Informazione
MUSICA ITALIOTA PER UNA BUONA CAUSA
La migliore musica pop dell'Italia fascista e' stata raccolta in un CD
per consentire la sopravvivenza della scuola di musica di Sarajevo, che
dopo le devastazioni collegate allo sfascio della Jugoslavia unitaria -
quando tutti avevano libero accesso gratuito ai corsi di musica - e' ora
minacciata di requisizione da parte dei preti cattolici.
Finira' anche qui come a Mostar, dove per finanziare un ente teatrale
hanno organizzato megaconcerti coinvolgendo pure Pavarotti, ma i soldi
alla fine sono finiti nelle tasche di qualche mafioso profittatore di
guerra?
"Abbassa la tua radio"
Esce il 2 cd prodotto per finanziare il Liceo di Musica di Sarajevo
GUIDO FESTINESE
Peppe Servillo degli Avion Travel intona con roca e
divertita partecipazione il brano che Gabriella Ferri
preferiva far squillare come un richiamo: Dove sta Zazà?.
La voce grintosa e argentina di Irene Grandi propone
Silenzioso slow, e le fanno sponda la tromba poetica del
più grande jazzista italiano, Enrico Rava, e il pianoforte
del giovane che da alcuni anni viene segnalato come miglior
talento nei referendum specializzati, Stefano Bollani. Rava
lo si ritrova anche in duo con Bollani, per Baciami
piccina. E poi c'è Elio che, non pago di aver imparato a
cantare "a tenore" con i gruppi sardi qui sfodera una
degnissima grinta di tenore per una surreale Parlami
d'amore Mariù.
Javier Girotto, sassofonista argentino sublime degli Aires
Tango non sembra provare il minimo imbarazzo a improvvisare
su Quell'uccellin che vien dal mare. Tutto questo, e molto
altro materiale attizza-memoria si trova in Abbassa la tua
radio/Omaggio alla musica italiana degli anni '30 e '40. Un
cd (ed. Ermitage) in questi giorni in edicola con un
fascicolo che raccoglie illustrazioni d'epoca e uno
splendido testo curato da Giancarlo Governi, tratto dal
volume Tu musica divina. Tutti gli arrangiamenti sono di
Bollani, che in un brano di spettacolare efficacia, Conosci
mia cugina, si diverte a cantare in perfetto stile crooner.
Il singolare sodalizio fra la parte più creativa del jazz
italiano e nomi scelti della musica leggera non serve solo
al gioco dei ricordi di quando, per dirla con Alberto
Sordi, la radio si ascoltava "seduti davanti, come a
teatro", né celebra i fasti un po' ingialliti di una bella
stagione delle note italiane, in cerca di mille guizzi per
sfuggire la cappa asfittica delle commissioni d'ascolto
dell'Eiar (mentre i Mussolini a casa loro ascoltavano
invece a volontà il "jazz negroide", proibendolo agli altri
italiani). "Abbassa la tua radio" è il secondo capitolo
discografico dedicato alla raccolta di fondi per il Liceo
di Musica di Sarajevo: il primo episodio di tre anni fa con
la partecipazione di Lucio Dalla, "Notte di luna calante"
ha già fruttato la riparazione dei malandati strumenti del
Liceo e l'acquisto di materiale didattico. Nato l'8 maggio
1945 per avvicinare alla musica i giovani fra i 12 e i 20
anni "senza distinzione di religione, nazionalità o
colore", Srednja Muzicka Skola di Sarajevo ospita oggi 205
allievi e 75 professori. Tutti operano fra mille
difficoltà: la biblioteca di 12.000 volumi è accatastata in
16 metri quadrati, gli strumenti sono così malandati da
essere spesso inutilizzabili e i ragazzi, nessuno dei quali
possiede lo strumento, di buon grado cercano di pagare una
sorta di affitto.
In più la chiesa cattolica, proprietaria dell'edificio al
centro di Sarajevo, pretende la restituzione degli spazi.
Tutti i proventi della vendita a prezzo speciale di Abbassa
la tua radio (19.900 lire) andranno a rimpolpare le magre
finanze del Liceo di Musica. Un buon motivo per riascoltare
Ho un sassolino nella scarpa e Mille lire al mese.
(Da "Il Manifesto", 19/7/2000)
--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------
La migliore musica pop dell'Italia fascista e' stata raccolta in un CD
per consentire la sopravvivenza della scuola di musica di Sarajevo, che
dopo le devastazioni collegate allo sfascio della Jugoslavia unitaria -
quando tutti avevano libero accesso gratuito ai corsi di musica - e' ora
minacciata di requisizione da parte dei preti cattolici.
Finira' anche qui come a Mostar, dove per finanziare un ente teatrale
hanno organizzato megaconcerti coinvolgendo pure Pavarotti, ma i soldi
alla fine sono finiti nelle tasche di qualche mafioso profittatore di
guerra?
"Abbassa la tua radio"
Esce il 2 cd prodotto per finanziare il Liceo di Musica di Sarajevo
GUIDO FESTINESE
Peppe Servillo degli Avion Travel intona con roca e
divertita partecipazione il brano che Gabriella Ferri
preferiva far squillare come un richiamo: Dove sta Zazà?.
La voce grintosa e argentina di Irene Grandi propone
Silenzioso slow, e le fanno sponda la tromba poetica del
più grande jazzista italiano, Enrico Rava, e il pianoforte
del giovane che da alcuni anni viene segnalato come miglior
talento nei referendum specializzati, Stefano Bollani. Rava
lo si ritrova anche in duo con Bollani, per Baciami
piccina. E poi c'è Elio che, non pago di aver imparato a
cantare "a tenore" con i gruppi sardi qui sfodera una
degnissima grinta di tenore per una surreale Parlami
d'amore Mariù.
Javier Girotto, sassofonista argentino sublime degli Aires
Tango non sembra provare il minimo imbarazzo a improvvisare
su Quell'uccellin che vien dal mare. Tutto questo, e molto
altro materiale attizza-memoria si trova in Abbassa la tua
radio/Omaggio alla musica italiana degli anni '30 e '40. Un
cd (ed. Ermitage) in questi giorni in edicola con un
fascicolo che raccoglie illustrazioni d'epoca e uno
splendido testo curato da Giancarlo Governi, tratto dal
volume Tu musica divina. Tutti gli arrangiamenti sono di
Bollani, che in un brano di spettacolare efficacia, Conosci
mia cugina, si diverte a cantare in perfetto stile crooner.
Il singolare sodalizio fra la parte più creativa del jazz
italiano e nomi scelti della musica leggera non serve solo
al gioco dei ricordi di quando, per dirla con Alberto
Sordi, la radio si ascoltava "seduti davanti, come a
teatro", né celebra i fasti un po' ingialliti di una bella
stagione delle note italiane, in cerca di mille guizzi per
sfuggire la cappa asfittica delle commissioni d'ascolto
dell'Eiar (mentre i Mussolini a casa loro ascoltavano
invece a volontà il "jazz negroide", proibendolo agli altri
italiani). "Abbassa la tua radio" è il secondo capitolo
discografico dedicato alla raccolta di fondi per il Liceo
di Musica di Sarajevo: il primo episodio di tre anni fa con
la partecipazione di Lucio Dalla, "Notte di luna calante"
ha già fruttato la riparazione dei malandati strumenti del
Liceo e l'acquisto di materiale didattico. Nato l'8 maggio
1945 per avvicinare alla musica i giovani fra i 12 e i 20
anni "senza distinzione di religione, nazionalità o
colore", Srednja Muzicka Skola di Sarajevo ospita oggi 205
allievi e 75 professori. Tutti operano fra mille
difficoltà: la biblioteca di 12.000 volumi è accatastata in
16 metri quadrati, gli strumenti sono così malandati da
essere spesso inutilizzabili e i ragazzi, nessuno dei quali
possiede lo strumento, di buon grado cercano di pagare una
sorta di affitto.
In più la chiesa cattolica, proprietaria dell'edificio al
centro di Sarajevo, pretende la restituzione degli spazi.
Tutti i proventi della vendita a prezzo speciale di Abbassa
la tua radio (19.900 lire) andranno a rimpolpare le magre
finanze del Liceo di Musica. Un buon motivo per riascoltare
Ho un sassolino nella scarpa e Mille lire al mese.
(Da "Il Manifesto", 19/7/2000)
--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------
Fonte: Yugoslav Daily Survey 20 July 2000 No.3114
http://www1.mfa.gov.yu/
http://www.smip.sv.gov.yu/
http://www.mfa.gov.yu/
INTERVIEW
OF THE FEDERAL MINISTER FOR FOREIGN AFFAIRS
OF THE FR OF YUGOSLAVIA, MR. ZIVADIN JOVANOVIC,
TO "AL ARAB AL YAWM" DAILY
In an interview to Jordanian "Al Arab Al Yawm" daily, the
Yugoslav
Foreign Minister Mr. Zivadin Jovanovic said that his country maintained
close relations with the majority of Arab countries, particularly
stressing
that the biased claim that Serbs had killed Muslims was the biggest lie
of
the twentieth century.
Q: What is your assessment of Yugoslav relations with Arab
countries on the whole?
A: We have very deep and strong friendship and ties with all
Arab
countries. Allow me to briefly reflect on Jordanian-Yugoslav relations.
Long-standing relations of cooperation and friendship, fruitful
political, economic, scientific, cultural and all other forms of
cooperation have linked us with Arab countries. The scope of our
friendly
relations and mutually beneficial cooperation with Arab countries
extends
from Gibraltar to Oman and we remain interested in the development of
Arab
countries. For example, our cooperation with North African Arab
countries
(Maghreb) is increasing. One of our companies has recently won a
contract
for a project in Libya worth 180 million US dollars. We have companies
working in the fields of infrastructure in Egypt, Libya, Tunisia and
Algeria, as well as in Iraq, Kuwait, Qatar, UAE etc.
Q: Please tell us something about the present situation in
Yugoslavia.
A: We are now fully engaged in the reconstruction of what NATO
has
destroyed by bombing - bridges, factories, houses, radio and television
facilities, electricity and energy stations, schools, hospitals,
kindergartens. Recently, we have started our third phase of
reconstruction,
i.e. development. We are trying hard to find balance between
reconstruction
and technology modernization in order to enhance our economy and remain
competitive at international markets.
Automobile factory "Zastava", as well as our tractor factory for example
has renewed their export to Arab and neighboring countries. We have
recently opened the Bridge in Novi Sad over Danube River on European
corridor 10. Eighty-four trains to and from various European countries
daily pass over this bridge. In our view, this is of utmost geopolitical
importance in European transport, communication and links to the Middle
East and Asia.
We are working on the modernization of our economy and its
privatization. We promote small and medium projects and strongly
encourage
foreign investments. Greek and Italian investments, for example, are
estimated at one billion US dollars. Also, there are considerable
investments of Yugoslav expatriates amounting to millions, which are all
tax-free.
We have started the realization of a huge highway project linking the
city
of Novi Sad with our capital Belgrade. The construction of highway
Nis-Macedonian border is also underway. All of these projects are to be
completed before the 2004 Olympic games in Athens, to facilitate the
access
of Europeans to Greece through Yugoslavia. We assess that the transit
revenues amount now over 200 million US dollars.
Q: What is your assessment of the situation in Kosovo?
A: As you are aware, we have reached an agreement in June last
year ending the NATO aggression against our country. Based on this, the
UN
Security Council adopted its Resolution 1244 (1999), guaranteeing
security
to all citizens, the territorial integrity and sovereignty of
Yugoslavia,
ending terrorism, establishing the security of international borders,
guaranteeing a safe environment for free and safe return of all refugees
and displaced persons. However, none of this has been accomplished so
far.
Despite the fact that more than one year had elapsed since the adoption
of
the Resolution, all the conditions are continuously worsening. The drugs
and arms smuggling, women trafficking have spread, security has
deteriorated, killings and rapes has drastically increased.
In 12 months we have registered 1.100 murders and over 1000
kidnappings, mainly Serbs, Moslems, Romas, Goranci, Turks ? all
nonalbanians. This means that every day seven people are killed or
abducted. And no one was indicted or imprisoned for these crimes. About
350.000 Serbs, Muslims, Roma, Goranci, Turks and Egyptians were forced
to
leave Kosovo. During the same period, around 300.000 Albanians from
Albania
have illegally entered our southern province, which was tolerated by
UNMIK
and KFOR. This clearly shows the dramatic deterioration of the situation
in
the province, and systematic violation of the Resolution 1244 (1999).
The
UN Security Council has done nothing to ensure compliance and would not
let
us guard our borders, in spite of the fact that we are authorized to do
so
by Resolution 1244 (1999). On our part, we only insist on the full
implementation of the UN SC Resolution 1244. No more, no less. We insist
on
the respect of our sovereignty and territorial integrity and the
protection
of all our citizens, regardless of their religion or nationality. We
have
many citizens in Kosovo, both Muslims and Serbs, who are threatened by
terrorist "KLA" and are even without food, water, education or jobs.
Q: You talk about Muslims and of their suffering, while at the
same time your country is accused of expelling Muslims. What is your
view
of that?
A: That is obviously just a big lie and biased propaganda from
those who pretend to be the protectors of Muslims and who pose as their
apparent friends. At the same time, we have witnessed that they were
indiscriminately killing Albanians, Muslims, Serbs ? all citizens in
Kosovo, during the NATO aggression. They are trying to gain control over
Muslims throughout the Muslim world. This is because of the wealth of
Muslim countries, oil reserves and their consuming capacity. Therefore,
such claims represent the biggest lies of the 20th century. Such claims
are
aimed at destroying trust between the Muslim world and us. They want to
divide us, to seed mistrust and confrontation in order to gain control
over
both. However, fortunately, everyone is becoming aware of that devious
tactics. Serbs and Muslims in Yugoslavia have lived as brothers for
centuries. The have lived without problems for they have the same Slavic
origin, they are of the same race and blood; they share the same destiny
and goals of peace and prosperity. What do the superpowers want and what
are they planning? Their strategy is to create a religious conflict in
order to destroy and weaken all religions, thus dominating over our
wealth
and our destiny. But we in Yugoslavia do not allow anybody to interfere
between us, between Muslims and Serbs. Some people are perhaps unaware
that
indeed more Muslims live in Yugoslavia than in Bosnia. Both Muslims and
Christians are now working together on the reconstruction and
modernization of Yugoslavia. They are brothers and they cherish
Yugoslavia
as their only home.
Q: What is the story of the opposition and who is behind it?
A: After NATO's failure in achieving their goals by force, they
resorted to sanctions and interference in our internal affairs in the
attempt to destabilize the country and impose leaders of their own
choice,
those who would amnesty NATO of its crimes against peace and humanity.
One
has to remember that they have destroyed our economy during the
aggression
inflicting damage estimated at around 100 billion US dollars. This is in
addition to 150 billion US dollars damage caused by illegal sanctions.
They
have killed thousands of civilians, children, refugees and many innocent
people, among them 16 journalists of Belgrade television. Out of 19 TV
transmitters, they have destroyed 17, leaving only two in operation. At
the
same time they have established NATO radio and television stations in
some
of our neighboring countries in order to change the public opinion
against
our Government and its leaders. They are paying many to the opposition
hoping for destabilization. Our opposition parties call for holding
extraordinary elections only a couple of months before the regular
elections, scheduled to be held later this year. There are no reasons
for
this. A vast majority, if not all people are engaged in the
reconstruction
and expect elections to be held in regular terms. They do not trust NATO
or
their exponents in our country.
Last April the opposition organized a demonstration offended by
some 30.000 people. Having in mind that only Belgrade has 2 million
residents, that is very low support. Last May they tried with another
demonstration offended by not more than 15.000 people. Last June they
organized the third demonstration attended by only a couple of thousand
people. And just for comparison: the inauguration of the newly
constructed
bridge over the Danube in Novi Sad by President Milosevic in June was
attended by hundreds of thousands of people. You need to judge these
facts
by yourself ? whom and what kind of policy the people support and whom
and
what they do not support.
Q: We have heard that some countries are advocating the
alleviation of sanctions against Yugoslavia. What is your opinion of
that?
A: Yes, indeed. More or less everyone now recognizes that
sanctions do not solve but rather cause many problems, that they
represent
the most massive violation of human rights and that they are
counterproductive. At this time, out of 15 members of the EU, only one ?
Britain ? is still in favor of sanctions. All the others are against.
Hopefully those responsible in London may also soon accept the will of
the
majority in the EU.
We highly appreciate calls for removal of sanctions from many
European countries. Just to mention the actions of the Russian Duma,
that
of 30 Swedish MPs and a big group of Italian MPs, including the Chairman
of
the Italian Parliament. The British parliamentary group has collected
10.000 signatures to urge the British Government to lift the sanctions.
We
believe that the sanctions are a crime against humanity and we call for
the
immediate lifting of all sanctions anywhere in the world. They solve
nothing. They only cause suffering.
--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------
http://www1.mfa.gov.yu/
http://www.smip.sv.gov.yu/
http://www.mfa.gov.yu/
INTERVIEW
OF THE FEDERAL MINISTER FOR FOREIGN AFFAIRS
OF THE FR OF YUGOSLAVIA, MR. ZIVADIN JOVANOVIC,
TO "AL ARAB AL YAWM" DAILY
In an interview to Jordanian "Al Arab Al Yawm" daily, the
Yugoslav
Foreign Minister Mr. Zivadin Jovanovic said that his country maintained
close relations with the majority of Arab countries, particularly
stressing
that the biased claim that Serbs had killed Muslims was the biggest lie
of
the twentieth century.
Q: What is your assessment of Yugoslav relations with Arab
countries on the whole?
A: We have very deep and strong friendship and ties with all
Arab
countries. Allow me to briefly reflect on Jordanian-Yugoslav relations.
Long-standing relations of cooperation and friendship, fruitful
political, economic, scientific, cultural and all other forms of
cooperation have linked us with Arab countries. The scope of our
friendly
relations and mutually beneficial cooperation with Arab countries
extends
from Gibraltar to Oman and we remain interested in the development of
Arab
countries. For example, our cooperation with North African Arab
countries
(Maghreb) is increasing. One of our companies has recently won a
contract
for a project in Libya worth 180 million US dollars. We have companies
working in the fields of infrastructure in Egypt, Libya, Tunisia and
Algeria, as well as in Iraq, Kuwait, Qatar, UAE etc.
Q: Please tell us something about the present situation in
Yugoslavia.
A: We are now fully engaged in the reconstruction of what NATO
has
destroyed by bombing - bridges, factories, houses, radio and television
facilities, electricity and energy stations, schools, hospitals,
kindergartens. Recently, we have started our third phase of
reconstruction,
i.e. development. We are trying hard to find balance between
reconstruction
and technology modernization in order to enhance our economy and remain
competitive at international markets.
Automobile factory "Zastava", as well as our tractor factory for example
has renewed their export to Arab and neighboring countries. We have
recently opened the Bridge in Novi Sad over Danube River on European
corridor 10. Eighty-four trains to and from various European countries
daily pass over this bridge. In our view, this is of utmost geopolitical
importance in European transport, communication and links to the Middle
East and Asia.
We are working on the modernization of our economy and its
privatization. We promote small and medium projects and strongly
encourage
foreign investments. Greek and Italian investments, for example, are
estimated at one billion US dollars. Also, there are considerable
investments of Yugoslav expatriates amounting to millions, which are all
tax-free.
We have started the realization of a huge highway project linking the
city
of Novi Sad with our capital Belgrade. The construction of highway
Nis-Macedonian border is also underway. All of these projects are to be
completed before the 2004 Olympic games in Athens, to facilitate the
access
of Europeans to Greece through Yugoslavia. We assess that the transit
revenues amount now over 200 million US dollars.
Q: What is your assessment of the situation in Kosovo?
A: As you are aware, we have reached an agreement in June last
year ending the NATO aggression against our country. Based on this, the
UN
Security Council adopted its Resolution 1244 (1999), guaranteeing
security
to all citizens, the territorial integrity and sovereignty of
Yugoslavia,
ending terrorism, establishing the security of international borders,
guaranteeing a safe environment for free and safe return of all refugees
and displaced persons. However, none of this has been accomplished so
far.
Despite the fact that more than one year had elapsed since the adoption
of
the Resolution, all the conditions are continuously worsening. The drugs
and arms smuggling, women trafficking have spread, security has
deteriorated, killings and rapes has drastically increased.
In 12 months we have registered 1.100 murders and over 1000
kidnappings, mainly Serbs, Moslems, Romas, Goranci, Turks ? all
nonalbanians. This means that every day seven people are killed or
abducted. And no one was indicted or imprisoned for these crimes. About
350.000 Serbs, Muslims, Roma, Goranci, Turks and Egyptians were forced
to
leave Kosovo. During the same period, around 300.000 Albanians from
Albania
have illegally entered our southern province, which was tolerated by
UNMIK
and KFOR. This clearly shows the dramatic deterioration of the situation
in
the province, and systematic violation of the Resolution 1244 (1999).
The
UN Security Council has done nothing to ensure compliance and would not
let
us guard our borders, in spite of the fact that we are authorized to do
so
by Resolution 1244 (1999). On our part, we only insist on the full
implementation of the UN SC Resolution 1244. No more, no less. We insist
on
the respect of our sovereignty and territorial integrity and the
protection
of all our citizens, regardless of their religion or nationality. We
have
many citizens in Kosovo, both Muslims and Serbs, who are threatened by
terrorist "KLA" and are even without food, water, education or jobs.
Q: You talk about Muslims and of their suffering, while at the
same time your country is accused of expelling Muslims. What is your
view
of that?
A: That is obviously just a big lie and biased propaganda from
those who pretend to be the protectors of Muslims and who pose as their
apparent friends. At the same time, we have witnessed that they were
indiscriminately killing Albanians, Muslims, Serbs ? all citizens in
Kosovo, during the NATO aggression. They are trying to gain control over
Muslims throughout the Muslim world. This is because of the wealth of
Muslim countries, oil reserves and their consuming capacity. Therefore,
such claims represent the biggest lies of the 20th century. Such claims
are
aimed at destroying trust between the Muslim world and us. They want to
divide us, to seed mistrust and confrontation in order to gain control
over
both. However, fortunately, everyone is becoming aware of that devious
tactics. Serbs and Muslims in Yugoslavia have lived as brothers for
centuries. The have lived without problems for they have the same Slavic
origin, they are of the same race and blood; they share the same destiny
and goals of peace and prosperity. What do the superpowers want and what
are they planning? Their strategy is to create a religious conflict in
order to destroy and weaken all religions, thus dominating over our
wealth
and our destiny. But we in Yugoslavia do not allow anybody to interfere
between us, between Muslims and Serbs. Some people are perhaps unaware
that
indeed more Muslims live in Yugoslavia than in Bosnia. Both Muslims and
Christians are now working together on the reconstruction and
modernization of Yugoslavia. They are brothers and they cherish
Yugoslavia
as their only home.
Q: What is the story of the opposition and who is behind it?
A: After NATO's failure in achieving their goals by force, they
resorted to sanctions and interference in our internal affairs in the
attempt to destabilize the country and impose leaders of their own
choice,
those who would amnesty NATO of its crimes against peace and humanity.
One
has to remember that they have destroyed our economy during the
aggression
inflicting damage estimated at around 100 billion US dollars. This is in
addition to 150 billion US dollars damage caused by illegal sanctions.
They
have killed thousands of civilians, children, refugees and many innocent
people, among them 16 journalists of Belgrade television. Out of 19 TV
transmitters, they have destroyed 17, leaving only two in operation. At
the
same time they have established NATO radio and television stations in
some
of our neighboring countries in order to change the public opinion
against
our Government and its leaders. They are paying many to the opposition
hoping for destabilization. Our opposition parties call for holding
extraordinary elections only a couple of months before the regular
elections, scheduled to be held later this year. There are no reasons
for
this. A vast majority, if not all people are engaged in the
reconstruction
and expect elections to be held in regular terms. They do not trust NATO
or
their exponents in our country.
Last April the opposition organized a demonstration offended by
some 30.000 people. Having in mind that only Belgrade has 2 million
residents, that is very low support. Last May they tried with another
demonstration offended by not more than 15.000 people. Last June they
organized the third demonstration attended by only a couple of thousand
people. And just for comparison: the inauguration of the newly
constructed
bridge over the Danube in Novi Sad by President Milosevic in June was
attended by hundreds of thousands of people. You need to judge these
facts
by yourself ? whom and what kind of policy the people support and whom
and
what they do not support.
Q: We have heard that some countries are advocating the
alleviation of sanctions against Yugoslavia. What is your opinion of
that?
A: Yes, indeed. More or less everyone now recognizes that
sanctions do not solve but rather cause many problems, that they
represent
the most massive violation of human rights and that they are
counterproductive. At this time, out of 15 members of the EU, only one ?
Britain ? is still in favor of sanctions. All the others are against.
Hopefully those responsible in London may also soon accept the will of
the
majority in the EU.
We highly appreciate calls for removal of sanctions from many
European countries. Just to mention the actions of the Russian Duma,
that
of 30 Swedish MPs and a big group of Italian MPs, including the Chairman
of
the Italian Parliament. The British parliamentary group has collected
10.000 signatures to urge the British Government to lift the sanctions.
We
believe that the sanctions are a crime against humanity and we call for
the
immediate lifting of all sanctions anywhere in the world. They solve
nothing. They only cause suffering.
--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
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LE MILIZIE PERSONALI DI DJUKANOVIC SONO ADDESTRATE DALLE
FORZE SPECIALI BRITANNICHE
The Independent (UK)
We have the heart for battle, says Montenegrin trained by SAS
By Phil Rees in Podgorica
30 July 2000
An officer from Montenegro's Special Police, the Spezijalni, has
described the role of the SAS in training the force. Tensions between
Montenegro and Serbia the last republics remaining in the Yugoslav
federation are likely to be stretched even nearer to breaking point
by the revelations.
The 15,000-strong force will be the front line of defence if the
Yugoslav president, Slobodan Milosevic, attempts to oust the separatist
Montenegrin president, Milo Djukanovic, and replace him with a leader
loyal to the union with Serbia.
The presence in Montenegro of the Seventh Battalion of the Yugoslav
army, which has been busy recruiting there, raises the prospect of a
bitter fratricidal war on Montenegrin soil between the pro- and
anti-Milosevic camps.
Sparked by Mr Djukanovic's increasing threats to break away, the Seventh
Battalion keeps an ever-watchful eye on its Montenegrin counterparts.
But British involvement in the republic, in the shape of the SAS, may
have escaped the gaze of the black-bereted recruits to the Yugoslav
force.
The revelation comes amid an increasing sense of doom in Montenegro,
following the announcement by Mr Milosevic that he will seek re-election
as Yugoslav president in polls in late September. An internal EU
analysis recently predicted that Mr Milosevic would most probably win at
least another four years in office.
In the grounds of the Hotel Zlatica, now converted into a barracks on
the outskirts of Montenegro's capital, Podgorica, Velibor, 23, an
experienced officer in the Spezijalni, spoke of his time with the
British unit: "It was great. We learnt a lot. Some of the techniques
they use are different to ours."
The threat from fellow countrymen in the Seventh Battalion is treated
very seriously: "If somebody wants to harm our country, you have to
shoot him. It doesn't matter if it's your friend or your father or your
brother. My best friend or he used to be, he joined the army and I
joined the police told me 'brother, it's better for me to shoot you
because then you can't shoot me'."
Velibor stands well over 6ft tall, as do most of the officers in the
élite unit of the Special Police seemingly in contrast to their
SAS tutors. "They told us 'You have very big guys here... we are all
small guys and we like to run, and you all like to lift weights.' We
were very strange to them."
The Special Police has a fierce reputation in Montenegro its gung-ho
approach seemingly unsettling the SAS. "They thought we were crazy. When
two of us banged into a house and started shooting into walls, bullets
were flying around and they said 'Oh, it's a real gun, real bullets?
You're crazy guys, you don't have protection'. But we have a heart, we
don't have protection but we have a heart. A big heart."
The role of the SAS in Montenegro is highly sensitive, with the Special
Police seen as a challenge from inside Yugoslavia to Mr Milosevic. His
supporters have regularly claimed that "foreign forces" are arming and
training the Spezijalni. Montenegro's government officially denies any
involvement by foreign nations in the training or arming of the police.
The SAS training includes hostage rescue. A key scenario played out by
the anti-terrorist unit of the Spezijalni is how to react to an
attempted coup by forces loyal to Mr Milosevic.
The Seventh Battalion, all Montenegrin, whose largest contingent is
based near the northern town of Bijelo Polje, has been recruiting in
numbers for the past six months.
Ivan, a softly spoken man in his late thirties, fought for the Yugoslav
army during the wars that ripped Yugoslavia apart in the 1990s. He was
under the orders of Mr Milosevic then and would continue to follow his
orders now.
"If Djukanovic calls for a referendum or moves in any other violent way
towards independence, the Seventh Battalion will follow the orders of
the president. If there is a situation where weapons will decide the
outcome, we are ready. We are training for that."
Mr Djukanovic describes the Seventh Battalion as a "paramilitary force".
"Mr Milosevic has always formed groups with the aim of provoking
internal conflicts," he says.
Phil Rees presents 'Crossing Continents' on BBC Radio 4 on Thursday 3
August at 11am, and 'Correspondent' on BBC2 next Saturday at 6.50pm
---
CON TUTTI I SEGRETI DI STATO CHE ABBIAMO IN ITALIA,
ADESSO CI MANCA PURE IL "SEGRETO EUROPEO"!...
----- Original Message -----
From: Jean Pestieau
To: Jean Pestieau
Sent: Friday, July 28, 2000 1:31 PM
Subject: L'Union Européenne contre la démocratie: CREATION D¹UN " SECRET
EUROPEEN "
LE RESEAU VOLTAIRE DENONCE LA CREATION D¹UN " SECRET EUROPEEN " EN
VIOLATION
DU TRAITE D¹AMSTERDAM
Communiqué 27/07/00 - Le Réseau Voltaire exprime sa plus vive
inquiétude
après l¹adoption par les représentants permanents des quinze États
membres
de l¹Union européenne, mercredi 26 juillet 2000 à Bruxelles, d¹une
motion
présentée par Javier Solana, instituant un " Secret européen ".
Dans un premier temps, ce " Secret européen " portera sur l¹ensemble des
questions de Défense commune, y compris les affaires non-militaires
comme
l¹actuelle mission de maintien de l¹ordre au Kosovo. Dans un second
temps,
il pourrait être étendu aux questions de sécurité intérieure, y compris
Europol et la répression de l¹immigration clandestine.
Le Réseau Voltaire dénonce la création d¹un " domaine réservé " en
dehors du
champ démocratique, en violation du Traité d¹Amsterdam.
En outre, le Réseau Voltaire s¹interroge sur la signification politique
d¹une telle décision. Elle reprend une préconisation formulée, au cours
de
la guerre du Kosovo, par l¹ambassadeur américain Richard Hoolbroke et
celui
qui était alors secrétaire général de l¹OTAN, Javier Solana. À l¹époque,
la
justification de la création d¹un tel " secret " était d¹associer les
Européens aux décisions prises par le seul Pentagone.
---
VERSO LE ELEZIONI DEL 24 SETTEMBRE NELLA RF DI JUGOSLAVIA
Serbian opposition to run united against Milosevic
BELGRADE, July 29 (Reuters) - Serbia's opposition said on Saturday it
would
unite to challenge Yugoslav President Slobodan Milosevic with a single
candidate at the September election....
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Montenegro opposition backs Yugoslavia's Milosevic
PODGORICA, Yugoslavia, July 29 (Reuters) - Montenegro's opposition party
loyal to Belgrade backed Yugoslav President Slobodan Milosevic's bid for
re-election on Saturday.
The opposition Socialist People's Party (SNP) led by Yugoslav Prime
Minister
Momir Bulatovic, said it would support Milosevic's Socialist Party and
the
Yugoslav Left led by his wife Mirjana Markovic in presidential,
parliamentary
and local elections on September 24....
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Milosevic to bid for reelection in Yugoslavia
BELGRADE, July 28 (Reuters) - Yugoslav President Slobodan Milosevic
stepped
forward on Friday to stand for re-election in September, as an opinion
poll
suggested he could face defeat if the country's fractious opposition
parties
were able to unite.
U.S. President Bill Clinton and German Chancellor Gerhard Schroeder,
meanwhile, promised to help Serbia's democratic opposition join forces
against the man they called Europe's ``last aggressive dictator.''
The European Union added its voice in support of Serbia's opposition,
urging
it to unite against Milosevic. Yugoslavia protested to an EU troika over
the
bloc's statements accusing Milosevic of manoeuvring to hold on to
power....
FROM THE FEDERAL REPUBLIC OF YUGOSLAVIA
ELECTIONS FOR FEDERAL PARLIAMENT ON SEPT 24
BELGRADE, July 27 (Tanjug) Yugoslav President Slobodan
Milosevic
has called elections for both chambers of the federal parliament.
The president on Thursday signed decisions that elections for
the
Chamber of Citizens and the Chamber of Republics will be held on Sept
24,
2000, and that the assigned time for all deadlines for work on these
elections will start with the date of July 27.
The signing of the decisions was attended by Chamber of
Citizens
President Milomir Minic, Chamber of Republics President Srdja Bozovic,
and
Yugoslav Prime Minister Momir Bulatovic.
ELECTIONS FOR YUGOSLAV PRESIDENT CALLED
BELGRADE, July 27 (Tanjug) The Yugoslav parliament's Chamber
of
Citizens President Milomir Minic on Thursday called elections for the
president of the Federal Republic of Yugoslavia.
Elections for Yugoslav president will be held on Sept 24, 2000,
and all assigned periods for deadlines within the elections procedure
will
begin from today, July 27.
PARLIAMENT PRESIDENT CALLS LOCAL ELECTIONS IN SERBIA
BELGRADE, July 27 (Tanjug) Serbian parliament President Dragan
Tomic on Thursday, July 27, adopted a decision in keeping with the Law
on
local selfadministration, and called elections for deputies in municipal
assemblies, town assemblies, and the city of Belgrade.
The elections will be held on Sept 24, and the assigned time
within the deadlines for all work in connection with the elections will
start from July 27.
ELECTIONS FOR VOJVODINA PARLIAMENT CALLED
NOVI SAD, July 27 (Tanjug) Vojvodina parliament President
Zivorad
Smiljanic on Thursday adopted a decision, in keeping with the Statute of
this northern Serbian province, to call elections for deputies in the
provincial Assembly.
Elections will be held on Sept 24, 2000, the same day when
elections have been set earlier today for deputies in municipal
assemblies
in Serbia, in the two chambers of the federal parliament, and for
Yugoslav
president.
---
PROTESTE DEI PROFUGHI DI TUTTE LE NAZIONALITA' IN BOSNIA
PER LA MANCATA RESTITUZIONE DELLE ABITAZIONI
Bosnia refugees protest problems of returning home
TUZLA, Bosnia, July 29 (Reuters) - Thousands of refugees from Bosnia's
three
main ethnic groups gathered on Saturday to protest the slow pace of
return to
their pre-war homes.
Under the slogan ``Return,'' Moslem, Croat and Serb refugee associations
organised a joint meeting in the northern town of Tuzla to express
country-wide dissatisfaction with efforts to return them to their homes
five
years after the end of the 1992-95 war....
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LA KFOR VUOLE ULTERIORMENTE MILITARIZZARE IL PROTETTORATO DEL KOSOVO
PER GARANTIRE IL "REGOLARE SVOLGIMENTO" DI ELEZIONI ILLEGITTIME
IN OTTOBRE
KFOR plans extra troop presence for Kosovo election
KOSOVO POLJE, Yugoslavia, July 29 (Reuters) - The commander of the
NATO-led
peacekeeping force in Kosovo said on Saturday he planned to increase the
presence of troops in the province during October municipal elections.
General Juan Ortuno said plans for the election period were being worked
out
with the U.N. mission in Kosovo (UNMIK) and with U.N. police....
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RELAZIONI BILATERALI RFJ-IRAQ
YUGOSLAVIA AND IRAQ BEARERS OF REVIVED AWARENESS
BAGHDAD, July 29 (Tanjug) Yugoslav Foreign Trade Minister
Borislav Vukovic, who is heading a state economic delegation visiting
Iraq,
met on Friday with Iraqi ministers, VicePrime Minister Hikmet Al Azivi
and
VicePresident Taha Jasin Ramadan.
Ramadan said that the two countries share the joint orientation
for the preservation or their national goals and the defence of their
sovereignty, independence and the alienable right to independent
development. He underscored that these values, upon which the
international
law is based, are threatened daily by the United States and its
aggressive
policy.
Iraq, which is bombed by the U.S. and British airforces every
day,
and Yugoslavia, which was bombed for 78 consecutive days in the spring
of
1999, have become the bearers of the revived awareness about the other
side
of the new world order and the American view of globalism and humanism,
Ramadan stated.
---
UN "PACIFICO APARTHEID" NEL KOSOVO "LIBERATO" DALL'UCKFOR
SERBIAN PROVINCE OF KOSOVO AND METOHIJA
THAQI IS TRYING TO CREATE "PEACEFUL APARTHEID" IN KOSOVOMETOHIJA, HALITI
BELGRADE, July 29 (Tanjug) A member of the Temporary Executive
Council of KosovoMetohija, Bajram Haliti, described on Friday Hashim
Thaqi's urging of the "Agenda for a peaceful coexistence" as an
unequivocal
attempt to create a "peaceful apartheid" in KosovoMetohija.
In a recent interview to the Voice of America radio, Thaqi
advocated the creation of an "Agenda for peaceful coexistence" in the
territory of Serbia's southern province.
Haliti told Tanjug that the application of apartheid in
KosovoMetohija represents an attempt to divide the province.
This also means the failure of all Western claims about the
alleged justification of the NATO aggression on the Federal Republic of
Yugoslavia, Haliti stated.
---
RAPITO ANZIANO SERBO DI ORAHOVAC
ETHNIC ALBANIAN EXTREMISTS KIDNAP ORAHOVAC SERB
ORAHOVAC, SERBIA, July 29 (Tanjug) Ethnic Albanian extremists
kidnapped at 7 p.m. on Friday Trifun Velikic, 75, a Serb from Orahovac.
Although Velikic's family and neighbours immediately alarmed
KFOR
and the UNMIK police, the search ended unsuccessfully and is continuing
on
Saturday.
Ethnic Albanian extremists also carried out another attack in
Orahovac last evening when a fire was set to the attic of Pero Stolic, a
Serb, at about 10 p.m. At the moment when the fire broke out, there were
nine members of the Stolic family in the house. The blaze was
extinguished
but the roof and upper floor have been completely destroyed.
---
RAPPORTI BILATERALI RFJ-IRAN
IRNA
July 29, 2000
Iran, Yugoslavia Discuss Ways of Expanding Relations
BELGRADE Iran's Charge d'Affaires in Yugoslavia Javad Morad Khan here on
Thursday met Yugoslav Deputy Foreign Minister Novakovic and discussed
the expansion of bilateral political, economic and cultural relations.
In the meeting, Morad Khan referred to the recent economic, cultural and
sports cooperation between the two countries and underlined the
necessity of taking practical steps to further upgrade the level of
economic cooperation between the two countries.
The Yugoslav official noted Iran's independent positions in
international affairs and termed his upcoming visit to Tehran important.
He said the signing of a cooperation agreement between the Islamic
Republic News Agency (IRNA) and the Yugoslav news agency (Tanjug) which
took place during the recent visit of IRNA's Managing Director Fereydoun
Verdinejad to Belgrade, and the trip of an Iranian economic delegation
to Yugoslavia were important steps in strengthening the bilateral
relations.
(IRNA)
---
LETTERA AL "TORONTO STAR", CANADA:
PERCHE' IL KOSOVO SI ED IL QUEBEC NO?
Rick Rozoff - 05:39am Jul 28, 2000 EDT (#2844 of 2844)
I notice that your columnist Gordon Barthos, who has
spent the past sixteen months flakking for NATO's war
against Yugoslavia, suddenly has misgivings about
violent separatists in Corsica, and barely disguised
contempt for the peaceful variety in Quebec.
What's the matter, Gordon, doesn't the Corsican
National Liberation Front come up to your refined
humanitarian standards as does the so-called Kosovo
Liberation Army - with whom and on whose behalf Canada
and its NATO master the U.S. waged relentless war
against the people of Yugoslavia?
Granted, your KLA allies are a hard act to follow. In
the thirteen months since Western troops escorted them
back into the Serbian province of Kosovo they've
succeeded in murdering over a thousand innocent
civilians of all ethnic backgrounds, including not a
few fellow Albanians; have been implicated in the
disappearance of over a thousand others; have driven
out anywhere from a quarter to a half million Serbs,
Roma, Jews, Turks, Croats and other Albanians; have
created a de facto 'ethnically pure' apartheid system
governed by gangster tactics and clan warfare; and
have consolidated their undisputed control of Europe's
heroin trafficking and sex slave industries.
Apparently the Corsican separatists need to hire a
better public relations firm - and enlist the support
of a few North American journalists - and, voila,
they'll be transformed into 'freedom fighters.'
Respectfully,
Rick Rozoff
Chicago, Illinois
U.S.A.
---
UCK RAPISCE ESPONENTE POLITICO FILO-RUGOVA
http://www.centraleurope.com/yugoslaviatoday/news.php3?id=183064
Kosovo Politician Kidnapped
PRISTINA, Jul 27, 2000 -- (Agence France Presse) A
senior member of Kosovo's leading political party has
been kidnapped by an unknown gang from in front of his
house, a spokesman for the party said Wednesday.
Shaban Manaj, an ethnic Albanian member of Ibrahim
Rugova's Kosovo Democratic League (LDK), was seized on
Sunday in the western Kosovo town of Istok by a group
of men in a BMW car, LDK vice-president Kole Berisha
said...
---
MINACCE MAFIOSE DA PARTE DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO
NATO's Robertson warns Milosevic on Montenegro
PARIS, July 27 (Reuters) - NATO Secretary-General George Robertson
warned
Yugoslav President Slobodan Milosevic on Thursday not to undermine the
rule
of Montenegro's pro-Western President Milo Djukanovic.
``The situation in Montenegro is very worrying,'' Robertson said after a
meeting with French Prime Minister Lionel Jospin.
``I again repeat my warning to President Milosevic not to make mistakes
that
he has made in the past and not to continue to undermine the elected
government of Montenegro,'' Robertson said.
In an evident reference to NATO's air pounding of Yugoslavia in last
year's
Kosovo crisis, Robertson earlier told the French newspaper Liberation in
an
interview: ``I say to Milosevic: watch out, look what happened the last
time
you miscalculated...''
Asked about possible NATO intervention, Robertson said: ``We aren't
saying
what we will do. One of the lessons of Kosovo is that you don't reveal
your
cards too far in advance.''
Relations between Serbia, Yugoslavia's dominant republic, and Montenegro
have
soured further over constitutional changes pushed through the Belgrade
federal parliament that are designed to extend Milosevic's rule.
Djukanovic said in Berlin this week that the measures had been taken to
provoke his government and ``induce a nervous reaction leading to the
introduction of direct military rule.''
Robertson said after his talks with Jospin: ``I know that the French
government shares these worries (about Montenegro) as well. All of
us...share
the concern about the provocations.''
The talks with Jospin also dealt with defence relations between NATO and
the
European Union.
France holds the EU rotating presidency and is a prime mover behind a
planned
EU rapid reaction force earmarked to intervene in crises in which the
United
States does not wish to be directly involved.
Robertson told reporters outside Jospin's office that the French
presidency
would have a major effect on Europe's defence ``but also on NATO.''
12:01 07-27-00
---
SULLA COSTANTE VIOLAZIONE DELLA RISOLUZIONE 1244
ALBANIA, UNMIK VIOLATING U.N. SECURITY COUNCIL RESOLUTION 1244
PRISTINA, July 27 (Tanjug) The United Nations civilian mission
in
Serbia's Kosovo and Metohija province UNMIK has allowed Albania to open
an
"official representative office" in Pristina in direct violation of U.N.
Security Council Resolution 1244 which guarantees the sovereignty of the
Federal Republic of Yugoslavia in this province.
The Albanian "representative," a certain Gazim Podgorica, has
already arrived in Pristina. It has been announced, and subsequently
confirmed in Tirana, that the "mission" head will be Albanian President
Rexhep Meidani's political adviser Vladimir Prela.
The latest move by the peace mission in the province should be
viewed within the increasingly open attempts by UNMIK chief Bernard
Kouchner to enable ethnic Albanian separatists not only to secure
Kosovo's
independence, but even the creation of some Greater Albania.
This is best confirmed by this latest move and the provocative
explanation that "the Albanian office has been opened in keeping with
the
U.N. Book of Regulations on the work of diplomatic representative
offices
in Pristina."
Kouchner is evidently acting as if Kosovo and Metohija had
already
acquired independence and he is now trying to annex it to Albania.
Kouchner is obviously not interested in the fact that this move
clashes with the stands of the international community established at a
G8
meeting a year ago and the U.N. Security Council resolution on Kosovo
and
Metohija.
This is also in direct violation of the Vienna Conventions on
diplomatic and consular relations which regulate the status of such
representative offices.
The Yugoslav government has already on previous occasions
pointed
out gross violations of the principles of its sovereignty and
territorial
integrity, and this is a case of opening of paradiplomatic
representative
offices.
---
ALBANESI DEMOCRATICI E JUGOSLAVISTI CONTRO IL NAZIONALISMO UCKFOR
CUSE: KOSOVO AND METOHIJA HAS FUTURE ONLY WITHIN SERBIA
KRAGUJEVAC, July 27 (Tanjug) The situation in Kosovo and
Metohija
is very tense and difficult because ethnic Albanian terrorists continue,
with the blessing of the UNMIK and KFOR, to attack, kill and abduct
Serbs
and not likeminded ethnic Albanians, President Sokolj Cuse of the
Democratic Reformist Party of Albanians and League for Peace Directorate
told TV Globus of the central Serbian town of Kragujevac late Wednesday.
Sokolj said he believed about 80 percent ethnic Albanians,
longterm residents of Kosovo and Metohija, are opposed to the anarchy
and
apartheid aimed against nonAlbanians which is being realized in the
province by international representative Bernard Kouchner. These ethnic
Albanians, who urge a multiethnic Kosovo and Metohija, and full national
and religious tolerance, cannot make themselves be heard because they
fear
the terrorists who are headed by Hashim Thaci, Sokolj said.
The arrival of the international civilian and military forces
in
Kosovo and Metohija, as well as their unreserved support to terrorists,
has
caused all Kosovo Albanians who do not support extremists to fear for
their
own safety. They are being terrorized, many of them have been killed,
their
daughters or sisters are being kidnapped and taken to unknown
destinations,
he said.
Kosovo and Metohija can have a future only within Serbia and
Yugoslavia, Cuse was adamant.
---
NELLA FYROM L'ADDESTRAMENTO DEI TERRORISTI PAN-ALBANESI
TETOVO BARRACKS A TRAINING CAMP FOR ETHNIC ALBANIAN TERRORISTS
SKOPJE, July 27 (Tanjug) In the Tetovo army barracks, at least
300 ethnic Albanian extremists are undergoing daily military training
under
the supervision of military instructors from the KFOR German contingent,
in
preparation for a wave of terrorist attacks in Macedonia, likely to take
place no later than autumn.
Apart from vigorous training, the militant ethnic Albanian
extremists continue with unobstructed smuggling and trade of weapons in
Montenegro and Macedonia, taking advantage of the fact that the section
of
the MacedonianYugoslav border in KosovoMetohija is quite penetrable and
currently not controlled by the Yugoslav army. The securing of
conditions for training camps for terrorists and transit of weapons
through
Macedonia were the chief topics of clandestine talks between the
notorious
ethnic Albanian leader Hashim Thaci and Arben Xhaferi, Dosta Dimovska,
as
well as one of the aides of the American embassy in Skopje. They met in
midJuly in Tetovo.
The frequent and unobstructed transit of weapons, and storage
of
these at dozens of locations in Macedonia, are only the initial stages
of
the reviving and spreading of interethnic clashes in the Balkans, which
will, as some warned, inevitably break out in Macedonia this time.
---
DICHIARAZIONI DI LJUBICA RISTIC (JUL)
RISTIC: NATIONAL DEFENSE A PRIORITY
BELGRADE, July 26 (Tanjug) The Yugoslav parliament's Chamber
of
Citizens Foreign Policy Committee President and Yugoslav Left President
Ljubisa Ristic gave an interview to a broadcast by Yu Info television
late
on Tuesday, in which he spoke about the adopted amendments to the Law on
financing the Yugoslav Army and other topical political developments in
the
country and the world.
Speaking about the financing of national defense, about which
he
addressed parliament on Tuesday, Ristic said national defense was a
priority and that it had been necessary to make this quite clear to MPs.
"Fortunately, we live in a country where the vast, a
disproportionately large majority of citizens are patriotically
inclined.
That is the foundation of our success in national defense, the
foundation
of our success in national renewal and its future development," Ristic
said.
Asked how he saw the stand of the international community
toward
Serbia's Kosovo and Metohija province in the province itself, in the
field,
and in the United Nations Security Council where the Yugoslav
representative is not allowed to take the floor, Ristic said: "We are
deeply troubled on that issue."
"We have the terrible problem of 350,000 people expelled from
Kosovo, we have several hundred thousand people who are not our citizens
who came across the border which the international community left open
toward Albania and Macedonia into our territory, where they are
settling.
We have murders and usurping of property on a daily basis. The worst
things
conceivable, but we have patience and we know that the task of this
generation is to get our people, army, police and state back into
Kosovo,"
Ristic said, underscoring that this generation must realize this.
As the head of the Foreign Policy Committee of the Yugoslav
parliament, Ristic also spoke about Yugoslavia's diplomatic activities.
"Our foreign service has the closest, most solid, and daily
contacts and cooperation with countries such as China, Russia, India,"
he
said, adding that there was no need to speak about the significance of
these countries. He underscored that Yugoslavia's diplomats today had a
more difficult task than they did even during the 1948 Cominform crisis.
"Our country must secure its return to the NonAligned Movement,
it
must develop its relations with many Islamic countries, with which
relations have deteriorated through their support of the disintegration
of
our country and secessions," Ristic said, saying it was quite normal
that
these contacts should be more frequent.
"Contacts with Egypt are increasingly improving, let alone with
black Africa or Latin America which, as a region, actually all these
years
constantly and systematically provided the best, most constant support
to
our struggle," Risic said, pointing out that the Yugoslav foreign
minister
was due on a visit to Peru on Wednesday.
"These are very important countries for us. They are important
because they are countries which make a compact approach, which
represent a
strong bloc in the United Nations, in the NonAligned Movement, in
addition
to the group of African countries which are under great pressure since
they
are poor countries, because imperialism has its grave and longterm
interests there, and, in particular, because of the neocolonialism which
has resurfaced in Africa," Ristic said.
---
RAPPORTI BILATERALI RFJ-MOLDAVIA
MOLDAVIAN PRESIDENT PRAISES YUGOSLAVIA
KISHINEV, MOLDAVIA, July 26 (Tanjug) Moldavian President Petre
Luchinsky has received Yugoslavia's ambassador to the Ukraine, Gojko
Dapcevic, who is also accredited to the Republic of Moldavia.
During
sincere and detailed talks Luchinsky underscored that friendship and
trust
link the people of Yugoslavia and Moldavia and that this is a basis for
successful bilateral cooperation. It was concluded that the leaderships
of
both countries attach great importance to the further development of
more
extensive links in all forms of bilateral cooperation, specially in the
economic sphere for which there is mutual interest and real
possibilities.
Luchinsky praised the struggle of the people of Yugoslavia in
the
defence of the sovereignty and territorial integrity of their country
during the MarchJune 1999 NATO aggression and during the continued
pressures.
He also supported the orientation of Yugoslavia's foreign
policy
which advocates openness and equality in international relations and
noninterference into the internal affairs of other countries.
Luchinski set out that Yugoslavia and Moldavia have identical
positions regarding peace and stability in the world, the affirmation of
equality of states and peoples and the respect of the basic principles
of
international law. He underscored the need for mutual support between
Yugoslavia and Moldavia in international relations, especially in
opposing
the policy of hegemonism.
Moldavia fully supports Yugoslavia's justified demands for its
full return to the United Nations and all other international
organizations
and institutions.
Luchanski upheld the full implementation of U.N. Security
Council
Resolution 1244 on the sovereignty of Yugoslavia in Kosovo and Metohija.
He
stated that Yugoslavia, headed by President Slobodan Milosevic, would
succeed in finding the best solution for overcoming the current
difficulties in the struggle against separatism and terrorism in
Serbia's
southern province.
---
FUOCO ALLE ABITAZIONI SERBE IN KOSMET
KOSOVO AND METOHIJA - TERRORISM
ETHNIC ALBANIAN TERRORISTS TORCHED SERB HOUSES IN KOSOVO POLJE AND
ORAHOVAC
KOSOVO POLJE, July 26 (Tanjug) Ethnic Albanian terrorists
early
on Monday morning looted and then torched the house of Milos Jovanic, a
Serb from the town of Kosovo Polje, close to Pristina.
Luckily, the entire Jovanic family was not at home at the time
of
the attack, but the house burned to the ground.
This latest arson case represents the realization of the
monthslong threats to the Jovanic family by the ethnic Albanian
extremists
whose clear aim was to drive them away from Kosovo and Metohija, just
like
the 250,000 Serbs who were previously forced to flee Serbia's southern
province.
Following an established pattern, KFOR and the UNMIK police
arrived too late, although their checkpoint is close by, as did the
firefighters whose arrival was useless since the fire had burnt itself
out.
The inactivity of KFOR and UNMIK renders them accomplices both
to
this morning's terrorist act and to all previous ones, many of which
resulted in the loss of lives.
ORAHOVAC, July 26 (Tanjug) Ethnic Albanian terrorists hurled a
Molotov cocktail at the house of Serb Milorad Soric in Orahovac, setting
it
on fire, amateur radio operators reported from crisis areas of Serbia's
southern Kosovo ad Metohija province late on Tuesday.
Soric's house was located hardly 50m from a control checkpoint
manned by the international force KFOR. The attack was launched 30
minutes
after midnight. The troops at the checkpoint intervened quickly, a fire
unit arrived, and other Serbs from Orahovac all helped contain the
flames.
Soric's house is located in the ethnic Albanian part of the
town.
Serbs kept withdrawing for security reasons toward the interior part of
this Serb enclave. The KFOR checkpoint was also moved back in pace with
the
Serbs, so that ethnic Albanian terrorists now torch the abandoned Serb
houses one by one.
---
CRISI DI GOVERNO IN SLOVENIA
Slovenian coalition in crisis but will carry on
LJUBLJANA, July 26 (Reuters) - Slovenia's ruling parties declared their
coalition agreement dead on Wednesday after falling out over a new
electoral
law, but agreed to remain in government until a general election.
The end of the coalition agreement between Prime Minister Andrej Bajuk's
conservative People's Party (SLS) and the centre-right Social Democrats
(SDS)
followed a parliamentary vote on Tuesday night to enshrine the present
proportional representation system in the constitution....
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---
APPELLO ALL'EUROPA DALLE AZIENDE JUGOSLAVE - MA L'EUROPA
ALLUNGA LE SUE LISTE DI PROSCRIZIONE
Yugo businesses call on EU firms to oppose sanctions
BELGRADE, July 26 (Reuters) - Yugoslav businessmen invited the European
Union
on Wednesday to oppose economic sanctions and resume ties with the
Balkan
state. ``We invite European Union states and our traditional partners
from
these countries to an open and fair cooperation,'' president of the
Yugoslav
Chamber of Commerce Mihajlo Milojevic told a meeting of company
directors....
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EU tries to extend Serbia sanctions ``white list''
BRUSSELS, July 26 (Reuters) - The European Union said on Wednesday it
had
decided to add 52 Serbian companies to a so-called ``white list'' of
firms
allowed to do business with the bloc in spite of its sanctions policy.
A spokesman for the EU's executive commission said the names of the
companies
would not be published until each one had been consulted about whether
it
wished to be included, in view of what he called ``threats and
reprisals'' by
Serbian authorities....
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---
GIORNALISTA BUGIARDO CONDANNATO A SETTE ANNI DI PRIGIONE
(nota: il signore in questione in pieno conflitto si era inventato
la notizia di massacri di civili da parte jugoslava)
Yugoslav court jails Serb reporter for seven years
[actually Filipovic is a pro-Western Montenegrin who wrote probably the
DARKEST propaganda of the Kosovo conflict...]
NIS, Yugoslavia, July 26 (Reuters) - A Yugoslav military court sentenced
a
Serb journalist who reported allegations of army atrocities in Kosovo to
seven years in prison on Wednesday for espionage and spreading false
information.
Presiding judge Radenko Miladinovic read out the verdict after a two-day
trial in the southern Serbian town of Nis....
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LA UE PAGHERA' PER RIPULIRE IL DANUBIO?
EU agrees funds to clear Danube of NATO debris
BRUSSELS, July 26 (Reuters) - The European Union's executive body on
Wednesday completed the final paperwork to contribute up to 22 million
euros
($20.70 million) to help clear NATO bomb debris from the Danube, one of
Europe's key waterways....
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FESTIVAL DEL FLAUTO A PRISLONICA (SERBIA)
> AFP, mardi 25 juillet 2000, 3h17
>
>
> La flûte, instrument millénaire de la tradition serbe
>
> PRISLONICA (Yougoslavie) 25 juil (AFP) - "La flûte est aux Serbes ce que
> les cuivres sont aux
> Tziganes de Serbie", souligne un organisateur du 13ème Festival des
> flûtistes de Prislonica, un petit
> village planté sur les contreforts de la zone montagneuse qui, du sud de
> Belgrade, s'étend jusqu'à
> l'Adriatique.
>
> Ethnologue, 52 ans, Dragomir Antonic est un ardent défenseur de la
> tradition culturelle serbe dont la
> flûte est, selon lui, l'un des maillons les plus populaires.
>
> "La flûte est l'instrument du berger, elle nourrit la complicité
> millénaire des Serbes avec la nature, elle
> imite le chant des oiseaux, assure la sérénité des troupeaux", souligne
> avec passion M. Antonic, dans
> un entretien avec l'AFP.
>
> Prislonica, à 140 km au sud de la capitale yougoslave, abrite en temps
> ordinaire trois mille personnes
> qui vivent, pour la plupart, du produit de leurs champs et de leurs
> pâturages.
>
> Un weekend de juillet: la quiétude des lieux fait place au tintamarre de
> la kermesse, comme tous les
> ans à cette époque. Le Festival de Prislonica est connu dans tout le
> pays et attire des milliers de
> visiteurs.
>
> Des tentes ont été dressées ça et là, au milieu desquelles circulent des
> orchestres traditionnels. Les
> chants sont repris en choeur par l'assistance. La bière coule à flot.
> Les rôtis d'agneaux et de porcs,
> les bols de choux marinés dans de grands récipients en terre cuite sont
> vite expédiés.
>
> 200 flûtistes se sont présentés aux éliminatoires organisées dans les
> diverses régions de la
> Yougoslavie. Ils ne sont plus que 22 à l'arrivée, invités à se produire
> devant un jury national et une
> foule experte et enthousiaste.
>
> Certains jouent en solo, d'autres se font accompagner de musiciens
> déployés sur la scène. En
> surplomb, à l'arrière-plan, des jeunes gens et filles, costumés,
> simulent des scènes de séduction.
>
> Deux morceaux musicaux sont imposés aux concurrents. L'un est lent,
> mélancolique. L'autre, rapide,
> incite au mouvement des corps, à la gaîté.
>
> "On peut aujourd'hui vivre de la flûte en Yougoslavie", relève M.
> Antonic. Toutes les occasions sont
> bonnes pour s'octroyer les services d'un flûtiste et de son orchestre.
> Les mariages rapportent le plus,
> jusqu'à 2.000 marks (900 dollars US, dans un pays où la moyenne des
> salaires mensuels n'excède pas
> 100 USD), précise-t-il.
>
> Un seul moment de la vie des Serbes bannit la flûte: l'enterrement. "La
> joie que cet instrument
> procure ne peut s'accommoder de la perte d'un être cher", commente M.
> Antonic.
>
> Trois victoires à Prislonica et c'est la consécration de l'artiste: il
> est déclaré "maître flutiste".
>
> De nouvelles portes peuvent alors s'ouvrir à lui. Ainsi, Vlada Baralic,
> 41 ans, est un "ancien" de
> Prislonica. Depuis il a fait sont trou. Enregistrement de quatre CD,
> nombreuses prestations publiques,
> en province ou à l'étranger. Baralic est actuellement, deux fois par
> semaine, à l'affiche d'un
> restaurant de Belgrade.
>
> Les défenseurs de la tradition s'insurgent souvent contre l'exploitation
> qui est faite aujourd'hui de la
> flûte.
>
> Le son limpide de ce petit bout de prunier a de plus en plus tendance à
> crouler sous le brouhaha des
> synthétiseurs. "Turbo folk"! C'est le nom communément donné, non sans
> ironie, à cette nouvelle
> musique.
>
> Toutefois, les traditionnnalistes ne sont pas contre la modernisation de
> la flûte "si elle continue de
> générer l'harmonie et la simplicité".
>
> L'une des chansons serbes les plus célèbres, Oj Moravo (du nom de la
> rivière Morave qui traverse la
> Serbie), a longtemps été interdite par les communistes -de l'ère Tito-
> sous prétexte qu'elle exacerbait
> la fibre nationaliste. Aujourd'hui, elle est allègrement reprise.
>
> Y compris par ce grand gaillard de paysan, Krstivoje Subotic, 77 ans,
> qui ne se sépare jamais de sa
> flûte. Il en joue depuis l'âge de 7 ans, a remporté 85 prix au cours de
> son existence et attend l'édition
> d'un CD. La flûte, c'est aussi une philosophie. "Les yeux peuvent
> tromper, dit le vieillard, mais pas la
> musique, elle vient du coeur".
---
POCO CHIARA LA SITUAZIONE ALLA FRONTIERA ALBANIA-MONTENEGRO
YUGOSLAV ARMY CLOSES MONTENEGRIN-ALBANIAN FRONTIER
PODGORICA, July 25, 2000 (RFE/RL)
Local Albanian police chief Zija Hasa said in Skadar on 24 July
that Yugoslav army troops have recently turned back at least 300
Albanians at the Bozaj border crossing because they had no Yugoslav
visas, which Hasa called "a pretext," Reuters reported. He said that
the Yugoslav army recently increased its presence in the border area.
Montenegrin and Albanian authorities previously agreed not to require
visas for cross- border traffic. The Yugoslav embassy in Tirana,
which normally issues visas, has been closed since 1998. In the
Albanian capital, Foreign Ministry spokesman Sokol Gjoka said that
"this is a closure of Montenegro to Albanians".
--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------
FORZE SPECIALI BRITANNICHE
The Independent (UK)
We have the heart for battle, says Montenegrin trained by SAS
By Phil Rees in Podgorica
30 July 2000
An officer from Montenegro's Special Police, the Spezijalni, has
described the role of the SAS in training the force. Tensions between
Montenegro and Serbia the last republics remaining in the Yugoslav
federation are likely to be stretched even nearer to breaking point
by the revelations.
The 15,000-strong force will be the front line of defence if the
Yugoslav president, Slobodan Milosevic, attempts to oust the separatist
Montenegrin president, Milo Djukanovic, and replace him with a leader
loyal to the union with Serbia.
The presence in Montenegro of the Seventh Battalion of the Yugoslav
army, which has been busy recruiting there, raises the prospect of a
bitter fratricidal war on Montenegrin soil between the pro- and
anti-Milosevic camps.
Sparked by Mr Djukanovic's increasing threats to break away, the Seventh
Battalion keeps an ever-watchful eye on its Montenegrin counterparts.
But British involvement in the republic, in the shape of the SAS, may
have escaped the gaze of the black-bereted recruits to the Yugoslav
force.
The revelation comes amid an increasing sense of doom in Montenegro,
following the announcement by Mr Milosevic that he will seek re-election
as Yugoslav president in polls in late September. An internal EU
analysis recently predicted that Mr Milosevic would most probably win at
least another four years in office.
In the grounds of the Hotel Zlatica, now converted into a barracks on
the outskirts of Montenegro's capital, Podgorica, Velibor, 23, an
experienced officer in the Spezijalni, spoke of his time with the
British unit: "It was great. We learnt a lot. Some of the techniques
they use are different to ours."
The threat from fellow countrymen in the Seventh Battalion is treated
very seriously: "If somebody wants to harm our country, you have to
shoot him. It doesn't matter if it's your friend or your father or your
brother. My best friend or he used to be, he joined the army and I
joined the police told me 'brother, it's better for me to shoot you
because then you can't shoot me'."
Velibor stands well over 6ft tall, as do most of the officers in the
élite unit of the Special Police seemingly in contrast to their
SAS tutors. "They told us 'You have very big guys here... we are all
small guys and we like to run, and you all like to lift weights.' We
were very strange to them."
The Special Police has a fierce reputation in Montenegro its gung-ho
approach seemingly unsettling the SAS. "They thought we were crazy. When
two of us banged into a house and started shooting into walls, bullets
were flying around and they said 'Oh, it's a real gun, real bullets?
You're crazy guys, you don't have protection'. But we have a heart, we
don't have protection but we have a heart. A big heart."
The role of the SAS in Montenegro is highly sensitive, with the Special
Police seen as a challenge from inside Yugoslavia to Mr Milosevic. His
supporters have regularly claimed that "foreign forces" are arming and
training the Spezijalni. Montenegro's government officially denies any
involvement by foreign nations in the training or arming of the police.
The SAS training includes hostage rescue. A key scenario played out by
the anti-terrorist unit of the Spezijalni is how to react to an
attempted coup by forces loyal to Mr Milosevic.
The Seventh Battalion, all Montenegrin, whose largest contingent is
based near the northern town of Bijelo Polje, has been recruiting in
numbers for the past six months.
Ivan, a softly spoken man in his late thirties, fought for the Yugoslav
army during the wars that ripped Yugoslavia apart in the 1990s. He was
under the orders of Mr Milosevic then and would continue to follow his
orders now.
"If Djukanovic calls for a referendum or moves in any other violent way
towards independence, the Seventh Battalion will follow the orders of
the president. If there is a situation where weapons will decide the
outcome, we are ready. We are training for that."
Mr Djukanovic describes the Seventh Battalion as a "paramilitary force".
"Mr Milosevic has always formed groups with the aim of provoking
internal conflicts," he says.
Phil Rees presents 'Crossing Continents' on BBC Radio 4 on Thursday 3
August at 11am, and 'Correspondent' on BBC2 next Saturday at 6.50pm
---
CON TUTTI I SEGRETI DI STATO CHE ABBIAMO IN ITALIA,
ADESSO CI MANCA PURE IL "SEGRETO EUROPEO"!...
----- Original Message -----
From: Jean Pestieau
To: Jean Pestieau
Sent: Friday, July 28, 2000 1:31 PM
Subject: L'Union Européenne contre la démocratie: CREATION D¹UN " SECRET
EUROPEEN "
LE RESEAU VOLTAIRE DENONCE LA CREATION D¹UN " SECRET EUROPEEN " EN
VIOLATION
DU TRAITE D¹AMSTERDAM
Communiqué 27/07/00 - Le Réseau Voltaire exprime sa plus vive
inquiétude
après l¹adoption par les représentants permanents des quinze États
membres
de l¹Union européenne, mercredi 26 juillet 2000 à Bruxelles, d¹une
motion
présentée par Javier Solana, instituant un " Secret européen ".
Dans un premier temps, ce " Secret européen " portera sur l¹ensemble des
questions de Défense commune, y compris les affaires non-militaires
comme
l¹actuelle mission de maintien de l¹ordre au Kosovo. Dans un second
temps,
il pourrait être étendu aux questions de sécurité intérieure, y compris
Europol et la répression de l¹immigration clandestine.
Le Réseau Voltaire dénonce la création d¹un " domaine réservé " en
dehors du
champ démocratique, en violation du Traité d¹Amsterdam.
En outre, le Réseau Voltaire s¹interroge sur la signification politique
d¹une telle décision. Elle reprend une préconisation formulée, au cours
de
la guerre du Kosovo, par l¹ambassadeur américain Richard Hoolbroke et
celui
qui était alors secrétaire général de l¹OTAN, Javier Solana. À l¹époque,
la
justification de la création d¹un tel " secret " était d¹associer les
Européens aux décisions prises par le seul Pentagone.
---
VERSO LE ELEZIONI DEL 24 SETTEMBRE NELLA RF DI JUGOSLAVIA
Serbian opposition to run united against Milosevic
BELGRADE, July 29 (Reuters) - Serbia's opposition said on Saturday it
would
unite to challenge Yugoslav President Slobodan Milosevic with a single
candidate at the September election....
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Montenegro opposition backs Yugoslavia's Milosevic
PODGORICA, Yugoslavia, July 29 (Reuters) - Montenegro's opposition party
loyal to Belgrade backed Yugoslav President Slobodan Milosevic's bid for
re-election on Saturday.
The opposition Socialist People's Party (SNP) led by Yugoslav Prime
Minister
Momir Bulatovic, said it would support Milosevic's Socialist Party and
the
Yugoslav Left led by his wife Mirjana Markovic in presidential,
parliamentary
and local elections on September 24....
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Milosevic to bid for reelection in Yugoslavia
BELGRADE, July 28 (Reuters) - Yugoslav President Slobodan Milosevic
stepped
forward on Friday to stand for re-election in September, as an opinion
poll
suggested he could face defeat if the country's fractious opposition
parties
were able to unite.
U.S. President Bill Clinton and German Chancellor Gerhard Schroeder,
meanwhile, promised to help Serbia's democratic opposition join forces
against the man they called Europe's ``last aggressive dictator.''
The European Union added its voice in support of Serbia's opposition,
urging
it to unite against Milosevic. Yugoslavia protested to an EU troika over
the
bloc's statements accusing Milosevic of manoeuvring to hold on to
power....
FROM THE FEDERAL REPUBLIC OF YUGOSLAVIA
ELECTIONS FOR FEDERAL PARLIAMENT ON SEPT 24
BELGRADE, July 27 (Tanjug) Yugoslav President Slobodan
Milosevic
has called elections for both chambers of the federal parliament.
The president on Thursday signed decisions that elections for
the
Chamber of Citizens and the Chamber of Republics will be held on Sept
24,
2000, and that the assigned time for all deadlines for work on these
elections will start with the date of July 27.
The signing of the decisions was attended by Chamber of
Citizens
President Milomir Minic, Chamber of Republics President Srdja Bozovic,
and
Yugoslav Prime Minister Momir Bulatovic.
ELECTIONS FOR YUGOSLAV PRESIDENT CALLED
BELGRADE, July 27 (Tanjug) The Yugoslav parliament's Chamber
of
Citizens President Milomir Minic on Thursday called elections for the
president of the Federal Republic of Yugoslavia.
Elections for Yugoslav president will be held on Sept 24, 2000,
and all assigned periods for deadlines within the elections procedure
will
begin from today, July 27.
PARLIAMENT PRESIDENT CALLS LOCAL ELECTIONS IN SERBIA
BELGRADE, July 27 (Tanjug) Serbian parliament President Dragan
Tomic on Thursday, July 27, adopted a decision in keeping with the Law
on
local selfadministration, and called elections for deputies in municipal
assemblies, town assemblies, and the city of Belgrade.
The elections will be held on Sept 24, and the assigned time
within the deadlines for all work in connection with the elections will
start from July 27.
ELECTIONS FOR VOJVODINA PARLIAMENT CALLED
NOVI SAD, July 27 (Tanjug) Vojvodina parliament President
Zivorad
Smiljanic on Thursday adopted a decision, in keeping with the Statute of
this northern Serbian province, to call elections for deputies in the
provincial Assembly.
Elections will be held on Sept 24, 2000, the same day when
elections have been set earlier today for deputies in municipal
assemblies
in Serbia, in the two chambers of the federal parliament, and for
Yugoslav
president.
---
PROTESTE DEI PROFUGHI DI TUTTE LE NAZIONALITA' IN BOSNIA
PER LA MANCATA RESTITUZIONE DELLE ABITAZIONI
Bosnia refugees protest problems of returning home
TUZLA, Bosnia, July 29 (Reuters) - Thousands of refugees from Bosnia's
three
main ethnic groups gathered on Saturday to protest the slow pace of
return to
their pre-war homes.
Under the slogan ``Return,'' Moslem, Croat and Serb refugee associations
organised a joint meeting in the northern town of Tuzla to express
country-wide dissatisfaction with efforts to return them to their homes
five
years after the end of the 1992-95 war....
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LA KFOR VUOLE ULTERIORMENTE MILITARIZZARE IL PROTETTORATO DEL KOSOVO
PER GARANTIRE IL "REGOLARE SVOLGIMENTO" DI ELEZIONI ILLEGITTIME
IN OTTOBRE
KFOR plans extra troop presence for Kosovo election
KOSOVO POLJE, Yugoslavia, July 29 (Reuters) - The commander of the
NATO-led
peacekeeping force in Kosovo said on Saturday he planned to increase the
presence of troops in the province during October municipal elections.
General Juan Ortuno said plans for the election period were being worked
out
with the U.N. mission in Kosovo (UNMIK) and with U.N. police....
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RELAZIONI BILATERALI RFJ-IRAQ
YUGOSLAVIA AND IRAQ BEARERS OF REVIVED AWARENESS
BAGHDAD, July 29 (Tanjug) Yugoslav Foreign Trade Minister
Borislav Vukovic, who is heading a state economic delegation visiting
Iraq,
met on Friday with Iraqi ministers, VicePrime Minister Hikmet Al Azivi
and
VicePresident Taha Jasin Ramadan.
Ramadan said that the two countries share the joint orientation
for the preservation or their national goals and the defence of their
sovereignty, independence and the alienable right to independent
development. He underscored that these values, upon which the
international
law is based, are threatened daily by the United States and its
aggressive
policy.
Iraq, which is bombed by the U.S. and British airforces every
day,
and Yugoslavia, which was bombed for 78 consecutive days in the spring
of
1999, have become the bearers of the revived awareness about the other
side
of the new world order and the American view of globalism and humanism,
Ramadan stated.
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UN "PACIFICO APARTHEID" NEL KOSOVO "LIBERATO" DALL'UCKFOR
SERBIAN PROVINCE OF KOSOVO AND METOHIJA
THAQI IS TRYING TO CREATE "PEACEFUL APARTHEID" IN KOSOVOMETOHIJA, HALITI
BELGRADE, July 29 (Tanjug) A member of the Temporary Executive
Council of KosovoMetohija, Bajram Haliti, described on Friday Hashim
Thaqi's urging of the "Agenda for a peaceful coexistence" as an
unequivocal
attempt to create a "peaceful apartheid" in KosovoMetohija.
In a recent interview to the Voice of America radio, Thaqi
advocated the creation of an "Agenda for peaceful coexistence" in the
territory of Serbia's southern province.
Haliti told Tanjug that the application of apartheid in
KosovoMetohija represents an attempt to divide the province.
This also means the failure of all Western claims about the
alleged justification of the NATO aggression on the Federal Republic of
Yugoslavia, Haliti stated.
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RAPITO ANZIANO SERBO DI ORAHOVAC
ETHNIC ALBANIAN EXTREMISTS KIDNAP ORAHOVAC SERB
ORAHOVAC, SERBIA, July 29 (Tanjug) Ethnic Albanian extremists
kidnapped at 7 p.m. on Friday Trifun Velikic, 75, a Serb from Orahovac.
Although Velikic's family and neighbours immediately alarmed
KFOR
and the UNMIK police, the search ended unsuccessfully and is continuing
on
Saturday.
Ethnic Albanian extremists also carried out another attack in
Orahovac last evening when a fire was set to the attic of Pero Stolic, a
Serb, at about 10 p.m. At the moment when the fire broke out, there were
nine members of the Stolic family in the house. The blaze was
extinguished
but the roof and upper floor have been completely destroyed.
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RAPPORTI BILATERALI RFJ-IRAN
IRNA
July 29, 2000
Iran, Yugoslavia Discuss Ways of Expanding Relations
BELGRADE Iran's Charge d'Affaires in Yugoslavia Javad Morad Khan here on
Thursday met Yugoslav Deputy Foreign Minister Novakovic and discussed
the expansion of bilateral political, economic and cultural relations.
In the meeting, Morad Khan referred to the recent economic, cultural and
sports cooperation between the two countries and underlined the
necessity of taking practical steps to further upgrade the level of
economic cooperation between the two countries.
The Yugoslav official noted Iran's independent positions in
international affairs and termed his upcoming visit to Tehran important.
He said the signing of a cooperation agreement between the Islamic
Republic News Agency (IRNA) and the Yugoslav news agency (Tanjug) which
took place during the recent visit of IRNA's Managing Director Fereydoun
Verdinejad to Belgrade, and the trip of an Iranian economic delegation
to Yugoslavia were important steps in strengthening the bilateral
relations.
(IRNA)
---
LETTERA AL "TORONTO STAR", CANADA:
PERCHE' IL KOSOVO SI ED IL QUEBEC NO?
Rick Rozoff - 05:39am Jul 28, 2000 EDT (#2844 of 2844)
I notice that your columnist Gordon Barthos, who has
spent the past sixteen months flakking for NATO's war
against Yugoslavia, suddenly has misgivings about
violent separatists in Corsica, and barely disguised
contempt for the peaceful variety in Quebec.
What's the matter, Gordon, doesn't the Corsican
National Liberation Front come up to your refined
humanitarian standards as does the so-called Kosovo
Liberation Army - with whom and on whose behalf Canada
and its NATO master the U.S. waged relentless war
against the people of Yugoslavia?
Granted, your KLA allies are a hard act to follow. In
the thirteen months since Western troops escorted them
back into the Serbian province of Kosovo they've
succeeded in murdering over a thousand innocent
civilians of all ethnic backgrounds, including not a
few fellow Albanians; have been implicated in the
disappearance of over a thousand others; have driven
out anywhere from a quarter to a half million Serbs,
Roma, Jews, Turks, Croats and other Albanians; have
created a de facto 'ethnically pure' apartheid system
governed by gangster tactics and clan warfare; and
have consolidated their undisputed control of Europe's
heroin trafficking and sex slave industries.
Apparently the Corsican separatists need to hire a
better public relations firm - and enlist the support
of a few North American journalists - and, voila,
they'll be transformed into 'freedom fighters.'
Respectfully,
Rick Rozoff
Chicago, Illinois
U.S.A.
---
UCK RAPISCE ESPONENTE POLITICO FILO-RUGOVA
http://www.centraleurope.com/yugoslaviatoday/news.php3?id=183064
Kosovo Politician Kidnapped
PRISTINA, Jul 27, 2000 -- (Agence France Presse) A
senior member of Kosovo's leading political party has
been kidnapped by an unknown gang from in front of his
house, a spokesman for the party said Wednesday.
Shaban Manaj, an ethnic Albanian member of Ibrahim
Rugova's Kosovo Democratic League (LDK), was seized on
Sunday in the western Kosovo town of Istok by a group
of men in a BMW car, LDK vice-president Kole Berisha
said...
---
MINACCE MAFIOSE DA PARTE DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO
NATO's Robertson warns Milosevic on Montenegro
PARIS, July 27 (Reuters) - NATO Secretary-General George Robertson
warned
Yugoslav President Slobodan Milosevic on Thursday not to undermine the
rule
of Montenegro's pro-Western President Milo Djukanovic.
``The situation in Montenegro is very worrying,'' Robertson said after a
meeting with French Prime Minister Lionel Jospin.
``I again repeat my warning to President Milosevic not to make mistakes
that
he has made in the past and not to continue to undermine the elected
government of Montenegro,'' Robertson said.
In an evident reference to NATO's air pounding of Yugoslavia in last
year's
Kosovo crisis, Robertson earlier told the French newspaper Liberation in
an
interview: ``I say to Milosevic: watch out, look what happened the last
time
you miscalculated...''
Asked about possible NATO intervention, Robertson said: ``We aren't
saying
what we will do. One of the lessons of Kosovo is that you don't reveal
your
cards too far in advance.''
Relations between Serbia, Yugoslavia's dominant republic, and Montenegro
have
soured further over constitutional changes pushed through the Belgrade
federal parliament that are designed to extend Milosevic's rule.
Djukanovic said in Berlin this week that the measures had been taken to
provoke his government and ``induce a nervous reaction leading to the
introduction of direct military rule.''
Robertson said after his talks with Jospin: ``I know that the French
government shares these worries (about Montenegro) as well. All of
us...share
the concern about the provocations.''
The talks with Jospin also dealt with defence relations between NATO and
the
European Union.
France holds the EU rotating presidency and is a prime mover behind a
planned
EU rapid reaction force earmarked to intervene in crises in which the
United
States does not wish to be directly involved.
Robertson told reporters outside Jospin's office that the French
presidency
would have a major effect on Europe's defence ``but also on NATO.''
12:01 07-27-00
---
SULLA COSTANTE VIOLAZIONE DELLA RISOLUZIONE 1244
ALBANIA, UNMIK VIOLATING U.N. SECURITY COUNCIL RESOLUTION 1244
PRISTINA, July 27 (Tanjug) The United Nations civilian mission
in
Serbia's Kosovo and Metohija province UNMIK has allowed Albania to open
an
"official representative office" in Pristina in direct violation of U.N.
Security Council Resolution 1244 which guarantees the sovereignty of the
Federal Republic of Yugoslavia in this province.
The Albanian "representative," a certain Gazim Podgorica, has
already arrived in Pristina. It has been announced, and subsequently
confirmed in Tirana, that the "mission" head will be Albanian President
Rexhep Meidani's political adviser Vladimir Prela.
The latest move by the peace mission in the province should be
viewed within the increasingly open attempts by UNMIK chief Bernard
Kouchner to enable ethnic Albanian separatists not only to secure
Kosovo's
independence, but even the creation of some Greater Albania.
This is best confirmed by this latest move and the provocative
explanation that "the Albanian office has been opened in keeping with
the
U.N. Book of Regulations on the work of diplomatic representative
offices
in Pristina."
Kouchner is evidently acting as if Kosovo and Metohija had
already
acquired independence and he is now trying to annex it to Albania.
Kouchner is obviously not interested in the fact that this move
clashes with the stands of the international community established at a
G8
meeting a year ago and the U.N. Security Council resolution on Kosovo
and
Metohija.
This is also in direct violation of the Vienna Conventions on
diplomatic and consular relations which regulate the status of such
representative offices.
The Yugoslav government has already on previous occasions
pointed
out gross violations of the principles of its sovereignty and
territorial
integrity, and this is a case of opening of paradiplomatic
representative
offices.
---
ALBANESI DEMOCRATICI E JUGOSLAVISTI CONTRO IL NAZIONALISMO UCKFOR
CUSE: KOSOVO AND METOHIJA HAS FUTURE ONLY WITHIN SERBIA
KRAGUJEVAC, July 27 (Tanjug) The situation in Kosovo and
Metohija
is very tense and difficult because ethnic Albanian terrorists continue,
with the blessing of the UNMIK and KFOR, to attack, kill and abduct
Serbs
and not likeminded ethnic Albanians, President Sokolj Cuse of the
Democratic Reformist Party of Albanians and League for Peace Directorate
told TV Globus of the central Serbian town of Kragujevac late Wednesday.
Sokolj said he believed about 80 percent ethnic Albanians,
longterm residents of Kosovo and Metohija, are opposed to the anarchy
and
apartheid aimed against nonAlbanians which is being realized in the
province by international representative Bernard Kouchner. These ethnic
Albanians, who urge a multiethnic Kosovo and Metohija, and full national
and religious tolerance, cannot make themselves be heard because they
fear
the terrorists who are headed by Hashim Thaci, Sokolj said.
The arrival of the international civilian and military forces
in
Kosovo and Metohija, as well as their unreserved support to terrorists,
has
caused all Kosovo Albanians who do not support extremists to fear for
their
own safety. They are being terrorized, many of them have been killed,
their
daughters or sisters are being kidnapped and taken to unknown
destinations,
he said.
Kosovo and Metohija can have a future only within Serbia and
Yugoslavia, Cuse was adamant.
---
NELLA FYROM L'ADDESTRAMENTO DEI TERRORISTI PAN-ALBANESI
TETOVO BARRACKS A TRAINING CAMP FOR ETHNIC ALBANIAN TERRORISTS
SKOPJE, July 27 (Tanjug) In the Tetovo army barracks, at least
300 ethnic Albanian extremists are undergoing daily military training
under
the supervision of military instructors from the KFOR German contingent,
in
preparation for a wave of terrorist attacks in Macedonia, likely to take
place no later than autumn.
Apart from vigorous training, the militant ethnic Albanian
extremists continue with unobstructed smuggling and trade of weapons in
Montenegro and Macedonia, taking advantage of the fact that the section
of
the MacedonianYugoslav border in KosovoMetohija is quite penetrable and
currently not controlled by the Yugoslav army. The securing of
conditions for training camps for terrorists and transit of weapons
through
Macedonia were the chief topics of clandestine talks between the
notorious
ethnic Albanian leader Hashim Thaci and Arben Xhaferi, Dosta Dimovska,
as
well as one of the aides of the American embassy in Skopje. They met in
midJuly in Tetovo.
The frequent and unobstructed transit of weapons, and storage
of
these at dozens of locations in Macedonia, are only the initial stages
of
the reviving and spreading of interethnic clashes in the Balkans, which
will, as some warned, inevitably break out in Macedonia this time.
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DICHIARAZIONI DI LJUBICA RISTIC (JUL)
RISTIC: NATIONAL DEFENSE A PRIORITY
BELGRADE, July 26 (Tanjug) The Yugoslav parliament's Chamber
of
Citizens Foreign Policy Committee President and Yugoslav Left President
Ljubisa Ristic gave an interview to a broadcast by Yu Info television
late
on Tuesday, in which he spoke about the adopted amendments to the Law on
financing the Yugoslav Army and other topical political developments in
the
country and the world.
Speaking about the financing of national defense, about which
he
addressed parliament on Tuesday, Ristic said national defense was a
priority and that it had been necessary to make this quite clear to MPs.
"Fortunately, we live in a country where the vast, a
disproportionately large majority of citizens are patriotically
inclined.
That is the foundation of our success in national defense, the
foundation
of our success in national renewal and its future development," Ristic
said.
Asked how he saw the stand of the international community
toward
Serbia's Kosovo and Metohija province in the province itself, in the
field,
and in the United Nations Security Council where the Yugoslav
representative is not allowed to take the floor, Ristic said: "We are
deeply troubled on that issue."
"We have the terrible problem of 350,000 people expelled from
Kosovo, we have several hundred thousand people who are not our citizens
who came across the border which the international community left open
toward Albania and Macedonia into our territory, where they are
settling.
We have murders and usurping of property on a daily basis. The worst
things
conceivable, but we have patience and we know that the task of this
generation is to get our people, army, police and state back into
Kosovo,"
Ristic said, underscoring that this generation must realize this.
As the head of the Foreign Policy Committee of the Yugoslav
parliament, Ristic also spoke about Yugoslavia's diplomatic activities.
"Our foreign service has the closest, most solid, and daily
contacts and cooperation with countries such as China, Russia, India,"
he
said, adding that there was no need to speak about the significance of
these countries. He underscored that Yugoslavia's diplomats today had a
more difficult task than they did even during the 1948 Cominform crisis.
"Our country must secure its return to the NonAligned Movement,
it
must develop its relations with many Islamic countries, with which
relations have deteriorated through their support of the disintegration
of
our country and secessions," Ristic said, saying it was quite normal
that
these contacts should be more frequent.
"Contacts with Egypt are increasingly improving, let alone with
black Africa or Latin America which, as a region, actually all these
years
constantly and systematically provided the best, most constant support
to
our struggle," Risic said, pointing out that the Yugoslav foreign
minister
was due on a visit to Peru on Wednesday.
"These are very important countries for us. They are important
because they are countries which make a compact approach, which
represent a
strong bloc in the United Nations, in the NonAligned Movement, in
addition
to the group of African countries which are under great pressure since
they
are poor countries, because imperialism has its grave and longterm
interests there, and, in particular, because of the neocolonialism which
has resurfaced in Africa," Ristic said.
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RAPPORTI BILATERALI RFJ-MOLDAVIA
MOLDAVIAN PRESIDENT PRAISES YUGOSLAVIA
KISHINEV, MOLDAVIA, July 26 (Tanjug) Moldavian President Petre
Luchinsky has received Yugoslavia's ambassador to the Ukraine, Gojko
Dapcevic, who is also accredited to the Republic of Moldavia.
During
sincere and detailed talks Luchinsky underscored that friendship and
trust
link the people of Yugoslavia and Moldavia and that this is a basis for
successful bilateral cooperation. It was concluded that the leaderships
of
both countries attach great importance to the further development of
more
extensive links in all forms of bilateral cooperation, specially in the
economic sphere for which there is mutual interest and real
possibilities.
Luchinsky praised the struggle of the people of Yugoslavia in
the
defence of the sovereignty and territorial integrity of their country
during the MarchJune 1999 NATO aggression and during the continued
pressures.
He also supported the orientation of Yugoslavia's foreign
policy
which advocates openness and equality in international relations and
noninterference into the internal affairs of other countries.
Luchinski set out that Yugoslavia and Moldavia have identical
positions regarding peace and stability in the world, the affirmation of
equality of states and peoples and the respect of the basic principles
of
international law. He underscored the need for mutual support between
Yugoslavia and Moldavia in international relations, especially in
opposing
the policy of hegemonism.
Moldavia fully supports Yugoslavia's justified demands for its
full return to the United Nations and all other international
organizations
and institutions.
Luchanski upheld the full implementation of U.N. Security
Council
Resolution 1244 on the sovereignty of Yugoslavia in Kosovo and Metohija.
He
stated that Yugoslavia, headed by President Slobodan Milosevic, would
succeed in finding the best solution for overcoming the current
difficulties in the struggle against separatism and terrorism in
Serbia's
southern province.
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FUOCO ALLE ABITAZIONI SERBE IN KOSMET
KOSOVO AND METOHIJA - TERRORISM
ETHNIC ALBANIAN TERRORISTS TORCHED SERB HOUSES IN KOSOVO POLJE AND
ORAHOVAC
KOSOVO POLJE, July 26 (Tanjug) Ethnic Albanian terrorists
early
on Monday morning looted and then torched the house of Milos Jovanic, a
Serb from the town of Kosovo Polje, close to Pristina.
Luckily, the entire Jovanic family was not at home at the time
of
the attack, but the house burned to the ground.
This latest arson case represents the realization of the
monthslong threats to the Jovanic family by the ethnic Albanian
extremists
whose clear aim was to drive them away from Kosovo and Metohija, just
like
the 250,000 Serbs who were previously forced to flee Serbia's southern
province.
Following an established pattern, KFOR and the UNMIK police
arrived too late, although their checkpoint is close by, as did the
firefighters whose arrival was useless since the fire had burnt itself
out.
The inactivity of KFOR and UNMIK renders them accomplices both
to
this morning's terrorist act and to all previous ones, many of which
resulted in the loss of lives.
ORAHOVAC, July 26 (Tanjug) Ethnic Albanian terrorists hurled a
Molotov cocktail at the house of Serb Milorad Soric in Orahovac, setting
it
on fire, amateur radio operators reported from crisis areas of Serbia's
southern Kosovo ad Metohija province late on Tuesday.
Soric's house was located hardly 50m from a control checkpoint
manned by the international force KFOR. The attack was launched 30
minutes
after midnight. The troops at the checkpoint intervened quickly, a fire
unit arrived, and other Serbs from Orahovac all helped contain the
flames.
Soric's house is located in the ethnic Albanian part of the
town.
Serbs kept withdrawing for security reasons toward the interior part of
this Serb enclave. The KFOR checkpoint was also moved back in pace with
the
Serbs, so that ethnic Albanian terrorists now torch the abandoned Serb
houses one by one.
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CRISI DI GOVERNO IN SLOVENIA
Slovenian coalition in crisis but will carry on
LJUBLJANA, July 26 (Reuters) - Slovenia's ruling parties declared their
coalition agreement dead on Wednesday after falling out over a new
electoral
law, but agreed to remain in government until a general election.
The end of the coalition agreement between Prime Minister Andrej Bajuk's
conservative People's Party (SLS) and the centre-right Social Democrats
(SDS)
followed a parliamentary vote on Tuesday night to enshrine the present
proportional representation system in the constitution....
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APPELLO ALL'EUROPA DALLE AZIENDE JUGOSLAVE - MA L'EUROPA
ALLUNGA LE SUE LISTE DI PROSCRIZIONE
Yugo businesses call on EU firms to oppose sanctions
BELGRADE, July 26 (Reuters) - Yugoslav businessmen invited the European
Union
on Wednesday to oppose economic sanctions and resume ties with the
Balkan
state. ``We invite European Union states and our traditional partners
from
these countries to an open and fair cooperation,'' president of the
Yugoslav
Chamber of Commerce Mihajlo Milojevic told a meeting of company
directors....
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EU tries to extend Serbia sanctions ``white list''
BRUSSELS, July 26 (Reuters) - The European Union said on Wednesday it
had
decided to add 52 Serbian companies to a so-called ``white list'' of
firms
allowed to do business with the bloc in spite of its sanctions policy.
A spokesman for the EU's executive commission said the names of the
companies
would not be published until each one had been consulted about whether
it
wished to be included, in view of what he called ``threats and
reprisals'' by
Serbian authorities....
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GIORNALISTA BUGIARDO CONDANNATO A SETTE ANNI DI PRIGIONE
(nota: il signore in questione in pieno conflitto si era inventato
la notizia di massacri di civili da parte jugoslava)
Yugoslav court jails Serb reporter for seven years
[actually Filipovic is a pro-Western Montenegrin who wrote probably the
DARKEST propaganda of the Kosovo conflict...]
NIS, Yugoslavia, July 26 (Reuters) - A Yugoslav military court sentenced
a
Serb journalist who reported allegations of army atrocities in Kosovo to
seven years in prison on Wednesday for espionage and spreading false
information.
Presiding judge Radenko Miladinovic read out the verdict after a two-day
trial in the southern Serbian town of Nis....
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LA UE PAGHERA' PER RIPULIRE IL DANUBIO?
EU agrees funds to clear Danube of NATO debris
BRUSSELS, July 26 (Reuters) - The European Union's executive body on
Wednesday completed the final paperwork to contribute up to 22 million
euros
($20.70 million) to help clear NATO bomb debris from the Danube, one of
Europe's key waterways....
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FESTIVAL DEL FLAUTO A PRISLONICA (SERBIA)
> AFP, mardi 25 juillet 2000, 3h17
>
>
> La flûte, instrument millénaire de la tradition serbe
>
> PRISLONICA (Yougoslavie) 25 juil (AFP) - "La flûte est aux Serbes ce que
> les cuivres sont aux
> Tziganes de Serbie", souligne un organisateur du 13ème Festival des
> flûtistes de Prislonica, un petit
> village planté sur les contreforts de la zone montagneuse qui, du sud de
> Belgrade, s'étend jusqu'à
> l'Adriatique.
>
> Ethnologue, 52 ans, Dragomir Antonic est un ardent défenseur de la
> tradition culturelle serbe dont la
> flûte est, selon lui, l'un des maillons les plus populaires.
>
> "La flûte est l'instrument du berger, elle nourrit la complicité
> millénaire des Serbes avec la nature, elle
> imite le chant des oiseaux, assure la sérénité des troupeaux", souligne
> avec passion M. Antonic, dans
> un entretien avec l'AFP.
>
> Prislonica, à 140 km au sud de la capitale yougoslave, abrite en temps
> ordinaire trois mille personnes
> qui vivent, pour la plupart, du produit de leurs champs et de leurs
> pâturages.
>
> Un weekend de juillet: la quiétude des lieux fait place au tintamarre de
> la kermesse, comme tous les
> ans à cette époque. Le Festival de Prislonica est connu dans tout le
> pays et attire des milliers de
> visiteurs.
>
> Des tentes ont été dressées ça et là, au milieu desquelles circulent des
> orchestres traditionnels. Les
> chants sont repris en choeur par l'assistance. La bière coule à flot.
> Les rôtis d'agneaux et de porcs,
> les bols de choux marinés dans de grands récipients en terre cuite sont
> vite expédiés.
>
> 200 flûtistes se sont présentés aux éliminatoires organisées dans les
> diverses régions de la
> Yougoslavie. Ils ne sont plus que 22 à l'arrivée, invités à se produire
> devant un jury national et une
> foule experte et enthousiaste.
>
> Certains jouent en solo, d'autres se font accompagner de musiciens
> déployés sur la scène. En
> surplomb, à l'arrière-plan, des jeunes gens et filles, costumés,
> simulent des scènes de séduction.
>
> Deux morceaux musicaux sont imposés aux concurrents. L'un est lent,
> mélancolique. L'autre, rapide,
> incite au mouvement des corps, à la gaîté.
>
> "On peut aujourd'hui vivre de la flûte en Yougoslavie", relève M.
> Antonic. Toutes les occasions sont
> bonnes pour s'octroyer les services d'un flûtiste et de son orchestre.
> Les mariages rapportent le plus,
> jusqu'à 2.000 marks (900 dollars US, dans un pays où la moyenne des
> salaires mensuels n'excède pas
> 100 USD), précise-t-il.
>
> Un seul moment de la vie des Serbes bannit la flûte: l'enterrement. "La
> joie que cet instrument
> procure ne peut s'accommoder de la perte d'un être cher", commente M.
> Antonic.
>
> Trois victoires à Prislonica et c'est la consécration de l'artiste: il
> est déclaré "maître flutiste".
>
> De nouvelles portes peuvent alors s'ouvrir à lui. Ainsi, Vlada Baralic,
> 41 ans, est un "ancien" de
> Prislonica. Depuis il a fait sont trou. Enregistrement de quatre CD,
> nombreuses prestations publiques,
> en province ou à l'étranger. Baralic est actuellement, deux fois par
> semaine, à l'affiche d'un
> restaurant de Belgrade.
>
> Les défenseurs de la tradition s'insurgent souvent contre l'exploitation
> qui est faite aujourd'hui de la
> flûte.
>
> Le son limpide de ce petit bout de prunier a de plus en plus tendance à
> crouler sous le brouhaha des
> synthétiseurs. "Turbo folk"! C'est le nom communément donné, non sans
> ironie, à cette nouvelle
> musique.
>
> Toutefois, les traditionnnalistes ne sont pas contre la modernisation de
> la flûte "si elle continue de
> générer l'harmonie et la simplicité".
>
> L'une des chansons serbes les plus célèbres, Oj Moravo (du nom de la
> rivière Morave qui traverse la
> Serbie), a longtemps été interdite par les communistes -de l'ère Tito-
> sous prétexte qu'elle exacerbait
> la fibre nationaliste. Aujourd'hui, elle est allègrement reprise.
>
> Y compris par ce grand gaillard de paysan, Krstivoje Subotic, 77 ans,
> qui ne se sépare jamais de sa
> flûte. Il en joue depuis l'âge de 7 ans, a remporté 85 prix au cours de
> son existence et attend l'édition
> d'un CD. La flûte, c'est aussi une philosophie. "Les yeux peuvent
> tromper, dit le vieillard, mais pas la
> musique, elle vient du coeur".
---
POCO CHIARA LA SITUAZIONE ALLA FRONTIERA ALBANIA-MONTENEGRO
YUGOSLAV ARMY CLOSES MONTENEGRIN-ALBANIAN FRONTIER
PODGORICA, July 25, 2000 (RFE/RL)
Local Albanian police chief Zija Hasa said in Skadar on 24 July
that Yugoslav army troops have recently turned back at least 300
Albanians at the Bozaj border crossing because they had no Yugoslav
visas, which Hasa called "a pretext," Reuters reported. He said that
the Yugoslav army recently increased its presence in the border area.
Montenegrin and Albanian authorities previously agreed not to require
visas for cross- border traffic. The Yugoslav embassy in Tirana,
which normally issues visas, has been closed since 1998. In the
Albanian capital, Foreign Ministry spokesman Sokol Gjoka said that
"this is a closure of Montenegro to Albanians".
--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------
Il seguente articolo di Costanzo Preve e' stato da noi gia' fatto
circolare circa un anno fa
( http://www.marx2001.org/nuovaunita/jugo/crj/m_l/230799d.htm ), ma ci
sembra meritevole di essere riproposto in questa serie sulla
responsabilita' degli intellettuali.
A seguire riportiamo anche parte dell'articolo di Marino Badiale,
apparso sulla stessa rivista KOINE', che tratta degli aspetti etici del
conflitto.
La stessa casa editrice di KOINE' ha annunciato l'uscita a breve di un
altro testo di Preve, in cui dovrebbero essere riprese e approfondite le
considerazioni qui esposte.
---
Prove generali di nazismo umanitario
di Costanzo Preve
1. L'aggressione assassina della NATO alla Jugoslavia, iniziata il 24
marzo
1999, è uno degli eventi fondamentali del Novecento europeo, anche se
per
ora di questo non c'è ancora sufficiente consapevolezza, data
l'asfissiante
manipolazione e saturazione mediatica sull'operazione di polizia
internazionale "umanitaria" resa purtroppo necessaria dai presunti
crimini
continuati del dittatore genocida Milosevic.
Per essere più esatti, si tratta di un evento ancora formalmente
"novecentesco", che si situa però ormai al di fuori dei quadri
geopolitici,
culturali ed economici del cosiddetto "secolo breve". Si tratta infatti
della seconda guerra imperiale americana, intendendo la "prima" come la
Guerra del Golfo contro l'Irak del 1991. E' dunque necessario
comprendere
bene la nozione di guerra imperiale americana, e conseguentemente di
"impero americano".
2. Gli USA vengono definiti dai loro capi, cioè dalla élite che li
governa
(su cui ha scritto parole terribili e profetiche l'americano Christopher
Lasch e su cui scrive parole terribili l'americano Noam Chomsky), come
l'unica nazione indispensabile del mondo. Questa espressione demenziale
connota bene l'autoreferenzialità assoluta di tutte le culture di tipo
"imperiale". Le culture imperiali si definiscono in modo
autoreferenziale
come portatrici di una moralità superiore, ricavata da una specifica
secolarizzazione economico-politica di teorie originariamente teologiche
(in questo caso giudaico-cristiane, più esattamente
giudaico-protestanti).
In quanto culture autoreferenziali, considerano "immorale" ogni
riferimento
di tipo variamente contrattualistico ad un Altro. L'Altro è sempre e
soltanto il portatore potenziale del Male e della minaccia relativistica
alla propria assolutezza paranoicamente introiettata. In questo modo
l'Altro è sempre e soltanto il terminale di una "inclusione" subalterna
nella propria logica sociale riproduttiva e nel proprio sistema di
valori e
di comportamenti.
Una cultura imperiale di questo tipo è pericolosissima perché è incapace
di
relazionarsi realmente con l'Altro, negandogli a priori ogni
legittimità.
Il pericolo aumenta quando il supporto materiale di questa assolutezza
autoreferenziale è basato su di un dominio soverchiante di tipo
economico,
finanziario, tecnologico, militare e culturale.
3. La prima guerra imperiale americana fu pianificata e scatenata nel
1991
contro l'Irak di Saddam Hussein (già allora demonizzato come "nuovo
Hitler"), e fu giustificata da alcuni come "guerra giusta" in quanto
guerra
di ristabilimento della legalità internazionale originariamente violata
dall'Irak, che aveva conquistato ed annesso il Kuweit in una breve
guerra-lampo svoltasi nell'estate del 1990. Questa guerra fu dunque
presentata come una guerra dell'ONU, e come un'affermazione del diritto
internazionale contro l'arbitrio nazionalistico.
Trascurando qui ogni riflessione geopolitica sul Vicino Oriente, sul
nazionalismo arabo, sul sionismo, sul controllo dei pozzi di petrolio e
delle fonti energetiche (e trascurando anche la guerra precedentemente
condotta dall'Irak contro l'Iran con l'assenso, l'armamento e l'appoggio
delle grandi potenze occidentali), bisogna invece riconfermare, alla
luce
soprattutto degli eventi successivi del periodo 1991-1999, che si trattò
invece proprio della prima guerra imperiale americana del nuovo periodo
storico apertosi con la tragica implosione del comunismo storico
novecentesco. Oggi abbiamo informazioni dettagliate di come la guerra fu
voluta dagli USA, e di come sono state via via svuotate tutte le
iniziative
diplomatiche tese ad ottenere un ritiro integrale dell'Irak dal Kuweit.
Oggi abbiamo informazioni dettagliate sull'uso di armi criminali, come
le
armi ad uranio impoverito, come l'isotopo 238, responsabili di danni
biologici irreversibili non solo nei corpi degli sconfitti, ma nei corpi
degli stessi aggressori. Ma sopra ogni altra cosa siamo dettagliatamente
informati sulle vittime innumerevoli, censite e documentate dagli stessi
organismi internazionali, causate dall'embargo assassino contro l'intero
popolo irakeno. Questo embargo verrà probabilmente ricordato come il più
grande crimine "umanitario" dell'intero decennio degli anni Novanta del
Novecento. Si tratta di un crimine noto, voluto, protratto,
sistematicamente pianificato ed eseguito. Esso è stato ed è un crimine
"imperiale", ben noto agli studiosi di storia, che ha come finalità
"razionale" la messa in guardia da possibili future ribellioni e
disobbedienze verso l'Impero stesso. Questa prima guerra imperiale
americana era già stata di fatto uno svuotamento ed una messa ai margini
dell'ONU, ma aveva ancora potuto ammantarsi di motivazioni di diritto
internazionale violato. Tutto questo viene meno con l'attuale seconda
guerra imperiale americana contro l'eroica Jugoslavia e contro
l'ammirevole
popolo serbo.
4. Questa seconda guerra imperiale americana presenta tuttavia un
interessante aspetto comune con la prima. La prima guerra imperiale
americana del 1991 fu una guerra geopolitica di controllo contro il
mondo
arabo e musulmano, e proprio per questa ragione la potenza imperiale
impose
la partecipazione subalterna a molti importanti paesi arabi e musulmani
(dall'Egitto all'Arabia Saudita). Questa seconda guerra imperiale
americana
del 1999 è una guerra geopolitica di controllo contro l'Europa, e
proprio
per questa ragione la potenza imperiale impone la partecipazione
subalterna
ai più importanti paesi europei (dalla Francia alla Germania alla povera
subalterna Italia). Le motivazioni "umanitarie" non riescono ovviamente
a
nascondere questo aspetto cruciale, su cui si soffermano analiticamente
i
commentatori più intelligenti. Questa guerra contro l'Europa è anche un
vero e proprio suicidio dell'Europa, ed in particolare della Germania e
della Francia (dell'Inghilterra di Blair è inutile parlare qui, perché
ha
riconfermato una scelta strategica fatta a partire dal 1945, quella di
operare come il cinquantunesimo stato americano in Europa). L'Europa
sarebbe stata perfettamente in grado di contribuire a garantire la
convivenza multietnica nei Balcani e nel Kossovo in particolare, anche
con
un serio monitoraggio internazionale. Certo, questo monitoraggio era
incompatibile con l'umiliazione del popolo serbo, con l'avallo
all'espulsione delle minoranze serbe in Croazia e nella stessa Bosnia,
con
l'appoggio militare agli indipendentisti razzisti dell'U.C.K. nel
Kossovo,
eccetera. Questo monitoraggio era ovviamente anche incompatibile con
l'incredibile coltivazione, protrattasi dal 1991 al 1999, dell'odio e
della
demonizzazione verso il popolo serbo, delegata ed appaltata a
piccolissimi
gruppi intellettuali isterici provenienti dalla vecchia "estrema
sinistra"
sessantottina (nouveaux philosophes in Francia, ex di Lotta Continua in
Italia, eccetera). Questi piccolissimi gruppi intellettuali erano
caratterizzati sopra ogni altra cosa dall'ignoranza più assoluta sulla
complessità storica, linguistica, religiosa e culturale delle etnie
balcaniche reali, un'ignoranza maldestrante coperta da una retorica
falsa e
strumentale sui diritti umani, diritti umani sempre a corrente alternata
ed
a geometria variabile, diritti umani sempre e solo garantiti ai propri
amici e sempre negati invece ai propri "nemici". Ed è appunto sulla
costruzione intellettuale del "nemico serbo" che occorre fare una
riflessione particolare.
5. La potenza imperiale americana utilizza ovviamente la retorica
umanitaria e la demonizzazione personalizzata dell'avversario (Milosevic
è
lo Hitler dei Balcani così come Saddam era lo Hitler del Medio Oriente),
ma
non fonda certo la propria legittimità sull'illusione retorica. In modo
molto chiaro Henry Kissinger ha ripetuto che forse la guerra non avrebbe
dovuto essere cominciata, ma una volta cominciata non può essere
condotta a
termine che con la sconfitta dell'avversario, pena la "perdita di
credibilità" della NATO e soprattutto della superpotenza americana.
Questo
è un parlare chiaro ed un mettere le carte in tavola. Il discorso è
diverso
per gli intellettuali di servizio alla Barbara Spinelli ed alla Adriano
Sofri, alla Enrico Deaglio ed alla Gad Lerner. Essi devono fornire un
"supplemento d'anima" alla strategia militare nazista dei bombardamenti
che
devono "spianare" un paese praticamente senza vittime fra le forze
imperiali, in attesa di una invasione terrestre fatta utilizzando la
carne
da cannone a buon prezzo delle bande dell'U.C.K. (che non mi sogno per
nulla di identificare con il popolo albanese in quanto tale).
Questo supplemento d'anima è fornito con una strategia intellettuale che
assomiglia in modo impressionante ai meccanismi proiettivi di
demonizzazione dell'antisemitismo nazista. L'antisemitismo nazista si
basava su di una identificazione esemplare, nel popolo ebraico, di un
popolo esemplarmente caratterizzato da due caratteristiche
intercambiabili
entrambe negative, il cosmopolitismo finanziario e lo sradicamento
rivoluzionario. Insomma, gli ebrei sono cattivi collettivamente ed in
toto
perché in essi si esemplifica e si incarna in modo tristemente esemplare
la
fusione perversa di cosmopolitismo finanziario e di sradicamento
rivoluzionario. Nello stesso modo questi nuovi intellettuali che
definirò
"nazisti umanitari" identificano l'intero popolo serbo con lo stereotipo
diabolico del nazionalismo etnico. I serbi sono oggi i portatori infetti
e
virulenti del nazionalismo etnico, così come mezzo secolo fa gli ebrei
erano i portatori infetti e virulenti del cosmopolitismo finanziario e/o
dello sradicamento rivoluzionario.
Abbiamo suggerito una chiave di lettura apparentemente assurda e
scandalosa. Ma preghiamo il lettore di non impazientirsi, e di prestare
attenzione alle riflessioni che seguiranno.
6. E' infatti purtroppo necessario che l'analogia fra il vecchio nazismo
antisemita ed il nuovo nazismo umanitario venga presa sul serio.
Ripetiamo
che l'identificazione simbolica a priori del popolo ebraico maledetto
con
gli stereotipi demonizzanti del cosmopolitismo finanziario e/o dello
sradicamento rivoluzionario esimeva dal prendere in considerazione gli
ebrei reali e la loro collocazione nelle società europee. La
semplificazione paranoica e l'identificazione diretta con il Male
Assoluto
permettevano di "saltare" la faticosa presa in considerazione delle
oggettività storiche. In questo modo il diritto al Pregiudizio ed
all'Ignoranza era garantito e legittimato. In questo modo, ed
esattamente
in questo modo funziona la nuova identificazione simbolica demonizzante
del
popolo serbo con il nuovo Male Assoluto del tempo dell'americanizzazione
globalizzata del pianeta, il nazionalismo etnico (vero o presunto).
E' così possibile non sapere che il "dittatore" Milosevic (che il
filosofo
"pacifista" Norberto Bobbio vorrebbe "spazzato via dalla faccia della
terra"), è in realtà stato eletto tre volte in regolari elezioni
pluralistiche, che l'opposizione politica in Jugoslavia esiste ed è
legalmente garantita, che Milosevic non può essere accusato di volere
estendere la Grande Serbia al Kossovo per il semplice fatto che il
Kossovo
è serbo dal tempo delle guerre balcaniche (1912-1913), che persino con
le
funeste limitazioni dei loro diritti rispetto ai benemeriti tempi di
Tito i
kossovari albanesi hanno sempre disposto di diritti che i curdi in
Turchia
e gli arabi in Palestina si sognano di possedere, che Belgrado è una
città
con circa duecentomila musulmani, che la Voivodina jugoslava e serba è
sempre storicamente stata un modello di convivenza etnica, linguistica e
religiosa, che i serbi sono stati cacciati dalla Croazia e non viceversa
con la connivenza dell'intera Europa, eccetera, eccetera, eccetera.
E' così possibile non sapere che i cosiddetti accordi di Rambouillet non
sono mai stati rivolti a ristabilire le condizioni della convivenza
pacifica fra serbi ed albanesi nel Kossovo, ma sono stati concepiti
dagli
americani per organizzare militarmente una secessione del Kossovo
nell'arco
di tre anni con un referendum farsa, e prevedevano un'occupazione
militare
incontrollata dell'intero territorio jugoslavo, e quindi anche una
prevedibile secessione pilotata del Montenegro e forse della stessa
Voivodina. Del resto, decine di diplomatici hanno chiarito
analiticamente
questo punto.
E' così possibile non sapere che prima del 24 marzo 1999 in Kossovo non
solo
non c'era un "genocidio" o un olocausto, ma non c'era neppure una
"pulizia
etnica", cioè una "espulsione etnica" generalizzata. C'era una guerra
civile a bassa intensità, o meglio una serie di operazioni
antiguerriglia
con tutto ciò che questo purtroppo comporta. E' noto che se la
"espulsione
etnica" fosse classificata come un genocidio popoli considerati civili e
"buoni" come i cecoslovacchi ed i polacchi sarebbero popoli "genocidi",
avendo espulso milioni di tedeschi dai Sudeti e dalla Slesia nel 1946.
Ma
in Kossovo non c'era neppure questa espulsione etnica generalizzata.
Questa
espulsione etnica è iniziata dopo i bombardamenti NATO, ed è
strettamente
collegata con il timore di una insurrezione etnica albanese in
concomitanza
con una devastante invasione terrestre della NATO e delle bande
dell'U.C.K., il cui programma è la secessione e l'espulsione dei serbi
dal
Kossovo. Il popolo kossovaro fugge perché sa perfettamente che si
combatterà casa per casa sul suo territorio, e non vuole essere preso in
mezzo. Del resto, qualunque cosa facciano i serbi essi saranno comunque
demonizzati. Se espellono gli albanesi fanno "pulizia etnica". Se li
tengono nel territorio useranno gli albanesi come "scudi umani" e come
"banche del sangue". I serbi sono dunque non solo dei nazionalisti
etnici,
ma anche dei vampiri.
7. Il problema non è dunque, non è mai stato e non sarà mai schierarsi
per
gli albanesi o per i serbi nel Kossovo. In proposito la sola posizione
umana e corretta sta nel lavorare quotidianamente per una armoniosa
convivenza multietnica, multilinguistica e multireligiosa. Ma
l'aggressione
NATO e la seconda guerra imperiale americana sono rivolte contro questa
prospettiva, in favore di una ulteriore "balcanizzazione" dell'Europa
Orientale, funzionale ad un controllo geopolitico preventivo sulla
Russia,
sull'Europa e sul Medio Oriente. Le motivazioni "umanitarie" sono una
menzogna manifesta e scandalosa. A suo tempo Guernica di Picasso, una
delle
più famose opere artistiche del Novecento, fu dipinta come una protesta
contro i bombardamenti nazisti in Spagna. Oggi Guernica non è più nei
paesi
baschi, ma è in Serbia e nel Kossovo. I nuovi nazisti sono però ancora
più
ipocriti dei precedenti, perché vogliono abbellire il loro soverchiante
dominio tecnologico con le motivazioni umanitarie e con i cascami della
"cultura di sinistra" europea del dopo Sessantotto. Questi cascami sono
oggi l'equivalente "buonista" di Goebbels e della sua propaganda.
8. Ancora una volta, l'Italia e lo stato italiano sono fra gli
aggressori,
anche se coprono questa loro aggressione con un'asfissiante retorica
"umanitaria". E' dal tempo del Risorgimento che il popolo italiano non
fa
più una guerra "giusta", nel senso giusnaturalistico del termine, una
guerra intesa come guerra di liberazione nazionale o come guerra di
difesa
contro un'aggressione manifesta. Guerre di aggressione furono le sue
oscene
guerre coloniali (Etiopia 1896 e 1935, Libia 1911). Guerra di
aggressione
fu la sua entrata nella prima guerra mondiale del 1915. Guerra di
aggressione fu la sua entrata nella seconda guerra mondiale del 1940. In
tutti questi casi la motivazione, ufficiale ed ufficiosa, fu quella di
essere un paese "importante" (perché di prima categoria, e dunque degno
di
partecipare ai grandi eventi internazionali risolutivi) ed un paese
"serio"
(perché fedele alle alleanze stipulate ed agli alleati principali).
La motivazione dell'importanza e della serietà è stata ripetuta dal
cinico
baffetto D'Alema, l'aborto terminale del togliattismo e del comunismo
storico novecentesco italiano, l'uomo il cui nevrotico sorriso di
sufficienza nasconde male l'insicurezza del parvenu ed il nichilismo
dell'ultimo uomo, che sa bene che Dio è morto ed appunto per questo
tutto è
permesso e non vi sono più limiti. Nei primi giorni di bombardamenti, a
chi
gli faceva osservare che la Grecia, membro della NATO, non partecipava
però
ai bombardamenti, D'Alema rispose che la Grecia era un paese di seconda
categoria e poteva permettersi cose che un paese di prima categoria come
l'Italia non poteva permettersi. Continuati i bombardamenti, D'Alema
insisté molto sul fatto che l'Italia era un paese "serio", cioè
affidabile
per la NATO, e che questa serietà doveva essere mostrata anche sul
campo,
cioè sull'uso delle basi di Aviano per il martirio della Jugoslavia.
D'Alema, come i tutti i parvenus ex-comunisti, è un provinciale
ignorante,
esperto solo in intrighi di partito ed in tranelli tesi ai capicordata
rivali, ma non è possibile che non sappia che i patti di Rambouillet
erano
un diktat rivolto a provocare il rifiuto non di Milosevic ma di
qualunque
governo sovrano jugoslavo, che la catastrofe umanitaria dei kossovari è
posteriore ai bombardamenti assassini NATO e che infine si tratta
nell'essenziale di una guerra imperiale americana di controllo
geopolitico
regionale del pianeta, e non di un "interventismo" rivolto a prevenire
un
genocidio ed un olocausto.
9. Questa vergognosa aggressione nazista, che è in corso mentre scrivo
queste note e di cui non è ancora prevedibile l'esito finale, è un
evento
epocale che avrà conseguenze terribili a breve e soprattutto a medio ed
a
lungo termine. Si tratta di una bancarotta del sistema informativo
globale
e dei media, che si sono rivelati uno strumento coordinato della
propaganda
di guerra, per cui si può tranquillamente dire che a volte i giornalisti
più coraggiosi dicono la verità (esemplare la magnifica Lietta
Tornabuoni
ed il coraggioso Michele Santoro), ma i giornali in quanto tali mentono
sempre. Si tratta di una bancarotta delle socialdemocrazie europee,
rivelatesi nel loro insieme grotteschi fantocci dell'impero americano.
Si
tratta di una bancarotta della "sinistra" nel suo complesso, avanguardia
vociante (ma si ricordino gli "interventisti" del 1914 e 1915!) del
massacro amministrativo coperto oscenamente dai "diritti umani". Si
tratta
infine di un divorzio, a mio avviso ormai irreversibile, fra
intellettuali
e popolo, in cui il settore maggioritario degli intellettuali e degli
opinion makers si è rivelato essere composto da una canea di belve
rabbiose
e con la bocca sporca di sangue, il sangue sia dei serbi (che essi
odiano
in quanto incarnazione maledetta del Nazionalismo Etnico) sia dei
kossovari
(che essi fingono di amare in quanto vittime impotenti della cattiveria
umana).
10. Per la prima volta nella mia vita, essendo nato nel 1943, ho
finalmente
capito che cosa volesse dire essere antifascisti negli anni Trenta.
Immagino che significasse sperare nella vittoria militare del Negus di
Etiopia e dei repubblicani spagnoli contro i propri stessi degenerati
connazionali. Immagino che significasse provare un sentimento di
radicale
estraneità per la propria stessa formale cittadinanza. Io oggi mi sento
serbo, come Peter Handke, in quanto cittadino di una nazione martire
aggredita ingiustamente, per di più con "motivazioni umanitarie". Io
oggi
mi sento a tutti gli effetti un cristiano greco-ortodosso, perché solo
in
questo modo posso esser vicino alle vittime dell'aggressione (nello
stesso
modo in cui Bergson decise di rimanere ebreo nel tempo in cui gli ebrei
erano perseguitati e sterminati). Ma mi sento soprattutto
internazionalista, perché ho capito ormai bene che il cosmopolitismo
imperiale, con il pretesto di colpire le nazioni, i popoli e le etnie
ribelli, colpisce in realtà i fondamenti di una loro possibile
convivenza
futura pacifica e solidale.
Torino, 21 aprile 1999
Nota aggiuntiva
In una lunga intervista pubblicata da L'Unità (25/4/1998), Norberto
Bobbio
ha fatto dichiarazioni non solo sconcertanti, ed indegne del suo passato
intellettuale, ma anche a tutti gli effetti infami. "Infame" è purtroppo
l'unico termine utilizzabile nel contesto di argomentazioni indegne:
«Non
possiamo non dirci filoamericani ... Non ha più senso chiedersi se una
guerra sia giusta o ingiusta ... Questa guerra ricorda le guerre sante
contro gli infedeli», eccetera, eccetera. Queste infamie hanno passato
la
misura. Ho finalmente capito che cosa significhi, ed abbia significato,
trahison des clercs, tradimento degli intellettuali. E' possibile che
l'intervistatore abbia subornato con l'astuzia un vecchio, sfruttando la
sua ignoranza del contesto storico e politico. In ogni caso, se Norberto
Bobbio è un intellettuale, sono fiero e contento di non appartenere a
questa indegna categoria (Torino, 25 aprile 1999).
***
Una tragedia dell'Occidente.
di Marino Badiale
"Parlino gli altri delle loro vergogne, io parlo della mia" (B.Brecht)
(...) Il principio invocato dai governi
occidentali è quello del rispetto dei diritti umani. L'Occidente afferma
di
essere la parte che fa rispettare i fondamentali diritti degli individui
e
dei popoli. Ora, questa affermazione è banalmente falsa. "Far rispettare
un
diritto, una legge, un principio" significa farlo rispettare sempre e
dovunque (nei limiti delle possibilità). Come una legge naturale è vera
quando è sempre vera, (per cui se la legge di gravità valesse un giorno
si
e uno no allora a rigore dovremmo dire che essa non vale, e che la vera
legge è un'altra, da determinare), così può affermare di far rispettare
la
legge chi si sforza di farla rispettare sempre e dovunque. Questo
principio
dell'universalità della legge è il punto principale che separa
democrazia e
tirannide, crimine e diritto, Totò Riina e Giovanni Falcone. E' infatti
del
tutto ovvio che anche la mafia, in certi casi, reprime il crimine, e lo
fa
anzi con molto maggior rigore della polizia: se per caso io andassi a
spacciare eroina a Palermo, finirei dissolto nell'acido molto prima di
essere arrestato dalla polizia. Anche la mafia si oppone a certi
crimini:
quelli compiuti al di fuori del suo controllo e delle sue regole. Qual è
allora la differenza fra mafia e polizia, se non il fatto che la polizia
reprime tutti i crimini, mentre la mafia reprime i crimini degli altri
ma
non i propri e quelli dei propri alleati? Allo stesso modo, i regimi
totalitari del 900 non avevano certo abrogato del tutto l'osservanza del
diritto, e neppure avevano eliminato del tutto i "diritti umani":
semplicemente avevano reso questi diritti non universali, passibili di
"momentanea sospensione" secondo gli interessi del potere politico. Ma
sospendere "ogni tanto e in certi casi" i diritti umani significa
sospenderli del tutto. L'universalità del diritto non è aggiunta
estrinseca, è la sostanza stessa del diritto.
Se esaminiamo la condotta dell'Occidente armati di questi principi, il
giudizio da dare è chiarissimo: non solo l'Occidente è ben lungi dallo
sforzarsi di far rispettare "sempre e dovunque" i diritti umani invocati
per bombardare la Jugoslavia, ma è spesso attivo complice della
repressione
dei diritti umani stessi; per fare solo i primi due esempi che ci
vengono
in mente, paesi alleati dell'Occidente come Turchia e Israele compiono
da
anni chiarissime violazioni dei diritti degli individui e dei popoli.
Con il sostegno e l'appoggio dell'Occidente stesso. Se abbiamo chiaro
tutto
questo, è evidente la falsità della tesi citata all'inizio, secondo la
quale l'Occidente fa rispettare i diritti degli individui e dei popoli.
Questa tesi è in contraddizione con la realtà. Ma qual è allora il
principio che regola le azioni dell'Occidente? Esso è chiarissimo: noi
paesi dell'Occidente, con i nostri alleati e amici, possiamo fare quello
che vogliamo. I nostri avversari no. Ma allora, per tornare alle
opposizione esposte sopra, in questo modo, nella sua azione
internazionale,
l'Occidente assomiglia a una democrazia o a una dittatura? Ci ricorda
Giovanni Falcone o Totò Riina?
E' chiara la risposta. Anche dal punto di vista dei principi sui quali
si
basa, l'azione della NATO contro la Jugoslavia appare dunque un'infamia.
Una tragedia dell'Occidente.
Questa tragedia non si traduce soltanto in sofferenza, morte,
imbarbarimento per popolazioni a noi così vicine, che ne sono,
naturalmente, le principali vittime. Questa vicenda è una tragedia anche
per l'Occidente. Pagheremo tutto questo. Forse non noi, forse i nostri
figli o nipoti, ma pagheremo. In due modi diversi. Innanzitutto, non si
può
continuare a rovesciare sul resto del mondo violenza, arroganza, cinico
disprezzo di ogni principio, senza subirne prima o poi le conseguenze.
Non
si può mostrare ripetutamente a tutto il mondo che la forza è l'unico
diritto e sperare che, appena la nostra forza sarà minore, qualcuno si
astenga dall'usare con noi le stesse massime da noi applicate agli
altri.
Non si può continuare a mandare al mondo il messaggio "io faccio quello
che
voglio perché c'ho le legioni, o i panzer, o gli stealth", e poi sperare
che qualcuno non te la faccia pagare, la volta che ti ritrovi senza
legioni
o panzer o stealth. Nessun impero è eterno, nessuna supremazia militare
dura per sempre.
Ma c'è un altro motivo di angoscia, ancora più serio. Perché la barbarie
dell'Occidente non agisce solo sulle sue vittime, agisce su di noi.
Rendendoci tutti un poco più barbari. Ciascuno di noi è oggi diverso da
ciò
che era ieri. Oggi siamo cittadini di un paese che si è reso complice di
un'infamia, e questo solo fatto, il fatto che questo è avvenuto e le
nostre
vite continuano come ieri, questo solo fatto rende ciascuno di noi un
po'
complice, un po' infame. Per evitare questa coscienza dovremo tutti
raccontarci qualche tipo di menzogna, anche solo distogliendo lo sguardo
dalle notizie che arrivano dalla Jugoslavia. E questa è la profonda
tragedia che tali vicende portano con sé. La catastrofe della coscienza,
l'oscuramento del pensiero. Effetto e simbolo di questa catastrofe è la
notizia, che mi agghiaccia quasi quanto i bombardamenti, delle masse di
curiosi che dai campi attorno ad Aviano assistono allo "spettacolo"
della
partenza degli aerei. Il solo fatto che una cosa del genere possa essere
vissuta come uno spettacolo, il fatto che uomini e donne "normali" non
riescano a vedere in quegli "oggetti volanti" la morte che recano con
sé, e
non se ne ritraggano con pietoso orrore (atteggiamento che, nella mia
ingenuità, mi aspetterei anche e soprattutto da chi fosse d'accordo con
l'azione NATO): questi fatti indicano una catastrofe delle coscienze
che
sicuramente ha origini lontane ma ha trovato in questa occasione la sua
espressione più agghiacciante. (...)
Marino Badiale
***
Questi saggi (insieme a molti altri dedicati alla guerra)
sono stati pubblicati sulla rivista
Koiné
Gennaio/Settembre199
Periodico culturale - Anno VII - Nuova serie
Reg. Tribunale di Pistoia n° 2/93 del 16/2/93
Direttore responsabile: Carmine Fiorillo
Per maggiori informazioni scrivere a
Editrice C.R.T.
Via S. Pietro, 36 - 51100 Pistoia
Tel.: 0573/976124 - Fax: 0573/366725
E-mail: crt.pt@...
--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------
circolare circa un anno fa
( http://www.marx2001.org/nuovaunita/jugo/crj/m_l/230799d.htm ), ma ci
sembra meritevole di essere riproposto in questa serie sulla
responsabilita' degli intellettuali.
A seguire riportiamo anche parte dell'articolo di Marino Badiale,
apparso sulla stessa rivista KOINE', che tratta degli aspetti etici del
conflitto.
La stessa casa editrice di KOINE' ha annunciato l'uscita a breve di un
altro testo di Preve, in cui dovrebbero essere riprese e approfondite le
considerazioni qui esposte.
---
Prove generali di nazismo umanitario
di Costanzo Preve
1. L'aggressione assassina della NATO alla Jugoslavia, iniziata il 24
marzo
1999, è uno degli eventi fondamentali del Novecento europeo, anche se
per
ora di questo non c'è ancora sufficiente consapevolezza, data
l'asfissiante
manipolazione e saturazione mediatica sull'operazione di polizia
internazionale "umanitaria" resa purtroppo necessaria dai presunti
crimini
continuati del dittatore genocida Milosevic.
Per essere più esatti, si tratta di un evento ancora formalmente
"novecentesco", che si situa però ormai al di fuori dei quadri
geopolitici,
culturali ed economici del cosiddetto "secolo breve". Si tratta infatti
della seconda guerra imperiale americana, intendendo la "prima" come la
Guerra del Golfo contro l'Irak del 1991. E' dunque necessario
comprendere
bene la nozione di guerra imperiale americana, e conseguentemente di
"impero americano".
2. Gli USA vengono definiti dai loro capi, cioè dalla élite che li
governa
(su cui ha scritto parole terribili e profetiche l'americano Christopher
Lasch e su cui scrive parole terribili l'americano Noam Chomsky), come
l'unica nazione indispensabile del mondo. Questa espressione demenziale
connota bene l'autoreferenzialità assoluta di tutte le culture di tipo
"imperiale". Le culture imperiali si definiscono in modo
autoreferenziale
come portatrici di una moralità superiore, ricavata da una specifica
secolarizzazione economico-politica di teorie originariamente teologiche
(in questo caso giudaico-cristiane, più esattamente
giudaico-protestanti).
In quanto culture autoreferenziali, considerano "immorale" ogni
riferimento
di tipo variamente contrattualistico ad un Altro. L'Altro è sempre e
soltanto il portatore potenziale del Male e della minaccia relativistica
alla propria assolutezza paranoicamente introiettata. In questo modo
l'Altro è sempre e soltanto il terminale di una "inclusione" subalterna
nella propria logica sociale riproduttiva e nel proprio sistema di
valori e
di comportamenti.
Una cultura imperiale di questo tipo è pericolosissima perché è incapace
di
relazionarsi realmente con l'Altro, negandogli a priori ogni
legittimità.
Il pericolo aumenta quando il supporto materiale di questa assolutezza
autoreferenziale è basato su di un dominio soverchiante di tipo
economico,
finanziario, tecnologico, militare e culturale.
3. La prima guerra imperiale americana fu pianificata e scatenata nel
1991
contro l'Irak di Saddam Hussein (già allora demonizzato come "nuovo
Hitler"), e fu giustificata da alcuni come "guerra giusta" in quanto
guerra
di ristabilimento della legalità internazionale originariamente violata
dall'Irak, che aveva conquistato ed annesso il Kuweit in una breve
guerra-lampo svoltasi nell'estate del 1990. Questa guerra fu dunque
presentata come una guerra dell'ONU, e come un'affermazione del diritto
internazionale contro l'arbitrio nazionalistico.
Trascurando qui ogni riflessione geopolitica sul Vicino Oriente, sul
nazionalismo arabo, sul sionismo, sul controllo dei pozzi di petrolio e
delle fonti energetiche (e trascurando anche la guerra precedentemente
condotta dall'Irak contro l'Iran con l'assenso, l'armamento e l'appoggio
delle grandi potenze occidentali), bisogna invece riconfermare, alla
luce
soprattutto degli eventi successivi del periodo 1991-1999, che si trattò
invece proprio della prima guerra imperiale americana del nuovo periodo
storico apertosi con la tragica implosione del comunismo storico
novecentesco. Oggi abbiamo informazioni dettagliate di come la guerra fu
voluta dagli USA, e di come sono state via via svuotate tutte le
iniziative
diplomatiche tese ad ottenere un ritiro integrale dell'Irak dal Kuweit.
Oggi abbiamo informazioni dettagliate sull'uso di armi criminali, come
le
armi ad uranio impoverito, come l'isotopo 238, responsabili di danni
biologici irreversibili non solo nei corpi degli sconfitti, ma nei corpi
degli stessi aggressori. Ma sopra ogni altra cosa siamo dettagliatamente
informati sulle vittime innumerevoli, censite e documentate dagli stessi
organismi internazionali, causate dall'embargo assassino contro l'intero
popolo irakeno. Questo embargo verrà probabilmente ricordato come il più
grande crimine "umanitario" dell'intero decennio degli anni Novanta del
Novecento. Si tratta di un crimine noto, voluto, protratto,
sistematicamente pianificato ed eseguito. Esso è stato ed è un crimine
"imperiale", ben noto agli studiosi di storia, che ha come finalità
"razionale" la messa in guardia da possibili future ribellioni e
disobbedienze verso l'Impero stesso. Questa prima guerra imperiale
americana era già stata di fatto uno svuotamento ed una messa ai margini
dell'ONU, ma aveva ancora potuto ammantarsi di motivazioni di diritto
internazionale violato. Tutto questo viene meno con l'attuale seconda
guerra imperiale americana contro l'eroica Jugoslavia e contro
l'ammirevole
popolo serbo.
4. Questa seconda guerra imperiale americana presenta tuttavia un
interessante aspetto comune con la prima. La prima guerra imperiale
americana del 1991 fu una guerra geopolitica di controllo contro il
mondo
arabo e musulmano, e proprio per questa ragione la potenza imperiale
impose
la partecipazione subalterna a molti importanti paesi arabi e musulmani
(dall'Egitto all'Arabia Saudita). Questa seconda guerra imperiale
americana
del 1999 è una guerra geopolitica di controllo contro l'Europa, e
proprio
per questa ragione la potenza imperiale impone la partecipazione
subalterna
ai più importanti paesi europei (dalla Francia alla Germania alla povera
subalterna Italia). Le motivazioni "umanitarie" non riescono ovviamente
a
nascondere questo aspetto cruciale, su cui si soffermano analiticamente
i
commentatori più intelligenti. Questa guerra contro l'Europa è anche un
vero e proprio suicidio dell'Europa, ed in particolare della Germania e
della Francia (dell'Inghilterra di Blair è inutile parlare qui, perché
ha
riconfermato una scelta strategica fatta a partire dal 1945, quella di
operare come il cinquantunesimo stato americano in Europa). L'Europa
sarebbe stata perfettamente in grado di contribuire a garantire la
convivenza multietnica nei Balcani e nel Kossovo in particolare, anche
con
un serio monitoraggio internazionale. Certo, questo monitoraggio era
incompatibile con l'umiliazione del popolo serbo, con l'avallo
all'espulsione delle minoranze serbe in Croazia e nella stessa Bosnia,
con
l'appoggio militare agli indipendentisti razzisti dell'U.C.K. nel
Kossovo,
eccetera. Questo monitoraggio era ovviamente anche incompatibile con
l'incredibile coltivazione, protrattasi dal 1991 al 1999, dell'odio e
della
demonizzazione verso il popolo serbo, delegata ed appaltata a
piccolissimi
gruppi intellettuali isterici provenienti dalla vecchia "estrema
sinistra"
sessantottina (nouveaux philosophes in Francia, ex di Lotta Continua in
Italia, eccetera). Questi piccolissimi gruppi intellettuali erano
caratterizzati sopra ogni altra cosa dall'ignoranza più assoluta sulla
complessità storica, linguistica, religiosa e culturale delle etnie
balcaniche reali, un'ignoranza maldestrante coperta da una retorica
falsa e
strumentale sui diritti umani, diritti umani sempre a corrente alternata
ed
a geometria variabile, diritti umani sempre e solo garantiti ai propri
amici e sempre negati invece ai propri "nemici". Ed è appunto sulla
costruzione intellettuale del "nemico serbo" che occorre fare una
riflessione particolare.
5. La potenza imperiale americana utilizza ovviamente la retorica
umanitaria e la demonizzazione personalizzata dell'avversario (Milosevic
è
lo Hitler dei Balcani così come Saddam era lo Hitler del Medio Oriente),
ma
non fonda certo la propria legittimità sull'illusione retorica. In modo
molto chiaro Henry Kissinger ha ripetuto che forse la guerra non avrebbe
dovuto essere cominciata, ma una volta cominciata non può essere
condotta a
termine che con la sconfitta dell'avversario, pena la "perdita di
credibilità" della NATO e soprattutto della superpotenza americana.
Questo
è un parlare chiaro ed un mettere le carte in tavola. Il discorso è
diverso
per gli intellettuali di servizio alla Barbara Spinelli ed alla Adriano
Sofri, alla Enrico Deaglio ed alla Gad Lerner. Essi devono fornire un
"supplemento d'anima" alla strategia militare nazista dei bombardamenti
che
devono "spianare" un paese praticamente senza vittime fra le forze
imperiali, in attesa di una invasione terrestre fatta utilizzando la
carne
da cannone a buon prezzo delle bande dell'U.C.K. (che non mi sogno per
nulla di identificare con il popolo albanese in quanto tale).
Questo supplemento d'anima è fornito con una strategia intellettuale che
assomiglia in modo impressionante ai meccanismi proiettivi di
demonizzazione dell'antisemitismo nazista. L'antisemitismo nazista si
basava su di una identificazione esemplare, nel popolo ebraico, di un
popolo esemplarmente caratterizzato da due caratteristiche
intercambiabili
entrambe negative, il cosmopolitismo finanziario e lo sradicamento
rivoluzionario. Insomma, gli ebrei sono cattivi collettivamente ed in
toto
perché in essi si esemplifica e si incarna in modo tristemente esemplare
la
fusione perversa di cosmopolitismo finanziario e di sradicamento
rivoluzionario. Nello stesso modo questi nuovi intellettuali che
definirò
"nazisti umanitari" identificano l'intero popolo serbo con lo stereotipo
diabolico del nazionalismo etnico. I serbi sono oggi i portatori infetti
e
virulenti del nazionalismo etnico, così come mezzo secolo fa gli ebrei
erano i portatori infetti e virulenti del cosmopolitismo finanziario e/o
dello sradicamento rivoluzionario.
Abbiamo suggerito una chiave di lettura apparentemente assurda e
scandalosa. Ma preghiamo il lettore di non impazientirsi, e di prestare
attenzione alle riflessioni che seguiranno.
6. E' infatti purtroppo necessario che l'analogia fra il vecchio nazismo
antisemita ed il nuovo nazismo umanitario venga presa sul serio.
Ripetiamo
che l'identificazione simbolica a priori del popolo ebraico maledetto
con
gli stereotipi demonizzanti del cosmopolitismo finanziario e/o dello
sradicamento rivoluzionario esimeva dal prendere in considerazione gli
ebrei reali e la loro collocazione nelle società europee. La
semplificazione paranoica e l'identificazione diretta con il Male
Assoluto
permettevano di "saltare" la faticosa presa in considerazione delle
oggettività storiche. In questo modo il diritto al Pregiudizio ed
all'Ignoranza era garantito e legittimato. In questo modo, ed
esattamente
in questo modo funziona la nuova identificazione simbolica demonizzante
del
popolo serbo con il nuovo Male Assoluto del tempo dell'americanizzazione
globalizzata del pianeta, il nazionalismo etnico (vero o presunto).
E' così possibile non sapere che il "dittatore" Milosevic (che il
filosofo
"pacifista" Norberto Bobbio vorrebbe "spazzato via dalla faccia della
terra"), è in realtà stato eletto tre volte in regolari elezioni
pluralistiche, che l'opposizione politica in Jugoslavia esiste ed è
legalmente garantita, che Milosevic non può essere accusato di volere
estendere la Grande Serbia al Kossovo per il semplice fatto che il
Kossovo
è serbo dal tempo delle guerre balcaniche (1912-1913), che persino con
le
funeste limitazioni dei loro diritti rispetto ai benemeriti tempi di
Tito i
kossovari albanesi hanno sempre disposto di diritti che i curdi in
Turchia
e gli arabi in Palestina si sognano di possedere, che Belgrado è una
città
con circa duecentomila musulmani, che la Voivodina jugoslava e serba è
sempre storicamente stata un modello di convivenza etnica, linguistica e
religiosa, che i serbi sono stati cacciati dalla Croazia e non viceversa
con la connivenza dell'intera Europa, eccetera, eccetera, eccetera.
E' così possibile non sapere che i cosiddetti accordi di Rambouillet non
sono mai stati rivolti a ristabilire le condizioni della convivenza
pacifica fra serbi ed albanesi nel Kossovo, ma sono stati concepiti
dagli
americani per organizzare militarmente una secessione del Kossovo
nell'arco
di tre anni con un referendum farsa, e prevedevano un'occupazione
militare
incontrollata dell'intero territorio jugoslavo, e quindi anche una
prevedibile secessione pilotata del Montenegro e forse della stessa
Voivodina. Del resto, decine di diplomatici hanno chiarito
analiticamente
questo punto.
E' così possibile non sapere che prima del 24 marzo 1999 in Kossovo non
solo
non c'era un "genocidio" o un olocausto, ma non c'era neppure una
"pulizia
etnica", cioè una "espulsione etnica" generalizzata. C'era una guerra
civile a bassa intensità, o meglio una serie di operazioni
antiguerriglia
con tutto ciò che questo purtroppo comporta. E' noto che se la
"espulsione
etnica" fosse classificata come un genocidio popoli considerati civili e
"buoni" come i cecoslovacchi ed i polacchi sarebbero popoli "genocidi",
avendo espulso milioni di tedeschi dai Sudeti e dalla Slesia nel 1946.
Ma
in Kossovo non c'era neppure questa espulsione etnica generalizzata.
Questa
espulsione etnica è iniziata dopo i bombardamenti NATO, ed è
strettamente
collegata con il timore di una insurrezione etnica albanese in
concomitanza
con una devastante invasione terrestre della NATO e delle bande
dell'U.C.K., il cui programma è la secessione e l'espulsione dei serbi
dal
Kossovo. Il popolo kossovaro fugge perché sa perfettamente che si
combatterà casa per casa sul suo territorio, e non vuole essere preso in
mezzo. Del resto, qualunque cosa facciano i serbi essi saranno comunque
demonizzati. Se espellono gli albanesi fanno "pulizia etnica". Se li
tengono nel territorio useranno gli albanesi come "scudi umani" e come
"banche del sangue". I serbi sono dunque non solo dei nazionalisti
etnici,
ma anche dei vampiri.
7. Il problema non è dunque, non è mai stato e non sarà mai schierarsi
per
gli albanesi o per i serbi nel Kossovo. In proposito la sola posizione
umana e corretta sta nel lavorare quotidianamente per una armoniosa
convivenza multietnica, multilinguistica e multireligiosa. Ma
l'aggressione
NATO e la seconda guerra imperiale americana sono rivolte contro questa
prospettiva, in favore di una ulteriore "balcanizzazione" dell'Europa
Orientale, funzionale ad un controllo geopolitico preventivo sulla
Russia,
sull'Europa e sul Medio Oriente. Le motivazioni "umanitarie" sono una
menzogna manifesta e scandalosa. A suo tempo Guernica di Picasso, una
delle
più famose opere artistiche del Novecento, fu dipinta come una protesta
contro i bombardamenti nazisti in Spagna. Oggi Guernica non è più nei
paesi
baschi, ma è in Serbia e nel Kossovo. I nuovi nazisti sono però ancora
più
ipocriti dei precedenti, perché vogliono abbellire il loro soverchiante
dominio tecnologico con le motivazioni umanitarie e con i cascami della
"cultura di sinistra" europea del dopo Sessantotto. Questi cascami sono
oggi l'equivalente "buonista" di Goebbels e della sua propaganda.
8. Ancora una volta, l'Italia e lo stato italiano sono fra gli
aggressori,
anche se coprono questa loro aggressione con un'asfissiante retorica
"umanitaria". E' dal tempo del Risorgimento che il popolo italiano non
fa
più una guerra "giusta", nel senso giusnaturalistico del termine, una
guerra intesa come guerra di liberazione nazionale o come guerra di
difesa
contro un'aggressione manifesta. Guerre di aggressione furono le sue
oscene
guerre coloniali (Etiopia 1896 e 1935, Libia 1911). Guerra di
aggressione
fu la sua entrata nella prima guerra mondiale del 1915. Guerra di
aggressione fu la sua entrata nella seconda guerra mondiale del 1940. In
tutti questi casi la motivazione, ufficiale ed ufficiosa, fu quella di
essere un paese "importante" (perché di prima categoria, e dunque degno
di
partecipare ai grandi eventi internazionali risolutivi) ed un paese
"serio"
(perché fedele alle alleanze stipulate ed agli alleati principali).
La motivazione dell'importanza e della serietà è stata ripetuta dal
cinico
baffetto D'Alema, l'aborto terminale del togliattismo e del comunismo
storico novecentesco italiano, l'uomo il cui nevrotico sorriso di
sufficienza nasconde male l'insicurezza del parvenu ed il nichilismo
dell'ultimo uomo, che sa bene che Dio è morto ed appunto per questo
tutto è
permesso e non vi sono più limiti. Nei primi giorni di bombardamenti, a
chi
gli faceva osservare che la Grecia, membro della NATO, non partecipava
però
ai bombardamenti, D'Alema rispose che la Grecia era un paese di seconda
categoria e poteva permettersi cose che un paese di prima categoria come
l'Italia non poteva permettersi. Continuati i bombardamenti, D'Alema
insisté molto sul fatto che l'Italia era un paese "serio", cioè
affidabile
per la NATO, e che questa serietà doveva essere mostrata anche sul
campo,
cioè sull'uso delle basi di Aviano per il martirio della Jugoslavia.
D'Alema, come i tutti i parvenus ex-comunisti, è un provinciale
ignorante,
esperto solo in intrighi di partito ed in tranelli tesi ai capicordata
rivali, ma non è possibile che non sappia che i patti di Rambouillet
erano
un diktat rivolto a provocare il rifiuto non di Milosevic ma di
qualunque
governo sovrano jugoslavo, che la catastrofe umanitaria dei kossovari è
posteriore ai bombardamenti assassini NATO e che infine si tratta
nell'essenziale di una guerra imperiale americana di controllo
geopolitico
regionale del pianeta, e non di un "interventismo" rivolto a prevenire
un
genocidio ed un olocausto.
9. Questa vergognosa aggressione nazista, che è in corso mentre scrivo
queste note e di cui non è ancora prevedibile l'esito finale, è un
evento
epocale che avrà conseguenze terribili a breve e soprattutto a medio ed
a
lungo termine. Si tratta di una bancarotta del sistema informativo
globale
e dei media, che si sono rivelati uno strumento coordinato della
propaganda
di guerra, per cui si può tranquillamente dire che a volte i giornalisti
più coraggiosi dicono la verità (esemplare la magnifica Lietta
Tornabuoni
ed il coraggioso Michele Santoro), ma i giornali in quanto tali mentono
sempre. Si tratta di una bancarotta delle socialdemocrazie europee,
rivelatesi nel loro insieme grotteschi fantocci dell'impero americano.
Si
tratta di una bancarotta della "sinistra" nel suo complesso, avanguardia
vociante (ma si ricordino gli "interventisti" del 1914 e 1915!) del
massacro amministrativo coperto oscenamente dai "diritti umani". Si
tratta
infine di un divorzio, a mio avviso ormai irreversibile, fra
intellettuali
e popolo, in cui il settore maggioritario degli intellettuali e degli
opinion makers si è rivelato essere composto da una canea di belve
rabbiose
e con la bocca sporca di sangue, il sangue sia dei serbi (che essi
odiano
in quanto incarnazione maledetta del Nazionalismo Etnico) sia dei
kossovari
(che essi fingono di amare in quanto vittime impotenti della cattiveria
umana).
10. Per la prima volta nella mia vita, essendo nato nel 1943, ho
finalmente
capito che cosa volesse dire essere antifascisti negli anni Trenta.
Immagino che significasse sperare nella vittoria militare del Negus di
Etiopia e dei repubblicani spagnoli contro i propri stessi degenerati
connazionali. Immagino che significasse provare un sentimento di
radicale
estraneità per la propria stessa formale cittadinanza. Io oggi mi sento
serbo, come Peter Handke, in quanto cittadino di una nazione martire
aggredita ingiustamente, per di più con "motivazioni umanitarie". Io
oggi
mi sento a tutti gli effetti un cristiano greco-ortodosso, perché solo
in
questo modo posso esser vicino alle vittime dell'aggressione (nello
stesso
modo in cui Bergson decise di rimanere ebreo nel tempo in cui gli ebrei
erano perseguitati e sterminati). Ma mi sento soprattutto
internazionalista, perché ho capito ormai bene che il cosmopolitismo
imperiale, con il pretesto di colpire le nazioni, i popoli e le etnie
ribelli, colpisce in realtà i fondamenti di una loro possibile
convivenza
futura pacifica e solidale.
Torino, 21 aprile 1999
Nota aggiuntiva
In una lunga intervista pubblicata da L'Unità (25/4/1998), Norberto
Bobbio
ha fatto dichiarazioni non solo sconcertanti, ed indegne del suo passato
intellettuale, ma anche a tutti gli effetti infami. "Infame" è purtroppo
l'unico termine utilizzabile nel contesto di argomentazioni indegne:
«Non
possiamo non dirci filoamericani ... Non ha più senso chiedersi se una
guerra sia giusta o ingiusta ... Questa guerra ricorda le guerre sante
contro gli infedeli», eccetera, eccetera. Queste infamie hanno passato
la
misura. Ho finalmente capito che cosa significhi, ed abbia significato,
trahison des clercs, tradimento degli intellettuali. E' possibile che
l'intervistatore abbia subornato con l'astuzia un vecchio, sfruttando la
sua ignoranza del contesto storico e politico. In ogni caso, se Norberto
Bobbio è un intellettuale, sono fiero e contento di non appartenere a
questa indegna categoria (Torino, 25 aprile 1999).
***
Una tragedia dell'Occidente.
di Marino Badiale
"Parlino gli altri delle loro vergogne, io parlo della mia" (B.Brecht)
(...) Il principio invocato dai governi
occidentali è quello del rispetto dei diritti umani. L'Occidente afferma
di
essere la parte che fa rispettare i fondamentali diritti degli individui
e
dei popoli. Ora, questa affermazione è banalmente falsa. "Far rispettare
un
diritto, una legge, un principio" significa farlo rispettare sempre e
dovunque (nei limiti delle possibilità). Come una legge naturale è vera
quando è sempre vera, (per cui se la legge di gravità valesse un giorno
si
e uno no allora a rigore dovremmo dire che essa non vale, e che la vera
legge è un'altra, da determinare), così può affermare di far rispettare
la
legge chi si sforza di farla rispettare sempre e dovunque. Questo
principio
dell'universalità della legge è il punto principale che separa
democrazia e
tirannide, crimine e diritto, Totò Riina e Giovanni Falcone. E' infatti
del
tutto ovvio che anche la mafia, in certi casi, reprime il crimine, e lo
fa
anzi con molto maggior rigore della polizia: se per caso io andassi a
spacciare eroina a Palermo, finirei dissolto nell'acido molto prima di
essere arrestato dalla polizia. Anche la mafia si oppone a certi
crimini:
quelli compiuti al di fuori del suo controllo e delle sue regole. Qual è
allora la differenza fra mafia e polizia, se non il fatto che la polizia
reprime tutti i crimini, mentre la mafia reprime i crimini degli altri
ma
non i propri e quelli dei propri alleati? Allo stesso modo, i regimi
totalitari del 900 non avevano certo abrogato del tutto l'osservanza del
diritto, e neppure avevano eliminato del tutto i "diritti umani":
semplicemente avevano reso questi diritti non universali, passibili di
"momentanea sospensione" secondo gli interessi del potere politico. Ma
sospendere "ogni tanto e in certi casi" i diritti umani significa
sospenderli del tutto. L'universalità del diritto non è aggiunta
estrinseca, è la sostanza stessa del diritto.
Se esaminiamo la condotta dell'Occidente armati di questi principi, il
giudizio da dare è chiarissimo: non solo l'Occidente è ben lungi dallo
sforzarsi di far rispettare "sempre e dovunque" i diritti umani invocati
per bombardare la Jugoslavia, ma è spesso attivo complice della
repressione
dei diritti umani stessi; per fare solo i primi due esempi che ci
vengono
in mente, paesi alleati dell'Occidente come Turchia e Israele compiono
da
anni chiarissime violazioni dei diritti degli individui e dei popoli.
Con il sostegno e l'appoggio dell'Occidente stesso. Se abbiamo chiaro
tutto
questo, è evidente la falsità della tesi citata all'inizio, secondo la
quale l'Occidente fa rispettare i diritti degli individui e dei popoli.
Questa tesi è in contraddizione con la realtà. Ma qual è allora il
principio che regola le azioni dell'Occidente? Esso è chiarissimo: noi
paesi dell'Occidente, con i nostri alleati e amici, possiamo fare quello
che vogliamo. I nostri avversari no. Ma allora, per tornare alle
opposizione esposte sopra, in questo modo, nella sua azione
internazionale,
l'Occidente assomiglia a una democrazia o a una dittatura? Ci ricorda
Giovanni Falcone o Totò Riina?
E' chiara la risposta. Anche dal punto di vista dei principi sui quali
si
basa, l'azione della NATO contro la Jugoslavia appare dunque un'infamia.
Una tragedia dell'Occidente.
Questa tragedia non si traduce soltanto in sofferenza, morte,
imbarbarimento per popolazioni a noi così vicine, che ne sono,
naturalmente, le principali vittime. Questa vicenda è una tragedia anche
per l'Occidente. Pagheremo tutto questo. Forse non noi, forse i nostri
figli o nipoti, ma pagheremo. In due modi diversi. Innanzitutto, non si
può
continuare a rovesciare sul resto del mondo violenza, arroganza, cinico
disprezzo di ogni principio, senza subirne prima o poi le conseguenze.
Non
si può mostrare ripetutamente a tutto il mondo che la forza è l'unico
diritto e sperare che, appena la nostra forza sarà minore, qualcuno si
astenga dall'usare con noi le stesse massime da noi applicate agli
altri.
Non si può continuare a mandare al mondo il messaggio "io faccio quello
che
voglio perché c'ho le legioni, o i panzer, o gli stealth", e poi sperare
che qualcuno non te la faccia pagare, la volta che ti ritrovi senza
legioni
o panzer o stealth. Nessun impero è eterno, nessuna supremazia militare
dura per sempre.
Ma c'è un altro motivo di angoscia, ancora più serio. Perché la barbarie
dell'Occidente non agisce solo sulle sue vittime, agisce su di noi.
Rendendoci tutti un poco più barbari. Ciascuno di noi è oggi diverso da
ciò
che era ieri. Oggi siamo cittadini di un paese che si è reso complice di
un'infamia, e questo solo fatto, il fatto che questo è avvenuto e le
nostre
vite continuano come ieri, questo solo fatto rende ciascuno di noi un
po'
complice, un po' infame. Per evitare questa coscienza dovremo tutti
raccontarci qualche tipo di menzogna, anche solo distogliendo lo sguardo
dalle notizie che arrivano dalla Jugoslavia. E questa è la profonda
tragedia che tali vicende portano con sé. La catastrofe della coscienza,
l'oscuramento del pensiero. Effetto e simbolo di questa catastrofe è la
notizia, che mi agghiaccia quasi quanto i bombardamenti, delle masse di
curiosi che dai campi attorno ad Aviano assistono allo "spettacolo"
della
partenza degli aerei. Il solo fatto che una cosa del genere possa essere
vissuta come uno spettacolo, il fatto che uomini e donne "normali" non
riescano a vedere in quegli "oggetti volanti" la morte che recano con
sé, e
non se ne ritraggano con pietoso orrore (atteggiamento che, nella mia
ingenuità, mi aspetterei anche e soprattutto da chi fosse d'accordo con
l'azione NATO): questi fatti indicano una catastrofe delle coscienze
che
sicuramente ha origini lontane ma ha trovato in questa occasione la sua
espressione più agghiacciante. (...)
Marino Badiale
***
Questi saggi (insieme a molti altri dedicati alla guerra)
sono stati pubblicati sulla rivista
Koiné
Gennaio/Settembre199
Periodico culturale - Anno VII - Nuova serie
Reg. Tribunale di Pistoia n° 2/93 del 16/2/93
Direttore responsabile: Carmine Fiorillo
Per maggiori informazioni scrivere a
Editrice C.R.T.
Via S. Pietro, 36 - 51100 Pistoia
Tel.: 0573/976124 - Fax: 0573/366725
E-mail: crt.pt@...
--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
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