“FOTO RICORDO”
cortometraggio di Tamara Bellone e Piera Tacchino
breve presentazione di Boris Bellone al valsusa filmfest il 6 aprile
2004
Diviso in episodi, volutamente confusi tra loro, e ambientato in luoghi
e tempi diversi, "Foto ricordo" parla della Jugoslavia, a partire dalla
resistenza agli occupanti tedeschi e italiani. La resistenza iniziata
proprio il 6 aprile (come oggi) 1941, quando Hitler ordinò il
bombardamento di Belgrado. La canzone che si sente all’inizio, ricorda
quel giorno. È indicativo che sia cantata dagli tzigani, le prime
vittime della brutalità nazista in terra jugoslava. L’olocausto dei rom
è poco conosciuto e ancor meno è conosciuta la loro lotta di
liberazione a fianco dei partigiani di Tito. Si è visto anche
recentemente che in Kosovo gli unici a difendere i serbi sono stati, a
loro spese, gli tzigani. Gli tzigani che non hanno mai chiesto un loro
territorio e un loro esercito. Stavano benissimo nella Jugoslavia di
Tito, plurietnica e particolarmente tollerante.
Tornando al film, ricordo che vi hanno partecipato molti ragazzi del
liceo scientifico di Bussoleno, nella parte delle vittime di feroci
esecuzioni naziste.
Vi è stato un episodio che mi ha colpito durante le riprese del film,
nella piazza di San Giorio. Per puro caso gli attori portavano ancora
le divise tedesche della Wehrmacht e alcuni anziani di San Giorio le
hanno riconosciute subito e hanno reagito con un sussulto di stupore e
un attimo di panico, sembrava cercassero in tasca un’arma per
difendersi.
Ecco in Jugoslavia anche le divise dei soldati italiani fanno ancora lo
stesso effetto.
Questo filmato vuole proprio ricordare che in Jugoslavia oltre
all’occupazione tedesca, vi è stata anche quella italiana che è stata
particolarmente crudele.
Questo film quindi vuole essere una risposta a chi vorrebbe far credere
ai giovani che in Jugoslavia, in Africa, in Grecia, in Russia, gli
italiani si sono trovati per caso, e al massimo hanno amato troppe
donne e reso cornuto qualche slavo.
Con la recente decisione di dedicare il giorno della memoria all’esodo
degli italiani dall’Istria e alle vittime delle cosiddette foibe di
Tito, si conclude un indecente progetto di revisionismo storico dove le
vittime jugoslave vengono trasformate in carnefici del popolo italiano.
Se è vero che vi sono stati episodi di violenza con circa duemila morti
tra gli italiani, pare enorme paragonare questo episodio all’olocausto
di centinaia di migliaia di jugoslavi ad opera dei soli italiani. In
questo modo si tenta di cancellare, con squallida leggerezza, dalla
propria memoria storica quanto non piace.
Non stupisce che a destra vi sia soddisfazione, quasi una rivalutazione
silenziosa del fascismo, ma a sinistra è quanto mai strano e fa
sospettare che sia la prima rata, pagata, per entrare nel cosiddetto
club dei ricchi che, come dice il grande Noam Chomsky, non ancora
accusato di comunismo, esige totale obbedienza a Washington.
Il tema principale di questo film è anche quello delle vittime di una
forza d'aggressione, che muoiono con dignità, resistono, si ribellano.
E perdendo la vita con coraggio e dignità, condannano i loro carnefici
e nel martirio si trasformano da vinti in vincitori. Ai carnefici non
resta altro che tentare di cancellare la memoria storica. Compito dei
giusti è impedire questo orrendo progetto.
Dopo il film sono intervenuti: il filosofo torinese Costanzo Preve, il
sindacalista Fulvio Perini, il giornalista e scrittore tedesco Elsässer
(interprete Marija Zˇivkovic´), il sindacalista Maurizio Poletto,
l’artista Rom Stojan Stojanovic´.
Ha cantato il baritono jugoslavo Dzemil Regepi, che ha trasformato la
serata ipnotizzando tutti con la sua voce.
Ha infine salutato i presenti, il partigiano Vincenzo Giuglar, Vinko,
della Brigata Garibaldi che ha combattuto fianco a fianco con i
partigiani di Tito.
[ Per informazioni, proiezioni, e per acquistare copie del
cortometraggio FOTO RICORDO rivolgersi a:
Tamara Bellone - bellone@... - 338-5069093 ]
[Sono state eliminare la parti non di testo del messaggio]
cortometraggio di Tamara Bellone e Piera Tacchino
breve presentazione di Boris Bellone al valsusa filmfest il 6 aprile
2004
Diviso in episodi, volutamente confusi tra loro, e ambientato in luoghi
e tempi diversi, "Foto ricordo" parla della Jugoslavia, a partire dalla
resistenza agli occupanti tedeschi e italiani. La resistenza iniziata
proprio il 6 aprile (come oggi) 1941, quando Hitler ordinò il
bombardamento di Belgrado. La canzone che si sente all’inizio, ricorda
quel giorno. È indicativo che sia cantata dagli tzigani, le prime
vittime della brutalità nazista in terra jugoslava. L’olocausto dei rom
è poco conosciuto e ancor meno è conosciuta la loro lotta di
liberazione a fianco dei partigiani di Tito. Si è visto anche
recentemente che in Kosovo gli unici a difendere i serbi sono stati, a
loro spese, gli tzigani. Gli tzigani che non hanno mai chiesto un loro
territorio e un loro esercito. Stavano benissimo nella Jugoslavia di
Tito, plurietnica e particolarmente tollerante.
Tornando al film, ricordo che vi hanno partecipato molti ragazzi del
liceo scientifico di Bussoleno, nella parte delle vittime di feroci
esecuzioni naziste.
Vi è stato un episodio che mi ha colpito durante le riprese del film,
nella piazza di San Giorio. Per puro caso gli attori portavano ancora
le divise tedesche della Wehrmacht e alcuni anziani di San Giorio le
hanno riconosciute subito e hanno reagito con un sussulto di stupore e
un attimo di panico, sembrava cercassero in tasca un’arma per
difendersi.
Ecco in Jugoslavia anche le divise dei soldati italiani fanno ancora lo
stesso effetto.
Questo filmato vuole proprio ricordare che in Jugoslavia oltre
all’occupazione tedesca, vi è stata anche quella italiana che è stata
particolarmente crudele.
Questo film quindi vuole essere una risposta a chi vorrebbe far credere
ai giovani che in Jugoslavia, in Africa, in Grecia, in Russia, gli
italiani si sono trovati per caso, e al massimo hanno amato troppe
donne e reso cornuto qualche slavo.
Con la recente decisione di dedicare il giorno della memoria all’esodo
degli italiani dall’Istria e alle vittime delle cosiddette foibe di
Tito, si conclude un indecente progetto di revisionismo storico dove le
vittime jugoslave vengono trasformate in carnefici del popolo italiano.
Se è vero che vi sono stati episodi di violenza con circa duemila morti
tra gli italiani, pare enorme paragonare questo episodio all’olocausto
di centinaia di migliaia di jugoslavi ad opera dei soli italiani. In
questo modo si tenta di cancellare, con squallida leggerezza, dalla
propria memoria storica quanto non piace.
Non stupisce che a destra vi sia soddisfazione, quasi una rivalutazione
silenziosa del fascismo, ma a sinistra è quanto mai strano e fa
sospettare che sia la prima rata, pagata, per entrare nel cosiddetto
club dei ricchi che, come dice il grande Noam Chomsky, non ancora
accusato di comunismo, esige totale obbedienza a Washington.
Il tema principale di questo film è anche quello delle vittime di una
forza d'aggressione, che muoiono con dignità, resistono, si ribellano.
E perdendo la vita con coraggio e dignità, condannano i loro carnefici
e nel martirio si trasformano da vinti in vincitori. Ai carnefici non
resta altro che tentare di cancellare la memoria storica. Compito dei
giusti è impedire questo orrendo progetto.
Dopo il film sono intervenuti: il filosofo torinese Costanzo Preve, il
sindacalista Fulvio Perini, il giornalista e scrittore tedesco Elsässer
(interprete Marija Zˇivkovic´), il sindacalista Maurizio Poletto,
l’artista Rom Stojan Stojanovic´.
Ha cantato il baritono jugoslavo Dzemil Regepi, che ha trasformato la
serata ipnotizzando tutti con la sua voce.
Ha infine salutato i presenti, il partigiano Vincenzo Giuglar, Vinko,
della Brigata Garibaldi che ha combattuto fianco a fianco con i
partigiani di Tito.
[ Per informazioni, proiezioni, e per acquistare copie del
cortometraggio FOTO RICORDO rivolgersi a:
Tamara Bellone - bellone@... - 338-5069093 ]
[Sono state eliminare la parti non di testo del messaggio]