Informazione

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91965589.shtml

JUGOSLAVIA: AL VIA DECRETO TPI,MILOSEVIC PRESTO ALL'AJA

(Di Beatrice Ottaviano e Dragan Petrovic)

(ANSA) - BELGRADO, 23 GIU - Saranno brevi i tempi per l'estradizione
all'Aja dell'ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic, grazie al
varo, oggi, di un decreto legge del governo federale per la piena
cooperazione con il Tpi, il Tribunale penale internazionale.
Lo ha promesso il vicepremier jugoslavo Miroljub Labus, sottolineando
che ''l'estradizione di chi e' gia' stato incriminato e' inevitabile'':
gli jugoslavi sarebbero 16, e accanto a Slobo figurano personaggi come
l'attuale presidente serbo Milan Milutinovic - il cui mandato scade a
fine anno -, l'ex vicepremier federale Nikola Sainovic, gli ex ministri
degli interni Vlajko Stojiljkovic e della difesa Dragoljub Ojdanic.
''Restate a Belgrado - ha consigliato Labus ai giornalisti stranieri
che chiedevano maggiori precisazioni sui tempi - abbiamo ottimi
alberghi''. Il premier serbo Zoran Djindjic ha parlato di 15-20 giorni
per espletare la procedura, che coinvolge governo federale, tribunale
di Belgrado, Corte suprema serba e governo repubblicano. Tutto cio'
dovrebbe bastare per soddisfare gli Stati Uniti, che sul problema della
cooperazione col Tpi avevano minacciato di boicottare una conferenza di
donatori in programma a Bruxelles il 29 giugno. Da essa Belgrado spera
di avere aiuti fin oltre un miliardo di dollari. Ma sul decreto, che
entrera' in vigore gia' da domani, il governo federale rischia la crisi
e il ricorso a nuove elezioni.
I sette ministri del Partito popolare socialista del Montenegro (Snp),
un tempo fedeli a Milosevic e ora in coalizione con i democratici serbi
del Dos, hanno boicottato la riunione odierna, consegnando i propri
mandati alla direzione del Partito, che decidera' forse gia' lunedi' se
ritirare i suoi uomini dall'esecutivo. Il Snp potrebbe in teoria
formare una nuova maggioranza con gli antichi alleati, il Partito
socialista serbo (Sps), gli ultranazionalisti del Partito radicale di
Vojislav Seselj e la Sinistra jugoslava (Jul) della ex first lady Mira
Markovic. Ma la nomina di un nuovo premier spetta al presidente
federale, il democratico Vojislav Kostunica, e se l'attuale governo
cadra', le elezioni saranno difficilmente evitabili. L'Snp e' in una
posizione difficile: il suo acerrimo avversario, il presidente
montenegrino Milo Djukanovic, si e' fatto meno insistente sulle istanze
indipendentiste dopo gli ambigui risultati delle elezioni legislative
di aprile a Podgorica. Secondo il quotidiano 'Politika', avrebbe
presentato alla Serbia proposte piu' moderate delle precedenti per il
mantenimento della Federazione jugoslava. Se Djukanovic decidesse di
non boicottare nuove elezioni federali, come aveva fatto nel settembre
del 2000 regalando ai socialisti tutti i seggi montenegrini del
Parlamento jugoslavo, i democratici di Podgorica e di Belgrado
potrebbero creare assieme una maggioranza ben piu' omogenea di quella
attuale. (...)

> http://wwwext.ansa.it/balcani/jugoslavia/jugoslavia.shtml

Pianeta Balcani: Jugoslavia

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MILOSEVIC: SPS PREANNUNCIA RICORSO A CORTE COSTITUZIONALE

23-06-2001 19:25
JUGOSLAVIA: TPI, ORA VOGLIAMO PASSI CONCRETI

23-06-2001 19:19
JUGOSLAVIA: AL VIA DECRETO TPI,MILOSEVIC PRESTO ALL'AJA

23-06-2001 17:28
MILOSEVIC: ESTRADIZIONE IN TEMPI BREVI, VICEPREMIER LABUS

23-06-2001 16:34
JUGOSLAVIA: DECRETO SU TPI, PROTESTA SEGUACI MILOSEVIC

23-06-2001 16:04
JUGOSLAVIA: TPI, GOVERNO VARA DECRETO COLLABORAZIONE (2)

23-06-2001 15:58
+++ JUGOSLAVIA: TPI, GOVERNO VARA DECRETO COLLABORAZIONE +++

23-06-2001 12:26
JUGOSLAVIA: TPI, OGGI DECRETO GOVERNO, MONTENEGRINI ASSENTI

22-06-2001 16:52
MONTENEGRO: DJUKANOVIC SI APPELLA A BERLUSCONI, CORREGGA ERRORI
PRECEDENTE GOVERNO

22-06-2001 14:29
JUGOSLAVIA: DONATORI; UE, GLI USA PARTECIPERANNO

22-06-2001 13:28
JUGOSLAVIA: TPI, GOVERNO VARERA' DECRETO LEGGE COOPERAZIONE

22-06-2001 03:32
JUGOSLAVIA: MALTEMPO; PIOGGE TORRENZIALI,TRASFERITI DETENUTI

22-06-2001 02:34
JUGOSLAVIA: MILOSEVIC, AVVOCATI PRONTI A CAUZIONE 250 MLD

22-06-2001 01:20
JUGOSLAVIA: TPI, DEL PONTE CHIEDE PRESSIONE SU BELGRADO

21-06-2001 19:58
JUGOSLAVIA: TPI, FALLITI NEGOZIATI SU LEGGE DI COOPERAZIONE

21-06-2001 18:50
JUGOSLAVIA: MILOSEVIC, PARLA L'UOMO COSTRETTO A TRASPORTARE CAMION DI
CADAVERI DAL KOSOVO

21-06-2001 13:20
JUGOSLAVIA: TPI,SCARICABARILE PER EVITARE CRISI GOVERNO

21-06-2001 13:18
JUGOSLAVIA: TPI, PROROGATO TERMINE PER TRATTATIVE SU LEGGE

20-06-2001 21:47
JUGOSLAVIA: TPI, PROROGATO TERMINE PER TRATTATIVE SU LEGGE

20-06-2001 18:16
JUGOSLAVIA: TPI,SCARICABARILE PER EVITARE CRISI GOVERNO/ANSA

20-06-2001 15:45
JUGOSLAVIA: TPI;LEGGE ESTRADIZIONE VERRA' RITIRATA,KOSTUNICA

20-06-2001 14:53
JUGOSLAVIA: CHIESTO RINVIO CONFERENZA DONATORI BRUXELLES

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01-06-2001 15:31
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01-06-2001 13:06
KOSOVO: PARLAMENTO SERBO RESPINGE QUADRO ISTITUZIONALE ONU

31-05-2001 17:02
SERBIA SUD: ANCHE MANO ITALIANA DIETRO PACE / ANSA

31-05-2001 13:25
SERBIA SUD: FORZE JUGOSLAVE COMPLETANO RIENTRO

31-05-2001 10:46
SERBIA SUD: FORZE JUGOSLAVE ENTRANO IN ULTIMA ZONA FASCIA

30-05-2001 15:50
KOSOVO: CADAVERI DANUBIO; CASO NON ISOLATO, MINISTRO SERBO

30-05-2001 15:07
NATO: JUGOSLAVIA CHIEDE DI ENTRARE IN PARTENARIATO PACE

30-05-2001 11:41
NATO: MINISTRO ESTERI JUGOSLAVIA A VERTICE BUDAPEST

30-05-2001 00:43
MONTENEGRO: GOVERNO, INCARICO A PREMIER USCENTE VUJANOVIC

29-05-2001 13:27
GOVERNO NON TROVA INTESA SU LEGGE ESTRADIZIONE

28-05-2001 13:38
SERBIA SUD: PRIME PATTUGLIE MISTE CONTROLLANO ZONE

28-05-2001 13:37
SERBIA SUD: PRIME PATTUGLIE MISTE CONTROLLANO ZONE

27-05-2001 16:55
SERBIA SUD: BAMBINO ALBANESE MUORE IN ESPLOSIONE MINA

26-05-2001 12:59
SERBIA SUD: SI CONSEGNA A KFOR COMANDANTE GUERRIGLIA (2)

26-05-2001 11:59
+++ SERBIA SUD: SI CONSEGNA A KFOR COMANDANTE GUERRIGLIA +++

25-05-2001 19:35
SERBIA SUD: FOLLA IMPONENTE A FUNERALI 'COMANDANTE LLASHI'

25-05-2001 18:59
EX JUGOSLAVIA: CINQUE STATI SE NE DIVIDONO L'EREDITA'

25-05-2001 18:21
EX JUGOSLAVIA: BUSH PROLUNGA SANZIONI CONTRO LEADER SERBI

25-05-2001 13:48
SERBIA SUD:CAPO ALBANESE UCCISO IN SCONTRO CON SOLDATI,COVIC

25-05-2001 13:42
KOSOVO: MILOSEVIC ORDINO' OCCULTARE CADAVERI DANUBIO,POLIZIA

25-05-2001 13:10
CROAZIA-JUGOSLAVIA: RAPPORTI MIGLIORATI,PRESTO NUOVI ACCORDI

24-05-2001 22:05
SERBIA SUD: GUERRIGLIERO ALBANESE UCCISO, SCAMBI ACCUSE

24-05-2001 20:51
SERBIA SUD: TRUPPE BELGRADO TORNANO IN FASCIA SICUREZZA/ANSA

24-05-2001 20:35
JUGOSLAVIA: NO MILOSEVIC A VISITA COMITATO DIRITTI UMANI

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Data: 23/06/2001 22:08
Da: "Vladimir Krsljanin"
Oggetto: Proclamation of the Socialist Party of Serbia against the
treason and capitulation

PROCLAMATION OF THE SOCIALIST PARTY OF SERBIA

Respected citizens!


An attempt of treason and shameful capitulation of the country is going
on! The decree by which members of DOS politburo in Federal Government
have accepted extradition of our citizens to the Hague Tribunal is an
unprecedented anticonstitutional and antipopular act that puts under
the question survival of the federal state, our freedom and sovereignty.

This unprecedented decision has been prepared and followed by a series
of lies and manipulations such as: alleged commitments accepted in
Dayton, alleged unity of the international community, alleged prospects
of our better treatment in donors' conferences... They've been telling
us about forgiving of the interests grown during the period of embargo
and aggression, but they haven't been telling that we shall pay many
times more by loosing the right for war reparations, by paying
compensations to Bosnia and Croatia and by selling out our economy.

The real aim of this in the world history unprecedented decision is the
amnesty of NATO criminals and imposing the collective guilt to the
Serbian people for all past and future sufferings in the region. So
that the Serbian people loses all prospectives and become an object of
mass deportations to foreign political judges financed by Soros and
American agencies.

DOS just destroyed the Federal Government. Due to resistance in
Montenegro, they want to destroy the Federal State as well. They are
attacking the Yugoslav Army.

The Presidents of Yugoslavia and Serbia are not only failing to protect
the constitutional order, but are also becoming a cover for its
undermining. DOS blackmails and misuses judiciary. The economic system
has been fallen and poverty becomes massive. Education, health-care,
culture are humiliated. The country drowns hopelessly deep.


Respected citizens,


Say decisively NO to the traitors of the people and the country! Say NO
to the ones ready to sell the Serbian soul and honor for a handful of
dollars!

The people that deserved admiration of the world for its heroism can
not accept the major humiliation! The Serbian people will never
recognize their capitulation!

Let us unite to protect democracy, sovereignty and constitutional
order! Let us protect Slobodan Milosevic and each citizen of this
country!


Belgrade, June 23, 2001


THE SOCIALIST PARTY OF SERBIA

Head Committee

Belgrade, June 23, 2001

THE STATEMENT


The Executive Committee of the Socialist Party of Serbia warns that the
decision of the DOS Politburo to adopt the federal decree about
extradition of Yugoslav citizens to the Hague Tribunal represents a
most severe violation of the Constitution and paves the way for
imposition of the martial law in the country.

Since the DOS regime have failed in the attempt to pass the
anticonstitutional law, they decided to adopt a decree which in its
essence abolishes the multiparty parliamentary system.

It is now obvious that DOS takes control over the state by decrees and
that there is nothing left of the rule of law. The Federal Government
is not working. The Presidents of Yugoslavia and Serbia who are obliged
to protect the Constitution as well as interests and dignity of the
people and the country are not reacting to the major violation of the
Constitution and even more, they are becoming a coverage for the policy
that produces serious harms to the country and the people. The
interests of the people can not be subordinated to anyone's personal,
leaders' or political ambitions. No one has right to violate the
Constitution which forbids extradition of our citizens, nor can accept
commitments in contradiction with the interests of the people.

No one has right to diminish and insult the thousands of victims of the
NATO aggression, nor to forgive the mass destruction and amnesty the
ones responsible for the crimes against the peace and humanity. The aim
of the DOS decree is, by the surrender of our citizens, to impose the
collective guilt to the Serbian people for everything that happened in
the past. The actions of DOS and of the Soros representatives in the
Federal Government are unprecedented in the world history. To all those
who are taking part in it or are agreeing with it must be clear that
they are bearing the responsibility for the unforeseeable consequences.
Since they act contrary to the Constitution and to their powers - both
they and the so-called International Community must know that Serbian
people and our citizens will never recognize such acts.

The leadership of the Socialist Party of Serbia, on behalf of the
highest Party organs and on behalf of the Parliamentary Groups in
Federal and Serbian Assemblies, have sent a letter to the president of
the Federal Republic of Yugoslavia Vojislav Kostunica, demanding that
violation of the Constitution must be stopped, as well as the system of
capitulation derived from the anticonstitutional decree on extradition.





THE SOCIALIST PARTY OF SERBIA

Belgrade, June 23, 2001

THE STATEMENT


The Socialist Party of Serbia underlines that by the today's DOS decree
an unprecedented coup has been performed against the constitutional
order of the country and constitutional protection of all citizens of
the Federal Republic of Yugoslavia, and in the first place of the
defenders of the fatherland, has been abolished.

The Socialist Party of Serbia as the major opposition party considers
this as an disgraceful fraud of the people, who will never recognize
such an act.

The Socialist Party of Serbia decided to send immediately an appeal to
the Federal Constitutional Court to judge the legality of the decree of
the DOS part of the Federal Government.

The Socialist Party of Serbia expects that the Federal Constitutional
Court will:


1. Declare the decree of the DOS part of the Federal Government
unconstitutional, since the Constitution of the Federal Republic of
Yugoslavia and the Constitution of the Republic of Serbia explicitly
forbid the extradition of their citizens;


2. Prevent immediately the implementation of any individual act or
action that might be based on that unconstitutional decree, since it
can make irreversible harmful consequences for the interests of the
people and state, until the final decision will be made.


To join or help this struggle, visit:
http://www.sps.org.yu/ (official SPS website)
http://www.belgrade-forum.org/ (forum for the world of equals)
http://www.icdsm.org/ (the international committee to defend Slobodan
Milosevic)

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Dear John (and other foreign correspondents), due to an
incredible amount of commitments, among other travels my
evidence in Derry, Northern Ireland, to the Inquiry on Bloody
Sunday, I don't have the time to translate this report on my
visit to Belgrade in mid-June. I hope you can manage. The
report provides an exhaustive report on the present
situation, the works of the International Committe for the
Defence of Slobodan Milosevic, the mass-rally on Saturday 16
June, the conditions of Slobodan Milosevic, the prospects for
his extradition to the The Hague Tribunal.

Cheers, Fulvio.

DA FULVIO GRIMALDI

Riunione a Belgrado del Comitato Internazionale di Difesa di
Slobodan Milosevic. Nuove iniziative e mobilitazioni del
Partito Socialista Serbo.

Situazione politica, sociale, economica in Jugoslavia al 20
giugno 2001

Tasso di disoccupazione 60%. Tasso d'inflazione dall'ottobre
scorso 85%, con un salto del 18% nell'ultimo mese. Lavorano a
tempo pieno, perlopiu' nell'edilizia, solo 850.000 operai.
L'industria lavora al 10% della sua capacita'. Quasi tutti i
salari arrivano con due, tre mesi di ritardo. Lo stipendio
medio e' di 100DM, sufficienti per comprare mezzo paio di
scarpe. Mancano spesso i generi di prima necessita'. Tagli
della corrente elettrica di sette ore ogni 24. La maggioranza
dei raccolti sono falliti per mancanza di fertilizzanti e
anticrittogamici e per la mancata bonifica dei campi
costellato di bombe a grappolo.Fame diffusa. Negli ultimi
due mesi le bollette di luce, gas, telefono sono aumentate
del 16%. Ai disoccupati arriva un sussidio di 13 DM. Sono
stati aboliti i buoni-cibo. Viene richiesto l'arretrato delle
bollette che, durante il governo di Milosevic non era stato
esatto. Il governo jugoslavo ha approvato un disegno di legge
per la cooperazione con il Tribunale dell'Aja che stenta a
passare in parlamento per l'opposizione del SNP (Partito
Socialista Montenegro), membro della coalizione DOS.
Djindjic, premier serbo, capo della DOS, rinnegato al
servizio della Germania prima e degli USA oggi, "ordinando"
al parlamento di approvare la legge, ha dichiarato che
l'alternativa sarebbe "il disastro", cioe' la negazione dei
prestiti-capestro dei club di Londra e Parigi, del FMI e di
altri creditori. Kostunica ha dato il suo assenso alla
modifica della costituzione determinata da questa legge. Si
cerca di evitare la necessita' di modificare la Costituzione
affermando che essa vieta l'estradizione di cittadini
jugoslavi a stati stranieri, non a organizzazioni o organismi
(che al tempo della redazione della costituzione ovviamente
non esistevano). Nell'ipotesi peggiore, il permier serbo
Djindjic ipotizza la dissoluzione del governo federale e,
dunque della federazione. La costituzione verrebbe cosi'
abolita e l'ostacolo superato. La Serbia, separata dal
Montenegro, come auspicano gli USA, potrebbe da sola decidere
l'estradizione. In Bulgaria, ci ha detto il prof. Velko
Valkanov, copresidente del Comitato, parlamentare bulgaro e
presidente dell'Unione antifascista bulgara, si sta
costruendo una prigione che dovrebbe ospitare coloro che, su
ordine del Tribunale dell'Aja, si riuscira' ad arrestare e
condannare.

Per superare questo impasse e premere sugli oppositori e
dubbiosi e' in questi giorni a Belgrado la procuratrice
dell'Aja, Carla del Ponte. Putin, durante una breve visita a
Belgrado domenica scorsa, non si e' pronunciato
sull'estradizione di Milosevic e sul Tribunale dell'Aja (di
cui, del resto Mosca ha gia' chiesto lo scioglimento per
evidente illegalita' e parzialita'), ma ha nuovamente
condannato i bombardamenti Nato e la protezione fornita dalla
KFOR ai pulitori etnici albanesi in Kosovo, ora all'opera in
Macedonia. A luglio si svolgera' la Conferenza dei "donatori"
che dovrebbe prendere in esame una ricostruzione jugoslava
oggi totalmente ferma dopo che durante il precedente governo,
in un solo anno, la Jugoslavia aveva ricostruito oltre meta'
delle sue infrastrutture in pieno regime di sanzioni.

Finora alla Jugoslavia il FMI ha concesso un prestito di 150
milioni di dollari. Questo e' servito per ripagare un
prestito ottenuto da banche svizzere e norvegesi, a sua volta
erogato perche' la Jugoslavia potesse ripagare un debito di
tale ammontare allo stesso FMI.

Continuano le partite di giro chiamate "aiuti".
Implicitamente si preme per la totale subordinazione di
Belgrado all'Aja, per la consegna di Milosevic e per il
rapido avvio delle privatizzazioni di tutte le maggiori
industrie dello Stato. Condizione per i prestiti: che i
lavori di ricostruzione siano affidate a imprese straniere e
che le aziende dismesse siano cedute a prezzi infimi alle
multinazionali. Queste, se competitive nei confronti di
aziende occidentali, verranno chiuse. E' successo, tra tanti
altri esempi, alla Light Bulb, grande fabbrica elettrica di
stato ungherese, acquistata per pochi soldi dalla General
Electric americana. La stessa ricetta shock inflitta, con i
noti risultati, a Polonia, Ucraina, Bulgaria, Romania, ecc.

In tutto il paese si susseguono scioperi, perlopiu' nel
settore del pubblico impiego, mentre le maggiori fabbriche, a
partire dalla Zastava, pur in buona parte ricostruite sotto
il precedente governo, sono ferme e sono in corso trattative
per la vendita. Gli operai ricevono 13 DM al mese e devono,
per sopravvivere, arrangiarsi facendo i braccianti nelle
aziende agricole dei dintorni.

Tre milioni su dieci sono oggi sotto il livello della
poverta' e non riescono a sfamarsi. Ignote, perche' celate
dal governo, nonostante organismi indipendenti ed enti locali
abbiano fatto ricerche che hanno prodotto risultati
drammatici, le condizioni di una popolazione tutta
contaminata dall'inquinamento chimico e radioattivo prodotto
dai bombardamenti.

L'istituto d'igiene del lavoro a Pancevo (120.000 abitanti)
ha registrato 8000 nuovi casi di cancro dalla fine dei
bombardamenti, solo tra la popolazione femminile. Dati
analoghi sono diffusi, ma non pubblicizzati dai media e dalle
istituzioni, da organismi sanitari e scientifici di varie
citta'. Assolutamente nulla viene fatto perche' la
popolazione sia informata o curata. Dall'estero non sono
arrivati neppure gli apparecchi di misurazione delle
contaminazioni da tempo richieste dai laboratori jugoslavi.
Dopo i primi due provvedimenti legislativi presi dal governo
al suo insediamento - amnistia e restituzione dei beni
all'ex-re di Jugoslavia e amnistia, su ordine Nato, dei
terroristi albanesi processati e condannati, accompagnata
dall'arresto di Milosevic e di 250 dirigenti e militanti del
Partito Socialista - viene ora avviata la privatizzazione dei
servizi pubblici, gia' prevista dal programma elettorale di
Kostunica e a me da lui confermata in un'intervista, a
partire da istruzione e sanita'. Le rette universitarie sono
state quadruplicate (per Giurisprudenza da 300 a 1200 DM, ed
e' la retta piu' bassa) e per le scuole superiori e' stata
introdotta una "partecipazione" finanziaria delle famiglie.
La Jugoslavia, come Iraq, Cuba, Vietnam e altri stati vittime
di aggressioni USA o Nato, garantiva l'assoluta gratuiticita'
di pubblica istruzione e sanita' a ogni grado e livello.
Nelle presenti condizioni del paese, questi costi
significheranno l'espulsione dal sistema sanitario e
scolastico superiore di almeno il 50% della popolazione.

Dopo quasi tre mesi di detenzione, prolungata due volte oltre
i tempi stabiliti, e' terminata l'inchiesta che avrebbe
dovuto appurare le responsabilita' di Slobodan Milosevic per
quanto attiene a "abusi di potere". Specificamente gli era
stato imputato di aver ordinato a un ministro e al direttore
delle dogane di stornare fondi verso destinazioni ignote.
Dopo aver ascoltato centinaia di testimoni, gli inquirenti
non sono riusciti a trovare una sola prova a carico di
Milosevic. E' probabile che ora, su suggerimento di Carla del
Ponte, verranno sollevate nuove accuse, anche se, per legge,
l'ex-presidente dovrebbe essere scarcerato. Lo stesso giudice
inquirente e il presidente del Tribunale hanno confessato
all'avvocato Christopher Black (titolare del piu' grande
studio legale canadese e membro del Comitato Internazionale
di Difesa di Milosevic) che non vedono piu' motivi per tenere
in prigione Milosevic e, in privato, hanno ammesso che lo
scarcererebbero se non fossero a rischio le loro future
carriere e, forse, qualcos'altro.

Il Comitato Internazionale di Difesa di Slobodan Milosevic si
e' recato in carcere ed ha incontrato l'ex-presidente. Erano
presenti due militari che hanno preteso la traduzione della
conversazione svoltasi in inglese. Milosevic e' apparso in
buona forma, soprattutto psichica e, all'apparenza, anche
fisica. Se ne poteva constatare un'irritazione cutanea tra
fronte e naso, dovuta secondi i medici alla tensione
psicologica. Soprattutto si e' mostrato combattivo e
estremamente determinato a proseguire la lotta contro la
persecuzione giudiziaria di cui e' vittima, al pari di tutto
il paese. Milosevic si rende perfettamente conto che
l'accanimento giudiziario contro di lui e l'eventuale
estradizione all'Aja puntano alla distruzione definitiva di
una sovranita' anche solo formale dello stato jugoslavo e,
nell'immediato, a responsabilizzare l'intero popolo serbo,
che lo aveva eletto per ben tre volte, per i crimini commessi
dalla Nato. E' probabile che si vorra' arrivare non solo alla
rinuncia da parte jugoslava di ogni risarcimento di danni di
guerra, ha detto Milosevic, ma addirittura alla richiesta a
Belgrado di pagare ai paesi Nato i costi delle distruzioni e
delle operazioni. Cosi' fu fatto col Vietnam quando gli USA;
con il ricatto di un embargo genocida, pretesero dal Vietnam
di pagargli anche le spese incorse dal governo fantoccio di
Saigon per armarsi contro il proprio paese.

Quanto allo stato di salute di Milosevic e al trattamento
riservatogli, l'ex-presidente ci ha detto di aver fermamente
respinto una recente offerta dei suoi carcerieri di curarlo
per via intravenosa. Ci si rende facilmente conto,
nell'Italia dei caffe' al cianuro, cosa questo potrebbe
comportare. Le patologie di Milosevic mi sono state
illustrate dalla squadra di legali (10 studi con 50 avvocati,
tutti volontari) che assistono l'ex-presidente (e tuttora
presidente del Partito Socialista Serbo), capeggiati dal
principe del Foro Toma Fila. Secondo Fila, si cerca di
uccidere il detenuto per superare lo scoglio
dell'estradizione ostacolata. Milosevic ha subito un infarto
(ischemia acuta) a meta' maggio e soffre di forte
ipertensione, probabilmente causata dallo stress, del quale
danno indicazione anche da una forma di dermatite rilevate
sul suo viso. Dopo una lunga discussione tra Milosevic e i
suoi carcerieri, l'ex-presidente e' stato portato
all'Ospedale Militare, attrezzato con un reparto cardiaco
altamente specializzato, da lui preferito all'infida clinica
privata che gli volevano imporre. L'ECG e' risultato
fortemente alterato e, dopo una coronarografia, anziche'
essere ricoverato in animazione, come richiesto dai sanitari,
e' stato subito ricondotto in prigione. Nelle sue condizioni
un nuovo, fatale infarto e' altamente probabile. Questa
diagnosi e' stata firmata da 19 medici indipendenti, insieme
a un appello all'OSCE per il ricovero immediato di Milosevic
, in clinica o nella sua abitazione. Contro il presunto
pericolo di fuga (quello di influenzare i testimoni e' stato
superato dalla deposizione di tutti i testimoni convocati),
gli avvocati di Milosevic hanno offerto come cauzione la sua
residenza. Al Tribunale non e' bastato. Non sono bastate
neppure le abitazioni e i patrimoni di tutti i dirigenti e di
molti militanti del PSS offerti in cauzione.

L'ICDSM (Comitato Internazionale di Difesa di Slobodan
Milosevic) si e' riunito nei giorni 16, 17 e 18 giugno e, al
termine, ha denunciato in una conferenza stampa le violazioni
giuridiche e il degrado politico e morale impliciti nelle
manovre per l'estradizione di Milosevic e di molti altri
dirigenti serbi, le violazioni delle norme sanitarie a sua
protezione, la continua repressione e persecuzione esercitata
dal governo e dalle sue bande di teppisti nei confronti di
esponenti del precedente assetto istituzionale e di centinaia
di semplici funzionari e dirigenti d'impresa senza qualifica
politica, ma le cui posizioni sono ambite da esponenti DOS,
nonche' le procedure di strangolamento messe in atto dalle
istituzioni finanziarie internazionali per distruggere del
tutto l'economia jugoslava.

L'ICDSM e' stato fondato a Berlino, il 24 marzo scorso,
durante il primo Forum Europeo della Pace. I suoi esponenti
provengono da 20 paesi e sostegno alle sue attivita' e' stato
offerto da 600 personalita' accademiche, politiche, culturali
e giuridiche di oltre 30 paesi, tra i quali nomi prestigiosi
come il commediografo britannico Harold Pinter, 98 deputati
su 130 della Camera Alta russa, William Spring presidente di
"Cristiani contro la Nato" (Londra), il poeta greco Georgios
Kakudilis, i dirigenti del Partito Comunista e del Partito
dei contadini ucraini, dirigenti dell'International Action
Center (N.Y.) di Ramsey Clark. E'presieduto da Ramsey Clark e
Velko Valkanov (parlamentare bulgaro, presidente dell'Unione
Antifascista). Vicepresidenti sono Fulvio Grimaldi (Tribunale
Ramsey Clark, Italia e PRC), Jared Israel (giornalista USA),
Sergei Dovgan (Presidente del Partito dei Contadini di
Ucraina), Liana Kaneli (deputato indipendente per il Partito
Comunista Greco).

Al termine dei lavori che, visto che tutte le sedi nazionali
e molte locali sono state sottratte al PSS, si sono svolti
nella sede cittadina del Partito Socialista Serbo
(interamente rinnovato e ringiovanito nella direzione,
presidente ad interim l'ex-ministro degli esteri Zivadin
Jovanovic, con l'esclusione spontanea o forzata di tutti gli
elementi opportunisti), un edificio parzialmente restaurato
dopoche' i teppisti del golpe lo avevano demolito,
saccheggiato e incendiato, sono stati diffusi alcuni
documenti. Uno di questi riassume le conclusioni di
Christopher Black, responsabile del team di giuristi
internazionali che controllano la procedura messa in atto a
Belgrado (e nel quale sarebbe auspicabile ed urgente che
entrassero altri avvocati stranieri con possibilita' di
recarsi per brevi periodi a Belgrado). Black, incontrati i
magistrati inquirenti e i legali di Milosevic, ribadisce che
non vi e' piu' nessun elemento che possa giustificare la
continuata detenzione del prigioniero. L'avvocato canadese ha
sottolineato il carattere tutto politico di quanto viene
inflitto a Milosevic, motivato:

1) dalla sua decennale resistenza alla Nato e ai diktat
imperialistici;

2) dalla sua posizione di presidente del PSS, unico partito
di opposizione in Serbia e nella Federazione;

3) dal diktat USA la cui data ultimativa per l'arresto, 31
marzo, e' stata disciplinatamente osservata dai quisling di
Belgrado;

4) dalle costanti pressioni del Tribunale dell'Aja, un
tribunale del tutto illegittimo perche' nominato dal
Consiglio di Sicurezza al quale la Carta del'ONU non
conferisce tale diritto, e non in base a un trattato
ratificato dai paesi interessati;

5) da USA, organismi finanziari internazionali e paesi
creditori che rinnovano il ricatto della negazione di
prestiti e intanto mantengono in vigore le sanzioni del 1993
e del 1999;

6) dalla necessita' di distruggere, eliminando il massimo
punto di riferimento, tutte le forze jugoslave che difendono
la sovranita' nazionale.

Black ha poi denunciato il carattere illegittimo poiche'
retroattivo di un eventuale provvedimento legislativo per
l'estradizione e ha rivelato particolari relativi all'arresto
di Milosevic (che non ha mai voluto sottrarsi fuggendo, pur
consapevole di quanto si stava per verificare)il 31 marzo
scorso, poche ore dopo il mio lungo colloquio con lui. Il
primo tentativo di arresto e' stato compiuto da una banda di
uomini mascherati che sono stati respinti dalle guardie e
dalla folla che circondava la residenza. Si voleva effettuare
un rapimento, come gia' successo per dirigenti serbi nella
Repubblica Serpska. Nelle vicinanze della residenza era
pronto un elicottero che avrebbe dovuto trasportare
l'ex-presidente all'appuntamento con gli scherani dell'Aja.
Fallito questo tentativo, nelle trattative successive e'
entrato Kostunica (assente dal paese al momento del tentato
sequestro), che ha accettato la consegna di Milosevic a
reparti ufficiali di polizia, alla presenza dei suoi amici
politici. Le armi trovate nella residenza di Milosevic
appartenevano al reparto dell'Esercito ufficialmente
incaricato della sua protezione. Infine, Black ha ribadito
che, dopo centinaia di interrogatori, non una sola prova e'
emersa che giustificasse l'accusa di "abuso di potere". In
compenso il viceministro della giustizia, Sarkic, non ha
esitato a rivelarci le sue motivazioni personali: "Anni fa,
ero magistrato, Milosevic mi sospese per 4 mesi dalla
professione . Capirete che non ho gradito e che questo pesa.
Eppoi non ho simpatie per socialisti e comunisti. Molti di
noi vorrebbero vederli tutti appesi a un lampione. Cio' non
toglie che, dal punto di vista giuridico, non vi e' al
momento alcun motivo per temere Milosevic in carcere." I
magistrati inquirenti lavorano in questa atmosfera. Uno di
loro ha candidamente ammesso: "Io voglio fare l'avvocato. Ma
qui, per fare quel mestiere, devi prima fare cinque anni il
magistrato. Se io non mi piego alle pressioni che mi vengono
dall'alto, posso dare l'addio al mio futuro professionale."

A cio' Toma Fida e gli altri legali del detenuto hanno
aggiunto la denuncia della montatura circa gli 85 corpi
ritrovati nel Danubio, chiusi in un camion che, su ordine di
Milosevic non suffragato da alcun documento o testimonianza,
sarebbe stato fatto sprofondare nel fiume nel 1999. La
scoperta sarebbe stata fatta da un subacqueo dilettante che
avrebbe scoperto il camion a una profondita' di 30 metri,
allorche' la visibilita' in quelle acque non supera un metro.
Quei corpi sarebbero stati poi seppelliti nella fossa comune
scoperta nelle vicinanze dell'aeroporto militare di Belgrado,
dove i media occidentali avrebbero denunciato la presenza di
ben 800 corpi, per poi tacersi del tutto. Il ricordo va a
Timisoara, dove al tempo della satanizzazione di Ceausescu,
la stampa mondiale "trovo'" 2000 "vittime del dittatore", che
risultarono poi corpi giustapposti, sottratti dall'obitorio e
da un vicino cimitero. Scopo evidente: riesumare la montatura
delle famigerate fosse comuni, nessuna delle quali, dopo aver
scavato in mezzo Kosovo, ha potuto essere trovata (tranne
una, con 136 corpi serbi). Il PSS chiede ora che sui corpi
ritrovati si effettui l'esame del DNA e lo si confronti con
quello dei famigliari di 1300 serbi scomparsi, nonche' dei
famigliari di albanesi denunciati come scomparsi. Si
ricordera' che la cifra ufficiale sulle vittime del Kosovo e'
di 3000, di cui 1300 serbi uccisi e altrettanti scomparsi.

Questo, dopo una guerra tra esercito e separatisti e 78
giorni di bombardamenti Nato. L'ICDSM ha anche redatto un
documento sugli avvenimenti in Macedonia, visti come la
continuazione dell'aggressione Nato ai Balcani con l'utilizzo
come fanteria delle bande terroristiche UCK, istigate ed
armate dagli USA e dalle sue agenzie militari, come lo sono
anche le forze armate macedoni. Lo scopo evidente e'
frammentare ulteriormente la regione per creare una serie di
mininarcostati, affidati al controllo militare USA (in netta
contraddizione con gli interessi europei) e alla criminalita'
organizzata albanese. Si ripete il modello Kosovo. Con
l'obiettivo della Grande Albania, inizialmente portata avanti
da Mussolini e Hitler con la cacciata di decine di migliaia
di serbi dal Kosovo, si utilizzano le bande UCK per
disintegrare la Macedonia con il pretesto dei diritti civili
da riconoscere alla minoranza (20%) albanese e che, peraltro,
in Macedonia sono largamente riconosciuti (come lo erano da
parte di Belgrado in Kosovo). E' iniziata la costruzione del
corridoio 8 in partenza dal Mar Nero in Bulgaria e che,
attraversata Serbia meridionale e Macedonia settentrionale,
deve arrivare sull'Adriatico in Albania. Un corridoio che
taglia fuori dai rifornimenti energetici l'Europa e di cui
gli USA vogliono garantirsi, attraverso lo smantellamento di
autorita' statali nazionali, l'assoluto controllo.

L'attacco alla Macedonia, in partenza dal Kosovo controllato
da 50.000 militari Nato e condotto con armi pesanti fornite
dagli USA, dimostra che nessuna subordinazione alla Nato
protegge un paese dal terrorismo grandalbanese organizzato
dalla Nato. Il governo macedone ha eseguito tutti gli ordini
della Nato. Ha accettato l'associazione alla Nato tramite la
"Partnership for Peace" (fase che precede l'ingresso vero e
proprio, cui anela anche Djindjic), ha accettato truppe Nato
sul proprio territorio, ha chiesto di entrare a far parte
dell'UE, ha consentito alla Nato di utilizzare il proprio
territorio per condurre attacchi contro l'amica Jugoslavia.

Tutto cio' dimostra che se uno stato cede anche una piccola
parte della propria sovranita' nazionale alla Nato, la Nato
presto o tardi se la prende tutta. La Nato non ha amici, solo
future vittime. Se ne accorgeranno anche le sue attuali
quinte colonne in Jugoslavia, la DOS (Opposizione Democratica
Serba, il caravanserraglio di 17 partitini perlopiu' etnici o
localistici, aggregati al Partito Democratico di Djindjic e
Kostunica) e Otpor.

Il responsabile del PSS per le relazioni internazionali,
Vladimir Krlsjanin, un comunista, si chiede il perche' di uno
sforzo cosi' immane della Nato e degli USA contro un piccolo
paese, di appena dieci milioni di abitanti, totalmente
inoffensivo. 100.000 truppe Nato concentrate in soli due anni
nei Balcani. La piu' grande base militare USA dal tempo del
Vietnam. Un impegno militare e finanziario quattro volte
superiore a quello della guerra del Golfo, dove si trattava
di eliminare una importante potenzia regionale che minacciava
gli interessi USA e israeliani. Una pletora di finte ONG, in
particolare italiane, che strombazzavano diritti femminili,
solidarismi, pacifismi, ambasciate di pace, e, finanziate da
George Soros, costituivano il bacino di raccolta per la banda
CIA Otpor, con in prima fila i centri sociali del Nord Est.
10.000 giovani reclutati in questo sottobosco di infiltrati e
sabotatori sono stati da Otpor avviati a corsi di formazione
insurrezionale a Sofia, Skopje, Budapest, Timisoara. Lo
ammettono - e se ne vantano - oggi gli stessi protagonisti di
quell'operazione cilena pianificata dagli USA per la
Jugoslavia. Vladimir si risponde: "L'episodio che ha visto
l'aggressione alla Jugoslavia fa parte di una guerra
complessiva, dai risvolti psicologici e sociali, oltreche'
militari ed economici. Altrimenti non si spiegherebbe la
messa in opera da parte dell' imperialismo di tutto il suo
enorme armamentario: USA, ONU, UE, Nato, OCSE.

La distruzione della Jugoslavia e del suo modello politico di
convivenza e relativa protezione sociale doveva essere prima
demonizzato e poi cannibalizzato. Noi eravamo un posto di
blocco sulla strada della globalizzazione all'insegna del
mercato e del profitto. Rappresentevamo un'alternativa, anche
orgogliosa e ostinata. Di questa politica Milosevic era il
simbolo, come la Nato e' il simbolo e la soluzione finale per
la globalizzazione capitalista. Bisognava dare un
avvertimento a popoli, stati e classi i quali ritengono di
opporsi a questo imperialismo genocida, che avanza sui corpi
di miliardi di affamati e narcotizzati. Bisognava lanciare
segnali anche a Russia e Cina, i temuti futuri rivali degli
USA in un mondo che potrebbe tornare multipolare e percio'
piu' equilibrato, sottratto all'arbitrio degli USA. Ricordi
il bombardamento dell' ambasciata cinese, inizio di una
sequela di provocazioni pesantissime contro quel grande
paese? Gli USA gia' temevano un ingresso di Pechino
nell'Organizzazione Mondiale del Commercio, con un netto
cambio di equilibri in quell'organismo che oggi regola scambi
ineguali e assassini, grazie alla funzione di guida che la
Cina potra' assumere per i paesi del Terzo Mondo, o comunque
contrari all'imperialismo USA. La pressione per la consegna
- o la morte - di Milosevic si spiega cosi': Devono mostrare
di sapere, oltreche' disintegrare con bombe, chimica, uranio,
chiudere in fretta i dossier aperti, prima che le
contraddizioni sociali suscitino ripensamenti e quindi
conflitti. In questo caso il dossier
Nato-Kosovo-Rambouillet-crimini di guerra. Tutto questo prima
che la gente e gli storici confermino che a noi non facevano
difetto i diritti umani e la democrazia e che i responsabili
della catastrofe balcanica ed europea innescata da tedeschi e
americani dal 1991 ad oggi".

(1/2, continua)

---

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(2/2 - fine)

Girando per la Jugoslavia ho potuto raccogliere altri dati.
Sono 40.000 i manager, imprenditori, funzionari,
professionisti cacciati dai propri posti di lavoro con la
feroce epurazione condotta da Otpor e dalla DOS. Come il PSS
ha denunciato all'OSCE, senza esito alcuno, la DOS ha
estromesso con la violenza la maggior parte degli eletti del
PSS nelle amministrative del settembre scorso, quando il PSS
aveva conquistato il 34,9% dei comuni. O attraverso la
rimozione forzata delle giunte, o attraverso commissariamenti
arbitrari, la DOS ha insediato proprie giunte in 29 comuni
amministrati dal PSS e dai suoi alleati di sinistra. Questi
comuni erano stati conquistati dalle sinistre nonostante
l'allarme lanciato dalla solita Otpor, che "i villaggi e le
citta' che avessero votato socialista sarebbero stati di
nuovo bombardati dalla Nato". Minaccia nient'affatto
incredibile, se si ricorda con quale cinico razzismo l'Unione
Europea decise, all'indomani dell'aggressione, di rifornire
di quantita' di combustibili, peraltro misere, soltanto i
centri amministrati dalle destre. Una pratica cui si e'
piegata anche la CGIL nei suoi aiuti al Kosovo.

Mira Markovic, moglie di Milosevic, ha rilevato che
nonostante a loro carico siano state elevate accuse -
dimostrate fondate - ben piu' gravi di abuso di potere,
corruzione e quant'altro, nessuno si e' mai sognato di
incarcerare per un solo giorno, in attesa di processo, uomini
di stato come Helmut Kohl, Giulio Andreotti, Bettino Craxi e
molti dirigenti dei paesi est-europei. E ha detto: "Se si
tiene conto che questo tribunale (inventato dagli USA e
commissionato all'ONU illegittimamente, pagato dagli USA,
diretto dagli USA, con PM Carla del Ponte e portavoce la sua
nuora croata Florence Hartmann, con pratiche accusatorie che
fanno rizzare i capelli all'ultimo pretore di una dittatura
del Terzo Mondo) e questa carcerazione sono stati destinati
ai serbi, e' davvero strabiliante che serbi spediscano i loro
connazionali al Tribunale e in prigione, alla merce' degli
stragisti che hanno distrutto la Jugoslavia e che ne vogliono
il genocidio economico, sociale e biologico. Sarebbe stato
altrettanto illogico che gli ebrei spedissero i loro fratelli
di fede ad Auschwitz o Mathausen, nei campi di concentramento
e nelle camere a gas. L'Aja e' l'equivalente per i serbi di
quei campi di concentramento".

Sono stato invitato dal PSS, insieme all'avv. Black, come
rappresentante del Comitato di Difesa di Milosevic, alla
grande manifestazione di sabato 16 giugno, in piazza della
Repubblica a Belgrado. Si sono riunite, in una piazza
stracolma di bandiere jugoslave moderne dell'epoca di Tito,
di bandiere rosse con la falce e il martello della coalizione
comunista e di ritratti di Che Guevara, oltre 25.000 persone
(effettive, nonostante i giornali se la siano poi cavata con
la cifra di "piu' di 5000"), in leggero aumento, cioe',
rispetto alla manifestazione di 20.000 del 24 marzo scorso,
anniversario dell'attacco Nato. La manifestazione era stata
preceduta da mobilitazioni in molti centri jugoslavi. Impresa
tanto piu' riuscita quanto meno l'opposizione ha oggi accesso
ai mezzi d'informazione, tutti indistintamente in mano alla
DOS, o facenti parte, come Radio B-92, del circuito mediatico
europeo allestito dalla CIA. L'unico giornale rimasto al PSS,
"24 ore", ha dovuto chiudere per mancanza di fondi, imposta
anche dal totale boicotaggio degli inserzionisti
pubblicitari. Il PSS tenta ora, con poverissimi mezzi, di
allestire una propria stazione televisiva regionale.

La composizione dei manifestanti era ad altissimo tasso
proletario. Quasi solo facce operaie e contadine, con un
grande numero di donne, studenti e militari. E' poi partito
un corteo che, per sette chilometri, ha attraversato la
citta' per arrivare alla prigione centrale, in cui e'
rinchiuso Milosevic. I manifestanti, trattenuti a fatica da
un servizio d'ordine efficace ma discreto, hanno anche
effettuato alcuni tentativi di superare le cancellate che
circondano il carcere. Tra le parole d'ordine della
manifestazione: il rifiuto della consegna di cittadini serbi
o jugoslavi a autorita' o enti stranieri. La liberazione
immediata di Milosevic. La fine delle violenze politiche e
delle montature processuali. La fine di misure legislative
che accentuino la dipendenza dell'economia nazionale
dall'estero e stanno riducendo alla fame milioni di
jugoslavi. Il ritorno in assoluta sicurezza dei 400.000
profughi dal Kosovo prima che vi si tengano elezioni e
l'attuazione della risoluzione 1244 dell'ONU che sancisce la
sovranita' di Belgrado su Kosovo e Methoja. La verita' sulle
oltre 1300 persone di origine serba scomparse in Kosovo.

Zivadin Jovanovic, intimo collaboratore di Milosevic, a suo
tempo universalmente rispettato come ministro degli esterei
jugoslavo, ha attirato l' attenzione sull'imminente impiego
di militari italiani anche in Macedonia e sul presunto
disarmo "volontario" che si chiede all'UCK . "Si ripete la
farsa del Kosovo dove il disarmo dell'UCK si e' trasformato
nella creazione di una polizia armata onnipotente, chiamata
Corpo di Protezione del Kosovo, che ha attuato in prima
persona l'unica, vera pulizia etnica condotta in Kosovo,
quella che ha portato alla cacciata di quasi tutta la
popolazione serba e all'assassinio di migliaia di inermi
cittadini di ogni etnia. L'ingresso Nato in Macedonia
equivale a quello in Kosovo ed e' destinato a dare copertura
alle attivita' disgregatrici dei terroristi albanesi, al fine
di smembrare anche la Macedonia e porre l'intera regione
sotto il controllo USA, presente con la piu' grande base
statunitense d'Europa, costruita e manutenuta dalla compagnia
USA Halliburton, di cui e' capo il vicepresidente Dick
Cheney. La Halliburton controlla anche il consorzio AMBO che
ha iniziato a costruire, in coincidenza con la sovversione in
Macedonia, il famigerato corridoio 8 dal Caucaso alla
Macedonia e all'Albania". Quanto all'esito della contesa
sulla consegna di Milosevic, Jovanovic prevede la
possibilita', in caso di impasse parlamentare, di una
dichiarazione unilaterla di indipendenza della Serbia dalla
Federazione Jugoslava, in combutta con il governo
montenegrino del narcotrafficante Milo Djukanovic, che da
tempo briga per la separazione.

Jovanovic ha anche fatto riferimento alle manovre
destabilizzanti dell'Ungheria in Vojvodina, dove si sta
effettuando una pulizia etnica amministrativa e politica nei
confronti dei serbi nelle zone a maggioranza ungherese. Il
parlamento ungherese ha approvato una legge finalizzata a
stimolare le ambizioni separatiste in Jugoslavia (350.000
ungheresi), ma anche in Romania, Slovacchia e Ucraina)
attraverso la concessione di privilegi residenziali, sociali,
scolastici e lavorativi ai cittadini dei paesi vicini che
dimostrino un'ascendenza magiara.

Non si vedono piu' in giro ne i teppisti di Otpor, la cui
ultima impresa era stata la campagna di cartelloni con il
patriottico slogan "CONSEGNATELO" (Milosevic) e che dagli USA
vengono tenuti in serbo nell'eventualita' che si debba
esercitare pressioni sull'attuale regime o destabilizzarlo,
ne' le inquietanti "camicie nere" a testa rasata che
costituivano la guardia pretoriana di Djindjic. Un amico
accademico, da sempre apartitico, mi racconta che, da
criminali che erano, sono stati tutti assunti in polizia.
Venti sono diventati guardie del corpo del primo ministro
serbo, con una paga di 2.500 DM al mese. Tutti i maggiorenti
della DOS sono circondati da nugoli di gorilla, quando
Milosevic, al tempo della sua presidenza, si avvaleva di
un'unica guardia del corpo. Il ministro degli interni,
Mihailovic, e quello della giustizia, Batic, sono tra i piu'
accaniti sostenitori della consegna di Milosevic e
dell'attuazione dei programmi di svendita del patrimonio
produttivo jugoslavo alle transnazionali. Continua a' la loro
campagna contro "l'infido" generale Pavkovic, comandante di
Kosovo, dove straordinariamente e' riuscito ad evitare bagni
di sangue etnici, e ancora oggi capo di stato maggiore delle
FA. E' stato Pavkovic a sventare il tentativo di rapimento di
Milosevic e pare che per ora goda ancora del sostegno di
Kostunica. Quest'ultimo, secondo sondaggi recenti, avrebbe il
60% dei consensi della popolazione, contro il 9% di Djindjic
e il 27% del Partito Socialista (17% alle elezioni). Sulla
storia del camion con 85 corpi fatto precipitare nel Danubio,
Mihailovic ha mostrato alla stampa un video di 90 secondi in
cui si vedevano un corpo e resti di un altro cadavere,
estratti dalla presunta "fossa comune". Ha poi accennato ad
altri corpi probabilmente seppelliti sotto l'autostrada
Belgrado-Pristina. La cosa curiosa e' che sul luogo dove si
sarebbe scoperta la fossa comune svettavano grossi cespugli
ed arbusti, vecchi di alcuni anni.

Ricordate Rade Markovic, l'ex-capo dei servizi segreti? Era
stato accusato da mezzo mondo dell'attentato a Vuk
Drasakovic, allora leader dell'opposizione al governo,
nonche' dell'assassinio di altri oppositori. Ora che le sue
presunte vittime sono al potere, l'accusa si e' ridotta alla
sola "rivelazione di segreti di stato". Quale rivelazione?
Quelle delle accuse mosse a Milosevic, "rivelate" allo stesso
Milosevic.

Secondo molti oppositori della DOS, Kostunica non sarebbe
quell'onest'uomo, difensore della nazione, cui i serbi hanno
dato fiducia perche' difendesse il paese e al tempo stesso lo
facesse uscire dalla morsa degli aggressori. Secondo verbali
del Congresso, sarebbero stati gli stessi USA a indicare in
Kostunica, liberista integralista e filomonarchico, il
successore di Milosevic. I 75 milioni di dollari dati alla
DOS e ad Otpor nel 1998, i 30 milioni del 1999, i 200 e passa
del 2000, sarebbero stati stanziati dal governo USA e da
George Soros a condizione che si scegliesse Kostunica, visto
come vetrina serbista in grado di meglio ingannare gli
elettori.

Parte attiva nella mobilitazione popolare avrebbe avuto la
mafia, pesantemente controllata e limitata sotto Milosevic e
oggi allo scoperto, ricompensata dal potere. Mentre ero a
Belgrado, il ministro degli esteri federale Svilanovic ha
detto, riferendosi alle richieste di danni di guerra da parte
della Bosnia (40.000 miliardi di lire), che Belgrado non e'
in grado di pagare, ma che puo' offrire immobili, centrali
elettriche, stabilimenti, aziende. Contemporaneamente ha
ritirato la precedente richiesta jugoslava di danni di guerra
a Croazia e Bosnia, per la cacciata e uccisione dei serbi e
la distruzione o requisizione dei loro beni. Svilanovic ha
anche ritirato la denuncia di 60.000 pagine contro la Nato
mossa dal precedente governo, con la documentazione dei danni
subiti nell'aggressione.

Una storia uscita sul giornale croato "Feral Tribune", ma non
ripresa dai media serbi, racconta dello zar del contrabbando
balcanico di sigarette e stupefacenti, Stanco Subotic Zane,
che avrebbe regalato al presidente montenegrino Milo
Djukanovic e al premier serbo Djndjic un aereo privato
ciascuno, in cambio di assoluta liberta' d'azione. Ci
troviamo dunque con la Jugoslavia afflitta da un racket
mafioso interno, e da uno altrettanto criminale esterno, nel
quale gli USA intimano: "O mi dai una fetta del tuo business,
o ti faccio saltare per aria l'azienda". Il viceministro
federale Miroljub Labus ha detto in una conferenza stampa:
"Abbiamo 38 miliardi di dollari di debito. Se non consegniamo
Milosevic, non ci saranno salari, pensioni, lavoro". E' una
cifra curiosa. Quando la Jugoslavia, nel 1992, fu espulsa dal
FMI, il debito estero ammontava a 5 miliardi di dollari. Da
allora piu' nessun prestito, ma gli interessi sul debito
hanno portato la cifra a 12 miliardi. A che cosa siano da
attribuire gli altri 26 non e' dato sapere. Forse sono i
danni di guerra che Belgrado intende risarcire alla Nato?

Alla manifestazione del PSS circolava un volantino intitolato
"Chi ci processa?" con sopra tre citazioni significative: "La
Nato e' amica del Tribunale dell'Aja. I paesi Nato lo hanno
istituito e lo finanziano", Jamie Shea, portavoce Nato,
16/5/99. "La Nato e' un criminale di guerra. In Kosovo i
comandanti Nato hanno violato le leggi di guerra. Non hanno
impedito gli attacchi a tre ponti quando era evidente che vi
sarebbero state vittime civili". Amnesty International,
Rapporto del giugno 2000. "Non c'e' base per aprire indagini
sulla Nato, o in rapporto con qualsiasi altro incidente
provocato dai bombardamenti sulla Jugoslavia". Carla del
Ponte, procuratrice del Tribunale dell'Aja per i crimini di
guerra in Jugoslavia.

Sono indimenticabili le mani di operai e operaie che ci hanno
salutato e stretto nel corso della manifestazione per la
liberazione di Milosevic. Tante storie. Un giovane: "Ho
lavorato ai ponti distrutti. Ne avevamo ricostruiti 24 in
pochi mesi. Ora tutto e' finito e fermo". Una donna sui 40:
"Prima del 5 ottobre eravamo liberi. Ora siamo comprati e
venduti". Un giovane veterano della Krajna e della Bosnia
mostra cinque profonde e vaste cicatrici, dalle spalle alle
gambe: "Neanche una lira di pensione". Davanti ai cancelli
della prigione sale su uno sgabello e parla un giovane
dirigente del PSS. Mi dicono che e' stato arrestato per il
solito "abuso di potere", ma che hanno dovuto rilasciarlo
dopo 30 giorni di sciopero della fame. Ha i capelli lunghi e
la faccia bianchissima. Manco a farlo apposta assomiglia al
martire nordirlandese Bobby Sands. Mi si avvicina, davanti
alla prigione, una donna fasciata in un tricolore jugoslavo.
Ha una rosa in mano. Apre la borsetta e mi mostra la foto di
un ragazzo in divisa. Ucciso in Kosovo. "Non me l'ha ucciso
Slobo. Era un uomo di pace lui. Anche troppo. Perche' non
sono morta io? Ora quei ragazazi che difendevano la patria e
sono stati massacrati dai terroristi albanesi, i nostri
dirigenti li chiamano "cani da guerra"". E' incontenibile il
suo pianto sulla mia spalla. Sempre alla prigione una
compagna comunista mi abbraccia: "Sappiamo che i comunisti
italiani si battono per noi. Qui siamo tutti compagni. Grazie
di essere con noi e buona fortuna a noi e ai comunisti
italiani. Dillo quando torni a casa". Sento di arrossire fino
alla punta dei capelli. Davanti al carcere, come durante
tutto il corteo e in piazza della Repubblica, tuona l'urlo
"Slobo - Slobo". Questa e' la Jugoslavia che ho visto a
giugno. Questo e' il destino di uno dei popoli piu'
coraggiosi e piu' provati del mondo. Questa e' la cricca di
traditori e speculatori che lo sta portando alla svendita,
all'umiliazione e alla rovina. Questa era la culla di
un'Europa unita, democratica, rispettosa e amica di tutti i
popoli dentro e fuori le sue frontiere. Questo e' il paese su
cui la vilta' e l'opportunismo hanno fatto calare un sipario.
Che non sia un sudario.

Fulvio Grimaldi

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