Informazione

INTERVISTA A STEVAN MIRKOVIC

"La situazione e' gravissima, le elezioni non porteranno ad alcun
cambiamento - L'Esercito jugoslavo ancora non si e' spaccato su base
nazionale, suo compito e' prendere il potere adesso, prima che succeda
ancora qualcosa di irreparabile - In autunno il Montenegro potrebbe
essersene gia' andato - La NATO capisce solo le ragioni della violenza"
Le iniziative a sostegno della Corea del Nord

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Stevan Mirkovic, comunista jugoslavista, e' stato partigiano e generale
del Genio militare, ora in pensione. E' il principale esponente
dell'area politica titoista, raccoltasi in questi anni nel Savez
Komunista Jugoslavije (SKJ, Lega dei Comunisti di Jugoslavia, cfr.
http://marx2001.org/crj/KOMU/komu.html ), una delle formazioni della
opposizione di sinistra ai governi serbo e jugoslavo, su posizioni
radicalmente opposte a quelle della opposizione cosiddetta "democratica"
vezzeggiata in Occidente.
Una parte del suo servizio da militare l'ha prestata in Slovenia, a
ricostruire strade, e ad aiutare la popolazione colpita da calamita'.

Il colloquio e' stato registrato a Belgrado il 25 marzo 2000,
a casa di Mirkovic, davanti alla TV mentre scorreva il derby
Roma - Lazio... L'occasione e' stata data dal nostro soggiorno per
l'anniversario dell'aggressione NATO alla Jugoslavia.

D. : Qualche giorno fa c'e' stato un confronto tra le dirigenze
comuniste jugoslave...

R. : Il tema di questo confronto e' stato la situazione internazionale e
nazionale, ed i compiti della LC della Serbia riguardo a cio'. Ho
confermato a proposito che l'odierna RFJ si trova in una grave
situazione e che la sua distruzione e' gia' molto avanzata. E' una
situazione molto diversa dalla distruzione di un paese che crolla dopo
2, 3 o l0 giorni. Qui la distruzione si svolge gradualmente, a lungo...
Ora ci hanno tolto il Kosmet [Kosovo e Metohija], cioe' l'hanno
occupato. Non se ne andranno mai dal Kosmet, stanne certo. Rimarranno
li' come in Corea o in altre parti del mondo. Il Montenegro e' un'altra
repubblica... Il partito musulmano, l'SDA di Novi Pazar del leader
Ugljanin, e' una componente di quello di Izetbegovic, ed esso vuole che
il Sangiaccato, che e' una regione a cavallo tra Serbia e Montenegro, si
congiunga alla Bosnia. Mentre i partiti nazionalisti ungheresi nella
Vojvodina guidati da Kassa [?], stanno prendendo contatti piu' con i
partiti in Ungheria che con quelli nel proprio Stato. Questo porta alla
totale distruzione del Paese... E nessuno fa niente per fermare tutto
cio'.

D. : C'e' qualche soluzione?

R. : Si, ci sarebbe, ecco... L'Esercito. Percio' mi hanno definito in
questa rivista "Nacional" [mostra la rivista di Zagabria] sobillatore di
un golpe militare nella RF di Jugoslavia. Soltanto l'Esercito puo' fare
qualcosa. Vedi, innanzitutto c'e' questa continuazione della distruzione
della Jugoslavia su base nazionale... Ed e' molto pericoloso che ci
siano vari eserciti nel paese, non soltanto l'Esercito jugoslavo.
Djukanovic [presidente montenegrino] ha formato un suo esercito di
milizie, come fece Tudjman in Croazia. In Serbia, si sa, ed e' stato
pubblicamente dimostrato ai funerali di Zeljko Raznjatovic "Arkan", c'e'
una formazione di volontari serbi. Questa formazione ha partecipato ai
funerali in uniforme, organizzando il picchetto. Ed e' certo che anche
altri partiti, che avevano i loro gruppi armati, li mantengono tuttora.
Draskovic aveva la sua formazione, Seselj la sua... Io sono sicuro che
queste formazioni esistano tuttora. Lo stesso Draskovic ha ammesso che
dal suo elettorato riceve migliaia di lettere, nelle quali lo invitano a
darsi alle montagne e a formare unita' per organizzare una rivolta
contro il regime, non so come leggere altrimenti questa cosa... Percio'
io spesso - perche' non e' la prima volta, non soltanto su "Nacional" -
invito l'Esercito jugoslavo a sequestrare le armi a tutte queste
formazioni, perche' la situazione e' molto pericolosa. Un domani puo'
portare alla guerra civile, o a scontri bellici... Nel sud della Serbia,
nei comuni di Bujanovac, Presevo, Medveja, dove vive tuttora una
maggioranza schipetara, ci sono formazioni militari, cioe' paramilitari,
ed ancora non e' chiaro che cosa stia aspettando l'Esercito jugoslavo...
L'Esercito jugoslavo ancora non si e' spaccato su base nazionale. Per
esempio nel Montenegro si trova ancora una parte dell'Esercito composta
da montenegrini, che sono contro il governo di Djukanovic, il che e'
normale visto che Djukanovic e' stato un sabotatore militare, un
disertore durante l'aggressione NATO. Dunque l' Esercito e' ancora un
fattore determinante, ed e' una istituzione... Esso puo', ed ha la
fiducia del popolo. Ed il popolo accetterebbe questa decisione, che esso
prenda il potere. Non che gli venga imposto dal regime di Milosevic, ma
che sia una sua propria decisione. Significa che esso potrebbe prendere
Milosevic, Djukanovic, Draskovic, Seselj, e tutta questa masnada di
politici, li butti nel Danubio, oppure dia loro delle barche perche' se
ne vadano dove vogliono! E che prenda il Governo... Lo sai, no?, cos'e'
un colpo di Stato...

D. : Come fu in Polonia?

R. : Si, certo: un periodo senza questi partiti politici, dopodiche' si
formerebbero partiti che faranno qualcosa per questo popolo... mi
riferisco al popolo jugoslavo, naturamente [nel senso plurinazionale].

D. : Cosa significano e che cosa si prospetta per le prossime elezioni
locali, a maggio prossimo, mentre le politiche si dovrebbero svolgere
verso la fine dell'anno?

R. : Mah, sai... per quello che riguarda le prossime, a maggio
prossimo, credo che si ripetera' quello che e' stato delle precedenti.
Penso che l'opposizione vincera' nelle stesse citta'. Non ci saranno
grandi cambiamenti.

D. : Ho sentito di una coalizione di partiti su base comunista...
Pensano di poter superare il quorum del 5 per cento?

R. : Ma no, neanche a parlarne! Ci sono tre soli partiti forti in
Jugoslavia, i Socialisti (Milosevic), i Radicali (Seselj) e il SPO
(Draskovic). I socialisti ed i radicali insieme sono forti, divisi non
lo sono. Loro si sostengono l'un l'altro, nuotano insieme. Se si
dividono, affondano l'uno e l'altro. Perciò si tengono
strettamente l'uno all' altro. Mentre Vuk Draskovic...

D. : E' vero che cerca di avvicinarsi a Milosevic?

R. : No, no... Lui e' un pessimo politico, ed e' talmente vanitoso...
Vuole essere lui il leader di tutta l'opposizione, ad ogni costo.
Percio' avvengono questi scontri. Se lui fosse piu' flessibile per
costruire un'unico fronte avrebbe molto piu' successo per le elezioni
federali politiche che si svolgerano in autunno. Ma ritengo che non si
arrivera' a questo, perche' i montenegrini non parteciperanno...
Il Montenegro sara' gia' fuori. Djukanovic, secondo me, attende ancora
un po' per essere sicuro di poter indire il referendum per la
secessione, il che e' nel suo diritto. Lui attende i risultati della
ripetizione delle elezioni in questi giorni, per le citta' di Hercegnovi
e Podgorica. E questo sara' un segnale per tutto il
Montenegro. Percio', se vincera' a Podgorica ed Hercegnovi, indira' il
referendum. E allora sicuramente vincera', perche' a sostenerlo ci
saranno sia gli schipetari che i musulmani del Sangiaccato... Cosi' come
vinse Georgijevski in Macedonia, che non avrebbe vinto se per lui non
avessero votato gli schipetari della Macedonia, ai
quali fece molte concessioni. Sia agli schipetari che ai musulmani va
bene Djukanovic purche' si divida dalla Serbia... Ecco, tutto questo
l'Esercito puo' fermarlo, ma non con questa leadership ne' con questo
Gabinetto di difesa!

D. : Che reazione avrebbe l'Occidente ad un colpo di Stato?

R. : Niente, non farebbe niente. Sono faccende interne. Credo che anche
a loro converrebbe che si facesse un po' d'ordine qui: confiscare le
armi, creare uno Stato stabile...

D. : Ma dopo un colpo di Stato, gli americani rimarrebbero lo stesso
nel Kosovo?

R. : Eh, vedi... questo lo avevo scritto e l'hanno anche
pubblicato... l'Esercito per prima cosa dovrebbe prendere il potere,
disarmare le formazioni, sciogliere i partiti. Indire un referendum in
Serbia e Montenegro: "siete per uno Stato oppure no?"... E dovrebbe
governare per un periodo. Questo lo puo' fare perche' ha quadri
qualificati, che hanno studiato... E, cosa ancor piu' importante,
l'Esercito e' onesto, non ci sono profittatori, non c'e' criminalita'...
L'opposizione ha dimostrato che dove va al potere sguazza nel crimine,
ed ha dimostrato di non essere capace di governare. Bisogna smontare
tutto questo, organizzare
partiti con programmi nell'interesse del popolo lavoratore... Ieri il
generale Ojdanic, il nuovo ministro alla Difesa, mio compaesano,
sicuramente come reazione al mio invito all'Esercito, ieri alla riunione
del Governo federale, dedicata all'Anniversario dell'aggressione NATO,
ha duramente attaccato i comunisti, dicendo che i comunisti sono i
maggiori responsabili. E' la prima volta che qualcuno dal Governo
attacca cosi' aspramente i comunisti. I comunisti sarebbero colpevoli
per quello che e' successo nel
Kosovo... Lui pensa sicuramente alla Costituzione del l974. Chi gli ha
dato il segnale verde perche' si possa esprimere cosi'? Perche' lo ha
fatto, non lo so... Non ho il testo, sicuramente lo hanno pubblicato su
"Politika". Gli avrei risposto: ma chi vuole accusare? Non era
comunista anche lui, all'epoca, e persino con alte funzioni nel
Kosmet?!... Voglio dirti, nulla di buono si prospetta per noi comunisti.
Siamo stati gli unici a giudicare questa (del 1999) come una guerra
persa. Non perche' non avremmo potuto condurla e vincerla, ma perche'
abbiamo scelto una strategia completamente sbagliata, perche' gli ordini
venivano dal Governo e non dallo Stato maggiore. E il Governo era
incapace a condurla. L'Esercito e' bene addestrato, poteva catturare,
per esempio, ben piu' di tre soldati stranieri, poteva catturarne 3000,
e tenerli come ostaggi, e poi trattare... Allora potremmo parlare con la
NATO... Voglio dire, noi abbiamo arrecato poche vittime alla NATO.
Guarda la piccola Cecenia quante vittime ha arrecato ai russi! Eh mio
Ivan...

D. : Si ma i russi hanno fronteggiato i ceceni a terra...

R. : Anche noi dovevamo resistere.

D. : Ma gli americani bombardavano!

R. : Anche i russi avevano iniziato cosi' con Grozny. Bombardavano e
basta, e non sono riusciti a vincerli. Perche' i ceceni mica danzavano e
cantavano sulle piazze: si sono nascosti nei rifugi, negli scantinati.
Tu puoi colpire quanto vuoi, ma non gli puoi fare niente... Con i
bombardamenti non si conquista nessuna citta'.

D. : Si, ma i russi non bombardavano mica cosi'...

R. : Chi, i russi? Ma se hanno un'aviazione migliore di quella
americana!... Voglio dire, una piccola Cecenia ha fatto piu' resistenza,
ha inflitto piu' perdite ad una grande potenza di quanto siamo riusciti
a fare noi.
[Nel precedente viaggio a Belgrado, durante i bombardamenti NATO,
Mirkovic apostrofo' la visita dei russi con le seguenti parole : "Ma che
cosa vengono a darci pacche sulle spalle, a cantare sui ponti! Ci
dessero una batteria antiaerea, che ce la sbrighiamo da soli con gli
americani!"]
Noi abbiamo abbattuto due aerei e nemmeno siamo stati capaci di
catturarne i piloti! Mentre addesso per ricominciare qualcosa nel
Kosmet, qualche azione, perche' se la dessero a gambe, per cosi' dire...
niente. Noi scriviamo soltanto comunicazioni, ci appelliamo alle
risoluzioni... Loro devono andarsene, il loro termine scadra'...
Al diavolo!... Loro stanno li' solo per prolungare la permanenza...

D. : Questo e' poco ma sicuro. Lo sappiamo tutti che cercano di creare
caos, e pretesti...

R. : Ivan, sai cosa diceva il generale Pavkovic? "Perché non scendete
un po giu', cosi' ci guardiamo negli occhi, per combattere?"... Eccoli,
sono scesi!

D. : Dove?

R. : Li', nel Kosovo. Vai ora a guardarli negli occhi... Sai cosa hanno
scritto i serbi al generale Pavkovic? [risatina] "Si sono ritirati,
vieni ti aspettiamo..."

D. : Mah, non lo so, secondo questa risoluzione dovrebbero rientrare...

R. : Ivan, niente di tutto questo. Anche questo che state facendo
voi, purtroppo... E' un bel gesto, un sostegno morale, ma la NATO cosi'
non si vince. Essa riconosce soltanto una cosa, la forza. Ora nel Kosmet
lavorerebbero meglio un gruppo di buoni cecchini che tutta la nostra
diplomazia messa insieme, e tutta questa schiera di nostri merdosi
politici con, non so quanti, l60 giornali... Ogni giorno qualcuno scrive
del Kosmet, protesta... Credo che quel Kouchner, per quanto hanno
scritto contro di lui potrebbe al massimo andargli di traverso qualcosa
mentre mangia... Invece se ci fosse un solo cecchino, voglio proprio
vedere se in Kosmet ci verrebbe qualcun'altro al posto di Kouchner!...

D. : Per quanto riguarda la Cecenia, hanno ragione i russi ad attaccare?

R. : Certo che si. E' la loro terra, e devono farlo. Questo dovevamo
fare anche noi con i terroristi. Perche' non tutti gli albanesi sono
andati nelle file dell'UCK, ce ne erano pochi, loro lo sanno
benissimo... Questo dovevamo farlo, fermare i terroristi in tempo. Ma
loro adducevano ragioni politiche, che sono piccoli gruppi, che la
polizia (ti ricordi?) li aveva annientati...

D. : Si, ma Milosevic diceva: se la NATO ci attacchera', noi
distruggeremo l'UCK. Qualcosa di questo c'e' stato effettivamente. Ma i
terroristi sono ritornati quando l'Esercito si e' dovuto ritirare,
secondo gli accordi di Kumanovo.

R. : Niente si e' risolto... Innanzitutto quando potevano farlo...

D. : Ma avevano cacciato l'UCK dal loro quartier generale!

R. : Macche', se li avessero cacciati essi sarebbero chissa' dove ora.

D. : Stevan, anche tu sei pessimista?

R. : E che vuoi che non sia pessimista, con questa equipe di politici
al governo... Poi questa opposizione, dio ci guardi che non ci vengano a
governare loro! Allora si che stiamo freschi! Dicono: "cambiamenti,
cambiamenti", e pensano solo ai loro cambiamenti personali... Se questi
al governo se ne vanno per dar spazio a loro... a continuare a derubare
gli operai, privatizzare ulteriormente, e mettersi semplicemente sotto
l'ombrello della NATO...

D. : Mi viene in mente di una volta che guardavo la TV croata, quando
arrivo' una telefonata in un dibattito con la cosiddetta opposizione a
Tudjman: "Ma se vince l'opposizione, la rapina continuerà?" La risposta
e' stata: "Non si continuera' a rubare, innanzitutto perche' non c'e'
rimasto piu' niente da rubare".

R. : Ecco vedi, Racan [il nuovo premier croato] ha già
incominciato... Dice: "Ma perché ci hanno fatto questo"? Si lamenta
perche' il Tribunale dell'Aia ha condannato Tihomir Blaskic a 45 anni.
"Perche' lo hanno condannato proprio ora?"... Mentre nella campagna
elettorale prometteva, lui come Mesic, che "tutti gli accusati per i
crimini saranno consegnati al Tribunale dell' Aia", ora vorrebbe tirarlo
fuori, perche' non sconti la pena all'Aia ma in Croazia...

D. : Ho sentito da alcune voci che non scontera' la pena, ma verra'
riciclato dagli americani per usarlo, quale ex stratega militare
dell'Armata popolare di Tito.

R. : Chi?

D. : Tihomir Blaskic.

R. : Sconterà la pena!

D. : Pensi davvero, la sconterà in carcere?

R. : Certo! Devono avere qualche alibi. Ora e' il turno dei serbi, quel
Talic... Se quello e' stato condannato a 45 anni, a questo gliene
daranno 90.

D. : Chi e' Talic?

R. : Era comandante a Banja Luka, credo che fosse anche capo del
Quartier generale della Republika Srpska di Bosnia.

D. : E' un criminale?

R. : Come no! Era generale di Mladic.

D. : Ma ritieni anche Mladic un criminale? Non e' stato innanzitutto un
militare?

R. : Si, e' un militare. Era comandante dell'Esercito della Republika
Srpska, ma ha commesso anche crimini.

D.: Ritieni che sia stato giustamente incriminato?

R. : Sai, ti diro'... Io sono contrario al Tribunale dell'Aia. Ora
questo Tribunale ha dimostrato la propria faccia. Quando c'e' stata
quella inchiesta, quando la NATO ha bombardato e commesso crimini, hanno
subito concluso che non erano stati commessi crimini!

D. : Ah, si, la signora Carla del Ponte...

R. : E una vera vergogna! Questa sarebbe la democrazia occidentale?!
Significa: quando uccidono loro, non sono crimini, ma quando uccidiamo
noi balcanici, allora lo sono... Non puo' esserci un crimine piu' grande
di quello che hanno commesso loro contro di noi, distruggendo tutto e
tutti.

D. : Si, Milosevic e' stato soltanto un pretesto...

R. : Non lo so, non e' che ti posso dire molto... io penso alla stima
che una volta (gli occidentali) avevano per l'esercito serbo e per i
combattenti serbi... Sin dalla prima insurrezione serba [contro gli
Ottomani], e fino ad ora, con gli ultimi avvenimenti, con i
combattimenti in Croazia e in Bosnia. Niente e' rimasto di questo onore
militare e coraggio. Soltanto vigliaccheria, ritirata... E quelli che ci
bastonano - tutti ci bastonano!... - tutto questo dipende dall'Esercito.
Quando un comandante e' un vigliacco!...
Si e' nascosto lui, la moglie, la figlia, il figlio non e' andato in
guerra... Lui [Milosevic] non si e' fatto vedere da nessuna parte
durante la guerra. Non e' andato a trovare nessuna unita'! Pensa che
razza di Comandante supremo e' questo! [Come Presidente della
Repubblica, Milosevic e' istituzionalmente capo delle FFAA]

D. : Ha decorato i militari...

R. : Ma lascia perdere!!! Li ha decorati per la ritirata!...
Ma la cosa piu' significativa e' la classe operaia, che e' rimasta
completamente passiva. E' stata manipolata, "imbevuta" di nazionalismo.
Non ha un suo partito, penso ad un partito forte che la sproni, che le
ricordi quello che e' stata una volta.

D. : ...Ha segnato Stankovic? [riferendosi alla partita in TV]

R. : No, no, è uno spot pubblicitario. Si riferisce ad un'altra
partita... [ridendo] Questi stanno piu' a terra che a correre... appena
uno si alza l'altro gli fa lo sgambetto [riferendosi al derby Roma -
Lazio].

D. : Dunque non si prospetta niente di buono?

R. : Niente di buono fintantoche' il contadino, il lavoratore non
si desta, non si istruisce, non va all'azione... In tutto quello che sta
facendo l'opposizione, ma anche il Partito socialista, da nessuna parte
ci sono i lavoratori, a meno che non vengano portati con il pulmann, non
venga dato loro un panino, pagata la giornata, e intimato di andare a
manifestare. Secondo me il lavoratore ride di tutto questo.

D. : Passiamo ad un altro argomento: riallacciandoci alla guerra in
Corea...

R. : Li' non sono riusciti a far niente [riferendosi agli americani].
Dovettero inviare l'Esercito a terra, e allora i coreani li hanno
aspettati e ricacciati fino al mare. Sono riusciti a bombardare qualche
ponte... McArthur era all'epoca il Comandante in capo e chiedeva
all'allora Presidente americano... non mi viene ora
il suo nome... che venisse lanciata la bomba atomica, caspita! Non hanno
potuto fare niente. Anche i cinesi spontaneamente sono venuti
loro in aiuto, e con che forza!
La Corea del Nord è uno Stato di tutto rispetto. Qui in Serbia non
c'è nessun politico di opposizione, eccetto l'SPO, che non cerchi ogni
occasione per screditare la Corea del Nord dicendo che "noi siamo al
livello della Corea, noi siamo come la Corea del Nord"...
Io ho mandato uno scritto ma la Tanjug non l'ha voluto pubblicare
perche' ho detto che quando si parla della Corea del Nord sarebbe meglio
tacere. Come prima cosa, la Corea del Nord dal punto di vista
industriale e tecnologico e' di gran lunga superiore a noi. Noi possiamo
solo correre loro dietro per cercare di raggiungerli. Poi ho scritto che
anni fa hanno lanciato un satellite artificiale e questo puo' farlo solo
un paese dotato di tecnologia avanzata. Inoltre essa ha lanciato il
missile che ha sorvolato il Giappone, hanno dovuto lanciarlo oltre
perche' cadesse in mare. Pensa un po', un paese con un missile simile, e
noi vogliamo paragonarci a loro e criticarli?!
Il partito di Vukcevic (Partito Operaio) tenta di fare una coalizione di
partiti di orientamento comunista. All'assemblea [di cui si accennava
all'inizio dell'intervista] hanno partecipato pochissime persone. Sono
venuti anche due leaders del C.C. del grande partito della Corea del
Nord. Giorni fa e' venuto da me Cho, uno di questi, l'ho visto molto
abbattuto a causa dell'insuccesso di quell'assemblea. Mi ha chiesto se
avrei accettato di organizzare insieme, qui a Belgrado, la
manifestazione per l'88esimo anniversario dalla nascita di Kim Il Sung,
ora in aprile, una serata con programma culturale. Ci ho pensato un po'
e gli ho detto "va bene", ho accettato giacche' esercito anche io
qualche influenza... E ci sono riuscito, qui da me ho fatto la riunione.
Guarda chi e' venuto: Velickovic, Branko Lozo della LCJ, poi
Miladinovic, poi qualcuno del Movimento operaio di Kragujevac, per il PC
della Jugoslavia c'è stato R. Boskovic, recentemente scomparso; era
presente poi il Centro Josip Broz "Tito" di Subotica, ed abbiamo
organizzato un comitato per la preparazione di questa manifestazione.
Prima ho voluto sapere il numero di persone di cui ognuno di loro
avrebbe assicurato la partecipazione, e sommando si e' arrivati a circa
duecento. Adesso sto lavorando su questo.
L'assemblea si terra' il 7 aprile nel Circolo culturale "Rasevic", nel
centro di Belgrado. Sto preparando un discorso di circa mezz'ora su Kim
Il Sung, quindi seguira' un programma culturale. E' anche un gesto di
solidarieta' alla Corea del Nord, anche loro si trovano in una grave
situazione, anche loro sono bloccati dalla NATO...


Cosi' e' terminata questa amichevole conversazione con il compagno
Mirkovic, a causa del poco tempo a nostra disposizione ma anche per la
fine del nastro. In seguito abbiamo sentito Mirkovic il quale,
nonostante un breve ricovero in ospedale per un'ulcera pochi giorni dopo
l'intervista, ci ha detto di aver partecipato alla iniziativa per la
Corea, che e' andata molto bene.



--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------

* BARI 4 MAGGIO: DIBATTITO PUBBLICO SULLA JUGOSLAVIA
* 13 MAGGIO: GIORNATA INTERNAZIONALE PER MUMIA ABU JAMAL
* RAVENNA 15 MAGGIO: "LE GUERRE ETERNE"
* BELGIO: LEGA ANTIIMPERIALISTA
* "IL METALLO DEL DISONORE" - DUE EDIZIONI IN ITALIANO!


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BARI

>
> Most za Beograd - Un ponte per Belgrado in terra di Bari
>
> Associazione culturale di solidarietà con la popolazione jugoslava
>
> via M. Cristina di Savoia 40, BARI
>
> tel/fax 0805562663 e-mail: ponte@... sito Web:
> www.isf.it/ponte codice fiscale 93242490725
>
> -----
>
> A un anno di distanza dalla ?guerra umanitaria? della NATO, che ha
> provocato migliaia di morti tra i civili e distrutto ponti e ospedali,
> fabbriche e scuole, emittenti televisive e centrali elettriche,
> minando le possibilità di sopravvivenza dei 10 milioni di abitanti
> della Repubblica Federativa Jugoslava
>
> torniamo a discuterne cause, poste in gioco e conseguenze intorno a un
> libro a più voci, La Serbia, la guerra e l?Europa (Jaca Book, 1999)
> scritto da intellettuali serbi e italiani sotto il fuoco dei
> bombardamenti
>
>
>
> per interrogarsi, per ascoltare, per ricordare
>
>
>
> giovedì 4 maggio
>
> ore 19.00
>
> presso la Biblioteca Provinciale ?De Gemmis?
>
> via De Rossi 226 Bari
>
>
>
> Intervengono
>
>
>
> Niksa Stipcevic, curatore del libro, docente di Letteratura italiana
> presso l?Università di Belgrado e membro dell?Accademia Serba delle
> Scienze e delle Arti
>
>
>
> Nico Perrone, docente di Storia contemporanea presso la facoltà di
> Scienze Politiche dell?Università di Bari
>
>
>
> don Rocco d?Ambrosio, direttore dell?ufficio Problemi Sociali della
> diocesi di Bari
>
>
>
> Augusto Ponzio, docente di Filosofia del Linguaggio presso la Facoltà
> di Lingue e Letterature straniere dell?Università di Bari
>
>
>
> Francesco Saverio Perillo, docente di lingua e letteratura
> serbo-croata e preside della Facoltà di Lingue dell?Università di Bari
>
>
>
> Nicola Cufaro Petroni, Dipartimento di Fisica all?Università di Bari e
> membro del Centro Interdipartimentale Ricerche sulla pace
> dell?Università di Bari
>
>
>
> padre Gerardo Cioffari, direttore del Centro Studi Nicolaiani,
> ricercatore di slavistica e autore di studi sui rapporti tra Serbia,
> Puglia e la basilica di San Nicola
>
>
>
> coordina Andrea Catone, dell?Associazione Most za Beograd, Un ponte
> per Belgrado in terra di Bari
>

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Mumia Abu-Jamal News 31 [Edizione Speciale]
Info * Comunicati * Articoli * Iniziative * Dibattito
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Nell'ambito della campagna per Mumia Abu-Jamal e' stata convocata una
importante giornata di mobilitazione internazionale per Sabato 13
Maggio.
La convocazione e' partita dagli USA, dal National Coordinators of
Mumia's
Defense e da centinaia di gruppi di sostegno a Mumia.
In questi giorni la proposta viene ripresa da sempre piu' situazioni a
livello internazionale.
I comitati italiani a sostegno di Mumia Abu-Jamal, riuniti in assemblea
a
Firenze il 15 aprile, hanno deciso di fare propria la proposta e di
lanciare
quante piu' iniziative possibili in Italia per il 13 maggio e nei giorni
seguenti.
E' importante che in ogni iniziativa organizzata per il 13 maggio, in
ogni
parte del mondo, sia visibile la dimensione internazionale di questa
campagna; sia visibile che in tutto il mondo in questi giorni si stanno
svolgendo iniziative per salvare Mumia Abu-Jamal; che le situazioni che
lottano in tutto il mondo hanno individuato in Mumia Abu-Jamal un
simbolo
importante della loro lotta, che siamo tutti estremamente determinati a
strapparlo dal braccio della morte.
Per questo come comitati italiani Per Mumia abbiamo preparato un breve
testo
per il 13 maggio, e lanciamo la proposta, a tutti i gruppi che
svolgeranno
iniziative in ogni parte del mondo in questa data, di firmarlo assieme e
di
distribuirlo nelle iniziative (accanto ai propri materiali), perche' sia
visibile lo spessore internazionale di questa mobilitazione, perche' in
ogni
iniziativa, per quanto modesta, sia presente tutto il peso di centinaia
di
iniziative che si svolgono contemporaneamente in ogni angolo del mondo.
Le adesioni e firme a questo testo vanno inviate, possibilmente entro i
primi di maggio, a: lista@... specificando città e/o stato
del
vostro gruppo.
Sarete aggiornati su tutte le adesioni che arriveranno. Sarà possibile
seguire i continui aggiornamenti anche via web collegandosi a:
www.jericho-italia.com/mumia/13th-of-may/index.htm

Download della Convocazione in formato Pdf e Rtf:
versione in italiano:
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versione in inglese:
· www.jericho-italia.com/mumia/13th-of-may/en-version-pdf.zip
· www.jericho-italia.com/mumia/13th-of-may/en-version-rtf.zip
versione in francese:
· www.jericho-italia.com/mumia/13th-of-may/fr-version-pdf.zip
· www.jericho-italia.com/mumia/13th-of-may/fr-version-rtf.zip
versione in castigliano:
· www.jericho-italia.com/mumia/13th-of-may/ca-version-pdf.zip
· www.jericho-italia.com/mumia/13th-of-may/ca-version-rtf.zip


Questo e' il testo che proponiamo di firmare assieme:

13 MAGGIO 2000: GIORNATA INTERNAZIONALE PER MUMIA ABU-JAMAL,
LA VOCE DEI SENZA VOCE

Giornalista e rivoluzionario afro-americano, Mumia Abu-Jamal e' stato
condannato a morte quale obiettivo dichiarato del governo USA e
dell'FBI,
attraverso la vasta campagna di annientamento di tutte le forme di
opposizione radicale negli USA denominata COINTELPRO.
Accusato di un omicidio che non ha commesso, Mumia e' da sempre
perseguitato
a causa della sua militanza in favore degli oppressi nel mondo; a causa
della sua attività giornalistica di denuncia delle ingiustizie,
continuata
anche dal braccio della morte, e che gli e' valsa il soprannome di "la
voce
dei senza voce"; a causa del suo sostegno ai prigionieri politici e di
guerra. Viene perseguitato perche' 19 anni di braccio della morte non
hanno
piegato la sua attivita' rivoluzionaria, che prosegue ancora oggi dal
super-carcere SCI Greene di Waynesburg, nello Stato della Pennsylvania.

La battaglia per la vita di Mumia rappresenta oggi la lotta contro la
pena
di morte razzista e classista, che colpisce negli USA soprattutto gli
afro-americani e gli ispanici, e chiunque non abbia abbastanza soldi per
pagarsi una buona difesa legale; rappresenta la lotta per la liberta' di
tutti i prigionieri politici e di guerra, come lui incarcerati per il
loro
impegno contro la poverta' e lo sfruttamento determinati dal "nuovo
'ordine'
mondiale", dal Fondo Monetario Internazionale, dalla Banca Mondiale,
dall'
Organizzazione Mondiale del Commercio.
Mumia Abu-Jamal rappresenta oggi la linea di demarcazione fra quello che
il
governo degli USA puo' fare e quello che non puo' fare nei confronti di
chi
lotta, di chi e' o sara' prigioniero; il caso di Mumia decide se la pena
di
morte potra' o non potra' essere usata come minaccia politica pendente
sul
capo di tutti noi e sulle nostre lotte.

La battaglia per salvare la vita di Mumia Abu-Jamal e' entrata in queste
settimane nella sua fase piu' critica: il giudice William Yohn deve
infatti
decidere se decretare un nuovo processo per Mumia oppure offrire a Tom
Ridge, governatore della Pennsilvanya, l'attesa opportunita' di firmare
una
nuova data per l'esecuzione, come successe nel 1995.
In quell'occasione solo una fortissima mobilitazione internazionale e di
massa, unita agli sforzi della difesa, ha potuto determinare la
sospensione
dell'esecuzione, aprendo un nuovo spiraglio legale attorno al caso di
Mumia.
Dopo questa vittoria la campagna internazionale per Mumia Abu-Jamal ha
continuato ad estendersi, ed e' oggi ad un altro momento cruciale.

Il 13 maggio in tutto il mondo centinaia di gruppi, comitati,
associazioni,
organizzazioni, scendono nelle strade per strappare Mumia Abu-Jamal
dalle
mani del boia, per difendere il suo e il nostro diritto a scrivere, a
leggere, a comunicare, a socializzare, a esprimere opposizione radicale
alle
regole assassine del "nuovo 'ordine' mondiale".
I dannati della terra reclamano il diritto a combattere con ogni mezzo
necessario il sistema che regge le fondamenta di questo impero
oppressivo.
Prendiamoci questo diritto!

- PER UN NUOVO PROCESSO PER MUMIA ABU-JAMAL
- LIBERTA' PER MUMIA E PER I PRIGIONIERI POLITICI E DI GUERRA
- ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE RAZZISTA E CLASSISTA
- CONTRO LA BRUTALITA' DELLA POLIZIA
- NO AL COMPLESSO INDUSTRIALE CARCERARIO


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RAVENNA

15 maggio - ore 21 - villaggio del Fanciullo - via 55 Martiri - Ravenna

le GUERRE ETERNE

PARLEREMO DI GUERRA, EMBARGHI E LORO CONSEGUENZE

proiezione dei filmati:
IRAQ: GENOCIDIO nell'EDEN di FULVIO GRIMALDI
BOMBE sulle INDUSTRIE CHIMICHE di SASCHA ADAMEK

promuovono
COMITATO CONTO la GUERRA e la NATO
COORDINAMENTO ROMAGNOLO CONTRO la GUERRA e la NATO



USA - NATO - EUROPA
IN JUGOSLAVIA COME IN IRAQ AFFAMANO POPOLI, LI SOMMERGONO CON BOMBE,
MINE,
PROIETTILI RADIOATTIVI.

PROVOCANO DISASTRI AMBIENTALI DI DIMENSIONI IMMENSE COLPENDO FABBRICHE
CHIMICHE E CENTRALI NUCLEARI CONDANNANDO, COSI', MILIONI DI PERSONE AL
DISAGIO, ALLE MALATTIE, ALLA MORTE.

TRASFORMANO IL TERRITORIO IN UNA PORTAEREI E I MARI IN DISCARICHE.

UCCIDONO UMANITA' PER SALVARE MERCATI.

FANNO DESERTI E LI CHIAMANO PACE E DEMOCRAZIA.

---

LEGA ANTIIMPERIALISTA DEL BELGIO

Madame, Monsieur,

Par cet envoie, nous voulons vous présenter un paquet d'nformation et
d'action du groupe de travail `Paix' de la Ligue Anti-Impérialiste de
Belgique.

Le but de cette présentation est coordonner nos efforts, si cela vous
intéresse:

de vous offrir notre matériel à des conditions raisonable

de vous inviter à nous joindre dans nos actions vers la Yougoslavie

Il s'agit en premier lieu du livre `Monopoly' du journaliste Michel
Collon, qui contient des révélations sur les médiamensonges de l'Otan
avant, pendant et après la guerre contre la Yougoslavie et donne une
analyse globale du nouveau gendarme du monde.

Michel Collon est l'auteur de `Attention médias' et `Poker Menteur'.

Il est disponible de faire une conférence ou un débat sur ce sujet.

Ensuite il y a notre projet de solidarité avec un orphelinat près de
Novi Sad. Après des actions d'urgence pendant l'hiver, notre ONG
Médecine pour le Tiers Monde a élaboré de bonnes contactes avec la
Yougoslavie. Ce projet forme un pont d'amitié entre le peuple yougoslave
et belge.

Au profit de ce projet, nous vendons un set de deux cartes postales,
avec des desseins d'enfants de l'orphelinat.

Entre le 15 juillet et le 3 août, nous organisons ensemble avec l'asbl
`Parole au jeunes' un brigade de jeunes vers la Yougoslavie. Des jeunes
vont faire du travail bénévole dans l'orphelinat, organiser des
rencontres avec des jeunes yougoslaves et faire un visite du pays.

Nous proposons de élargir ce voyage avec des délégations de différentes
pays et d'organiser pendant ces trois semaines un rencontre
international pour échanges des expériences.

Entretemps, nous sommes très intéressés d'être tenu au courant de toutes
vos initiatives de solidarité autour de la Yougoslavie et/ou la paix en
générale, afin de pouvoir rejoindre vos efforts si possible.

Amicalement,

Danny Claes

Groupe de travail `Paix'

Tél: ... 32/2/513.53.86

Fax:: ... 32/2513.98.31

Bulletin de réponse:

A renvoyer à la LAI, rue de caserne 68, B-1000 Bruxelles

Je commande ....... exemplaires du livre `Monopoly'

Prix de vente: 998 FB ou 165 FF

Prix de commande pour un à neuf exemplaires:

800 FB ou 135 FF + 90 FB ou 15 FF frais d'envoi par livre

Prix de commande pour dix exemplaires ou plus:

600 FB ou 100 FF par livre + 600 FB ou 100 FF par tranche de dix livres
frais d'envoie.

Je demande ........ exemplaires du dépliant ``Soutenez un village
d'enfants en Yougoslavie.

Je commande .......... sets de cartes postales.

Prix de ventes: 100 FB ou 16 FF

Prix de commande à partir de 5 sets: 70 BF ou 12 FF

Prix de comande à partir de 10 sets: 60 BF ou 10 FF

Nous nous inscrivons pour la brigade des jeunes avec .........
personnes.

Prix pour le voyage à partir de Bruxelles: 25.000 FB ou 4.100 FF

Pour les habitants hors Belgique, les versements pour les commandes ou
le projet peuvent se faire par un formulaire MP16 sur le compte postal:

000-1617383-05 de

Médecine pour le Tiers Monde, 68, rue de la caserne, B-1000 Bruxelles,
Belgique.

---


INTERNATIONAL ACTION CENTER

IL METALLO DEL DISONORE


Questo è un libro importante,
da conoscere e far conoscere.
Esso contiene la denuncia documentata, scientifica, militante della
guerra condotta con armi all'uranio impoverito: il nuovo tipo di guerra
totale che il Pentagono, la Nato, l'Occidente tutto hanno inaugurato
dieci anni fa sperimentandola sulle carni del
popolo irakeno, ed hanno poi gloriosamente replicato in Bosnia, in
Kosovo ed in Serbia contro i popoli jugoslavi.
Parliamo di guerra totale perché le armi all'uranio impoverito (dai
missili ai proiettili d'ogni calibro), oltre a seminare la morte
immediata con più efficacia delle armi convenzionali tradizionali, hanno
anche il "pregio" di seminare, tra le popolazioni
prese a bersaglio, la morte lenta, differita nel tempo. Tumori di ogni
genere (ai polmoni, al cervello, alla pelle, ai bronchi, alla vescica,
allo stomaco, al seno), leucemia, abbattimento permanente di tutte le
difese immunitarie (un effetto simile a qu
ello che provoca l'Aids): ecco cosa sono in grado di produrre le armi
all'uranio impoverito, capaci contemporaneamente di devastare
l'esistenza delle future generazioni con l'enorme aumento di terribili
alterazioni congenite nei nuovi nati ed un'altrettan
to micidiale caduta della fertilità e della funzionalità sessuale. E non
è finita. Infatti, i bombardamenti all'uranio impoverito hanno un altro
gravissimo effetto letale: contaminare per milioni e milioni di anni
(arrestatevi per un istante a riflettere
su questo "particolare" tempo) la terra, l'acqua, l'intero ambiente
naturale dell'uomo. Si tratta, insomma, della perfetta fusione tra la
guerra nucleare, chimica e biologica, alla faccia dell'infinità di
convenzioni e risoluzioni internazionali che "mett
ono al bando" le armi di distruzione di massa…
Ecco perché si deve chiamare con la massima energia tutti coloro che si
sentono bollire il sangue dinanzi ad un simile crimine a mobilitarsi, a
lottare per porre fine ad esso, e -tanto per incominciare- a raccogliere
e a diffondere sulla più larga scala
possibile questa denuncia. (Lire.15.000)

PRESENTAZIONE PUBBLICA

del libro

Il metallo del disonore:
l'uranio impoverito

dell'International Action Center


Una documentazione scientifica e militante sull'uso e gli effetti
dell'uranio impoverito dall'estrazione, alla lavorazione fino
all'utilizzo civile e militare nelle ultime guerre di aggressione contro
i popoli irakeno e jugoslavi.

Martedì 18 Aprile alle ore 20,30
presso la Sala del Municipio di Mestre
via Palazzo, 1

Centro di Documentazione sul Movimento Operaio
Wilhelm Wolff


Per informazioni: Centro di Documentazione Wilhelm Wolff
Piazzale Radaelli n.3 Marghera (Tel/fax:041-930490)


[NOTA:
CI SCUSIAMO PER IL RITARDO DI QUESTA SEGNALAZIONE,
CHE DIFFONDIAMO QUANDO L'INIZIATIVA E' STATA GIA' SVOLTA.

COGLIAMO L'OCCASIONE PER SEGNALARE ANCHE CHE UN'ALTRA
EDIZIONE ITALIANA DELLO STESSO LIBRO, MA PRIVA DI
DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA, E' NELLE LIBRERIE:

International Action Center
IL METALLO DEL DISONORE
Che cos'e' l'uranio impoverito
Asterios Editore, Trieste 1999, lire 39000 ]


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------

CIVILTA' OCCIDENTALE


"La civilta' occidentale? Potrebbe essere una buona idea."

Mahatma Ghandi


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------

* Traduttori con l'elmetto ("Liberazione")
* Come vendere un conflitto (G. Poole)
* Militari esperti in guerra psicologica lavorano alla CNN (varie fonti)


---

TRADUTTORI CON L'ELMETTO

La seguente lettera e' stata pubblicata su "Liberazione"
del 31/3/2000:

<< Sono una albanese residente in Italia pienamente d'accordo con gli
articoli pubblicati su "Liberazione" di domenica 19 (marzo n.d.r) sulla
cattiva informazione della stampa e della televisione nel corso della
guerra in Jugoslavia.
Come rappresentante albanese ho partecipato a numerosi convegni contro
la guerra organizzati a Napoli da Rifondazione e svariate associazioni
culturali.
Ho denunciato la manipolazione dell'informazione e, in particolare, il
fatto che le traduzioni delle interviste erano spesso travisate.
Conoscendo la lingua, comprendevo che cosa veniva domandato e risposto e
come poi veniva tradotto in italiano.
Molto spesso i numeri venivano gonfiati: per esempio, su una rete Rai,
un albanese kosovaro intervistato parlava di 4 morti che il traduttore
faceva diventare 40!
Nel corso di una trasmissione, ripresa anche da Rai3, una troupe
televisiva si recava a intervistare gli albanesi kosovari scortata da
militari dell'Uck. Uno di questi, prima che iniziasse l'intervista,
avviso' gli altri di di "non parlare troppo", questa frase non fu
tradotta.
In un'altra intevista, fu posta a una kosovara la domanda : "Sei
d'accordo con i bombardamenti Nato?".
Subito dopo aver tradotto in albanese la domanda, l'interprete suggeri'
a bassa voce: "Di' di si', di' di si'". >>

Ardiana Shlaku, Napoli

---

COME VENDERE UN CONFLITTO -
L'INGANNO DELLE "RELAZIONI PUBBLICHE"
di Gordon Poole
(distribuito a cura della sezione italiana del Tribunale "Clark")

Tutti i teorici della guerra di bassa intensità, a partire dai
futurologi
Alvin e Heidi Toffler - il primo è consulente del Pentagono da molti
anni
- teorizzano la necessità di dominare, durante la fase calda del
conflitto, i mezzi di comunicazione di mas sa del proprio paese.[1] La
militarizzazione di questi ultimi dev'essere completa e capillare, sì da
evitare non solo quella "invadenza" dei giornalisti che"guastò" la
Guerra
del Vietnam, contribuendo a suscitare una rivolta in patria e sullo
stesso
campo di battaglia, ma anche "scomode" presenze nei posti sbagliati,
come
fu quella di Peter Arnett a Baghdad che si permise di intervistare
Saddam
Hussein, dando la parola a colui che veniva presentato al pubblico
ufficialmente, quanto inverosimilmente, come un "Hitler".

Gli stessi teorici, e anche qui i Toffler sono espliciti, limitano
questa
militarizzazione dei mezzi di comunicazione di massa al periodo di
conflitto intenso, durante il quale si può, anzi si deve, raccontare al
pubblico qualsiasi fandonia per giustifica re la guerra, purché si sia
in
gradodi renderla credibile, di farla passare. Le notizie, quindi, in
barba
alla deontologia tradizionale del giornalismo, in cui qualche raro
giornalista mostra ancora di credere (sino a rimetterci il posto), non
si
misurano con il metro della realtà, della verità - un'obiettività in cui
i
teorici del pensiero debole non credono - ma con quella della
credibilità
e della funzionalità agli intenti politici del governo e alla conduzione
della guerra. Dopo, cessato il periodo di militarizzazione, ai media
può
venire restituita la funzione ormai abituale di imbonitori di
sciocchezze
e volgarità "di bassa intensità". E' sorprendente poi come vengono
fuori,
soprattutto sui giornali o attraverso Internet, delle verità che durante
il conflitto non potevano emergere. In particolare, una serie di
menzogne
che i media stessi si erano ingegnati di trasmettere ad un pubblico
credulone vengono via via smascherate dagli stessi giornalisti che le
avevano comunicate al momento opportuno, o anche dalle stesse agenzie di
relazionipubbliche che le avevano inventate. Anche questa fase è
prevista
dai teorici dell'uso dei media: Toffler, in particolare, è esplicito nel
distinguere tra notizie calde e fredde. Lo smascheramento di un'utile
bugia in un secondo momento è sempre una notizia fredda. Serve, semmai,
paradossalm ente a dare l'impressione di una certa obiettività
giornalistica, come se i mezzi di comunicazione di massa fossero più
porosi, meno murati di quanto non siano. Ormai, cessati i bombardamenti
in Jugoslavia, piano piano sono emerse una serie di verità - notizie
fredde - che smantellano tutte le principali accuse mosse a suo tempo
contro il governo jugoslavo di Milosevic. Non ci fu la pulizia etnica
contro gli alba nesi nel Kosovo (è di questi giorni la smentita
autorevole
del generale di brigata tedesco a riposo, Heinz Loquai, della cosiddetta
"Operazione ferro da cavallo"), né gli stupri etnici, né i massacri di
civili, né le fosse comuni. L'operazione "Arcobaleno " era
ideologicamente
e legalmente corrotta, un atto di belligeranza, un attentato alla buona
fede e alla generosità del popolo italiano. Tutte notizie fredde. Ora
Jamie Shea, il portavoce NATO durante la Guerra di Kosovo, con una
franchezza che può sorprendere, ha fatto delle rivelazioni sui 78 giorni
del suo successo mediatico. In un discorso tenuto recentemente a Berna,
Svizzera, davanti ad un gruppo di impor tanti uomini d'affari dal titolo
"Vendere un conflitto - la massima sfida delle 'relazioni pubbliche'",
Shea ha detto tra l'altro: "Bisogna conquistare l'opinione pubblica, e
non
è una cosa semplice quando stai violando la sovranità di uno stato". I
"dann i collaterali" - l'eufemismo propagandistico per indicare le
sofferenze inflitte ai civili, oggetto di leggi e convenzioni nazionali
ed
internazionali - rischiavano di far perdere alla NATO il favore del
pubblico. A questo pericolo Shea riuscì abilmente a fare fronte con le
immagini dei profughi trasmessi da tutti i canali TV.

Con l'inveterato disprezzo per il pubblico "fesso" tipico di tutti gli
imbroglioni, Shea ha detto che la gente adora le telenovela quotidiane
con
buoni protagonisti, ed è quello che lui le ha fornito. La sua bravura
nel
farlo sarebbe comprovato, secondo l ui, dal fatto che la gente ancora lo
riconosce ovunque va. Shea, la star dei media, si è anche vantato di
essere stato incluso da una rivista popolare in un elenco dei "dieci
uomini più sexy del mondo". Se di tanto in tanto appariva l'immagine di
Milosevi c, filtrata e abilmente contestualizzata, essa risultava
cattiva,
decisamente non sexy. L'ex-portavoce della NATO ha raccontato anche che
le sue quotidiane conferenze stampa TV costituivano una grossa sfida. Il
suo compito era di passare la massima quantità di dettagli possibile -
dal
video della cabina di pilotaggio di un aereo da bombardam ento
all'angolo
di impatto di un missile - senza commettere errori, per non perdere di
"credibilità" - termine al quale egli conferisce chiaramente un
significato peculiare. Quello che rendeva il suo compito ancora più una
sfida era il fatto che le conferenze stampa teletrasmesse dovevano
tenersi
anche quando c'era una pausa nei bombardamenti a causa del cattivo
tempo.
Shea, che è britannico, ha paragonato questo problema ad una partita di
cricket quando piove - il cronista sportivo deve continuare a commentare
la partita sebbene sul campo di gioco non stia succedendo niente. Egli
usava queste "interruzioni" per spiegare ancora una volta chi erano i
buoni e chi erano i cattivi.

Secondo Shea, un principio importante è: "Se non hai una storia,
fabbrichi una storia". Per esempio, in una giornata lenta, Shea ha
organizzato la visita delle mogli di Clinton e Blair in un campo
profughi,
ricavando immaginiutilizzate con piacere dalla CNN. Inoltre Shea ha
evitato che un incontro dei ministri avesse luogo in contemporanea ad
una
conferenza stampa della NATO, per non distrarre l'attenzione dei media e
massimizzare l'effetto sul pubblico. Al 78° giorno, quando sono cessati
i
bombardamenti, la NATO ha vinto la guerra, non 5 a 0, secondo Shea, ma 4
a
2. "E come Rocky II: conta soltanto il risultato. Dopo gli errori sono
senza importanza." Nel suo discorso - come hanno notato i giornalisti
del
"Neue Zürcher Zeitung" - Shea non ha parlato delle vittime della guerra

dei problemi attuali nel Kosovo.


fonte: "Neue Zürcher Zeitung" (Svizzera), 30/3/2000

[1] Il libro Guerra e anti-guerra dei Toffler è stato discusso su "G&P",
n. 24 (novembre 1995).

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STOP NATO: NO PASARAN! - HTTP://WWW.STOPNATO.HOME-PAGE.ORG


WASHINGTON, US, April 12, 2000 (Guardian)

Two leading US news channels have admitted that they allowed
psychological operations officers from the military to work as
placement interns at their headquarters during the Kosovo war. Cable
Network News (CNN) and National Public Radio, (NPR) denied that the
"psy-ops" officers influenced news coverage and said the internships
had been stopped as soon as senior managers found out.

CNN hosted five psy-ops officers as temporary, unpaid workers
last year, while NPR took three, all from the army's 4th
Psychological Operations Group, based at Fort Bragg, North Carolina.
The army's psychological operations are prohibited by law from
manipulating the US media.

After the existence of the CNN internship programme was
published in the Dutch newspaper, Trouw, the network immediately
cancelled it.

For its part, the army said the programme was only intended to
give young army media specialists some experience of how the news
industry functioned. The interns were restricted to mainly menial
tasks such as answering phones, but the fact that military propaganda
experts were even present in newsrooms as reports from the Kosovo
conflict were being broadcast has triggered a storm of criticism and
raised questions about the independence of these networks.

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[Note the reference to Emperor's New Clothes - RR]

World Socialist Web Site www.wsws.org

US psychological warfare experts worked at CNN and NPR
during Kosovo War
By Tom Bishop
18 April 2000


Cable News Network (CNN) and National Public Radio
(NPR) have acknowledged that eight members of the US
Army 4th Psychological Operations (PSYOPS) Group
served as interns in their news divisions and other
areas during the Kosovo war. PSYOPS is a highly
specialized unit of the military whose personnel are
trained in the production and dissemination of US
government propaganda, including on television and
radio programs.

According to CNN executives and military officials,
the intern program began last June and ended in March.
A total of five PSYOPS sergeants were assigned to the
network's Atlanta headquarters. These included two at
the Southeast bureau, two at CNN Radio and one at the
satellite department.

Three PSYOPS personnel also worked at the Washington
DC headquarters of NPR, a publicly-funded radio
network. They worked for periods ranging from six
weeks to four months from September 1998 through May
1999 on such programs as All Things Considered and
Morning Edition.

On March 29 top CNN officials acknowledged the
presence of the military personnel in a written reply
to the media watchdog group Fairness & Accuracy In
Reporting (FAIR), which had issued a media alert two
days before, entitled “Why were government propaganda
experts working on news at CNN?”

In her response to FAIR, Sue Binford, CNN executive
vice president for public relations, claimed that
while the interns were present “no government or
military expert has ever worked on news at CNN.” She
said that the five interns were among hundreds who
spend a few weeks at CNN and like all interns “observe
under the supervision of CNN staff and have no
influence over what CNN reports or how CNN reports
it.”

An NPR spokesperson said the interns performed minor
tasks and “had no influence on our news coverage.”

The issue was first raised in the media February 17
when the French publication Intelligence Newsletter
published a report of a military symposium held in
Arlington, Virginia early in February. At the
symposium, Colonel Christopher St. John, Commander of
PSYOPS whose 1,200 soldiers and officers are stationed
at Ft. Bragg, North Carolina, said the cooperation
between the army and CNN was a textbook example of the
kind of ties the US Army wants with the American
media.

According to the article, St. John said rather than
use outright military censorship as was done in the
Gulf War, NATO tried to use more subtle means to
regulate the flow of information where they could
spread selected information while suppressing
unfavorable information. Rear Admiral Thomas Steffens
of the US Special Operations Command (SOCOM) said at
the symposium that the military should have the
capacity to gain control over commercial news
satellites to bring an “informational cone of silence”
over areas where special operations are taking place.
(Indeed, one of the PSYOPS officers worked in CNN's
satellite division.)

Colonel Romeo Morrissey, also of SOCOM, said in his
report that NATO should have taken out the Serbian
radio station B-92. The Internet web site of B-92
became an independent source of coverage of the
bombing in Serbia for journalists looking for
information other than that presented at press
conferences held by NATO in Brussels.

The information in Intelligence Newsletter was brought
to a wider audience when it was published by the
Netherlands daily newspaper Trouw on February 21. The
magazine interviewed Major Thomas Collins of the US
Army Information Service, who acknowledged the interns
worked at CNN as part of the army's “Training With
Industry” program. Collins stated, “They worked as
regular employees of CNN. Conceivably, they would have
worked on stories during the Kosovo war. They helped
in the production of news.”

The story was first reported in the US by such web
sites as emperors-clothes.com and on CounterPunch by
its coeditor Alexander Cockburn, a columnist for The
Nation. In its response to CNN's denial that military
personnel ever “worked on the news,” FAIR said this
was “essentially a semantic quibble” and pointed to
the comments of Major Collins. It also pointed out
that CNN only acknowledged that the presence of PSYOPS
personnel in the newsroom was “inappropriate” after
this was revealed in Trouw. NPR officials also waited
until the exposure of the intern program to remove
them.

Top CNN officials have also claimed that they were
unaware of the PSYOPS intern program, and would never
have approved of it. Instead, they say, such decisions
must have been made by lower-level human resource
managers. But according to an article in TV Guide,
several unnamed sources at CNN told the magazine that
a network programming executive who left the network
months before the intern program became public signed
off on the internships. Moreover, CNN and military
sources acknowledged that the interns never concealed
their identity at work.

In its original action alert FAIR stated: “What makes
the CNN story especially troubling is the fact that
the network allowed the Army's covert propagandists to
work in its headquarters, where they learned the ins
and outs of CNN's operations. Even if the PSYOPS
officers working in the newsroom did not influence
news reporting, did the network allow the military to
conduct an intelligence mission against CNN itself?”

These revelations are only the latest concerning CNN's
relations with the US military, particularly during
the Kosovo war. On July 2, 1999 the Independent
newspaper in Britain published an article entitled
“Taken in by the NATO Line.” The article suggested
that major media outlets went beyond the usual
unethical and dishonest news practices to outright
collusion with NATO.

Belgrade war correspondent Robert Fisk wrote: “Two
days before NATO bombed the Serb Television
headquarters in Belgrade, CNN received a tip from its
Atlanta headquarters that the building was to be
destroyed. They were told to remove their facilities
from the premises at once, which they did.

“A day later, Serbian Information Minister Aleksander
Vucic received a faxed invitation from the Larry King
Live show in the US to appear on CNN. They wanted him
on air at 2:30 in the morning of 23 April and asked
him to arrive at Serb Television half an hour early
for make-up.

“Vucic was late—which was just as well for him since
NATO missiles slammed into the building at six minutes
to two. The first one exploded in the make-up room
where the young Serb assistant was burned to death.
CNN calls this all a coincidence, saying that the
Larry King show, put out by the entertainment
division, did not know of the news department's
instruction to its men to leave the Belgrade
building.”

Also during this period, CNN fired its Pulitzer Prize
winning journalist Peter Arnett from his 18-year
career as an international journalist for CNN. He was
fired April 20, 1999 after calling a press conference
to protest CNN's refusal to assign him to cover the
war from Belgrade. Arnett had been sidelined since
June 7, 1998 when CNN aired his investigative report
“Valley of Death”. In the joint production by CNN and
Time magazine Arnett gave compelling evidence that US
commandos had used deadly sarin gas to kill American
soldiers who had defected into Laos from Vietnam.
After intense pressure from the military, the
co-producers of the production, April Oliver and Jack
Smith, were fired when they refused to disavow the
report.

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FAIR-L
Fairness & Accuracy in Reporting
Media analysis, critiques and news reports




ACTIVISM UPDATE:
CNN Responds to FAIR on PSYOPS in the Newsroom

April 5, 2000

On March 27, FAIR released an action alert urging readers to contact CNN
and
ask why the network allowed military propaganda specialists from an Army
Psychological Operations (PSYOPS) unit to work in the news division of
its
Atlanta headquarters. That action alert can be found on FAIR's website:
( http://www.fair.org/activism/cnn-psyops.html ).

Since then, FAIR has been contacted by Eason Jordan, CNN's president for
international networks and newsgathering, as well as executive vice
president for public relations Sue Binford. On March 29, FAIR received
CNN's
official response, written by Binford:

*****
As executive vice president of CNN Public Relations, I am responding
officially on behalf of CNN to FAIR's action alert headlined "Why were
Government Propaganda Experts Working on News at CNN?":

1. No government or military propaganda expert has ever worked on
news
at CNN.

2. Amongst the hundreds of interns from around the world who spent
a
few weeks at a time at CNN in the past year, were five personnel from a
U.S.
Army PSYOPS group.

3. Interns at CNN observe under the supervision of CNN staff and
have
no influence over what CNN reports or how CNN reports it.

4. CNN's intern program is administered by the Company's Human
Resources Department, which is made up of hard-working, well-intentioned
people who are not journalists and who thought they were doing the right
thing when they agreed to a U.S. Army request to allow the military
personnel to intern at CNN.

5. The intern program was terminated as soon as the leadership of
CNN
learned of it. CNN's position: it was inappropriate for PSYOPS personnel
to
be at CNN, they are not here now, and they never again will be at CNN.

6. CNN prides itself on its journalistic independence and
impartiality
and is committed to accurate, fair, responsible reporting.

*****

FAIR's Analysis:

FAIR commends CNN for acknowledging that the presence of PSYOPS
personnel in
the newsroom was, in its words, "inappropriate." It is unfortunate that
the
network came to that conclusion only after the program's existence was
revealed in February by the Dutch newspaper Trouw (2/21/00).

The only points in CNN's statement that are in factual conflict with
FAIR's
action alert are points 1 and 3. CNN denies that any military
propaganda
expert "ever worked on news" at CNN-- seeming to contradict FAIR's
assertion, made in the headline of our action alert, that PSYOPS
personnel
were "working on news" at CNN. While PSYOPS personnel did intern at
CNN,
the statement says, "interns at CNN observe under the supervision of CNN
staff and have no influence over what CNN reports or how CNN reports
it."

This seems to be essentially a semantic quibble. As interns, some of the
PSYOPS officers clearly answered to the news division and assisted CNN
news
staffers as they produced stories. According to Major Thomas Collins of
the
U.S. Army Information Service, the PSYOPS interns "worked as regular
employees of CNN" and "helped in the production of news." (Trouw, 2/21)

But as we said in our original action alert:

"What makes the CNN story especially troubling is the fact that the
network
allowed the Army's covert propagandists to work in its headquarters,
where
they learned the ins and outs of CNN's operations. Even if the PSYOPS
officers working in the newsroom did not influence news reporting, did
the
network allow the military to conduct an intelligence-gathering mission
against CNN itself?"

FAIR then offered specific evidence that military PSYOPS specialists
have
recently been trying to increase their knowledge of and cooperation with
the
news media in order to influence coverage.

Indeed, the presence of psychological operations personnel at CNN was
first
revealed at a PSYOPS conference in Arlington, Virginia by Col.
Christopher
St. John, commander of the Army's 4th PSYOPS Group (the unit to which
the
CNN interns belonged), who offered the internship program as an example
of
the type of "greater cooperation between the armed forces and media
giants"
which he hoped to see more of (Intelligence Newsletter, 2/17/00).

That is presumably why CNN has admitted that, even as observers, PSYOPS
officers should not have worked-- or "observed"-- in CNN's offices.

ACTION: If you feel this matter is serious enough that CNN should issue
a
more in-depth explanation of how military personnel came to intern at
the
network, and precisely what kind of work they did there, you can write
to
CNN's President of International Networks and Newsgathering, Eason
Jordan,
at:

mailto:eason.jordan@...
Fax: 404-827-3134

As always, please remember that letters are taken more seriously if they
maintain a professional tone. Please cc-copies of your correspondence to
fair@....

NOTE: In pointing out the lack of mainstream media coverage of the
CNN-PSYOPS story, our original action alert stated that "in the U.S.
media,
so far only Alexander Cockburn" had picked up on the story. We should
have
noted that it was online media that initially picked up on the Trouw and
Intelligence Newsletter reports. The website Emperor's Clothes
(www.emperors-clothes.com) appears to have been the first to translate
the
Trouw report and put it on the Web. Several other political sites also
picked up the story. Cockburn was the first journalist in the U.S. to
discuss the story in print, and the first to get it into a mainstream
U.S.
outlet.

----------


Feel free to respond to FAIR ( fair@... ). We can't reply to
everything, but we will look at each message. We especially appreciate
documented example of media bias or censorship. All messages to the
'FAIR-L' list will be forwarded to the editor of the list.

Also, please send copies of email correspondence, including any
responses, to us at: fair@... .

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COUNTERPUNCH
March 26, 2000

CNN AND PSYOPS

By Alexander Cockburn

Military personnel from the Fourth
Psychological Operations Group based at Fort
Bragg, in North Carolina, have until recently
been working in CNN's hq in Atlanta.

CNN is up in arms about our report in the last issue of
CounterPunch concerning the findings of the Dutch journalist,
Abe de Vries about the presence of US Army personnel at
CNN, owned by Time-Warner. We cited an article by de Vries
which appeared on February 21 in the reputable Dutch daily
newspaper Trouw, originally translated into English and placed
on the web by Emperor's Clothes. De Vries reported that a
handful of military personnel from the Third Psychological
Operations Battalion, part of the airmobile Fourth Psychological
Operations Group based at Fort Bragg, in North Carolina, had
worked in CNN's hq in Atlanta.

De Vries quoted Major Thomas Collins of the US Army
Information Service as having confirmed the presence of these
Army psy-ops experts at CNN, saying, "Psy-ops personnel,
soldiers and officers, have been working in CNN's headquarters
in Atlanta through our program, 'Training with Industry'. They
worked as regular employees of CNN. Conceivably, they would
have worked on stories during the Kosovo war. They helped in
the production of news."

This particular CounterPunch story was the topic of my regular
weekly broadcast to AM Live, a program of the South Africa
Broadcasting Company in Johannesburg. Among the audience of
this broadcast was CNN's bureau in South Africa which lost no
time in relaying news of it to CNN hq in Atlanta, and I duly
received an angry phone call from Eason Jordan who identified
himself as CNN's president of newsgathering and international
networks.

Jordan was full of indignation that I had somehow compromised
the reputation of CNN. But in the course of our conversation it
turned out that yes, CNN had hosted a total of five interns from
US army psy-ops, two in television, two in radio and one in
satellite operations. Jordan said the program had only recently
terminated, I would guess at about the time CNN's higher
management read Abe de Vries's stories.

When I reached De Vries in Belgrade, where's he is Trouw's
correspondent, and told him about CNN's furious reaction, he
stood by his stories and by the quotations given him by Major
Collins.For some days CNN wouldn't get back to him with a
specific reaction to Collins's confirmation, and when it did, he
filed a later story for Trouw, printed on February 25 noting that
the military worked at CNN in the period from June 7, (a date
confirmed by Eason to me) meaning that during the war a
psy-ops person would have been at CNN during the last week.

"The facts are", De Vries told me, " that the US Army, US
Special Operations Command and CNN personnel confirmed to
me that military personnel have been involved in news
production at CNN's newsdesks. I found it simply astonishing.
Of course CNN says these psyops personnel didn't decide
anything, write news reports, etcetera. What else can they say.
Maybe it's true, maybe not. The point is that these kind of close
ties with the army are, in my view, completely unacceptable for
any serious news organization. Maybe even more astonishing is
the complete silence about the story from the big media. To my
knowledge, my story was not mentioned by leading American or
British newspapers, nor by Reuters or AP."

Here at CounterPunch we agree with Abe de Vries, who told
me he'd originally come upon the story through an article in the
French newsletter, Intelligence On-line, February 17, which
described a military symposium in Arlington, Virginia, held at the
beginning of February of this year, discussing use of the press in
military operations. Colonel Christopher St John, commander of
the US Army's 4th Psyops Group, was quoted by Intelligence
On-Line's correspondent, present at the symposium, as having,
in the correspondent's words, "called for greater cooperation
between the armed forces and media giants. He pointed out that
some army PSYOPS personnel had worked for CNN for
several weeks and helped in the production of some news
stories for the network."

So, however insignificant Eason Jordan and other executives at
CNN may now describe the Army psyops tours at CNN as
having been, the commanding officer of the Psy-ops group
thought them as sufficient significance to mention at a high level
Pentagon seminar about propaganda and psychological warfare.
It could be that CNN was the target of a psyops penetration and
is still too naïve to figure out what was going on.

It's hard not to laugh when CNN execs like Eason Jordan start
spouting high-toned stuff about CNN's principles of objectivity
and refusal to spout government or Pentagon propaganda. The
relationship is most vividly summed up by the fact that Christiane
Amanpour, CNN's leading foreign correspondent, and a woman
whose reports about the fate of Kosovan refugees did much to
fan public appetite for NATO's war, is literally and figuratively in
bed with spokesman for the US State Department, and a leading
propagandist for NATO during that war, her husband James
Rubin.If CNN truly wanted to maintain the appearance of
objectivity, it would have taken Amanpour off the story.
Amanpour, by the way, is still a passionate advocate for
NATO's crusade, most recently on the Charlie Rose show.

In the first two weeks of the war in Kosovo CNN produced
thirty articles for the Internet, according to de Vries, who looked
them up for his first story. An average CNN article had seven
mentions of Tony Blair, NATO spokesmen like Jamie Shea and
David Wilby or other NATO officials. Words like refugees,
ethnic cleansing, mass killings and expulsions were used nine
times on the average. But the so-called Kosovo Liberation
Armmy (0.2 mentions) and the Yugoslav civilian victims (0.3
mentions) barely existed for CNN.

During the war on Serbia, as with other recent conflicts
involving the US, wars, CNN's screen was filled with an
interminable procession of US military officers. On April 27 of
last year, Amy Goodman of the Pacifica radio network, put a
good question to Frank Sesno, who is CNN's senior vice
president for political coverage.

GOODMAN:"If you support the practice of putting ex-military
men -generals - on the payroll to share their opinion during a
time of war, would you also support putting peace activists on
the payroll to give a different opinion during a time of war? To
be sitting there with the military generals talking about why they
feel that war is not appropriate?"

FRANK SESNO: "We bring the generals in because of their
expertise in a particular area. We call them analysts. We don't
bring them in as advocates. In fact, we actually talk to them
about that - they're not there as advocates."

Exactly a week before Sesno said this, CNN had featured as
one of its military analysts, Lt Gen Dan Benton, US Army
Retired.

BENTON: "I don't know what our countrymen that are
questioning why we're involved in this conflict are thinking about.
As I listened to this press conference this morning with reports of
rapes burning, villages being burned and this particularly
incredible report of blood banks, of blood being harvested from
young boys for the use of Yugoslav forces, I just got madder
and madder. The United States has a responsibility as the only
superpower in the world, and when we learn about these things,
somebody has got to stand up and say, that's enough, stop it, we
aren't going to put up with this. And so the United States is
fulfilling its leadership responsibility with our NATO allies and
are trying to stop these incredible atrocities."

Please note what CNN's supposedly non-advocatory analyst
Benton was ranting about: a particularly bizarre and
preposterous NATO propaganda item about 700 Albanian boys
being used as human blood banks for Serb fighters.

So much for the "non-advocate" CNN. CP

CounterPunch
3220 N Street, NW, PMB 346
Washington, DC 20007

1-800-840-3683

http://www.counterpunch.org/

email: counterpunch@...

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Dear people,

Check out emperors clothes at tenc.net. Here are descriptions of the
two
latest articles:

U.S. ARMY 'PSYOPS' SPECIALISTS WORKED FOR CNN
Trouw, 21 February, 2000
By Abe de Vries
Many of the articles on Emperors-clothes.com are devoted to analyzing
the
techniques by which the media distorts the news. But how does it happen?
Is
it just some general fault of 'the system?' Does it happen by osmosis.
Or is
it planned and organized by real (if covert) people?

Now Trouw, an establishment Amsterdam daily, has gone public with
intriguing
information. It seems the US Army has admitted to Trouw that its
Psychological Warfare experts worked for CNN to produce the "news" and
that
this "possibly" occurred during the bombing of Serbia.

***

THE AMERICQAN ARMY LOVES CNN
Trouw, 21 February, 2000
By Abe de Vries

During a closed-door session in February, an Army Psychological
Operations
Colonel posed:

"cooperation with CNN [as]... a textbook example of the kind of ties the
American Army wants to have with the media."
Mr. de Vries, who broke the CNN psyops story, looks at some of the
implications. One question he leavs unasked: could this be just the tip
of
the iceberg? Are the CIA, NSA, and other covert agencies also involved
in
"helping produce the news"?

Best regards,
Jared Israel

FIRST STORY - POSTED AT:
http://www.emperors-clothes.com/articles/devries/psyops.htm
U.S. ARMY 'PSY-OPS' SPECIALISTS WORKED FOR CNN

SECOND STORY - POSTED AT:
http://www.emperors-clothes.com/articles/devries/love.htm
THE AMERICAN ARMY LOVES CNN

***

For more on the CNN-PsyOps connection see "U.S. Army 'Psyops'
Specialists
worked for CNN" by Abe de Vries, at
http://www.emperors-clothes.com/articles/devries/psyops.htm

Here are some articles that examine techniques by which news is
distorted:

"Misleading from the Start" by Jared Israel. Looks at how the Associated
Press distorted news about the response of local residents to police
attacks
on the World Trade Organization demonstrations in Seattle.
http://www.emperors-clothes.com/analysis/misleadi.htm

"Credible Deception" by Jared Israel. Examines NY Times coverage of the
U.S.
missile attack on a pill factory in Sudan in 1998. Uncovers specific
techniques which one is hard-pressed to ascribe to coincidence.
http://www.emperors-clothes.com/articles/jared/sudan.html

"Reporting Kosovo: Journalism vs. Propaganda" by Phil Hammond. In which
the
author discovers an amazing continuity of pro-NATO coverage including
the use
of identical language in stories by several journalists.
http://www.emperors-clothes.com/articles/hammond/propagan.html

"Collateral Damage in Seattle, by Jim Desyllus"
http://www.emperors-clothes.com/analysis/collater.htm

"Lies, Damn Lies and Maps," by Jared Israel. A tragedy of errors as the
media, NATO & US spokesmen try to come up with an acceptable cover story
after the bombing of the Chinese embassy in Belgrade.
http://www.emperors-clothes.com/articles/jared/Lies.html

Emperors-clothes relies on contributions. If you'd like to help with a
credit
card donation please go to http://www.emperors-clothes.com/howyour.html
. Or
you can mail a check to Emperor's Clothes, P.O. Box 610-321, Newton, MA
02461-0321. Thanks for helping make our work possible.

To browse articles from Emperors-Clothes.com, go to:
http://www.emperors-clothes.com

www.tenc.net [emperors-clothes]



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