WASHINGTON HA TROVATO LA SOLUZIONE
"Dividiamo l'Iraq come abbiamo fatto con la Yugoslavia!"
di Michel Collon
(traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)
[en FRANCAIS:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3003
in ENGLISH:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3045%5d
Loro hanno trovato la soluzione! Dividiamo l'Iraq in tre mini stati e quindi
li mettiamo uno contro l'altro. Questo vi fa ricordare qualcos'altro? Ma
sicuro! Non è la prima volta che qualcosa di analogo è successo?
The New York Times ha pubblicato un editoriale, il 25 novembre 2003, a firma
di Leslie Gelb. Questo signore è un uomo di grande influenza che, fino a
poco tempo fa, è stato presidente del Consiglio per gli Affari Esteri, un
centro di elaborazioni strategiche veramente importante che riunisce assieme
la CIA, il Segretario di Stato e i grossi calibri delle corporations multinazionali
Statunitensi.
Il piano di Gelb? Sostituire l'Iraq con tre mini stati:
"I Curdi al nord, i Sunniti al centro e gli Sciiti al sud." L'obiettivo?
"Piazzare la maggior parte del denaro e delle truppe dove è possibile ottenere
rapidamente il massimo risultato - cioè presso i Curdi e gli Sciiti. Gli
Stati Uniti devono tirarsi fuori con tutte le loro forze dal cosiddetto
Triangolo Sunnita, a nord e a ovest di Baghdad...infatti i dirigenti Americani,
nei confronti dei Sunniti fastidiosi e prepotenti, privi di petrolio o di
entrate petrolifere, dovrebbero moderarne le ambizioni o soffrire le conseguenze."
In breve, portare alla fame lo stato centrale attorno a Baghdad, dato che
i Sunniti da sempre sono alla testa della resistenza all'imperialismo USA.
Noi avevamo denunciato questo piano della CIA, che era stato per qualche
tempo fatto circolare, seppur discretamente, in un articolo apparso nel
settembre 2002. Ma, questo di dividere l'Iraq di fatto è sempre stato un
vecchio sogno di Israele. Nel 1982, Oded Yinon, un ufficiale dell'ufficio
Affari Esteri di Israele, scriveva "Disgregare l'Iraq per noi è ancora più
importante che disgregare la Siria. In poche parole, è la potenza Irachena
che costituisce la più grande minaccia per Israele. La guerra Iran-Iraq
ha prodotto in Iraq lacerazioni e ha provocato la sua rovina. Qualsiasi
tipo di conflitto inter-Arabo ci aiuta ed accelera il nostro obiettivo di
spaccare l'Iraq in tanti piccoli frammenti."
Farete di nuovo un poco di pulizia etnica?
Allora, Gelb desidera spezzare l'Iraq trasformando il nord (a maggioranza
Curda) e il sud (a maggioranza Sciita) in "regioni autonome, con confini
tracciati quanto più strettamente possibile lungo una linea di demarcazione
etnica."
Ma questo metodo non ha provocato in Yugoslavia una guerra civile e un bagno
di sangue? Tutto ciò perché in generale le diverse regioni di quella nazione
contenevano numericamente significative minoranze etniche e la spartizione
era impossibile senza il trasferimento forzoso delle popolazioni. Allora,
ecco che Berlino, e Washington, sotto banco hanno finanziato e armato gli
estremisti razzisti, che avevano nostalgie dei tempi della Seconda Guerra
Mondiale. Questo ha generato una guerra civile pressoché inevitabile, dato
che il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale avevano fatto
precipitare la Yugoslavia nella bancarotta, in maniera tale da sottometterla
al trionfante neo-liberalismo, dopo la caduta del Muro di Berlino.
Tutto questo veniva accuratamente nascosto all'opinione pubblica.
Proprio come adesso, che si nasconde al pubblico il fatto che tutte le popolazioni
della ex Yugoslavia sono piombate nella miseria e nella disoccupazione peggiori,
che mai si erano viste. Nel frattempo le imprese multinazionali hanno messo
le loro mani sul controllo delle ricchezze della regione.
Inoltre in Iraq, le tre più grandi popolazioni non risiedono "ognuna nella
loro regione", ma sono, per la maggior parte, mescolate. Sicuramente Gelb
conosce molto bene dove conduce questa strategia in Iraq, che potrebbe ancora
una volta provocare seri conflitti "etnici", forse anche una guerra civile.
Gelb cinicamente annuncia che lo stato nel centro dell'Iraq "dovrebbe penalizzare
le sostanziali minoranze abbandonate nel centro, particolarmente le vaste
popolazioni Curde e Sciite di Baghdad. Queste minoranze trovino il tempo
e i mezzi per organizzare e condurre i loro affari, o andarsene al nord
o al sud." In questo modo, milioni di persone verranno forzate ad abbandonare
le regioni dove hanno vissuto da sempre, ma Gelb non considera questo inopportuno,
se può essere permessa agli Stati Uniti una dominazione coloniale in tutta
sicurezza.
Dunque, il precedente della Yugoslavia non serve da sufficiente avvertimento?
La verità è che, per Gelb, la guerra civile in Yugoslavia è stato un grande
successo per gli Stati Uniti, dato che ha permesso il disgregamento di una
nazione che resisteva alle multinazionali.
Ancora la Teoria degli "Stati Etnicamente Puri"!
Effettivamente Gelb fa aperto riferimento ad "un promettente precedente?la
Yugoslavia." Davvero un fatto curioso! Non ci avevano informato che gli
Stati Uniti erano intervenuti in quella regione in ordine a prevenire la
"pulizia etnica"? Niente affatto, lui confessa: gli stati "etnicamente puri"
sicuramente vanno bene, quando servono ai piani di Washington.
Mentre magnifica "gli stati etnicamente puri" (Gelb parla anche di "stati
naturali"!), egli muove critiche a Tito per aver raggruppato in una Yugoslavia
unita "gruppi etnici i più disparati", ma per le stesse ragioni finge che
l'Iraq sia "uno stato artificiale"; Gelb fa ricorso alle vecchie teorie
sostenute dall'estrema destra.
Questa teoria sugli stati etnicamente puri è del tutto identica al: "Ein
Volk, ein Reich, ein Führer" (un popolo, uno stato, un duce) di Hitler.
Di più, è anche la teoria adottata dai Sionisti, che sognano un Israele
"purificato dagli Arabi". In Yugoslavia, era la teoria sostenuta dai protégés
dell'Occidente, il Croato Tudjman e il Bosniaco Mussulmano Izetbegovic.
Ma era anche la teoria sostenuta del leader dell'ala destra Serba, Karadzic.
Risulta singolare riscontrare che gli USA esaltano teorie che in precedenza
avevano finto di combattere!
La verità è che gli Stati Uniti -- proprio come tutti gli altri colonialisti
-- sono per o contro gli stati etnicamente puri in conseguenza del fatto
che questo soddisfi i loro interessi strategici. La sola cosa che conta
è come indebolire la resistenza. Dividi per conquistare! Come sempre. I
Britannici hanno organizzato attentamente la divisione dell'Irlanda, dell'India
e del Pakistan e di tante altre regioni nel mondo. L'influente esperto di
strategie, Zbigniew Brzezinski, richiede di dividere la Russia in tre regioni
in modo da isolare Mosca dalle riserve petrolifere. Anche la CIA ha i suoi
"specifici piani" per dividere l'Arabia Saudita.
In un tempo in cui si stanno strutturando istituzioni politiche ed economiche
veramente importanti nell'Unione Europea e negli Stati Uniti, possiamo vedere
come queste stesse Grandi Potenze stiano organizzando la balcanizzazione
di certi altri stati -- stati che loro resistono.
Il principio guida della politica internazionale degli Stati Uniti è che
non vi siano principi guida. Gli USA, un giorno possono fingere di combattere
la pulizia etnica e il giorno dopo organizzarla. E in completa arbitrarietà.
In passato, gli Stati Uniti hanno obbligato i Curdi a rimanere all'interno
dello stato Turco, che era governato da generali fascisti, ma oggi gli USA
stanno preparando lo stato dei Curdi, presuntivamente radicato sul principio
di "autodeterminazione" (in realtà uno stato fantoccio). Gli USA stanno
fingendo di portare la democrazia al mondo, ma con questi presupposti gli
USA stanno riabilitando le teorie fasciste circa gli stati "etnicamente
puri".
Il pericolo di una Teoria che è esportabile in tutto il Mondo
Il pericolo di questa fallace teoria va ben oltre l'Iraq e la Yugoslavia.
Molti degli stati esistenti nel pianeta oggi sono "multietnici". E la gente
razionale considera che essa stessa viene arricchita dal mescolamento di
culture. Ma se un popolo segue teorie di stati "etnicamente puri", gli USA
potrebbero avere il pretesto di disgregare qualsiasi nazione "multinazionale"
che resiste a tutto questo. Washington, in effetti, intende calpestare nella
più larga misura il diritto internazionale e la sovranità statuale. Gli
USA si stanno preparando a compiere nel mondo quello che hanno iniziato
a fare con la Yugoslavia e l'Afghanistan, e , sfortunatamente, la maggior
parte dei politici di sinistra Occidentali li hanno seguiti, dandosi le
peggiori ragioni. Basta! È giunto il momento di sconfessare l'alleanza disastrosa
di questa Sinistra con gli Stati Uniti negli affari Yugoslavi e Afghani.
Per chiunque voglia resistere alla guerra globale, vale a dire alla ricolonizzazione
del mondo, questo è il momento di correre in difesa della sovranità delle
nazioni del Terzo Mondo, un principio che è incorporato nella Carta dell'ONU.
Questo assunto storico si è verificato nel 1945 e oggi gli USA si stanno
accanendo al suo smantellamento.
Sostegno alla Resistenza
L'essenza del piano Gelb è di far precipitare l'Iraq in una lunga guerra
civile, in modo da salvaguardare l'occupazione coloniale USA e di consentire
la continua ruberia di petrolio. Gli USA tenteranno di dividere la resistenza
-- che viene riscontrata in tutte le diverse popolazioni dell'Iraq -- penalizzando
coloro che vogliono continuare a vivere insieme e organizzando ipocritamente
"la pulizia etnica". Il piano Americano è di dividere l'Iraq con il ricatto,
diffamando i Sunniti, che sono stati da sempre in prima linea della resistenza
all'imperialismo.
Washington renderà effettivo il piano di Gelb? Cosa impedirà loro di realizzarlo?
Il timore che uno stato Sciita Iracheno possa congiungersi con l'Iran, che
presenta l'esercito "ostile" più potente in Medio Oriente. E la paura che
uno stato Curdo Iracheno possa diventare punto di riferimento luminoso per
quei Curdi che vogliono separarsi dalla Turchia, un alleato strategico decisivo
posizionato sui corridoi che si intersecano fra i Balcani, il Caucaso e
il Medio Oriente. Ma se la resistenza Irachena continua a crescere e ad
unire le diverse correnti, compresi gli Sciiti, allora Washington rischia
di perdere la possibilità di realizzare il suo progetto di smantellamento
della regione.
Il precedente Yugoslavo deve servire come solenne avvertimento! Il far piombare
altre nazioni nello stesso dramma dovrebbe essere fuori questione! In vista
del fatto che Bush ha scatenato nuovi pericoli attraverso il mondo intero,
e in vista del fatto che sempre più frequentemente si fa ricorso a teorie
fasciste, la sola risposta possibile è la costruzione di un fronte mondiale
unito contro le politiche degli Stati Uniti e l'appoggio alla resistenza
in ogni parte del mondo -- anzitutto, alla straordinaria resistenza Irachena
(il flusso delle informazioni dei mezzi di comunicazioni di massa ha spesso
caratterizzata questa resistenza con la categoria di "terrorismo").
La resistenza Irachena sta impedendo che Bush aggredisca l'Iran, la Siria,
la Corea del Nord, e a grandi passi Cuba. Inoltre questa resistenza dimostra
che gli Stati Uniti non sono stati sempre invincibili. Bush sta diventando
lo zimbello del mondo. "Tigre di carta" è la classica espressione! In questo
modo, la resistenza Irachena ha fatto muro contro lo scoraggiamento e il
pessimismo che avevano iniziato a diffondersi in Iraq dopo la "liberazione
di Baghdad." La guerra non è finita, anzi è solo all'inizio. Sostenere questa
resistenza significa sostenere noi stessi!
michel.collon@...
---
Per meglio comprendere la situazione Irachena:
- 23 milioni di abitanti, divisi in tre grandi gruppi etnici (nessun censimento
ufficiale e niente registri di stato civile distrutti dagli Americani).
- Sciiti: 55 - 60%. Al più nel sud.
- Sunniti: 20 - 25%. Quasi completamente al centro (tra Mosul e Baghdad).
- Curdi: 20%. Per la maggior parte al nord (significative minoranze Curde
vivono in Turchia, Iran, Siria, Russia). La maggioranza di questi è Sunnita.
- Minoranze (5%): da 200.000 a 300.000 Turcomanni, Assiro-Caldei (Cristiani),
Yezidi, 2.000 Ebrei?
- Ma nessuna regione è etnicamente "pura":
almeno un milione di Curdi vive fuori del Kurdistan (principalmente
a Baghdad, ma anche al sud, nella zona di Bassora).
almeno un milione di Sciiti vive a Baghdad.
un certo numeri di Sunniti vive al sud.
un certo numero di Arabi vive in Kurdistan.
Per queste ragioni, dividere l'Iraq risulta impossibile senza il rischio
di una guerra civile e di pulizie etniche. E questo specialmente in una
situazione ambientale in cui gli USA hanno fatto di tutto il possibile negli
ultimi venti anni per scatenare conflitti, provocando (cioè, finanziando)
alcuni leaders delle minoranze a favorire una disgregazione. Questo è del
tutto analogo alle loro procedure in Yugoslavia.
In breve, se agli USA è permesso smembrare l'Iraq, importanti "minoranze"
corrono il rischio in tutta la regione di diventare degli obiettivi. Ed
ecco Bush che si pronuncia nell'affermare di essere obbligato a mantenere
sul posto le sue truppe, per proteggere queste "minoranze"!.
Esattamente come in Kosovo, dove gli USA hanno installato una base militare
con una pista di atterraggio che può accogliere bombardieri (sic !), dopo
aver sistematicamente alimentato le fiamme del conflitto dietro le quinte.
Oggi, gli USA in Kosovo stanno proteggendo i criminali dell'UCK e la mafia
che pratica la pulizia etnica. ( vedi Test-medias, domande sul Kosovo n.2,
5, 7 nel nostro documento "Autopsia della Yugoslavia").
Per meglio comprendere la situazione Yugoslava:
- 21 milioni di abitanti, divisi in 6 repubbliche. Secondo un censimento
ufficiale del 1991: Slovenia (1.9 milioni), Croazia (4.7), Serbia (9.7),
Macedonia (2.0), Montenegro (0.6), Bosnia (4.3).
- nessuna regione era etnicamente "pura": consistenti minoranze risiedevano
in tutta la regione, cosa che rendeva la nazione indivisibile.
- in Croazia: Serbi (12%).
- in Macedonia: Albanesi (21%), Turchi (5%), Zingari Rom (2%), Serbi (2%).
- in Bosnia: Mussulmani (43%), Serbi (31%), Croati (17%), altri (7%). Tutti
questi gruppi erano mescolati insieme in tutta la regione.
Malgrado gli avvertimenti di molti esperti analisti politici e di leaders
Occidentali, la Germania, e quindi gli Stati Uniti, hanno scatenato la divisione
della regione, al prezzo di una terribile guerra civile e di spostamenti
forzati delle popolazioni di tutte la minoranze. Per realizzare tutto questo,
Berlino e Washington hanno appoggiato, finanziato e armato - segretamente
- i leaders e gli estremisti separatisti. Tutto questo è stato accuratamente
nascosto all'opinione pubblica.
BIBLIO: Michel Collon, Liar's Poker: The Great Powers, Yugoslavia and the
Wars of the Future, IAC, New York 2001, P. 11 & 13. Le carte geografiche
che dimostrano la natura "indivisibile" della Yugoslavia e, in particolare,
della Bosnia.
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"Dividiamo l'Iraq come abbiamo fatto con la Yugoslavia!"
di Michel Collon
(traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)
[en FRANCAIS:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3003
in ENGLISH:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3045%5d
Loro hanno trovato la soluzione! Dividiamo l'Iraq in tre mini stati e quindi
li mettiamo uno contro l'altro. Questo vi fa ricordare qualcos'altro? Ma
sicuro! Non è la prima volta che qualcosa di analogo è successo?
The New York Times ha pubblicato un editoriale, il 25 novembre 2003, a firma
di Leslie Gelb. Questo signore è un uomo di grande influenza che, fino a
poco tempo fa, è stato presidente del Consiglio per gli Affari Esteri, un
centro di elaborazioni strategiche veramente importante che riunisce assieme
la CIA, il Segretario di Stato e i grossi calibri delle corporations multinazionali
Statunitensi.
Il piano di Gelb? Sostituire l'Iraq con tre mini stati:
"I Curdi al nord, i Sunniti al centro e gli Sciiti al sud." L'obiettivo?
"Piazzare la maggior parte del denaro e delle truppe dove è possibile ottenere
rapidamente il massimo risultato - cioè presso i Curdi e gli Sciiti. Gli
Stati Uniti devono tirarsi fuori con tutte le loro forze dal cosiddetto
Triangolo Sunnita, a nord e a ovest di Baghdad...infatti i dirigenti Americani,
nei confronti dei Sunniti fastidiosi e prepotenti, privi di petrolio o di
entrate petrolifere, dovrebbero moderarne le ambizioni o soffrire le conseguenze."
In breve, portare alla fame lo stato centrale attorno a Baghdad, dato che
i Sunniti da sempre sono alla testa della resistenza all'imperialismo USA.
Noi avevamo denunciato questo piano della CIA, che era stato per qualche
tempo fatto circolare, seppur discretamente, in un articolo apparso nel
settembre 2002. Ma, questo di dividere l'Iraq di fatto è sempre stato un
vecchio sogno di Israele. Nel 1982, Oded Yinon, un ufficiale dell'ufficio
Affari Esteri di Israele, scriveva "Disgregare l'Iraq per noi è ancora più
importante che disgregare la Siria. In poche parole, è la potenza Irachena
che costituisce la più grande minaccia per Israele. La guerra Iran-Iraq
ha prodotto in Iraq lacerazioni e ha provocato la sua rovina. Qualsiasi
tipo di conflitto inter-Arabo ci aiuta ed accelera il nostro obiettivo di
spaccare l'Iraq in tanti piccoli frammenti."
Farete di nuovo un poco di pulizia etnica?
Allora, Gelb desidera spezzare l'Iraq trasformando il nord (a maggioranza
Curda) e il sud (a maggioranza Sciita) in "regioni autonome, con confini
tracciati quanto più strettamente possibile lungo una linea di demarcazione
etnica."
Ma questo metodo non ha provocato in Yugoslavia una guerra civile e un bagno
di sangue? Tutto ciò perché in generale le diverse regioni di quella nazione
contenevano numericamente significative minoranze etniche e la spartizione
era impossibile senza il trasferimento forzoso delle popolazioni. Allora,
ecco che Berlino, e Washington, sotto banco hanno finanziato e armato gli
estremisti razzisti, che avevano nostalgie dei tempi della Seconda Guerra
Mondiale. Questo ha generato una guerra civile pressoché inevitabile, dato
che il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale avevano fatto
precipitare la Yugoslavia nella bancarotta, in maniera tale da sottometterla
al trionfante neo-liberalismo, dopo la caduta del Muro di Berlino.
Tutto questo veniva accuratamente nascosto all'opinione pubblica.
Proprio come adesso, che si nasconde al pubblico il fatto che tutte le popolazioni
della ex Yugoslavia sono piombate nella miseria e nella disoccupazione peggiori,
che mai si erano viste. Nel frattempo le imprese multinazionali hanno messo
le loro mani sul controllo delle ricchezze della regione.
Inoltre in Iraq, le tre più grandi popolazioni non risiedono "ognuna nella
loro regione", ma sono, per la maggior parte, mescolate. Sicuramente Gelb
conosce molto bene dove conduce questa strategia in Iraq, che potrebbe ancora
una volta provocare seri conflitti "etnici", forse anche una guerra civile.
Gelb cinicamente annuncia che lo stato nel centro dell'Iraq "dovrebbe penalizzare
le sostanziali minoranze abbandonate nel centro, particolarmente le vaste
popolazioni Curde e Sciite di Baghdad. Queste minoranze trovino il tempo
e i mezzi per organizzare e condurre i loro affari, o andarsene al nord
o al sud." In questo modo, milioni di persone verranno forzate ad abbandonare
le regioni dove hanno vissuto da sempre, ma Gelb non considera questo inopportuno,
se può essere permessa agli Stati Uniti una dominazione coloniale in tutta
sicurezza.
Dunque, il precedente della Yugoslavia non serve da sufficiente avvertimento?
La verità è che, per Gelb, la guerra civile in Yugoslavia è stato un grande
successo per gli Stati Uniti, dato che ha permesso il disgregamento di una
nazione che resisteva alle multinazionali.
Ancora la Teoria degli "Stati Etnicamente Puri"!
Effettivamente Gelb fa aperto riferimento ad "un promettente precedente?la
Yugoslavia." Davvero un fatto curioso! Non ci avevano informato che gli
Stati Uniti erano intervenuti in quella regione in ordine a prevenire la
"pulizia etnica"? Niente affatto, lui confessa: gli stati "etnicamente puri"
sicuramente vanno bene, quando servono ai piani di Washington.
Mentre magnifica "gli stati etnicamente puri" (Gelb parla anche di "stati
naturali"!), egli muove critiche a Tito per aver raggruppato in una Yugoslavia
unita "gruppi etnici i più disparati", ma per le stesse ragioni finge che
l'Iraq sia "uno stato artificiale"; Gelb fa ricorso alle vecchie teorie
sostenute dall'estrema destra.
Questa teoria sugli stati etnicamente puri è del tutto identica al: "Ein
Volk, ein Reich, ein Führer" (un popolo, uno stato, un duce) di Hitler.
Di più, è anche la teoria adottata dai Sionisti, che sognano un Israele
"purificato dagli Arabi". In Yugoslavia, era la teoria sostenuta dai protégés
dell'Occidente, il Croato Tudjman e il Bosniaco Mussulmano Izetbegovic.
Ma era anche la teoria sostenuta del leader dell'ala destra Serba, Karadzic.
Risulta singolare riscontrare che gli USA esaltano teorie che in precedenza
avevano finto di combattere!
La verità è che gli Stati Uniti -- proprio come tutti gli altri colonialisti
-- sono per o contro gli stati etnicamente puri in conseguenza del fatto
che questo soddisfi i loro interessi strategici. La sola cosa che conta
è come indebolire la resistenza. Dividi per conquistare! Come sempre. I
Britannici hanno organizzato attentamente la divisione dell'Irlanda, dell'India
e del Pakistan e di tante altre regioni nel mondo. L'influente esperto di
strategie, Zbigniew Brzezinski, richiede di dividere la Russia in tre regioni
in modo da isolare Mosca dalle riserve petrolifere. Anche la CIA ha i suoi
"specifici piani" per dividere l'Arabia Saudita.
In un tempo in cui si stanno strutturando istituzioni politiche ed economiche
veramente importanti nell'Unione Europea e negli Stati Uniti, possiamo vedere
come queste stesse Grandi Potenze stiano organizzando la balcanizzazione
di certi altri stati -- stati che loro resistono.
Il principio guida della politica internazionale degli Stati Uniti è che
non vi siano principi guida. Gli USA, un giorno possono fingere di combattere
la pulizia etnica e il giorno dopo organizzarla. E in completa arbitrarietà.
In passato, gli Stati Uniti hanno obbligato i Curdi a rimanere all'interno
dello stato Turco, che era governato da generali fascisti, ma oggi gli USA
stanno preparando lo stato dei Curdi, presuntivamente radicato sul principio
di "autodeterminazione" (in realtà uno stato fantoccio). Gli USA stanno
fingendo di portare la democrazia al mondo, ma con questi presupposti gli
USA stanno riabilitando le teorie fasciste circa gli stati "etnicamente
puri".
Il pericolo di una Teoria che è esportabile in tutto il Mondo
Il pericolo di questa fallace teoria va ben oltre l'Iraq e la Yugoslavia.
Molti degli stati esistenti nel pianeta oggi sono "multietnici". E la gente
razionale considera che essa stessa viene arricchita dal mescolamento di
culture. Ma se un popolo segue teorie di stati "etnicamente puri", gli USA
potrebbero avere il pretesto di disgregare qualsiasi nazione "multinazionale"
che resiste a tutto questo. Washington, in effetti, intende calpestare nella
più larga misura il diritto internazionale e la sovranità statuale. Gli
USA si stanno preparando a compiere nel mondo quello che hanno iniziato
a fare con la Yugoslavia e l'Afghanistan, e , sfortunatamente, la maggior
parte dei politici di sinistra Occidentali li hanno seguiti, dandosi le
peggiori ragioni. Basta! È giunto il momento di sconfessare l'alleanza disastrosa
di questa Sinistra con gli Stati Uniti negli affari Yugoslavi e Afghani.
Per chiunque voglia resistere alla guerra globale, vale a dire alla ricolonizzazione
del mondo, questo è il momento di correre in difesa della sovranità delle
nazioni del Terzo Mondo, un principio che è incorporato nella Carta dell'ONU.
Questo assunto storico si è verificato nel 1945 e oggi gli USA si stanno
accanendo al suo smantellamento.
Sostegno alla Resistenza
L'essenza del piano Gelb è di far precipitare l'Iraq in una lunga guerra
civile, in modo da salvaguardare l'occupazione coloniale USA e di consentire
la continua ruberia di petrolio. Gli USA tenteranno di dividere la resistenza
-- che viene riscontrata in tutte le diverse popolazioni dell'Iraq -- penalizzando
coloro che vogliono continuare a vivere insieme e organizzando ipocritamente
"la pulizia etnica". Il piano Americano è di dividere l'Iraq con il ricatto,
diffamando i Sunniti, che sono stati da sempre in prima linea della resistenza
all'imperialismo.
Washington renderà effettivo il piano di Gelb? Cosa impedirà loro di realizzarlo?
Il timore che uno stato Sciita Iracheno possa congiungersi con l'Iran, che
presenta l'esercito "ostile" più potente in Medio Oriente. E la paura che
uno stato Curdo Iracheno possa diventare punto di riferimento luminoso per
quei Curdi che vogliono separarsi dalla Turchia, un alleato strategico decisivo
posizionato sui corridoi che si intersecano fra i Balcani, il Caucaso e
il Medio Oriente. Ma se la resistenza Irachena continua a crescere e ad
unire le diverse correnti, compresi gli Sciiti, allora Washington rischia
di perdere la possibilità di realizzare il suo progetto di smantellamento
della regione.
Il precedente Yugoslavo deve servire come solenne avvertimento! Il far piombare
altre nazioni nello stesso dramma dovrebbe essere fuori questione! In vista
del fatto che Bush ha scatenato nuovi pericoli attraverso il mondo intero,
e in vista del fatto che sempre più frequentemente si fa ricorso a teorie
fasciste, la sola risposta possibile è la costruzione di un fronte mondiale
unito contro le politiche degli Stati Uniti e l'appoggio alla resistenza
in ogni parte del mondo -- anzitutto, alla straordinaria resistenza Irachena
(il flusso delle informazioni dei mezzi di comunicazioni di massa ha spesso
caratterizzata questa resistenza con la categoria di "terrorismo").
La resistenza Irachena sta impedendo che Bush aggredisca l'Iran, la Siria,
la Corea del Nord, e a grandi passi Cuba. Inoltre questa resistenza dimostra
che gli Stati Uniti non sono stati sempre invincibili. Bush sta diventando
lo zimbello del mondo. "Tigre di carta" è la classica espressione! In questo
modo, la resistenza Irachena ha fatto muro contro lo scoraggiamento e il
pessimismo che avevano iniziato a diffondersi in Iraq dopo la "liberazione
di Baghdad." La guerra non è finita, anzi è solo all'inizio. Sostenere questa
resistenza significa sostenere noi stessi!
michel.collon@...
---
Per meglio comprendere la situazione Irachena:
- 23 milioni di abitanti, divisi in tre grandi gruppi etnici (nessun censimento
ufficiale e niente registri di stato civile distrutti dagli Americani).
- Sciiti: 55 - 60%. Al più nel sud.
- Sunniti: 20 - 25%. Quasi completamente al centro (tra Mosul e Baghdad).
- Curdi: 20%. Per la maggior parte al nord (significative minoranze Curde
vivono in Turchia, Iran, Siria, Russia). La maggioranza di questi è Sunnita.
- Minoranze (5%): da 200.000 a 300.000 Turcomanni, Assiro-Caldei (Cristiani),
Yezidi, 2.000 Ebrei?
- Ma nessuna regione è etnicamente "pura":
almeno un milione di Curdi vive fuori del Kurdistan (principalmente
a Baghdad, ma anche al sud, nella zona di Bassora).
almeno un milione di Sciiti vive a Baghdad.
un certo numeri di Sunniti vive al sud.
un certo numero di Arabi vive in Kurdistan.
Per queste ragioni, dividere l'Iraq risulta impossibile senza il rischio
di una guerra civile e di pulizie etniche. E questo specialmente in una
situazione ambientale in cui gli USA hanno fatto di tutto il possibile negli
ultimi venti anni per scatenare conflitti, provocando (cioè, finanziando)
alcuni leaders delle minoranze a favorire una disgregazione. Questo è del
tutto analogo alle loro procedure in Yugoslavia.
In breve, se agli USA è permesso smembrare l'Iraq, importanti "minoranze"
corrono il rischio in tutta la regione di diventare degli obiettivi. Ed
ecco Bush che si pronuncia nell'affermare di essere obbligato a mantenere
sul posto le sue truppe, per proteggere queste "minoranze"!.
Esattamente come in Kosovo, dove gli USA hanno installato una base militare
con una pista di atterraggio che può accogliere bombardieri (sic !), dopo
aver sistematicamente alimentato le fiamme del conflitto dietro le quinte.
Oggi, gli USA in Kosovo stanno proteggendo i criminali dell'UCK e la mafia
che pratica la pulizia etnica. ( vedi Test-medias, domande sul Kosovo n.2,
5, 7 nel nostro documento "Autopsia della Yugoslavia").
Per meglio comprendere la situazione Yugoslava:
- 21 milioni di abitanti, divisi in 6 repubbliche. Secondo un censimento
ufficiale del 1991: Slovenia (1.9 milioni), Croazia (4.7), Serbia (9.7),
Macedonia (2.0), Montenegro (0.6), Bosnia (4.3).
- nessuna regione era etnicamente "pura": consistenti minoranze risiedevano
in tutta la regione, cosa che rendeva la nazione indivisibile.
- in Croazia: Serbi (12%).
- in Macedonia: Albanesi (21%), Turchi (5%), Zingari Rom (2%), Serbi (2%).
- in Bosnia: Mussulmani (43%), Serbi (31%), Croati (17%), altri (7%). Tutti
questi gruppi erano mescolati insieme in tutta la regione.
Malgrado gli avvertimenti di molti esperti analisti politici e di leaders
Occidentali, la Germania, e quindi gli Stati Uniti, hanno scatenato la divisione
della regione, al prezzo di una terribile guerra civile e di spostamenti
forzati delle popolazioni di tutte la minoranze. Per realizzare tutto questo,
Berlino e Washington hanno appoggiato, finanziato e armato - segretamente
- i leaders e gli estremisti separatisti. Tutto questo è stato accuratamente
nascosto all'opinione pubblica.
BIBLIO: Michel Collon, Liar's Poker: The Great Powers, Yugoslavia and the
Wars of the Future, IAC, New York 2001, P. 11 & 13. Le carte geografiche
che dimostrano la natura "indivisibile" della Yugoslavia e, in particolare,
della Bosnia.
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