Informazione

COORDINAMENTO NAZIONALE PER LA JUGOSLAVIA
ITALIJANSKA KOORDINACIJA ZA JUGOSLAVIJU

DOCUMENTO COSTITUTIVO

Il CNJ e' formato da persone a vario titolo impegnate sulle
problematiche jugoslave, inerenti cioe' allo spazio geografico,
culturale e politico della disciolta Repubblica Federativa
Socialista di Jugoslavia.
Un Coordinamento Nazionale si e' reso necessario per continuare in
maniera proficua e anzi, se possibile, rilanciare tutte le attivita'
che, nei nostri rispettivi ambiti, abbiamo avviato. Tra queste
attivita' ricordiamo:

1. SOLIDARIETA'

Consideriamo importante la solidarieta' materiale nei confronti delle
popolazioni jugoslave, e in particolare verso i cittadini della attuale
Repubblica Federale di Jugoslavia bombardata da aerei partiti dal
nostro suolo nella primavera del 1999, espressa attraverso adozioni a
distanza, raccolte di fondi, invio di medicine, vestiti ed altri
materiali, gemellaggi, appoggio di vario tipo ai lavoratori di
quelle terre. Tale solidarieta' non e' da noi intesa in senso
meramente umanitario, bensi' come espressione del nostro sentimento
internazionalista e della nostra condanna nei confronti degli atti
(politici, diplomatici, militari) di cui il nostro paese si e' reso
responsabile e per i quali gli jugoslavi hanno diritto all'indennizzo.
Il CNJ mira a facilitare la conoscenza reciproca delle varie iniziative
di solidarieta' e l'opera stessa di aiuto ai lavoratori e agli strati
piu' deboli e bisognosi della popolazione di quelle terre, in
particolare verso i profughi vittime di dieci anni di spartizioni
artificiose del territorio.

2. INFORMAZIONE

Il CNJ ritiene necessaria la controinformazione, per disvelare
le cause meno note del disastro balcanico degli ultimi dieci anni,
smascherare le interferenze imperialiste e gli interessi neocoloniali,
combattere le campagne di demonizzazione contro talune
parti in conflitto o contro interi popoli, nonche' per collocare in una
prospettiva storica il recente e perdurante sfascio della unita'
jugoslava.
Come CNJ ci impegniamo a rendere possibile una maggiore
integrazione delle conoscenze storiche e politiche in materia,
a gestire un archivio dove si possano reperire le informazioni
spesso introvabili, a pubblicare libri, opuscoli, a diffondere
informazioni via internet o a promuovere specifiche iniziative.

3. CULTURA

Riteniamo insufficiente la conoscenza della realta' jugoslava
e balcanica nel nostro paese, e per questo cerchiamo di diffonderla
attraverso la musica, la letteratura, la storia di quelle
terre. Oltre alle iniziative da noi promosse, siamo disposti a
coordinare e fare da cassa di risonanza per iniziative organizzate
da realta' locali.

4. POLITICA

E' a nostro avviso necessario mantenere stabili rapporti con le
sinistre sociali e politiche delle varie repubbliche jugoslave, e ci
prefiggiamo per questo di essere in Italia un referente unitario ed
affidabile. Intendiamo organizzare e gestire momenti di scambio con
rappresentanti di partiti, sindacati, gruppi o movimenti, o singoli,
per consentire la conoscenza di tutto lo spettro delle posizioni
politiche e ideologiche della sinistra jugoslavista, antifascista
e internazionalista presente nelle varie repubbliche.

5. AMICIZIA

Vorremmo essere un punto di riferimento e di incontro, in Italia,
per tutti quegli jugoslavi - di ogni cittadinanza o
nazionalita' - che hanno rifiutato lo smantellamento sanguinoso del
loro paese e ne sono rimasti persino vittime, costretti alla
emigrazione o all'isolamento. Costoro, vivendo oggi in Italia,
troppo spesso non hanno un ambito
culturale-associativo per esprimere la loro identita'.

I NOSTRI VALORI FONDATIVI

Il 25 giugno 2001 ricorreva il decimo anniversario dall'inizio della
guerra nei Balcani, che e' contemporaneamente una guerra di
distruzione fratricida e una guerra di assoggettamento imperialista.
Nonostante le sofferenze per le popolazioni locali e nonostante
il pesante coinvolgimento internazionale - quest'ultimo, spesso,
con effetti assolutamente deleteri - lo scenario con il trascorrere
del tempo si e' tutt'altro che stabilizzato. E' necessario percio'
inquadrare questa difficilissima situazione attuale nel contesto
politico piu' generale, con lo sguardo attento alle dinamiche
economiche, alle transizioni in corso anche nei limitrofi Stati
balcanici, agli scenari strategici che muovono le vicende dei vari
paesi: riforme "strutturali", questione dell'approvvigionamento
delle risorse, allargamento a est della UE e della NATO eccetera.

Il CNJ si fonda su quegli stessi valori su cui e' stato fondato
mezzo secolo di vita pacifica e di sviluppo della Jugoslavia, contro
ogni secessionismo e contro ogni contrapposizione nazionalitaria
od etnicistica, a partire dalla Guerra Popolare di Liberazione alla
quale, assieme a tutti gli altri, parteciparono anche migliaia di
italiani. Con la nostra attivita' ci prefiggiamo di contribuire anche
a rimediare al profondo debito storico e culturale e alla profonda
disinformazione sulle vicende jugoslave e del nostro confine
orientale che, proprio in Italia, ereditiamo da lunga data,
attraverso il nazionalismo italiano post-unitario, le annessioni
coloniali ed il fascismo, la guerra fredda, lo smembramento
della RFSJ. In questo ci sentiamo in continuita' con lo spirito
della comune lotta dei partigiani jugoslavi e italiani contro il
nazifascismo.

LA STRUTTURA INTERNA

L'adesione al CNJ e' individuale. In questa maniera ognuno puo'
distinguere l'eventuale adesione a questa iniziativa nazionale dal
proseguimento delle sue iniziative specifiche, che potranno andare
avanti in perfetta autonomia. Ogni aderente porta pero' sul piano
nazionale spunti, informazioni, iniziative provenienti dal suo ambito
specifico. Nel CNJ e' ampiamente mantenuta l'autonomia politica
ed organizzativa delle singole istanze, ma per queste ultime il CNJ
e' sede di scambio di idee e informazioni, e punto di riferimento
per la collaborazione e l'arricchimento reciproco.

Bologna, primo luglio 2001

-------------------------------------------------

Chi volesse aderire puo' segnalarlo:

... per posta elettronica all'indirizzo: <jugocoord@...>
indicando nome, cognome e recapiti;

... oppure mettendosi in contatto con uno dei referenti locali:

TORINO: Tamara Bellone <BELLONE@...> tel. 011-5647709
(Tamara e' anche portavoce del CNJ)

MILANO: Ivana Kerecki <ivanak011@...> tel. 02-2482118

TRIESTE: Gilberto Vlaic <gilberto.vlaic@...> tel.
040-579049

BOLOGNA: Marcello Graziosi <mara@...> tel. 0335-402306

BOLOGNA: Orsola Mazzola <orsola.ma@...> tel. 051-254981

ROMA: Andrea Martocchia <andreamartocchia@...> tel. 0338-3836121

BARI: Andrea Catone <catonean@...> tel. 080-5562663 oppure
0347-6589841

L'adesione comporta
- la condivisione dei contenuti del Documento Costitutivo;
- la comunicazione dei propri dati personali ed il versamento di
una sottoscrizione libera.

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The Love Song of Arbour and Albright
by Jared Israel

Due to the stand taken by Slobodan Milosevic, everyone is asking: is the
Hague 'Tribunal' a legitimate court? If it is not, if it is in fact a
sham,
then it must be an instrument of NATO/Imperial rule; there is no third
alternative. And if it is an instrument of Imperial rule, used to
demonize
and punish those who, coming from materially poor countries,
nevertheless
dare to resist U.S. control, then citizens of the NATO countries must
act
against it. Otherwise, shall we not share a shameful responsibility? (1)

Below are excerpts from a joint press conference held April 30, 1999, by
Louise Arbour, then Chief Prosecutor of the ICTY (The Hague 'Tribunal')
and
U.S. Secretary of State Madeline Albright.

A) At the time, the United States and other NATO countries had spent
five
weeks perpetrating the main international crime: waging an aggressive
war
against a state which had invaded no other.

Moreover the United States and its allies:

* Bombed civilian facilities (a war crime)

* Dropped anti-personnel weapons (a war crime)

* Bombed a train and at least one refugee column (both war crimes)

* Bombed Serbian TV (a war crime)

* And deliberately created an environmental catastrophe by bombing
chemical
facilities in Pancevo (a war crime).

In the press conference, Arbour made no reference to these publicly
known war
crimes. Instead she accepted as her only field of concern NATO's
accusations
against Yugoslavia. These accusations, which have been over and over
exposed
as without foundation, and even lies, were used to justify the crime of
bombing Yugoslavia.

B) In this highly visible forum, Albright instructed Arbour to indict
President Milosevic.

[Start quote from Albright] "Well, obviously, the question of what is
going
to happen to Mr. Milosevic is a subject that is very much on our minds,
and
Justice Arbour knows what we have said both publicly and privately; that
she
and the Tribunal need to follow out the trail of evidence to its
conclusion.
We, as I said, are supportive of her efforts." [End quote from Albright]

Instead of rejecting what would be a gross and humiliating interference
if
the 'Tribunal' were a real court, Arbour coyly (and shamelessly) linked
the
execution of said indictment with increased funding and help in
gathering
(or, one should say, fabricating) evidence:

[Start quote from Arbour] "We are here, and elsewhere, to ensure that we
get
the assistance to move the cases forward in that direction. Whether it
points
to any particular individual, I think the law is very clear: there is no
immunity before our Tribunal for heads of state. There's no immunity,
essentially, for any individual, both in a personal or a command
responsibility position. All our discussions take place in that
framework."[End quote from Arbour]

C) The crucial question to ask about any would-be judicial system is
this: is
it independent? That is why Justice is pictured wearing a blindfold. At
the
end of the excerpts is a special section featuring Arbour's references
to
NATO countries as her 'partners.'

Hmmm. It occurs to me that if you just add one little 'e' to 'sham' it
gives
you 'shame.'

--JI

***

Press Conference Excerpts

Secretary of State Madeleine K. Albright and
Justice Louise Arbour, International Criminal Tribunal for the Former
Yugoslavia
Joint Press Conference
Washington, D.C., April 30, 1999
As released by the Office of the Spokesman
U.S. Department of State



Secretary of State Madeleine K. Albright and
Justice Louise Arbour, International Criminal Tribunal for the Former
Yugoslavia
Joint Press Conference
Washington, D.C., April 30, 1999
As released by the Office of the Spokesman
U.S. Department of State
http://secretary.state.gov/www/statements/1999/990430a.html

SECRETARY ALBRIGHT: Justice Arbour and I today discussed how the United
States can provide more information to the Tribunal, and how to speed up
delivery of potential evidence to The Hague. I assured her that we are
asking
Congress for additional resources for the Tribunal to meet new demands
for
investigations in Kosovo. And we discussed other needs of her
investigations,
which I am not going to get into, but which I assure you that the United
States will do everything we possibly can to meet.

We are also thinking ahead to the Tribunal's needs after the fighting
stops.
We have consulted with Justice Arbour and begun planning for how we
could
facilitate access by Tribunal investigators to crime scenes in Kosovo.

The Tribunal now needs real-time support for its Kosovo investigations,
and
the United States is determined to give it. The world needs to know
exactly
what is happening there, and we are committed to helping discover it.
Milosevic's victims, and those everywhere who love justice, need to know
that
there will be no impunity for those who commit these heinous offenses.
And
we're committed to helping the Tribunal ensure that those responsible
are
held accountable.

Justice Arbour.

JUSTICE ARBOUR: Thank you. I don't have a statement. I think I'd rather
turn
to your questions, except to say that I've had very fruitful
discussions. We
had announced a few weeks ago that we now need unprecedented assistance,
in
order to respond to the kinds of allegations that are coming out of
Kosovo in
a time frame that will make our work relevant. The discussions I've had
in
Germany, in the United Kingdom, here, and that I hope to have in France
next
week, are very much a part of our effort to obtain this kind of
assistance.
I'm happy to say that the support that is promised to us is starting to
materialize, and I hope that it will permit us to face this massive flow
of
information and organize it in a coherent fashion that will allow us to
discharge our mandate in a real-time environment.

QUESTION: Did you discuss an indictment of Slobodan Milosevic, and did
you
discuss reports that Justice Arbour is planning to leave this position;
and
what is the US view of that?

SECRETARY ALBRIGHT: Well, obviously, the question of what is going to
happen
to Mr. Milosevic is a subject that is very much on our minds, and
Justice
Arbour knows what we have said both publicly and privately; that she and
the
Tribunal need to follow out the trail of evidence to its conclusion. We,
as I
said, are supportive of her efforts.

She and I did not personally discuss the subject of -- it is my
understanding. We talked about the challenge of the position. I was
there
when she was chosen as prosecutor, and I made very clear to her our
tremendous support for the work that she has done and will continue to
do.
She is a great public servant, and someone that the international
community
has the highest respect for.

JUSTICE ARBOUR: ...We are here, and elsewhere, to ensure that we get the
assistance to move the cases forward in that direction. Whether it
points to
any particular individual, I think the law is very clear: there is no
immunity before our Tribunal for heads of state. There's no immunity,
essentially, for any individual, both in a personal or a command
responsibility position. All our discussions take place in that
framework.

[Arbour used the word "partners" several times in the press conference.
Following are some choice:

'PARTNER' EXCERPTS

1 - Arbour: "We have long-standing relationships with [NATO] information
providers. We are now looking at trying to accelerate the flow of that
kind
of information and the quality of the product. Of course, we're doing so
at a
time where that the collection capacity of all these potential providers
is
taxed by the need for them to collect information relevant to their
efforts
in the region.

"So we are, of course, competing with other interests at a time when
we're
trying to get access for information for our purposes. It's a dialogue
and a
partnership that we have to maintain."

2- Arbour: "I can assure you that one of the main subjects of discussion
that
I raised -- not only here but in all the capitals that I visited
recently --
is the need for an immediate, very robust arrest initiative in
Bosnia.... I
believe that what will ...have a very immediate impact -- would be the
demonstration that we have the capacity to investigate and we have
partners
who have the political will and the operational skills to execute arrest
warrants even in hostile environments."

3 - Arbour: "There's no question that we would like to access the
largest
number of pieces [of information] and to have the capacity to process
this
information. As I said, I think we've now put in place mechanisms that
allow
us, in partnership with many others who are in the field in Albania and
in
Macedonia, to try to process refugee accounts and, from our point of
view,
select those who will provide the best base for a court case that will
be
reflective of the magnitude of what has transpired."

Further Reading:
1) "Reichstag Fire Trial, the Sequel," by Jared Israel. Biting account
of
Slobodan Milosevic's appearance the the 'Tribunal.'
http://emperors-clothes.com/milo/point1.htm

2) 'SZAMUELY'S LIST, PART 1 - 22 Reasons Why I Don't Want to be
Imprisoned by
the Hague Tribunal'
http://emperors-clothes.com/articles/szamuely/szam.htm

3) 'Back to the Dark Ages?' by Jared Israel at
http://emperors-clothes.com/articles/jared/bac.htm

4) 'Learning from the Inquisition,' by Prof. Kosta Cavoski at
http://emperors-clothes.com/articles/cavoski/c-4.htm

Thank you for reading Emperor's Clothes.

www.tenc.net

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Ai delegati del Partito Socialista della Serbia
riuniti per l'undicesimo anniversario della fondazione del partito

---

Italijanska Koordinacija za Jugoslaviju
(Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - CNJ)
pozdravlja delegate Socijalisticke Partije Srbije
(SPS) okupljene povodom jedanaeste
godisnjice formiranja njihove partije.

CNJ - koja okuplja desetine grupacija sa cele
italijanske teritorije, grupacija koje vec
godinama ucestvuju u akcijama solidarnosti
u korist jugoslovenskih radnika i u sirenju
kontroinformacija o ratu koji je pratio
razjedinjenje Socijalisticke Federativne Republike
Jugoslavije - je solidarna sa rukovodiocima i
aktivistima SPS-a i ohrabruje ih da u ovom, za
Srbiju i Jugoslaviju tako kriticnom trenutku,
ojacaju opoziciju procesu ekonomske
liberalizacije, politickog razbijanja i ponovne
vojne kolonizacije u toku.

SFRJ je bila neprevazidjen primer zajednickog
zivota naroda i kultura, postovanja socijalnih i
nacionalnih prava, nezavisnosti i prestiza na
internacionalnoj sceni.
Unistavanje sadasnje Savezne Republike Jugoslavije
ostvarilo bi reakcionarni i imperijalisticki nacrt
razjedinjavanja Balkana u mozaik malih nesuverenih
protektorata bez sredstava za samostalni razvoj,
koji bi se zasnivali na etnickim razlikama i samim
tim svojim stanovnicima ne bi mogli garantovati
ona prava koja u jednoj modernoj drzavi proizilaze
iz drzavljanstva. Za narode Balkana sloboda i
opstanak mogu se zasnivati samo na jedinstvu u
miru. To jos vise vazi za srpski narod, koji je
oduvek bio brojan i u susednim republikama.
Srbi su manje od bilo koga mogli biti zainteresovani
za razbijanje sopstvene drzave, i nije
slucajno sto su bas oni, zajedno sa svojim
socijalistickim bivsim predsednikom - danas
ilegalno zatvorenim u inostranstvu, zrtvom
jednog politickog procesa - bili glavna meta
kampanje za demonizaciju i stratesku dezinformaciju.

CNJ, nadajuci se da ce SPS i u buducnosti biti
oslonac jugoslovenskim patriotima u njihovoj
borbi za jedinstvo i nacionalnu slobodu, a protiv
agresije i strane kolonizacije, podseca na
upozorenje iz jugoslovenske himne:
"Proklet bio izdajica svoje domovine".

17 jul 2001

---

Il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia (CNJ)
saluta i delegati del Partito Socialista della
Serbia (SPS) riuniti in occasione dell'undicesimo
anniversario della fondazione del partito.

Il CNJ - che riunisce decine di realta' locali
sparse su tutto il territorio italiano, da anni
attive nella solidarieta' ai lavoratori jugoslavi
e nella controinformazione sulla guerra che ha
accompagnato lo squartamento della Repubblica
Federativa Socialista di Jugoslavia - solidarizza
ed incoraggia i dirigenti e la base militante
dell'SPS affinche' in questo momento cosi' critico
per la Serbia e per la Jugoslavia rafforzino
l'opposizione al processo di liberalizzazione
economica, frantumazione politica e ricolonizzazione
militare in atto.

La RFSJ era esempio insuperato di convivenza tra
genti e culture, di rispetto dei diritti sociali e
nazionali, di indipendenza e prestigio nello
scenario internazionale. Il paventato scioglimento
della attuale Repubblica Federale di Jugoslavia
porterebbe a compimento il disegno reazionario ed
imperialista di frantumazione dei Balcani in un
mosaico di piccoli protettorati senza sovranita' ne'
mezzi per uno sviluppo autonomo, fondati sulla
"differenza etnica" e dunque incapaci di garantire
ai loro abitanti quei diritti che in uno Stato moderno
derivano dalla cittadinanza. Per i popoli dei Balcani
non esiste liberta' ne' sopravvivenza possibile
se non in un quadro di pacifica unita'. Questo e'
ancora piu' vero per il popolo serbo, da sempre
massicciamente insediato anche nelle repubbliche
limitrofe alla Repubblica di Serbia. I serbi meno di
tutti avevano interesse alla frantumazione del loro
paese, e non e' un caso che proprio i serbi, ed il
loro ex-presidente socialista, oggi illegalmente
detenuto all'estero e vittima di un processo politico,
siano stati il bersaglio principale della campagna di
demonizzazione e disinformazione strategica.

Il CNJ, auspicando che l'SPS possa rimanere in futuro
un punto di riferimento per i patrioti jugoslavi nella
lotta per l'unita' e la liberta' nazionale contro
l'aggressione e la ricolonizzazione straniera, ricorda
il monito contenuto nelle parole dell'inno nazionale
jugoslavo: "Sia maledetto il traditore della propria
patria".

17 luglio 2001

---

> THE SOCIALIST PARTY OF SERBIA
>
> Head Committee
>
> Belgrade, July 8, 2001
>
> Telephone +381 11 3282 575, Fax +381 11 3282 491
>
> TO THE FRIENDLY POLITICAL PARTIES AND MOVEMENTS ABROAD
>
>
> Dear friends,
>
>
> The Socialist Party of Serbia will mark July 17, day of 11th
anniversary of its foundation, with various political and working
activities.
>
> The special session of the Head Committee is scheduled for July 17,
2001 and will be attended by abut 350 members of the Head Committee,
44 Federal and 37 Serbian MPs and also by heads of diplomatic missions
accredited in Belgrade.
>
> Political situation in Yugoslavia is indeed causing profound
concern, not only by members and sympathizers of SPS as a main
opposition party, but by great majority of citizens of Yugoslavia.
This is first of all because of recent abduction of the Federal
Republic of Yugoslavia and of Republic of Serbia Slobodan Milosevic,
actual president of the Socialist Party of Serbia, by unconstitutional
and unlawful decree of Serbian Government headed by Prime-Minister
Djindjic. Illegal handing over of Slobodan Milosevic to the so-called
"tribunal" in the Hague has been met by popular anger, as unique
precedent provoking unforeseeable consequences. It is understood to be
expression of the policy to cover-up the crimes against peace and
humanity committed by NATO leaders responsible for the aggression
against Yugoslavia, as well as by Albanian terrorists having acted in
alliance with NATO.
>
> Rapid worsening of socio-economic situation, widening of
unemployment, fall of production and spreading of poverty among
population is another reason of profound concern.
>
> Finally, resignation of Federal Government, the state crisis and
inability of the actual regime to fulfill any of promises eight months
after elections, make prospects unpredictable in many aspects. New
federal elections have become inevitable and elections on other levels
very probable before the end of this year.
>
> Having regard to all this, leadership of the Socialist Party of
Serbia would welcome messages of solidarity, moral and political
support in its continuous struggle for peace, preservation of the
Federal Republic of Yugoslavia as key factor of stability and
development in the region, as well as for freedom, social justice,
democracy and equality of individuals, peoples and states.
>
>
> With solidarity greetings,
>
> Vladimir Krsljanin, International Secretary
>
> To join or help this struggle, visit:
> http://www.sps.org.yu/ (official SPS website)
> http://www.belgrade-forum.org/ (forum for the world of equals)
> http://www.icdsm.org/ (the international committee to defend
Slobodan Milosevic)

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DJINDJIC HA PAURA DI PERDERE LA SUA CREDIBILITA'!?


"Quando ero all'opposizione, l'Unione Europea
ci promise tre miliardi di marchi in contanti per Milosevic.
Dove sono?"
"Io ammonisco seriamente l'Occidente. Se il mio governo
cade cio' costerebbe alla comunita' internazionale 10 milioni
di dollari."
Djindjic ha affermato che Belgrado si aspettava di ricevere
un primo versamento di 300 milioni di Euro entro agosto, ma di
avere scoperto che di questi 225 milioni di Euro dovranno servire
a ripagare i debiti...
"Sto perdendo la mia credibilita' e non posso piu' stabilizzare
il paese"

14 Jul 2001 15:14
Serb PM attacks West over aid delay-report

BERLIN, July 14 (Reuters) - Serbian Prime Minister
Zoran Djindjic has slammed the West for delaying the
aid it promised in return for the handover of ousted
leader Slobodan Milosevic to The Hague war crimes
court.
"We didn't make any conditions for the handover. We
wanted to show our goodwill to integrate into the
international community," Djindjic told Germany's Der
Spiegel weekly magazine in an interview due for
publication on Sunday.
"But I must admit that I am shocked about the farce of
the western aid which should amount to $1.3 billion,"
he said. "If we do not receive a financial injection
immediately, we will have demonstrations and unrest by
September at the latest."
Djindjic, a leading member of the Serbian reform bloc
that ousted Milosevic as Yugoslav president last year,
has come under heavy criticism from senior colleagues
and protesters in Belgrade for his covert handover of
Milosevic last month.
After Milosevic arrived in The Hague, Western
officials pledged $1.28 billion to help end
Yugoslavia's economic misery and rebuild a country
shattered by NATO's 1999 bombing campaign.
Djindjic said Belgrade had been expecting to receive a
first instalment of 300 million euros ($255 million)
by August, but had discovered that 225 million euros
of that would go towards paying off old debts, while
the remaining 75 million euros would only be
transferred in November at the earliest.
"That is like giving a seriously ill person medicine
when he is dead. Our crisis months are July, August,
September," Djindjic told the magazine.
Djindjic said support for Socialists and radicals
would increase without immediate financial transfers,
especially if Yugoslav President Vojislav Kostunica
kept raising doubts about whether the West would come
up with the cash.
"I am seriously warning the West. If my government
falls that would cost the international community $10
billion."
Djindjic warned of a possible takeover of the
government by radicals, a Socialist comeback and a new
Balkans crisis, which would end cooperation with The
Hague tribunal and create hundreds of thousands of
refugees.
"I am losing my credibility and cannot stabilise the
country anymore," he said. "What we need is sincere
help, not empty declarations of sympathy. When I was
in the opposition, the European Union promised us
three billion marks in cash for the fall of Milosevic.
Where is it?"

SERBIAN PREMIER SHOCKED WITH "WESTERN ASSISTANCE MOCKERY"

HAMBURG, July 14 (Tanjug) Serbian Premier Zoran Djindjic has
strongly condemned Western countries for their tardiness in sending the
pledged assistance to Yugoslavia and described this as a "mockery."
"We have made no conditions for Milosevic's extradition to the
International Criminal Tribunal (for the former Yugoslavia) in The
Hague.
We thus wanted to show our readiness to integrate in the international
community. However, I have to admit I am shocked with the mockery of
'Western assistance' which should total 1.3 billion dollars," Djindjic
said
in an interview, which will be published in the German weekly Der
Spiegel
on Monday.
"We were to receive the first tranche of 300 million euros in
August. All of a sudden, we receive announcements that 225 million euros
of
that amount will be withheld as debts partly originating from the Tito
era.
Twothirds of the amount thus represents default interest, because
Milosevic
refused to pay back loans for ten years," the Serbian premier said. The
earliest date for the payment of the remaining 75 million is November.
We
were told that these were currently the principles in the West. This is
tantamount to giving medication to a seriously ill person only after his
or
her death," Djindjic said.
"I am seriously warning the West. If my government falls, it
will
cost the international community 10 billion dollars. (...) I cannot
constantly talk about Western assistance to our people without seeing it
arrive. I am losing my credibility and can no longer stabilise the
country.
Why should I risk losing my family in a bomb attack, if everything is
brought into question here," Djindjic said.
"We need true help, not empty pledges of support. While I was
in
the opposition, the European Union promised to pay three billion German
marks in cash for Milosevic's overthrow. Where is this money now," the
Serbian premier wondered.

---

Questa lista e' curata da componenti del
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