Informazione

Di Costanzo Preve si veda anche il testo:
"Prove generali di nazismo umanitario"
> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/370


------- Forwarded message follows -------
Date sent: Thu, 03 Jan 2002 16:55:32 +0100
From: Kelebek
Subject: Il Bombardamento Etico

http://www.kelebekler.com/occ/preve.htm

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Costanzo Preve. Il Bombardamento Etico: Saggio sull'Interventismo
Umanitario, sull'Embargo Terapeutico e sulla Menzogna Evidente.
ISBN 88-87296-77-4

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Mentre preparo l'html di questa recensione, l'occhio mi cade su un
titolo del quotidiano, *Corriere del Ticino* (20 dicembre 2001).
In sostanza, dice che gli Stati Uniti, padroni incontrastati dei
cieli, si stanno preparando a usare di nuovo la bomba atomica per
annientare i loro oppositori persino sottoterra. Il titolista
svizzero riesce a ricavarne invece una bomba *antiatomica*: "Una
miniatomica contro il terrorismo: la bomba capace di distruggere
armi di distruzione di massa a grande profondità". Ecco, in una
parola sola, cosa è la "Menzogna Evidente" che compare nel titolo
del libro di Costanzo Preve.

Costanzo Preve insegna filosofia a Torino ed è un profondo
conoscitore del mondo balcanico, greco e ottomano. Con questo libro,
scorrevole e soprattutto originale, ci regala alcuni spunti decisivi
per capire la Guerra del Bene contro il Male, la manipolazione
retorica e il mondo post-occidentale.

Lasciamo perdere le ovvie differenze di idee? ma fa tristezza trovare
il confuso delirio di Oriana Fallaci, pieno di clamorosi errori,
in tutte le librerie; mentre difficilmente troverete il testo di
Costanzo Preve, scritto molto meglio e da un autore che pensa prima
di aprire bocca.
Comunque se il vostro libraio dovesse rivolgervi uno sguardo perplesso
quando chiedete il libro, ecco tutte le coordinate per farglielo
ordinare:

Editrice C.R.T. via S. Pietro, 36 - 51100 Pistoia tel. 0573 - 976124
fax 0573 - 366725

Potete ordinare il libro contrassegno andando direttamente sul sito
della casa editrice http://www.editricecrt.it/ (non vi preoccupate se
non lo hanno ancora messo in catalogo, il libro c'è).

La recensione che segue è stata scritta da Roberto Giammanco, docente
di scienze sociali in varie università statunitensi, curatore in
passato di documentari per la RAI e autore di fondamentali saggi sulla
cultura americana.

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Roberto Giammanco

2 gennaio 2002

Com'è noto, l'ossimoro è la tipica figura retorica dell'ambiguità
rassicurante. Prolifera in epoche di conformismo e repressione, in
società in cui il dominio ha i mezzi per incoraggiare "la voglia di
non sapere", magari facendola passare per una delle più lodevoli
virtù. La voglia di non sapere è la versione soft della truce
prescrizione Charitas omnia credit.

La cultura della Controriforma fu un vero e proprio florilegio di
ossimori, il florilegio dell'ambiguità e della paura di prender
partito.

I quattro ossimori qui considerati sono gli slogan del potere di
definizione degli Stati Uniti tradotti in bombe, nel controllo
planetario dei media e in un doppio standard di valutazione dei
propri morti e di quelli del nemico, delle azioni terroristiche
e di quelle, continuative e assai più quantitativamente criminose
che l'Impero commette per combattere il terrorismo e cercare di
annientarlo.

O, si dice, "per curarlo". Undici anni di embargo, centinaia di
migliaia di morti, specialmente bambini, un'intera regione
contaminata dall'uranio impoverito, non sono bastati per curare
gli irakeni dal loro inguaribile "saddamismo", o se si preferisce,
"hitlerismo"? Il rimedio è pronto da tempo. George W. Bush Jr. si
appresta a ordire un secondo bombardamento di maggior significato
"etico". "Non fu sì forte il padre?."

Debellare superbos (e magari "perdonare" chi si sottometteva
incondizionatamente) era il motto della secolare autoreferenzialità di
Roma: definiva i suoi "nemici" e mandava le legioni ad annientarli.

"Oggi essere Roma - scrive Richard Gwyn - è assai di più che avere il
potere e i missili, invece dei gladi e delle lance. È una questione di
autopercezione? è sapere che sei Roma e che non t'interessa cosa
pensano tutti gli altri né avere la benché minima preoccupazione per
loro. Essere Roma vuol dire prendere a calci chiunque, ovunque, senza
scusarsi, senza dubbi e, all'occasione, senza spiegare niente a
nessuno."

Essere Roma vuol dire imporre la globalizzazione, termine che, come
dice Preve, "non descrive uno stato di fatto, ma prescrive uno stato
cui conformarsi coattivamente". Qual è la chiave del potere imperiale
autoreferente, oltre all'"onnipotenza" delle sue armi di distruzione a
distanza?

È la capacità d'imporre a tutti i livelli di azione e comunicazione,
su scala planetaria, il criterio del trattamento differenziato (il
double standard da decenni assunto da Noam Chomsky a criterio per
smascherare la politica estera degli Stati Uniti).

I "modelli" dell'autoreferenza imperiale sono Auschwitz e Hiroshima.
Auschwitz è entrato nella percezione collettiva come il frutto
dell'Ideologia demoniaca del nazismo, il genocidio "giudeocentrico"
per eccellenza, non paragonabile a nessun altro, il Male assoluto.
La colpa assoluta per cui tutti chiedono, invano, perdono.

Auschwitz fu consumato a terra, in un periodo di tempo relativamente
lungo, da aguzzini numerosi che si servivano di strutture tradizionali,
visibili: linee ferroviarie, vagoni piombati, filo spinato, forni ecc.

Hiroshima fu tutt'altra cosa. Fu il trionfo di una tecnologia
superiore, neutra, anonima, affidabile, onnipotente e, soprattutto,
senza coinvolgimenti diretti. Cenere, non lacrime e sangue.

Fu subito interiorizzata la menzogna fondante: le bombe atomiche di
Hiroshima e Nagasaki avevano "posto fine alla guerra", salvando "tante
vite americane", si trattò di un'azione di guerra, condotta dall'aria,
in un minimo arco di tempo, un rendez-vous tecnologico senza
responsabilità soggettive né ideologiche e quindi senza nessun
obbligo "morale" di chiederne perdono.

Corollario. Se Auschwitz, almeno in quella forma, non si ripeterà più,
di Hiroshime, dopo il 1945, ne abbiamo viste tante e c'è da aspettarsi
che, in futuro, ce ne saranno anche di più.

L'assuefazione collettiva all'astratto incenerimento di esseri umani
che non hanno diritto ad avere né nome né volto è garantita dall'uso
spettacolare di questi ossimori.

Tutte le connessioni che garantiscono le definizioni e gli
incenerimenti anonimi imposti dal dominio globale fanno capolino,
aggrovigliate, dietro questi ossimori che, come scrive Costanzo Preve,
"comunicano al lettore/spettatore una sorta di gradevole torpore dei
sensi e dello spirito, un torpore in cui annegano progressivamente
insieme sia la consapevolezza teorica sia la coscienza morale".

Per chi non vuol lasciarsi sopraffare da quel torpore Il Bombardamento
Etico è la lettura adatta.


--- End forwarded message ---

C'E' UN ABITO PER OGNI OCCASIONE
NEL GUARDAROBA DEL PROF. PREZZEMOLO

Ci segnalano che su "Repubblica" di circa un mese fa Predrag Matvejevic
in una ennesima intervista dichiarava di essere: "serbo di origine,
cattolico per fede, italiano per adozione, croato per nascita, jugoslavo
per determinazione e senso di appartenenza".

In altre interviste Prezzemolo risultava pure ex-jugoslavo,
erzeg-bosniaco e mitteleuropeo; in base a ricerche biografiche avrebbe
inoltre radici russe.

(Sul prof. Prezzemolo si veda pure:
http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1462)

RUGOVA CHIEDE IL RICONOSCIMENTO DELLA INDIPENDENZA
DEL KOSOVO, HAEKKERUP SCAPPA A GAMBE LEVATE

===*===

Rugova chiede il riconoscimento formale

Pristina, 31/12/2001. Il candidato unico alla "Presidenza" della
provincia serba di Kosovo e Metohija Ibrahim Rugova ha chiesto agli USA
ed alla UE il riconoscimento formale della indipendenza del Kosovo,
secondo quanto ha comunicato domenica [30/12] "Radio France
International". Il leader del principale partito albanese LDK ha
affermato in un messaggio di fine anno che il partito si impegnera'
assiduamente per il riconoscimento formale della provincia. Rugova ha
aggiunto che questo dovrebbe contribuire alla stabilita' di tutta la
regione [sic].

Fonte: Tanjug / Amselfeld.com

+++ Rugova verlangt formale Anerkennung +++
PRISTINA, 31. Dezember 2001. Der einzige Kandidat für
das "Präsidendetnamt" in der südserbischen Provinz Kosovo und Metochien
Ibrahim Rugova hat von den USA und der Europäischen Union eine formale
Anerkennung eines unabhängigen Kosovo gefordert, meldete am Sonntag der
Sender "Radio France International". Der Vorsitzende der grössten
albanischen Partei sagte in einer Neujahrsbotschaft, die LDK werde
intensiv an einer internationalen Anerkennung der Provinz arbeiten.
Rugova fügte hinzu, dass dies zu einer Stabilisierung der gesamten
Region beitragen würde.
TANJUG / AMSELFELD.COM

===*===

> http://www.ansa.it/balcani/kosovo/20011228192632089622.html

KOSOVO: DIMISSIONI HAEKKERUP, PER MOTIVI FAMIGLIARI (2)

(ANSA) - PRISTINA, 28 DIC - Haekkerup si e' detto soddisfatto del
lavoro svolto e dei risultati ottenuti negli undici mesi di permanenza
a capo dell'amministrazione del Kosovo. In un comunicato diffuso oggi
pomeriggio a Pristina, con il quale ha annunciato le sue dimissioni,
Haekkerup ha sottolineato di aver ''raggiunto obiettivi maggiori di
quelli che si immaginava''. Di particolare importanza, secondo
Haekkerup, e' stata l'approvazione nella primavera scorsa, della
cornice costituzionale che ha stabilito le regole del funzionamento
delle istituzioni del Kosovo. Haekkerup ha anche citato il
miglioramento dei rapporti ed il nuovo clima con Belgrado. Per questo
egli era stato piu' volte attaccato dagli albanesi che rappresentano la
maggioranza (il 90 per cento) nella provincia. Poco prima delle
elezioni legislative di novembre l'amministratore Onu aveva siglato un
documento congiunto con Belgrado assicurandosi cosi la partecipazione
dei serbi alle elezioni. Anche la regolarita' nello svolgimento delle
votazioni di novembre e' stata considerata da Haekkerup quale un evento
di massima importanza per il futuro della provincia. L'amministratore
dell'Onu ha ricordato inoltre le ''precondizioni create per combattere
il terrorismo anche in Kosovo''. Ex ministro danese della difesa
Haekkerup aveva assunto l'incarico di capo della missione Onu nel
gennaio 2000 subentrando al francese Bernard Kouchner. Ieri pomeriggio
aveva comunicato le sue dimissioni ai leader politici del Kosovo,
mentre oggi prima della sua partenza per Vienna, poco dopo le 13, ha
salutato i suoi piu' stretti collaboratori. Anche il segretario
generale dell'Onu Kofi Annan, con un comunicato emesso a New York e
reso noto a Pristina, si e' detto dispiaciuto delle dimissioni.
Haekkerup ha detto di volersi ritirare per avere piu' tempo da dedicare
alla famiglia. Sposato e padre di quattro figli, fra pochi mesi ne
avra' un altro. (ANSA) COR
28/12/2001 19:26

===*===

Il governo Djindjic finanzia i terroristi dell'UCK

Presevo, 30/12/2001. Nazer Asemi, capo della amministrazione locale
di Presevo, citta' della Serbia meridionale abitata in maggioranza da
schipetari, ha detto oggi alla Deutsche Welle che ormai anche i noti
terroristi dell'UCK vengono assunti nella "polizia multietnica"
finanziata dal regime serbo. Dopo l'inizio della collaborazione tra la
amministrazione locale, controllata dai terroristi dell'UCK , e l'OSCE,
il governo filooccidentale di Djindjic ha acconsentito ad includere
anche i criminali tra le fila della "polizia multietnica" in Serbia
meridionale.
L'inviato speciale del governo serbo per la Serbia meridionale Nebojsa
Covic, alle lamentele dei serbi di questa regione per la violenza dei
leader dell'UCK, che qui si muovono liberamente e seminano terrore, ha
risposto con le seguenti parole: "Noi daremo a questi concittadini
ancora una possibilita' di parlare con noi, eventualmente, in caso non
abbiano troppo da fare." Egli si riferiva al capo amnistiato dell'UCK,
Sefcet Musliju, che e' responsabile della morte di dozzine di civili e
poliziotti, ed ai suoi cecchini, che hanno organizzato una vero e
proprio regno del terrore nei comuni di Bujanovac, Medvedja e
Presevo.
Dalla introduzione della amnistia a favore dei terroristi dell'UCK, da
parte del governo Djindjic, molte centinaia di famiglie serbe di questa
regione hanno venduto i loro beni e sono scappate verso la Serbia
centrale per sfuggire al terrore panalbanese.

Fonte: STIMME KOSOVOS / AMSELFELD.COM

+++ Djindjic-Regierung bezahlt UCK-Terroristen +++
PRESEVO, 30. Dezember 2001. Chef der Stadtverwaltung der
mehrheitlich von ethnischen Albanern bewohnten südserbischen
Stadt Presevo Naser Azemi sagte heute gegenüber Deutsche Welle,
daß nun auch die bekannten UCK-Terroristen in die "multiethnische
Polizei", die von der Regierung Serbiens finanziert wird,
aufgenommen werden. Nachdem die von der UCK-Terroristen
kontrollierte Lokalverwaltung und OSZE eine gemeinsame "Aktion"
unternommen hatten, stimmte die prowestliche Djindjic-Regierung
auch der Aufnahme der Schwerstverbrecher in die Reihen der
"multiethnischen Polizei" für Südserbien.
Sondergesandter der Djindjic-Regierung für Südserbien Nebojsa
Covic reagierte auf die Beschwerden der Serben aus dieser Region
auf die Gewalt der UCK-Führer, die sich in dieser Region frei
bewegen und die Serben terrorisieren, mit folgenden Worten: "Wir
werden diesen Mitbürgern noch eine Chance geben, eventuell mit
uns zu reden, falls sie nicht zu beschäftigt sind". Damit meinte
er den amnestierten UCK-Chef Sefcet Musliju, der für den Tod von
mehreren dutzend Zivilisten und Polizisten verantwortlich ist und
seine Freischärler, die eine regelrechte Terrorherrschaft in den
südserbischen Gemeinden Bujanovac, Medvedja und Presevo
organisiert haben.
Seit der Amnestie der UCK-Terroristen durch die
Djindjic-Regierung verkauften mehrere hundert serbische Familien
in dieser Region ihr Hab und Gut und flohen vor dem albanischen
Terror nach Zentralserbien.
STIMME KOSOVOS / AMSELFELD.COM

===*===

Il capo della KFOR:
del ritorno dell'esercito "non se ne parla proprio"

Pristina, 30/12/2001. Il capo delle truppe KFOR, a guida NATO, nella
provincia serba di Kosovo e Metohija, Marcel Valentin, ha detto ieri
che "non si puo' parlare" di un ritorno dell'Esercito jugoslavo in
questa parte della Jugoslavia. All'agenzia di stampa belgradese TANJUG
egli ha dichiarato che "non c'e' spazio per due eserciti in Kosovo", e
fintantoche' li' c'e' la KFOR, l'Esercito jugoslavo non puo' rientrare.
Il ritorno dell'esercito jugoslavo e' previsto dalla Risoluzione del
Consiglio di Sicurezza dell'ONU numero 1244.

Fonti: Tanjug, Amselfeld.com

+++ KFOR-Chef: "Keine Rede" von Rückkehr der Armee +++
PRISTINA, 30. Dezember 2001. Chef der NATO-geführten KFOR-Truppe
in der südserbischen Provinz Kosovo und Metochien Marcel Valentin
sagte gestern, daß von einer Rückkehr der jugoslawischen Armee in
diesen Teil Jugoslawiens "keine Rede sein" könne. "Es gibt keinen
Raum für zwei Armeen in Kosovo" und solange die KFOR da ist,
dürfe die jugoslawische Armee nicht zurückkehren, sagte er
gegenüber der Belgrader Nachrichtenagentur TANJUG. Die Rückkehr
der jugoslawischen Armee ist durch die Resolution Nr. 1244 des
UN-Sicherheitsrates vorgesehen.
TANJUG / AMSELFELD.COM

===*===

Le surreali notizie sul Kosovo presenti sul sito dell'ANSA:

> http://www.ansa.it/balcani/kosovo/kosovo.shtml

28-12-2001 19:38
KOSOVO: TREMILA DOCUMENTI FALSI SEQUESTRATI NEL 2001

28-12-2001 19:26
KOSOVO: DIMISSIONI HAEKKERUP, PER MOTIVI FAMIGLIARI (2)

28-12-2001 14:13
KOSOVO: SI E' DIMESSO CAPO MISSIONE ONU

27-12-2001 21:40
KOSOVO: RIDOTTA ZONA SICUREZZA INTERDETTA A FORZE JUGOSLAVIA

27-12-2001 20:51
KOSOVO: VITTIME SERBE CHIEDONO DANNI A GERMANIA, GIORNALE

27-12-2001 13:14
KOSOVO: BOSNIACO UCCISO NELLA ZONA SUD DI MITROVICA

17-12-2001 22:37
KOSOVO: KFOR, SOLDATO GB MORTO PER COLPO ARMA DA FUOCO

15-12-2001 12:08
TERRORISMO: KOSOVO, ARRESTATI DALLA KFOR TRE MEDIORIENTALI

13-12-2001 14:02
KOSOVO: ELEZIONI PRESIDENTE, RUGOVA FALLISCE PRIMO SCRUTINIO

11-12-2001 11:19
KOSOVO: ATTENTATO DOPO RIUNIONE PARLAMENTO, DUE MORTI

10-12-2001 18:43
KOSOVO: NASCE SPACCATO IL PRIMO PARLAMENTO MULTIETNICO

10-12-2001 18:22
KOSOVO: APRE IL PARLAMENTO, CHI COMANDA E CON QUALI POTERI

10-12-2001 12:42
KOSOVO: SERBI E ALBANESI APRONO PARLAMENTO, SUBITO POLEMICHE(2)

10-12-2001 12:40
KOSOVO: SERBI E ALBANESI APRONO PARLAMENTO, SUBITO POLEMICHE

07-12-2001 22:17
KOSOVO: RILASCIATO PRINCIPALE PRIGIONIERO POLITICO ALBANESE

07-12-2001 00:43
KOSOVO: LETTERA AVVELENATA ARRIVATA ALL'ONU

06-12-2001 17:47
KOSOVO: IMPIEGATI ONU INTOSSICATI DA SOSTANZA IN POSTA

04-12-2001 18:31
KOSOVO: DEPUTATI SERBI E ALBANESI SI INCONTRANO DOPO 12 ANNI

(si noti la assenza delle dichiarazioni di Rugova sulla indipendenza,
e la ultima notizia, falsa e tendenziosa, sulla presunta inesistenza
di un parlamento multietnico nella provincia negli ultimi 12 anni)

Avv. Pasquale Vilardo

Diritto e societa'
LA GUERRA ALLA REPUBBLICA DI JUGOSLAVIA E' STATA ILLEGALE

da "La Voce del G.a.ma.di.", dicembre 2001



L'8 ottobre 2001 la Sesta Sezione Penale della Corte di
Cassazione ha depositato la sentenza n.96274/01 con la
quale rigetta il ricorso avverso il decreto di archiviazione
del Tribunale dei Ministri di Roma del 26/10/1999 nei confronti
di Massimo D'Alema quale Presidente del Consiglio denunciato
per avere posto in essere una guerra illegale (1).

Il rigetto avviene per motivi meramente formali, in quanto
non si ritiene che i denuncianti - diverse centinaia,
tra cui vari parlamentari - avessero diritto di essere
informati della richiesta di archiviazione del Procuratore
della Repubblica di Roma in data 1/7/1999 per potere cosi'
presentare memoria di opposizione.

Ma nella sostanza giuridica in realta' le denunce
presentate dinanzi a ben 14 Procure della Repubblica
subito dopo l'inizio dei bombardamenti del marzo 1999
trovano piena legittimazione da parte dei massimi organi
dell'Autorita' Giudiziaria interessati: il Collegio
per i reati ministeriali presso il Tribunale di Roma, la
Procura Generale presso la Corte di Cassazione, la
Corte di Cassazione stessa. Infatti il presupposto
giuridico per cui il Procuratore della Repubblica di
Roma dott. Vecchione il 1/7/1999 le ritenne manifestamente
infondate e' che (cosi' scrive testualmente):

"I fatti oggetto di doglianza presentano connotati che
non possono essere ricondotti alla giurisdizione della
magistratura ordinaria: essi, infatti, sono riferibili
a interessi politici a interessi politici essenziali
dello Stato e a scelte di valenza squisitamente
costituzionale eseguite per effetto di impegni assunti
nell'ambito di organismi internazionali (sicche' l'A.G.O.
verrebbe a compiere valutazioni sui contenuti di impegni
e obblighi conseguenti a trattati internazionali; cosi'
travalicando, paradossalmente, addirittura il principio
di sovranita')."

Il collegio per i reati ministeriali invece disattende
questo assunto della Procura romana ed afferma in
positivo la giurisdizione della magistratura italiana
che e' pienamente legittimata a valutare se il governo
D'Alema ha violato le leggi sulla guerra ed eventualmente
a processarlo. Su questa linea si muovono anche la Procura
Generale e la Corte di Cassazione; dunque e' stato
legittimo denunciare il governo e chiedere alla
Autorita' Giudiziaria un conseguente processo.

Il Tribunale dei Ministri pero' - dopo questa
importante affermazione di principio - ritiene che
l'Art. 78 della Costituzione non sia stato violato
in quanto (cosi' scrive testualmente):

"Risulta dal tenore di alcune delle denunce depositate
e dai documenti ad esse allegati che il Presidente del
Consiglio pro tempore ha sottoposto al preventivo
controllo del Parlamento (a mezzo di pubblico dibattito,
concluso con rituali dichiarazioni di voto) la
deliberazione dell'intervento in Kosovo."

Il che, francamente, non risulta da nessuna parte:
ne' dalla denuncia dei giuristi di Rifondazione, ne'
nei resoconti parlamentari (attentamente letti da
un magistrato di provata serieta'), ne' dalle cronache
dei giornalisti, ne' dalle testimonianze di numerosi
parlamentari: non soltanto i "nostri" parlamentari
(per tutti: Nichi Vendola, che su Liberazione del
30/12/1999 scrive un pezzo in proposito), ma anche
quelli della maggioranza governativa (lo stesso
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio On.
Minniti, secondo un articolo del "Corriere della Sera"
del 30/6/1999) e persino del centro-destra (il
senatore Milio, ad esempio).

Questo a tacere delle recenti ed esplicite
ammissioni dello stesso D'Alema e di esponenti DS
che addirittura riferiscono che il governo D'Alema
venne messo in piedi nell'ottobre 1998 per...
fare la guerra (2)! Con tanti saluti per i pretesti
della NATO e per i diritti delle Camere.

La revoca del decreto di archiviazione

Vi sono tutti i presupposti, dunque - non solo di
verita' storica, o etnici, ma propriamente tecnico-
giuridici - perche' il decreto di archiviazione del
Tribunale dei Ministri emesso il 26/10/1999 venga
revocato e perche' l'Autorita' Giudiziaria accetti
finalmente che la guerra intrapresa nel marzo 1999
e' avvenuta in spregio ai principi fondamentali del
nostro ordinamento giuridico, e quindi in condizioni
di illegalita'.

La condizione per cui il Procuratore della Repubblica
di Roma puo' richiedere la revoca e' la sopravvenienza
di nuove prove: e qui ce ne sono a iosa, basti
pensare alle ammissioni di D'Alema e di esponenti DS.
Inoltre vi e' l'esigenza ormai ineluttabile che
l'Autorita' Giudiziaria si pronunci senza ambiguita'
nell'indicare quali sono i principi e le procedure da
osservare nel caso di guerra.

Ben lungi dall'essere stato un'eccezione, l'intervento
militare contro la Repubblica Federale di Jugoslavia
ha aggravato tutti i problemi dei Balcani e la
disinvoltura legale del governo D'Alema si presta a
diventare un precedente pericoloso nello scenario
di nuove guerre in cui il mondo intero e il nostro
paese sono ormai immersi.

Le modalita' stesse per fare la guerra si aggravano
continuamente: gia' la vicenda disumana dell'uranio
impoverito diviene una bazzecola a fronte di chi
farnetica ormai sull'uso di armi atomiche.

Il vasto movimento di giuristi contro l'illegalita'
della guerra deve dunque mobilitarsi ancora perche'
gli strumenti legali ci sono, a cominciare da quelli
consentiti dal nostro ordinamento, e poiche' -
come abbiamo visto - vi sono organi giudiziari che
non hanno interpretato il loro ruolo istituzionale
con il necessario rigore giuridico occorre anche
una mobilitazione politica che sappia richiamare
questi organi al loro dovere.

La magistratura ordinaria puo' fare davvero molto
sia nel valutare la legittimita' della guerra,
sia per valutare i singoli aspetti, come ad esempio
la vicenda dell'uranio impoverito. Ma occorre
sottrarla all'influenza nefasta dei poteri forti e
ricordarle che principi-cardine del nostro
ordinamento sono l'uguaglianza dei cittadini
dinanzi alla legge e l'obbligo dell'azione penale.

Poteri forti anche di livello internazionale, se e'
vero che chi vuole le guerre e' poi lo stesso che
sinora ha impedito l'entrata in vigore della Corte
Penale Internazionale, il cui statuto e' stato
adottato dalla Conferenza Diplomatica dell'ONU di
Roma sin dal 17/7/1998.




(1) Per il testo della sentenza della Corte di
Cassazione si veda:
http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1389

(2) Cfr. "La vigilia della guerra" di D. Gallo
su http://www.lernesto.it/5-00/Gallo-5.htm oppure su
http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/823 .
La tesi e' confermata anche da lettere di Francesco Cossiga
ai giornali, si veda ad esempio:
http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1067