Informazione

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IL POGROM COME PROGRAMMA

Dopo le modifiche costituzionali di Tito, nel 1974, non si poteva
parlare di discriminazioni a danno degli albanesi kosovari. Al
contrario, questi godevano di ogni diritto e controllavano l`intero
Kosovo "albanesizzato". Tuttavia
per i nazionalisti anche in questa situazione la cacciata e la
persecuzione di tutti i non-albanesi rimaneva all`ordine del giorno.
Scopo di questo movimento e` "un territorio unitario, `etnicamente
puro`, cioe` `ripulito` dai serbi e dagli altri slavi, nel quale siano
insediati solamente gli albanesi", come
indicava "Die Welt" nel 1986. "Lo scopo dei nazionalisti radicali e`
(...) una `Albania etnica` che comprenda la Macedonia occidentale, il
sud del Montenegro, parti della Serbia meridionale, il Kosovo e
l`Albania", come scrisse il "New York Times" nel 1987. La fuga degli
slavi dinanzi al protrarsi delle violenze ha reso il Kosovo proprio
quello... che gli schipetari nazionalisti volevano da anni - una
regione "etnicamente pura".

Con l`unificazione tedesca del 1990 ritornava in campo anche la
tradizionale protettrice della idea panalbanese. Sempre nello stesso
anno i nazionalisti kosovari dichiararono l`indipendenza della loro
provincia. Ibrahim Rugova divenne il "presidente" e Bujar Bukoshi
il "capo del governo" del "Kosova indipendente". Nessuno dei due
nascondeva le proprie grandi ambizioni. "Personalmente mi batto per
l`unione con l`Albania", dichiaro` Rugova nel 1991. "Comunque la
migliore soluzione sarebbe che gli albanesi vivano tutti in un unico
stato, anche gli albanesi
della Macedonia dovrebbero farne parte". Bujar Bukoshi, che non a caso
insedio` il suo "governo in esilio" in Germania, non era da
meno: "Faremo di tutto perche` la libera repubblica del Kosova e
l`Albania un giorno siano tutt`uno", riporto` il
quotidiano "Tageszeitung", aggiungendo: "I bambini gia` imparano nelle
scuole private [quelle del sistema "parallelo" del quale con tanto
acritico apprezzamento si e` parlato anche in Italia, ndT] come ci si
debba comportare in caso di `guerra etnica`." Ed in effetti questo
programma delle scuole private degli albanesi kosovari - dirette dalla
Germania, finanziate dagli esuli albanesi ed appoggiate politicamente
dal governo federale tedesco [programma ed insegnamento cui hanno
attivamente lavorato settori "nonviolenti" ed associazioni
"per i diritti umani" di varie nazioni, tra le quali come capofila la
Gesellschaft fuer Bedrohte Voelker / Associazione Popoli Minacciati,
spec. la sua sezione italiana-sudtirolese, cfr. i loro siti internet -
ndT] attraverso i suoi materiali di orientamento "grottescamente
nazionalista ed antiserbo" (W. Oschlies) ha a tutti gli effetti
continuato l`opera di "formazione" che nelle zone sotto occupazione
tedesca era stata
interrotta nel 1944.

Le prime cariche esplosive per la nuova Grande Albania scoppiarono nel
febbraio 1996: come primo atto pubblico l`UCK attacco` cinque campi
profughi serbi contemporaneamente con ordigni esplosivi. Cosi` ebbe
inizio "la guerra per la liberazione dei territori kosovari che sono
occupati da
serbi, macedoni e montenegrini", come dichiaro` in seguito un portavoce
dell`UCK. Non e` un caso se gia` questa prima azione fu rivendicata con
un riferimento alla vecchia divisione delle SS "Skanderbeg". Molti
quadri di comando dell`UCK, nonche` il suo fondatore Adem Jashari
[ucciso nella sua roccaforte di Drenica nel marzo 1998 in una vasta
operazione della polizia
jugoslava, che suscito` grande clamore; ndT], furono reclutati in
quanto figli o nipoti di appartenenti della vecchia divisione
SS "Skanderbeg".
Anche la organizzazione albanese di estrema destra "Balli
Kombetaer" (Fronte Nazionale), che nel 1944 era annoverata tra i
principali sostenitori del dominio nazista, si pregia volentieri di
esercitare il proprio influsso sull`UCK. Pure certe usanze ricollegano
l`UCK direttamente ai suoi precursori nazisti. Ad esempio, ancora oggi
almeno i membri macedoni
dell`UCK per richiamarsi al battaglione delle camicie nere che
stazionavano a Prizren nel 1941 indossano una casacca nera. Ed anche il
loro saluto originario - il pugno chiuso sulla nuca - deriva dalla
tradizione fascista. Questo saluto militare fu sostituito con quello
comunemente usato nella NATO solamente dopo che qualche osservatore
dotato di memoria storica ne fu infastidito. Il principale elemento di
continuita` tra la divisione delle SS "Skanderbeg" e l`UCK consiste
nel fatto che ad entrambi non interessa alcuna forma statuale albanese
che non sia fondata sulla "purezza etnica", per cui tutto cio`
che contrasta con l`ideale di omogeneita` nazionale o che ricorda il
vecchio dominio serbo deve essere distrutto e spazzato via. La loro
concezione di liberta` e` orientata nel senso della
nazionalsocialista "liberta` da": liberta` dagli ebrei, liberta` dai
rom, liberta` dai turchi e dagli slavo-macedoni... Questa concezione
di "liberta`" era stata
introdotta nei territori controllati dall`UCK sin dall`inizio. "Nelle
localita` in tal modo liberate l`UCK mise al bando tutti i partiti
politici e scateno` la violenza contro le minoranze dei serbi, dei rom
e dei gorani (macedoni islamizzati)". Questo modello di societa`
nazional-fascistoide rappresenta la caratteristica principale del
progetto della "Grande Albania".

UN PROTETTORATO PER L`UCK

Sin dall`inizio del protettorato della NATO in Kosovo i vecchi ricordi
della Grande Albania degli anni 1943-1944 si sono ridestati. Quando le
truppe tedesche hanno marciato su Prizren sono state salutate come da
vecchi commilitoni. "Sicuramente per i tedeschi sin dal primo istante
e` stato tutto piu` semplice di quanto non lo sia stato per il resto
delle truppe
della KFOR", ha commentato "Der Spiegel". "Per il loro appoggio alla
indipendenza degli albanesi ai tempi di Hitler le generazioni ancora
viventi sentono una fratellanza forgiata nella storia, da trasmettere
ai nipoti...
Come nell`anno 1943 (...), soprattutto le gerarchie dell`UCK esaltano
`il patto sancito nella storia`". In una "Guida per i contingenti della
Bundeswehr in Kosovo" il governo federale tedesco si e` soffermato su
questo affratellamento. "Non si puo` escludere che, a causa di questi
trascorsi storici (...) possa capitare di essere avvicinati da parenti
o amici di ex-membri della divisione SS `Skanderbeg`". Non
necessariamente questo va ricollegato ad una qualche mitizzazione del
periodo del dominio nazista: anche un riferimento ad un calciatore
tedesco potrebbe essere motivo per esprimere il "legame". Il "legame"
con la Germania, seguendo questo filo conduttore, puo` finire per
palesarsi attraverso la simpatia per il nazismo, e l`apprezzamento per
le azioni della Wehrmacht puo` essere considerato normale. La stessa
Bundeswehr dimostra giorno per giorno il suo legame con la Wehrmacht:
ripercorrendo
precisamente il rituale che l`emittente tedesca "Radio Belgrado" curava
dal 1941, a Prizren come sigla quotidiana della trasmissione
radiofonica militare tedesca si usa la nota hit della Wehrmacht "Lili
Marlene"; una provocazione che il governo federale tedesco si puo`
permettere solamente laggiu`, dove un tempo era il centro del
collaborazionismo nazista. E comunque questa scelta musicale ha un
senso piu` profondo, benche` non
trasparente: contemporaneamente alla trasmissione della vecchia
melodia, a Prizren si riparte con le "pulizie" della vecchia divisione
delle SS. Non esiste zona, in Kosovo, dove l`UCK goda di tanta mano
libera per attuare i suoi pogrom, quanto quella sotto amministrazione
tedesca. "A Prizren i soldati tedeschi hanno concesso ai miliziani
albanesi dell`Esercito di Liberazione del Kosovo di dettare legge in
citta`, affidando loro il destino delle famiglie serbe", criticava il
giornale
parigino "Le Figaro". "L`UCK ha dichiarato che Prizren e` totalmente
sotto il suo controllo", ha confermato la "Frankfurter Allgemeine
Zeitung". Persino il capo spirituale dei serbi-kosovari, il vescovo
Artemije, ha chiesto invano al contingente tedesco della KFOR a Prizren
garanzie di sicurezza.

"PUREZZA ETNICA" - UN IDEALE TEDESCO

Diecimila serbi di Prizren sono stati quasi tutti presi di mira o
scacciati, i rom del Kosovo sono stati perseguitati in modo
sistematico, e le ultime comunita` ebraiche di Pristina sono state
cacciate via con minacce e violenze. Eppure, per la politica tedesca
questo pare essere a tutti gli effetti
un bilancio positivo. "Nel Kosovo la criminalita` adesso e` inferiore
che a Mosca", ha detto esultante ad esempio Rudolf Scharping, mentre
l`ex comandante tedesco della KFOR Klaus Reinhardt si compiace
soddisfatto: "Oggi a Prizren
come a Pristina la situazione e` quella di altre citta` occidentali: le
discoteche sono piene, la gente siede lungo i viali ed e` contenta di
poter vivere in pace". La pace, secondo questa logica, sarebbe
sopraggiunta perche` "i diversi per nazionalita`" finalmente sono stati
di nuovo cacciati
via. Infatti, spiega Reinhardt, "solo nelle zone dove si confrontano i
vari gruppi etnici le tensioni sono ancora grosse". Per dirla in
un`altra maniera: il pericolo potenziale e` eliminato solamente nelle
zone e nei territori "etnicamente puri". Il Kosovo puo` essere un
modello di nazione in questo
senso? Gli ufficiali della Bundeswehr vogliono forse in questo modo
dire esplicitamente che "la concezione occidentale di una convivenza
pacifica tra vari gruppi nazionali in Stati multietnici (...) e` una
finzione"?

POTERE E FOLLIA

Come in passato, cosi` anche nel presente la Germania si profila come
la potenza protettrice del nazionalismo albanese - con attivismo,
competenza, e con un apparato fortemente motivato. Per questa politica
Gerhardt Schroeder e` stato accolto a Prizren con "un giubilo di
incredibile euforia". Fin qui tutto chiaro. Ma perche` mai Schroeder,
quando si vide
festeggiato in quel modo a Prizren, rimase "commosso"? Perche` mai ne
dedusse che quel giubilo "sulla scorta della particolare storia
tedesca" avrebbe dovuto commuovere chiunque? La spiegazione e`
semplice: il cancelliere federale non ha percepito l`applauso degli
albanesi kosovari come giubilo per la continuita` della politica
tedesca sulla Albania; viceversa,
in quell`applauso egli ha fantasticato esattamente il contrario, cioe`
la conferma di una presunta discontinuita` e l`affrancamento di una
Germania "cosciente del passato". Con narcisistica autostima Schroeder
ha ridisegnato la realta`, come se ad esaltare la Germania non fossero
i difensori del
collaborazionismo bensi` i seguaci dell`esercito partigiano di Tito. La
commozione del cancelliere esprime follia: una particolare disposizione
della psiche tesa a creare una realta` tutta propria. Per questa
disposizione, Auschwitz - cioe` il tema della colpa e della redenzione -
e` centrale. L`intervento della Bundeswehr contribuisce "a sostituire
la colpa storica
ed il crimine storico, commessi nel nome della Germania, con una
diversa immagine del nostro paese", ha spiegato il cancelliere ai
soldati stazionati a Prizren. Ma come possono le immagini "sostituire"
i crimini? Il guasto logico della formulazione di Schroeder corrisponde
al guasto
psico-logico della collettivita` tedesca: come il disco rigido di un
computer si cancella e si sovrascrive con un nuovo programma, cosi`
Schroeder & company devono cancellare i crimini del nazismo e
sostituirli con un programma di "orgoglio di essere tedeschi". Questa
disposizione in effetti cozza frontalmente contro la realta` politica:
gli elementi di continuita` tra la politica per il Kosovo attuale e
quella del nazionalsocialismo sono sotto gli occhi di tutti. Eppure la
realta` viene riconosciuta a livello di coscienza sociale solamente
nella misura in cui essa si armonizza con lo stato di necessita` psico-
sociale. Sembra che i tedeschi si siano confrontati tanto intensamente
con il loro passato come nessun altro ha fatto; eppure i crimini delle
SS albanesi-kosovare vengono ignorati quasi fossero nelle cose, se da
essi bisogna apprendere qualcosa per il presente. Certo, il tema
delle "pulizie etniche" gode di ampia popolarita`; pero` la cacciata
degli ebrei di Pristina, della quale si e` occupato pure il
Parlamento britannico, dalle nostre parti e` un tabu`, perche` ricorda
il passato. Tutte le chiacchiere sul pluralismo che riempiono i nostri
giornali e le nostre reti televisive, quasi fosse cosa assodata, si
trasformano repentinamente in un silenzio assoluto quando il bisogno di
redenzione implica dei conti da pagare, ed il retroterra
nazionalsocialista degli
attuali piani tedeschi di costituzione di una Grande Albania rischia di
venire a galla.

(Fine. Traduzione a cura del Coordinamento Romano per la Jugoslavia)

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Traduzioni a cura di "Soccorso Popolare" (Padova)
<soccorsopopolare@...>

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MESSAGGIO DI MICHEL COLLON 2 GIUGNO 2001

Cari amici,

Ci tengo molto ad informarvi sugli sviluppi del mio tumore.Vi ricordo
che sono appena stato operato per un tumore al rene; l'operazione ha
avuto buon esito e io mi sto rimettendo normalmente.

Disgraziatamente ho appena appreso che gli esami condotti sia sul
rene asportato, sia sull'altro rene e sulla ghiandola tiroide, hanno
rivelato la presenza di cesio 134 e 137 e anche di un terzo
elemento [radioattivo]. Tutti sono derivati dall'Uranio 235 che,
com'è noto, deriva dalle scorie delle centrali nucleari.

Delle verifiche saranno ancora effettuate nei giorni che vengono. Il
laboratorio dell'Istituto di Medicina Nucleare diretto dal professor
Frohling a dunque trovato delle sostanze radioattive nel mio corpo.
Questo fatto non fa che rafforzare la mia collera contro i caopi
della Nato che hanno trasformato dei territori interi in discarica
radioattiva.

Ho avuto la grande fortuna di essere stato diagnosticato presto e
curato da medici competenti e solidali. Ma io penso alle popolazioni
dei territori colpiti, alle centinaia di migliaia di persone che non
avranno accesso a queste diagnosi e cure sofisticate e costose. Negli
anni a venire dunque la nato provocherà ( e ha già provocato) in
queste regioni delle enormi sofferenze e angosce.

Mi auguro che la mia esperienza sia utile per portare a galla
clamorosamente la verità e per rinforzare la determinazione di tutti
quelli che vogliono far pagare i capi della Nato.

Quelli della Nato sono dei mostri che hanno mentito sulla loro guerra
che hanno preteso pulita. Non solamente hanno mentito sui loro scopi
sedicenti umanitari (in realtà economici e strategici), ma in più
hanno trattato come scorie tutte le popolazioni dei territori
aggrediti.

Sono risoluto a iniziare un azione giudiziaria d'urgenza, la Nato
deve pagare gli esami e le analisi costose. Il principio di
precauzione non è stato fatto valere per tutti i Belgi che si sono
recati in quei paesi (Irak, Bosnia, Kossovo, Jugoslavia) essi devono
anche poter beneficiare degli esami di depistaggio (individuazione
mediante ricerche

Medicina per il Terzo Mondo si impegna a coordinare i passi necessari

Médecine pour le Tiers Monde : 02/5040147
Colette Moulaert Email: colette.moulaert@...

---

Michel Collon 4 GIUGNO 2001

Il movimento anti- globalizzazione deve diventare anche un movimento
per la pace

Michel Collon ha tenuto delle conferenze nel mondo intero. Per
fermare le guerre al servizio del Nuovo ordine mondiale delle
multinazionali, per fare contrapposizione alle minacce che pesano su
tutti i paesi impegnati sulla via di uno sviluppo indipendente,
chiama a costruire con urgenza un movimento internazionale per la pace

Herwig Lerouge

Michel Collon Spero che quello che sta succedendo a me oggi aiuterà a
prendere coscienza della sofferenza causata dalle guerre sedicenti
pulite e umanitarie della Nato in Irak e nella ex-Jugoslavia. A causa
dell'uranio, ingannevolemte definito impoverito, centinaia di
migliaia di persone- particolarmente dei bambini- soffrono o stanno
per soffrire di tumori, di leucemie e di altre malattie. Il ministro
britannico della guerra diceva -già nel 1914-18, "Se le genti
sapessero veramente quello che succede, la guerra sarebbe fermata
domani". Possa il mio caso aiutare a strappare la cortina fumogena
che gkli specialisti in comunicazione occidentali innalzano per
dissimulare sia i loro veri obiettivi, sia gli orrori di queste
guerre.

E' possibile questo?
Michel Collon Si, la gente non è stupida. All'ospedale
un'infermieras congolese mi ha detto: "Le grandi potenze non sono
mai "umanitarie". Quando i massacratori si scatenavano nel povero
Ruanda hanno lasciato fare. Ma intervengono nel congo ricco per
controllare le sue ricchezze" Chiunque conosce bene il suo
territorio, la sua regione d'origine, può avere una visione chiara
malgrado la disinformazione. Bisogna allargare e mettere in comune
queste lucidità disperse

Tu insisti perché tutte queste guerre siano considerate come un
unico insieme..

Miche Collon Assolutamente sì. Di più in più vno paesi aggrediti e
minacciati. L'Irak: dopo le bombe, l'embargo che ha fatto già più di
un milione di vittime. La Jugoslavia, dal 1991 e non finisce qui. I
paesi petroliferi del Caucaso e, in Algeria, il via libera agli
estremisti islamici. Il Congo: 3,5 milioni di vittime in seguito
all'aggressione fomentata dietro le quinte dagli Stati Uniti. Vero
genocidio in un silenzio completo. La Colombia aggredita sempre dagli
usa, che minacciano anche la Corea, Cuba e forse un giorno la Russia
e la Cina.

Tutte queste guerre hanno lo stesso obiettivo: permettere alle
multinazionali di accaparrarsi delle ricchezze strategiche e dei
mercati. Il 28 marzo 1999, poco prima dei bombardamenti sulla
Jugoslavia, il New York Times scriveva: " Perché la globalizzazione
funzioni, l'America non deve temere di agire da superpotenza
onnipotente qual è in realtà. La mano invisibile del mercato non
funzionerà mai senza un pugno nascosto. Mc Donald non può prosperare
senza Mc Donnel Douglas, il costruttore dell'aereo F-15"

Il mondo progressista ne è cosciente?

Michel Collon Non ancora. Il movimento anti-globalizzazione deve
assolutamente acquisire anche un'altra valenza: la lotta per la pace.
La Nato è l'esercito, il braccio armato delle multinazionali. La Nato
ha bombardato la Jugoslavia non per farvi trionfare i diritti
dell'uomo, ma per obbligarla a applicare il programma del Fondo
monetario e del WTO. L'Irak deve sottomettersi alle multinazionali
del petrolio. La nato è il pugno incaricato di spezzare ogni
resistenza all'ordine assurdo delle multinazionali.

E' assurdo vedere delle imprese raddoppiare i loro profitti e nello
stesso tempo licenziare massicciamente con gli applausi della Borsa.
E' assurdo vedere un paio di Nike che si vendono a 90.000 lire quando
l'operaio che le ha prodotte prende poche centinaia di lire l'ora.
Chi può trovare sensato un sistema che impoverisce sistematicamente
quelli che dovrebbero acquistare? L'impoverimento di enormi masse
rende feroce la battaglia per i mercati "ricchi". La rivalità tra
grandi potenze, soprattutto USA e UE è diventata un aspetto
importante di tutte le guerre recenti.
Di qui l'intensificazione del militarismo. Aumento del bilancio
militare US del 70%. Rilancio della corsa agli armamenti, compresi
quelli nello spazio: lo scudo antimissile non ha niente di difensivo,
ma deve permettere agli USA di attaccare dovunque nel mondo, compresi
gli attacchi con armi nucleari, senza che i paesi aggrediti possano
rispondere. Nello stesso tempo si mette in funzione l'Euro-armata,
incaricata di condurre guerre sporche dello stesso tipo, ma per conto
delle multinazionali europee. Senza dimenticare il Giappone, numero
due mondiale, quanto alla percentuale del Prodotto lordo nazionale
dedicato alle spese militari.

Quali sarebbero i compiti di questo movimento della pace secondo te
necessario?

Primo, fare con a più gente possibile una vera controinformazione. Le
guerre sarebbero impossibili senza le mediaballe. I paesi che
resistono sono messi al bando da una disinformazione destinata a
disorientare l'opinione pubblica internazionale.

Secondo contribuire a far sì che tutte le resistenze si uniscano e si
rinforzino reciprocamente. Solidarieta' e mutuo soccorso

Oggi le resistenze alla guerra si conducono in ordine sparso. Siamo
divisi. Gli USA e la NATO attaccano la Jugoslavia facendo credere
agli Arabi che essi difendono i mussulmani di Bosnia contro
Milosevic. Invece essi attaccano la Jugoslavia per le stesse ragioni
della Palestina.

Infine il movimento contro la globalizzazione delle multinazionali,
il movimento ecologista e il movimento di solidarietà con i paesi
aggrediti dovrebbero unirsi per arrivare a far proibire l'uso di
certe armi, specificamente l'uranio.

Hai fatto conferenze nel mondo intero. La gente ti pare pronta?

Michel Collon Di più in più- anche nei paesi ricchi - cominciano a
inquietarsi per il numero crescente di guerre. Il movimento greco per
la pace ha ottenuto delle grandi vittorie contro l'uranio. Gli ex-
militari colpiti US e francesi anche. Sono informato che la lotta
cresce in Spagna, in germania..

Sostenere la resistenza dei paesi aggrediti, arrestare l'intervento
all'estero del proprio paese è fondamentale e cruciale. Il Viet-nam
ha potuto vincere gli stati Uniti grazie alla sua lotta eroica, ma
anche grazie a un movimento mondiale di solidarietà.

Verso chi deve orientarsi questo movimento?

Verso i giovani che sono sempre stati alla testa del combat, della
lotta contro l'ingiustizia. E verso il movimento operaio che deve
rendersi conto appieno che il denaro inghiottito nella spesa per
carriarmati e bombardieri non è più disponibile per l'occupazione, il
sociale, i servizi, gli ospedali, la scuola.

Questo movimento deve essere estremamente largo, ma permettere anche
di rimettere in questione il sistema che causa la guerra. Gli orrori
attuali devono servire a far comprendere che la dittatura del
profitto assoluto porta inevitabilmente alla guerra.

Aggiungo che occorre avere subito una dimensione europea e
internazionale.

Il campo che ci sta in faccia E' mondializzato. Dobbiamo esserlo
anche noi.

---

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La fonte delle citazioni che seguono, di Vllasi e di Milosevic,
e` il libro "Najteza bitka Josipa Broza Tita"
(La battaglia piu` difficile di Josip Broz Tito)
di Zvonko Staubringer - Ed. SK-PJ u Hrvatskoj,
Belgrado 1992.
(A cura del Coordinamento Romano per la Jugoslavia)

---

ADEM VLLASI, da segretario federale della SKOJ (gioventu`
comunista) dopo la morte di Tito dichiaro':

"A noi del Kosovo il compagno Tito spesso ricordava
il dovere e l`impegno di conservare la Fratellanza e
l`Unita`. Per questo motivo essere fedeli all`opera
ed al messaggio di Tito significa impegnarsi con
fermezza per la fratellanza, l`unita` e l`eguaglianza
di albanesi, serbi, montenegrini, turchi, musulmani, e degli
altri... La morte del compagno Tito ha toccato profondamente
ogni persona. Ci ritroviamo piu` poveri e difficilmente
potremo colmare la sua mancanza nelle nostre fila..."

Oggi Adem Vllasi non gode di particolare influenza politica, ma
trova credito tuttora nel sistema mediatico post-jugoslavo. All`inizio
della primavera di quest`anno (2001), nel corso di una trasmissione
dibattito alla radiotelevisione della Croazia, commentando la
figura di Tito Vllasi ha parlato di lui come del "capo di un regime
bolscevico", rinnegando in pratica non solo le sue stesse parole
piu` sopra riportate, ma anche il suo stesso passato di dirigente della
Lega della Gioventu` Comunista di Jugoslavia (SKOJ). Un giornalista
presente gli ha subito ribattuto intelligentemente: "Lei farebbe
meglio a tacere su Tito, poiche` non mi sembra la persona piu`
adatta ad esprimere giudizi".

SLOBODAN MILOSEVIC non si occupava di politica ai
tempi della morte di Tito; inizio` solo nel 1983. Ha citato
il nome e l`opera di Tito raramente nei suoi discorsi, ma
ha fermamente difeso quanto era stato realizzato nel periodo
titino, e negli anni Ottanta ha aspramente criticato gli
anticomunisti ed i nazionalisti. Cosi` ad esempio nel giugno
1987, al IX Congresso del CC della LCJ, dichiarava:

"I comunisti serbi ed il popolo serbo non hanno mai avuto comprensione
verso i propri traditori. Ancora oggi essi ricordano con ribrezzo,
e le nuove generazioni sanno, che cosa e` stato il movimento
cetnico, ovvero il piu` grande tradimento nella storia del
popolo serbo. Percio` tutti in Jugoslavia devono sapere che
come durante la guerra cosi` anche oggi ne` il vecchio ne` tantomeno
il nuovo movimento cetnico, ne` il vecchio ne` il nuovo
nazionalismo passeranno in Serbia".

Solamente in una occasione, e cioe` al VII Congresso del CC
della LC di Serbia, nel settembre 1987, Milosevic parlo` direttamente
di Tito, dicendo tra l`altro:

"Il pensiero e la forza creativa, e la sua stessa opera
rivoluzionaria creano tutt`oggi, come allora, ponti di comprensione
tra le generazioni, nella gente, tra i popoli, e rappresentano
una costante ispirazione per le nuove generazioni, per tutti coloro
che continuano ininterrottamente il corso della rivoluzione.
La sua vita intensa ed il suo percorso rivoluzionario non sono
entrati semplicemente nella storia, bensi` sono diventati storia essi
stessi, e la sua opera non appartiene al passato... Tito portava
dentro di se un profondo e forte sentimento di energia, di
sicurezza e di ottimismo. Queste sue qualita` avevano un significato
sociale, politico, storico a tutti gli effetti, nel fatto che non
dicevano qualcosa solamente su Tito come uomo, ma anche su Tito come
combattente, come uomo politico, come rivoluzionario. Percio`
egli poteva allo stesso tempo essere a capo della rivoluzione,,
e percio` egli, questa rivoluzione, pote` condurla alla vittoria".

Slobodan Milosevic oggi e` in prigione accusato di ogni
crimine. Dai suoi ultimi discorsi pubblici e dalle ultime
interviste rilasciate non abbiamo appreso alcun nuovo
giudizio sulla figura di Tito, ma piuttosto la contrarieta`
alla svendita incondizionata della RF di Jugoslavia al capitale
straniero, e la convinzione di essere diventato un
perseguitato politico per aver voluto strenuamente difendere
la indipendenza del proprio paese.

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- "MONOPOLY" TO BE PUBLISHED SOON IN ENGLISH!
- AN URGENT APPEAL: "THE ANTI-GLOBALIZATION MOVEMENT MUST ALSO BECOME
AN ANTI-WAR MOVEMENT" (english - francais - espanol)

Here are the Internet adresses of an interview in 'Real Audio' of
Michel Collon in English
> http://clients.loudeye.com/imc/belgium/michelcolon_02.ram
et en fran�ais:
> http://clients.loudeye.com/imc/belgium/m_colom_0101.ram
both on the IndyMedia-Belgium web site at the address
> http://www.indymedia.be/theme/index_uranium.php3
where you can also find some interventions at the 1st March event
"Uranium, the victims speak off"

---

"MONOPOLY" TO BE PUBLISHED SOON IN ENGLISH!

Michel Collon:

Monopoly
NATO, Toward World Conquest

Coming Soon in English!
Contact:
Michel Collon at michel.collon@...
Milo Yelesiyevich at serbianclassics@...

Table of Contents
1. Media-Test: How Good Is Our Information about Kosovo? 9
The Four Principles of War Propaganda 12
What They Did Not Say about the Ra*ak Massacre 13
Preliminary Media Lies 24
How Washington Made the War Inevitable 26
Who Read the Text of the Rambouillet Accords? 38
Genocide, Ethnic Cleansing and Mass Graves 42

2. Serbs and Albanians: Hidden Aspects of the �Ethnic� Problem 59
The Suppression of Autonomy (1989) 62
The Great Powers Behind the KLA 68
The Military Tactics of the Two Camps 77
Causes of the Exodus of Refugees 81
What Does the Future Hold in Store for Kosovo? 85

3. NATO�s Future Targets 89
An Army at the Service of Globalization 90
The Next Targets: Irak, Algeria, Congo� and Moscow! 102
Caucasus: The Next War for Oil 112
What They Are Concealing about Chechnya 112
Towards Planetary Expansion 131
China: The Bombardment Was a Warning 144
International Law Ridiculed 157
Why the U.S. Armaments Budget Grew by 70% 163
The Birth of the Euro-Army 172

4. Was the War that Nato Fought a Dirty War? 179
Images of Suffering 181
The Theory of �Collateral Damage� 189
The Resistance of a People 195
Nato and the KLA Have �Ethnically Cleansed� Kosovo 204
How the Multinationals have Cut Up Kosovo 210
To Re-establish the Dialogue 217

5. The Necessity of a Global Peace Movement 221

Are We Condemned to Always Learn
the Truth too Late?

Each war begins with media lies. Public opinion must support the
troops, isn�t that so?
We learn the truth years later. That, for example, the United States
had completely invented the attack by Vietnamese gunboats in the Tonkin
Gulf, which served as a pretext for starting the Vietnam War. That the
horrifying theft of incubators from Kuhwait City by the Iraqi Arm was
itself a complete fabrication invented by a U.S. public relations firm
in 1990. That the military interventions against the island of Granada
(1983), Panama (1989), Somalia (1993), Bosnia (1995) were equally
�justified� with the aid of media lies and clever deceptions.
Are we condemned to always learn the truth too late?
No. The primary objective of this book is to teach the reader to
recognize media-lies. Taking as an example the war against Yugoslavia,
we will study the procedures utilized to spread disinformation. These
are the great principles of �war propaganda.� Massacres, mass graves,
ethnic cleansing: how can one disentangle truth from falsehood as
concealed by these spectacular images?
But, if disassembling spectacular media lies is important, it is even
more important to understand the true objectives of the great powers in
these wars. To understand what is concealed from us.
Have we really said all we have to say about the �ethnic� conflict
between Serbs and Albanians? Why have they concealed from us the fact
that Western secret service agencies have been for a long time
delivering weapons to the KLA? Just as they had delivered arms to the
Croat and Muslim separatists well before the outbreak of the war in
Croatia and Bosnia, in 1991. Who was fanning the flames of the
conflict behind the scenes?
And for what interests did the United States systematically provoke the
war? Most notably with the presentation at Rambouillet of an �accord�
which it knew was unacceptable because it demanded the military
occupation of all of Yugoslavia. Was it really about the U.S. imposing
itself as the cop in Europe through NATO?
We were told that NATO intervened for humanitarian reasons. But NATO
itself has armed Turkish generals to bomb Kurdish refugees. And
Madeleine Albright has publicly acknowledged that �[it was worth it to
kill five hundred thousand Iraqi children by the embargo]� in order to
control Middle East oil. What interests are concealed behind this
strange humanitarianism?
Could there be a secret agenda? Since 1996, the chief of the Belgian
Air Force, General Van Hecke, warned: �If Russia goes to pieces,
Europe should intervene militarily, and then we�ll have a Yugoslavia
raised to the tenth power.� Since the famous Brzezinski strategy
declared that it would divide Russia into three parts, is the United
States going about this peacefully to achieve this plan?
What are NATO�s future targets? Who has armed the separatist militias
in Chechnya? and will it be the next Kosovo? Step by step, NATO is
pursuing eastward expansion. We will examine the secret aspects of the
wars which are emerging: Caucasus, Russia, perhaps China. And most of
all the economic stakes, because NATO doesn�t go just anywhere. It
wants to control oil and gas routes, sources of colossal profits, the
keys to the world of tomorrow.
The war against Yugoslavia is merely the other side of the battle that
took place in Seattle over the unjust economic rules imposed by
multinational corporations. An American strategy has declared that: �
[The principal role of NATO is to integrate numerous regions into the
western economic community].� Is NATO, therefore, the army that
belongs to multinational corporations?
And when this NATO goes to war, does the media tell us the truth about
its actions? What are they concealing behind the term �collateral
damage�? Did NATO really bomb two refugee columns, an international
train, the Chinese embassy, the market and the hospital in Nish, and
numerous civilian targets �by mistake�? Does it really wage war in a
�civilized� manner?
A lot of questions. To which we must respond. In order to avoid
having them entrap us in the next war.

Michel Collon

37 Rue Andr� Renard T�l + Fax: 32 / 4 / 246 28 81
4430 Ans � Belgique E-mail: michel.collon@...

_ Journalist, writer for the weekly Solidaire.
_ Author of Attention, m�dias! (EPO, Brussels, 1992).
Subtitle: Media Lies about the Gulf War
Anti-manipulatin manual.
Analysis of general media systems
Three editions, more than 6,000 copies (out-of-print)
Translations in Spanish and Arabic
_ Author of Liar�s Poker (EPO, Brussels, 1998)
Subtitle: The Great Powers, Yugoslavia and the Wars to Come
Two editions, more than 4,000 copies.
Translations in Spanish, Dutch, and soon in Italian, Serbo-Croat and
English
Analysis of hidden strategies (U.S., Germany, NATO) in the Balkans.
Foresaw the Kosovo War, NATO expansion into the Caucasus
_ Numerous trips to Yugoslavia and the ex-Yugoslavia
_ Moving force in the Belgian Peace Movement. Led a delegation of
fifteen Belgians to Yugoslavia in May 1999 during the bombardment.
_ Co-Producer of the film, �Sous les bombes de l�Otan� (Regards
Crois�s, Brusells, 1999, 45 minutes) during the above-mentioned trip to
Yugoslavia.
_ More than two hundred conferences and debates, in numerous countries
(France, England, Netherlands, Italy)

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AN URGENT APPEAL TO THE ANTI-GLOBALIZATION MOVEMENT

(you could find hereafter this text: en fran�ais - en espa�ol)

Michel Collon makes an urgent appeal:
�The anti-globalization movement must also become an anti-war movement�

Michel Collon has held conference around the entire world. To stop wars
in the service of the New World Order of the multinational monopolies,
to counteract the threats weighing on all countries engaged in
independent development, he is calling for the urgent formation of an
international movement for peace.

(Herwig Lerouge doing the interview)

Michel Collon. I hope that what is happening to me now will help others
to become more conscious of the suffering caused by NATO�s so-called
clean and humanitarian wars in Iraq and in the former Yugoslavia.
Because of uranium�deceivingly called depleted�hundreds of thousands of
people, particularly children, are suffering or will suffer from
cancers, leukemias and other illnesses. The British minister of war in
1914-1918 already said at that time: "If the people truly knew, the war
would be stopped tomorrow." If only my experience could help to cut
through the curtain of smoke that the Western spin-doctors have put up
to disguise the true aims as well as the horrors of these wars.

Is it possible?

Michel Collon. Yes, people are not truly dupes. In the hospital, a
Congolese nurse told me, "The great powers are never �humanitarian."
When genocide was taking place in Rwanda, a poor country, they let it
go on. But they intervened in the rich Congo to control those riches."
Someone who is familiar with her region of origin can have a clear view
despite the disinformation. We must generalize these isolated instances
of clear thinking and make them common knowledge.

You insist that we consider all these wars as a collection...

Michel Collon. Absolutely. More and more countries are attacked or
threatened. Iraq: after the bombs, the sanctions, making already more
than a million victims. Yugoslavia since 1991, and it�s not finished
yet. The oil-producting countries of the Caucausus and in Algeria
through the use of right-wing religious fundamentalists. The Congo: 3.5
million victims following an aggression fomented and supported behind
the scenes by the United States. A veritable genocide with complete
silence about it. Colombia still under attack by the USA. Washington
also threatens Korea, perhaps Cuba and even one day China or Russia.

All these wars serve the same objective: to permit the multinational
corporations to monopolize strategic resources and markets. On March
28, 1999, just a few days after the bombing of Yugoslavia started
[bombing started March 24�jc], Thomas Friedman wrote in the New York
Times, "For globalization to succeed, America cannot fear to act like
the omnipotent superpower that it is. The hidden hand of the market
will never work without a hidden fist. McDonald's cannot flourish
without McDonald-Douglas, the designer of the F-15."

Is the progressive community conscious enough of what is needed?

Michel Collon. Not yet. The anti-globalization movement must absolutely
acquire an additional dimension: the struggle for peace. NATO is the
army of the multinational corporations. NATO bombed Yugoslavia not to
bring about a triumph for human rights, but to force that country to
apply the program of the International Monetary Fund and the World
Trade Organization. And Iraq should bow before the oil monopolies. NATO
is the fist charged with breaking all resistance to the absurd order of
the multinationals.

It is absurd to see these enterprises doubling their profits at the
same time they carry out massive layoffs, all to the applause of the
stock markets. To see that a pair of Nike sneakers sells for $75 while
the work who makes them only is paid 30 cents an hour is absurd. Who
can find such a system sensible�on that systematically impoverishes
those to whom it must sell? This impoverishment of the greatest number
makes the battle for markets so ferocious. The rivalries between the
great powers�especially between the United States and the European
Union�has become an important aspect of all recent wars.

Then there is the intensification of militarism. Increase of the
military budget of 70 percent in the U.S. Resumption of the arms race,
including that in space: the belt of anti-missile missiles has nothing
to do with defense, but would permit the USA to attack anywhere in the
world, even to use nuclear weapons, without allowing the attacked
country to respond. At the same time a Euroarmy is being put in place,
charged with carrying out the same dirty wars but for the European
multinational corporations. Without forgetting Japan, number two in the
world for percentage of GNP devoted to military spending.

What would the tasks of this peace movement be?


Michel Collon. First, to bring to as broad a public as possible a true
counter-information. Wars would be impossible without the organized and
systematic media lie campaigns. Countries that resist are put beyond
the pale by a disinformation campaign designed to disorient
international public opinion.

Second, contribute to the unification and mutual reinforcement of those
who resist.

Today, the opposition to war is carried out in a dispersed manner. We
are divided. The USA and NATO attack Yugoslavia while trying to make
the Arabs believe they are defending Muslims against Milosevic. But
they are attacking Yugoslavia for the same reasons they attack Iraq or
Palestine.

Finally, the movement against globalization and the profits of the
multinationals, the movement to defend the environment, and the
movement of solidarity with the countries under attack should also
unite to succeed in stopping the use of certain weapons, most notably
that of uranium.

You have held conferences all over the world. Are the people ready?

Michel Collon. More and more�even in the rich countries�people are
disturbed about the growing number of wars. The Greek peace movement
has had great victories against uranium, former U.S. and French
soldiers also, and I�ve just learned that the movement is growing
stronger also in Germany, in Spain, etc. ...

To support the resistance in the countries under attack, to stop
foreign intervention by one�s own country, that is crucial. Vietnam was
able to triumph over U.S. aggression thanks to its own heroic struggle,
but also thanks to a worldwide solidarity movement.

Toward whom should this movement orient?

Michel Collon. Toward the youth, who have always been at the front
lines of the battle against injustice. And toward the worker�s movement
that has to be aware that the money buried in the tanks and bombers is
no longer available for jobs, social services and education.

This movement should be extremely broad but also permit those
participating to call into question the system that causes these wars.
The current horrors should serve to make it understandable that the
absolute dictatorship of profit inevitably leads to war.

I add that we need right away a dimension European and international.
The opponent camp is organized globally. We have to be too.

(translation from French: John Catalinotto)



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Michel Collon lance un appel urgent: �Le mouvement anti-globalisation
doit devenir aussi un mouvement pour la paix�
Michel Collon a donn� des conf�rences dans le monde entier. Pour
arr�ter les guerres au service du Nouvel Ordre mondial des
multinationales, pour contrer les menaces pesant sur tous les pays
engag�s dans un d�velopement ind�pendant, il appelle � construire
d'urgence un mouvement international pour la paix.

Herwig Lerouge

Michel Collon. J�esp�re que ce qui m�arrive aujourd�hui aidera �
prendre conscience de la souffrance caus�e par les guerres pr�tendument
propres et humanitaires de l�Otan en Irak et en ex-Yougoslavie. A cause
de l'uranium trompeusement appel� appauvri, des centaines de milliers
de personnes - particuli�rement des enfants - souffrent ou vont
souffrir de cancers, de leuc�mies et d�autres maladies. Le ministre
britannique de la Guerre disait en 14 - 18 d�j� : �Si les gens savaient
vraiment, la guerre serait arr�t�e demain.� . Puisse mon cas aider �
d�chirer le rideau de fum�e que les sp�cialistes en communication
occidentaux dressent pour dissimuler tant les v�ritables objectifs que
les horreurs de ces guerres.

Est-ce possible?

Michel Collon. Oui, les gens ne sont pas vraiment dupes. A l�h�pital,
une infirmi�re congolaise m'a dit: � Les grandes puissances ne sont
jamais "humanitaires". Quand les g�nocidaires se d�cha�naient dans le
Rwanda pauvre, elles ont laiss� faire. Mais elles interviennent au
Congo riche pour contr�ler ses richesses �. Quiconque conna�t bien sa
r�gion d�origine, peut avoir une vue claire malgr� la d�sinformation.
Il faut �largir et mettre en commun ces lucidit�s dispers�es�

Tu insistes pour qu'on consid�re toutes ces guerres comme un ensemble�

Michel Collon. Absolument. De plus en plus de pays sont agress�s ou
menac�s. L'Irak: apr�s les bombes, l'embargo, faisant d�j� plus d�un
million de victimes. La Yougoslavie depuis 1991, et ce n'est pas fini.
Les pays p�troliers du Caucase et en Alg�rie via les extr�mistes
islamistes. Le Congo: 3,5 millions de victimes suite � l�agression
foment�e en coulisses par les Etats-Unis. V�ritable g�nocide dans un
silence complet. La Colombie agress�e toujours par les USA. Lesquels
menacent aussi la Cor�e, peut-�tre Cuba et m�me un jour la Chine ou la
Russie.

Toutes ces guerres servent le m�me objectif : permettre aux
multinationales de s�accaparer des richesses strat�giques et des
march�s. Le 28 mars 1999, peu avant les bombardements sur la
Yougoslavie, le New York Times �crivait : � Pour que la globalisation
marche, l�Am�rique ne doit pas craindre d�agir comme la superpuissance
omnipotente qu�elle est. La main invisible du march� ne finctionnera
jamais sans un poing cach�. Mc Donalds ne peut �tre prosp�re sans Mc
Donnel Douglas, le constructeur de l�avion F-15 �.

Le monde progressiste en est-il assez conscient?

Michel Collon. Pas encore. Le mouvement anti-globalisation doit
absolument acqu�rir une dimension suppl�mentaire : la lutte pour la
paix. L�Otan c�est l�arm�e des multinationales. L�Otan a bombard� la
Yougoslavie non pour y faire triompher les droits de l�homme, mais pour
l'obliger � appliquer le programme du FMI et de l�OMC. Et l�Irak doit
se soumettre aux multinationales du p�trole. L�OTA, c'est le poing
charg� de briser toute r�sistance � l�ordre absurde des
multinationales.

Il est absurde de voir des entreprises doubler leurs b�n�fices tout en
licenciant massivement sous les applaudissements de la bourse. De voir
qu�une paire de Nike se vend � 3.000 francs alors que l�ouvrier qui les
produit ne touche que 11 francs de l�heure. Qui peut trouver sens� un
syst�me appauvrissant syst�matiquement ceux � qui il devrait vendre?
Cet appauvrissement du plus grand nombre rend si f�roce la bataille
pour les march�s. La rivalit� entre grandes puissances - surtout USA et
U.E. - est devenue un aspect important de toutes les guerres r�centes.

D'o� l'intensification du militarisme. Augmentation du budget militaire
US de 70%. Relance de la course aux armements y compris dans l�espace:
le bouclier antimissiles n�a rien de d�fensif, mais doit permettre aux
USA d'attaquer partout dans le monde, y compris avec des armes
nucl�aires, sans que le pays agress� puisse riposter. En m�me temps se
met en place l'Euro-arm�e, charg�e de mener les m�mes sales guerres
mais pour les multinationales europ�ennes. Sans oublier le Japon, n� 2
mondial quant au pourcentage du PNB consacr� � l�armement.

Quelles seraient les t�ches de ce mouvement pour la paix?

Michel Collon. Primo, apporter � un public aussi large que possible une
v�ritable contre-information. Les guerres seraient impossibles sans les
m�diamensonges. Les pays qui r�sistent sont mis au ban par une
d�sinformation destin�e � d�sorienter l�opinion publique
internationale.

Secundo, contribuer � ce que les r�sistances s�unissent et se
renforcent mutuellement.

Aujourd'hui, les r�sistances � la guerre se se m�nent en ordre
dispers�. On est divis�s. USA et Otan attaquent la Yougoslavie en
faisant croire aux Arabes qu'ils d�fendent les Musulmans contre
Milosevic. Or, ils attaquent la Yougoslavie pour les m�mes raisons que
l�Irak ou la Palestine.

Enfin, le mouvement contre la globalisation au profit des
multinationales, le mouvement �colgiste et le mouvement de solidarit�
avec les pays agress�s devraient s�unir aussi pour arriver � interdire
l�usage de certaines armes, et notamment celles � l�uranium.

Tu as donn� des conf�rences dans le monde entier. Les gens te semblent
pr�ts?

Michel Collon. De plus en plus - m�me dans les pays riches -
s'inqui�tent du nombre croissant de guerres . Le mouvement grec pour la
paix a obtenu de grandes victoires contre l'uranium, les anciens
soldats US ou fran�ais aussi, je viens d'apprendre que la lutte se
renforce aussi en Allemagne, en Espagne, etc�

Soutenir la r�sistance des pays agress�s, arr�ter l'intervention �
l'�tranger de son propre pays, c'est crucial. Le Viet-nam a pu vaincre
l'agression US gr�ce � sa propre lutte h�roique , mais aussi gr�ce � un
mouvement mondial de solidarit�.

Vers qui doit s'orienter ce mouvement?

Michel Collon. Vers la jeunesse, qui a toujours �t� � la pointe du
combat contre l�injustice. Et vers le mouvement ouvrier qui doit se
rendre compte que l�argent englouti dans les chars et les bombardiers
n�est plus disponible pour l'emploi, le social et l��ducation.

Ce mouvement doit �tre extr�mement large mais permettre aussi de
remettre en question le syst�me qui cause ces guerres. Les horreurs
actuelles doivent servir � faire comprendre que la dictature du profit
absolu m�ne in�vitablement � la guerre.

J'ajoute qu'il nous faut d�embl�e une dimension europ�enne et
internationale. Le camp en face est mondialis�. Nous devons l��tre
aussi.


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Michel Collon hace un llamamiento urgente:

"El movimiento anti-globalizaci�n debe convertirse tambi�n en un
movimiento por la paz"
Michel Collon ha dado conferencias por todo el mundo. Para detener las
guerras al servicio del Nuevo Orden mundial de las multinacionales,
para oponerse a las amenazas que pesan sobre cualquier pa�s
comprometido en un desarrollo independiente, hace un llamamiento para
crear urgentemente un movimiento internacional por la paz.

Herwing Lerouge.

Michel Collon: Espero que lo que hoy me ocurre ayude concienciar acerca
del sufrimiento ocasionado por las guerras supuestamente limpias y
humanitarias de la OTAN en Irak y en la antigua Yugoslavia. A causa del
uranio enga�osamente denominado empobrecido, centenares de miles de
personas -en especial, ni�os- sufren o ven sufrir de c�nceres,
leucemias y otras enfermedades. El ministro brit�nico de la guerra
dec�a ya en la guerra de 1914-1918: " Si la gente conociera la verdad,
la guerra ser�a parada ma�ana". Que mi caso pueda ayudar a deshacer la
cortina de humo que los especialistas de comunicaci�n occidentales
levantan para ocultar tanto los verdaderos objetivos como los horrores
de estas guerras.

�Es eso posible?

M.C: S�, la gente no est� tan enga�ada. Una enfermera congole�a me dijo
en el hospital: "Las grandes potencias nunca son "humanitarias". Cuando
se desencadenaron los genocidios en la Ruanda pobre, ellas dejaron
hacer. Sin embargo, intervienen en el Congo rico para controlar sus
riquezas". Cualquiera que conozca bien su regi�n de origen puede
hacerse una idea clara, a pesar de la desinformaci�n. Hay que ampliar y
poner en com�n esas lucideces desperdigadas.

Insistes en que todas estas guerras se consideren como un conjunto...

M.C: Desde luego. Cada vez m�s pa�ses son agredidos o amenazados. Irak:
despu�s de los bombardeos, el embargo, y han causado ya m�s de un
mill�n de v�ctimas. Yugoslavia desde 1991, y a�n no ha terminado. Los
pa�ses petrol�feros del C�ucaso y en Argelia, v�a los extremistas
isl�micos. Congo: tres millones y medio de v�ctimas a consecuencia de
la agresi�n fomentada entre bastidores por EEUU. Un aut�ntico genocidio
en completo silencio. Colombia, a la que EEUU siempre agrede . EEUU
amenaza tambi�n a Corea, quiz� a Cuba, y puede que un d�a incluso a
China o Rusia.

Todas estas guerras est�n al servicio del mismo objetivo: permitir a
las multinacionales acaparar las riquezas estrat�gicas y los mercados.
El 28 de marzo de 1999, un poco antes de los bombardeos sobre
Yugoslavia, en el New York Times se dec�a: "Para que la globalizaci�n
funcione, Am�rica no debe tener miedo a actuar como la superpotencia
omnipotente que es. La mano invisible del mercado no funcionar� nunca
sin un pu�o oculto. McDonals no puede ser pr�spero sin Mc Donnel
Douglas, constructor del avi�n F-15".

�Es el mundo progresista lo bastante consciente?

M.C: Todav�a no. El movimiento anti-globalizaci�n debe adquirir una
dimensi�n suplementaria: la lucha por la paz. La OTAN bombarde�
Yugoslavia no para hacer triunfar ah� los derechos humanos, sino para
obligar a aplicar el programa del FMI y del OMC. E Irak debe someterse
a las multinacionales del petr�leo. La OTAN es el pu�o encargado de
acabar con cualquier resistencia al orden absurdo de las
multinacionales...

Es absurdo ver como las empresas duplican sus beneficios con despidos
masivos con el aplauso de la Bolsa. Ver que un par de zapatillas NIKE
se vende a 3.000 francos mientras que el obrero que las fabrica no
recibe m�s que 11 francos a la hora. �A qui�n le puede parecer sensato
un sistema que empobrece sistem�ticamente a quienes deber�a vender
productos? Este empobrecimiento de un n�mero cada vez mayor de personas
hace m�s feroz la batalla por los mercados. La rivalidad entre las
grandes potencias -en especial, EEUU y la UE- se ha convertido en un
aspecto importante de todas las guerras recientes.

De ah� la intensificaci�n del militarismo. Aumento de un 70% del
presupuesto militar de EEUU. Reactivaci�n de la carrera de armamentos,
incluido el espacio: el escudo antimisiles no tiene nada de defensivo,
pero puede permitir a EEUU atacar a cualquier parte del mundo, incluso
con armas nucleares, sin que el pa�s agredido pueda responder. Al mismo
tiempo, se pone en marcha el Euroej�rcito, encargado de llevar a cabo
las misma guerras sucias, pero para las multinacionales europeas. Sin
olvidarnos de Jap�n, n�2 mundial en porcentaje del PNB dedicado al
armamento.

�Cu�l ser�a la tarea de ese movimiento por la paz?

M.C: En primer lugar, proporcionar a un p�blico lo m�s numeroso posible
una verdadera contra-informaci�n. Las guerras no ser�an posibles sin
las mentiras medi�ticas. Los pa�ses que se resisten son marginados por
medio de una desinformaci�n destinada a desorientar a la opini�n
p�blica internacional.

En segundo lugar, contribuir a que las resistencias se unan y refuercen
mutuamente.

Hoy en d�a, la resistencia a la guerra se lleva a cabo de una manera
dispersa. Hay divisiones. EEUU y la OTAN atacan Yugoslavia haciendo
creer a los �rabes que est�n defendiendo a los musulmanes frente a
Milosevic. Ahora bien, atacan Yugoslavia por las mismas razones que
atacan Irak o Palestina.

En una palabra, el movimiento contra la globalizaci�n en beneficio de
las multinacionales, el movimiento ecologista y el movimiento de
solidaridad con los pa�ses agredidos deber�an unirse para lograr que se
proh�ba el uso de algunas armas, en especial, las de uranio.

Has dado conferencias por todo el mundo, �te parece que la gente est�
preparada?

M.C: Cada vez m�s -incluso en los pa�ses ricos- hay inquietud por el
creciente n�mero de guerras. El movimiento griego por la paz ha
obtenido grandes victorias contra el uranio, tambi�n los veteranos
franceses y estadounidenses; acabo de saber que la lucha se refuerza
tambi�n en Alemania, Espa�a, etc...

Es crucial apoyar la resistencia de los pa�ses agredidos, parar la
intervenci�n del propio pa�s en el extranjero. Vietnam pudo vencer la
agresi�n de EEUU gracias a su propia lucha heroica, pero tambi�n
gracias a un movimiento mundial de solidaridad.

�Hacia qui�n debe orientarse ese movimiento?

M.C: A la juventud, que siempre ha estado a la cabeza de la lucha
contra la injusticia. Y hacia el movimiento obrero, que debe darse
cuenta de que el dinero que devoran los carros de combate y los
bombarderos ya no est� disponible para el empleo, lo social y la
educaci�n.

Este movimiento debe ser extremadamente amplio, pero tambi�n debe
permitir cuestionar el sistema que causa estas guerras. Los actuales
horrores deben servir para hacer comprender que la dictadura del
beneficio absoluto lleva inevitablemente a la guerra.

A�ado que de entrada nos hace falta una dimensi�n europea e
internacional. El campo que tenemos ante nosotros est� mundializado.
Nosotros debemos serlo tambi�n.

(Traducci�n del franc�s: Beatriz Morales Bastos)

---

Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti della
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