingehen.]

Fehlerhaftes Verwirrspiel (2):
?Ab 1998 begann das gezielte Anwerben von
Soldaten, was die UCK von einer kleinen
Organisation auf eine bis zu 2.000 Mann
starke Armee anwachsen ließ, der sich laufend
weitere anschlossen.
Gemäß dem Demobilisierungsabkommen vom
21.06.99 lieferte die UCK den größten Teil
ihrer Waffen ab und wandelte sich in ein
ziviles Friedenskorps (KPC) um; lediglich 200
von 5.000 Mitglieder durften ihre Waffen
behalten (TMK).? (Infotafel Kosovo)
[Kommentar: Wie stark war sie denn nun, die
UCK? Wer hat denn später in Südserbien und in
Mazedonien attackiert und mit welchen Waffen
geschah dies?]

Irreführend, falsch (2):
?Erst die Vereinigung der bosnischen
paramilitärischen Verbände zu einer
eigenständigen Armee und das zaghafte
Einschreiten der Nato, allerdings erst nach
dem Angriff auf UN-Schutzzonen im Sommer 1995
(Srebrenica) verlangsamte den Vormarsch der
serbischen Verbände." (Infotafel Bosnien -
Herzegowina)
[Kommentar: Da ist so ziemlich jede Aussage
falsch.]

Merkwürdig (1):
?Im Sommer 1995 wurden die serbisch
kontrollierten Gebiete Kroatiens (Krajina,
Ostslawonien, und Baranja) während der
kroatischen Sommeroffensive zurückerobert.
120.000 Serben verließen Kroatien.?
(Infotafel Kroatien)
[Kommentar: Ein merkwürdige Beschreibung
dieser ethnischen Säuberungsaktionen - die
größten Einzelaktionen dieser Art während der
neunziger Jahre -die unter Mitwirkung und
Jubel des Westens ablief.]

Merkwürdig (2):
?Während es im Sommer zu den ersten kleineren
Gefechten kam, eskalierte die Situation im
Winter 1998/99 vollends; Massenvertreibungen
waren die Folge. Da trotz internationaler
Bemühungen keine Lösung erzielt werden
konnte, griffen NATO-Verbände ein und
bombardierten Ziele in Serbien und im
Kosovo.? (Ausstellungsprospekt).
[Kommentar: Die Eroberung von 40 % des Kosovo
im Sommer 1998 durch die UCK, die damals
300.000 Flüchtlinge waren demnach das
Resultat von ?kleineren Gefechten??]

Merkwürdig (3):
?The Serbs have created concentrations camps
within de industrial compounds for a great
number of detained Muslims and Croats. Some
of the largest camps were: Keraterm,
Trnopolje and Omarska.? (Ausstellungsobjekt
Kosovo)
[Kommentar: Die (für die Begründung der
Nato-Luftschläge letztlich entscheidenden)
Bezüge zu Auschwitz und KZ?s wollte man
offenbar nicht ganz aussparen, man vermied es
aber, sich mit den längst widerlegten
Behauptungen die Finger zu verbrennen: Die
entsprechenden Passagen sind einem
englischsprachigen (!) Plakat zu entnehmen.]

Merkwürdig (4):
Die ausgestellten Angriffswaffen und Minen
sind durchwegs jugoslawischer bzw. russischer
Herkunft; soweit Waffen anderer Staaten
ausgestellt sind, werden sie
merkwürdigerweise jeweils als ?Abwehrwaffen?
bezeichnet.


Vieles findet weder in Text noch
Ausstellungsobjekten Erwähnung. Beispiele:

Die Auswirkungen der Nato-Luftschläge auf
zivile Ziele, die Umweltproblematik (Bomben
auf Chemiefabriken, Urangeschoße).

Die trostlose ökonomische Lage aller
ex-jugoslawischen Republiken (ausgenommen
Slowenien) als Folge des Zerfalls
Jugoslawiens; das Fehlen jeder Perspektive
für die dort lebenden Menschen.

Die negativen Auswirkungen auf die
Nachbarstaaten, Rumänien, Bulgarien, Ungarn,
Griechenland.

Die völkerrechtliche Problematik (etwa:
Militäraktion ohne Zustimmung des
UN-Sicherheitsrates, frühzeitige Anerkennung
Kroatiens) und die Haltung, die Österreich
dabei eingenommen hat.

Fazit:
Die Aufarbeitung des fraglos wichtigen Themas
?Österreich und der Zerfall Jugoslawiens?
steht noch aus.




**************************************
Jugoslawisch Österreichische
Solidaritätsbewegung JÖSB
PF 217
A-1040 Wien
Tel&Fax: (+43 1) 924 31 61
joesb@...
http://www.vorstadtzentrum.net/joesb
**************************************