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Subject: addestrati in Scozia i guerriglieri di bin Laden
From: Alessandro Marescotti <a.marescotti@...>
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Chi ha addestrato i guerriglieri di Bin Laden?

Se una bordata di "missili intelligenti" dovessero dirigersi - obbedendo
a criteri puramente logico-matematici - verso i primi campi di
addestramento dei guerriglieri di bin Laden quei missili dovrebbero
colpire due campi scozzesi, rispettivamente nei pressi di Criffel, nel
Dumfries e nella remota penisola di Applecross nella Scozia occidentale.
La fonte di queste informazioni � "Il Giornale" del 17/9/01 nel quale la
corrispondente Erica Orsini da Londra annota: "Soldati impeccabili, con
un debole per i western di John Wayne. Cos� erano i mujaheddin,
l'"esercito" segreto di Osama Bin Laden, che fu addestrato ad uccidere
nei campi militari britannici, tra le colline ricoperte d'erica della
selvaggia Scozia. A rivelarlo ieri, in un'intervista pubblicata sul
quotidiano 'Sunday Mail' � stato proprio uno degli "insegnanti" dei
guerriglieri afghani che negli anni Ottanta combatterono i russi
supportati dagli americani e dagli inglesi. Ken Connor, eroe dei corpi
speciali inglesi fu incaricato di organizzare i vari campi di
addestramento e per farlo senza il coinvolgimento dell'esercito
nazionale dovette perfino rassegnare le dimissioni da quest'ultimo".

In buona sostanza se negli anni Ottanta il Cremlino avesse adottato gli
stessi criteri di ritorsione annunciati ora da Bush per colpire gli
"stati canaglia" che hanno protetto e addestrato gli uomini di Bin
Laden, la Gran Bretagna sarebbe stata la prima vittima di una ritorsione
militare sovietica.

Ma vediamo cos'altro ha rivelato Ken Connor al Sunday Mail: "Gran parte
dell'infinita ricchezza dei Bin Laden - afferma - � stata costituita da
finanziamenti della Cia stanziati per la costituzione di un governo
"amico" afghano che combattesse la guerra per conto degli Stati Uniti".

Quindi l'altro "stato canaglia" da colpire, sempre se il Cremlino avesse
adottato gli stessi criteri di ritorsione militare annunciati da Bush,
sarebbe stato quello che oggi vuole infliggere la punizione esemplare a
Bin Laden: gli Stati Uniti.

"Oggi il presidente Bush - osserva Ken Connor - forse si star� chiedendo
quanto � costato veramente all'America l'addestramento dei futuri
soldati di Bin Laden".

I guerriglieri di Bin Laden vennero addestrati molto bene. "Alcuni di
loro furono addestrati anche alla guida di elicotteri e all'attacco dei
campi d'aviazione".

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GLI ARABI ALLA PROVA DELLA "GIUSTIZIA INFINITA"

FULVIO GRIMALDI PER L'ERNESTO


Beirut

L'aria che tira da queste parti � assai meno tempestosa di
quella che ha soffiato sugli occidentali sotto forma di
delirio bellico. Beirut � l'osservatorio ideale sul Medio
Oriente, anche perch� qui tutte le tendenze politiche della
regione sono rappresentate da altrettanti giornali e
partiti, dal Baath ai comunisti, dagli integralisti sauditi
agli hezbollah, da Fatah alla destra israeliana (che ha il
suo equivalente nella Falange libanese), dai marxisti
palestinesi ai nasseriani e ai reazionari filoamericani o
filofrancesi. Ed � in questo arcipelago, che, in un paese
di non si sa quanti abitanti (ultimo censimento nel 1933,
dopodich� lo si � accuratamente evitato per non
scombussolare i delicatissimi equilibri etnici e tribali),
riassume la complessit� del mondo mediorientale, dove si
registrano con precisione omogeneit� e divergenze nelle
reazioni agli attentati e al successivo scatenarsi della
"crociata" statunitense.
Gi�, la "crociata". Uno spettacolare autogol di Bush lo
Scarso che qui, rievocando aggressioni e massacri storici
profondamente incastrati nella memoria collettiva, hanno
provocato notevole indignazione, minando alla base
quell'adesione all'"Alleanza" antiterrorista che, del
resto, per molti governi dell'area � stata un esercizio di
puro principio, perlopi� corredato dal corollario che per
terrorismo qui s'intende e si conosce su tutti il
terrorismo israeliano.

La compostezza, quasi freddezza con le quali il mondo arabo
ha risposto al nevrotico allarmismo occidentale, hanno il
segno di due consapevolezze. Freddezza mantenuta anche
quando Powell intimava ai sostenitori degli hezbollah Siria
e Libano di liberarsi dei "terroristi" pena l'inclusione
nella lista nera degli stati sterminandi, o quando
l'ambasciatore USA a Beirut � arrivato a pretendere la
consegna dei dirigenti hezbollah Fadlallah e Nasrallah e
dei loro vice, o ancora quando la CIA ha finalmente
estratto dal cilindro l'Iraq quale obiettivo vero del
senile impazzimento militaresco di un paese che sente sul
collo il fiato dell'inizio della crisi finale.
La prima consapevolezza, scaturita dall'aver vissuto sulla
propria pelle ogni genere di nefandezza terroristica
occidentale, dalla conquista colonialista alle guerre di
liberazione, dalle aggressioni israeliane alla guerra
civile in Libano innescata dagli ascari libanesi di USA,
Vaticano e Israele, dalle stragi sioniste in Palestina e
fuori fino a Sabra e Shatila e ai massacri di palestinesi
oggi, definite "violenze nei territori".
La seconda � il risultato di una capacit� di analisi di
politici e osservatori arabi che sfugge del tutto alla
maggioranza degli "esperti" o dei media occidentali, vuoi
per malafede, vuoi per stereotipi politico-culturali di
antica e sempre rinnovata potenza che ottundono qualsiasi
serenit� di giudizio. Vale per gli arabi quello che vale
per gli slavi, per cui a ogni Saddam (un tempo erano i
Nasser, i Gheddafi, i Ben Bella) corrisponde un Milosevic,
o un qualsiasi altro difensore della sovranit� e
dell'identit� nazionali contro il neocolonialismo
imperialista guidato dagli anglosassoni.

E' un'analisi che, senza paraocchi occidentocentrici, per i
quali la civilt� sta solo da una parte, spoglia tutta la
baraonda del vittimismo USA ed europeo della sua retorica e
delle strumentalizzazioni che tenta di operare, per andare
al nocciolo del cui prodest. E anche su questa analisi si �
creata un'unit� araba, appena increspata dall'allineamento
dei sauditi (tra gli arabi gli unici autentici alimentatori
dei terrorismi islamici) e dalle bizzarrie di un Gheddafi
ansioso di rassicurare l'Occidente e ormai lontano,
immerso come � nell'Africa, dalle questioni arabe e
palestinesi. A prescindere da chi abbia fatto fare gli
attentati - e sul nome di Osama bin Laden si levano ovunque
alti sghignazzi, insieme alla sottolineatura delle sue
attuali operazioni al servizio degli USA con mercenari
afghani e wahabiti in Kosovo, Macedonia, Cecenia, Asia
centrale, Algeria, Indonesia, Filippine - l'uso che ne �
poi stato fatto dagli USA, illustra, secondo gli arabi, una
strategia imperialista di grande respiro.

I dirigenti libanesi

Con la bufera recessiva determinata dalla demenzialit� del
mercato cosiddetto neoliberista, dove tutti sbranano tutti,
toccava ricorrere allo strumento statale capitalista per
eccellenza: il complesso militar-industriale, impersonato
in modo strabordante dal vicepresidente Cheney e sostenuto
dal consenso dell'integralismo cristiano-fascistoide
dilagante negli USA. La locomotiva del riarmo, in vista
della "guerra di lunga durata" preconizzata da Bush,
dovrebbe ridare fiato alla ripresa in USA e nei paesi
alleati, mentre l'azione verso l'Afghanistan consentirebbe
agli USA di riempire un vuoto strategico che il Pentagono
denuncia da tempo: quello tra Turchia e Corea del Sud, dove
gli statunitensi vantano solo la base insulare di Diego
Garcia. La guerra del Golfo, si ricorda, doveva consentire
alle forze statunitensi di installarsi nella penisola
arabica, quella contro la Jugoslavia ad insediarsi
permanentemente nei Balcani. Mancava una presenza sul
fianco sud per la spinta verso l'Asia centrale, la Russia e
la Cina (dove pure, nella provincia a maggioranza musulmana
del Xinyang, sono attivi gli ascari CIA di bin Laden), a
cavallo di tutti i maggiori oleodotti. Tanto pi� che i
Taleban, diventati figlioli riottosi, avevano negato agli
USA la costruzione dell'unico oleodotto che gli avrebbe
portato il petrolio caucasico verso l'Oceano Indiano.
Un'opinione questa, espressa da Talal Salman, direttore
(tre attentati in vent'anni fattigli dalle destre) del pi�
grande giornale di sinistra del mondo arabo, As Safir, e a
cui, col suo solito modo scanzonato e beffardo, il pi�
anticonformista dei politici libanesi, Walid Jumblatt,
leader dei drusi e del Partito Socialista Progressista,
aggiunge un'altra dimensione. Accontanato con disinvoltura
lo sbigottimento dei commentatori arabi per la sua
affermazione che gli attentati alle Torri Gemelle e al
Pentagono sarebbero stati opera di americani e israeliani,
Jumblatt punta il dito sulla fascistizzazione rilanciata a
ritmo accelerato dall'orrore di New York e Washington. "Lo
shock, lo sgomento, la revulsione per quelle stragi, mai
espressi in passato per le ecatombi di iracheni,
palestinesi, guatemaltechi, serbi, angolani e tanti altri
che non appartengono alla "civilt� occidentale", saranno
utilizzati dagli USA per una stretta repressiva ed
antidemocratica in tutto il mondo. E qui gli europei, che
sugli obiettivi militari degli USA, destinati a ricomporre
le forti contraddizioni soprattutto economiche tra
Washington ed UE, hanno forti riserve, vanno invece a
nozze. In Europa, come negli Stati Uniti, recessione e
aumento delle spese militari comporteranno sacrifici e
rinunce pesantissimi per i ceti pi� deboli, per i
lavoratori, e ulteriori devastazioni ecologiche per la
riduzione delle spese sociali ed ambientali. Ne nasceranno
tensioni e conflitti sociali difficili da controllare. Ecco
perch� la militarizzazione della societ�, i controlli, i
divieti, leggi e operazioni repressive del dissenso saranno
indispensabili anche ai governi europei, ormai quasi tutti
di destra, mascherata o vera".

La madre di tutti i terrorismi

Il fatto che da queste parti sono cinquant'anni che si
subisce il pi� feroce terrorismo di stato della storia,
quello degli israeliani contro gli arabi - e l'occasione �
buona perch� � appena caduto l'anniversario di Sabra e
Shatila, "la madre di tutti i terrorismi", quando, nel
1982, Sharon fece massacrare dai falangisti e
dall'esercito mercenario di Lahad 3000 inermi profughi nei
campi - e che si parli di "crociata" e che un difensore del
suo paese come Milosevic sia in prigione mentre un
macellaio come Sharon � il pi� caro degli alleati, rende
gli arabi indifferenti, non alle vittime, ma alla grancassa
vittimistica dei dirigenti occidentali.

Il presidente della repubblica

Mi ha detto il capo dello Stato, Generale Emile Lahoud, che
"fin quando saranno definiti terroristi ragazzini con i
sassi e gente che si immola contro gli occupanti del suo
paese, e non quelli che assaltano i colonizzati e assediati
con carri armati e F-16, nessuno potr� prendere sul serio
la campagna antiterrorismo. Includano anche i terroristi
israeliani, ("quelli islamici in Kosovo, Cecenia e
Macedonia", aggiunge Jumblatt) e coloro che bombardano ogni
giorno l'Iraq, poi si vedr�". E cos� anche l'adesione
all'alleanza antiterrorista dei governi-clienti degli USA,
dal Kuwait agli Emirati, dai sauditi ai giordani, si �
sempre portata dietro la richiesta di intervenire su
Israele. Un'Israele che, secondo molti commentatori arabi,
verr� si frenata dagli USA nella persecuzione dei
palestinesi, ma in compenso potr� vedere gli americani
farla finita una volta per tutte con l'Iraq, tuttora,
insieme all'Intifada, il catalizzatore di una rabbia araba
che rischia di scuotere i gi� fragili regimi feudali. Il
pur moderato presidente Lahoud si spinge fino a ribattere
alla pretesa USA di neutralizzazione degli hezbollah da
parte di Libano e Siria, con una vera sparata in favore
del "Partito di Dio". "Assurdo chiamarli terroristi. Sono
patrioti libanesi che hanno difeso la dignit� e la libert�
del loro paese. Ci hanno riempito di orgoglio per avere
liberato la nostra terra dall'occupazione israeliana. Sono
amati da tutti. Inutile aggiungere che Lahoud, l'ex-capo di
stato maggiore che ha saputo riunire un esercito frantumato
da mille lealismi a capiclan e capi politici vari, ha
contribuito a unificare anche buona parte delle tante
anime, confessionali, etniche, politiche, del mosaico
nazionale, superando ostracismi e promuovendo la
convivenza.

Hezbollah

Gli hezbollah, stimati e applauditi per il forte ruolo
sociale che svolgono, in assenza di uno Stato che campa di
speculazioni edilizie e finanziarie, anche grazie ai fondi
di Teheran, nonch� per la prima vittoria militare ottenuta
da un esercito arabo sugli israeliani, sono amici di tutti,
esclusa ovviamente la destra fascista cristiana, tuttora,
come ai tempi di Sabra e Shatila, quinta colonna israeliana
in Libano. Ne ho incontrato il fondatore nel 1982 e
vicesegretario generale, Sheikh Naim Kassem, numero due
dopo Hasran Nasrallah. Le misure di sicurezza da superare
nel quartier generale, nel poverissimo quartiere degli
sciti alla periferia sud di Beirut, non sono inferiori a
quelle imposte oggi a chi va a incontrare Bush. Armati
tutt'intorno, blocchi di cemento e sbarre agli ingressi,
esame minuzioso degli ospiti e dei loro oggetti, fino alle
penne, anch'esse prese, passate ai raggi x, e restituite.
Ci si augura che ci sia anche un bunker a prova di missile
all'uranio, vista la serie di assassini mirati realizzati
dagli israeliani e i recenti avvertimenti USA, rimbeccati
dalla fatwa del leader spirituale, Fadlallah, che vieta a
tutti i fedeli di aderire all'"alleanza antiterrorismo"
voluta dagli USA.

D) Come giudica la situazione?
R) L'infinita tragedia palestinese e il sostegno
incondizionato ed acritico di Europa e USA a Israele hanno
posto la regione in uno stato di costante
destabilizzazione. E' una responsabilit� gravissima nei
confronti degli arabi e di tutta l'umanit�, che ora si
tenta di coprire con vuoti slogan sui diritti umani, sulla
democrazia, sui paesi "civili". E' opportuno che siate
venuti in questi giorni (si riferisce alla delegazione
italiana, guidata da Stefano Chiarini, con esponenti di RC,
DS, PDCI, FIOM e Verdi, venuta a commemorare Sabra e
Shatila e a promuovere con le famiglie dei sopravvissuti
l'incriminazione di Ariel Sharon), � un'ottima risposta
allo strabismo euro-americano, per cui il terrorismo c'�
solo quando si colpiscono i cristiani e i bianchi. Se il
mondo avesse riservato la stessa attenzione e commozione
alla carneficina di Sabra e Shatila che alle Torri Gemelle,
oggi la situazione sarebbe ben diversa. Purtroppo gli
arroganti non vedono il nostro martirio, ai diritti umani
preferiscono la difesa dei loro interessi.

D) Pensa che la campagna antiterrorismo miri soprattutto a
criminalizzare e dunque eliminare i palestinesi?
R) La causa palestinese non verr� liquidata. Nessuno di noi
resistenti si fa impressionare dalla potenza USA. E noi
hezbollah abbiamo battuto il quinto esercito del mondo. Per
secoli i crociati hanno cercato di schiacciarci, ma sono
stati sconfitti. Questo vale anche per i nuovi crociati,
vale per tutte le occupazioni. Alla fine viene sempre la
liberazione e l'Intifada � la magnifica espressione del
rifiuto di tutto quanto di miserabile � stato offerto ai
palestinesi in 50 anni. La volont� dei popoli, come si
vede, viene misurata non sulla potenza, ma sulla
determinazione. E noi pensiamo di avere ogni diritto di
concorrere alla lotta di liberazione dei palestinesi.

D) Gli USA vi annoverano tra i gruppi terroristi da
obliterare.
R) Abbiamo fatto un comunicato in cui abbiamo espresso
tutto il nostro dolore per le vittime. Nessuno ha mai
offerto condoglianze per le migliaia che sono rimasti
sottole bombe israeliane in Libano. Gli USA, per�, non
hanno il diritto di utilizzare quegli attentati come
pretesto per assalire chi gli pare. Non si possono
attribuire responsabilit� a caso o a convenienza. Non siamo
pi� nell'epoca in cui ci si faceva guidare da spiriti
tribali. Non si possono colpire paesi perch� qualche loro
cittadino ha commesso qualcosa. Di questo bisogna
convincere i governi asserviti agli USA, o dagli USA
intimiditi. Per i popoli � pi� facile: ogni aggressione USA
provoca un aumento dell'odio, anche per i loro alleati.
Tutti capiscono che questi tamburi di guerra rullano contro
innocenti.

D) Gli USA accusano i cosiddetti integralisti islamici.
Eppure in Kosovo, Cecenia, Algeria, Macedonia e in molte
altre aree, i terroristi islamici lavorano a fianco degli
USA, da loro addestrati, finanziati col narcotraffico
governato dalla CIA, armati ed indirizzati. Pensi all'UCK,
ai banditi ceceni anti-russi allenati da Bin Laden, come
Shamil Basajev. Con che faccia?
R) Non ho gli elementi per classificare gruppi o partiti di
varia natura. Preferisco fare un discorso globale e
valutare le varie azioni e ripercussioni. E' vero, gli USA
sponsorizzano il terrorismo in tutto il mondo, coprono il
genocidio attuato da Israele, hanno creato i Contras del
Nicaragua, golpe ovunque, dittature, hanno le mani in pasta
nell'Afghanistan anche oggi. Pu� darsi che, a causa di
certe contraddizioni, di certi conflitti d'interesse
(magari sulla droga, magari mafiosi. Ndr), si verifichino
dei cambiamenti, dei rovesciamenti politici. Noi, comunque,
condanniamo ogni terrorismo, di Stato o di gruppi. C'�
differenza tra terrorismo e resistenza, tra interessi
colonialisti e liberazione. Oggi la direzione in cui si
sono imbarcati gli occidentali favoriranno il dilagare del
terrorismo in tutto il mondo e chiss� se saranno ancora in
grado di gestirlo ai propri fini. Con il pretesto del
terrorismo si legalizza l'uccisione di milioni di persone.
Pensi solo all'Iraq. Il terrorismo non appartiene all'Islam
vero. Identificarlo con l'Islam e con gli arabi significa
voler aumentare la paura e l'odio della gente
e costringere tutti ad allinearsi agli USA.

D) Come reagire al dilagare delle guerre?
R) Noi stiamo preparando risposte a varie opzioni. Vedremo
cosa succede e poi decideremo. In ogni caso tutte queste
interferenze nella sovranit� degli Stati si risolver� in un
incubo per gli USA, resteranno del tutto isolati e odiati.

D) Si � verificato un allargamento della frattura tra
Occidente e mondo arabo-islamico, parallelo alla rottura
totale tra Israele e Palestina. A quali condizioni tornare
al dialogo?
R) Ogni dialogo deve esser tra due parti che devono essere
alla pari. Solo cos� si arriva a una conclusione. Ma il
dialogo tra Israele e Palestina e tra gli USA e gli arabi
non � mai stato un dialogo, a dispetto del termine. E'
sempre stato pressione, ricatto, dominazione. Noi siamo
disponibili, ma non a essere dominati. Contro la
dominazione siamo disposti a sacrificare tutto, vita
compresa. I tempi degli schiavi e dei padroni sono finiti,
anche se loro vorrebbero farli tornare. Noi abbiamo
resistito e vinto e oggi collaboriamo con la prima
generazione di palestinesi nata dopo la strage di Sabra e
Shatila e ci impegniamo a livello sociale e parlamentare
(agli hezbollah � andato il 10% dei parlamentari libanesi,
oltre a centinaia di amministratori locali). Per questo ci
chiamano terroristi. Voi vedete di quanto sostegno godiamo
in tutti gli ambienti libanesi.

D) Le vostre priorit� oggi.
R) Promuovere democrazia e benessere in Libano, resistere
all'aggressione, rappresentare il popolo nelle istituzioni,
opporsi agli errori del governo, potenziare i servizi ai
bisognosi, opporsi a tutte le potenze arroganti.

D) Un'ultima domanda. Voi oggi collaborate con i
palestinesi nei campi. Come intendete lavorare per la
liberazione della Palestina?
R) In tutti i modi. Il come � un dettaglio. Non occorre
entrare nei dettagli. Intanto ci battiamo perch� in Libano
ai palestinesi, degradati a non-cittadini, vengano
riconosciuti i diritti civili.

Il nodo palestinese resta la base ed il vertice delle
tensioni che sconvolgono il pianeta. Senza soluzione della
questione palestinese e senza la liquidazione della trincea
irachena, gli USA sanno che la regione, lungi dall'essere
normalizzata, come si sperava con le sceneggiate di Oslo e
con la tentata uccisione sul nascere dell'Intifada, sar�
fonte di sempre pi� forti destabilizzazioni e i risultati
che ci si era aspettati dalla guerra del Golfo potranno
essere del tutto vanificati.

Di questo parlo con un padre nobile della Resistenza
palestinese, Shafiq el Hout, segretario generale dell'OLP
in Libano, che nel 1992 si dimise in protesta contro le
disponibilit� negoziali di Arafat, ma non venne mai
sostituito e, dunque, riveste tuttora questa carica. La sua
autorit� si esercita sulla regione da Beirut ai confini
nord del paese, dominio delle sinistre palestinesi, ma �
contrastata nei campi di Sidone e Tiro, dove resiste
l'egemonia arafattiana. La forza delle sinistre di FPLP,
FDLP, Saika, PC, e della neonata Fatah-Intifada, maggiore
in Libano che non in Palestina, si fonda da un lato sulla
maturazione politica delle fasce vissute in ambiente
metropolitano, dall'altro sulla delusione provocata ai
400.000 profughi del Libano dall'accantonamento da parte di
Arafat della questione "ritorno" durante i negoziati di
Oslo. Questione tornata prepotentemente alla ribalta grazie
all'Intifada e ai recenti collegamenti tra le due comunit�,
in esilio e in patria, ressi possibili dalla telematica (e
i profughi invocano computer) e che stanno sviluppando un
forte senso unitario dopo decenni di oblio.

L'OLP

Shafiq el Hout esordisce dicendo con una certa
soddisfazione di avere 16 anni pi� dello Stato israeliano.
"Avevo un passaporto palestinese di prima del 1948, ne
ricordo il numero: 202083. Mi venne confiscato dagli
israeliani quando arrivarono qui nel 1982. Vi ringrazio di
essere qui a sostenere i diritti di un popolo povero, non
come quello di Manhattan, a cui tutti pensano e a cui anche
noi abbiamo espresso profonde condoglianze. Noi palestinesi
non abbiamo mai invaso nessuno, mai mosso guerra a nessuno,
fino a quando non ci siamo accorti che la nostra terra era
stata data ad altri. L'aggressivit� israeliana e
statunitense � determinata anche dal riemergere, grazie
all'Intifada, della questione del ritorno a casa di 4
milioni di palestinesi. Dicono che non c'� posto, per�
invitano tutti gli ebrei del mondo a immigrare. Il fatto �
che con il nostro ritorno, anche solo parziale, finirebbe
il dominio razzista e cambierebbero tutti gli equilibri. In
Palestina come in Medio Oriente. Avevamo offerto varie
soluzioni. Nel 1974 lo stato unico, laico israelo-
palestinese. Fu respinto. Poi, ai termini della risoluzione
ONU 181, due stati in Palestina, uno ebraico e uno
palestinese, per noi un enorme sacrificio visto che ci
avevano lasciato appena il 22% della Palestina storica.
Niente da fare. Ora gli USA usano il terrorismo per
staccare i paesi arabi da noi, dall'Iraq e dalla Siria,
lasciandoci magari alcuni bantustan (il famoso 40% del 22%
attuale). Israele con Sharon, ha una strategia di
spopolamento attraverso le stragi, il blocco economico, la
blindatura dei villaggi, l'impossibilit� di vivere.
Svuotare i territori occupati col terrore, come ai tempi in
cui Begin, Shamir e Sharon facevano saltare i villaggi con
dentro gli abitanti. Disperderci nel mondo. Un popolo senza
terra per una terra senza popolo, come diceva Herzl.
L'attualizzazione della questione "ritorno" ha reso tutto
questo molto pi� difficile. Per cui l'accelerazione di
oggi, che per� preoccupa gli USA per le ripercussioni che
potrebbe avere nei paesi arabi vassalli. Ecco una bella
contraddizione tra imperialismi alleati, o tra imperialismo
e colonialismo. Con Sharon che d� del bin Laden ad Arafat e
Bush che lo riceve con tutti gli onori alla Casa Bianca.

D) Ancora molti, anche a sinistra, credono che la via per
evitare la catastrofe generale, e forse finale, avvicinata
dagli attentati in Usa, sia la ripresa delle trattative, il
ritorno ad Oslo:
R) L'intifada non la pu� fermare neanche Arafat. Del resto
la presa in giro degli incontri e delle trattative � ormai
manifesta. Se non sono riusciti a tirare fuori
assolutamente niente per noi in 8 anni, figuriamoci col
clima di adesso e con Sharon. E' stato ingenuo fin
dal'inizio Arafat, ad accettare questi negoziati. Negoziati
che hanno prodotto quanto si vede oggi nei territori
occupati.. Noialtri avevamo voluto dare una chance ad
Arafat. Dovrebbe ormai aver capito quanta fiducia meritino
USA e Israele. E pensare che Arafat viene chiamato
terroriusta, quando a pochi metri da qua, sotto i miei
occhi, Sharon ha massacrato 3000 persone. Se ci rapportiamo
alla popolazione USA di 250 milioni, noi abbiamo avuto
45.000 morti. Io sono un apolide da mezzo secolo. Ora lo
sono anche mio figlio e mio nipote. Fino a quando un popolo
pu� sopportare questo?

D) Una via d'uscita dalla morsa tra la soluzione finale di
Sharon e la colonizzazione perpetua di Bush? E gli
interessi USA nei paesi del petrolio, messi a rischio
dall'assolutismo israeliano?
R) Finch� verranno adoperati due pesi e due misure sui
diritti umani e sul terrorismo ci saranno guerra e
terrorismo, non solo in Palestina, ma per tutto il mondo.
Non ci illudiamo sui paesi arabi cui gli USA, con la
campagna antiterrorismo, forniscono strumenti ed alibi per
la repressione interna. Fino a dieci anni fa, prima della
guerra del Golfo, poteva esserci un certo equilibrio tra
interessi USA e interessi indipendenti dei regimi arabi.
Oggi non pi�. A parole i regimi chiedono che si agisca per
i diritti palestinesi, ma ipocritamente, per paura dei loro
popoli. Prima di cedere alle masse, tenteranno ogni forma
di repressione. Non vedo nessun governo del petrolio che
non sia amico e vassallo degli USA. Farebbero guerra a noi
piuttosto che urtare gli USA. Gli arabi non vogliono bere
il petrolio, lo vogliono vendere, e vendere a chi ha i
soldi.

D) Ma pare che Bush e Powell abbiano ripetutamente tentato
di frenare Sharon.
R) Comunque prevalgono in questa classe dirigente senza
saggezza e senza cultura gli automatismi irrazionali. Il
cowboy � caduto dal cavallo e ora deve risalire e
riconquistare un'immagine forte. I termini sparati per
aprire la strada alle traiettorie dei missili erano
"terrorismo" e "guerra". Parole astratte, che si possono
riempire di qualsiasi cosa, come gli assalti ai paesi di
cui si afferma apoditticamente che avrebbero ospitato, o
appoggiato terroristi: Afghanistan, Iraq, Siria, il Libano
degli hezbollah. Hanno dato del terrorista anche a me. Io
rispondo: datemi i fucili, i missili, le bombe atomiche, i
carri armati che hanno gli israeliani e io non user� pi�
n� sassi, ne giubbotti imbottiti di tritolo. Cos� sar� il
soldato della civilt� occidentale e non pi� un terrorista".

Lasciamo la sede dell'OLP, sepolta sotto le superfetazioni
mattonare in cui formicolano i dannati della terra di
Shatila, tra rigagnoli fognari e ragnatela pencolanti di
fili elettrici, tra muri butterati di colpi della strage e
della successiva "guerra dei campi". Raggiungiamo il corteo
palestinese nella ricorrenza del peggiore atto terroristico
dalla seconda guerra mondiale: 3000 persone uccise a vista,
sventrate, scuoiate, affettate, appese per le viscere.
Sventolano centinaia di bandiere delle varie
organizzazioni, pi� frequenti di tutte quelle gialle col
fucile degli hezbollah. Si finisce sulla fossa comune dei
3000, fino a ieri, quando il sindaco hezbollah della
periferia sud l'ha fatta ripulire, una discarica. Piantiamo
alberi di ulivo e di limone. Ci guardano con occhi fermi e
facce segnate le superstiti di Sabra e Shatila. Le madri e
mogli di terroristi.

(Questo articolo e' di prossima uscita su "L'Ernesto":
http://www.lernesto.it )

---

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======================================NATO Buildup in the Balkans: a Deadly Game
[posted 26 September 2001]
======================================
In a London 'Times' article, entitled 'U.S. to
Build Buffer Zone in the
Balkans,' U.S. Ambassador to England William
Farish expresses great concern
for the stability of the Balkans.

Take this with a generous dose of salt.

Ambassador Farish says the Balkans needs a NATO
troop build-up to make it "a
potential buffer against terror threats from the
east."

The problem is, the Balkans is itself rife with
terrorism.

There are presently tens of thousands of NATO
troops in the Balkans. Are they
working to stamp out this widespread terrorism?

If this were the case it would be a nice little
picture: NATO (directed by
Washington) fights terror in the Balkans, in
Afghanistan, everywhere. Nice; just not true.

According to the 'Times,' one of the places where
NATO would increase its
troop strength is Macedonia, a country which has
been attacked by the world's
worst terrorists, the Kosovo Liberation Army or
KLA.

The KLA, based in the neighboring Serbian
province of Kosovo, works under
various names. In Macedonia it calls itself the
NLA. In Kosovo it uses the
cover of the United Nations-sponsored Kosovo
Protection Corps, or KPC. A UN
document, prepared for Secretary General Kofi
Annan, accuses the KPC of
'murder, torture and extortion.' Aside from
driving 350,000 Serbs, 'Gypsies,'
Jews, Turks and Slavic Muslims from Kosovo and
making life hell for those who remained:

"The KPC has been running protection rackets
across Kosovo - in Pristina,
Suva Reka, Dragash, Istok and Prizren - demanding
'contributions' from
shopkeepers, businessmen and contractors. In Suva
Reka, KPC members are
alleged to have forced petrol stations to accept
coupons rather than money for fuel.

"In Vucitrn, the KPC reportedly demanded
protection money from members of an
ethnic minority, the Ashkali, originally from
India. One family member had
previously been kidnapped and the family had been
bombed.

"The KPC has a nice line in death threats, says
the UN. Two members
threatened to kill K-For interpreters after being
arrested by Nato troops in
Kosovo. Following the arrests, 20 KPC men mobbed
the police station and
demanded their release. They were freed the next
day.

"The KPC may be running prostitution rackets,
says the UN." [And so on, and on...]

(From the 'London Observer,' 12 March 2000. To
read more, see 'How will you
plead at your trial, Mr. Annan,' at
http://emperors-clothes.com/news/howwill.htm

The KLA (or KPC or NLA) appears to be just the
kind of terrorist outfit that
has finally driven Washington to stand up and
take action against Evil. Right?

Wrong.

"AMERICAN intelligence agents have admitted they
helped to train the Kosovo
Liberation Army before Nato's bombing of
Yugoslavia. The disclosure angered
some European diplomats, who said this had
undermined moves for a political
solution to the conflict between Serbs and
Albanians. Central Intelligence
Agency officers were cease-fire monitors in
Kosovo in 1998 and 1999,
developing ties with the KLA and giving American
military training manuals
and field advice on fighting the Yugoslav army
and Serbian police." ('Sunday
Times,' 12 March 2000, for which see 'The Cat Is
Out of the Bag' at
http://emperors-clothes.com/news/ciaaided.htm )

Did the U.S./NATO stop sponsoring the KLA when
NATO occupied Kosovo in the
summer of 1999? No, admits the BBC. As recently
as the winter of 2001:

"Western special forces were still training the
guerrillas, as a result of
decisions taken before the change of government
in Yugoslavia " (From BBC, 29
January, 2001, See 'Diplomats Admit NATO Backs
KLA Invasion of Inner Serbia'
at http://emperors-clothes.com/docs/admi.htm .)

The NATO command has worked closely with the KLA
in the day to day running of
Kosovo. It is no exaggeration to say that without
NATO, the KLA could not
have terrorized the non-Albanian population of
Kosovo. (1)

= = = = = = = = = = = = = = = = = = = What's Wrong With Those
Darn Macedonian Hard-Liners?
= = = = = = = = = = = = = = = = = = =
If NATO were sincere about fighting terror, one
would expect terrorists in
the Balkans to oppose a NATO buildup. One would
expect the local
anti-terrorists to support it. Isn't that
correct?

Yet according to the 'Times:'

"Nato planners are hoping many of the troops
involved can stay on until a
follow-up mission is agreed with the Macedonian
government. [But] Hardline
members of the government in Skopje want Nato out
of the country." ('Times,' posted below)

Why do those Macedonian government "hard-liners"
oppose NATO? Because NATO
has been trying to force them to surrender to the
NLA (that is, KLA)
terrorists. More horrifying, NATO operatives have
served as the terrorists'
military advisers - that is, as their officer corps:

"A delicate task was posed for the American peace
keepers from Kosovo in
neighboring Macedonia. On the one hand 400
Albanian Guerillas with their
weapons and ammunition had to be transported out
of Aracinovo, which is
situated six kilometers north of the capital,
Skopje. The 113th UCK [Kosovo
Liberation Army's Albanian initials] brigade had
entrenched itself there for
two weeks to defend itself against violent
attacks. The second part of the
task was more explosive. Among the retreating
rebels there were also 17 "
instructors" - former US officers, who tutored
the rebel in military matters.
But this isn't all: Macedonian security circles
maintain that 70 per cent of
the equipment that was carried away by the
Guerillas were US made - among
them also the most modern type of third
generation night-viewers. "
('Hamburger Abendblatt,' 28 June 2001, See
'GERMAN PAPER CHARGES: U.S. IS
'ADVISING' ALBANIAN TERRORISTS' at
http://emperors-clothes.com/docs/advise.htm )

Nothing like a delicate task.

In a recent trip to Macedonia, Canadian combat
veteran and military writer
Scott Taylor met with the NLA terrorist leaders.
These people boasted about
the support they get from the USA and they
proudly displayed their
state-of-the-art U.S. weapons: (1a)

"In the well-built guerrilla bunkers overlooking
the besieged city of Tetovo,
there is ample evidence of U.S. military
hardware. Everything from sidearms
and sniper rifles to menacing-looking grenade
launchers is emblazoned Made in the USA.

"An abundant stock of sophisticated night-vision
goggles provide the
guerrillas with a tremendous tactical advantage
over the Macedonian security
forces. By nightfall, the Macedonians are
compelled to hole up in their
bunkers while the guerrillas roam with impunity
throughout the Tetovo streets.

"Snake Arifaj, a 22-year-old guerrilla platoon
commander, proudly displayed
his unit's impressive arsenal and said, 'Thanks
to Uncle Sam, the Macedonians
are no match for us.'"

Among the terrorists attacking Macedonia are the
same so-called 'Afghan
Arabs' whom the U.S. sponsored, starting in the
1980s, and whom virtually
every Russian believes the U.S. has backed in
Chechnya. These are the forces
associated with Osama bin Laden. (2)

The plain truth is: the U.S. Establishment's
policy in the Balkans has been
to create terrorist-gangster regimes and weaken
the forces sympathetic to Russia.

The Balkans is a key area to control for any
Power wishing to attack Russia.
That is not a speculative remark; it is an
historical fact. According to the
'Times' article, Washington's troop buildup is
aimed at "turning the Balkans
into a prominent theatre of operations and
training." We are supposed to
believe this is being done to create "a potential
buffer against terror threats from the east."

"Prominent theater of operations" sounds like a
staging zone for military
action to this writer. Why the urgent need to
create a "prominent theater of
operations" at this time? Because of the danger
of "terrorism from the east"
reports the 'Times.' And from where in the East
might said terror come? Why,
maybe it could come from - Turkey, reports the
'Times.'

So let's get this straight. NATO, led by the
U.S., is backing a huge buildup
in the Balkans to protect against a possible
danger from Turkey, the main
U.S./ NATO ally in the Balkans. Meanwhile NATO,
led by Washington, has
created a huge terrorist apparatus in the
Balkans. And why? Why has NATO
supported the ethnic cleansing of Kosovo and a
terrorist attack on Macedonia?

Why, obviously, so that the Balkans can be a
bulwark against terrorists. Got
it, class? Study hard. There may be a quiz.

So let's get this straight. NATO, led by the
U.S., is backing a huge buildup
in the Balkans to protect against a possible
danger from Turkey, the main
U.S./ NATO ally in the Balkans. Meanwhile NATO,
led by Washington, has
created a huge terrorist apparatus in the
Balkans. And why? Why has NATO
supported the ethnic cleansing of Kosovo and a
terrorist attack on Macedonia?

Why, obviously, so that the Balkans can be a
bulwark against terrorists. Got
it, class? Study hard; there may be a quiz.

Let us depart from this absolute and complete
doubletalk and consider what is
actually happening.

The transformation of the Balkans into a
"prominent theater" must be
considered in the context of NATO's threatening
behavior in the Baltic
region, including NATO troop maneuvers in
Lithuania and Washington's
publicly-made threat (3) to instigate
Contra-style terror against the former
Soviet Republic of Belarus. It must be considered
in the context of the
massive deployment of US and British forces
moving towards strategic Afghanistan.

The Balkans, the Baltic region and Central Asia -
the three strategic points
if one wishes to attack Russia. One gets the
distinct impression that
Washington is slipping a noose around Russia's
neck.(4) And all the stuff
about fighting terrorism, all Washington's
newfound hatred of Islamism
(Washington's creation), all the Hollywood photo
ops with Bush declaring
"We'll get him dead or alive" and all the
heartfelt reassurances that "the
Islamic faith is not the enemy" and the mutual
recriminations between Muslims
and Jews - all this is a public spectacle meant
to divert the masses from the
real event, which is a massive military buildup
whose only possible strategic goal can be: Russia.

And why, you may ask, do the masses in the NATO
countries need to be diverted
from the truth? Because the masses are not Nazis.
The masses are not in favor
of dying for Imperial expansion, and the masses
are most definitely not in
favor of risking nuclear war.

= = = = = = = = = = = = = = = = = = Deadly Fascination
= = = = = = = = = = = = = = = = = =
Amidst the doubletalk about "promoting stability"
and "buffers against
terror,' the London 'Times' offers readers a
glimpse into U.S. Ambassador to
England Farish's inner man:

"A son of one of the five great oil families of
Houston, Texas, Farish is
fascinated by the 'black gold' that lies in large
quantities in the countries
around the Caspian Sea. He sees America's
relationship with Russia and its
leader, Vladimir Putin, as vital to its future
influence in the area."
(http://www.sunday-times.co.uk/news/pages/sti/
2001/09/23/stifgneur02003.html)

Oil is only part of the fascinating treasure in
the former Soviet Union. For
instance, Siberia is a treasure house of gold,
natural gas, virgin forests
and more. Moreover, this vast wealth is only part
of the reason Washington
wants to dominate the former Soviet Union. The
rest of the reason is this:
only the former Soviet Republics have the
military might to resist U.S.
domination. Washington wants to crush this
potential power before the former
Soviet Republics have time to re-group and
possibly re-establish some
semblance of a bi-polar world.

Washington is dead serious, and this is a very
serious game

To read the The 'Times' article, go to
http://www.sunday-times.co.uk/news/pages/sti/
2001/09/23/stifgneur02003.html

-- Jared Israel

***

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= = = = = = = = = = = Further Reading
= = = = = = = = =
(1) The KLA terrorists marched into Kosovo
alongside NATO occupiers.
Emperor's Clothes has published eyewitness
accounts of their collaboration.
(Feel free to re-post these and all other
articles written for Emperor's
Clothes in any non-commercial venue. For
commercial use, contact us. When
posting, please credit Emperor's Clothes. Thank
you.)


See for example: 'Driven from Kosovo,' the
account by the leader of the
Jewish community of how he and thousands of other
residents were driven from
Pristina, capital of Kosovo. Can be read at
http://emperors-clothes.com/interviews/ceda.htm

Also see "What NATO Occupation Would Mean For
Macedonians' - eyewitness
accounts of the NATO/KLA takeover of the Kosovo
town of Orahovac. Can be read
at
http://www.emperors-clothes.com/misc/savethe-a.htm


(1a) "Terrorist Thug Boasts: "Thanks to Uncle
Sam, Macedonians are no match
for us!" Can be read at
http://emperors-clothes.com/analysis/taylor.htm

(2) ''CHECHEN SEPARATISTS ARE FIGHTING IN
MACEDONIA' Can be read at
http://emperors-clothes.com/cos/chechen.htm

(3) 'Tough Measures Needed in Belarus!' Can be
read at http://emperors-clothes.com/news/tough.htm

(4) 'Why Washington Wants Afghanistan' at
http://emperors-clothes.com/analysis/afghan.htm

5) U.S.-backing for the terrorists attacking
Macedonia is thorughly
documented from mainstream media sources. Some of
that mainstream media
documentation can be found in Emperor's Clothes.
See 'Washington and its
Partners are Waging a Proxy War in Macedonia' at
http://emperors-clothes.com/mac/list-m.htm

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SE LO DICE LUI!...

Il nazionalista-separatista Ibrahim Rugova accusa
i nazionalisti-separatisti dell'UCK di legami con
il terrorismo islamista:


KLA IS HIDING INTERNATIONAL TERRORIST BASES -
KOSOVO ALBANIAN LEADER
ROME, Sept 26 (Tanjug) - Democratic League of Kosovo leader
Ibrahim Rugova has said that the KLA (so-called Kosovo
liberation army) is hiding international terrorist bases at the
territory under its control, and that KLA members are ready to
organize terrorist attacks to support Osama bin Laden, the
Saudi-born dissident suspected of the Sept 11 terrorist attacks at
New York and Washington.
Rugova, leader of the moderate Kosovo Albanian wing, has
reiterated his warning to the world about the KLA's terrorist
nature, the Itar-TASS news agency said, quoting a special
statement it received from Rugova's information service in Italy.
"One must not forget that bin Laden's organization got established
on the territory of Albania and Kosovo as early as in 1994," and
that "in 1996 bin Laden ordered his detachments to get prepared
for actions in Kosovo and Albania," Rugova said.
According to Rugova, one of bin Laden's associates, Mohammed
Zawhiri, personally supervised the training of ethnic Albanian
extremists.
"KLA is not just a rebel organization capable of devastating the
territory of Kosovo and Macedonia," but "on the international
level it is ready to act, using the same means as in Kosovo, and to
render assistance to terrorist groups," the statement said.

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DOPO L'ABBATTIMENTO DEI MONUMENTI DEDICATI AI PARTIGIANI
ED IL CAMBIAMENTO DELLA TOPONOMASTICA, LA CROAZIA PROSEGUE
NELLA CRIMINALIZZAZIONE DEI COMBATTENTI ANTIFASCISTI

La Croatie pourrait accuser les anciens partisans de crimes de guerre

ZAGREB, 25 septembre 2001 -- (dpa)

Le gouvernement croate envisage de faire compara�tre en justice, pour
crimes de guerre, des partisans qui, durant la Seconde Guerre mondiale,
ont combattu sous les ordres du dirigeant yougoslave Josip Broz Tito,
rapportait l'agence nationale de presse HINA, ce mardi.
L'agence citait un fonctionnaire du gouvernement - qui a insist� pour
garder l'anonymat - selon qui, jusqu'� pr�sent, seuls les crimes des
Oustachis, les forces de l'Etat nazi fantoche durant la guerre, � ont
�t� punis �.
Dans la Yougoslavie de Tito, les crimes des partisans ont �t� consid�r�s
comme � des crimes se justifiant au nom de l'id�ologie (communiste) �, a
ajout� l'agence de presse.
Le fonctionnaire du gouvernement a �galement d�clar� que cela visait les
crimes commis par les partisans de Tito contre des civils et des
prisonniers de guerre, en mai 1945.

(C)2001. dpa Deutsche Presse-Agentur

Traduit de l'anglais
par Jean-Marie FLEMAL
avec tous mes remerciements.

Roger ROMAIN
a/conseiller communal PCB
B6180 COURCELLES
sites : http://homeusers.brutele.be/r.romain/Sommario.html

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